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Le meravigliose location di “Mina Settembre 2”

Chi ha seguito la prima stagione della fiction televisiva RAI “Mina Settembre”, che vede protagonista Serena Rossi, sa che è stata quasi interamente girata a Napoli.

Nella seconda stagione, però, non c’è solo il Capoluogo partenopeo tra i set dove è stata ambientata la serie, ma anche una location a dir poco meravigliosa.

La Napoli di “Mina Settembre”

Ma andiamo per ordine. Mina è un’assistente sociale che presta il proprio servizio nel Rione Sanità cercando di aiutare più persone possibili. Molte delle scene sono ambientate nel Palazzo Sanfelice, un edificio monumentale che, nella fiction, è il consultorio dove lavora Mina.

Ma non mancano scorci della città, dal lungomare alla sede centrale dell’Università Federico II in corso Umberto oppure l’Ospedale Ascalesi nel centro storico, a due passi da Forcella, e i vicoli del quartiere Montecalvario, al confine coi Quartieri spagnoli, e la celebre metropolitana di via Toledo.

Procida, set della seconda stagione

La seconda stagione, però, inizia nel piccolo borgo di Procida, la perla del Golfo di Napoli, con le sue casette dai vivaci colori pastello che si specchiano nel blu del mare, le barche che riposano al sole e il profumo di limoni.

È qui che Mina sta trascorrendo una vacanza quando un fatto gravissimo la obbliga a tornare a Napoli. Nelle scene si intravedono scorci del paese colorato della Marina della Corricella, un borgo affacciato sul mare che si distingue per essere il più antico di Procida. Prima di “Mina Settembre 2”, è stato il set cinematografico del film “Il Postino” con Massimo Troisi.

Impossibile non innamorarsi delle sue case dei pescatori con i tipici “Vefi”, i balconi coperti da archi di origine araba.

Proprio quest’anno, Procida è stata nominata Capitale italiana della cultura. Fino alla fine dell’anno sono previsti tantissimi eventi per scoprire questa perla mediterranea che tutto il mondo ci invidia.

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Fonte: iStock

I colori pastello del borgo di Procida

Mina nel sito archeologico di Cuma

Ma in una puntata che non vogliamo spoilerare, Mina sarà anche in un altro meraviglioso luogo del napoletano: il sito archeologico di Cuma, tra Bacoli e Pozzuoli, nell’area dei Campi Flegrei. È la più antica colonia greca dell’Occidente, legata al mito della Sibilla Cumana.

Si dice infatti che il dio Apollo, follemente innamorato di una giovane donna di nome Sibilla, le offrì qualunque cosa pur di averla in cambio come sua sacerdotessa. Ella chiese l’immortalità, non pensando però di chiedere anche la giovinezza eterna. Man mano che invecchiava, il corpo della Sibilla divenne sempre più piccolo finché non fu messa in una gabbietta nel tempio di Apollo dove sparì del tutto e di lei rimase solo la voce.

La leggenda narra che in questo luogo venne anche Enea a interrogare proprio l’oracolo della Sibilla cumana. Motivo per cui Cuma è ancor oggi una meta di grande interesse turistico.

Questo sito regala grandi emozioni a chi visita le sue mura e i resti del Tempio di Giove, la cripta romana, l’edificio termale e l’anfiteatro. Ci sono anche numerosi sepolcri dell’età greca e romana vicini all’Arco Felice, un viadotto fatto costruire da Domiziano per il passaggio della strada che collegava Pozzuoli a Roma.

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La splendida villa della Brianza set del video dei Maneskin

È uno dei luoghi più belli e mano conosciuti della Lombardia. Talmente affascinante da essere stato scelto nientemeno che dai Maneskin per girarvi il videoclip del disco “The Lonliest”.

Stiamo parlando di Villa Cusani Tittoni Traversi che si trova a Desio, in provincia di Monza e Brianza. All’interno la splendida villa di delizia è sorprendente.

È stato necessario organizzare diversi sopralluoghi prima di concedere gli spazi per assicurarci che questo evento non causasse danni e consentisse comunque di mantenere l’integrità del Parco e della Villa”, hanno spiegato dal Comune.

Villa Tittoni e il suo parco sono l’ambiente ideale dove trovare atmosfere gothic-dark come quelle dell’ultimo video del gruppo rock, perfetto per Halloween. Le riprese erano state tenute top secret, ma non appena il video è stato messo online, le immagini della splendida dimora e del suo parco hanno fatto il giro del mondo, suscitando la curiosità di molti. Non che il video dei Maneskin mostri molto della villa, per scoprire i suoi segreti bisogna andare a visitarla.

La storia di Villa Tittoni

Il primo nucleo edificato nel luogo in cui oggi si trova la villa risale al 1290, quando venne fondato un convento francescano. Nel 1651, il marchese Cusani rilevò i beni e creò le basi per il successivo ampliamento. Fu così che divenne una villa di campagna o villa di delizia, come si usava all’epoca, la “prima” Villa Tittoni. La volontà del marchese fu quella di edificare una villa con giardino che potesse rappresentare la grande importanza politica ed economica del casato in quegli anni.

Per la realizzazione dell’edificio fu chiamato l’architetto più famoso dell’epoca, Giuseppe Piermarini, lo stesso della Villa Reale di Monza e del Teatro alla Scala di Milano. Ospitò anche il Re di Napoli nel 1785.

La progettazione del giardino all’inglese fu curata, invece, da Antonio Villoresi con un ampio sistema idraulico che alimentava un grande lago artificiale, oggi interrato.

Quando, nel 1817, la villa passò nelle mani del maggiore creditore del marchese, l’avvocato Giovanni Battista Traversi, un esponente dell’alta borghesia milanese, la villa divenne oggetto di numerosi interventi in uno stile prevalentemente classicheggiante e nel giardino venne eretta una torre neogotica con funzione museale.

Alla sua morte, la villa passò al nipote Antonio Tittoni, all’epoca ancora minorenne e quindi fu suo padre, Tommaso, a prendersene cura commissionando l’ultimo intervento al noto architetto Luca Beltrami che completò lo scalone lo monumentale che porta ai piani superiori. Furono tante le visite dei reali d’Italia e di altri illustri uomini di governo di Paesi esteri. Dopo la Prima guerra mondiale, la Villa Tittoni ebbe un rapido declino. divenne prima un seminario, poi il parco e la villa vennero acquistati dal Comune di Desio. Divenne così un parco pubblico e nell’edificio fu aperta la biblioteca comunale che ospita una mostra permanente delle opere dello scultore milanese Giuseppe Scalvini.

Quando visitarla

La villa viene aperta al pubblico solo in alcune occasioni. Tra queste, Ville Aperte che si tiene in autunno – dal 17 settembre al 2 ottobre scorsi – e in primavera, nel mese di aprile solitamente, e per la Giornate del FAI che si terranno il weekend del 15-16 ottobre. Si svolgono anche eventi a tema nei weekend, concerti e matrimoni.

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La location siciliana meno nota del “Commissario Montalbano”

I luoghi dove sono stati girati tutti gli episodi della celeberrima serie Tv “Il Commissario Montalbano” sono ormai mete di turismo quasi di massa. Esiste tutta un’organizzazione fatta di guide turistiche, aperture speciali, bed and breakfast che lavorano solo per questi tour sui luoghi di Montalbano.

Le location già note

Chi non ha sentito parlare di Vigàta, di Montelusa (dove si trova il commissariato), di Marinella che nella realtà sono Scicli, Porto Empedocle, Ibla e Punta Secca, una frazione del Comune di Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa – dove si trova la casa di Salvo, che è un b&b, e la trattoria sul mare dove ama pranzare in silenzio – e non conosce anche l’entroterra ragusano, dove si trova per esempio il Castello di Donnafugata, che nella fiction è la casa del boss mafioso Don Balduccio Sinagra (qui tutte le location più famose).

Comiso, set di Montalbano

Ma ce n’è una che è altrettanto protagonista della serie di cui non si parla mai, che non è passata inosservata ai conoscitori di questi luoghi e neanche a noi. Si tratta di Comiso, che appare nell’ottavo episodio di “Il Commissario Montalbano” intitolato “Gli arancini di Montalbano”, tratto dall’omonimo racconto di Andrea Camilleri. Qui, Salvo indaga sul presunto incidente stradale di una coppia finita con l’auto in un burrone, che si rivelerà, come al solito, invece, un omicidio.

Quando deve raccogliere informazioni sul presunto colpevole, va a trovare le responsabili dell’istituto Sacro Cuore di Maria che è stato ambientato nell‘ex Mercato ittico di Comiso.

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Fonte: 123rf

L’ex Mercato ittico di Comiso

Qui, un gruppo di bambini gioca a calcio sotto i portici del mercato, mentre Montalbano raccoglie le prove necessarie a risolvere il caso. Il colonnato dell’ex mercato del pesce è molto famoso. Il mercato vecchio fu costruito a metà dell’800 e, fino alla metà del ‘900, si vendevano sia il pesce sia la carne. L’edificio ha dei bellissimi loggiati esterni e interni, e, all’interno, è abbellito da una fontana. Oggi non è più un mercato, ma ospita il Museo civico di storia naturale e la sede della Fondazione “Gesualdo Bufalino”, lo scrittore e poeta contemporaneo siciliano nato proprio a Comiso.

La chiesa che si vede nelle immagini televisive è quella di Santa Maria delle Stelle con la sua splendida cupola neogotica. Questa chiesa, originaria del XII secolo, fu quasi del tutto distrutta dal terribile terremoto che colpì la Sicilia nel 1693. Dell’edificio originale restano i pilastri e il sesto acuto della navata centrale. La cupola, in stile neogotico, fu ultimata solo due secoli dopo, mentre il campanile è molto più recente e fu completato solo nel 1936.

Cosa vedere a Comiso

Di Comiso la maggior parte degli italiani conosce solo l’aeroporto, dove atterrano le compagnie low cost e da dove poi ci si muove per visitare quella parte di Sicilia. Invece, è una bellissima destinazione che merita lei stessa un viaggio.

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Fonte: 123rf

Veduta di Comiso in Sicilia

Basti pensare che la città ha origine romane, ma poi è stata dominata dagli arabi, dai normanni e dagli aragonesi. Ognuno di loro ha lasciato tracce in città. Molte sono state distrutte da quel famoso terremoto, ma qualcosa è rimasto. E soprattutto è stata ricostruita nel famoso stile Barocco siciliano.

Sotto la centralissima piazza fonte Diana sono state rinvenute delle fonti termali già note ai romani. Intorno alla piazza s’affacciano alcuni dei palazzi più belli di Comiso, come il palazzo comunale, al cui interno c’è uno splendido scalone, e il Palazzo Iacono-Ciarcià, costruito prima del terremoto e in seguito abbellito ulteriormente.

Poco distante si trova ancora il Castello dei Naselli d’Aragona del ‘400. in stile rinascimentale, sorse su un edificio di epoca classica. Lo testimoniano alcuni busti e iscrizioni di epoca romana, che furono inglobati nel nuovo edificio. La parte più antica del castello è il Battistero dedicato a San Gregorio Magno, con resti di affreschi di epoca bizantina e risalente intorno all’anno Mille. Il torrione rotondo ancora in piedi in origine era una cuba araba.

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Fonte: 123rf

La chiesa di Santa Maria delle Stelle a Comiso
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Le splendide location di “Viola come il mare”

È una delle città più affascinanti d’Italia ed è stata scelta come set della fiction di Canale 5 “Viola come il mare”, che vede protagonisti l’ex Miss Italia Francesca Chillemi e Can Yaman, tratta dal romanzo “Conosci l’estate?” di Simona Tanzini.

Stiamo parlando della bella Sicilia, la più esotica delle regioni italiane. La serie Tv è ambientata soprattutto a Palermo, con alcune “fuitine” nella vicina Terrasini.

Viola Vitale (Francesca Chillemi) ha trent’anni, una bellezza prorompente e un superpotere: vede i sentimenti degli altri attraverso i colori. Si chiama sinestesia, è la sovrapposizione spontanea e incontrollata di più sensi, che nel caso di Viola, le permette di associare colori specifici alle emozioni delle persone. “Qui ogni cosa è più potente: l’arte, la natura, la storia”, dice Viola. “Ma la cosa più potente sono le emozioni delle persone e io le vedo attraverso i colori che mi trasmettono”.

Viola è venuta a Palermo per occuparsi di costume e società per Sicilia Web News (anche se il vero motivo è un altro), ma diventerà giornalista di cronaca nera, lavorando a stretto contatto con l’affascinante ispettore capo Francesco Demir (Can Yaman). Ogni puntata, un nuovo omicidio su cui indagheranno entrambi.

Una Palermo inedita

Viola scoprirà la vera anima di Palermo, una città caotica ma, proprio per questo, bellissima. Verrà travolta dai profumi delle zagare e dei mercati, dalle sfumature del mare e della terra e dalle passioni dei siciliani, che vivono tutto con più energia. Una Sicilia del tutto inedita, crocevia di culture diverse, che l’hanno plasmata dall’antichità fino a oggi e l’hanno resa un luogo privilegiato di incontro.

Nelle scene si riconosce il porto di Palermo, che si estende per diversi chilometri da via Francesco Crispi, inglobando le zone marinare dell’Arenella e dell’Acqua Santa.

Si vede la maestosa Cattedrale, inserita dall’Unesco nella lista dei Patrimoni dell’umanità l’origine arabo-normanna, insieme alle cattedrali di Cefalù e di Monreale.

Si riconoscono il Teatro Massimo, il più grande edificio teatrale lirico d’Italia nonché uno dei più grandi d’Europa e la Palazzina dei Quattro Pizzi, meglio conosciuta come Casa Florio (chi ha letto i romanzi di Stefania Auci sa bene il perché), che si trova nel quartiere Arenella, nell’area della ex Tonnara Florio. Costruita in stile neogotico, fu la residenza privata di Vincenzo Florio e della sua famiglia.

Le location siciliane

Alcune scene di “Viola come il mare” sono state girate fuori città. In particolare, lungo la spiaggia di Mondello, famosa per essere, da sempre, la spiaggia dei palermitani. Il centro abitato si affaccia sull’omonimo golfo, un’insenatura tondeggiante che si stende sino alla preziosissima Riserva Naturale di Parco Gallo.

La storia di Mondello affonda in un lontano passato, quando era ancora un piccolo borgo di pescatori in un territorio paludoso. Sul finire dell’800, le sue sorti sono completamente cambiate: un’importante opera di bonifica lo ha riqualificato e ben presto ha visto fiorire splendide ville in stile Liberty, molte delle quali sono ancora oggi in perfetto stato di conservazione e abbelliscono il lungomare.

Nella fiction si riconosce anche il lungomare di Terrasini, intitolato a Peppino Impastato, che s’affaccia sul Golfo di Castellammare, con la Torre Alba, detta anche Torre Fanara. La sua piazza è dominata dal Duomo, una delle chiese più grandi del territorio, ed è famosa per il museo del carretto siciliano, ma soprattutto per le sue splendide spiagge. La sua costa, che si estende dalla spiaggia della Ciucca fino a quella di San Cataldo, è fatta di splendide calette e di dirupi a picco sul mare. Set naturali perfetti per la Tv.

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I luoghi di Sissi nella serie Tv “L’imperatrice”

La storia inedita di Elisabetta di Baviera, meglio conosciuta come principessa Sissi, imperatrice d’Austria, è raccontata nella serie Tv Netflix “L’imperatrice“. La serie si concentra soprattutto nei primi anni del regno di Sissi alla corte di Vienna.

Chi ha visitato la Capitale austriaca ha sicuramente avuto l’occasione di scoprire molti luoghi legati alla vita di corte di Sua Altezza che ha ispirato tanti film – i più famosi sono quelli degli Anni ’50 con Romy Schneider – e altre serie televisive prime di questa, tra cui “Sissi“, andata in onda su Canale5.

Il castello di Schönbrunn

A partire dal castello di Schönbrunn, il più famoso tra i palazzi imperiali austriaci nonché uno dei complessi barocchi più belli d’Europa e Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, che fungeva da residenza estiva per la principessa e il marito, Francesco Giuseppe d’Austria detto Franz. La sontuosa residenza dal colore giallo paglierino, voluta da Maria Teresa d’Asburgo nel ‘700, è circondata da un vasto parco di 120 ettari, progettato in stile francese e aperto al pubblico nel 1779.

Palazzo di Schonbrunn

Fonte: iStock Ph. vichie81

Il Castello di Schönbrunn

Il Museo delle carrozze

All’interno ospita gli appartamenti reali, il teatro – quello più antico di Vienna, visitabile solo durante i concerti aperti al pubblico – e il Museo delle carrozze, il Wagenburg. Qui si trovano quasi tutte le carrozze reali: quella usata in occasione del matrimonio, la fastosa carrozza dorata dell’incoronazione della coppia imperiale a Re e Regina d’Ungheria, le carrozze dei figli, quella usata prima dell’assassinio di Sissi avvenuto a Ginevra per mano dell’anarchico italiano Luigi Lucheni, e la carrozza funebre imperiale.

Il vagone di lusso di Sissi

Il Technisches Museum Wien ospita, invece, l’“Hofsalonwagen”, la carrozza ferroviaria di corte che Sissi aveva a disposizione per spostarsi in treno, dotata di tutti i comfort e il lusso dell’epoca. Una curiosità: proprio per la sua abitudine a spostarsi velocemente pare che le fosse stato dato il nomignolo “il treno”.

La stazione ferroviaria di Vienna

In suo onore, la linea ferroviaria che andava da Vienna a Monaco di Baviera via Salisburgo, inaugurata nel 1860, fu chiamata Kaiserin-Elisabeth-Bahn. Curiosamente, anche la prima statua dell’imperatrice fu eretta nella stazione viennese di questa linea. La vecchia stazione ora non c’è più, sostituita da un edificio moderno, ma la statua in marmo, dopo essere stata a lungo data per dispersa e poi ritrovata, è ancora oggi sistemata nella Westbahnhof.

Hermesvilla, “il castello dei sogni”

Sissi era una donna inquieta e, appena poteva, si metteva in viaggio, inoltre non amava molto la vita di corte. Per convincerla a trascorrere più tempo a Vienna Francesco Giuseppe le donò la Hermesvilla che lui chiamava “il castello dei sogni”, un elegante palazzo immerso nel vasto parco Lainzer Tiergarten, sulle colline del bosco viennese, usata come residenza di caccia. La villa deve il nome a una statua di Ermes che si trova nel giardino. Oggi ospita il Vienna Museum, ma per anni fu abbandonata. Finché non accadde un fatto curioso: nel 1963, la Disney girò il film “L’ultimo treno da Vienna” che riportò interesse verso questa struttura, così le autorità viennesi decisero di restaurarlo.

Hofburg, la residenza imperiale

Chi volesse conoscere tutto della vita di questa appassionante donna moderna può farlo visitando il museo a lei dedicato all’interno della Hofburg, la residenza imperiale nel centro di Vienna. Ampliata nel corso di almeno sei secoli, questo complesso comprende diversi edifici e giardini che variano dallo stile gotico, al barocco, dal rinascimentale al neoclassico. La sua facciata più nota è la Neue Burg, rivolta verso la Josefsplatz, dove si trova la statua di Giuseppe II, figlio di Maria Teresa. Sede della corte imperiale, oggi ospita diversi musei. Da non perdere sono gli appartamenti imperiali, il Museo delle argenterie di corte e il museo dedicato a Sissi, appunto.

Fonte: Shutterstock

Hofburg, nel centro di Vienna

I castelli di Laxenburg

Da vedere anche i castelli di Laxenburg, alle porte della Capitale, di proprietà della famiglia degli Asburgo dal 1333 e utilizzati come residenza estiva. Ne fanno parte alcune ville oltre ai castelli. Qui, la giovane coppia trascorse la luna di miele e, nel palazzo Blauer Hof, nacquero due dei quattro figli di Sissi.

Il set dell’indimenticabile Romy-Sissi

Un itinerario a Vienna sulle tracce di Sissi non sarebbe completo senza una visita al Möbelmuseum, il Museo del mobile, dove si può ripercorrere la storia “dietro le quinte” dei film di Ernst Marischka con protagonista Romy Schneider, che ha fatto conoscere il personaggio dell’imperatrice a livello mondiale. Il museo conserva molti arredi un tempo appartenuti agli Asburgo. Per le riprese dei film vennero infatti utilizzati molti mobili originali che nel museo sono stati sistemati con le medesime ambientazioni dei film.

 

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Le location di “Sopravvissuti”, il “Lost” Made in Italy

Una barca di nome Arianna sulla quale viaggiano 12 passeggeri dopo qualche giorno di navigazione sparisce dai radar. Il relitto riappare solo un anno dopo al largo delle coste del Venezuela. A bordo c’è ancora la metà dell’equipaggio che racconta di come una terribile tempesta abbia sorpreso l’imbarcazione facendo annegare molti passeggeri e lasciando la barca alla deriva senza albero né vele e neppure motore.

Ma la vita dei sopravvissuti una volta tornati a casa non è più la stessa e anche agli occhi dei propri cari i superstiti sembrano delle persone diverse.

Una via di mezzo tra la celebre serie Tv di successo “Lost” creata da J.J. Abrams e la più recente “Manifest” (dove però gli incidenti coinvolgono un aereo e non una barca), la nuova “Sopravvissuti” trasmessa in Italia dalla RAI è destinata a tenere gli spettatori incollati davanti al piccolo schermo.

Genova, set di “Sopravvissuti”

La fiction si svolge praticamente tutta a Genova. Luca (l’attore Lino Guanciale) è uno dei proprietari del cantiere Leone che lascia a casa la famiglia per imbarcarsi in questa avventura e, tornato a casa, diventa il punto di riferimento per tutti i sopravvissuti.

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La Biosfera, simbolo di Genova

Protagonista assoluto è quindi il porto di Genova, dove è ambientata la partenza della barca Arianna e il ritorno del relitto.

Questa insenatura naturale, che per secoli è stata teatro del più importante commercio del Mediterraneo, oggi è il cuore turistico e culturale del Capoluogo ligure.

Simbolo del rinnovamento cittadino, è senza dubbio l’area del Porto Antico, ridisegnata da Renzo Piano nel 1992 e restituita alla città come spazio da vivere, sede di eventi e vera attrattiva per i turisti.

Gli spazi del Porto Antico sono diventati la cittadella dell’intrattenimento e del tempo libero, per i genovesi e per i turisti che la visitano. La Piazza delle feste, che d’inverno si trasforma in pista per il pattinaggio su ghiaccio, ospita concerti di importanti artisti italiani ed internazionali, rassegne, festival dedicati a tutte le espressioni della cultura e dell’arte, cinema e spettacoli di ogni genere, che riempiono di luci e suoni le serate genovesi.

Moltissimi sono i locali dove gustare un aperitivo o cenare ammirando il tramonto sul mare. Se ne sono fatti un’idea coloro che hanno seguito un’altra serie Tv di grande successo, “Petra” e “Petra 2” con Paola Cortellesi, anch’essa ambientata a Genova.

A dominare il porto c’è la mega struttura della Biosfera, una sfera di vetro e acciaio che ospita piante e animali tropicali. Inconfondibile è anche il Bigo, il cui nome e design si ispirano al “bigo” ovvero la gru usata per il carico e lo scarico in ambiente navale, progettato da Renzo Piano per le Colombiadi del ’92.

Oltre a essere divenuto un simbolo di Genova ha anche una funzione strutturale in quanto serve a sostenere il tendone della Piazza delle feste, Ma è anche un’attrazione turistica in quanto possiede un ascensore panoramico che sale fino a 40 metri d’altezza e ruota a 360 gradi indicando, tramite pannelli scritti e una voce guida in diverse lingue, i palazzi e le strutture degne di nota che si possono ammirare da lassù.

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Il Bigo di Renzo Piano

La Liguria, location perfetta per cinema e Tv

Ultimamente sono state tantissime le produzioni italiane e internazionali che hanno scelto Genova e il resto della Liguria per ambientarvi intere serie o anche solo parti di esse. Oltre alle già citate “Petra” e “Petra 2” girate nel Capoluogo, ce ne sono tante altre che, grazie al contributo della Genova Liguria Film Commission, stanno mostrando luoghi bellissimi e che invogliano lo spettatore a visitarli.

Prendiamo per esempio “Blanca“, la serie televisiva della RAI che ha visto Maria Chiara Giannetta e Giuseppe Zeno, tratta dai romanzi della scrittrice napoletana Patrizia Rinaldi, che è stata ambientata sia a Genova sia nel borgo di Camogli, una delle località più deliziose del Golfo Paradiso, sulla Riviera di Levante.

La Liguria è sempre più musa ispiratrice anche a livello internazionale. Le Cinque Terre hanno ispirato la Disney-Pixar per i luoghi dove ambientare il film d’animazione “Luca” che hanno fatto fare a questo pittoresco paesaggio ligure il giro del mondo.

Mentre la period drama “Hotel Portofino” ambientata negli Anni ’20 è stata girata tra i luoghi più incantevoli di questa parte d’Italia. Portofino, come il nome dell’hotel, con la sua celebre piazzetta da sempre meta del jet set internazionale che viene per trascorrervi le vacanze in barca o in qualche lussuosa villa, ma non solo. Nelle scene si vedono anche le vicine località di villeggiatura di Rapallo, Santa Margherita e ancora una volta Genova.

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L’inedita location italiana dove è stato girato “Indiana Jones 5”

Quando si pensa a un viaggio avventura non può che essere alla “Indiana Jones”. La magica Petra, in Giordania, in “Indiana Jones e l’ultima crociata”, la città di Kandi, nello Sri Lanka, in “Indiana Jones e il tempio maledetto”, Kairouan, “la città sacra della Tunisia”, in “Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta” o Abiquiu, nello Stato americano del New Mexico, nell’ultimo film della saga “Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo”.

Indiana Jones 5” non è da meno quanto a location inedite. Nel nuovo film, che vede ancora protagonista Harrison Ford (forse per l’ultima volta), c’è anche un po’ d’Italia. Ecco dove sono state girate alcune scene dell’ultimo episodio dell’avventurosa saga cinematografica che uscirà nelle sale nel 2023.

Italia, set di “Indiana Jones 5”

Dopo i deserti, le rovine Maya e i templi Indù, il mitico Indy si troverà ad affrontare incredibili avventure nella nostra Sicilia. Tante sono le location siciliane che vedremo nell’ultimo episodio della saga, “Indiana Jones 5”.

Città d’arte, ma anche borghi e luoghi noti ai turisti di tutto il mondo. E anche qualche località inaspettata, a cui è stato rifatto un po’ il look affinché il periodo storico sia quello degli Anni ’70 in cui è ambientata la storia.

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Fonte: iStock

L’isola di Ortigia a Siracusa

Sui social sono apparsi post di Harrison Ford in giro per la Sicilia. Il primo ciak è stato sull’isola di Ortigia, quel piccolo lembo di terra che affiora lungo la costa orientale, dove sorge la parte più antica di Siracusa, tanto da essere considerato il vero centro storico della città. Protagonisti nel film sono il Castello Maniace del 1200 e il parco archeologico della Neapolis, in particolare l’Orecchio di Dionisio e la Grotta dei Cordari.

Poi è stata la volta di Cefalù. I set sono quelli sul lungomare, tra piazza Bagni Cicerone, il molo, via Porpora e la famosissima piazza del Duomo, dove ci aspettiamo scene avvincenti tra fuoco e fiamme.

Fonte: Thinkstock

La splendida Cefalù

 

Tante le location siciliane che vedremo ce ne sono alcune nel trapanese, da Segesta e Castellamare del Golfo alla Tonnara del Secco di San Vito lo Capo, uno dei luoghi simbolo di questo territorio.

E, infine, set eccezionale sarà anche Marsala, con la Riserva della laguna dello Stagnone, un luogo magico, fuori dal tempo, dove è ambientata la scena di uno yacht che affonda.

Ci aspettiamo che questi luoghi, alcuni già molto noti ai turisti, saranno presi d’assalto dai visitatori non appena il film sarà uscito nelle sale di tutto il mondo.

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Fonte: 123rf

La Riserva della laguna dello Stagnone a Marsala
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Le iconiche location del film “Gli Spiriti dell’isola”, magia irlandese

L’Irlanda protagonista alla 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica a Venezia con il film “Gli Spiriti dell’isola” (The Banshees of Inisherin), lungometraggio del regista, sceneggiatore e produttore Martin McDonough con Colin Farrell (cui è andata la Coppa Volpi maschile della Mostra di Venezia 2022), Brendan Gleeson, Kerry Condon e Barry Keoghan.

Un film profondamente irlandese, girato interamente sull’Isola di Smeraldo, in luoghi che sono davvero iconici di questa terra, simbolo della sua atmosfera e della sua inconfondibile bellezza, angoli remoti e selvaggi che faranno la felicità di chi la ama e desidera conoscerla meglio anche in vista di un viaggio.

A fare da sfondo alla vicenda ambientata all’epoca della guerra civile irlandese, l’enigmatica e tormentata fine dell’amicizia tra Colm (Brendan Gleeson) e Padraic (Colin Farrell), sono infatti le incantevoli Inishmore Island e Achill Island, la più grande isola dell’arcipelago delle Aran e la più estesa isola irlandese parte della contea di Mayo.

Di notevole importanza per la lingua e la cultura gaelica, entrambe spiccano al largo della costa ovest e si fanno ammirare per gli scorci spettacolari e la meraviglia del paesaggio.

Inishmore, la grande isola

Inishmore

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La strada di Dun Aengus a Inishmore

L’isola di Inis Mór (Inishmore) vanta un paesaggio unico ed è nota a livello internazionale per gli oltre 50 differenti monumenti di origine cristiana, precristiana e celtica ma le attrattive che offre non finiscono qui.

I visitatori possono scoprirla comodamente in bicicletta o sui tradizionali calessi guidati da pony e lasciarsi sorprendere dal suo paesaggio roccioso, estensione del vasto tavolato calcareo che forma il Burren, da cui le Aran si staccarono secoli fa.

Punto saliente di interesse di Inishmore è il Dún Aengus Fort, una tra le quattro fortezze risalenti al periodo che va dall’Età del Bronzo all’Età del Ferro: sorge sul bordo di una scogliera alta 100 metri e i muri semicircolari scendono a strapiombo sull’oceano.
Da qui, si gode di una magnifica vista sull’intera isola mentre l’unico suono è quello delle onde che si infrangono sulla roccia.

Da vedere anche il sito Na Seacht d’Teampaill (Le sette chiese) dove resistono due chiese, le rovine di alcune case monastiche e un piccolo cimitero con croci celtiche: la chiesa meglio conservata è quella di Saint Breacan al cui interno è ancora possibile ammirare la maestosa navata e un arco.

Inoltre, chi ama avventurarsi in luoghi meno conosciuti, può fare tappa al Warm Hole, una singolare vasca di forma rettangolare che è stata plasmata dall’azione del calcare: i bordi sono così perfetti che è difficile credere che non siano stati intagliati dall’uomo.

Achill Island, tra brughiera e mare

Achill Island

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Veduta di Achill Island

È una visione difficile da dimenticare quella offerta da Achill Island, plasmata da spiagge bianchissime, alte montagne e una costa che va dal verde all’azzurro.

Popolare meta estiva degli irlandesi per il suo mare e gli sport acquatici, tra erica, rododendri e la brughiera assomiglia a un sogno.

La spiaggia più famosa è Keel Beach, distesa di sabbia vegliata dal promontorio di Achill Head, meta ideale per le immersioni, il surf e il windsurf ma non da meno è Keem Bay (dove sono state girate alcune scene del film), raccolta spiaggia di candida sabbia lambita da acque turchesi e protetta dalle alte scogliere.

Degno di nota anche il castello di Carrickkildavnet, dimora di Grace O’Malley, leggendaria regina dei pirati vissuta nel XVI secolo.

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La location italiana del film su Enzo Ferrari con Patrick Dempsey

L’Italia è ormai divenuta un set a cielo aperto. Non c’è angolo del Belpaese che non si presti a una scena d’amore o a un folle inseguimento tra i vicoli aciottolati.

Non solo le case cinematografiche italiane si stanno spingendo negli angoli più remoti dello Stivale, facendo così scoprire al pubblico luoghi insoliti che diventano poi mete di turismo – e di cineturismo -, ma anche le produzioni internazionali fanno a gara a chi si aggiudica prima la location migliore.

È il caso del film sulla figura di Enzo Ferrari che stanno girando proprio ora e che racconta la vita privata e professionale di uno dei personaggi che hanno fatto la storia d’Italia e che hanno fatto conoscere il nostro Paese in tutto il mondo.

E, a interpretare il ruolo del fondatore della casa automobilista del Cavallino, è nientemeno che una star di Hollywood: Patrick Dempsey, volto noto della serie televisiva “Grey’s Anatomy”, ma anche della più recente “Diavoli” e di decine di altre serie e film.

Il cuore pulsante intorno al quale si svolge la vita di Enzo Ferrari è la cittadina di Modena, piccolo gioiello dell’Emilia-Romagna ricco di storia, cultura e noto per la sua eccezionale gastronomia, e Ferrari è il simbolo di Modena e di tutta la Motor Valley.

Le location del film

Il film è girato in quei luoghi cari a Ferrari. Prima fra tutte è la sua città, Modena. Ed è la centralissima piazza Roma il primo set a cielo aperto dove il regista del film, Michael Mann (quello di “L’ultimo dei Mohicani”, “Collateral” e di molte altre celebri pellicole), e tutto il cast si sono insediati per girare alcune scene.

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Il centro storico di Modena

A fare da cornice alla macchina hollywoodiana c’è l’imponente Palazzo Ducale che si trova proprio nella grande piazza, ex residenza estense tra le più prestigiose d’Europa per fasto e dimensioni. Questo sontuoso palazzo Barocco fu voluto dal duca Francesco I d’Este nel 1634 e fu la residenza della Corte Estense fino all’ultimo duca Francesco V d’Asburgo-Este nel 1859.

Dopo l’esilio degli Estensi e l’annessione dell’ex ducato al Piemonte, il palazzo passò alla Casa Reale dei Savoia. Fu re Vittorio Emanuele II, in occasione della sua prima visita a Modena, a concederlo in dono alla Scuola Militare di Fanteria. Oggi vi ha sede la prestigiosa Accademia Militare di Modena.

Altre scene del film mostreranno corso Canalgrande che, secondo alcuni, è una delle più belle strade d’Italia. Si tratta di un viale lungo quasi un chilometro, che taglia la città in senso Nord-Sud, nel punto dove sorgevano le mura dell’antica città romana. I palazzi che vi si affacciano, pubblici e privati, sono molto imponenti e di grande rilievo storico. Al civico 73 si trova ancora oggi la bottega storica di un barbiere, tuttora attivo, dove si serviva Enzo Ferrari, da cui i particolarissimi arredi interni in tema.

Immancabile a Modena ovviamente è la Casa Natale, dove nacque Enzo Ferrari nel 1898, che si trova in via Paolo Ferrari, 85, non lontana da Palazzo Ducale. In quest’area è stato aperto nel 2012 il Museo Enzo Ferrari, un edificio avveniristico che ospita una grande galleria la cui estetica richiama il cofano delle vetture storiche da competizione e che molto probabilmente non vedremo nel film sulla storia e la vita di Enzo Ferrari.

L’abitazione e l’officina sono state conservate e fuse con il nuovo edificio moderno in alluminio giallo, come il colore del cavallino, scelto da Enzo Ferrari in persona.

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La casa museo di Enzo Ferrari a Modena

Visitare la Motor Valley

Modena è una città nota nel mondo per la sua grande tradizione nel settore dell’automobile sportiva e da corsa. In questa zona si trovano le più importanti case automobilistiche italiane.

Oltre alla Ferrari, ci sono Maserati, Ducati, Stanguellini, De Tomaso e molte altre in quella che, proprio per questo motivo, viene spesso soprannominata Motor Valley, che si estende per ben 300 chilometri da Piacenza fino a Rimini, lungo la via Emilia. Il film sarà solo un motivo in più per visitare questa splendida zona d’Italia.

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Fonte: IPA

Il Museo Enzo Ferrari a Modena
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Le splendide location di “House of the Dragons” della Cornovaglia

Se i luoghi dove è stata girata la serie Tv “Game of Thrones” erano spettacolari, non sono da meno quelli dove è stato ambientato il prequel “House of the Dragons”.

Basato sul romanzo fantasy di George R. R. Martin “Fuoco e sangue” (“Fire & Blood”) e uscito in contemporanea mondiale il 22 agosto, “House of the Dragons” comprende dieci episodi e racconta la storia di Casa Targaryen, molto prima delle vicende narrate nel “Trono di spade” (il primo episodio ha registrato il record di spettatori nella storia della HBO).

La maggior parte delle riprese è stata fatta nel Regno Unito e in particolare in una delle zone più incantevoli dell’isola. Se non ci siete ancora stati, è tempo di andarci, per scoprire i set della serie e i paesaggi più spettacolari che abbiate mai visto.

Cornovaglia, set naturale di “House of the Dragons”

La Cornovaglia è la più occidentale tra le contee inglesi e si trova su una penisola che forma la punta più meridionale dell’Inghilterra. Famosa per i suoi paesaggi naturali, ma anche per i castelli e le città storiche rappresenta il set naturale ideale dove ambientare una serie storico-fantasy come “House of the Dragons”.

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St. Michael’s Mount in Cornovaglia

Tre in particolare le location riconoscibili – se vedete le foto – nella serie.

St. Michael’s Mount, Casa Velaryon

Una di queste è St. Michael’s Mount, un antico convento del XII secolo trasformato in fortezza, oggi gestito dalla famiglia St. Aubyn che lo ha preso in locazione dal National Trust per 999 anni in purché ne gestisca le visite turistiche. Questo incredibile luogo si trova nella baia di Mount’s, sulla costa di Marazion, ed è una piccola isola tidale ad appena 500 metri dalla costa che, come la celebre Mont-Saint Michel in Francia, viene separata dalla costa con l’alta marea. Fa parte di quella misteriosa linea immaginaria che unisce sette monasteri e che parte dall’Irlanda fino ad arrivare in Israele.

St. Michael’s Mount sembra essere stato costruito apposta per la saga di “Game of Thrones“. Nella serie è Driftmark, a Blackwater Bay, ovvero Casa Velaryon.

Kynance Cove, l’accampamento dei Velaryon

A Est di St. Michael’s Mount c’è un’altra delle location di “House of the Dragons”, una baia meravigliosa chiamata Kynance Cove. Nella serie è su questa spiaggia che i Velaryon allestiscono un campo. La baia ha la sabbia bianchissima, in contrasto con la roccia rosso scuro e verde che la incornicia e forma uno scorcio mozzafiato, scelta da molti inglesi come meta dove trascorrere una giornata rilassante.

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Kynance Cove, nella Penisola di Lizard, in Cornovaglia

La BBC ha descritto questo luogo nella Penisola di Lizard come “uno dei più begli angoli di costa del Sud Ovest”. Infatti, questo tratto di costa presenta delle formazioni a serpentino, la cui variante locale prende il nome di “lizardite”. Le rocce di serpentino verde e rosso, lise dal mare nel corso di migliaia di anni, sono caratteristiche di tutta questa bellissima penisola.

Holywell Bay Beach, luogo d’ncontro tra Daemon e Rhaenyra

Un’altra spiaggia, completamente diversa però, è il terzo dei set della serie, Holywell Bay Beach. Nel prequel, si vedono Daemon e Rhaenyra Targaryen insieme in questo luogo.

I cinefili riconosceranno questa location per essere apparsa in altre pellicole, tra cui uno dei film su James Bond, “La morte può attendere”, in cui 007 veniva interpretato da Pierce Brosnan.

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Holywell Bay Beach in Cornovaglia