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Bandiere Blu 2023: esce la lista online, ma è falsa. La smentita

Come ogni anno, c’è grande attesa per la nuova lista delle spiagge premiate con la Bandiera Blu 2023: nelle ore scorse è uscito online l’elenco, con largo anticipo rispetto al solito. In effetti, molti si sono chiesti se la notizia fosse attendibile. Ora il mistero è sciolto, con la smentita ufficiale da parte dell’ente che organizza il concorso: la lista è falsa.

Bandiere Blu 2023, la nuova lista: la smentita

Facciamo un passo indietro. Ogni anno, la FEE (Foundation for Environmental Education) premia le migliori spiagge italiane con la Bandiera Blu, un riconoscimento internazionale istituito nel 1987 che vede il supporto persino di due agenzie dell’ONU (l’UNEP e l’UNWTO, l’Organizzazione Mondiale del Turismo). Per poter partecipare al concorso, i Comuni devono segnalare le proprie spiagge compilando un complesso questionario. A seguito di questa procedura, che termina alla fine dell’anno precedente (in questo caso a dicembre 2022), l’organizzazione avvia una lunga serie di controlli per verificare che le candidate abbiano i requisiti per diventare le nuove Bandiere Blu 2023.

Naturalmente, per effettuare tutte queste verifiche ci vuole molto tempo: per questo motivo la lista delle nuove spiagge premiate arriva solitamente a primavera inoltrata. Quest’anno, la notizia della pubblicazione online dell’elenco definitivo è stata lanciata nientemeno che a metà febbraio. Una cosa che ha insospettito molti, ma la certezza che si trattasse di una fake news è arrivata solamente adesso. “Informiamo, a fronte di molte segnalazioni da parte di Comuni, di un presunto elenco delle Bandiere Blu del 2023, apparso sul web. Non essendo ancora terminato il lavoro di valutazione, tale elenco è totalmente falso” – si legge sulla pagina Facebook ufficiale dell’organizzazione.

Bandiere Blu 2023, che cosa aspettarci

Ci vorranno dunque ancora alcune settimane prima di scoprire quali sono le spiagge che verranno premiate con la Bandiera Blu 2023. Ma l’elenco risultato falso ha già attirato l’attenzione su questo importante riconoscimento e ha suscitato molte aspettative su quelle che saranno effettivamente le nuove Bandiere Blu. Lo scorso anno ci sono stati alcuni interessanti stravolgimenti nella lista: diverse spiagge sono state cancellate, perdendo così il titolo tanto agognato (tra queste, la splendida spiaggia di Sapri in Campania, quella di Ventotene nel Lazio e le isole Tremiti in Puglia).

Le new entry sono invece state 14, dei veri e propri gioielli premiati per l’attenzione all’ambiente, la qualità delle acque e la gestione sostenibile del territorio. Ricordiamo quali sono: Alba Adriatica (Abruzzo), Caulonia e Isola di Capo Rizzuto (Calabria), Ispani (Campania), Riccione e San Mauro Pascoli (Emilia Romagna), Porto Recanati (Marche), Cannobio (Piemonte), Castro, Rodi Garganico e Ugento (Puglia), Budoni (Sardegna), Furci Siculo (Sicilia), Pietrasanta (Toscana). Nel 2022, le regioni più premiate sono state la Liguria, che si attesta ancora una volta al primo posto per numero di spiagge Bandiere Blu, la Campania e la Toscana.

In questo momento, la FEE sta compiendo i suoi controlli di rito per verificare che i requisiti per ottenere la Bandiera Blu siano presenti sia nelle spiagge proposte nei mesi scorsi, sia in quelle che sono già state premiate negli scorsi anni (come abbiamo visto, infatti, è possibile anche perdere il riconoscimento). Probabilmente, tra qualche settimana avremo la lista definitiva e ufficiale, così da scoprire quali sono le località più rispettose dell’ambiente e sostenibili per le nostre vacanze estive 2023.

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Due antichi tesori riemergono dal mare italiano

Il mare a volte restituisce tesori inaspettati, che spesso raccontano di civiltà antichissime, riportandoci indietro di secoli o millenni. L’ultimo ritrovamento, di probabile interesse archeologico, è avvenuto per caso su una delle splendide spiagge della Sardegna. A fare la scoperta, un sessantenne durante una passeggiata, conclusasi in modo del tutto inaspettato.

Su una spiaggia a Sant’Antioco spuntano due anfore

Due antiche anfore sono state ritrovate su una spiaggia a Sant’Antioco da un luogotenente in congedo dei carabinieri, residente a Monza, ma attualmente sull’isola maggiore dell’Arcipelago del Sulcis, nell’estremo sud ovest della Sardegna, che fu colonia fenicio punica, poi città romana, fino a diventare lo splendido borgo di mare apprezzato da moltissimi turisti.

I due preziosi reperti, trovati dall’uomo durante una passeggiata, erano con molta probabilità depositati sul fondo del mare e sono stati trasportati a riva dalle mareggiate dei giorni precedenti. Un’anfora si presenta integra, mentre l’altra è solo parzialmente danneggiata. L’uomo ha immediatamente avvisato i carabinieri del ritrovamento, i quali si sono rivolti alla direttrice del Museo Archeologico “F. Barreca” per i successivi accertamenti tecnici che verranno svolti anche a cura del Nucleo tutela patrimonio culturale dei carabinieri di Cagliari e della Sovrintendenza archeologica.

Come ricordano i militari del TPC, i beni archeologici appartengono al patrimonio dello Stato e in caso di rinvenimento fortuito si applica l’articolo 90 del decreto legislativo 42 del 2004 che prevede che “chi scopre fortuitamente cose immobili o mobili di verosimile interesse archeologico deve farne denuncia entro 24 ore al soprintendente o al sindaco o all’autorità di pubblica sicurezza e provvede alla conservazione temporanea del bene, lasciandolo nelle condizioni e nel luogo in cui è stato rinvenuto”.

Il fascino archeologico di Sant’Antioco

Conosciuta non solo per il suo mare, ma anche per la storia e l’archeologia, Sant’Antioco ospita Il MAB, “Museo Archeologico Ferruccio Barreca”, che conserva ed espone al suo interno un’ampia gamma di reperti provenienti dall’isola sarda. Gran parte della collezione porta alla scoperta dell’importante insediamento urbano sorto sulle sponde orientali dell’isola al principio dell’VIII sec. a.C. e conosciuto con il nome di Sulky o Sulci, caposaldo portuale del distretto territoriale della Sardegna sud-occidentale che, insieme al comparto metallifero dell’Iglesiente, costituisce la sub-regione del Sulcis-Iglesiente. Il percorso museale segue un criterio topografico e cronologico incentrato sulle tre componenti principali dell’insediamento urbano sin dalle sue origini: l’abitato, le necropoli e il tofet.

Situato all’estremità settentrionale della cittadina di Sant’Antioco, in posizione periferica rispetto all’abitato fenicio, il tofet è una particolare tipologia di santuario cittadino, diffuso nelle città fenicie e puniche del Mediterraneo centrale. Un’area sacra e funeraria a cielo aperto, posta in posizione periferica rispetto all’abitato e dotata di recinti, altari o sacelli, destinata ad accogliere le sepolture di bambini deceduti in tenerissima età o nati morti. La località conserva ancora oggi il nome di “Sa guardia ‘e is pingiadas” (la guardia delle pentole), reminiscenza popolare della presenza di numerosi contenitori in ceramica che spesso emergevano nella zona.

Uno specchio della vita e della floridezza della città punica di Sulky tra il VI sec. e il III sec. a.C. è offerto dalla grande necropoli di Sant’Antioco, con più di 50 tombe sotterranee scavate nel settore di Is Pirixeddus. Le camere ipogee, alle quali si accedeva attraverso un corridoio scalinato, accoglievano numerose salme, forse i membri di una stessa famiglia, inumate dentro bare di legno, spesso dipinte di rosso o decorate con figure umane intagliate in rilievo. L’impianto funerario rimase in uso anche durante il periodo romano. Le iscrizioni funerarie latine, oggi in buona parte visibili nel Museo Archeologico “Ferruccio Barreca”, rappresentano la memoria vivente dei cittadini della città romana di Sulci.

L’area archeologica nota come Acropoli sorge, invece, sulla cima della collina di Is Pirixeddus, non lontano del forte Su Pisu, che dominava la città antica e l’antistante laguna. Le strutture e pavimenti in cocciopesto ornati con piccole tessere di colore bianco, scoperti negli anni Cinquanta e recentemente restaurati, rappresentano ciò che rimane di un affascinante tempio romano.

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Dormire in una bolla su una spiaggia paradisiaca: l’esperienza è un sogno

Le esperienze di viaggio, ormai lo sappiamo, passano anche per gli alloggi, soprattutto per quelli che ci permettono di vivere e di condividere momenti indimenticabili e indelebili.

Lo abbiamo sperimentato in prima persona quando abbiamo scelto di dormire nelle case sugli alberi, nelle cabine immerse nella natura, e in tutti quegli hotel e alloggi bizzarri, stravaganti e inediti. E possiamo farlo ancora, scegliendo di vivere quella che è, con tutta probabilità, l’esperienza più romantica e suggestiva di una vita intera.

Esiste un posto, infatti, che tutti conosciamo per la sua incredibile bellezza. Che è così grande che non si può descrivere, ma solo vivere. Questo luogo si chiama Maldive, ed è proprio qui che è possibile dormire in una bolla trasparente su una spiaggia paradisiaca. Pronti a vivere un sogno a occhi aperti?

Una bolla, una spiaggia tropicale e un manto di stelle

Molto più di un alloggio, le bubble tent situate sulla spiaggia delle Maldive, sono una di quelle esperienze da fare almeno una volta nella vita. Per vivere questa avventura dobbiamo recarci sull’atollo di Baa, a circa 30 minuti di navigazione da Malé.

Proprio qui si apre davanti agli occhi dei viaggiatori un paesaggio mozzafiato che per forme e lineamenti ricorda un paradiso terrestre. Un vero e proprio eden fatto di visioni mozzafiato alle quali appartiene una delle barriere coralline più ricche del mondo. Un ecosistema incredibile che è stato dichiarato Riserva della Biosfera dall’UNESCO.

Ed è proprio qui, in questo microcosmo delle meraviglie, che sorge il Seaside Finolhu Baa Atoll, è uno splendido resort a 5 stelle. L’esperienza, qui, è di lusso. Non solo per le diverse tipologie di alloggi offerti e dotati di tutti i comfort, ma anche e soprattutto perché da qui è possibile accedere in maniera privilegiata a uno dei paesaggi più belli del nostro pianeta, a ogni ora del giorno e della notte.

Ed è sempre qui che è possibile vivere un’esperienza unica, quella di dormire in una bolla trasparente, inserita armoniosamente in una spiaggia paradisiaca, che diventa il rifugio perfetto di una romantica fuga per due.

Dormire in una bolla trasparente alle Maldive

Se state cercando un’esperienza romantica e suggestiva, da vivere e condividere con la vostra dolce metà, la bubble tent del Seaside Finolhu Baa Atoll, è proprio quello che state cercando. Si tratta di una struttura completamente trasparente situata sulla spiaggia, protetta dalla natura lussureggiante che cresce tutto intorno e che garantisce privacy e riservatezza, che offre una vista a 360 gradi su tutto il paesaggio circostante.

Molto più di un glamping di lusso, quella che si vive all’interno di questo alloggio, è una vera e propria esperienza emozionale e impossibile da dimenticare. La bubble tent è il perfetto punto di partenza per le escursioni diurne e per lo snorkeling in mare aperto. Ma è anche un luogo dove potersi rilassare godendo di una vista privilegiata.

Tuttavia è la sera, quando il sole lascia spazio al crepuscolo, che avviene la magia. Una coperta scintillante di stelle scende sulla bolla e la avvolge completamente, illuminando di incanto tutto il panorama circostante.

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Sole, spiagge e mare: il Capodanno al caldo che ti sorprenderà

È arrivato il momento di rispondere alla domanda più fastidiosa e impertinente dell’anno, quella alla quale non si sfugge mai. Si perché quel “Cosa fai a Capodanno?“, è un leitmotiv che ci accompagna dall’inizio delle festività natalizie e che ci lascia solo quando superiamo il 31 dicembre.

Feste e party, spettacoli pirotecnici e cenoni, sono queste le risposte più comuni, del resto quella di celebrare il Capodanno in questi modi è una tradizione che perpetuiamo da tempi immemori.

Eppure quest’anno c’è qualcosa di diverso che possiamo fare, trascorrere la notte del 31 dicembre tra spiagge e mare, tra cocktail ghiacciati e panorami mozzafiato. Un Capodanno al caldo in qualche paradiso tropicale che si trasforma in un sogno tutto da vivere.

Capodanno al caldo: un sogno che si avvera

Se vi state chiedendo come trascorrere la fine dell’anno e celebrare l’arrivo di quello nuovo in maniera inedita e sorprendente, allora, sappiate che organizzare un viaggio verso una destinazione calda e tropicale è sempre una buona idea.

Sono tante, anzi tantissime, le destinazioni da sogno da raggiungere il 31 dicembre, le stesse che vi permetteranno di celebrare l’arrivo del 2023 in una maniera assolutamente sorprendente. Accogliere il nuovo anno in costume, davanti al mare, magari sorseggiando una bibita ghiacciata: chi non ha mai sognato di farlo?

Scopriamo quindi insieme quali destinazioni raggiungere per festeggiare il Capodanno al caldo, tra sole, spiagge, mare e viste mozzafiato.

L’eterna primavera di Fuerteventura

Dicono che quello alle Canarie è il clima più bello del mondo, e chi ci è già stato in ogni periodo dell’anno non potrà che confermare. Le temperature che caratterizzano le splendide isole dell’arcipelago spagnolo, situato al largo della costa nord-occidentale dell’Africa, danno vita a quella che è considerata una calda ed eterna primavera.

Questo vuol dire che i viaggiatori che giungeranno sulle isole, troveranno un clima mite anche a dicembre, con scarsissime possibilità di pioggia. Ogni isola è un mondo a sé che incanta e sorprende, ma se volete trascorrere un Capodanno all’insegna della grande bellezza naturale, e di panorami autentici e incontaminati, allora il consiglio è quello di raggiungere Fuerteventura, la più selvaggia delle isole Canarie.

Fuerteventura

Fonte: iStock

Fuerteventura

Il mare di Sharm el-Sheikh

Se non volete limitarvi ad ammirare il mare a Capodanno, ma volete immergervici dentro, e magari nuotare tra pesci coloratissimi, allora la destinazione da raggiungere è il Mar Rosso. Sharm el-Sheikh, nello specifico, è una delle destinazioni più gettonate dai viaggiatori che amano il clima caldo, anche in inverno.

Trascorrere qui il Capodanno vuol dire vivere un’esperienza da sogno tra immersioni nella strabiliante barriera corallina, guide tra le dune del deserto, tantissime attività acquatiche e relax vista mare.

Capodanno a Dubai

Raggiungere Dubai è sempre un’ottima idea, soprattutto in questo periodo dell’anno. Le cose da fare e da vedere nella città ed emirato degli Emirati Arabi Uniti sono tantissime. Shopping, dune nel deserto, giornate in spiaggia e passeggiate tra i grattacieli avveniristici: questa è Dubai a dicembre. E se dovesse mancarvi la neve, e la magia che questa sprigiona, sappiate che vi basterà recarvi nel più celebre centro commerciale cittadino per poter sciare.

Insomma, trascorrere Capodanno a Dubai vuol dire vivere un’avventura senza eguali. Dopo aver trascorso la giornata in spiaggia, infatti, potrete ammirare gli straordinari fuochi d’artificio che ogni anno intrattengono cittadini e viaggiatori, e che si stagliano proprio davanti al Burj Khalifa. Quale modo migliore, se non questo, per accogliere il 2023?

Bahamas: un sogno che si avvera

Se volete celebrare l’arrivo del nuovo anno in grande stile, allora, potete concedervi la possibilità di regalarvi un sogno: quello di raggiungere le Bahamas. L’arcipelago corallino circondato dall’Oceano Atlantico, infatti, è caratterizzato da tantissime isole e atolli di immensa bellezza.

Bagnate dalle acque turchesi e cristalline del Mar dei Caraibi, e caratterizzate da una natura lussureggiante e incontaminata, queste isole faranno da sfondo a uno dei Capodanni più belli e sensazionali della vostra vita.

Celebrare il nuovo anno a Capoverde

L’ultimo della nostra selezione, per trascorrere il Capodanno al Caldo, è un Paese di immensa bellezza, dove la natura è assoluta protagonista. Stiamo parlando di Capo Verde, un arcipelago incontaminato situato nell’Oceano Atlantico a pochi chilometri dalla costa africana.

Culture e tradizioni animano la vita delle isole, mentre un microcosmo composto da tantissimi esemplari di flora e di fauna incantano gli occhi e riscaldano il cuore. A dicembre, poi, le temperature sono ideali per vivere un inverno al caldo e per trascorrere un Capodanno vista mare tra le bellezze del territorio.

Tarrafal, Capo Verde

Fonte: iStock

Tarrafal, Capo Verde
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Borghi Calabria litorali mare Viaggi

Praia a Mare, non solo spiagge: tutta la bellezza del borgo

Quando si pensa alla Calabria non si può fare a meno di pensare anche al suo splendido mare, alle acque cristalline del Mediterraneo e agli incantevoli paesaggi che si possono osservare lungo le sue coste. Ma la Calabria non è solo questo e basta fare un giro in alcuni dei borghi più belli di questa Regione per rendersene conto.

Come per esempio visitando Praia a Mare, in provincia di Cosenza, una delle mete turistiche calabresi più vivaci e dinamiche durante il periodo estivo. Ma che offre anche la possibilità di godere della bellezza di moltissime architetture dal grande valore storico e artistico oltre alle tante meraviglie naturali che si possono scoprire passeggiando nei dintorni del paese stesso.

Cosa vedere a Praia a Mare

Insomma, Praia a Mare non è solo una località balneare di prim’ordine, ma è un vero e proprio scrigno di tesori da ammirare e da cui lasciarsi conquistare passo dopo passo. Un borgo che rientra nella Riviera dei Cedri, ricchissimo di beni culturali e di monumenti che meritano di essere scoperti in tutta la loro bellezza. Magari partendo da due importanti edifici religiosi, la Chiesa del Sacro Cuore e la Chiesa di San Paolo Apostolo, costruita secondo uno stile contemporaneo.

Ma non solo. Nascoste nel borgo, sorgono anche la Chiesa di Gesù Cristo Salvatore e il Santuario della Madonna della Grotta, un luogo altamente suggestivo, costruito all’interno di una grotta nella collina e che merita di essere visitato.

Continuando a camminare per il borgo, poi, è possibile imbattersi in altre architetture dal grande valore culturale e che richiamano a tempi passati dal fascino immenso, come la Rocca di Praia, una struttura normanna realizzata del XVI secolo e destinata alla difesa della città e del litorale circostante. In particolare, poi, la Torre di Fiuzzi, è una delle più grandi torri della zona ed è posta su un faraglione della scogliera di Fiuzzi, ad un’altezza di 15 metri. Una posizione favorevole per presidiare la costa e difenderla da eventuali attacchi.

Le bellezze nei dintorni

Una vera perla ricca di bellezze uniche e delle tante testimonianze del passato vissuto da questo caratteristico borgo. E una località che vi offre anche la possibilità di scoprire scorci e angoli naturali da lasciare senza fiato. E non parliamo solo del mare, già di per sé bellissimo e che merita sempre un viaggio a Praia a Mare, ma delle meraviglie naturalistiche che sorgono nei pressi del borgo.

Come la Grotta delle Sardine, che prende il suo nome proprio per la presenza delle sarde, la Grotta Azzurra, chiamata così per via del colore azzurro intenso e brillante delle acque, la Grotta del Leone, nominata così per la somiglianza delle rocce a un leone sdraiato o l’Isola di Dino, un isolotto dalla bellezza unica che sorge dinnanzi a Fiuzzi.

Bellezze naturali dal grande valore, che rendono il borgo di Praia a Mare una delle località calabre più belle e assolutamente da scoprire di questa terra a tratti selvaggia ma sempre eccezionale. Che dire, non vi resta che prenotare subito un viaggio alla scoperta di questo stupendo borgo e delle sue tante meraviglie, senza aspettare la stagione calda, ma godendo della tranquillità di questa zona della Calabria e della possibilità di viverne un lato nuovo e dal fascino indescrivibile.

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Emilia Romagna litorali mare Notizie Viaggi viaggiare

Non solo spiagge: la Romagna punta ora sul turismo attivo

Ci sono delle novità per la Romagna, delle grandi novità. Questa regione, infatti, ha deciso di allargare la sua offerta ai viaggiatori e turisti che si recano verso le sue terre, puntando su un tipo di turismo e di vacanza attiva. Non solo spiagge, mare e vita notturna, quindi, ma un vero e proprio piano di promozione turistica per il 2023, volto a diversificare l’offerta, ampliano il ventaglio di possibilità in cui, soprattutto la Sport Valley, sarà punto focale e protagonista.

Al via una nuova offerta “attiva”

Un piano lanciato da Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna e Ferrara, che entrerà subito nel viso, già a partire dai seguitissimi e sentiti appuntamenti del Mondiale Superbike, del Moto Gp, dell’Italian Bike Festival, dell’Ironman e del Mondiale di Dragon Boat. Un susseguirsi di eventi da non perdere e che faranno conoscere un lato diverso e nuovo di questa splendida regione. Ma non solo. Perché la Romagna è fatta anche di meraviglie paesaggistiche, di un entroterra da scoprire, di borghi, rocche e città che, proprio a partire dall’anno in arrivo, punteranno tutto sulla promozione culturale del territorio e sulla fiorente ed eccellente produzione enogastronomica che caratterizza questa regione della mille possibilità.

Il piano di promozione turistica di Apt Servizi Emilia-Romagna, che è stato messo a punto anche grazie a Visit Romagna, quindi, ha le idee molto chiare su quale sia la direzione da prendere e si caratterizza per tre punti chiave: capitalizzare la clientela che decide di recarsi in Emilia-Romagna per la prima volta o che ritorna nella regione dopo un periodo di assenza, consolidare la presenza sul mercato interno domestico e provare e confermare o meglio ancora superare le quote di mercato internazionale raggiunte nel 2019, prima della pandemia.

I punti del programma

Un programma a 360° gradi, quindi, volto a un turismo più partecipativo e a tutto tondo, che abbracci ogni tipologia di desiderio e che valorizzi a pieno tutta la grandissima offerta che la regione è in grado di dare ai suoi visitatori.

Come spiegato anche dall’assessore regionale Turismo e Commercio, Andrea Corsini, questo piano conferma la presenza parallela, oltre che del turismo prettamente balneare, anche delle tante altre potenzialità del luogo per intercettare i nuovi visitatori durante l’arco di tutto l’anno e non solo nel corso della stagione estiva.

Grazie a proposte capaci di valorizzare l’entroterra e di promuoverla come meta esclusiva per una vacanza d’esperienza, tra cultura, percorsi gourmet, paesaggi da scoprire e tutto ciò che consente di recuperare nuove presenze e interessi e di incrementare le performance e le capacità insite in questi territori che sono la vera base del turismo in Romagna.

Non solo spiagge e turismo balneare, quindi, ma un’offerta e una serie di iniziative di comunicazione a 360°, che puntano ad attrarre e a stringere la mano anche a visitatori interessati alle tante bellezze, ai sapori e alla tradizioni di questa regione, allo sport, alla ciclovie, ai cammini, ai tanti percorsi per le famiglie e agli eventi che nascono dalla creatività e dalle eccellenze di questa terra unica. Una regione che vale la pena di visitare sotto ogni punto di vista.

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Lo strano caso dei mostri alieni sulla spiaggia in Sudafrica

È successo all’improvviso, e inaspettatamente, che passeggiando sulla spiaggia di Still Bay, a Western Cape, un uomo sia stato completamente rapito, con lo sguardo s’intende, da diverse figure aliene che uscivano dal mare e scivolavano sul bagnasciuga, proprio lì dove lui le ha immortalate immediatamente.

Le sue fotografie, pubblicate sui social network, avevano come obiettivo quello di condividere le bellezze naturalistiche della sua città natale, in Sudafrica, ma soprattutto di sensibilizzare il mondo intero sui grandi cambiamenti climatici che stanno danneggiando il nostro pianeta.

Eppure, quella missione, non è stata compresa. Le fotografie sono diventate virali e hanno fatto il giro del mondo in poche ore, ma solo perché le persone hanno scambiato quelle piante morte per dei mostri alieni sbarcati in città, arrivando addirittura a cancellare le prenotazioni di viaggio nella splendida Still Bay.

I mostri alieni in Sudafrica

Le fotografie, che circolano da giorni sui social network e sui media internazionali, sono state scattate da Jan Vorster. L’uomo, un fotografo di 62 anni originario di Western Cape, quella mattina aveva deciso di fare il suo solito giro a Still Bay, e approfittare del silenzio e della tranquillità dell’alba per scattare alcune fotografie che ritraessero le meraviglie naturali della sua città.

Arrivato sulla spiaggia, però, il suo sguardo è stato immediatamente catturato dalla presenza di strane creature sul bagnasciuga. Ma al contrario di quello che sembra, guardando i suoi scatti, non si tratta di mostri alieni venuti da un altro pianeta per chissà quale spaventoso motivo, ma semplicemente di piante morte di aloe vera che sono state trasportate sulla sabbia dal mare.

Certo, le forme, le dimensioni e le posizioni sono stravaganti e suggestive, e non stupisce che possano solleticare l’immaginario collettivo nei modi più disparati. Del resto, lo stesso Jan Vorster si è lasciato suggestionare dalla presenza di quelle piante, fotografandole e condividendole sui social network, ma mai si sarebbe aspettato che le persone di tutto il mondo avrebbero davvero creduto che si trattasse di mostri alieni arrivati in Sudafrica.

Le piante di aloe vera che hanno spaventato il mondo

Le fotografie scattate da Jan Vorster, come abbiamo anticipato, sono diventate virali. Ma non per la loro bellezza, o per la curiosa presenza di quelle piante morte, quanto più per una dilagante paura di poter incontrare gli alieni a Still Bay.

Moltissimi viaggiatori, infatti, dopo aver visto quelle istantanee hanno provveduto a cancellare i loro viaggi imminenti a Western Cape, altri, invece, hanno condiviso quegli scatti per allertare le persone, per dire al mondo intero che gli alieni erano arrivati in Sudafrica.

Notando come le foto venivano condivise, ma soprattutto il panico generale che si era scatenato in rete e non solo, Jan Vorster ha scelto di chiarire una volta e per tutte lo strano caso dei mostri alieni a Still Bay. In un’intervista rilasciata a Kennedy News, l’uomo ha raccontato che le protagoniste delle sue fotografie altro non erano che piante morte di aloe vera immortalate con la speranza di diffondere una maggiore consapevolezza sui danni ambientali creati dall’uomo.

Se vi capita di vedere queste foto, quindi, non preoccupatevi, o almeno non fatelo rispetto a una possibile invasione aliena. L’unica cosa su cui dovremmo riflettere, e farlo tutti, è sulle drammatiche conseguenze del cambiamento climatico.

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Ras Al Khaimah, il nuovo emirato da scoprire

Ras Al Khaimah è l’emirato che sta registrando la più rapida crescita di tutta la regione. Si trova negli Emirati Arabi Uniti ed è noto per i suoi paesaggi unici che comprendono 64 chilometri di spiagge, un vasto deserto e soprattutto le montagne, che danno la possibilità di vivere tante emozioni e di provare avventurose attività sportive.

L’emirato di Ras Al Khaimah vanta una ricca cultura e una lunga storia che risale a 7.000 anni fa. Vi sono siti archeologici che risalgono al III secolo a.C. e panorami naturali mozzafiato, spiagge di sabbia dorata, suggestive dune e una cintura verde fatta di palme da datteri fino a Jebel Jais, la montagna più alta degli Emirati Arabi Uniti.

Gran parte della sua popolarità è data dalla facilità con cui si può raggiungere l’emirato. Oggi è ancor più vicino all’Italia grazie a un nuovo volo della compagnia aerea low cost Air Arabia che parte da Bergamo e che arriva all’aeroporto di Sharja, a metà strada tra Ras e Dubai.

La spiaggia di Ras Al Khaimah

L’emirato delle montagne

La particolarità del piccolo emirato di Ras Al Khaimah e che lo differenzia dagli altri sette Emirati Arabi Uniti sta proprio nella catena montuosa che ne caratterizza il territorio. Montagne che sfiorano i duemila metri, al confine con l’Oman.

Così, oltre alle attività marine e ai safari tra le dune del deserto, a Ras si viene per l’alta montagna e per le tante attività che offre. Prima fra tutte la zipline più lunga e più alta del mondo che è stata da poco inaugurata sul monte di Jebel Jais. Si sfreccia a 160 chilometri orari sospesi a 1.680 metri di altezza. Decisamente per i più coraggiosi.

Per i più fifoni, tra le ultime attrazioni c’è la Jais Sledder, una monorotaia che, curva parabolica dopo curva parabolica, scende dalla montagna rocciosa, il monte Hajar, alla velocità di 40 km orari. In soli otto minuti si percorrono 1.840 metri, ma si ha tutto il tempo di ammirare il paesaggio addirittura fino al mare.

Un’attività di grande attrattiva turistica, visto che nell’emirato sono migliaia gli appassionati di montagna – anche perché quassù fa decisamente meno caldo – è il trekking. Alcuni tratti, facili e segnati si possono percorrere anche in autonomia, ma la maggior parte dei sentieri devono essere accompagnati da una guida esperta, che organizza eventualmente il pernottamento in un camp in quota.

Ora esiste un solo glamping, il Camp 1770, il  più alto degli Emirati Arabi Uniti, ma entro il 2024 saranno aperti due nuovi ecolodge.

Le montagne di Ras Al Khaimah

Il deserto Al Wadi

Non c’è emirato senza deserto e naturalmente anche Ras Al Khaimah ne ha una bella porzione. Si trova racchiuso in una riserva naturale, la Al Wadi Nature Reserve, di cui fa parte anche uno dei resort più belli dell’emirato, il Ritz Carlton, con lussuosissimi lodge immersi tra le dune e circondati da animali allo stato brado, tra cui il famoso orice, simbolo degli Emirati Arabi Uniti.

Il deserto, in parte roccioso e in parte di dune di sabbia dorate, offre diverse attrattive. Lo si può percorrere con le jeep, accompagnati da guide esperte, o con la mountain bike o a dorso di cammello, seguendo i sentieri indicati. Si può assistere a spettacoli di falconeria o fare stargazing per ammirare le costellazioni grazie alla completa assenza di inquinamento luminoso del deserto.

Mare e spiagge di Ras Al Khaimah

Gli appassionati dei luoghi caldi e della tintarella non resteranno delusi dall’emirato. La costa offre spiagge dorate lunghissime e tanti resort a cinque stelle in riva al mare, molto meno costosi di quelli che si trovano a Dubai.

Per chi ama le attività acquatiche, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Molti resort si trovano anche sull’isola artificiale di Al Marjan, l’arcipelago a forma di corallo. Dicono che qui ci sia il mare più bello di tutti gli UAE.

Marjan Island, l’isola resort di Ras Al Khaimah

Storia e cultura dell’emirato

Chi sceglie di trascorrere una vacanza a Ras Al Khaimah avrà una vasta scelta di attività tra cui spaziare, dalle più attive alle più rilassanti. Con anche un bel po’ di cultura.

Vale la pena infatti visitare il Museo nazionale ricavato all’interno di un’antica fortezza che ospita una ricca collezione di manufatti, documenti e manoscritti dei primi abitanti di questa zona.

Il Museo nazionale di Ras Al Khaimah

Da non perdere anche quel che resta del Forte Dhayah, candidato a entrare a fare parte della lista dei patrimoni dell’Unesco, che risale al XVI secolo. Si erge su una collina a una ventina di chilometri dalla città, circondato da un’oasi di palme, domina tutto il golfo. Da quassù si gode di un bellissimo panorama.

Alle porte dell’omonima Capitale, Ras Al Khaimah, si trova la ghost town di Jazirat al-Hamra, un piccolo villaggio di pescatori abbandonato dopo il boom del petrolio, ma conservato benissimo grazie all’aria asciutta del deserto che ne ha preservato gli edifici così com’erano. Un tempo, infatti, la popolazione viveva di pesca e della raccolta delle perle, attività che viene ancora praticata da un solo produttore chiamato Suwaidi Pearls.

Si può visitare la sua “fabbrica” su una piattaforma in mezzo al mare e farsi raccontare da Abdulla Al Suwaidi in persona la storia millenaria di quest’antica arte, di quando Ras Al Khaimah era il primo produttore di perle al mondo grazie al quale vantava il primato porto commerciale più importante della regione.

Gli italiani sono stati i primi a scoprire questo emirato vent’anni fa e a venirci in vacanza nell’unico hotel che allora era stato aperto. Oggi non sono ancora tantissimi i turisti che ci vengono, ma va bene così perché lo scopo è proprio quello di contenere il numero di arrivi internazionali prediligendo un tipo di turismo naturalistico e volto alla sostenibilità ambientale.

Se vi abbiamo fatto venire voglia di scoprirlo, sappiate che è un viaggio da fare al più presto, prima che Ras Al Khaimah venga scoperto dalla folla di turisti e perda la sua autenticità.

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La casa sulla spiaggia costruita solo con bottiglie di vetro

Il mondo che abitiamo non smette mai di sorprenderci, e anche quando crediamo di aver visto tutto basta un nuovo viaggio per scoprire che in realtà sono tante, anzi tantissime, le meraviglie che appartengono al nostro pianeta ancora da esplorare.

Alcune portano la firma indelebile di Madre Natura, lei che con sapienza e tenacia plasma quelli che sono i paesaggi più straordinari di sempre. Altre, invece, sono create dall’uomo e diventano ogni volta attrazioni incredibili da raggiungere, vivere e fotografare.

Ed è proprio una creazione dell’uomo che vogliamo raggiungere oggi insieme a voi. Una soluzione abitativa, sostenibile e surreale che campeggia in una delle spiagge più belle e meno conosciute nel mondo, quella di Macaneta in Mozambico. È qui, infatti, che è stata costruita una casa fatta solo di bottiglie di vetro.

Destinazione Mozambico

Organizzare un viaggio in Mozambico vuol dire andare alla scoperta di uno dei Paesi più affascinanti e straordinari del nostro pianeta. Il territorio che si estende sulla costa dell’Oceano Indiano, nell’Africa Meridionale, ospita spiagge incredibili, tra le più belle di tutto il mondo. A queste si aggiungono parchi marini, isole coralline e poi, ancora, numerosi esemplari di flora e di fauna unici.

Allontanandoci però dai sentieri più battuti dai viaggiatori, possiamo scoprire un altro volto di questo Paese che oggi ha catturato l’attenzione di tutto il mondo grazie a un’opera sostenibile creata da un uomo: una casa realizzata esclusivamente con bottiglie di vetro riciclate. Per addentrarci in questo capolavoro unico al mondo, dobbiamo recarci a Macaneta, una località balneare poco conosciuta in Mozambico.

Situata a pochi chilometri dalla capitale Maputo, Macaneta è una lingua di terra bagnata dal mare turchese e cristallino che ospita un resort che si snoda direttamente sulla sabbia dorata. Un luogo, questo, ideale per tutti i viaggiatori che sognano una vacanza immersa in un paesaggio straordinario e mozzafiato, con vista sull’oceano, fatta di pace e serenità.

Ed è proprio qui, tra le incontaminate meraviglie di questa lingua dorata, che un uomo ha deciso di costruire una casa di vetro. E non si tratta solo in un capolavoro scintillante che cattura la sguardo, ma del simbolo di una nuova sostenibilità che passa inevitabilmente per l’educazione ambientale.

Glass House in Mozambico

Fonte: Xinhua News Agency / IPA

Glass House in Mozambico

La casa costruita con 20000 bottiglie di vetro

L’idea di costruire una casa utilizzando solo materiali di recupero, e in questo caso bottiglie di vetro, affonda le sue origine nell’operazione di pulizia delle spiagge avviata dall’ambientalista Carlos Serra nel 2015. Proprio in quell’occasione, l’uomo, si era trovato a ripulire le baie da centinaia di bottiglie di vetro, intere o a pezzi, che si mischiavano tra i granelli di sabbia.

Il materiale raccolto, però, non è stato gettato via e, anzi, è diventato il protagonista di recupero creativo che oggi si è trasformato in una vera e propria attrazione turistica. All’interno del Macaneta Beach Resort, Carlos Serra ha costruito una Glass House, una casa costruita interamente con bottiglie di vetro riciclate, oltre 200000.

La casa di vetro oggi brilla come non mai, dando vita a un arcobaleno di colori che si sprigiona sotto il sole che inonda questo posto meraviglioso dove l’opera dell’uomo convive in perfetta armonia con la natura. Il piccolo e caratteristico edificio, infatti, è autosostenibile e si mantiene grazie a energia solare e raccolta dell’acqua piovana.

Come abbiamo anticipato non si tratta solo di un vezzo artistico, ma fa parte di un progetto molto più ambizioso ideato da Carlos Serra: quello di promuovere la sostenibilità attraverso l’educazione ambientale. La Glass House fa parte di questo ed è aperta ai visitatori proprio per consentire alle persone di toccare con mano tutte le alternative esistenti per immaginare realtà sempre più sostenibili.

Glass House in Mozambico

Fonte: Xinhua News Agency / IPA

Glass House in Mozambico
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“Una scoperta che capita una volta nella vita”: l’annuncio

Una scoperta che capita “una volta nella vita”. È stata annunciato così dagli archeologi l’ultimo, sensazionale ritrovamento che ci riporta indietro di migliaia di anni, continuando a riscrivere la storia. Ciò che ha dell’incredibile, è che sia avvenuto in maniera del tutto casuale, su una spiaggia piuttosto popolare, durante dei lavori di manutenzione. Ma non solo. I manufatti rinvenuti sono rimasti intatti per oltre tre millenni. Qualcosa di veramente straordinario.

La sensazionale scoperta a sud di Tel Aviv

Un gruppo di archeologi israeliani si è inaspettatamente ritrovato a fare un viaggio nel tempo quando, nei giorni scorsi, ha rinvenuto una grotta sepolcrale di 3.300 anni fa nel Parco Nazionale di Palmachim, appena a sud di Tel Aviv. Risalirebbe all’epoca dell’antico faraone egiziano Ramses II ed è piena di decine di pezzi di ceramica e manufatti in bronzo. La grotta è stata individuata su una spiaggia molto frequentata, nel corso di lavori di manutenzione, quando uno scavatore meccanico ne ha urtato il tetto: una roccia si è spostata, svelando un gruppo di sepolture intatte a circa 2,5 metri di profondità.

Gli esperti dell’Autorità israeliana per le Antichità sono stati chiamati immediatamente sul posto, e la loro eccitazione si percepisce in un video che ha registrato l’ispezione iniziale di un luogo in cui nessuno ha camminato per più di tre millenni. Nella grotta sono state conservate ciotole di varie forme e dimensioni, alcune delle quali dipinte di rosso, altre contenenti ossa, pentole, brocche e lucerne di argilla che conservavano ancora gli stoppini bruciati. Manufatti risalenti al regno di colui che è ricordato come il più grande, potente e celebrato faraone dell’impero egizio, morto nel 1213 a.C.

Almeno uno scheletro relativamente intatto è stato trovato anche in due appezzamenti rettangolari nell’angolo della caverna. Stando a quanto dichiarato da Eli Yannai, un esperto del Dipartimento delle Antichità, alla televisione pubblica israeliana Kan, la disposizione all’interno della grotta non ha subito spostamenti dal momento in cui essa venne sigillata. “Ciò consente adesso di ricostruire con maggiore precisione le usanze funerarie di quell’epoca”, ha spiegato Yannai, aggiungendo: “Non capita tutti i giorni di entrare in un set alla Indiana Jones”.

Yannai ritiene che i vasi siano stati importati dal Libano, dalla Siria e da Cipro, cosa che, secondo l’archeologo, era comune per le sepolture dell’epoca. Altri materiali organici potrebbero essersi disintegrati nel corso dei millenni, tra cui una probabile faretra che conteneva una serie di punte di freccia o di lancia in bronzo rinvenute nella grotta.

Le altre scoperte recenti avvenute a Israele

In Israele le scoperte sensazionali non sono di certo una novità. Proprio lo scorso agosto, a Horbat Hani, ai piedi delle basse colline a est di Shoham, un gruppo di soldati ha portato alla luce un antico complesso conventuale di suore bizantino, di circa 1500 anni.

All’inizio dell’anno, invece, vicino al lago di Galilea sono stati rinvenuti i resti di un insediamento che risale a 23mila anni fa. Uno studio ha messo in evidenza i ritrovamenti di resti di un campo di pescatori-cacciatori-raccoglitori precedentemente sommerso sulle rive del lago e, attraverso un’attenta analisi della varietà e dell’uso dei resti di animali, ha concluso che presentava un quadro di sussistenza diverso rispetto alla maggior parte degli altri siti del periodo Mesolitico.