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L’altra Franciacorta, un territorio inaspettato, tutto da scoprire

Franciacorta è sinonimo di vino. Spesso è per questo motivo che molti visitano questa bellissima zona del Nord Italia, compresa tra il Lago di Garda e il Lago d’Iseo, il cui terroir ha regalato uno dei vini più buoni che esistano al mondo.

Tuttavia, c’è un’altra Franciacorta, meno nota, che confina con la meno turistica – ma non per questo meno interessante – Val Trompia, al di là della Forcella, nel punto in cui termina la Pianura Padana e iniziano le Prealpi, che regala, oltre alle visite alle cantine dove si producono le bollicine e all’ottima gastronomia, altre esperienze decisamente inaspettate.

Al limitare di questo rinomato territorio ci sono luoghi incantevoli, ricchi di storia e di tradizioni che meritano di essere scoperti. Al centro delle colline di questa Franciacorta di confine c’è la cittadina di Gussago.

Gussago, porta d’accesso alla Franciacorta

Icona indiscussa di Gussago è La Santissima, che domina la città dall’alto, un ex complesso domenicano risalente al XV secolo sul colle Barbisone, dall’aspetto monumentale e imponente. Un luogo suggestivo, da raggiungere a piedi con una facile passeggiata, magari all’ora del tramonto, per godere di una vista panoramica sui vigneti. Da qui si può ammirare la pianura da un lato e il Monte Guglielmo e il Monte Rosa dall’altro.

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Fonte: @SiViaggia

Il complesso della Santissima a Gussago (BS)

Questo santuario fu costruito dalla popolazione, al di fuori delle cariche monastiche e senza nessun mandato da parte della Chiesa. Per questo motivo, tutt’oggi, la chiesa è considerata puro appannaggio della gente comune, di coloro che si ritengono umili peccatori e fedeli, di chi vuole andare a pregare senza dover entrare nel circuito della chiesa ufficiale. Tradizione vuole che si vada alla Santissima a pregare per ottenere piccoli aiuti per la vita di ogni giorno.

Il convento è uno dei numerosi edifici monastici che esistono nella Franciacorta, luogo di passaggio di viandanti e pellegrini. I Domenicani, infatti, avevano grossi possedimenti e attuarono opere di dissodamento e di bonifica del territorio per poi dedicarsi alla coltivazione. La stessa coltivazione della vite risale a epoche remote, ne sono una testimonianza i rinvenimenti di vinaccioli di età preistorica e il materiale archeologico rinvenuto su tutto il territorio.

L’edificio è in fase di restauro, per visitare l’interno è necessario affidarsi a una guida, che possiede anche le chiavi per accedere alla cappella ancora decorata con affreschi del XV-XVI secolo.

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Fonte: Ufficio stampa

Le colline della Franciacorta e La Santissima di Gussago

I religiosi che si era trasferiti alla Santissima combattevano anche l’eresia e proprio qui fu giustiziata una strega. Ma ci sono altre storie inquietanti girano intorno a queto luogo. Una leggenda vuole che qui vivesse un drago, ma forse serviva solo per tenere lontani i pagani. Un’altra, molto più credibile, invece, sostiene che sul colle cresceva un’erba miracolosa.

Fin dal medioevo, l’ex complesso domenicano della Santissima caratterizza il paesaggio di questo estremo lembo di Franciacorta. Luogo di devozione ed elevazione dello spirito, nell’Ottocento la Santissima è stata anche un importante cenacolo di cultura, ospitando artisti come il pittore Angelo Inganni.

Le ville di delizia

La cittadina di Gussago vanta anche interessanti palazzi privati e ancora abitati che possono essere visitati, dietro richiesta. Tra i più belli c’è Villa Averoldi Togni, un edificio del 1200 circondato da tre ettari di parco dove, alla fine del ‘700, sono stati creati uno splendido giardino all’inglese, abbellito da statue neoclassiche, uno alla francese, con fontane e trompe-l’oeil, che ricorda una piccola Versailles, e un grande uliveto.

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Fonte: @SiViaggia

Lo splendido giardino all’inglese di Villa Averoldi Togni a Gussago (BS)

Un’oasi davvero inaspettata nella frazione di Piazza, racchiusa entro le mura del palazzo che viene aperto al pubblico in occasione di eventi speciali, come le “Domeniche per ville, palazzi e castelli” organizzate dal Gruppo dimore storiche Bergamo (le prossime date sono il 18 e il 25 settembre) o di concerti di musica antica.

Merita una visita anche Palazzo Grasso Caprioli, una villa del XVI secolo con un bellissimo giardino di rose e magnolie, che vanta una collezione privata di opere d’arte contemporanea, lascito di artisti di tutto il mondo che vengono regolarmente ospitati nella residenza dove sono liberi di esprimere tutto il loro estro e talento.

La villa è oggi un centro artistico a 360 gradi, dove vengono privilegiate la danza e le discipline orientali, dallo yoga alla meditazione, con corsi, workshop ed eventi, tra cui concerti e festival di danza contemporanea.

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Fonte: @SiViaggia

La villa e il giardino artistico di Palazzo Grasso Caprioli a Gussago (BS)

L’enogastronomia

A Gussago esiste una vera e propria cultura di uno dei piatti tipici del bresciano: lo spiedo. In quasi tutte le trattorie e i ristoranti della zona è possibile assaggiare il vero spiedo bresciano, che ha ottenuto anche la Denominazione comunale di origine. Ogni anno, a settembre, nella centralissima piazza Vittorio Veneto si svolge il Gran Galà dello Spiedo (quest’anno è in programma giovedì 8 settembre) al quale partecipa tutta la popolazione e moltissimi turisti. Non è una sagra, bensì una cena elegante a lume di candela che vuole celebrare il piatto principe della cucina gussaghese e che ha reso Gussago la Capitale Italiana dello spiedo. Lo spiedo naturalmente è accompagnato dalle bollicine del territorio.

Il Gran Galà è solo l’inizio di una stagione all’insegna della gastronomia. Dal 22 settembre e fino all’8 dicembre si svolge Lo Spiedo Scoppiettando, una rassegna enogastronomica che, ogni giovedì, porterà i profumi e i sapori autunnali del territorio in tavola attraverso uno speciale menu a base di spiedo e di ingredienti locali in molti ristoranti di Gussago.

Ma non dimentichiamo che ci troviamo nel territorio della Franciacorta e le bollicine, qui, sono un must have. Diverse cantine, come Le Cantorie, propongono wine tour e degustazioni dei vini del territorio – Franciacorta Docg Saten, Rosé, Pas Dosè Riserva, ma anche rossi, come il Cellatica superiore Doc e il Sebino riserva – accompagnati da prodotti e salumi tipici. Questa cantina, in particolare, immersa tra i vigneti, ha un giardino panoramico che, dall’alto della collina di Casaglio, offre una vista spettacolare sul paesaggio collinare della Franciacorta e sui vigneti terrazzati.

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Fonte: @Le Cantorie

La cantina Le Cantorie nella Franciacorta

Da non perdere anche una visita alle distillerie locali, come le pluripremiate Distillerie Peroni Maddalena dove, da più di quarant’anni, si produce un’eccellente grappa – ma anche liquori, vermouth, gin, acquavite di birra e ben 15 riserve – che, insieme allo Spiedo di Gussago, sono i due prodotti De.Co. (Denominazione Comunale) del Comune di Gussago.

Per chi è della zona questa Franciacorta di confine è un’ottima idea per una gita fuoriporta, ma per chi viene da lontano non mancano spunti per un weekend all’insegna di storia, cultura, attività all’aria aperta e tanta ottima enogastronomia.

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La cartolina magica dal lago che rischia di scomparire

Esistono luoghi nel mondo che sono così belli da non sembrare reali, paesaggi che per forme e colori sembrano usciti da una fiaba onirica. Posti che, da soli, bastano a farci compiere viaggi lunghissimi e chilometrici solo per arrivare lì, al cospetto della grande bellezza. Per contemplarla e immortalarla nelle istantanee di un viaggio indimenticabile.

Ed è proprio in uno di questi luoghi che vogliamo portarvi oggi, uno di quelli che si mostra davanti allo sguardo attonito dei viaggiatori come se fosse lo spettacolo più bello del mondo, quello destinato a lasciare senza fiato. Una meraviglia così straordinaria, ma così fragile, che rischia di restare solo nei nostri ricordi e nelle ultime cartoline di viaggio.

Sì perché il panorama mozzafiato che offre il lago di Urmia, dichiarato dall’Unesco riserva della biosfera, è destinato a sparire per sempre.

C’era una volta il lago di Urmia

C’era una volta uno specchio d’acqua straordinario, per grandezza e importanza. Si trattava del terzo lago salato più grande del mondo. Ed era così bello da essere stato dichiarato dall’Unesco come riserva della biosfera nel 1976.

Immerso nel cuore dell’Iran, tra le provincie dell’Azerbaigian Orientale e dell’Azerbaigian Occidentale, il lago di Urmia era attrazione turistica senza eguali, nonché casa di numerose specie animali , come fenicotteri, pellicani e cicogne, che vivevano tra i piccoli affioramenti rocciosi, che tornavano durante le migrazioni, che incantavano i viaggiatori con la loro presenza.

C’è oggi quello stesso lago, la cui maestosità riecheggia solo nei ricordi di chi lo ha visto e lo ha vissuto nel suo massimo splendore. Sì perché questo patrimonio naturale immenso sta scomparendo.

A causa dell’elevato tasso di evaporazione delle acque, della siccità che continua a colpire il territorio e delle numerose dighe costruite nelle zone limitrofe, il lago si è ridotto sensibilmente negli ultimi anni lasciando gran parte della sua superficie asciutta.

Quel che resta di un meraviglioso lago

Di quasi la metà di quei 5200 chilometri quadrati di acqua, non restano che piccole rocce che si fanno spazio tra la terra, arbusti secchi e sabbia arida, la stessa in cui sono rimaste intrappolate alcune imbarcazioni negli anni. Anche gli animali, che avevano fatto di questo paradiso naturale la loro casa, stanno abbandonando la zona.

Eppure il lago, anche se così fragile, continua a dare spettacolo. Lo ha fatto quando si è mostrato al mondo in una veste nuova e inedita che ha incantato tutti quanti, proprio quando le sue acque si sono tinte di rosa. Purtroppo, però, quello scenario fiabesco non era altro che l’ennesimo grido d’aiuto. Le acque del lago di Urmia, infatti, hanno assunto quel cangiante colore rosa a causa della diffusione dell’alga Dunaliella che ha trovato spazio fertile nel bacino proprio per colpa della siccità.

Quello che resta del lago, oggi, sono le ultime spettacolari immagini diffuse sul web e scattate dai viaggiatori che raggiungono l’Iran per ammirare per l’ultima volta quel patrimonio che sta scomparendo. Sono le istantanee che mostrano le acque rosa e che, nonostante tutto, fanno sognare. Sono le stesse che immortalano le navi bloccate tra la sabbia e l’acqua, illuminate da un cielo stellato.

E tutto ciò che possiamo fare, adesso, è restare ad ammirare quel che resta di un paradiso naturale che presto non vedremo più.

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Scoprire i luoghi più segreti del Lago di Garda

Così grande da essere il più esteso di tutto il Paese, così speciale da bagnare ben 3 regioni: il Lago di Garda, di cui oggi vi portiamo a scoprire i luoghi più segreti ma che sono dei sogni a occhi aperti.

La Valle dei Laghi, luogo fiabesco

Incastonata tra le catene montuose del Bondone e della Paganella, la Valle dei Laghi è un vero e proprio gioiello immerso nella natura più autentica che si presenta come meta ideale per coloro che desiderano trascorrere una vacanza attiva allʼinsegna di un turismo lento che rispetti lʼambiente e che permetta una conoscenza più profonda del territorio.

Un posto da sogno che si sviluppa tra il Lago di Garda e Trento e che regala al viaggiatore un meraviglioso percorso che attraversa scorci naturali che mozzano il fiato, bellezze architettoniche e questi specchi d’acqua che sono pura magia.

E proprio in questa valle, entrata dall’inizio di quest’anno a far parte dell’ambito turistico di Garda Dolomiti, da martedì 16 a domenica 21 agosto si terrà la seconda edizione di “Festival Confluenze”, la manifestazione dedicata al turismo responsabile e rispettoso dell’ambiente.

Lago di Terlago valle dei laghi

Fonte: iStock

Il Lago di Terlago nella Valle dei Laghi

Festival Confluenze, cosa sapere

Il Festival punta ad affermare un nuovo modo di vivere il territorio e di fare cultura attraverso la scoperta di borghi e di sentieri, della tradizione e dell’innovazione che caratterizzano la Valle dei Laghi. Un appuntamento in cui i viaggiatori potranno intraprendere itinerari e percorsi turistici inusuali sul territorio che, per bellezza e capacità di evocare suggestioni, sono il paradigma di una nuova forma di viaggio, caratterizzato da un ritmo lento del quale l’arte del camminare è perfetta espressione.

Il programma del Festival è ricchissimo e si suddivide in tre macroaree: i trekking di “Territorio a passo lento”, le degustazioni enogastronomiche presso le cantine della zona di “Linguaggi e incontri” e le “Esperienze confluenti” tra cultura, natura e suggestioni territoriali.

Ecco i principali appuntamenti:

  • martedì 16 Agosto: itinerario Pergolese – Chiesetta di San Siro – Strada Romana – Pergolese (ritrovo ore 15:30 presso la Chiesa di Pergolese). Prezzo trekking, degustazione e spettacolo € 8,00;
  • mercoledì 17 Agosto: Itinerario da Monte Terlago ai Laghi di Lamar attraverso i verdi prati di Prada (ritrovo alle 15:30 nella piazzetta di Monte Terlago). Prezzo trekking, degustazione e spettacolo € 8,00;
  • giovedì 18 Agosto: sentiero di Malga Pian (ritrovo ore 15:30 presso la Chiesa parrocchiale di Vigo Cavedine). Prezzo trekking e degustazione € 8,00;
  • venerdì 19 Agosto: itinerario Calavino Madruzzo con rientro a Calavino a fine serata (ritrovo ore 18:00 al Municipio). Prezzo trekking con visita al borgo di Calavino e di Castel Madruzzo e spettacolo serale al Castello € 10,00. Partecipazione gratuita per chi partecipa solo al trekking;
  • sabato 20 Agosto: concerto del gruppo “Itinerari Trio” presso Malga Cavedine/Roncher al termine del quale sarà offerta una colazione con i prodotti naturali della Valle dei Laghi (ritrovo alle ore 06:00 al parcheggio delle Viote raggiungibile da Lagolo). Evento gratuito;
  • domenica 21 Agosto: percorso Fraveggio – Margone – Malga Bael (ritrovo ore 09:00 a Fraveggio con rientro nel pomeriggio). Evento gratuito.
Laghi di Lamar valle dei laghi

Fonte: Getty Images – Ph: REDA&CO

Il Lago di Lamar nella Valle dei Laghi

Tutte le meraviglie della Valle dei Laghi

Quello della Valle dei Laghi è un paesaggio montano che costituisce un antico alveo del fiume Adige e che si fonde a sud con la Valle del Sarca. Qui piccoli borghi e insediamenti sono disseminati in tutta l’area, così come ampi frutteti e i vigneti rigogliosi che donano all’area un aspetto romantico.

E grazie a questi appuntamenti è possibile scoprire luoghi come i Laghi di Lamar che sono situati proprio sotto al Monte Paganella. Un tempo uniti tra loro, oggi sono separati a causa di una frana che ha originato due bacini distinti: a sud il Lago Santo e a Nord il Lago di Lamar. Quest’ultimo, in particolare,  è uno specchio d’acqua cristallina che viene abbracciato da un bosco e da rocce cangianti. Entrambi gli invasi sono soggetti a fenomeni carsici, proprio come il Lago di Terlago, appena un paio di chilometri più a valle.

Bellissimo anche il borgo di Calavino che si trova alle falde occidentali del Monte Bondone, a 409 metri sul livello del mare. Un paese che si distingue per essere circondato da vigneti e frutteti, ma anche perché conserva intatto l’antico fascino della tradizione rurale trentina.

La parte più alta del borgo è impreziosita da pregevoli palazzi rinascimentali, mentre quella più bassa vanta un aspetto medievale e la presenza di mulini, fucine e opifici. Da non perdere è Palazzo Negri di San Pietro, che si trova rialzato a dominio del paese.

Castel Madruzzo, dal canto suo, appare come un miraggio: eretto su un’altura rocciosa, si raggiunge salendo una ripida stradina scavata nella roccia. Ma non solo. Questo maniero è circondato da un meraviglioso parco di 12 ettari, racchiuso da un muro di cinta e caratterizzato da interessanti varietà arboree, dal leccio, alle querce, ai faggi secolari. Insomma, una splendida e antica costruzione immersa in un paesaggio da sogno.

Infine, Fraveggio un paese attraversato ancora oggi da una roggia che precipita, in forma di cascata, nel terreno sottostante in direzione del Lago di Santa Massenza, nato dall’erosione glaciale.

Castel Madruzzo valle dei laghi

Fonte: Wikipedia – Ph: Syrio

Castel Madruzzo nella Valle dei Laghi

Gli altri splendidi laghi

In totale sono circa una decina e decidere quali ammirare non è sempre facile. Oltre ai Laghi di Lamar e al Lago di Santa Massenza di cui vi abbiamo parlato sopra, vale la pena fare un salto al Lago di Toblino in cui si affaccia un castello arroccato su una piccola penisola e circondato da boschi secolari e vigneti.

Vale una sosta anche il Lago di Cavedine, un piccolo bacino artificiale caratterizzato da acque spesso gelide, ma che sono anche l’ideale per praticare diversi sport acquatici. Particolarmente suggestivo è il paesaggio che lo abbraccia, anche perché è una zona ancora poco toccata dall’uomo e quindi ricca vegetazione.

Poi il Lago di Terlago, anch’esso ricco di vegetazione sommersa e di pesce, a tal punto da essere l’ecosistema lacustre più ricco del Trentino. Un meraviglioso bacino collinare poco profondo, ma le cui acque vantano un singolare colore bruno-olivastro dovuto alla variegata flora.

Ma non solo. Il lago è molto interessante anche dal punto di vista storico considerando che le più antiche testimonianze archeologiche risalirebbero al tardo Paleolitico, circa diecimila anni prima di Cristo.

Insomma, non resta che approfittare di questo Festival per scoprire alcuni dei luoghi segreti del Lago di Garda e questa valle che sembra uscita direttamente da un libro di fiabe.

Lago di Cavedine valle dei laghi

Fonte: iStock

Il Lago di Cavedine nella Valle dei Laghi
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Roppolo, il piccolo borgo incantato tra lago e montagne

Sorge in un territorio ricco di biodiversità, tra laghi, colline, risaie, boschi e sentieri, l’antico borgo di Roppolo, nel Biellese, posizionato nelle estreme propaggini orientali della collina morenica della Serra Morenica di Ivrea. Da qui è possibile abbracciare con uno sguardo il lago di Viverone e la vallata sottostante.

Tre le ipotesi che ruotano intorno alle origini del nome: si pensa che Roppolo derivi dal latino ‘ara-Apollinis’, ossia ‘altare di Apollo’, in quanto quella zona è stata anticamente abitata da nuclei sia celtici che romani, oppure dal prediale germanico ‘Ropolo, Roptulo’, mentre una terza congettura riguarderebbe il piemontese ‘rocol’, e cioè rocca, arroccamento.

Ciò che si sa con certezza, è che il nome ‘Roptul’ fu attestato per la prima volta nel 936, su una delega dell’imperatore germanico Ottone I di Sassonia sul Vercellese, e consegnato ai nobili del territorio. Qualche decennio più tardi, sarà poi citato come tappa dell‘itinerario di pellegrinaggio della Via Francigena.

Il Castello di Roppolo, principale attrazione del borgo

Tra le attrazioni più belle di questo borgo adagiato sulle colline piemontesi c’è l’affascinante Castello di Roppolo, superstite indenne di invasioni, guerre, assedi, espugnazioni e distruzioni, nonché tappa imperdibile per chi passa lungo il vicino tracciato della Via Francigena. Sin dalla fine del IX secolo si erge sulle sommità dell’anfiteatro morenico, da cui domina tutto il paesaggio circostante, che dai ruderi del Castello di Viverone, conduce lo sguardo ad abbracciare in lontananza le bianche case di Ivrea, la valle e le montagne di Aosta, e il colle di Masino.

La sua posizione strategica ne ha decretato la fortuna nei secoli: numerosi condottieri, infatti, lo utilizzarono come quartier generale, tra cui anche Napoleone Bonaparte. Il castello passò in mano a diverse famiglie nobili cambiando di volta in volta uso: nato come roccaforte diviene dimora fortificata, per poi trasformarsi in alloggiamento signorile e, successivamente, in una elegante residenza di campagna.

La magnificenza del passato sotto la potente famiglia dei conti Bichieri è ancora viva e presente nell’ala duecentesca del maniero, sulla cui parete principale domina lo stemma dei tre bicchieri riempiti di vino a metà, sotto il cappello cardinalizio del Cardinale Guala. Dal 1441 fino alla Rivoluzione Francese, il castello passò sotto la signoria dei piemontesi Valperga, cui si deve la ristrutturazione dell’edificio con l’aggiunta dell’ala Est, in stile rinascimentale, che è andata a definire nei suoi elementi essenziali quella che poi è rimasta fino ad oggi la sua fisionomia. Tuttavia, il nome di Ludovico Valperga è legato ad una oscura storia, tra realtà e leggenda.

La leggenda del ‘murato vivo’

Castello e borgo ritorneranno di proprietà sabauda a causa della storia del ‘murato vivo’. Nel 1800, durante i lavori di restauro di una parete, nella terza stanza della torre fu trovata, dietro un muro, un’armatura completa con tanto di scheletro al suo interno. Le spoglie vennero attribuite a Bernardo Valperga di Mazzè, che scomparve forse per mano del suo vecchio compagno d’armi Ludovico Valperga. Tutto deriverebbe da un contenzioso tra Ludovico e Bernardo: quest’ultimo, caduto in un tranello ordito dal primo ai suoi danni, scomparve improvvisamente nel nulla gettando nella disperazione la giovane moglie Maddalena, che sconvolta vagò per giorni nella campagna circostante alla sua ricerca.

Nello studio realizzato dallo storico Renzo Rossotti risulta che la versione ufficiale della scomparsa di Bernardo Mazzè, attribuita ad annegamento in un fiume, non fu creduta dai Savoia, che confiscarono a Ludovico Valperga il castello, in quanto ritenuto responsabile di omicidio. In seguito all’assassinio, furono sentite urla strazianti nell’edificio, soprattutto nelle notti di luna, tali da alimentare la leggenda arrivata fino ai giorni nostri. Un secolo dopo, una commissione si prese la briga di andare a svelare quel mistero, constatando che si trattava del vento che, formando un mulinello in una stanza dell’ultimo piano, provocava un ululato simile a un lugubre lamento. Tuttavia, nessuna spiegazione fu mai fornita riguardo alle misteriosi apparizioni spettrali.

Relax al Lago di Viverone

Roppolo regala anche esperienze incantevoli in un affascinante contesto naturale, come una gita al lago di Viverone. Inserita nel sistema dei “Siti Palafitticoli Preistorici dell’Arco Alpino”, l’area fa parte dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO.

Il lago è un’oasi di protezione faunistica, che offre un ambiente naturale ricco di flora e fauna di notevole interesse, ma le sue sponde sono ben attrezzate per l’accoglienza, grazie alla presenza di molti campeggi, villaggi turistici, alberghi e strutture balneari. Qui c’è la possibilità di praticare tante attività all’aria aperta, dall’equitazione al trekking, passando per escursioni in mountain bike e pesca sportiva. Un luogo davvero unico e affascinante.

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Riaffiorano i resti di un paese sommerso: succede in Italia

Ormai non è una novità: il nostro Paese sta attraversando un periodo di forte siccità che, purtroppo, non è fatto positivo. Infatti, dai fiumi come il Tevere, o dai laghi di cui vi stiamo per parlarle, riemergono i resti di qualcosa che venne inabissato molto tempo fa. Nel primo caso è tornato alla luce un ponte romano antichissimo, in questo secondo, invece, quel che l’assenza di acqua ha riportato in superficie è ciò che rimane di un piccolo paese.

Laghi di Cancano, emerge il paese inabissato dalla diga

Ci troviamo in Valtellina, una regione geografica alpina situata in Lombardia. Proprio da queste parti prendono vita i laghi di Cancano, due bacini idrici artificiali immersi nelle meraviglie del Parco Nazionale dello Stelvio e dove, a causa della siccità, per la prima volta da 80 anni è emerso in parte il paese che si inabissò quando la diga fu costruita.

Vi basti pensare che la portata complessiva dei due invasi è di 187 milioni di metri cubi, e nessuno ricorda di aver visto il livello dell’acqua scendere così tanto.

Realizzati tra il 1922 e il 1956, si trovano in una zona che stupisce i visitatori per la grandiosità del suo ambiente nel quale spiccano, per l’appunto, i due grandi bacini artificiali.

Ciò che il basso livello di acqua ha rimesso in superficie sono i suggestivi resti degli edifici realizzati prima che venissero creati gli invasi, intorno agli anni 50 del secolo scorso.

Una sorta di fantasmi architettonici, scheletri ricoperti di sabbia e fango. Un annientamento che era stato prestabilito, programmato, ma che nonostante tutto cerca di tornare con tutte le sue forze.

laghi cancano siccità

Fonte: Emanuela Galbusera

Ciò che è emerso dai laghi da Cancano

Cosa fare ai laghi di Cancano

Alimentati dalle acque del fiume Adda, i laghi di Cancano sono poco distanti da Bormio e Valdidentro, in un’area del nostro Paese altamente suggestiva.

Raggiungerli non è difficile e la zona è facilmente accessibile a tal punto da poter regalarsi delle piacevoli soste. Ma ciò che toglie il fiato è lo spettacolo che si presenta agli occhi del visitatore: la pace e il silenzio avvolgono tutto il territorio e la visuale, dal canto suo, è magnifica anche grazie ai due laghi (soprattutto quando sono in piena) dall’acqua color turchese.

La zona è molto interessante sia per le famiglie, sia per chi vuole praticare delle attività sportive. Tantissime, per esempio, sono le splendide escursioni a piedi o in mountain bike che si possono fare.

Tra i vari sentieri da percorrere c’è quello che partendo dalle Torri di Fraele, due torri di età medievale situate in una posizione strategica della Valdidentro, percorrono la mulattiera N197 per arrivare alla Croce del Monte Scale, che offre una vista panoramica su tutta la vallata.

Dalla diga di San Giacomo, invece, si può seguire la Val Alpisella, precisamente lungo i sentieri N138 ed N138.1, dove vi sono le sorgenti dell’Adda e raggiungere così Livigno.

Ci sono, inoltre, diversi punti di osservazione per poter ascoltare il bramito del cervo e, se si è fortunati, scovare qualche esemplare anche da vicino.

Insomma, la siccità sta portando notevoli disagi anche ai laghi di Cancano, due perle preziose che, nonostante tutto, vale assolutamente la pena visitare.

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La piscina naturale più suggestiva del mondo si trova in Italia

L’estate porta con sé la voglia di esplorare, scoprire nuovi posti e ammirare tramonti incredibili, circondati dalla bellezza. Proprio questi sentimenti ispira la fantastica piscina naturale italiana, che tutto il mondo ci invidia. Stiamo parlando del Laghetto delle Ondine, un luogo magico che sorge ai piedi del vecchio Faro di Punta Spadillo, subito dopo Cala 5 Denti, sull’isola di Pantelleria.

Il Laghetto delle Ondine di Pantelleria

La natura regala gli scorci e i luoghi più belli in assoluto. La prova è questa piscina naturale di acqua salata, un laghetto incantevole formato da una piccola conca scavata dalla continua azione erosiva delle onde del mare. Circondata da insenature che le conferiscono un aspetto affascinante e selvaggio, si colloca tra scure rocce.

Il bagno all’interno del Laghetto delle Ondine è un’esperienza unica e molto emozionante. Si entra lentamente, in punta di piedi e gradualmente ci si immerge. Esistono solo pochi punti più profondi, che raggiungono appena i due metri. Il resto del fondale di questa piscina naturale ha diverse profondità. Il bello è che in alcuni punti ci si può sedere lasciando le gambe muoversi leggere nell’acqua fresca, ammirando il mare che si staglia all’orizzonte.

Un’emozione unica

Il Laghetto delle Ondine è il luogo perfetto per i momenti di relax. Una delle tradizioni tipiche di questa perla della natura, è quella di fare il bagno al suo interno quando soffia forte il vento di Maestrale. Data la vicinanza del laghetto al mare aperto, con il vento, la cresta delle onde entra al suo interno, ricoprendo di spruzzi freschi i bagnanti.

Questa piscina naturale è anche perfetta per ammirare un tramonto stupendo e insolito. Le luci e l’atmosfera giungono fino a Punta Spadillo, illuminando il Faro, ed il laghetto inizia a spegnere i suoi colori vivaci ed accessi, per lasciare spazio ad un alone di calma, riposo e quiete.

Per arrivare sino al Laghetto delle Ondine, si possono percorrere diverse strade, sia via mare, sia via terra. Attenzione perché il mare davanti al laghetto ha fondali molto profondi e correnti da moderate a forti, non lasciatevi ingannare.

L'isola di Pantelleria

Fonte: iStock

Il mare dell’isola di Pantelleria

L’isola di Pantelleria

L’isola di Pantelleria si trova tra la Sicilia e le coste della Tunisia, un gioiello incastonato nelle acque del Mar Mediterraneo. È un’isola meravigliosa con atmosfere suggestive ed arabeggianti.

Conosciuta anche come la Perla Nera del Mediterraneo per le colate laviche che caratterizzano il paesaggio, l’isola ha origine vulcanica. Anche se, al giorno d’oggi, i fenomeni vulcanici sono ridotti ad acque calde e soffioni di vapore. Per respirare la cultura locale dovete recarvi nei dammusi, le tipiche abitazioni dell’isola costruite in epoca araba nel rispetto dell’ambiente circostante. Esse, infatti, sono progettate non per imporsi sul territorio, ma per adattarsi e fondersi con esso, in modo sostenibile.

Non solo mare, spiaggia e laghetti. Qui, potrete avventurarvi alla scoperta dei siti archeologici e potrete ammirare la stupefacente acropoli romana.

La Sicilia non smette mai di incantare, stupire, affascinare. Il Laghetto delle Ondine è solo uno dei milioni di motivi per questa regione merita di essere visitata.

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Il lago incantato che ha rubato i colori al mar dei Caraibi

Un luogo fiabesco, incastonato nel verde, con colori spettacolari e un’atmosfera magica. Stiamo parlando dell’incantevole Lago Königssee che, con le sue acque color verde smeraldo, incanta turisti e visitatori di passaggio in Baviera.

Situato al confine sud-est con l’Austria, il Königssee è il gioiellino del famoso Parco Nazionale di Berchtesgaden, istituito nel 1978 per conservare e proteggere la natura della Baviera. Si tratta dello specchio lacustre più pulito della Germania, profondo fino a 190 metri.

Il Lago Königssee in Baviera

Il lago era la riserva di caccia e pesca dei Canonici di Berchtesgaden, ai comandi dei Re di Baviera, per questo il suo nome significa letteralmente lago del Re. Il verde smeraldo delle sue acque attira l’attenzione degli amanti della natura che restano folgorati dalla profondità di questo colore caraibico. Il suo aspetto, in realtà, è dovuto ad alcune particelle minerali presenti nell’acqua. Dopo il disgelo del ghiacciaio da cui il lago si è formato, alcune particelle, troppo piccole per cadere sul fondo del lago, sono rimaste sospese nell’acqua. Queste riflettono la luce del sole creando riflessi particolari e unici.

Parco Nazionale di Berchtesgaden

Il Lago Königssee sorge al centro del Parco Nazionale di Berchtesgaden, in Baviera. È facile da raggiungere, sia da Salisburgo che da Monaco. Si tratta di è uno dei sedici parchi nazionali della Germania, l’unico nell’area alpina. Esso protegge buona parte delle Alpi di Berchtesgaden che si trovano in territorio tedesco, offrendo un panorama davvero unico.

I sentieri che percorrono questo territorio sono davvero moltissimi. Da quelli più facili, adatti anche ai bambini, a quelli impegnativi, che portano sulla vetta dei massicci più elevati di questa regione. Un luogo verde, pulito, ricco di natura, con temperature miti e paesaggi mozzafiato. Gli amanti del trekking e delle escursioni avranno pane per i loro denti.

Passeggiare circondati da una stupenda vista dai colori scintillanti è davvero la miglior cura per lo stress quotidiano. Questo parco è una meta perfetta per chi è alla ricerca di un viaggio insolito, riposante e riconciliante.

Lago Konigssee in Germania

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L’acqua smeraldo del Lago Konigssee

Cosa visitare nei dintorni?

Oltre alla natura, che caratterizza la bellezza di questo posto, nei pressi del lago Königssee c’è St. Bartholomä. Qui si trovano ristoranti tipici e la famosa cappella dedicata a San Bartolomeo, conosciuta per le sue suggestive torrette a cipolla. Potete raggiungere la destinazione con una barca, attraversando le acque smeraldo che sembrano il mare dei Caraibi. Con il battello si arriva anche fino al capolinea di Salet e da lì, con una passeggiata di circa 15 minuti, si giunge al laghetto alpino Obersee. Da questo piccolo lago incastonato tra le rocce si scorge in lontananza la stupenda cascata Röthbach, la più alta della Germania.

Se questo non vi basta, il lago Königssee ospita anche un piccolo isolotto disabitato: l’isola di Christlieger.

Se volete un po’ di fresco e paesaggi incantati, sapete dove andare. Tra camminate, cibo bavarese, natura rigogliosa e acque smeraldine, troverete la pace dei sensi. Il luogo perfetto per pic-nic, gite in famiglia e tanto riposo. Non vi resta che prenotare il soggiorno e volare verso il lago dalle acque cristalline.

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Esiste un lago che sembra uscito da un sogno: è bellissimo

Esistono luoghi che sembrano irreali, perché tanta è la perfezione che li caratterizza che pare siano stati creati artificialmente. E invece, ancora una volta, è merito della natura.

È lei che ci regala gli spettacoli naturali più straordinari del mondo, quelli che incantano la vista e inebriano i sensi, quelli che assumono i lineamenti e le forme che fino a quel momento appartenevano ai nostri sogni, e a loro soltanto.

Ed è un vero e proprio sogno anche quello che si spalanca davanti agli occhi dei viaggiatori che raggiungono il Lago di Ocrida, uno dei più grandi della penisola balcanica, uno dei più antichi della Terra. Uno dei più belli del mondo intero.

Il Lago di Ocrida

Lontano dai sentieri più battuti dal turismo di massa, e nascosto alla stregua di un tesoro prezioso nel sud della penisola balcanica, esiste un lago di immensa bellezza che per visioni e colori ricorda un paradiso terrestre. Si tratta del Lago di Ocrida, o Lago di Ohrid, il più antico e profondo bacino d’acqua di tutta l’Europa.

Situato tra l’Albania e la Macedonia del Nord, questo gioiello naturale è stato inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco nel 1979 perché così immenso è il suo tesoro naturalistico, storico e paesaggistico che merita di essere preservato e valorizzato.

Le sue origini risalgono a un milione di anni fa, e queste lo rendono il lago più antico del nostro continente. Nei secoli centinaia di specie floristiche e faunistiche hanno trovato nel lago e nei suoi dintorni il loro habitat naturale, il che lo rende un luogo perfetto per gli amanti della natura. Il Lago di Ocrida, infatti, è lo specchio d’acqua con il maggior numero di specie endemiche: se ne contano più di 200 tra esemplari animali e vegetali.

Per il suo aspetto, che incanta a vista d’occhio, il lago è diventato la cartolina dei Balcani. Ma non sono solo le mille sfumature di azzurro e di verde, che richiamano i paesaggi esotici, a lasciare senza fiato, ma è tutto lo scenario che caratterizza questo territorio. L’acqua dai colori intensi, che vanno a sfumare verso l’orizzonte, si alterna a villaggi di pescatori, a monasteri ortodossi e a natura lussureggiante che, tutti insieme, offrono visioni idilliache e paragonabili a pochissime altre cose al mondo. Sì, questo è uno dei posti più belli dei Balcani, ed è pura meraviglia.

Meravigliosi Balcani

Il Lago di Ocrida è il perfetto punto di partenza per scoprire tutte le meraviglie che appartengono a questo territorio. Da qui, infatti, è possibile raggiungere i villaggi dei pescatori, alcuni dei monasteri ortodossi più belli del mondo e, ancora, scoprire tutti quei luoghi dove la natura regna ancora incontaminata e selvaggia.

Imperdibile è la chiesa ortodossa macedone San Giovanni il Teologo a Kaneo, uno dei luoghi più fotografati di questo territorio straordinario. Situato su una scogliera della spiaggia di Kaneo, l’edificio si affaccia direttamente sul lago di Ocrida dando vita a uno scenario mistico e sospeso.

Anche Ohrid merita assolutamente una sosta prolungata. Caratterizzata da casette bianche e chiese suggestive, questa città della Macedonia del Nord sembra uscita da un libro di fiabe. È chiamata anche la Gerusalemme dei Balcani per via dei numerosi edifici sacri che si snodano tra le stradine acciottolate.

Fermatevi tra queste e godetevi gli straordinari scorci che si aprono davanti ai vostri occhi passo dopo passo. La vista, da qui, è bellissima.

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Anche un tramonto sul lago può essere magico: questi luoghi lo confermano

No, non ci sono solo le spiagge. Anche se durante la bella stagione la parola tramonto si collega immediatamente a distese di sabbia e salsedine, la verità è che basta pensare in maniera diversa per scoprire qualcosa di davvero unico e incantevole: i tramonti sui laghi. Che per altro, diciamolo pure, in Italia sono tutti bellissimi.

Scegliere non è affatto facile: il BelPaese raccoglie alcuni specchi d’acqua dolce così meravigliosi e carichi di storia che fare una cernita sembrerebbe impossibile. Il consiglio è quello di vederli tutti, almeno una volta nella vita, cominciando però da quelli che vi elenchiamo, che sono (forse) i più famosi e romantici.

Il tramonto incantevole sul Lago Maggiore

Come si fa a descrivere la bellezza del Lago Maggiore? Le sue acque calme, la sua posizione che sembra quasi renderlo un gioiello al collo di una donna bellissima, le sponde morbide che si fanno lambire dall’acqua: cosa può rendere ancor più bello questo scorcio che, già da solo, mozza il fiato? Semplice: l’ora del tramonto. Mentre il sole va a dormire, il lago si tinge di morbide tonalità di rosa e viola e sembra di vivere una favola.

Un suggestivo tramonto sul Lago Maggiore

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Il tramonto sul Lago Maggiore visto dall’Eremo di Santa Caterina del Sasso

Uno dei punti più belli da cui osservare il tramonto è sicuramente l’Eremo di Santa Caterina del Sasso. Questo monastero antico, che ha già un’atmosfera mistica, sorge a strapiombo sulla riva orientale del lago e fornisce un punto di osservazione così particolare e suggestivo da essere davvero indimenticabile.

Tramonti sui laghi: gli scorci del Lago di Como

Non c’è niente che evochi ricordi letterari e poetici come il Lago di Como. Ogni sponda di questo lago ha una sua particolarità e riesce a mescolare la componente umana alla natura in una maniera così armoniosa da fare invidia a tutto il resto del mondo. Incanti di marmo, roccia e sabbie si uniscono al suo fascino, dato anche dall’essere da sempre un rifugio aristocratico e chic, oltre che dalla sua fama di lago più profondo d’Italia.

Uno scorcio del lago di Como

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Il tramonto sul Lago di Como, visto da Varenna

Va da sé che un posto così bello diventi ancor più ammaliante al tramonto. I riflessi del sole che scende baciano languidamente le aree verdi e le costruzioni chiare che si affacciano sulle sue acque, dando l’impressione di tingere d’oro tutto il panorama. Una delle viste più belle? Quella che si può godere dalle sponde di Varenna, il borgo lombardo degli innamorati.

Il tramonto più selvaggio: quello del Lago Trasimeno

Ci sono tramonti e tramonti, diciamolo pure: ad alcuni di noi batte il cuore quando il sole cala su uno scorcio incontaminato, dove a fare da padrona è la natura, nelle sue forme più vive e pulsanti. C’è un lago italiano che sembra sposare questa preferenza, che sembra farla sua: il Lago Trasimeno. Tra canneti e piccoli pontili, profumi di una flora unica e una fauna protetta, questo lago colpisce il cuore di chi ama davvero l’ambiente.

Il tramonto suggestivo sul Lago Trasimeno

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Il tramonto sul Lago Trasimeno visto da San Savino, Magione

Quando il sole tramonta, il Lago Trasimeno assume delle sfumature che vanno dal blu al dorato, fino al rosso, per poi tendere al viola. Uno spettacolo da godersi, in particolare, all’interno dell’Oasi Naturalistica di San Savino, dove acque basse e uccelli di grande interesse ornitologico sono il contesto più spettacolare che si possa desiderare.

Un tramonto da non perdere: quello sul Lago di Garda

Ultimo, ma non per importanza, il tramonto sul Lago di Garda. La bellezza di questo lago attrae turisti da ogni parte del mondo, che cercano da sempre il punto più bello per abbracciare con lo sguardo tutta la sua vastità. Le sue acque, durante la bella stagione, sono calme e riflettono il panorama circostante come una tela, tra suggestioni e luci abbaglianti.

Tramonto sul Lago di Garda

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Lago di Garda, tramonto visto da Malcesine

Al tramonto, i colori variano in base al punto d’osservazione. Il cielo si fa sempre rosato e poi ambrato, e la luce accende case e aree verdi facendole brillare in maniera intensissima. Un vero spettacolo che tutti dovrebbero vedere almeno una volta nella vita.

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Lungo il Cammino Borlezza che porta fino al Lago d’Iseo

Con la bella stagione, non c’è niente di meglio che immergersi nella natura e ammirare gli incredibili panorami che il nostro territorio ci offre. E nell’immenso patrimonio paesaggistico che possiamo vantare ci sono anche fiumi, laghi, torrenti e sorgenti: proprio per valorizzare queste risorse idriche, nascono i Cammini d’Acqua. Tra le colline e i primi rilievi alpini del Bergamasco, questi itinerari ci portano alla scoperta di bellezze uniche al mondo. Come il Cammino Borlezza, che arriva sino al Lago d’Iseo.

Il Cammino Borlezza, natura magnifica

Il progetto Cammini d’Acqua nasce con l’intento di dare nuovo slancio al turismo lento sul territorio, valorizzando al contempo un patrimonio ambientale dal grande fascino, concentrandosi prevalentemente sulle vie d’acqua. L’idea è quella di sfruttare antichi sentieri già presenti e quasi completamente dimenticati, ma anche di creare nuovi itinerari per dare vita ad una rete di percorsi tematici. Le prime due sorprese sono già state presentate al pubblico.

Si tratta del Cammino dei Fontanili e del Cammino Borlezza, entrambi approntati nella massima tutela del paesaggio e della natura. Il secondo è quello che vogliamo andare ora a scoprire, un bell’itinerario da percorrere a piedi seguendo il corso del torrente Borlezza. Lungo ben 29 km, è un sentiero di media difficoltà perfetto per gli amanti del trekking, che conduce alla scoperta di alcune delle bellezze più suggestive dell’intera regione. Dipanandosi dalle pendici del Monte Pora, massiccio delle Prealpi Bergamasche, il cammino giunge sino al Lago d’Iseo, offrendo panorami da mozzare il fiato.

Songavazzo

Songavazzo

Le tappe più belle del Cammino Borlezza

Perché avventurarsi in questa lunga camminata tra la natura incontaminata del Bergamasco? L’esperienza outdoor lungo il Cammino Borlezza è senza dubbio inimitabile: si parte dalla sorgente di questo torrente dalle acque fredde e cristalline, seguendo il suo corso in verdi vallate e ampie praterie, attraverso boschi rigogliosi e canyon imponenti. Il sentiero conduce anche ad ammirare deliziosi paesini dove il tempo sembra essersi fermato: come il borgo di Onore o quello di Rovetta, che offrono alla vista bellissime architetture di gran pregio.

Il paesino di Songavazzo, con il suo maestoso campanile che spicca in mezzo al verde, regala poi una visione mozzafiato: è qui che si trova una delle Panchine Giganti sparse in tutta Italia, da cui si gode di un panorama incredibile sull’intera vallata circostante. Poco più distante, nel borgo di Cerete, ci sono splendide testimonianze di un passato in cui l’acqua aveva un ruolo di gran spicco. Qui sorge il Parco dei Mulini, dove antiche strutture con le loro imponenti ruote si sono perfettamente conservate, regalandoci un piccolo stralcio di vita quotidiana dei secoli scorsi.

Ancora, seguendo il torrente Borlezza, si incontra un altro paesaggio naturale a dir poco incredibile. Il corso d’acqua, deviato attraverso un canale artificiale, ha scavato nei millenni un canyon meraviglioso, oggi racchiuso all’interno del Parco della Gola del Tinazzo. La potenza dell’acqua si nasconde in questo panorama suggestivo, caratterizzato da rocce scavate e detriti che pian piano si sono accumulati sul letto del torrente. E a due passi da qui, finalmente, il Lago d’Iseo: si conclude così un cammino quasi magico, con uno scorcio che ripaga di tutti gli sforzi compiuti in questi lunghi chilometri.

Parco dei Mulini

Il Parco dei Mulini