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L’incantesimo sta per trasformare il parco in un lago: ecco quando accadrà

Un parco che si trasforma in lago e viceversa. No, non siamo in un libro che narra di terre magiche, e nemmeno stiamo parlando di un incantesimo, anche se sembrerebbe proprio frutto di un incanto. Ma ci troviamo in Austria dove la natura, supera ogni effetto speciale di romanzi e film, e ci regala un evento incredibile.

Il Gruner See si trova nella regione della Stiria, e bisogna sapere esattamente quando visitarlo per poter godere dello spettacolo che trasforma questo spazio verde lussureggiante in un lago dalle acque cristalline. Sono solo massimo un paio i mesi all’anno durante i quali è possibile ammirare la magia del lago, che poi si ritira per lasciare nuovamente alla vista il parco.

Il parco che si trasforma in un lago, quando visitare il Gruner See

A partire da maggio, ecco quando pianificare una vacanza in Austria nella regione della Stiria: da questo momento, e per un paio di mesi, infatti, il parco alle pendici dello Hochschwab si trasforma in un lago ed è possibile ammirare lo spettacolo del Gruner See.

Ma come avviene l’incantesimo che trasforma il parco in uno specchio d’acqua? Sono due gli elementi che concorrono alla magia: da una parte lo scioglimento delle nevi, che avviene quando le temperature si alzano. Dall’altra il fatto che il terreno sia poco permeabile e che, quindi, non assorba l’acqua. E il risultato è a dir poco eccezionale: il lago che si viene a creare è suggestivo e lascia senza fiato.

L’estensione è abbastanza ampia e nei punti più elevati lo specchio d’acqua raggiunge i 12 metri di profondità. I mesi migliori per pianificare una visita sono maggio e giugno, quando il Gruner See è nel suo massimo splendore: poi, con il clima più caldo, l’acqua piano piano evapora e viene assorbita dal terreno.

Viene chiamato anche lago verde, il perché è dato dal colore delle sue acque: infatti andando a ricoprire la vegetazione, l’impatto esterno restituisce agli occhi le sfumature di alberi ed erba.

Quando vedere il Gruner See il parco che si trasforma in lago

Fonte: iStockPhoto

Quando pianificare una vacanza per vedere il Gruner See, il parco che si trasforma in lago

Gruner See, quando visitarlo e cosa vedere

Quindi il momento migliore per visitare questa zona è nei mesi di maggio e giugno quando le acque raggiungono il livello più alto. Il risultato è un vero e proprio spettacolo della natura che ci consente di vistare un suggestivo laghetto alpino circondato da uno scenario da sogno: fatto di alberi e natura lussureggiante.
Osservando le acque del Gruner See si potranno notare piante, sentieri e panchine: tutto sommerso e pronto a tornare in superficie quando la magia darà appuntamento all’anno successivo.

Passeggiate, visite a pittoresche cittadine e una totale immersione nella bellezza della natura sono le tante altre cose che si possono vedere quando si pianifica una vacanza in questa regione austriaca. La Stiria è una molto attrezzata per il cicloturismo con percorsi da godersi in lentezza e in bici, ammirando il paesaggio circostante. In questa zona ci sono cittadine tutte da scoprire e parchi naturali.

E senza dubbio vale la pena visitare due mete nei dintorni: si tratta delle città di Graz, patrimonio dell’Umanità UNESCO con un suggestivo centro cittadino, e Linz attraversata dal Danubio e dove si può assaporare quella che pare essere la torta più antica del mondo: si tratta della Linzer, la cui prima ricetta pare risalga alla metà del 1600.

Una vacanza all’insegna della natura, della storia e della bellezza. Con un pizzico di magia, quella regalata dall’incanto del parco che si trasforma in lago.

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Lago Maggiore e dintorni, luoghi meravigliosi toccati dal Giro d’Italia

La quattordicesima tappa del Giro d’Italia, oggi sabato 20 maggio, vede la partenza dal comune svizzero di Sierre, nel Canton Vallese, e l’arrivo a Cassano Magnano, in provincia di Varese dopo 194 chilometri.

Si tratta di un percorso che attraversa la provincia del Verbano-Cusio-Ossola, costeggia la zona meridionale del Lago Maggiore e il Varesotto: conosciamo più da vicino i luoghi meravigliosi che fanno da cornice alla tappa odierna della 106esima edizione della corsa rosa.

Sierre, la capitale del Gusto del Canton Vallese

Sierre, piccolo comune svizzero del Canton Vallese, è una vera e propria “capitale del gusto” dove non perdere l’occasione di assaggiare la miglior raclette del territorio e andare alla scoperta delle svariate enoteche della città con i pregiati vini del Cantone quali il Fendant o il Petite Arvine.

Baciata dal sole e immersa tra le colline nell’abbraccio dei vigneti, è il punto di partenza ottimale per escursioni in una delle più importanti regioni viticole della Svizzera.

Le meraviglie della Val d’Ossola

Lo spettacolare Passo del Sempione, contornato da altissime cime, introduce al rientro in Italia: ecco la Val d’Ossola, ricca di sorprese come, ad esempio, Vogogna, uno dei Borghi Più Belli d’Italia nonché Bandiera Arancione del Touring Club.

Nel verde del Parco Nazionale della Val Grande, la perla della Val d’Ossola conserva nel suo centro storico medievale importanti testimonianze del passato sotto la Signoria dei Visconti come il Palazzo Pretorio su Piazza Pretorio voluto nel 1348 da Giovanni Visconti e il Castello Visconteo edificato, sempre dal Visconti, nel 1344: oggi ospita le mostre permanenti “Tempo di lupi. La storia di un ritorno” e “Il soldatino di piombo”.

Ancora, a Mergozzo, si trova la storica cava di Candoglia, da cui si estrae un marmo unico nel suo genere, dal tipico colore rosa, bianco o grigio, la roccia più pregiata dell’Ossola, impiegata anche per la costruzione del Duomo di Milano.

Ma non è tutto: fa bella mostra di sé anche il Lago di Mergozzo, limpido specchio lacustre a pochi chilometri dal Golfo Borromeo, meta ideale per gli appassionati di sport acquatici come kayak, canoa e windsurf.

Stresa e Arona, incanto del Lago Maggiore

Magnifica è Stresa, sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, che si fa ricordare per l’eleganza, la natura rigogliosa e le esclusive dimore tra cui citare Villa Pallavicino, sontuosa villa abbracciata dal Parco, preziosa oasi di verde che si estende per 18 ettari sul lungolago con roseti e alberi monumentali quali i lyriodendri più antichi in Italia, ginkgo biloba, sequoie, magnolie e uno stupendo cedro del Libano.

Inoltre, il borgo è punto di partenza per una gita alle Isole Borromee: una visita ai giardini e ai sontuosi palazzi dell’Isola Madre e dell’Isola Bella rimane nel cuore.

L’attrazione più importante della graziosa Arona è, invece, il colosso di San Carlo Borromeo, o San Carlone, l’imponente statua in bronzo del cittadino più illustre, alta ben 35 metri.

Da non perdere nel Varesotto: il Parco Archeologico di Castelseprio e Cassano Magnano

Dopo aver attraversato il Ticino, si arriva nel Varesotto, simbolo dell’eccellenza italiana nel settore dell’aeronautica.

Qui imperdibile è il Parco Archeologico di Castelseprio, che include i resti di un castrum del V secolo a.C. e un borgo al di fuori dalle mura: all’interno del castrum, protetto dalle mura che difendono anche l’avamposto conosciuto come “Monastero di Torba”, si fanno notare il complesso paleocristiano di San Giovanni, con basilica e battistero, una cisterna con pozzo, la chiesa romanica di San Paolo e varie case private.

Nel borgo sorge l’oratorio di Santa Maria foris portas del X secolo.

Infine, Cassano Magnano accoglie con il Castello dei Cento Tetti, la Torre di San Maurizio di epoca romana, simbolo della città, ed eleganti dimore nobiliari come le settecentesche Villa Buttafava e Villa Oliva.

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Il borgo sul Lago di Como con pozze smeraldo (e altalena) e cascata rilassante

Tra i tanti bei borghi che s’affacciano sul Lago di Como, questo è, forse, tra i meno noti. Eppure, Domaso, con le sue case color pastello che si riflettono nelle acque trasparenti non è affatto da meno. Nell’alto Lario occidentale, questo piccolo Comune è formato da un borgo antico in riva al lago e da piccole due frazioni.

Di origine romana e attraversata dalla via Regina, l’antica strada che collegava Como alla Rezia (l’attuale Svizzera) passando per la Valchiavenna, si sviluppò come piccolo borgo di pescatori, con case dai colori vivaci addossate le une alle altre con archi e portici.

Domaso, il villaggio dei pescatori

Ancora oggi il paese è rimasto praticamente tale e quale, con ripidi vicoli acciottolati (detti “strecc”) che dai portici salgono a monte costeggiando case le cui facciate sono rimaste affrescate con gli stemmi di famiglia dell’epoca rinascimentale.

Meritano una visita la chiesa affrescata di San Bartolomeo, costruita nel XVI secolo, e il santuario della Madonna della Neve, eretto nel ‘600 per un voto dei capifamiglia durante la peste. Tra le belle ville che ci sono a Domaso da notare sono Villa Miani, eretta all’inizio dell’800 e appartenuta al generale Miani, conquistatore della Libia e Villa Camilla, costruita dai nobili di Calderara nel ‘600, che oggi è la sede del Municipio, con soffitti affrescati e un bellissimo giardino dove fioriscono diverse varietà di camelie, cedri e conifere.

Da antico villaggio di pescatori, Domaso è diventato, col tempo, il centro più ospitale dell’alto Lago, con tanti campeggi e accoglienza per i turisti, molti stranieri, che si concentrano soprattutto nella stagione estiva. Il lago offre sicuramente tante attività acquatiche, e c’è anche una bella spiaggia dove rilassarsi a prendere il sole.

Le cascate di Domaso e le pozze smeraldine

Ma tra i luoghi imperdibili che ci sono a Domaso, le pozze d’acqua color smeraldo (con tanto di altalena da cui lanciarsi) e le cascate che vi si gettano roboanti. Per raggiungere questo luogo idilliaco, basta seguire il corso del Torrente Livio che parte proprio dal paese e andare verso monte (si consiglia di indossare scarpe con gomma e che si possano bagnare perché in certi punti si cammina proprio dentro l’acqua).

Lungo il torrente, si incontrano diverse cascate artificiali, ai piedi delle quali si sono create delle bellissime pozze d’acqua fresca color smeraldo – grazie al greto di sassi chiari sul fondo – dove si può anche fare il bagno, temperatura esterna permettendo. Alcune pozze sono molto profonde e sono un invito per i più temerari che si possono tuffare dalle rocce. I più fifoni possono invece dondolarsi su un’altalena che è stata collocata proprio su una di queste pozze e lanciarsi da pochi centimetri d’altezza nell’acqua cristallina.

Chi lo desidera, può addentrarsi oltre per trovare una delle cascate più deliziose (e inaspettate) del Lago di Como. Per salire fino a questo punto dal paese bisogna, però, camminare all’incirca tre ore. Ne vale sicuramente la pena.

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Fonte: 123rf

Le cascate di Domaso
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Il borgo segreto del Lago di Garda dove andare quest’anno

Sul Comune di Toscolano Maderno quest’anno sventola la Bandiera Blu. Al paese lombardo della provincia di Brescia, affacciato sul Lago di Garda, mancava solo questo piccolo dettaglio per diventare uno dei luoghi imperdibili da visitare in Italia.

Incantevole è il borgo lacustre con le case color pastello che s’affacciano sulle calme acque del Garda, con le barche attraccate al moletto e la pittoresca passeggiata lungolago, bellissima all’ora del tramonto.

Alle sue spalle, le dolci colline con le antiche limonaie che, fino agli inizi del secolo, punteggiavano tutto il territorio. Gli agrumi coltivati dai frati francescani qui venivano esportati in tutta Europa, e il borgo era un luogo di lusso e di benessere per chi ci viveva.

Ancora oggi qui si respira prosperità e bellezza. Toscolano Maderno è considerato un museo a cielo aperto, dove natura, cultura e storia si intrecciano.

Un importante centro culturale

Fu il centro di un’industria avviata fin dal Trecento, quella cartaria, di grande importanza nei territori della Repubblica Veneta, tanto che dal porto di Toscolano Maderno partivano le navi dirette alla Serenissima colme di carta. Questo tipo di produzione diede addirittura il nome all’intera valle che ancora oggi è conosciuta con il nome di Valle delle Cartiere.

Tra il Quattrocento e il Settecento, a Toscolano Maderno risiedevano molte famiglie nobili e, ancora oggi, a testimonianza di questi secoli di splendore, rimangono splendidi palazzi come il Palazzo Delai, risalente al XVII secolo con pregevoli affreschi esterni.

Di quest’epoca industriale ne è testimonianza anche il Polo Cartario di Maina Inferiore, un affascinante complesso produttivo trasformato in museo. Al suo interno si ripercorrono le tappe della storia della produzione cartaria dalle origini al Novecento.

Ma non ci sono solo i ricordi della storia legata alla produzione della carta. A pochi metri dall’ingresso alla Cartiera di Toscolano, si possono ammirare i resti di una villa romana, quella dei Nonii Arrii, una delle più importanti e influenti famiglie bresciane. Si tratta di uno dei più importanti edifici residenziali presenti in età romana sulle rive del Lago di Garda, un po’ come le celebri Grotte di Catullo che ci sono a Sirmione.

Benché scavata solo in parte, la villa è già ben visibile. Secondo gli esperti, doveva avere un aspetto monumentale, con una loggia frontale affacciata sul lago e tanti ambienti, alcuni dei quali con pavimenti a mosaico, e un lungo corridoio decorato alle pareti. E poi, giardini, fontane e porticati. Doveva essere una villa di grande lusso per l’epoca, insomma. Ora la si può visitare nei mesi estivi, tra giugno e settembre.

La strada panoramica

Raggiungere Toscolano Maderno è uno dei viaggi più belli che si possano fare lungo il Garda.  Una volta lasciata l’autostrada, s’imbocca la celebre Strada Gardesana occidentale, una strada panoramica che, nel suo insieme, è lunga 7o chilometri e che costeggia tutta la riva lombarda del lago. Collega i più bei borghi del Garda, da Sirmione a Gardone fino a Riva del Garda, con un continuo sali-scendi tra le dolci colline, ma costeggiando anche le ripide montagne di calcare bianco a strapiombo sulle acque.

In questa zona d’Italia si respira un’atmosfera mediterranea, per la vegetazione e i paesaggi, e il lago sembra un mare.

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Fonte: 123rf

La Strada Gardesana

Le attività outdoor

Una lunga e splendida passeggiata che costeggia il lago permette di partire dall’entrata del Golfo di Maderno e arrivare fino al Lido degli Ulivi a Toscolano. Ma il paese è il punto di partenza di tantissime escursioni. Prima fra tutte, la Vecchia via delle cartiere, circa 5 chilometri di cammino alla scoperta dei luoghi che hanno fatto la storia di questo luogo. Ci sono anche tanti percorsi ciclabili o da percorrere con la mountain bike.

Con la bella stagione, il lago offre tantissime attività sull’acqua, dal paddle alla vela dalla canoa al kayak.

Toscolano Maderno vanta anche una bellissima e lunga spiaggia sabbiosa che niente ha da invidiare alle spiagge del mare. Si chiama Lido Azzurro ed è una spiaggia in sabbia attrezzata, frequentata soprattutto da famiglie con bambini e si trova proprio sul lungolago. Le altre spiagge, invece, sono libere e di sassi. Molto amata anche la spiaggia per cani, Bau Beach, in zona Rivagranda.

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Fonte: 123rf

Il borgo di Toscolano-Maderno sul Garda
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Il lago smeraldo che sembra uscito da una fiaba

Esistono alcuni luoghi che sono così belli da non sembrare veri. Posti che per forme, lineamenti e colori sembrano appartenere all’immaginario fiabesco nel quale ci siamo rifugiati da bambini. Ma che invece sono reali, e per questo ancora più straordinari. Si tratta di di luoghi incantati che sono stati sapientemente plasmati da Madre Natura e che oggi creano paesaggi di infinita bellezza destinati a incantare e lasciare senza fiato.

Ed è proprio al cospetto di uno scenario incantato e fiabesco che oggi vogliamo portarvi. Di un lago color smeraldo, incastonato tra le montagne al confine della California e il Navada, che ha rubato il colore al Mar dei Caraibi. Pronti a partire?

Un gioiello scintillante custodito tra la California e il Nevada

Il nostro viaggio di oggi ci conduce dall’altra parte del mondo, alla scoperta di uno dei luoghi naturali più affascinanti di tutto il pianeta. Un posto dove le infinite sfumature di blu incontrano i colori dello smeraldo dando vita a un paesaggio che lascia senza fiato.

Ci troviamo tra le montagne della Sierra Nevada, è proprio qui che tra i paesaggi sterminati che si perdono all’orizzonte e capolavori naturali, si estende un grande lago d’acqua dolce che assomiglia a un gioiello prezioso.

Si tratta del lago Tahoe, generosamente spartito tra la California e il Nevada, uno specchio d’acqua dalle infinite sfumature che con gli anni è diventato meta prediletta di tutti gli amanti della natura e dei viaggiatori che osano spingersi fin qua giù.

Frequentato d’estate, per le sue incantevoli spiagge, e popolato l’inverno per gli impianti sciistici, il lago Tahoe si trova proprio nei pressi del Parco statale di Emerald Bay e del Lake Tahoe Nevada State Park, i cui accessi sono situati, rispettivamente, lungo la sponda sud-occidentale e quella nord orientale.

Questo specchio d’acqua è uno dei più profondi di tutti gli Stati Uniti, secondo solo al Crater Lake in Oregon, ed è anche uno dei più frequentati di tutto il Paese. Basta guardare le fotografie che popolano le istantanee di viaggio di chi è stato qui per intuirne i motivi.

Il lago che sembra uscito da una fiaba

Il lago Tahoe è una meta imprescindibile per tutti i viaggiatori che scelgono di avventurarsi tra le montagne della Sierra Nevada. Grazie ai suoi colori, caratterizzati da infinite sfumature smeraldo, questo specchio d’acqua assomiglia a una cartolina proveniente dal Mar dei Caraibi.

Alle tinte intense e straordinarie del lago, che caratterizzano in maniera univoca lo scenario, si aggiungono le maestose montagne della Sierra Nevada, le cui vette innevate fanno da cornice a un paesaggio di infinita bellezza. Tutto intorno, poi, si snodano lussureggianti boschi che terminano sulle spiagge sabbiose che sprofondano nel lago. Tahoe, visto nella sua totalità, è un vero e proprio sogno a occhi aperti.

La bellezza di questo luogo non è solo confermata dalle migliaia di persone che scelgono di raggiungere il lago in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, ma è stata decantata anche da registi che hanno scelto questo specchio d’acqua come set naturale di alcune pellicole che hanno fatto la storia.

Il lago Tahoe, infatti, ha ospitato le riprese del film “Un posto al sole”, interpretato da Elizabeth Taylor e Montgomery Clift e “City of Angels”, l’iconica pellicola con Nicolas Cage e Meg Ryan. Le acque color smeraldo del lago, inoltre, hanno fatto da sfondo anche a “Guardia del corpo”, il film diretto da diretto da Mick Jackson, con ha visto protagonisti Whitney Houston e Kevin Costner.

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La triste fine del Lago d’Aral

Era uno dei quattro laghi più estesi del Pianeta (dopo il Mar Caspio, il Lago Superiore e il Lago Vittoria) al confine tra l’Uzbekistan e il Kazakistan, ma oggi rimane un pallido ricordo e, al suo posto, soltanto sale, sabbia e scheletri di navi arenate.

Stiamo parlando della triste storia del Lago d’Aral, lago salato di origine oceanica, che negli anni Sessanta aveva una superficie di 68.000 chilometri quadri mentre adesso la sua grandezza si è ridotta del 75% a causa di un vero disastro ambientale provocato dalle attività umane.

Perché il Lago d’Aral si è prosciugato

Le sue acque erano limpidissime, i fondali poco profondi e abitati da svariate specie ittiche che consentivano un’importante attività legata alla pesca.

Un brutto giorno, il regime sovietico durante la Guerra Fredda mise a punto un progetto per deviare, con apposite canalizzazioni, le acque dei due fiumi emissari del lago, “Syr Darya” e “Amu Darya” per intensificare le irrigazioni delle piantagioni di cotone impiantate a forza nella vicina zona arida dell’Uzbekistan.

In questo modo, la ridotta portata di acqua rimanente nel corso dei fiumi non è più stata sufficiente per controbilanciare la naturale evaporazione del Lago d’Aral (che si trova in una zona con il clima più arido della Terra) portandolo, inevitabilmente, all’estinzione.

Ma, purtroppo, non finisce qui: la monocoltura del cotone ha soppiantato la tipica biodiversità dell’area, basata su frutta e cereali, ed è stata sostenuta da ingenti quantità di concimi chimici e diserbanti che, anno dopo anno, hanno raggiunto una grave concentrazione nelle acque residue del lago, avvelenando la zona per chilometri e chilometri.

Scomparsa l’acqua, rimangono soltanto polveri inquinanti mescolate alla sabbia, a testimoniare uno dei disastri ecologici più grandi della Storia.

Ad aggravare ancora di più la situazione, inoltre, i materiali abbandonati nei magazzini di una base militare su una delle molte isole in cui vennero condotti esperimenti militari con sostanze tossiche come l’antrace: la popolazione paga così un prezzo altissimo con decrescita esponenziale, malattie oncologiche, malformazioni e aumento della mortalità infantile.

Le drammatiche conseguenze della fine dell’Aral

Dove un tempo prosperava il lago che mitigava il clima torrido della zona, oggi resta una distesa sterile di sabbia, un’elevata escursione termica e l’evaporazione sempre più veloce della poca acqua residua.

Le ormai frequenti e violente tempeste di sabbia diffondono le polveri inquinanti a centinaia di chilometri di distanza, compromettendo anche il terreno su cui si depositano.

Un altro tristissimo esempio di quanto la fine del Lago d’Aral abbia influito sulla vita locale è rappresentato dalla vicina cittadina di Moynaq, in passato attivo centro costiero: ora, le rive del lago si sono allontanate di circa 50 chilometri e gli abitanti hanno perso la loro fonte di sussistenza e, a causa del dilagante inquinamento, sono vittime di gravi malattie quali epatiti, tubercolosi e cancro alla gola almeno tre volte in più rispetto alla media della nazione.

La maggior parte del territorio è ormai contraddistinto da un desolante deserto dove svettano le carcasse arrugginite degli ultimi pescherecci: il 10% del lago originario è alimentato da una sorgente sotterranea di qualche chilometro, protetta dalla diga Korakal e da nuove canalizzazioni nel tentativo di salvare il salvabile.

Ma il danno è compiuto.

L’unica soluzione percorribile, a detta degli ambientalisti, è quella di umidificare l’area in modo da preservare, per quanto possibile, perlomeno la salute della popolazione locale.

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Malcesine, il borgo sul lago che stregò Klimt

Nell’abbraccio del Monte Baldo e delle azzurre acque del Lago di Garda, Malcesine è uno di quei borghi che rimangono impressi per sempre, una felice combinazione di natura, storia, avventura e scorci impagabili.

Bandiera Arancione del Touring Club, si distingue per il fascino irresistibile, per un’accoglienza di qualità e un’offerta d’eccellenza, per il panorama da favola e per le molteplici attività che propone ai suoi visitatori: dal relax, alle passeggiate, alle escursioni sul Monte Baldo, fino a emozionanti tour in battello e piacevoli pedalate sulle comode piste ciclabili.

Non è un caso che Malcesine, il borgo più caratteristico del Lago di Garda in provincia di Verona al confine con il Trentino, abbia stregato artisti del calibro di Klimt e Goethe: il pittore austriaco ne rimase abbagliato e dipinse due tra i suoi paesaggi più famosi ispirandosi alla sua intramontabile bellezza (“Malcesine sul Lago di Garda”, andato perduto nell’incendio del 1945 al Castello di Immendorf a Vienna e “La Chiesa di Cassone”, conservato presso la Galleria di Arte Moderna a Roma) mentre il poeta tedesco lo racconta nel celebre “Viaggio in Italia” e gli dedica disegni che si possono ammirare al Museo di Storia Naturale del Baldo e del Garda.

Le tappe da non perdere a Malcesine

Una visita all’affascinante borgo sul lago può iniziare dal centro storico, un pittoresco cuore di origine medievale caratterizzato da piazzette e vie acciottolate, le antiche case affiancate l’una all’altra, i muri in pietra, le porte, gli orti, i cortili, gli angoli mozzafiato nonché da osterie, ristorantini, pub, caffetterie, negozi e atelier.

Passeggiare nel raccolto centro consente di vivere appieno l’atmosfera che permea Malcesine, “Perla del Garda”, e raggiungere in poco tempo le sue attrazioni principali quali la Chiesa parrocchiale di Santo Stefano, la Chiesa dei SS.Benigno e Caro detta “della Disciplina”, il Palazzo dei Capitani, il Castello Scaligero e il Porticciolo.

Il Palazzo dei Capitani, edificato tra il Duecento e il Trecento, fu la sede dei capitani scaligeri e, successivamente del Capitano del Lago: oggi, ospita il Municipio e la Biblioteca ed è abbellito dal pregevole affresco nel salone su cui spiccano gli stemmi di Verona, del Capitano del Lago e della Gardesana, dagli scaloni, dalle ampie finestre in stile veneziano e da un poggiolo che dona una vista superlativa sul lago.

Il Castello Scaligero è simbolo indiscusso di Malcesine, in posizione scenografica su di uno sperone roccioso proteso sul lago: costruito con ogni probabilità in età longobarda e riedificato dagli Scaligeri di Verona attorno al Trecento, offre un suggestivo percorso di visita che si snoda tra punti panoramici unici, romantici cortili ed eleganti sale tra cui vanno citate la “Sala Goethe” dove vedere con i propri occhi i disegni realizzati dal poeta durante il suo soggiorno qui e la “Sala delle Galee“, mostra permanente che ripercorre gli usi cui venne destinato il castello nel corso dei secoli e la storia della navigazione sul lago.

Ma non soltanto: la torre del Castello, alta 70 metri, regala un panorama spettacolare sul lago, sul centro storico e al lato occidentale del Monte Baldo, e il Museo di Storia Naturale del Baldo e del Garda documenta, in nove sale, il patrimonio archeologico e naturale della zona tra il Garda e la montagna.

Non dimentichiamo, infatti, che il Monte Baldo, il più occidentale delle Prealpi Venete, veglia Malcesine ed è un altro dei motivi per cui vale la pena raggiungere il borgo lacustre: con un’altezza massima di 2218 metri, si fregia dell’appellativo di “Giardino Botanico d’Europa” grazie alla ricchezza della flora che va dagli ulivi agli oleandri fino alle viti, alla vegetazione mediterranea e alle stelle alpine.

La meraviglia delle spiagge e dei dintorni

Malcesine è una meta perfetta per chi preferisce il lago al mare e desidera rilassarsi in spiaggia: a soli 100 metri dal centro, ecco la Spiaggia di Paina, libera con una zona a pagamento e vari servizi, e poi la raccolta Spiaggia di Posterna, a ridosso del Castello.

Verso sud, si incontrano invece la Spiaggia Val di Sogno, da cui nei giorni di secca si può raggiungere a piedi l’Isola del Sogno, e la Spiaggia del lungolago, entrambe libere.

Esplorando i dintorni, non può mancare il delizioso borgo di Cassone di Malcesine con il fiume Arìl, il più corto al mondo con 175 metri di lunghezza, tre ponti e una cascata, e il Museo del Lago che, tra oggetti di uso quotidiano e attrezzi da lavoro, racconta com’era il passato sul lago.

Anche qui, spiccano due spiagge, a nord e a sud del centro storico.

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Dieci perle sul Lago di Como per una gita fuori porta

Vengono da tutto il mondo per vedere il Lago di Como, i suoi borghi, le sue ville d’epoca, i suoi giardini e i suoi scorci panoramici unici al mondo. Ecco perché dovremmo essre i primi a viistare questo angolo di paradiso che il nostro Paese ci regala.

Sono tantissimi i luoghi che si possono visitare, a seconda dei propri interessi e del tempo che si ha a disposizione. Ne abbiamo selezioati dieci (ce ne sarebbero molti di più, però) che vi consigliamo assolutamente di non perdere.

1. Varenna, il borgo degli innamorati

Questo delizioso borgo nella provincia di Lecco un tempo era un villaggio di pescatori. Oggi il suo centro storico ha uno splendido patrimonio artistico. Il cuore pulsante del borgo è la sua piazza centrale, sulla quale si affaccia la Chiesa di San Giorgio. L’edificio, risalente al XIII secolo, venne costruito sulle fondamenta di un antico tempio romano. Percorrendo le viuzze che si diramano dal centro storico di Varenna, arriviamo a ridosso del lago e rimaniamo affascinati da Villa Monastero (punto 10): suggestivo complesso architettonico del ‘500, un tempo fu convento di monache cistercensi. Ma il luogo più romantico di Varenna è senza dubbio la Passeggiata degli Innamorati: una breve passerella di metallo ad arco, ricoperta di piante rampicanti che, nei periodi caldi, si trasforma in un tripudio di colori e di profumi.

2. Villa del Balbianello

Si trova a Lenno, sulla sponda occidentale del lago, dove inizia la zona costiera denominata Costa della Tremezzina. Villa del Balbianello, che sembra uscita da un film di Hollywood, è un Bene del FAI ed è il più visitato d’Italia in quanto è una delle più spettacolari e scenografiche dimore sul Lago di Como. Decisamente il punto forte della villa è il suo enorme giardino. Le potature ardite, come quella a ombrello del grande leccio, sono un vero spettacolo. E poi la Loggia Durini, la monumentale struttura ad arco decorata da una rosa dei venti intarsiata e abbracciata da un Ficus Repens (dove è stata girata una celebre scena di “Star Wars“), e la Darsena, il porticciolo ricavato nelle rocce (chi ha la fortuna di giungere a Villa del Balbianello a bordo di un’imbarcazione potrà provare un’esperienza davvero esclusiva). All’interno della villa si trova Museo delle Spedizioni.

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Fonte: 123rf

Villa del Balbianello sul Lago di Como

3. Bellagio, il borgo tra i due rami del Lago di Como

Incantevole meta turistica e culturale, Bellagio è celebre per la sua posizione geografica davvero esclusiva: il borgo si trova sull’estremità settentrionale del Triangolo Lariano, proprio nel punto in cui si dipartono i due rami del Lago di Como. L’antico borgo, dove si susseguono suggestive abitazioni d’epoca, è percorso da vicoli e da caratteristiche scalinate acciottolate sulle quali si affacciano variopinti negozi di artigianato e tanti localini tipici. Sul lungolago si affacciano ristoranti e piccoli bar dove fermarsi nelle belle giornate ad ammirare il panorama a gustare le specialità locali. Una delle attività imperdibili a Bellagio è il giro in battello. Il tour del promontorio dura 20 minuti. Chi desidera. può raggiungere la sponda opposta nell’altrettanto delizioso borghetto di Varenna.

4. Villa Carlotta

Villa Carlotta, una delle più belle dimore storiche che si possono visitare in Italia, si trova a Tremezzo, in provincia di Como, e s’affaccia direttamente sul lago, con vista sul pittoresco borgo di Bellagio, da cui è raggiungibile in motonave. La vista dalla villa e dai giardini è meravigliosa e i colori della fioritura lasciano senza fiato. Non a caso, viene spesso scelta come location per matrimoni, anche per la terrazza panoramica che si affaccia sul lago. Villa Carlotta accoglie i visitatori con il suo magnifico parco botanico e le sue sale ricche di capolavori d’arte: è un luogo di rara bellezza, qui capolavori della natura e dell’ingegno umano convivono armoniosamente in 70.000 mq tra giardini e strutture museali. Il parco di Villa Carlotta (circa 8 ettari visitabili) è luogo di grande fascino, non solo per la posizione panoramica particolarmente felice, ma anche per l’armonica convivenza di stili, la ricchezza di essenze, le suggestioni letterarie che ne fanno una meta imperdibile per chi giunge sul Lago di Como. All’interno ci sono opere di Antonio Canova e dipinti di Hayez.

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Fonte: 123rf

Il parco di Villa Carlotta vista Lago di Como

5. Nesso, il borgo con la cascata

In questo borgo la natura è un tutt’uno con le abitazioni. Nesso è conosciuto per il suo celebre e incredibile orrido, una gola naturale e profonda scavata nella roccia che caratterizza l’intero territorio. Sorge esattamente sul punto di unione tra i due torrenti Tud e Nosé che, da questa fusione, creano l’omonima cascata che rende questo luogo unico. Questa spettacolare gola naturale, nata dalla profonda frattura nella roccia, esplode in una cascata con un salto di oltre 200 metri che divide il piccolo borgo in due parti, che Leonardo da Vinci, nel “Codice Atlantico”, descrisse come “incredibile”. Ma il borgo di Nesso, conserva tra le sue strade pittoresche, anche un incantevole patrimonio architettonico da scoprire. Da una lunga e ripida scalinata di pietra che costeggia le case colorate che caratterizzano il borgo di Nesso, si arriva all’antico Ponte della Civera, dal quale si può ammirare la cascata.

6. Villa Olmo

Meraviglioso esempio di stile neoclassico, è uno degli edifici più belli e affascinanti di Como. Ad arricchire il piacere della vista lo stupendo panorama che si apre sul Lago di Como. La villa prende il nome da un meraviglioso olmo centenario che svettava nel giardino, che purtroppo però oggi non esiste più. Negli anni ha ospitato numerosi eventi, tra cui l’Esposizione Internazionale per il centenario della morte di Alessandro Volta, numerosi congressi, spettacoli ed esposizioni artistiche. Oggi Villa Olmo è costituita da un corpo centrale – dove si possono visitare spesso esposizioni temporanee – l’ala laterale settentrionale, il casino meridionale e quello settentrionale, le serre, il complesso del Tennis, l’ostello internazionale e il Lido, nonché dal giardino.

7. Cadenabbia, una perla rara

Il nome di Cadenabbia pare derivi da “Ca’ dei Nauli” ovvero “Casa dei Barcaioli”. Anticamente, infatti, in questa località sorgeva una locanda dove erano soliti sostare i barcaioli (“nauli”) che, con i loro “comballi” (battelli mercantili a fondo piatto), trasportavano merci e derrate provenienti da Lecco e da Como ai paesi rivieraschi. Sta di fatto che, da quell’antica locanda, agli inizi del 1800, nacque il primo albergo per turisti, la Locanda Cadenabbia, oggi Grand Hotel Cadenabbia, ma divenuto allora Grand Hotel Bellevue, ospitando Imperatori, Re e Regine. Per lungo tempo Cadenabbia fu uno dei luoghi preferiti dagli inglesi che, qui, si stabilirono e che fondarono una comunità tanto importante da indurre a edificare una chiesa anglicana, la prima in Italia, consacrata nel 1891. Qui ha sede una delle dimore storiche più famose, Villa Carlotta (punto 4).

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Fonte: 123rf

Il borgo di Cadenabbia sul Lago di Como

8. Villa Melzi d’Eril

Si tratta di uno dei palazzi storci più belli del lago in uno dei borghi più affascinanti: Bellagio (punto 3). Situata sul litorale occidentale del Lago di Como, la villa è ancora abitata e, quindi, visitabile solo in alcune sue parti. Nei pressi di questo incantevole edificio è possibile visitare un piccolo museo che ospita numerosi reperti archeologici, dipinti e vasellami antichi. C’è comunque la possibilità di visitare l’incantevole giardino. L’immensa area verde di Villa Melzi ospita reperti di grande valore artistico e storico, tra cui statue egizie e urne di origine etrusca. Il giardino ospita persino una gondola veneziana, giunta qui a Bellagio per volontà di Napoleone. Tutto il parco è costellato di statue, busti e opere di epoche diverse, che si fondono con i giardini e le piante in un’atmosfera di puro incanto.

9. Corenno Plinio, il borgo medievale

Sono pochissimi gli abitanti di Corenno Plinio: giusto 16 persone, con un solo ristorante e pochissime attività. Sarà anche questa sensazione di abbandonarsi alla storia e al passato – oltre alla tranquillità e all’assoluta bellezza del posto – che affascina tanto i turisti stranieri che ogni settimana arrivano qui per godersi la vista del lago e perdersi tra le stradine del borgo. da un paio d’anni ai visitatori è chiesto di pagare un ticket d’ingresso. Costruito su un insediamento romano e a picco sul lago, la particolarità di questo paesino (che deve il nome al console romano Caio Plinio che a Como era nato e dove amava soggiornare) sono i gradini intagliati nella roccia, tant’è che oggi Corenno è anche soprannominato il Borgo dei mille gradini. Sarà proprio salendoli che respirerete la vera essenza di Corenno e, quando arriverete in cima al castello medievale, con la cinta e le due torri merlate, vi sembrerà di fare un tuffo nel passato. In questo incanto di borgo si trova anche il vecchio molo, in fondo alle scalinate. Qui sono ancora attraccate le barche dei pescatori, ma anche dei pochissimi abitanti.

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Fonte: 123rf

Corenno Plinio

10. Villa Monastero

A Varenna (punto 1) si trova uno degli esempi più interessanti di dimora in stile eclettico di fine Ottocento. Un tempo fu un convento di monache cistercensi. Si affaccia direttamente sul Lago di Como ed è circondata da un giardino botanico di grande impatto scenografico e valore simbolico. Si distingue, oltre che per la sua bellezza, per essere uno dei siti storico-paesaggistico-ambientali principali del territorio. Di proprietà della Provincia di Lecco, si estende lungo una stretta lingua di terra per circa due chilometri. Vi si possono ammirare numerose e rare specie arboree autoctone ed esotiche che oggi superano i 900 esemplari.

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Lago di Saoseo, vera meraviglia della Svizzera

Chiudete gli occhi e provate a immaginare uno scenario da cartolina dove la vera protagonista assoluta è la natura. Siamo abbastanza certi che a qualcuno di voi sarà venuto in mente un laghetto dai profili fiabeschi, circondato da verde intenso e con le acque dalle mille sfumature di blu. La sapete una cosa? Questo posto esiste veramente e non è nemmeno troppo distante dal nostro Paese: è il Lago di Saoseo, un autentico gioiello della confinante Svizzera.

Lago di Saoseo: cosa sapere

Il Lago di Saoseo, che in lingua locale si chiama Lagh da Saoseo, è un irresistibile specchio d’acqua alpino situato in Val di Campo, una zona laterale della Val Poschiavo, che si distingue per essere incorniciata da profili di alte montagne che fanno sognare a occhi aperti.

Quando il visitatore decide di raggiungere questa area incantata della Svizzera, deve essere preparato al pensiero che quello che si ritroverà di fronte è un piccolo – ma irresistibile – capolavoro della natura. Il motivo di tutto ciò è molto semplice: questo magnifico laghetto alpino sfoggia acque dalle tonalità intense, un blu che è in grado di dare vita a milioni di trasparenze e continui riflessi che vanno a fondersi con il verde circostante.

O meglio, dipende dalle stagioni: in estate e in primavera gli abeti brillano di un verde acceso, in autunno i larici assumono il tradizionale giallo del periodo, mentre in inverno è il bianco della candida neve a regnare su tutto. Tonalità che si specchiano sulle acque del lago – che per molti ricorda la forma di un cuore – in maniera differente in base all’orario in cui lo si visita.

Per raggiungerlo basta intraprendere un piccolo trekking che non presenta troppe difficoltà, una passeggiata che è quindi possibile fare anche con i propri figli.

Lago di Saoseo forma a cuore

Fonte: iStock

Veduta dall’alto del Lago di Saoseo in autunno

Come raggiungere Saoseo

Per raggiungere le infinite e vivaci tinte del Lago di Saoseo occorre partire dalla località Sfazù, una graziosa frazione situata a 1622 metri sul livello del mare, che segna anche il vero e proprio punto d’ingresso alla Val di Campo.

Da lì è sufficiente seguire i cartelli che invitano a proseguire verso il Rifugio Saoseo attraverso una strada sterrata che si sviluppa tra pascoli e maestosi boschi di larici.

L’ambiente è davvero peculiare e piacevole, e il bellissimo lago che si apre dinnanzi al visitatore è una specie di bomboniera realizzata dal magistrale lavoro di Madre Natura. Non solo acque placide dai colori sgargianti e vegetazione florida che impreziosisce il territorio, c’è anche un’isoletta non troppo distante dalla riva che contribuisce a rendere il paesaggio una vera meraviglia per l’anima e per gli occhi.

Il tempo di percorrenza previsto per raggiungere il Lago di Saoseo è di circa 1 ora 45 circa, mentre il dislivello è di soli 430 metri. Un tragitto alla portata di tutti, quindi, e che per i viaggiatori più intrepidi può persino andare avanti.

Lasciandosi Saoseo alle spalle, ecco che prende vita un breve sentiero – tendenzialmente pianeggiante – che porta diretti a un’altra affascinante conca naturale in cui è gelosamente custodita un’ulteriore perla della natura: il Lago di Val Viola. Per molti è meno poetico dell’altro, ma è comunque uno spettacolo di cui vale assolutamente la pena godere.

Lago di Val Viola svizzera

Fonte: iStock – Ph: Orietta Gaspari

Il grazioso Lago di Val Viola

Cos’altro fare in Val Poschiavo

Se la Val di Campo colpisce per l’ambiente naturale in cui si trova e per i suoi eccezionali laghi alpini, non è di certo inferiore il fascino che emana la Val Poschiavo.

Del resto ci troviamo nel Canton Grigioni, un meraviglioso angolo della cosiddetta Svizzera Italiana che ha davvero una miriade di possibili esperienze da offrire a tutti i suoi visitatori.

I villaggi, per esempio, sono uno più bello dell’altro e proprio a partire dallo stesso Poschiavo. Si tratta di una piccola realtà che ancora mantiene vive le tracce del suo passato romano, saraceno, longobardo e carolingio. Un intricato insieme di stradine acciottolate in cui si affacciano edifici tipici e dalle linee raffinate.

Molto grazioso è anche il borghetto di Le Prese che riesce a far innamorare il visitatore con le sue estese coltivazioni di fiori e erbe destinate alla produzione di tisane.

Poi ancora Casa Matossi Lendi, un elegante edificio del Seicento che è stato sapientemente ristrutturato nel 1856 dall’architetto vicentino Giovanni Sottovia. Una villa storica in cui approfittare di una visitata guidata per scoprire una camera da letto in stile Belle Epoque, diverse sale pregne di incredibili affreschi, uno strepitoso giardino che comprende un orto, alberi da frutta e molto altro ancora.

Vale la pena raggiungere anche il Giardino dei Ghiacciai di Cavaglia dove svettano le ormai celebri in tutto il mondo Marmitte dei Giganti, delle gigantesche formazioni rocciose che si sono create a seguito dello scioglimento del ghiacciaio del Palu. Da pochi anni a questa parte, tra le altre cose, è possibile persino imboccare un percorso che attraversa l’Orrido del Cavagliasch, un tragitto attraverso cui ammirare sia le Marmitte dei Giganti, sia altri prodigi della natura come profonde cavità e grandi strapiombi.

E infine, l’avventura più famosa di tutta la Val Poschiavo (e non solo): il magico Trenino Rosso del Bernina.

Il Trenino Rosso del Bernina per la Val Poschiavo

La straordinaria Val Poschiavo, nella sua estensione di 25 km, è completamente attraversata dal super noto ed emozionante Trenino Rosso del Bernina, un convoglio infuocato che solca un percorso eccezionale e che è anche considerato il treno più alto d’Europa.

Inutile dirvi che chiunque deciderà di salirvi potrà osservare paesaggi maestosi a perdita d’occhio. Viaggiando verso la Val Poschiavo, avrete infatti modo di godervi alcuni incredibili scorci sul ghiacciaio del Morteratsch, ad Alp Grum, e poi ancora sulla funivia fra Lagalb e Diavolezza.

Ma non solo. Passando tra la valle riuscirete a scorgere anche altre spettacolari laghi, di cui i più famosi sono il Lago Roan, il Lago Bianco e il Lago Nero.

Insomma, a due passi dall’Italia prende vita il Lago di Saoseo che è come un sogno che si avvera, un bacino d’acqua da profili fiabeschi che si sviluppa in una zona laterale di una strepitosa valle che davvero tantissime esperienze da far vivere ai suoi visitatori.

Non resta che andare a visitarlo, magari proprio sulle rotaie di uno dei percorsi più affascinanti di sempre: quello del Trenino Rosso del Bernina.

Trenino Rosso del Bernina val poschiavo

Fonte: iStock – Ph: undefined undefined

Il Trenino Rosso del Bernina a Poschiavo
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Wild swimming: le regole per avventure in sicurezza

Questa calda primavera mi fa pensare alla gioia ineguagliabile di scappare dalla città, per rifugiarmi in un bosco sperduto con la sua inesauribile dote di colori, suoni e vita, e avvicinarmi gradualmente all’acqua. Che sia acqua dolce o salata, è impagabile il senso della scoperta che nasce nel cuore, quando siamo alla ricerca di una spiaggia o una cascata, camminiamo nella natura incontaminata e, ad un certo punto, l’improvviso lontano gorgogliare dell’acqua ci fa capire di essere sulla strada giusta.

Andare per torrenti, laghi o spiagge wild risveglia il meraviglioso, ancestrale rapporto che abbiamo con l’acqua e la natura. Tuttavia, come altre attività outdoor, presenta i suoi rischi, usate sempre il buon senso e tenete in considerazione alcune regole.

L’improvviso gorgogliare dell’acqua ci fa capire di essere sulla strada giusta

Equipaggiamento e famiglie

Partiamo dall’equipaggiamento: non c’è bisogno di diventare Indiana Jones per avventurarsi alla ricerca di una spiaggia wild, basta seguire pochi consigli.

Una sdraio pieghevole

Le spiagge libere, e in particolare quelle fluviali, possono presentare una battigia di ciottoli e sassi dove può essere utile portarsi una piccola sdraio pieghevole che ci permetta di sostare in questo tipo di superficie in pieno relax. Un telo è sempre utile, oppure un tappetino morbido da yoga, più comodo in presenza di ciottoli. 

Sandali chiusi e “carrarmato”

Per i sentieri di avvicinamento alle spiagge sono indicati dei sandali tecnici chiusi sul tallone con suola a “carrarmato”, perché ottimi anche per immergersi nel torrente, il cui letto, anche in presenza di spiaggia sabbiosa, può essere tappezzato di sassi e sassetti. Sono facili da trovare in commercio e a prezzi contenuti, anche quelli di buon livello tecnico. La chiusura può essere anche a strap, ma se volete una calzatura che tenga il piede più fermo e siete orientati a fare anche percorsi difficili, optate per quelli con una chiusura permanente. L’ideale è che siano specificatamente pensati anche per itinerari acquatici, poiché in tal caso sono fatti con materiali che si asciugano rapidamente. 

Sandali per itinerari acquatici con chiusura permanente

Possono andare bene anche delle calzature da trekking associate, per i percorsi acquatici, a delle scarpette da scoglio, se con una buona suola.

Pantaloni lunghi

Per chi non gradisce camminare senza coprire le gambe, un pantalone lungo per proteggersi da eventuale vegetazione alta, ma leggero, per non accentuare il caldo, può essere utile. L’ideale è uno zip-off (ossia convertibile tramite chiusura lampo in bermuda) da trekking in tessuto tecnico. 

Zaino tecnico

Tra i vostri compagni di viaggio non possono mancare degli zaini tecnici e capienti per portare cibo, acqua, teli, ecc. (evitate di girare con buste o borse inadatte) e liberare le vostre mani.

Equipaggiamento per i bambini

A una famiglia, non possono mai mancare un ombrellone da spiaggia, per evitare l’esposizione forzata ai raggi ultravioletti, del protettore solare 50 e gli articoli necessari a trasportare il bambino: marsupi porta bambini (per i piccolissimi) e/o zaini porta bimbi (dall’anno – anno e mezzo in poi); entrambi possibilmente di tipo tecnico, cioè adatti a percorsi extra-urbani. 

Zaino porta bambini
Zaino porta bambini

Spray per insetti

Un repellente per insetti può essere utile. È poi necessario organizzarsi con cibo ed acqua.

Detto ciò, per capire se un itinerario è o meno adatto alla vostra famiglia, è necessario innanzitutto fare un’analisi personale e autonoma delle esigenze della stessa.

In generale, bisogna sempre tenere conto della difficoltà, durata e dislivello del sentiero. La classificazione a cui si fa in genere riferimento è quella del CAI.

Wild swimming – Regole di comportamento

Ecco alcune regole da seguire per il wild swimming e  l’escursionismo.

👉 É sconsigliabile nuotare in fiumi di grandi dimensioni o troppo profondi.

👉 Consultate le previsioni del tempo prima di partire ed evitate di nuotare in situazioni di piena conclamate o previste.

👉 Prestate attenzione quando nuotate a valle (o in prossimità) di dighe o impianti idroelettrici, dato che possono rilasciare improvvisamente grandi quantità d’acqua. 

👉 Evitate di nuotare in fiumi urbani, canali artificiali, acque stagnanti e in tutte quelle situazioni dove non siete sicuri della qualità dell’acqua.

Nuotate dove siete sicuri della qualità dell'acqua
Nuotate dove siete sicuri della qualità dell’acqua

👉 Sempre meglio nuotare in compagnia e sorvegliare i nuotatori più deboli e i bambini. 

👉 Avanzate sempre dove siete certi di poter anche tornare indietro e tuffatevi dove avete verificato che è per voi possibile risalire in sicurezza. 

👉 I percorsi sul greto di un corso d’acqua possono implicare ripetuti guadi e richiedono quindi un equipaggiamento specifico per gli itinerari acquatici. Tenete conto che camminare su ciottoli, sassi o massi – tanto più se nell’acqua – è più faticoso e si procede più lentamente. 

👉 Controllate sempre, anche da sott’acqua, l’effettiva profondità del fondale prima di tuffarvi. 

Controllate l’effettiva profondità del fondale prima di tuffarvi

Fonte: Lorenzo Calamai (Wildecobeach)

Controllate l’effettiva profondità del fondale prima di tuffarvi

👉 Soprattutto con i bambini, usate sempre il protettore solare e concedetevi congrue pause all’ombra.

👉 Terminate la digestione prima di immergervi e tenete conto che, in acque molto fredde, può essere utile una muta. 

👉 È sempre opportuno organizzarsi con cibo ed acqua e tenendo in considerazione il regime di alimentazione dei bambini. Per una giornata calcolate 2 litri d’acqua a persona, da ritarare per percorsi particolarmente lunghi e pendenti.

Famiglie con lo zaino
Famiglie con lo zaino

Guadare un corso d’acqua

E se ci troviamo un torrente da guadare? Partiamo da un assunto, non ce l’ha certo ordinato il medico di guadare i corsi d’acqua, ma può essere divertente se prestiamo attenzione ad alcune cautele. Si intendono i torrenti, perché è sconsigliabile guadare i fiumi, a meno non si tratti di piccoli fiumi o di fiumi che guadiamo dove il loro corso ha una portata d’acqua limitata e più simile a quella di un torrente.

Per guadare un corso d’acqua, abbiamo due principali alleati, già menzionati: sandali tecnici chiusi sul tallone e pensati per itinerari acquatici e lo zaino, utile a portare ciò che vi serve, liberando le mani per darle, ad esempio, ai bambini.

Guadare un corso d'acqua
Guadare un corso d’acqua

Detto ciò, contrariamente a quanto istintivamente saremmo spinti a fare, non è consigliabile selezionare il tratto in cui guadare solo in funzione della profondità dell’acqua: infatti i punti meno profondi dei fiumi possono coincidere con le rapide. Questo perché le rapide si formano proprio nei punti in cui l’acqua deve affrontare un dislivello o comunque il suo corso subisce una qualche costrizione per cui scorre rapidamente e senza accumularsi.

In estate le rapide sono generalmente più basse e meno minacciose, ma è sempre più facile attraversare un corso d’acqua nel punto immediatamente a monte delle stesse: solitamente questi punti sono comunque poco profondi e la forza dell’acqua è qui molto meno intensa che, poco più a valle, dove si incanala nella rapida. Non è difficile riconoscere il punto a monte di una rapida visto che questa scorre veloce ed increspata, perdendo profondità, mentre quello è parte del precedente accumulo di acqua.

I guadi che arrivano sotto il ginocchio sono generalmente facili da fare perché la forza della corrente agisce molto in basso rispetto al nostro baricentro. Tuttavia bisogna sempre prestare attenzione, perché è possibile sottovalutare l’effettiva profondità del corso d’acqua soprattutto dei tratti centrali, più lontani dalla riva. Un fondale irregolare, fatto ad esempio di massi, associato a guadi sopra al ginocchio e rapide, data la pressione della corrente, la scarsa visibilità data dall’acqua increspata e la difficoltà a trovare un appoggio su un terreno irregolare, può complicare l’equilibrio.

In presenza di bambini bisogna ovviamente ritarare le nostre valutazioni rispetto al loro baricentro e tenerli sempre per mano, mantenendo una mano libera, cosa che uno zaino tecnico e capiente può aiutarci a fare. 

Prima di attraversare un corso d’acqua, in ogni caso, vanno verificati in funzione delle proprie capacità elementi mutevoli quali le condizioni delle correnti e la portata d’acqua. Vanno inoltre evitate le situazioni di piena o quelle in cui siano in corso delle precipitazioni (così come i momenti prima o dopo le stesse).