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La meta italiana che è ora una delle grandi città termali d’Europa

La chiamano la Città dei Papi, perché fu per lungo tempo sede pontificia, e vanta un quartiere medievale tra i più belli al mondo: stiamo parlando di Viterbo, una meta assolutamente da scoprire, oggi per un motivo in più. A partire dal 1° gennaio 2024, infatti, è ufficialmente una delle grandi città termali d’Europa. Si tratta di un riconoscimento importante, che elegge questa destinazione come una delle migliori in Italia per una vacanza all’insegna del wellness.

Viterbo tra le grandi città termali d’Europa

La città di Viterbo è da sempre rinomata per le sue sorgenti termali, da cui sgorgano acque caldissime e ricche di sali minerali, perfette per rilassarsi e per le loro proprietà curative. Tempo fa, aveva presentato la propria candidatura per entrare a far parte dell’associazione European Historical Thermal Town (ETTHA), che raccoglie le grandi città termali europee, e ora ce l’ha fatta. L’inizio del 2024 ha segnato il suo ingresso presso questa storica associazione, unendosi ad una ristretta cerchia di città italiane che ne sono già membri – come ad esempio Acqui, Castrocaro, Montecatini, Montegrotto, Salsomaggiore e Telese.

L’ETTHA custodisce un immenso patrimonio termale, ben distribuito in tutta Europa: spiccano, dunque, città importanti come Budapest, Baden Baden, Bath, Vichy e Spa. A tutte queste, si aggiunge ora la nostra splendida Viterbo, che ottiene così un riconoscimento di portata storica. Ciò consolida non solo il suo impegno nel settore, ma permetterà al turismo di fare un passo avanti nell’ambito wellness, spingendo a sua volta le altre attrazioni presenti in città – come ad esempio il meraviglioso quartiere medievale di San Pellegrino, rinomato a livello internazionale.

Le terme più belle di Viterbo

Molte sono le sorgenti termali che sgorgano a Viterbo e nei suoi dintorni, quindi non è difficile trovare bellissimi stabilimenti forniti di ogni confort e piscine ad accesso libero per chi vuole concedersi qualche ora di relax low cost. Tra i centri termali più interessanti c’è sicuramente lo storico stabilimento delle Terme dei Papi, che in passato ha ospitato personaggi illustri (e che è stato persino citato da Dante Alighieri, nonché disegnato da Michelangelo). Particolarmente suggestive sono la sua piscina monumentale esterna e una grotta naturale che funge da bagno turco, con temperature che raggiungono i 48°C.

Ci sono poi diverse terme gratuite ad accesso libero, piscine d’acqua caldissima all’aperto, spesso frequentabili tutto l’anno. È il caso, ad esempio, delle Piscine Carletti: si trovano a poca distanza dal centro della città, e le sue sorgenti vedono sgorgare acqua a 58°C. Ci sono diverse pozze in cui potersi immergersi, tutte di temperatura diversa. Ovviamente, essendo gratuite non hanno servizi da offrire, ad eccezione di un comodo parcheggio (anch’esso gratis). Sebbene non siano illuminate, infine, è possibile accedervi anche di notte.

Molto famosa è anche la sorgente termale del Bullicame, situata appena fuori Viterbo. Le sue acque sulfuree sgorgano a 58°C e possiedono diverse proprietà terapeutiche. Le sorgenti formano diverse piscine naturali, e anche in questo caso ne troviamo una pregevole citazione nella Divina Commedia di Dante. Infine, meritano una visita le 5 piscine del Bagnaccio, che costituiscono un parco termale situato lungo la Via Francigena, usato in passato dai pellegrini in cammino verso Roma. Gestite da un’associazione, richiedono il pagamento di un economico biglietto d’ingresso per poterne usufruire.

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Fiuggi, un viaggio tra terme e meraviglie storiche

Ogni tanto ci meritiamo tutti una vera e propria immersione nella bellezza e nel benessere. Come? Raggiungendo una delle meravigliose città termali d’Italia, che tra i loro vicoli nascondono anche tante meraviglie storiche che vale la pena scoprire. È il caso di Fiuggi, un comune italiano della provincia di Frosinone, dove acque “miracolose” sgorgano da sorgenti naturali e dalle montagne.

Cosa aspettarsi

Fiuggi sorge nella zona più occidentale della Ciociaria e vanta una struttura urbana divisa in due parti: il borgo antico, detto anche Fiuggi Vecchia, che è adagiato su un colle a circa 750 metri di altezza, e Fiuggi Terme, oppure Fonte, che si fa spazio a circa 550 metri e che è un susseguirsi di fonti termali e attività commerciali e turistiche.

Le proprietà benefiche delle sue acque sono conosciute sin dai tempi del Medioevo, e per questo le attrazioni principali di Fiuggi sono quasi sempre state le terme. Tuttavia, questo bellissimo borgo del Lazio ha davvero molto altro da offrire ai suoi visitatori, il posto perfetto per rilassarsi e pensare a se stessi, per poi concedersi passeggiate in cui poter toccare la storia con mano e gustare dei piatti tipici davvero deliziosi.

Il centro storico

Iniziamo questo viaggio a Fiuggi dal suo pittoresco centro storico dove sono racchiusi i principali (e bellissimi) monumenti cittadini. Tra le attrazioni da non perdere c’è il Palazzo Falconi, risalente al ‘700. Non si tratta solo di un bell’edificio da ammirare, ma anche di un punto di interesse dalla storia davvero particolare: intorno al 1800, tra i vicoli di Fiuggi in cui si affacciano case in muratura, si vociferava dell’arrivo in città di Napoleone. Per questo motivo, un anonimo pittore gli dedicò una sala del palazzo, la Sala Napoleone. Tuttavia, la voce si rivelò falsa.

Fiuggi, Lazio

Fonte: iStock

Tra i vicoli di Fiuggi

Molto interessanti sono anche le chiese che, in realtà, sono tantissime se si pensa all’estensione del borgo antico. Visitarle tutte è difficile, ma a meritare una sosta è certamente la Collegiata di San Pietro Apostolo. Edificata nel 1617, presenta una facciata a capanna su cui svetta un campanile a pianta quadrata. L’interno, invece, è culla di opere di pregio, come una tela seicentesca raffigurante l’Estasi di San Francesco, e un’altra ritraente l’Assunta venerata dai Santi Biagio, Michele Arcangelo e Carlo Borromeo.

Vale la pena fare una sosta anche presso la Chiesa di Santo Stefano, conosciuta per essere uno degli edifici religiosi più antichi della città. Si narra che sia stata costruita sulle rovine di un tempio pagano, ma quel che è certo è che qui riposano le spoglie di Sant’Artemio provenienti dalle catacombe di Priscilla a Roma.

Poi ancora la Chiesa di Santa Maria del Colle che è così chiamata perché sorge all’esterno del perimetro del tracciato cittadino. Costruita tra il Duecento e il Trecento, una volta possedeva anche un campanile che però è stato demolito dopo la Seconda Guerra Mondiale per esigenze urbanistiche.

Altri luoghi culto di interesse sono la Chiesa Regina Pacis del 1922, la Chiesa di Santa Teresa del Bambino Gesù, le chiese di S. Biagio, S. Chiara, Beata Vergine in Campanica del 1100, San Rocco e la chiesa delle Tre Cone.

Ma non è finita qui, perché presso il centro storico di Fiuggi è possibile ammirare anche il Palazzo De Medici, dove si trova il famoso “pozzo delle vergini” in cui, secondo la leggenda, venivano gettate le ragazze che si rifiutavano di adempiere allo ius primae noctis, il Palazzo Comunale e il bellissimo Teatro Comunale.

Fiuggi Terme

Il borgo di Fiuggi è un vero gioiello antico, ma senza ombra di dubbio un altro suo importantissimo punto di forza sono le terme. Nel suo territorio comunale sorgono ben due fonti: la Fonte Bonifacio VIII e la Fonte Anticolana, che insieme hanno dato vita a uno dei complessi termali più grandi e più antichi d’Italia.

Ad ogni modo, il simbolo turistico dell’area termale è la Fonte di Bonifacio VIII che fu realizzata tra il 1967 e il 1969. Costruita in stile liberty, è circondata da un grande parco che pullula di lussureggiate vegetazione e anche una serie di fontanelle e di edifici per il soggiorno.

Fonte Bonifacio VIII, Fiuggi

Fonte: iStock

La Fonte Bonifacio VIII di Fiuggi

Le attrazioni di questa zona non sono di certo finite qui, perché da queste parti svettano nei cieli anche una serie di edifici più moderni, risalenti al ‘900, realizzati in stile liberty. È impossibile non notare, per esempio, il Grand-Hotel Teatro Casinò di Piazza dell’Olmo che oggi ospita il Teatro, un salone delle esposizioni e una scuola alberghiera.

Decisamente affascinante è anche il Palazzo della Fonte che è impreziosito da decorazioni e affreschi del Galimberti: considerato uno dei migliori hotel d’Europa, nel corso degli anni ospitò diversi personaggi illustri tra cui il re d’Italia.

Non solo terme, perché a Fiuggi si produce anche un’ottima acqua da bere: il bacino si trova ai piedi dei Monti Ernici, un posto che in epoca preistorica era un lago. Per questo motivo, nel corso del tempo il terreno si è arricchito di uno strato di limo, argilla, tufi e ceneri, e l’acqua filtrando attraverso la coltre vulcanica assimila una serie di sostanze benefiche che depurano l’organismo e favoriscono il benessere.

Cosa fare nei dintorni

Se un viaggio nella storia, nel relax termale, nell’aria pura e nell’ottimo cibo non è bastato, sappiate che anche i dintorni di Fiuggi sono estremamente interessanti. Tante soddisfazioni, per esempio, le possono avere anche coloro che sono alla ricerca del contatto con la natura perché da queste parti si sviluppano una serie di sentieri escursionistici che si snodano tra i monti Ernici e Simbruini.

A circa 20 chilometri di distanza da Fiuggi sorge Fumone, uno dei comuni più affascinanti della Ciociaria, arroccato su un isolato monte. Una sorta di bomboniera inaspettata, una vista così suggestiva che fu di ispirazione a Curzio Malaparte, nella prima metà del Novecento, per la celebre espressione con cui definì il Comune “Olimpo di Ciociaria”

Un’altra tappa da fare assolutamente è il Lago di Canterno che, oltre ad essere circondato da boschi di querce, cerri e latifoglie, offre un’atmosfera romantica e anche diverse possibilità di relax.

Non resta che organizzare un viaggio tra le meraviglie di Fiuggi e i suoi dintorni.

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Roccalbegna, piccolo tesoro di Maremma

Nel 2015 uscì in tutti i cinema Il racconto dei racconti, film di Matteo Garrone candidato poi alla Palma d’Oro al festival di Cannes. La particolarità della pellicola era quella di aver ambientato racconti fantastici in luoghi particolarmente evocativi del territorio italiano, come le Gole dell’Alcantara in Sicilia o Castel del Monte in Puglia.

Un’idea che torna spesso in mente quando, viaggiando attraverso le diverse zone della Toscana, sembra in effetti di essere capitati in mezzo a una saga fantasy.

Accade soprattutto nel sud della regione, dove i piccoli borghi medioevali, i panorami solo parzialmente modificati dall’intervento dell’uomo e alcune particolari conformazioni del territorio regalano questo sapore storico e fantastico insieme.

Un posto particolare in questo immaginario lo ricopre il piccolo borgo di Roccalbegna, appena qualche centinaio di abitanti in provincia di Grosseto, fra Arcidosso e Santa Fiora, ai margini della Maremma e alle pendici del monte Amiata.

Quando ci s’imbatte per la prima volta in Roccalbegna, arrivando da un lato o dall’altro della Strada statale 323, si rimane esterrefatti per via della sua scenografica posizione, ai piedi di una rupe scoscesa sulla cui vetta quale giacciono i resti di una rocca medioevale, diverse centinaia di metri al di sopra del borgo.

Dirimpetto, sull’altro lato del paese, si trova il Cassero senese, un’altra fortificazione trecentesca che sorge sulla sommità di una più modesta rupe, a chiudere geograficamente il borgo lungo la strada che lo attraversa. Sotto la rupe del Cassero, infatti, scorre il fiume Albegna, che qui si è scavato un letto profondo, più in basso rispetto al livello dell’abitato.

Fonte: Lorenzo Calamai

Veduta di Roccalbegna, con la Rocca e il Cassero, arrivando dal versante orientale del paese

Roccalbegna e i suoi forti

Il fortilizio che sorveglia il paese di Roccalbegna dalla cima della rupe più alta è la Rocca aldobrandesca, chiamato anche più semplicemente il Sasso dagli abitanti del luogo, forse per il modo particolare in cui l’edificio si adatta e si ingloba nel colle roccioso che lo ospita.

Le rocche aldobrandesche sono un vero e proprio genere in questa fetta di territorio toscano. La famiglia nobile degli Aldobrandeschi, infatti, ebbe vasti possedimenti territoriali nella regione tra il nono e il quindicesimo secolo. Caratteristicamente, i forti che punteggiano principalmente l’odierna provincia di Grosseto, ma anche la Val d’Orcia e il nord del Lazio, si distinguono per la loro posizione sommitale rispetto all’abitato, con un copro principale affiancato da una torre d’avvistamento.

Quella di Roccalbegna è finita ormai da tempo in rovina, ma era probabilmente dotata di due livelli nel corpo principale. In disuso fin dal diciassettesimo secolo, la Rocca aldobrandesca rappresenta oggi un luogo panoramico che merita una visita.

Fonte: Lorenzo Calamai

La Rocca aldobrandesca di Roccalbegna

Per raggiungerla armatevi di buone scarpe e affrontate l’impervio sentiero, dotato di gradini in pietra, che dal Bar La Rocca, all’ingresso orientale del paese, sale fino al forte. Tra i ruderi, con dovuta prudenza, potrete affacciarvi dalla cinta muraria e godere del panorama che si apre ai vostri occhi: il reticolo di vicoli e viuzze ortogonali di Roccalbegna, progettato da architetti senesi nel corso del Duecento, il campanile della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, il Cassero, le sinuose curve dove si intuisce abbia scavato il proprio corso il fiume Albegna, le morbide colline coperte di boschi, le ulivete e i pascoli. Un vero e proprio tuffo in questo angolo poco frequentato di Toscana.

Fonte: Wikimedia Commons – ph. Saliko – CC BY 2.5

Vista su Roccalbegna dalla Rocca aldobrandesca

Anche il Cassero senese, sulla rupe meno alta dall’altra parte del borgo, fu probabilmente costruito dagli Aldobrandeschi. Caduto anch’esso in disuso precocemente, fu parzialmente salvato dalla decisione della famiglia Bichi di Siena, nuovi amministratori di Roccalbegna a metà Seicento, di renderlo loro residenza. Raggiungibile percorrendo qualche scalino dopo essersi districati tra i vicoli del centro, il Cassero è un altro luogo panoramico, dal quale si può ammirare il suggestivo incombere del Sasso sul borgo di Roccalbegna da un lato e la campagna maremmana dall’altro.

La chiesa dei Santi Pietro e Paolo

Malgrado le dimensioni assai contenute del borgo di Roccalbegna, non mancano i luoghi d’interesse da visitare durante la propria permanenza.

Oltre ai due forti, alla cinta muraria che ancora si intravvede nella Porta di Maremma dalla quale si esce dal borgo verso ovest e nelle tre torri senesi disseminate agli angoli dell’abitato, al Palazzo Bichi-Ruspoli, un ruolo di rilevanza è assunto dalla principale delle chiese del borgo, quella intitolata ai Santi Pietro e Paolo, nella piazzetta quadrangolare che ospita il municipio, al termine di via Garibaldi.

Fonte: Lorenzo Calamai

La Chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Roccalbegna

La sua costruzione risale al XIII secolo, con gli stilemi classici del romano-gotico, come il grande rosone che ne caratterizza la facciata.

All’interno, caratterizzato da un’unica aula rettangolare e da un piccolo abside, l’attrazione principale è rappresentata dalle tre tavole realizzate da Ambrogio Lorenzetti intorno alla metà del Trecento. All’altare maggiore campeggia infatti una notevole Madonna col Bambino, affiancata dalle rappresentazioni di San Pietro e San Paolo, nella tipica raffigurazione iconografica che vede l’uno con in mano la chiave e l’altro intento a scrivere le proprie lettere mentre tiene nell’altra mano una spada, simbolo del suo martirio per decapitazione.

Fonte: Wikimedia Commons – ph. Saliko – CC BY 2.5

Particolare della Madonna col Bambino di Ambrogio Lorenzetti

La chiesa possiede altre opere d’arte minori come il crocifisso ligneo trecentesco, gli affreschi cinquecenteschi che decorano una delle nicchie, una Madonna con i Santi Cristoforo e Giacomo del locale pittore barocco Francesco Nasini e una pregevole acquasantiera rinascimentale all’ingresso. Degno d’interesse anche lo stendardo del movimento Viva Maria del 1799, l’insurrezione antinapoleonica che aveva nel grido mariano il proprio motto e che arrivo a riuscire a liberare tutto il Granducato di Toscana dall’occupazione militare francese per un breve periodo.

Per chiudere la vostra visita delle piccole magie di questo borgo caratteristico, una buona idea è quella di uscire dal borgo presso la Porta di Maremma, ammirando sulla destra la perfezione povera della Chiesa della Madonna del Soccorso, la piccola chiesa che si trova sull’incrocio delle vie. Prendete a sinistra e seguite il corso della strada che scende verso il basso.

Vi lascerete alle spalle il paese e arriverete fino sulle rive del fiume Albegna, l’ultima delle caratteristiche geomorfologiche fondamentali di Roccalbegna. Qui i ruderi di un antico mulino, con le macine ancora visibili, e l’impetuoso scorrere del fiume tra diverse cascatelle finiranno di completare il quadro di questo borgo dalle dimensioni ridotte, ma che nasconde un’infinita quantità di fascino lontano dagli occhi del turismo di massa.

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Alloggi vintage: un viaggio nel tempo nel cuore della Maremma

Le esperienze di viaggio, ormai lo sappiamo, passano anche e soprattutto per gli alloggi. Strutture ricettive, hotel, glamping, case e baite non sono più semplici luoghi adibiti al riposo e al ristoro, ma sono diventati parte integrante e caratterizzante delle nostre avventure.

Le proposte sono tantissime, e tutte sanno rispondere alle esigenze e alle preferenze personali. Alcune, poi, sono così inedite e straordinarie da essersi trasformate in vere e proprie attrazioni turistiche che da sole valgono un viaggio anche in capo al mondo.

Ma non c’è bisogno di allontanarsi poi tanto dal Bel Paese per vivere un’esperienza davvero unica. Nel cuore della Maremma Toscana, infatti, esiste un glamping delle meraviglie che ospita alloggi vintage che permettono a chiunque di fare un viaggio nel tempo tra le suggestioni del passato. Pronti a partire?

Il glamping nel cuore della Maremma

Il nostro viaggio di oggi ci conduce nel cuore dell’Italia, in un territorio affascinante e suggestivo che da sempre incanta viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. Stiamo parlando della Maremma Toscana, una destinazione che ospita un patrimonio naturalistico unico,  caratterizzato da paesaggi mozzafiato e lussureggianti che si perdono all’orizzonte, che si fonde con la storia, con l’arte, con la cultura e con tradizioni enogastronomiche capaci di soddisfare anche i palati più sopraffini.

Un’area incontaminata, selvaggia e autentica che con gli anni è diventata la meta prediletta di tutti coloro che vogliono vivere vacanze all’insegna del relax e della bellezza. Le cose da fare e da vedere qui sono tantissime e non vi basterà un viaggio solo per scoprirle tutte. La Maremma, infatti, è una destinazione da scoprire e riscoprire a ritmo slow che non smette mai di stupire.

Se avete in mente di trascorrere qui le prossime vacanze, il consiglio è quello di alloggiare all’interno del Vallicella Resort, un glamping di lusso situato in una posizione privilegiata e circondato dalla meravigliosa natura che caratterizza il territorio. Dalla collina di Scarlino, luogo in cui sorge la struttura, è possibile infatti ammirare tutta la bellezza del Mar Tirreno da una parte, e dei paesaggi scanditi da colline sinuose e verdeggianti dall’altra.

Ma non è solo la posizione a rendere questo glamping il luogo perfetto dove trascorrere le vacanze in Maremma, ma lo è anche e soprattutto la sua proposta, quella fatta di alloggi unici e vintage che permettono agli ospiti di fare un viaggio nel tempo tra le bellezze del territorio.

Glamping Collection

Fonte: Ufficio Stampa

Area Glamping Collection

Bus americani e roulotte anni ’70: gli alloggi vintage in Toscana

Il Vallicella Glamping Resort è il perfetto punto di partenza per andare alla scoperta delle meraviglie della Maremma Toscana, ma è anche un luogo dove è possibile vivere e condividere esperienze incredibili in coppia, con gli amici o con la famiglia.

La struttura ricettiva, infatti, ospita la Glamping Collection, una zona tematizzata con i colori del mare e l’appeal surfin’ dove sono riuniti alloggi davvero speciali. Qui è possibile dormire all’interno di bus americani, Airstream e roulotte anni ’70 e godere di spazi condivisi confortevoli e suggestivi.

Tra le proposte più affascinanti troviamo il bus americano “Thomas”, un veicolo blu completamente restaurato e riprogettato come spazio domestico con tanto di area living, cucina e camera da letto. Non è l’unico però, in quest’area è possibile dormire anche all’interno di una piccola roulotte vintage, che può ospitare fino a due persone, e in una AIRSTREAM ARGOSY degli anni ’70.

L’area, poi, offre tutta una serie di proposte di lusso destinate esclusivamente a chi pernotta negli alloggi vintage. A disposizione degli ospiti, infatti, ci sono una vasca idromassaggio e una zona living dotata di barbecue, tavoli e divani per vivere e condividere momenti indimenticabili.

Gli alloggi vintage del Vallicella Glamping Resort

Fonte: Ufficio Stampa

Gli alloggi vintage del Vallicella Glamping Resort
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È ripartito il Treno delle Ville Pontificie, l’esperienza da vivere

Insieme alla bella stagione torna il Treno delle Ville Pontificie che accompagna i visitatori in un tour straordinario e unico nel suo genere. Un viaggio tra i capolavori dell’arte, architetture magnifiche e storia, che dai Musei Vaticani conduce i passeggeri fino alle splendide Ville Pontificie di Castel Gandolfo.

L’itinerario del Treno delle Ville Pontificie

Ogni sabato, fino al 4 novembre 2023, la ‘freccia del Papa’ – così è stato ribattezzato questo treno moderno, confortevole ed elettrico – accompagna turisti e curiosi alla scoperta di affascinanti luoghi del Vaticano, partendo dall’antica Stazione Vaticana.

L’itinerario che consente di vivere luoghi ricchi di cultura e di storia ha inizio a bordo dello speciale treno alle 8 la mattina, permettendo un accesso privilegiato con audioguida alla Cappella Sistina e alle sale interne, e continuando nei magnifici Giardini Vaticani, tra i giardini italiani che valgono un viaggio.

Alle 11, il treno prosegue dal Vaticano in direzione Albano Laziale, per poi spostarsi con una navetta dedicata verso le meraviglie botaniche e architettoniche della Residenza Pontificia di Castel Gandolfo. Oltre ad avere la possibilità di attraversare Roma evitando di rimanere imbottigliati nel traffico, questa esperienza porta alla scoperta di un patrimonio immenso e sempre sorprendente.

Il treno fu costruito per volere di Papa Pio IX nel 1867, che desiderava un mezzo di trasporto più comodo e veloce rispetto alla tradizionale carrozza trainata da cavalli. Allora, aveva una carrozza per il Papa e una per gli ospiti, poteva trasportare fino a 300 persone e compiva un tragitto di circa 20 chilometri, dalla stazione di Roma San Giovanni alla stazione di Castel Gandolfo.

Giardini e architetture della residenza estiva del Papa

I Giardini Pontifici e le meraviglie della residenza estiva del Papa a Castel Gandolfo, inserito tra i Borghi più Belli d’Italia, si trovano a pochi chilometri da Roma e le sue attrazioni. Per anni, sono stati un tesoro nascosto, visibile solo a pochi. Ora, grazie alla collaborazione tra i Musei Vaticani e le Ferrovie dello Stato si può finalmente accedere a questo scrigno di bellezze, che si estende dal Palazzo Apostolico fino alle porte di Albano Laziale, costituendo le cosiddette Ville Pontificie.

Si giugne ai Giardini di Castel Gandolfo entrando dal cancello di Villa Barberini. Da qui, inizia il lungo percorso attraverso la grande proprietà pontificia, 55 ettari che si snodano in uno scenario naturalistico diviso tra siepi di bosso, perfettamente geometriche, giardini all’italiana e gallerie di lecci datate oltre 400 anni fa, che conducono fino al teatro e alla limonaia di Villa Cybo. Dal Giardino della Magnolia si percorre il viale delle Rose, il viale delle Erbe aromatiche e il viale dei Cipressi per arrivare infine al Giardino del Belvedere, con uno splendido panorama del paesaggio circostante.

Più di 30 Papi si sono rilassati in questa residenza dalla fine del Cinquecento quando il Pontificio diventò proprietario dell’area. Il giardino è ricco di statue, marmi e fontane di grande pregio, una vera festa per gli occhi. Le rare bellezze e ricchezze del “secondo Vaticano”, così come viene definita  la residenza estiva dei Papi, sono state messe a disposizione della collettività nel 2014 da Papa Francesco, che ha fortemente voluto l’apertura al pubblico delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo, del Palazzo Apostolico e dei suoi rigogliosi giardini.

Chi desidera partecipare a questo tour eccezionale, può acquistare il biglietto “Vaticano in Treno”, che comprende oltre al viaggio anche l’ingresso agli spazi museali del Palazzo Apostolico, sul sito dei Musei Vaticani.

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Villa d’Este di Tivoli, un vero capolavoro

Appare quasi come un sogno, un capolavoro che fa vibrare il cuore di chiunque se la ritrovi di fronte. Stiamo parlando di Villa d’Este di Tivoli, un affascinante comune italiano della città metropolitana di Roma Capitale, che si distingue per essere uno spettacolo dell’architettura rinascimentale e un’opera eccellente dell’ingegneria idraulica.

Villa d’Este di Tivoli: la storia

La Villa d’Este di Tivoli è anche chiamata “sogno d’acqua”, un appellativo che le si addice assolutamente perché è una sorta di oasi di pace a due passi dalla Capitale dove il visitatore viene costantemente accompagnato dal rilassante ritmo delle fontane e dei giochi d’acqua.

Tale meraviglia è dovuta al cardinale Ferrarese Ippolito II d’Este che desiderava dare vita a un qualcosa di grandioso che potesse in qualche modo essere all’altezza dello sfarzo della vicina Villa Adriana, altra meraviglia fatta edificare dall’imperatore Adriano.

Fu un personaggio alquanto controverso, ciò non toglie che è proprio lui il committente di questo capolavoro che porta fieramente il suo nome.

Costituita da un palazzo e da un pregevole giardino, fu ideata dal pittore, archeologo, antiquario e architetto Pirro Logorio e realizzato dall’architetto Alberto Galvani insieme alla preziosa collaborazione di numerosi artisti ed artigiani.

Villa d’Este: il palazzo

Il complesso di Villa d’Este vanta un palazzo a dir poco eccezionale. Senza dubbio degne di nota sono le sale del piano nobile che sono magistralmente decorate e dipinte. Visitandole ci si sente catapultati nella maestosità dell’epoca, nonostante esternamente si presenti come un struttura  semplice e austera.

A donare armonia ci sono però le Terrazze Belvedere, strutturate su due ordini, che presentano arcate inserite in colonne e trabeazioni.

Il giardino all’italiana e le sue fontane

Villa d’Este di Tivoli si estende su un’area di 4,5 ettari e si plasma perfettamente lungo dei ripidi pendii. Numerose sono le fontane e i bacini ornamentali che fanno del parco in cui si trova immersa il primo esempio di giardino all’italiana del 1500.

Al centro del giardino svetta il palazzo di cui vi abbiamo parlato sopra che costituisce la sua asse centrale. Scendendo, invece, si arriva a una terrazza pianeggiante con la forma di un anfiteatro, mentre i cinque assi trasversali del giardino vanno a terminare in una fontana.

Il giardino di Villa d’Este sfoggia perciò una particolare disposizione che non è stata di certo realizzata per caso: l’obiettivo era nascondere la forma irregolare del terreno. Ciò che desideravano i suoi ideatori era dar vita a un’illusione ottica che facesse sembrare che il palazzo si trovasse al centro del giardino pur essendo fuori allineamento rispetto al corpo centrale.

In questo senso, quindi, il giardino è un’opera d’arte esemplare che segue i più alti principi di ingegneria idraulica.

Decisamente degna di nota è la grande cascata d’acqua che si getta fiera iniziando la sua corsa da un cratere che si trova in mezzo all’esedra. L’acqua che sgorga nelle numerose fontane di Villa d’Este è anche oggi quella del fiume Aniene.

In totale le fontane che creano spettacoli d’acqua sono 100 e tra le migliori non possiamo non menzionare:

  • Rometta: la rappresentazione di Roma sul trono;
  • Fontana dell’Ovato: con statue che raffigurano eroi della mitologia;
  • Fontana della Civetta: che spicca per le sue decorazioni e gli elementi artistici.;
  • Fontana dell’Organo: la principale fontana musicale di tutta la Villa;
  • Fontana della Proserpina: conosciuta anche come la Fontana degli Imperatori;
  • Fontana di Nettuno: la più fotografata;
  • Fontana del Bicchierone: la più famosa opera del Bernini.
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Ariccia, il borgo delle meraviglie storiche e del cibo imperdibile

Abbarbicato su uno sperone roccioso da cui si gode della vista di un panorama pazzesco, il borgo di Ariccia è uno dei luoghi più suggestivi e ricchi di storia dei Castelli Romani: tra splendidi monumenti antichi, paesaggi naturali meravigliosi e tanto buon cibo, è una meta imperdibile per i turisti. Ma cosa c’è da vedere in questo paesino così affascinante? Andiamo alla scoperta delle sue infinite bellezze.

Ariccia, tra storia e buon cibo

Siamo nel cuore dei Castelli Romani, una regione ricca di bellezze naturali e di suggestivi borghi dove il tempo sembra essersi fermato. È qui, a poca distanza dalla capitale e dal suo traffico, che possiamo ammirare un luogo quasi magico: il paesino di Ariccia è un vero gioiello, incastonato nel panorama dei Colli Albani dove la natura la fa ancora da padrona. La sua è una storia antichissima, che risale ad un’epoca molto lontana nel tempo. Pare che il primo insediamento sia nato ben prima di Roma, attorno al 2.700 a.C., e sulla sua fondazione hanno avuto origine tantissime leggende interessanti.

Del suo ricchissimo passato, Ariccia porta ancora splendide testimonianze tra monumenti storici e tradizioni affascinanti. Il borgo è uno scrigno di cultura, arte e buon cibo tra cui tuffarsi: celebre è la porchetta di Ariccia, un piatto a base di carne di maiale cotta che vanta una produzione millenaria e che, da qualche anno, ha ottenuto il riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta (IGP). Tra le tante pietanze tipiche della cucina romana da assaporare tra le viuzze del borgo, questa è assolutamente imperdibile. Ma cos’altro si può fare ad Ariccia?

Cosa vedere ad Ariccia

Il borgo è piccolo e abbarbicato su uno sperone di tufo, per visitare il suo centro storico bastano poche ore: sarà una visita breve, ma ricca di sorprese. Una delle tappe principali non può che essere il suo ponte monumentale, un viadotto costruito nell’800 per collegare il paese con Albano Laziale, facendo di Ariccia una delle mete toccate dall’antica Via Appia. Il ponte si affaccia su Piazza di Corte, su cui (nel ‘600) intervennero Bernini e Fontana: è qui che sorgono alcuni dei monumenti più belli del centro storico, come la Collegiata di Santa Maria Assunta, che trae ispirazione dal Pantheon di Roma, e Palazzo Chigi.

Quest’ultimo, che oggi ospita il Museo del Barocco Romano, è molto conosciuto per aver fatto da sfondo a Il Gattopardo, capolavoro cinematografico di Luchino Visconti. Alle spalle del palazzo, si apre un enorme giardino: si tratta di Parco Chigi, nato nel ‘500 e in seguito restaurato dalla famiglia Chigi, grazie all’intervento (ancora una volta) del Bernini. Oltre ad essere una delle aree verdi più importanti dei Castelli Romani, grazie alla presenza di antiche querce e di un pluricentenario acero campestre, il parco conserva ancora splendide architetture seicentesche e alcuni reperti archeologici romani.

Accanto a Palazzo Chigi, infine, si può ammirare la Porta Napoletana: fu, in antichità, uno dei due soli accessi al paese, assieme alla Porta Romana (che venne murata nel ‘600 e riaperta solo due secoli più tardi). Un’ultima tappa da visitare è poi il Piazzale Mazzini, dove spunta un’alta colonna di travertino che custodisce il busto di Giuseppe Mazzini. Da qui si può godere di un panorama meraviglioso su tutta la Vallericcia, e nelle giornate più limpide lo sguardo si spinge addirittura sino alla città di Roma e al mare.

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Il mistero del Castello di Vicalvi, circondato da case diroccate

Il borgo medievale di Vicalvi è uno dei centri abitati più piccoli e attivi della Valle di Comino, in provincia di Frosinone, e presenta attrazioni turistiche che regalano esperienze cariche di suggestioni. Ci troviamo in Ciociaria, nel versante laziale del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, dove un affascinante castello, circondato da antiche abitazioni diroccate, domina il paese e il paesaggio dalla sommità di un colle, seducendo i visitatori con la sua storia e una leggenda inquietante.

Il Castello Longobardo di Vicalvi

Si presenta come rudere, eppure i resti del Castello Longobardo di Vicalvi consentono di leggerne le varie fasi di costruzione, le funzioni originarie e come era strutturato all’interno di un più ampio sistema difensivo, che comprendeva anche i vicini manieri di Alvito e Picinisco.

Risalente all‘XI secolo, l’antico maniero svetta sulla sommità del colle che sovrasta l’omonimo borgo a circa 600 metri d’altezza, ed è stato costruito sullo sperone roccioso dove un tempo sorgeva una acropoli romana. Lo si può riconoscere da una croce di colore rosso dipinta durante la seconda guerra mondiale dalle truppe tedesche che lo trasformarono in un ospedale da campo. Le maestose rovine invitano a esplorarlo, offrendo subito l’impressione di trovarsi al cospetto di quella che un tempo fu una magnifica fortezza, di grande importanza strategica.

Ciò che è rimasto del castello consente di testimoniare le prime fasi di fortificazione all’epoca preromana, in particolare al V o al IV secolo a.C., laddove i primi documenti che attestano la sua presenza sono del 937. Dopo essere stato prima possedimento longobardo, con principi di Capua, nel 1017 entrò nel possesso di Montecassino (dove dorge la più antica abbazia d’Italia). Fu tenuto dai monaci fino all’inizio del XIII secolo, per poi passare alla famiglia d’Aquino, che ne rafforzò la fortificazione, cingendola di un doppio anello di mura. Dopo una breve successione fra gli Étendard e, di nuovo, i conti d’Aquino, il castello passò ai Cantelmo, i quali, avendo scelto come dimora il castello di Alvito, ne decretarono l’abbandono e la graduale rovina.

Appena varcato il cancello, sollevando lo sguardo sulle mura si può ammirare uno dei pochi esempi di latrina sospesa presenti nella Media e Bassa Valle Latina. Si scorgono poi le stanze del castello, alcune delle quali completamente affrescate, la Cappella con ancora visibile un affresco raffigurante una splendida Madonna Nera, la Sala Capitolare, tramezzata per accogliere le monache di San Nicandro.

Ciò che toglie il fiato più di ogni cosa è lo splendido panorama di cui si gode sul camminamento delle mura perimetrali, che fa abbracciare con lo sguardo i boschi, le montagne, i paesi che costellano la valle e l’affascinante borgo antico di Vicalvi, tra le perle imperdibili della Ciociaria.

La leggenda della ‘Signora incatenata’

Il Castello di Vicalvi è anche noto alle cronache esoteriche per essere stato teatro delle misteriose apparizioni di una castellana. Nel XV o forse XVIII secolo, risiedeva nel maniero Alejandra Maddaloni, moglie di un nobile di origine spagnola che la lasciava spesso sola per andare in battaglia. La nobildonna iniziò a colmare la propria solitudine adescando giovani uomini ai quali prometteva una notte d’amore. Gli amanti sarebbero stati poi uccisi e dei loro corpi l’indomani sarebbe sparita ogni traccia, grazie all’aiuto di un fedele servitore che li abbandonava lontano dalla fortezza.

Le notti di passione e di sangue andarono avanti per molto tempo, finché le voci sulla crudele Alejandra non arrivarono alle orecchie del marito, che decise di punirla in un modo atroce, incatenandola e murandola viva in una delle torri del castello. Leggenda narra che da allora, soprattutto dopo il tramonto, si possa ancora vedere il fantasma di una donna con i capelli lunghi e neri vagare tra le rovine del castello. C’è chi afferma di aver udito lamenti e rumori di catene e chi giurerebbe che questa inquietante figura spettrale cerchi ancora di attrarre a sé giovani uomini, per trascinarli in un baratro senza ritorno.

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Ronciglione, uno dei borghi più belli che c’è

A metà strada tra Roma e Viterbo, ma in provincia di quest’ultima e quindi tra le infinite meraviglie della Tuscia, sorge un borgo che è un vero gioiello e che negli ultimi anni è tornato alla ribalta per tanti diversi motivi. Il posto in questione si chiama Ronciglione, un paesino di poco più di 8000 abitanti e che si inerpica su un elegante sperone tufaceo.

Ronciglione: cosa vedere

Il centro storico di Ronciglione sorge sulla cima di una rupe di tufo dove da secoli resistono una zona dai profili del tutto medievali, e una dalle linee rinascimentali. Il borgo, ta saliscendi e vicoli graziosi, permette di fare una piacevole passeggiata alla scoperta di testimonianze di un passato che fu, mentre tutta intorno c’è una natura rigogliosa alla quale è impossibile resistere.

Duomo dei Santi Pietro e Caterina

Più o meno verso la fine del XVII secolo, tra le strade incantate di Roncigline, è stato fatto costruire il Duomo dedicato ai Santi Pietro e Caterina. Oggi a colpire il visitatore è senza ombra di dubbio la sua facciata che presenta due ordini architettonici: ionico in basso, composito in alto.

A dominare su tutto il complesso c’è una cupola, mentre al suo interno si fanno spazio numerose opere d’arte che sono una più interessante dell’altra.

Duomo dei Santi Pietro e Caterina ronciglione

Fonte: iStock

Il Duomo dei Santi Pietro e Caterina a Ronciglione

Le altre chiese di Ronciglione

Oltre all’armonioso Duomo, Ronciglione può sfoggiare diverse chiese che sono tutte da non perdere. Tra queste è impossibile non citare la Chiesa di Santa Maria del Carmine che fu costruita con le elemosine degli abitanti del borgo. Non a caso viene chiamata anche la “Chiesa del Popolo”.

La prima chiesa parrocchiale è invece quella di dedicata a Santa Maria della Provvidenza, una struttura impreziosita da vari affreschi tra cui una crocifissione (L’addolorata, San Giovanni e Santi) e un Cristo benedicente con cherubini e angeli del quattrocento.

C’è poi la Chiesa del Santissimo Rosario che permette di ammirare ben due statue marmoree di scuola berniniana. A catturare l’attenzione è anche un piccolo organo del barocco italiano, così come della bandiere della guerra di Lepanto.

Vi è anche la Chiesa di Santa Maria della Pace, al cui cospetto sorge il Monumento ai Caduti di Guerra che è nato dalle mani dello scultore Turillo Sindoni, e quel che rimane della Chiesa di Sant’Andrea, un edificio che regala anche una splendida vista sulla vallata circostante.

I Torrioni

Un vero e proprio simbolo di Ronciglione sono i Torrioni, che è in realtà è il Castello di Rovere che si distingue per la presenza di 4 torri alte e paffute. Una struttura che ha più volte cambiato forma nel corso dei secoli pur mantenendo un fascino unico e distintivo. In passato vi soggiornarono personaggi di un certo livello come papa Sisto IV e papa Paolo III, mentre oggi vi si organizzano cerimonie e feste private.

Torrioni ronciglione

Fonte: iStock – Ph: ROMAOSLO

I Torrioni di Ronciglione

La Fontana Grande

La Fontana Grande, spesso detta anche detta “dei cavalli marini”, è un’antica struttura che è stata costruita in pietra macigno. C’è anche chi la chiama “degli Unicorni” per via della presenza di tre creature leggendarie da cui scorre, come una poesia, incessantemente l’acqua che va a riempire le due vasche sottostanti.

I palazzi del borgo

Molto belli a Ronciglione sono anche i palazzi storici. Tra questi il più stupefacente è il Palazzo Comunale al cui interno è gelosamente protetto un sarcofago romano con figure a rilievo, mentre sulla sua semplice ma sontuosa facciata è murata una lapide commemorativa che riguarda la visita del Principe di Napoli, Vittorio Emanuele III, risalente al 20 luglio 1890.

Degno di nota è anche il Palazzo dei Virgili dove una parte della tappezzeria è stata ricoperta, con il passare del tempo, da tantissimi ex voto in argento.

Porta Romana

A farsi amare a Ronciglione è anche la sua maestosa Porta Romana che divide il centro storico dalla sua parte meridionale. Varcala vuol dire entrare in un mondo antico ancora perfettamente conservato e in grado di regalare un’esperienza fatta di pace, bellezza e tranquillità.

Come mai Ronciglione è diventata celebre

Ronciglione grazie alle sue bellezze storico-artistiche, alla natura in cui si trova immersa, ai suoi cibi tipici di qualità e alle tante feste tradizionali, è da sempre uno dei borghi più amati nel Lazio. Tuttavia, quest’anno è tornato particolarmente alla ribalta facendosi conoscere da un pubblico più ampio interessato alle sue meraviglie.

All’inizio dell’anno, per esempio, è stato inserito nella prestigiosa lista dei Borghi più belli d’Italia, mentre poco dopo è tornato tra le pagine dei nostri quotidiani in quanto luogo di nascita del vincitore di Sanremo 2023: Marco Mengoni. Nello stesso periodo, tra le altre cose, si è tenuto come tutti gli anni un evento importantissimo e che affonda le sue radici in un tempo davvero lontanto: il celebre Carnevale di Ronciglione.

Mentre il 9 aprile del 2023 è stato eletto il “Borgo dei Borghi”, strappando il titolo ad altri luoghi meravigliosi del nostro Paese come Sant’Antioco in Sardegna, in seconda posizione, e Salemi in Sicilia, che ha raggiunto il terzo posto della classifica.

centro storico di Ronciglione cosa vedere

Fonte: iStock – Ph: e55evu

Un angolo del centro storico di Ronciglione

Cosa vedere nei dintorni di Ronciglione

Ronciglione merita una visita non solo per il suo pregevole centro antico, ma anche per i suoi preziosi dintorni. Degna di nota, per esempio, è la Chiesa di Sant’Eusebio che si trova in aperta campagna. Si tratta di un bellissimo edificio che ancora oggi protegge ben 7 sarcofagi di un funzionario romano di nome Flavio Eusebio e della sua famiglia, ma anche affreschi e capitelli con motivi zoomorfi.

Poi ancora la natura, come quella che regala il vulcanico Lago di Vico dove in estate è persino possibile la balneazione: ci sono stabilimenti in cui rilassarsi, aree picnic in cui fare i propri pasti ed anche sentieri trekking e percorsi naturalistici che fanno innamorare chiunque. Non a caso qui svetta un altro luogo magico della Tuscia: la Faggeta Vetusta del Monte Cimino, così bella e importante che da qualche anno è sta inserita tra i Patrimoni Naturali dell’Umanità dall’UNESCO.

Insomma, Ronciglione è davvero uno dei borghi più belli che c’è, un posto dove passato, tradizioni e natura sono in grado di regalare un soggiorno indimenticabile.

Lago di Vico provincia di viterbo

Fonte: iStock

L’incanto del Lago di Vico
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Il Carnevale di Ronciglione, nel borgo d’origine di Marco Mengoni

In questi giorni si sta sentendo molto parlare di Ronciglione, splendida cittadina della Tuscia e del Lazio abbarbicata su uno sperone tufaceo, che ha dato i natali a Marco Mengoni, vincitore della 73° edizione del Festival di Sanremo, con il brano “Due Vite”. Inserita nel circuito dei Borghi più Belli d’Italia, questo affascinante e importante centro storico e turistico, situato nelle vicinanze del Lago di Vico, a pochi km da Viterbo, è famoso anche per il suo antichissimo Carnevale.

Il Carnevale di Ronciglione, tra i più antichi d’Italia

La grande energia del Carnevale di Ronciglione, tra i più antichi d’Italia, è nell’animo degli abitanti di questo incantevole borgo. Una manifestazione che “non ha tempo, non teme i ritardi, il freddo, o altro”, scrivono gli organizzatori. Basti pensare che storia della manifestazione è lunga oltre tre secoli.

Per quasi un mese Ronciglione si trasforma nella città del divertimento tra sfilate, corsi di Gala, maschere, artisti di strada, gastronomia, veglioni e imperdibili appuntamenti gastronomici. Uno spettacolo sempre nuovo, entusiasmante e affascinante, il cui inizio viene annunciato dal suono del “Campanone”, posto sopra il tetto del Municipio.

Imperdibile l’ultimo appuntamento con il celebre Corso di Gala, che si terrà domenica 19 febbraio, che racconta la passione di chi si lascia tutto alle spalle per lanciarsi in uno sfrenato divertimento che non ha età, trasformando le vie del borgo in uno spettacolare palcoscenico su cui sfilano migliaia di figuranti, con addosso i costumi realizzati dalle sarte del posto, e favolosi carri allegorici, realizzati in cartapesta dagli artisti e dai ragazzi del paese. Quest’anno è stato realizzato anche un carro con uno striscione dedicato a Marco Mengoni, originario di Ronciglione, di buon auspicio per la sua partecipazione a Sanremo: obiettivo che è stato pienamente raggiunto, con la vittoria del cantante.

Carnevale di Ronciglione, date e programma 2023

Per chi non volesse perdersi il Carnevale di Ronciglione, e scoprire storia e tradizioni di uno dei paesi più belli della Tuscia, terra delle meraviglie, ecco i prossimi eventi in programma.

16 febbraio – Giovedì Grasso

  • Ore 14.30 – Il Campanone di Carnevale suona a distesa per annunciare il ritorno di Re Carnevale.
  • Ore 15.00 – Ha inizio la follia di Carnevale. Le autorità cittadine e del Carnevale consegnano le chiavi della Città di Ronciglione a Re Carnevale scortati da un drappello di Ussari.
  • Ore 15.30 – Parata Storica degli Ussari.
  • Ore 16.00 – Gran Carnevale dei Bambini e mascherate spontanee.
  • Ore 17.00 – La Confraternita di Sant’Orso offre tozzetti e vino a tutti gli ospiti.
    Grande Merenda per tutti i bambini.
    A seguire tutti in Piazza della Nave a ballare il tradizionale Saltarello di Carnevale con la Banda cittadina “A. Cantiani”.

18 febbraio – Sabato Ghiotto

  • Ore 14.30 – Il Campanone di Carnevale suona a distesa per annunciare il Carnevale.
  • Ore 15.00 – Piazza della Nave. Carnevale Soap Box Race (parata di carrozzette).
  • Ore 17.00 – Carnevale Jotto. Pomeriggio gastronomico con: Polentari, Tripparoli.
    Degustazione di carne di maiale condita e cotta al forno. (Porchetta).
    A seguire tutti in Piazza della Nave a ballare il tradizionale Saltarello di Carnevale con la Banda cittadina “A. Cantiani”.

20 febbraio 2023 – Lunedì dei Nasi Rossi

  • Ore 14.30 – Il Campanone di Carnevale suona a distesa.
  • Ore 16.30 – 123° Tradizionale Carica dei Nasi Rossi.
  • Ore 17.30 – Degustazione di fagioli con le cotiche a cura dei “Faciolari”.
  • Ore 20.30 – Tradizionale cena di gala e veglione dell’associazione “Società dei Nasi Rossi” presso il Ristorante “Due Cigni”.

21 febbraio 2023 – Martedì Grasso

  • Ore 14.30 – Il Campanone di Carnevale suona a distesa.
  • Ore 15.30 – Parata Storica degli Ussari.
  • Ore 16.00 – Gran Carnevale dei Bambini e mascherate spontanee.
  • Ore 17.30 – Tutti in Piazza della Nave a ballare il tradizionale Saltarello e musiche carnascialesche.
  • Ore 18.30 – Rappresentazione della Morte di Re Carnevale e apertura del suo testamento.
    Corteo funebre con la tradizionale Fiaccolata della “Compagnia della Penitenza” e della “Compagnia della Buona Morte”.
  • Ore 19.30 – Partenza di Re Carnevale con il Globo Aerostatico.
    A seguire tutti in Piazza della Nave a ballare il tradizionale Saltarello di Carnevale con la Banda cittadina “A. Cantiani”.

Carnevale di Ronciglione, info utili

Nella domenica dei Grandiosi Corsi di Gala l’ingresso al percorso cittadino è di 7,50 euro, mentre è gratuito per i ragazzi fino a sedici anni. È disponibile, inoltre, una scontistica dedicata alle famiglie: con l’acquisto di almeno un ticket adulto, i ragazzi accompagnati, anche se superano i 14 anni di età, avranno ingresso gratuito. Le biglietterie sono collocate in tutte le entrate del paese.