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Com’è trendy il Lago di Como con l’effetto Ferragnez

Si saluteranno con la mano da una sponda all’altra del lago i Clooney e i Ferragnez. Sì, perché il Lago di Como sta per aggiungere alla lista di star & vip che hanno acquistato casa anche Fedez e Chiara Ferragni che, secondo alcuni rumour, avrebbero scelto una storica villa sulla sponda orientale del lago, proprio difronte a Villa Oleandra di proprietà da anni di George, e di farne la loro casa delle vacanze.

Valore dell’immobile che si troverebbe tra i Comuni di Pognano Lario e Careno: 5 milioni di euro, a cui aggiungere eventuali personalizzazioni che la coppia vorrà affinché la casa, un edificio cubico bianco con tante finestre abbellite da persiane verdi, diventi universalmente riconoscibile come “Villa Ferragnez”.

La proprietà è già immensa: ben 900 metri quadrati distribuiti su due piani più uno interrato, con tanto di parco, piscina e spa privata.

La Ferragni e il Lago di Como

La nota influencer e il rapper sono già degli habitué del Lago di Como che amano frequentare in ogni stagione. godendoselo al massimo senza farsi mancare ogni tipo di lusso che questo luogo può regalare.

Chiama ama muoversi a bordo di yacht e trascorrere le belle giornate estive in barca, ama frequentare ristoranti gourmet, farsi coccolare nelle spa e il più delle volte fare tutto con amici e parenti senza badare a spese, e questo è il luogo ideale per soddisfare ogni suo desiderio.

Quando apre la stagione del Grand Hotel Tremezzo, “my favourite place”, commenta sempre Chiara nelle story, lo storico albergo degli inizi del Novecento, frequentato già allora dal bel mondo, da nobili, aristocratici e borghesi e simbolo della Belle époque, il preferito di Greta Garbo.

Quando viaggiano con tutta la banda al seguito – figli, tata, genitori, sorelle, amici – i Ferragnez preferiscono però affittare un’intera villa. Spesso scelgono Villa Sola Cabiati, una dimora di delizia del Settecento che fa sempre parte della proprietà del Tremezzo, un viaggio nella storia. Qui, la famiglia più seguita d’Italia – la Ferragni è l’influencer numero uno, con 28,4 milioni di follower su Instagram, e Fedez la segue a ruota – ama rilassarsi su divani di velluto circondati da pareti affrescate e soffitti decorati da opulenti stucchi, dormire in una delle sei splendide suite con arredi d’epoca e bagno privato, godersi il gigantesco parco e d’estate tuffarsi nella piscina privata della villa.

Altre volte, quando il gruppo è molto numeroso, scelgono un’altra villa altrettanto magnifica, Villa Bonomi, alle porte di Como, che ha ben undici suite su tre piani e una dependance. Anche qui c’è il parco vista lago e la piscina, lontana da occhi indiscreti.

Ma dopo un lungo peregrinare forse i Ferragnez hanno deciso che fosse giunto il momento di mettere piede definitivamente sul Lago di Como, a meno di un’ora da Milano dove vivono, location perfetta per trascorrere i weekend fuori porta con gli amici, dove portare Leo e Vitto per farli scorrazzare su e giù per la proprietà.

Ci resteranno male tutti quelli che facevano affari grazie ai frequenti soggiorni della famiglia Ferragni sul Lago di Como, ma sicuramente avranno modo di usufruire di tutti i servizi esclusivi e di prima classe che sono soliti fornire a personaggi del calibro di Clooney e di altre celebrity che frequentano regolarmente la zona.

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Moltrasio, il romantico borgo del lago

Tra parchi in fiore, verdi boschi, il fascino dell’arco alpino, l’aria “luminosa” e splendide ville, il Lago di Como offre panorami unici e graziosi borghi, uno più incantevole dell’altro.

Uno di questi è Moltrasio, una delle perle del Lario, dal clima mite e soleggiato e dagli idilliaci scorci lacustri, che si estende in undici frazioni dal lungolago fino alle pendici del Monte Bisbino, luogo ideale di villeggiatura all’insegna della bellezza e del relax.

Una storia millenaria

Le origini del borgo si perdono nella notte dei tempi: il ritrovamento di una tomba gallica e di un’ascia risalenti al 2000 a.C fanno comprendere come il territorio fosse abitato già in epoca remota.

Il primo documento che attesta la nascita del comune è datato, invece, 1058, durante il Medioevo quando Moltrasio conosce un notevole sviluppo e vede realizzati gli edifici più significativi che ancora oggi catturano lo sguardo.

Supera con slancio i periodi bui della peste e delle Guerre anche grazie alla pratica di attività non più svolte altrove come, ad esempio, la lavorazione della pietra estratta dalle cave di “Pietra Moltrasina” utilizzata dai Maestri Comacini per la costruzione di chiese, ville e i tipici “crotti“, gli ambienti dove veniva conservato il vino locale per mantenerlo frizzante e fresco.

Oggi è un romantico borgo che si specchia nel blu del lago, da scoprire e da vivere passo dopo passo con un’occhiata anche ai classici terrazzamenti con muretti a secco, eco del passato, riconvertiti in larga parte come orti e giardini privati.

Passeggiando a Moltrasio: i punti di interesse

Sono in primis le numerose chiese e le favolose ville a catturare l’attenzione tra le vie e le frazioni di Moltrasio.

Le chiese

Nella centrale frazione “Borgo”, ecco allora la Chiesa di San Martino, il cui interno è impreziosito da pregevoli affreschi e dipinti (i più antichi risalgono al XVII secolo), dalla magnifica pala cinquecentesca del pittore Alvise, dall’altare maggiore e dalla cappella laterale custode della reliquia della Sacra Spina.

chiesa san martino

Fonte: iStock

Chiesa San Martino

Altrettanto meritevole è la Chiesa di Sant’Agata, nella frazione Vignola, risalente alla seconda metà del XI secolo, con bellissimi affreschi del Cinquecento: la si raggiunge percorrendo la Scala Santa, altro vanto di Moltrasio, ovvero la ripida scalinata in pietra che unisce Via Besana con Via Regina sul lago.

Nella frazione di Tosnacco si staglia la Chiesa Regina Pacis, costruita tra il 1945 e il 1946, sul cui piazzale è posto un crocifisso in bronzo fuso dallo scultore e pittore locale Franco Pizzotti; infine, degno di nota è l’Oratorio di San Rocco, restaurato in epoca barocca, con grazioso portale e interno a sola navata con abside poligonale.

Le ville

La villa più significativa del borgo è Villa Passalacqua, costruita a fine Settecento per volere della famiglia Odescalchi e acquistata, nel 1787, dal conte Giovanni Battista Lucini Passalacqua, il cui figlio Andrea ne affidò l’ampliamento all’architetto Felice Soave: sorge sulla sommità di un grande parco terrazzato donando una vista incredibile sull’azzurro del lago.
Ospitò, tra il 1829 e il 1833, il musicista Vincenzo Bellini che era solito soggiornare in paese e che proprio a Moltrasio compose “La sonnambula” e “La straniera”: per celebrare il legame con l’artista, nel viale lungolago gli è stato dedicato un monumento realizzato da Massimo Clerici.

Non sono da meno Villa Pizzo, contraddistinta da fontane e cascate, Villa Fontanella, che fu dimora di Gianni Versace, Villa Le Rose, nota per i favolosi giardini, e Villa Fasola, all’ingresso della frazione di Vergonzano.

Da vedere ancora

Camminando senza fretta tra le vie di Montralsio, si può compiere un salto nel passato: alla fine di via Besana, ad esempio, ecco uno dei principali lavatoi, realizzato all’inizio del XX secolo.

In Via al Noce, da notare invece una delle trenta fontanelle dell’acqua potabile sparse lungo il territorio, la cui prima costruzione risale alla fine del XIX secolo.

Infine, non perdete i punti panoramici mozzafiato sul lungolago e gli svariati itinerari che si snodano dal borgo e risalgono i monti di Bisbino, Lenno e Liscione, eden per gli appassionati di escursioni e trekking.

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La ciclabile a sbalzo sul lago di Como sarà la più panoramica d’Italia

Visto il grande successo della pista ciclopedonale sul lago di Garda, inaugurata qualche anno fa ma non ancora conclusa, su un altro lago sta per nascerne una ancora più bella e, soprattutto, più lunga.

La famosa Garda by Lake, infatti, al momento misura soltanto un paio di chilometri, ma è nelle intenzioni delle amministrazioni locali estendere il percorso attraversando tre regioni italiane: Lombardia, Veneto e Trentino, creando così un itinerario ad anello intorno al lago.

La ciclopedonale più panoramica d’Italia

In attesa che questa ciclabile sia pronta, ce ne sarà un’altra super panoramica sul lago di Como. È proprio di questi giorni la notizia che sarà realizzata una pista ciclopedonale a sbalzo nel tratto lariano del lago che collegherà – inizialmente – i Comuni di Pradello e di Abbadia Lariana, in provincia di Lecco.

Saranno circa 25 chilometri di tratto da percorrere a piedi o in bicicletta letteralmente sull’acqua. La nuova pista sarà costruita a ridosso della strada già esistente e all’esterno delle gallerie, completamente a sbalzo sulle acque del lago, lontana quindi dal rumore e dal traffico.

Non si ancora molto della realizzazione che dovrebbe partire a inizio 2023 per essere pronta nei mesi successivi (sarebbe bello entro la prossima estate). Se avete seguito la costruzione della ciclabile del Garda, sapete che per realizzarla è stata ingaggiata una squadra di ingegneri acrobati, proprio per agganciare la pista alla montagna e lavorare praticamente appesi a funi d’acciaio.

Molto probabilmente, vista l’ubicazione di questa nuova pista, sarà necessario replicare le acrobazie sul lago per cui gli “umarell” (definizione milanese dei vecchietti che guardano i cantieri) andaranno matti.

La ciclabile del lago di Como è destinata ad avere grande successo anche perché, oltre ad attraversare luoghi bellissimi, regalerà una vista impagabile sulla sponda comasca e sui suoi splendidi borghi.

L’itinerario

Partendo da Pradello, la ciclopedonale attraverserà i borghi di Bellano, Varenna e Mandello al Lario, giusto per citare i più famosi.

Pedalando (o camminando) si potranno ammirare alcuni dei borghi più pittoreschi del lago di Como, primo fra tutti Bellagio, ma anche Menaggio, Sant’Abbondio e molti altri, come le tante ville d’epoca che si possono scorgere solo dall’acqua, luoghi carichi di storia, di leggende e di bellezze.

Non solo sarà fatta con una struttura super leggera che si integrerà benissimo con il paesaggio del lago, ma sarà anche un modo sicuro per i ciclisti che attualmente rischiano la vita per percorrere i tratti stradali lungo il lago dove sfrecciano anche auto e camion.

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Il giardino sul Lago di Como che è una magia

In una piccola insenatura sulla sponda occidentale del Lago di Como, ai piedi di un enorme sperone roccioso detto “Sasso di Musso”, si cela un piccolo angolo di paradiso che pochi conoscono.

Il meraviglioso Giardino del Merlo

È il Giardino del Merlo e si trova nel Comune di Musso. Sulle ripide rocce sottostanti la chiesa del paese dedicata a Sant’Eufemia e ai piedi di un castello, oggi in rovina, un nobile di nome Giuseppe Manzi, ispirandosi ai giardini della riviera ligure, che spesso le rive del Lago di Como un po’ ricordano, ricavò, tra il 1858 e il 1883, questo sorprendente giardino.

Sviluppato su un terreno scosceso, tra lago e montagna, e sfruttando la conformazione del terreno, con un versante esposto a Sud e uno a Nord, Manzi creò un luogo visionario, dove dominano i contrasti, dalla natura lussureggiante e mediterranea alle varietà tipiche dell’ambiente alpino.

Passaggi segreti e giochi d’acqua

Ricco di piante esotiche (se ne contano all’incirca 120 specie) ma non solo, è un insieme di ponticelli aerei e di passerelle, di arditi passaggi segreti, di grotte, gallerie, cascatelle e giochi d’acqua. Nel XIX secolo questo originalissimo e divertentissimo giardino costituì un forte richiamo per i turisti italiani e soprattutto stranieri.

Un parco divertimenti naturale

Poi non se ne sentì più parlare, forse lasciato anche un po’ andare. Fatto sta che ora il Giardino del Merlo è stato riscoperto ed è una vera chicca da visitare, una vero e proprio parco dei divertimenti naturale. Anche in famiglia. Tanto più che è gratuito. Inoltre, la sua posizione lo rende anche uno dei punti panoramici sul Lago di Como più unici che ci siano.

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La Chiesa di Sant’Eufemia sotto la quale si trova il Giardino del Merlo

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In Italia esiste un borgo attraversato da un fiume di latte che appare e scompare

Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno ha incanto il mondo intero e non solo per la minuziosa descrizione che appartiene ai versi di Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi, ma anche per la magia che sprigiona questo specchio d’acqua nostrano da qualsiasi prospettiva lo si guardi.

Ed è proprio nel Lago di Como che, un piccolo fiume, si tuffa come fanno tanti altri. Eppure questo corso d’acqua porta con sé una serie di misteriose leggende e di suggestioni dovute sia alle sue origini che al suo particolare colore che ricorda proprio il bianco del latte.

Il suo nome è Fiumelatte, il corso d’acqua più breve d’Italia che attraversa e taglia in due l’omonimo borgo situato in provincia di Lecco, già annoverato tra i paesi d’Italia con i nomi più bizzarri. Un piccolo gioiello nascosto, alla stregua di un tesoro prezioso, nel comune di Varenna tutto da scoprire.

Vista sul borgo di Fiumelatte, Varenna

Vista sul borgo di Fiumelatte, Varenna

Fiumelatte, il piccolo borgo di Lecco

Il suo nome è Fiumelatte ed è un piccolissimo borgo bagnato dall’omonimo fiume dal quale prende il nome. Passeggiare tra questo micro agglomerato di case, un tempo abitazioni di pescatori oggi diventate per lo più dimore di turisti e villeggianti, è una vera e propria esperienza surreale.

Questa frazione di Varenna, che si specchia delle limpide acque del lago di Como, si aggrappa ai piedi del monte Fopp ed è conosciuta soprattutto per il fiume che lo attraversa tagliandolo letteralmente in due.

Ed è proprio qui, da quel ponticello che si affaccia proprio su quell’acqua rigorosa e bianca, che comincia la magia, quella conservata tra le leggende e i misteri del fiume bianco come il latte.

Fiumelatte, Varenna

Fiumelatte, Varenna

Il fiume dal colore del latte e le sue leggende

Incastrato tra le vecchie abitazioni che formano il piccolo borgo, si trova quello che l’amministrazione locale ha definito il fiume più breve d’Italia, come recita anche il cartello situato sul ponte che lo attraversa e che funziona da belvedere.

Sul fatto che sia il più breve d’Italia, in molti hanno dei dubbi, ma che il suo corso sia decisamente fugace lo confermano i suoi soli 250 metri di sviluppo. Fiumelatte, che prende il suo nome proprio dalla caratteristica colorazione che assume l’acqua, nasce da una grotta situata sulla cima del paese e nascosta dalla fitta vegetazione e si tuffa, come d’incanto, nello splendido Lago di Como.

Ma non è solo la brevità del suo corso a renderlo particolarmente interessante, e neanche quel colore biancastro dato dalla schiuma dell’acqua in superficie, ma il fatto che questo fiume compare e scompare più volte durante l’anno.

Fiumelatte, infatti, inizia a scorrere con l’arrivo della primavera, e più precisamente il 25 marzo, per poi smettere di farlo il 7 ottobre. Il motivo? Ancora non è stato svelato così come nonostante le numerose spedizioni negli anni, nessuno sia riuscito a individuare la sorgente e quindi a spiegare il fenomeno intermittenza. L’ipotesi più accreditata è che il fiume provenga da una sorgente carsica naturale del Moncodeno, ma di fatto nessuno lo ha mai confermato.

Così ecco che con gli anni nuove storie e fantasiose leggende hanno provato a spiegare tutto il fascino e la suggestione che per natura appartengono a questo corso d’acqua. Nel paese si narra che un tempo qui viveva una fanciulla molto bella che aveva tre pretendenti, se uno di loro fosse riuscito a svelargli la sorgente di Fiumelatte sarebbe diventato suo marito.

I tre giovani innamorati, quindi, decisero di avventurarsi nella grotta del fiume per scoprire le sue origini e in quella rimasero per settimane. Una volta tornati, con un aspetto invecchiato e trasandato, cominciarono a raccontare quel che avevano visto nell’antro.

Uno disse di aver conosciuto una sirena, di aver visto un luogo che sembrava un paradiso, ma che d’improvviso si trasformò in un antro senza via d’uscita. Il secondo ammise di essersi ritrovato in un luogo luminoso e scintillante popolato da bellissime donne, ma anche quello di trasformò in un cunicolo abitato da spaventose creature notturne. Del terzo pretendente, invece, si dice che egli fu così sconvolto da ciò che vide che una volta tornato nel villaggio non volle mai più parlare della grotta.

La grotta di Fiumelatte

La grotta di Fiumelatte