Categorie
Cammini itinerari lago Viaggi

Lungo il Cammino Borlezza che porta fino al Lago d’Iseo

Con la bella stagione, non c’è niente di meglio che immergersi nella natura e ammirare gli incredibili panorami che il nostro territorio ci offre. E nell’immenso patrimonio paesaggistico che possiamo vantare ci sono anche fiumi, laghi, torrenti e sorgenti: proprio per valorizzare queste risorse idriche, nascono i Cammini d’Acqua. Tra le colline e i primi rilievi alpini del Bergamasco, questi itinerari ci portano alla scoperta di bellezze uniche al mondo. Come il Cammino Borlezza, che arriva sino al Lago d’Iseo.

Il Cammino Borlezza, natura magnifica

Il progetto Cammini d’Acqua nasce con l’intento di dare nuovo slancio al turismo lento sul territorio, valorizzando al contempo un patrimonio ambientale dal grande fascino, concentrandosi prevalentemente sulle vie d’acqua. L’idea è quella di sfruttare antichi sentieri già presenti e quasi completamente dimenticati, ma anche di creare nuovi itinerari per dare vita ad una rete di percorsi tematici. Le prime due sorprese sono già state presentate al pubblico.

Si tratta del Cammino dei Fontanili e del Cammino Borlezza, entrambi approntati nella massima tutela del paesaggio e della natura. Il secondo è quello che vogliamo andare ora a scoprire, un bell’itinerario da percorrere a piedi seguendo il corso del torrente Borlezza. Lungo ben 29 km, è un sentiero di media difficoltà perfetto per gli amanti del trekking, che conduce alla scoperta di alcune delle bellezze più suggestive dell’intera regione. Dipanandosi dalle pendici del Monte Pora, massiccio delle Prealpi Bergamasche, il cammino giunge sino al Lago d’Iseo, offrendo panorami da mozzare il fiato.

Songavazzo

Songavazzo

Le tappe più belle del Cammino Borlezza

Perché avventurarsi in questa lunga camminata tra la natura incontaminata del Bergamasco? L’esperienza outdoor lungo il Cammino Borlezza è senza dubbio inimitabile: si parte dalla sorgente di questo torrente dalle acque fredde e cristalline, seguendo il suo corso in verdi vallate e ampie praterie, attraverso boschi rigogliosi e canyon imponenti. Il sentiero conduce anche ad ammirare deliziosi paesini dove il tempo sembra essersi fermato: come il borgo di Onore o quello di Rovetta, che offrono alla vista bellissime architetture di gran pregio.

Il paesino di Songavazzo, con il suo maestoso campanile che spicca in mezzo al verde, regala poi una visione mozzafiato: è qui che si trova una delle Panchine Giganti sparse in tutta Italia, da cui si gode di un panorama incredibile sull’intera vallata circostante. Poco più distante, nel borgo di Cerete, ci sono splendide testimonianze di un passato in cui l’acqua aveva un ruolo di gran spicco. Qui sorge il Parco dei Mulini, dove antiche strutture con le loro imponenti ruote si sono perfettamente conservate, regalandoci un piccolo stralcio di vita quotidiana dei secoli scorsi.

Ancora, seguendo il torrente Borlezza, si incontra un altro paesaggio naturale a dir poco incredibile. Il corso d’acqua, deviato attraverso un canale artificiale, ha scavato nei millenni un canyon meraviglioso, oggi racchiuso all’interno del Parco della Gola del Tinazzo. La potenza dell’acqua si nasconde in questo panorama suggestivo, caratterizzato da rocce scavate e detriti che pian piano si sono accumulati sul letto del torrente. E a due passi da qui, finalmente, il Lago d’Iseo: si conclude così un cammino quasi magico, con uno scorcio che ripaga di tutti gli sforzi compiuti in questi lunghi chilometri.

Parco dei Mulini

Il Parco dei Mulini

Categorie
Cammini Europa Fiume Irlanda itinerari Viaggi

La Shannon Blueway è il percorso più bello e incontaminato d’Irlanda

Se la chiamano Isola di Smeraldo, ci deve pur essere un buon motivo: l’Irlanda è la patria di verdi distese che si allungano a perdita d’occhio, interrotte solamente da bianche scogliere che si tuffano in un mare di mille sfumature diverse. La sua natura incontaminata è il panorama più bello del mondo, ed è proprio per viverla appieno che nascono le Blueways. Questi splendidi sentieri immersi nella vegetazione costeggiano laghi e fiumi, portandoci alla scoperta del polmone verde dell’Irlanda. E quello più suggestivo è probabilmente la Shannon Blueway.

Shannon Blueway, un viaggio mozzafiato

Tanti sono gli itinerari che ci potrebbero sorprendere con la loro bellezza, addentrandosi nel cuore dell’Irlanda più selvaggia. La Shannon Blueway è senza dubbio uno di questi: decine di chilometri seguendo il corso del fiume Shannon ci conducono in uno scenario magico e semplicemente meraviglioso, tra foreste fatate e piccoli villaggi colorati. Unico fil rouge, l’acqua: è questo l’elemento che caratterizza l’intero percorso, dallo spumeggiare dei fiumi alla placida serenità di deliziosi laghetti.

La cosa più affascinante? La possibilità di dedicarsi a tantissime attività outdoor, per unire il divertimento e l’adrenalina al fascino di paesaggi incantevoli. Ci sono esperienze per tutti, dai grandi ai piccini. Si può semplicemente godere della natura concedendosi una lunga camminata e poi un buon picnic sulle rive del fiume, oppure imbarcarsi in una pedalata mozzafiato tra i tanti sentieri ciclabili – alcuni adatti anche a chi è meno allenato.

E poi, ovviamente, tante esperienze in acqua: in canoa, si può pagaiare per chilometri lungo fiumi e canali, ammirando le bellezze naturali che scorrono lente a riva. Un’avventura, questa, disponibile per tutti grazie alle numerose guide che offrono assistenza e permettono di vivere emozioni incredibili.

Il percorso della Shannon Blueway

La Shannon Blueway ha molti punti d’accesso, quindi la si può percorrere anche solo in parte. Uno dei principali è il villaggio di Leitrim, graziosissimo agglomerato di casette a due passi dal fiume Shannon – e non solo. Proprio qui, infatti, il corso d’acqua si collega al fiume Erne attraverso un canale, chiamato il canale di Shannon Erne, che funge da punto di inizio di un’altra importante Blueway.

Ma torniamo all’itinerario principale, la Shannon Blueway: questa si dipana da Drumshanbo a Carrick on Shannon, tra tantissime bellezze. Si può pagaiare lungo il fiume, oppure passeggiare sulla splendida passerella galleggiante d’Irlanda, un tratto di appena 600 metri che si affaccia sull’Acres Lake. Da qui prende il via anche una bella pista ciclabile, che offre diversi percorsi (tra cui due anelli di pochi km, perfetti da affrontare anche con i più piccini).

Una volta giunti a Carrick on Shannon, l’itinerario si fa decisamente più suggestivo, essendo completamente in acqua. L’unica alternativa è dunque mettersi in canoa e iniziare a pagaiare, godendo la vista di panorami mozzafiato fino ad arrivare a Roosky, e poi ancora più a sud fino a Lanesborough, dove il fiume Shannon si getta nelle acque del Ree Lake.

D’altra parte, se questa avventura incredibile non basta a soddisfare la voglia di esplorare un angolo bellissimo d’Irlanda, nei dintorni ci sono tante altre sorprese in attesa di essere scoperte. Piccoli villaggi antichi, brughiere ricche di misteri e miniere che si perdono nelle viscere della terra, ma anche castelli imponenti e rustiche distillerie dove assaporare qualche prelibatezza locale: non resta che affrontare con entusiasmo questo viaggio da favola.

Categorie
Borghi cicloturismo itinerari vacanza natura Viaggi

Castelnuovo Berardenga, il borgo ricco di itinerari ciclo-pedonali

Da molto tempo ormai la Toscana strizza l’occhio ad un turismo più sostenibile. E il piccolo borgo di Castelnuovo Berardenga ha colto l’occasione per sfruttare le sue incredibili bellezze naturali, dando il via ad una lunga serie di itinerari ciclo-pedonali per invogliare i visitatori a salire in sella alla loro bici (o a camminare), proteggendo l’ambiente e godendosi al contempo un panorama meraviglioso.

Castelnuovo Berardenga, le sue ciclovie

Piccoli borghi medievali, foreste rigogliose e splendide città d’arte: la Toscana è una regione ricca di meraviglie tutte da scoprire, e farlo in bici è una vera avventura. Immerso nella natura incontaminata delle colline senesi, là dove si producono vini così rinomati da essere apprezzati in tutto il mondo, il paesino di Castelnuovo Berardenga spicca non solo per la sua bellezza senza tempo, ma anche per il suo sempre più vivo interesse per il turismo sostenibile. È in quest’ottica che, negli ultimi anni, l’amministrazione ha scelto di puntare sullo sviluppo di infrastrutture alternative, in particolare adottando un’ampia rete escursionistica e diversi itinerari cicloturistici.

Il risultato di questo grande sforzo? Ben 193 km di sentieri per chi ama fare trekking e 227 km di ciclovie, alcuni dei quali hanno già visto la luce (o sono stati finalmente rimessi a nuovo) e altri solamente in progetto. Le sorprese sono tantissime, soprattutto per i visitatori appassionati di attività all’aria aperta. Si può andare alla scoperta di paesaggi naturali incredibili e di borghi dove il tempo sembra essersi fermato, e poi fermarsi ad assaporare le prelibatezze locali, accompagnando il tutto con un buon bicchiere di vino – o, perché no?, godersi una degustazione in qualche cantina senese.

Cosa vedere a Castelnuovo Berardenga

Incantevole paesino incastonato tra le colline, Castelnuovo Berardenga è la meta perfetta per un weekend fuori porta. Oltre ad offrire lunghe camminate e avventurosi percorsi in bici, possiede un immenso patrimonio artistico e culturale che spetta a noi svelare. Nel cuore del borgo, ad esempio, ci sono tante splendide architetture medievali che si snodano tra strette stradine e scalinate in pietra, ma anche antiche ville nobiliari che hanno accolto personaggi che hanno fatto la storia. Una delle più belle è Villa Chigi Saracini, eretta sulle rovine di un castello e circondata da un grande parco all’inglese: qui sembra proprio di fare un tuffo indietro nel tempo.

Giardino Villa Chigi

Il giardino di Villa Chigi

È invece allontanandosi un po’, tra vigneti rigogliosi e profumatissimi oliveti, che si giunge ad una delle piccole perle segrete di questo territorio. Stiamo parlando del borgo fortificato di San Gusmè, circondato da imponenti mura che sono ancora oggi in perfetto stato di conservazione, e che racchiudono il cuore pulsante di questo luogo magico. A non molta distanza si erge poi la suggestiva Certosa di Pontignano, realizzata verso la metà del ‘300 e più volte rimaneggiata, ma conservante comunque il suo fascino antico. Ormai divenuta di proprietà dell’Università di Siena, ospita spesso eventi e convegni.

Non può mancare, infine, una visita al Parco Sculture del Chianti: dove il lunare paesaggio delle crete senesi si interseca con una rigogliosa foresta, è nato un lungo sentiero che si immerge nella natura, sul quale si affacciano 26 installazioni provenienti da ogni parte del mondo. L’ampia varietà di materiali impiegati, di stili rappresentati e di arte nel suo significato più vasto fanno di questo vero e proprio museo a cielo aperto un’attrazione da non perdere.

Certosa di Pontignano

La Certosa di Pontignano

Categorie
itinerari Notizie piste ciclabili Viaggi

Questa nuova pista ciclabile conduce dritto al cielo

Sarà uno degli itinerari più affascinanti d’Italia quello che nascerà a breve. Ben 400 chilometri di piste ciclabili con un dislivello di oltre 16mila metri. Niente paura, però, perché questo percorso sarà adatto alle e-bike e alle mountain bike elettriche, quindi si farà sicuramente meno fatica di quanto si possa pensare.

La Ciclovia che porta al cielo

Sarà chiamata Ciclovia del cielo, perché raggiungerà quote piuttosto elevate intorno ai 1.500 metri. Attraverserà boschi, prati, pascoli, alpeggi, malghe e toccherà anche alcuni borghi e siti archeologici.

La Ciclovia del cielo correrà lungo la Val Camonica, una delle valli più estese delle Alpi lombarde. Il percorso ad anello partirà da Boario Terme e per tornare al punto di partenza., Naturalmente non sarà necessario percorrerla per interno, basterà anche solo qualche tratto per godere di paesaggi unici. Ci saranno infatti differenti percorsi per durata e difficoltà.

Inoltre, Ciclovia del cielo si intreccerà anche con la Ciclovia dell’Oglio, considerata la migliore strada verde d’Italia, che corre a fondovalle, offrendo così ulteriori itinerari. Ma sono allo studio anche collegamenti con le altre importanti ciclovie europee.

Il trend della sostenibilità

Sarà l’emblema del turismo sostenibile, in grado di coniugare sport e attività all’aria aperta all’aspetto culturale. Lungo l’intero itinerario, che sfrutta una già esistente viabilità e sentieristica saranno, posizionate diverse colonnine di ricarica per le bici elettriche.

Il progetto è frutto di un accordo tra le comunità montane della Val Camonica che hanno fortemente spinto affinché venisse promosso il territorio e anche le valli limitrofe dal punto di vista turistico.

Val Camonica, terra di biciclette

La Val Camonica è una terra ospitale per gli amanti delle due ruote. Tanti gli itinerari per chi ama il ciclismo su strada, con le “grandi salite” sui leggendari passi Alpini resi famosi dal Giro d’Italia come il Gavia, con gli spettacolari panorami, il Mortirolo, con le pendenze proibitive, l’Aprica, il Tonale, il Vivione, Crocedomini e la salita per Montecampione.

Ma tanti anche quelli per la mountain bike, con itinerari panoramici sul Lago d’Iseo, mulattiere militari della Grande Guerra, la Gran Fondo dell’Adamello in Val Saviore, l’Adamello Bike Arena in Alta Valle, il percorso Enjoy Altopiano del Sole.

Categorie
ferrovie Idee di Viaggio itinerari panorami Viaggi

Si chiama la Ferrovia della Morte, ed è incredibile

I viaggi in treno sono una delle tendenze più attuali, e la riscoperta di ferrovie storiche è un’esperienza che attira moltissimi turisti. Accanto alle strade ferrate più famose di tutti i tempi, ce ne sono altre molto meno conosciute, ma dal fascino incredibile. È il caso della Ferrovia della Morte, un tragitto lungo circa 415 km che attraversa paesaggi incredibili. Come si evince dal suo nome, tuttavia, dietro la sua costruzione c’è una storia tragica.

La Ferrovia della Morte, una storia terribile

La Ferrovia della Birmania è nota con molti nomi diversi: alcuni la conoscono come la Burma Railway, altri come la Ferrovia Siam-Birmania. Ma il modo forse più realistico per identificarla è Ferrovia della Morte. Oggi non esiste più, o per lo meno non è assolutamente più quella di una volta. La strada ferrata venne progettata nei primi anni ’40 del secolo scorso e costruita dall’Impero giapponese, con lo scopo di favorire il rifornimento di truppe e armi durante la Seconda Guerra Mondiale. Il tragitto originario, lungo circa 420 km, collegava Ban Pong (Thailandia) e Thanbyuzayat (Birmania), e da entrambi i fronti incrociata altre preesistenti ferrovie che permettevano di raggiungere Bangkok da una parte e Rangoon dall’altra.

Nella costruzione della linea ferroviaria vennero impiegati tantissimi uomini: secondo il governo australiano, furono circa 330mila persone a trovare lavoro in questo progetto, tra cui 61mila prigionieri di guerra alleati. Non essendo sufficienti per portare a termine rapidamente l’opera, ai militari vennero affiancati oltre 250mila civili asiatici, costretti ai lavori forzati. I giapponesi a guardia del cantiere trattarono i lavoratori in maniera terribile, fornendo loro cibo e assistenza medica del tutto inadeguati e obbligandoli a turni estenuanti. Si stima che circa 90mila civili e più di 16mila prigionieri di guerra persero la vita durante i lavori, molti dei quali morirono per colera, dissenteria, malaria o semplicemente per fame.

I paesaggi maestosi della Ferrovia della Morte

Dopo la fine della guerra, gran parte della linea ferroviaria cadde in disuso. Tuttavia, un lungo tratto venne restaurato e riaperto al traffico, che oggi è prevalentemente turistico. Il tragitto termina ora a Nam Tok, ma sono diversi i tratti successivi a questa stazione che sono stati rimessi in sesto, solamente in memoria di quella che fu una strada ferrata importantissima (e per omaggiare i tanti lavoratori che vi persero la vita). Il percorso segue il fiume Kwai, e una delle sue attrazioni più suggestive è proprio il ponte che attraversa il corso d’acqua.

Conosciuto come Ponte sul fiume Kwai e reso celebre dall’omonimo film del 1957 diretto da David Lean, venne pesantemente danneggiato dai bombardamenti durante la guerra. Sebbene fosse stato ripristinato in tempi brevi, negli ultimi anni venne costruito un nuovo ponte e quello vecchio chiuse definitivamente nel 2014. C’è poi un altro tratto ferroviario particolarmente affascinante: si tratta del Passo dell’Inferno (o Hellfire Pass), che si inerpica sui Monti del Tenasserim. Molti uomini morirono durante la sua realizzazione, viste le enormi difficoltà incontrate.

L’attuale ferrovia non arriva al Passo dell’Inferno, tuttavia questo importante patrimonio storico ha ritrovato il suo valore grazie alla realizzazione dell’Hellfire Pass Memorial Museum. Oggi il tratto ferroviario è un sito commemorativo, collegato mediante un percorso pedonale ad un museo che espone oggetti, foto e filmati dell’epoca, e che ripercorrono la tragica storia della Ferrovia della Morte.

Categorie
itinerari Notizie Viaggi

Puoi scoprire i borghi di questa regione dormendo in posti unici

Se avete meno di 35 anni, amate il trekking, la natura e la scoperta continua e siete alla ricerca di piccole realtà non ancora esplorate, ma soprattutto di spazi a misura di ragazze e ragazzi, questa estate potreste approfittare di una splendida iniziativa ideata da una Regione italiana per rilanciare un territorio ricco di meraviglie. Un itinerario unico, nato per promuovere il turismo slow tra i giovani, che vi permetterà anche di dormire in un’antica residenza nobiliare o in una riserva naturale. Ecco dove si tiene e in cosa consiste.

“Itinerario Giovani”, l’estate tra le perle del Lazio

Per l’estate 2022 la Regione Lazio rilancia il proprio territorio, ridisegnando una vera e propria mappa con l’iniziativa “Itinerario Giovani”, che propone nuovi percorsi per il turismo e per la cultura under 35 che si snodano lungo tutto il territorio laziale, toccando ogni provincia, con un progetto di riqualificazione di beni pubblici.

I giovani dai 14 ai 35 anni avranno la possibilità di esplorare il Lazio coast to coast, viaggiando tra canyon e calanchi, monti, colline, mari, fiumi, laghi e splendidi borghi. Sedici gli spazi – 9 ostelli e 7 punti turistici – riqualificati dalla Regione, dai Comuni e dagli enti parchi e messi a disposizione delle nuove generazioni.

Si tratta di palazzi, uffici, scuole, caserme, ma anche dimore secolari e strutture storiche, che grazie ai fondi delle Politiche Giovanili della Regione Lazio, con il sostegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri, vengono ora restituiti al territorio e pensati come realtà multifunzionali destinate alla ricezione turistica e alla promozione culturale. Gli ostelli e gli spazi sono affidati alla gestione di giovani under 35, che diventano così protagonisti della riattivazione e dello sviluppo economico del proprio territorio.

Puoi scoprire borghi questa regione dormendo posti unici

Lo splendido Palazzo Farnese a Caprarola

Il turismo lento a misura di under 35

Turismo lento, trekking, enogastronomia e attività outdoor, cultura e biodiversità sono solo alcune delle possibilità per vivere il Lazio da Sud a Nord, soggiornando negli ostelli riqualificati. Si parte dal mare di Gaeta, la “città delle cento chiese”, ricca di luoghi di interesse come il Tempio di San Francesco, la Cattedrale, il Castello Angioino-Aragonese e la meravigliosa Grotta del Turco. E da lì si attraversa la regione, con immancabile sosta a Roma, per poi terminare il viaggio nella Tuscia, terra ricca di storia e cultura al confine con la Toscana.

A Itri, in provincia di Latina, si può dormire nelle stanze di Villa Iaccarini, una residenza nobiliare di inizio ‘900 immersa nel Parco dei Monti Aurunci, mentre a Trevi nel Lazio un complesso rurale, riqualificato e immerso nella natura, riprende vita come struttura ricettiva. L’itinerario conduce poi alla scoperta del borgo medievale di Configni, in provincia di Rieti, di Zagarolo, porta d’accesso ai Monti Prenestini e “cerniera di scambio” con i Castelli Romani, di Caprarola, lungo la via Francigena, dove si può dormire nelle ex scuderie del Cinquecentesco Palazzo Farnese, capolavoro dentro e fuori.

Ad Acquapendente c’è, invece, la possibilità di dormire in un tipico edificio rurale nel cuore della Riserva Naturale Monte Rufeno, costruito all’inizio del 1900 lungo il percorso che univa l’attuale Area Protetta con la Selva del Lamone, dove anticamente si nascondevano le bande di briganti della zona.

E ancora, chi desidera fare un’escursione al Lago di Vico, la migliore destinazione lacuale d’Italia, e godere della natura che lo abbraccia, troverà come punto di partenza il nuovo Ronciglione Hub, un luogo di accoglienza per coloro che percorrono la via Francigena o i percorsi guidati enogastronomici della zona.

Tra gli itinerari di viaggio tracciati dalla Regione Lazlo non poteva, infine, mancare Civita di Bagnoregio (diventato un film giapponese), con il nuovo centro turistico Casa del Vento, in cui sono compresi un giardino medioevale e un orto sensoriale. Un’occasione unica per far scoprire anche ai più giovani il fascino dell’ultra millenario borghetto etrusco, che regala scorci mozzafiato sulla Valle dei Calanchi e la Tuscia Viterbese.

Puoi scoprire borghi questa regione dormendo posti unici

Il favoloso borgo di Civita di Bagnoregio

Categorie
Bolzano castelli città itinerari luoghi misteriosi Notizie Trentino Alto Adige Viaggi

Tour dei più bei castelli di Bolzano e dintorni

Avvolti dalla leggenda, questi castelli meritano una visita in qualsiasi periodo dell’anno. Sono i castelli che si trovano nei dintorni di Bolzano, in Alto Adige. Luoghi che raccontano la storia della regione e anche dell’Italia.

Su tutto il territorio altoatesino se ne contano ben 400, alcuni ancora tali e quali a com’erano un tempo, altri sono solo dei ruderi che richiedono una buona dose d’immaginazione. Molti di questi castelli sono oggi visitabili, altri sono privati. Tutti fanno parte del patrimonio della conca bolzanina e sono importanti testimonianze medievali.

Visitare questi meravigliosi manieri non è solo l’occasione per respirare la cultura e la storia del luogo, ma anche quella di potersi concedere passeggiate all’aria aperta circondati dal silenzio e dai profumi della natura.

Castel-Mareccio

Lo scenografico Castel Mareccio, immerso in un vigneto

I castelli nei dintorni di Bolzano

Tra i castelli da non perdere c’è sicuramente Castel Roncolo detto anche “il maniero illustrato”, in quanto conserva un meraviglioso ciclo di affreschi medievali a soggetto profano. Situato a Nord della città, lo si può raggiungere a piedi percorrendo la verde passeggiata del Lungotalvera oppure in bicicletta, lungo la pista ciclabile.

Tra i castelli meglio conservati c’è anche Castel Mareccio, a ridosso del centro storico e immerso in un vigneto di pregiate uve Lagrein, con un’incantevole vista sul Catinaccio-Rosengarten.

Castel-Roncolo

Castel Roncolo, anche detto “il maniero illustrato”

Arroccato su un promontorio roccioso da cui si gode di un bellissimo panorama sulla piana dell’Adige e sui tetti di Bolzano è Castel Flavon, oggi divenuto un famoso ristorante.

Castello ma anche museo e anche il Castel Firmiano, considerato uno degli emblemi dell’Alto Adige, all’interno del quale è nato l’MMM Messner Mountain Museum Firmian, uno dei sei musei dedicati alla montagna voluti da Reinhold Messner.

castel-Firmiano-mmm-messner-museum

Castel Firmiano ospita l’MMM Messner Museum

Il tour dei castelli

Dal 4 al 6 giugno, per tre giorni si possono visitare i castelli in occasione del tradizionale Castelronda, che prevede un programma di eventi per rivivere le atmosfere del Medioevo. Gruppi altoatesini e provenienti dal resto d’Italia e dall’estero accoglieranno i visitatori in costumi d’epoca e proporranno diverse attività, dai duelli tra cavalieri all’artigianato d’altri tempi, dagli spettacoli col fuoco a quelli dei giullari, dal tradizionale mercato all’investitura dei cavalieri.

Castel-Flavon

Castel Flavon, sui tetti di Bolzano

Ma soprattutto sono previste visite guidate per scoprire segreti e curiosità. Le tappe di Castelronda 2022 toccheranno Castel Roncolo, il castello icona di Bolzano all’ingresso della Val Sarentino, unico castello completamente integro e ufficialmente visitabile; le rovine di Castel Rafenstein, che sovrasta Bolzano in direzione di San Genesio; le tre antiche residenze aristocratiche nell’Oltradige presso Appiano, ovvero Castel d’Appiano, Castel Boymont e le rovine di Castel Festenstein e infine Castel Trostburg, sopra Ponte Gardena, in Valle Isarco.

Il trekking dei castelli

Castelronda è anche il nome di un itinerario storico lungo 20 chilometri che collega Bolzano, San Genesio e Terlano, lungo una via panoramica ricca di manieri e rovine che si snoda sulle pendici attorno alla città.

Castel-Rafenstein

Le rovine di Castel Rafenstein, noto anche come Castel Sarentino

Comprende sei ore e mezza di cammino (l’intero sentiero è consigliato ad escursionisti allenati, mentre è comunque possibile percorrere solo alcuni tratti a scelta), immersi nel vasto patrimonio culturale del territorio. Un percorso unico e affascinante che abbraccia Bolzano e i suoi dintorni.

Sono cinque i castelli attraversati da questo cammino: Castel Roncolo, Castel Rafenstein o Castel Sarentino, Castel Greifenstein, noto anche come “Castel del Porco” (perché si dice che da qui sia stato lanciato un maiale durante un assedio), le rovine di Helfenberg e Castel Casanova di Terlano.

Categorie
Fiume itinerari Notizie Viaggi

Nasce il Passa-Porto per il Tevere: cos’è

Il fiume Tevere come il Cammino di Santiago o la Via Francigena: al via l’iniziativa per favorire tutto l’anno un turismo di prossimità dalle sorgenti al mare.

Il progetto nasce dall’esperienza pluridecennale della Discesa Internazionale del Tevere, percorso guidato che ogni anno vede gli appassionati percorrere la Valle a piedi, in bici, canoa o SUP, e mira ad avvicinare le persone al fiume e a sostenere al contempo le attività economiche presenti lungo il cammino.

Ed ecco allora il Passa-porto Tevere, ispirato a quello dei pellegrini, una sorta di diario di viaggio e ricordo indelebile dell’esperienza vissuta.

Di cosa si tratta

Chi deciderà di percorrere l’itinerario del Tevere a piedi, in bicicletta oppure in canoa, avrà d’ora in poi la possibilità di scaricare gratuitamente il Passaporto tascabile dal sito Reginaciclarum e portarlo con sé come compagno di viaggio ideale per scendere il fiume.

A ogni tappa, il documento verrà timbrato come credenziale dai gestori delle attività sul territorio che coglieranno l’occasione per fornire, oltre ai propri servizi, anche preziose indicazioni sulle meraviglie locali da visitare: lungo il corso del fiume, infatti, spiccano siti archeologici dalla storia millenaria, siti natura 2000, cattedrali e chiese, aziende agricole dai prodotti di eccellenza e aree protette per itinerari che rimangono impressi nel cuore e nella mente.

Per ogni tappa, sul passaporto sono indicati i riferimenti per pianificare al meglio le esperienze via terra e via acqua.

Sono già ventotto le attività che hanno aderito al progetto e altre se ne aggiungeranno: sono bar, affitta bici e canoe, club sportivi, Pro Loco e Bed and Breakfast.

Via terra o via acqua, un percorso di emozioni

poggio mirteto

Veduta di Poggio Mirteto

È un percorso ricco di bellezze naturalistiche da vivere (che sia per un giorno, un weekend o un’intera vacanza) percorrendo a piedi o sulle due ruote le otto (o 16) tappe realizzate dai volontari de “I Gatti della Regina Ciclarum” oppure a pagaia lungo la valle del fiume.

Le otto tappe estratte dalla traccia totale estiva sono:

  • dalle Sorgenti Fumaiole a Città di Castello
  • da Città di Castello a Perugia Ponte San Giovanni
  • da Perugia Ponte San Giovanni a Todi
  • da Todi ad Alviano
  • da Alviano a Orte
  • Orte a Poggio Mirteto
  • da Poggio Mirteto a Roma
  • da Roma al mare con quattro sottotappe così suddivise: da G.R.A. Labaro a Ponte Milvio, da Ponte Milvio a Trastevere, da Trastevere a G.R.A. Mezzocammino, da Mezzocammino a Fiumicino.

Un ambizioso progetto sperimentale e gratuito

Grazie all’impegno volontario degli organizzatori e delle numerose attività locali, il progetto è completamente gratuito: l’iniziativa ha però un potenziale tale da poter generare, se sviluppata, occupazione tutto l’anno e un indotto economico non soltanto durante il periodo della tradizionale Discesa del Tevere.

La fase di sperimentazione è seguita da SIMTUR, l’Associazione Professionisti Mobilità e Turismo Sostenibile, e i risultati della prima stagione verranno illustrati a novembre 2022 durante il quarto Forum del Turismo Fluviale e delle acque interne del Meeting “All routes lead to Rome”.

Gli ideatori hanno sottolineato come la fase del 2022 sia sperimentale con la speranza che, un giorno, il percorso lungo il Tevere possa essere custodito dalle Amministrazioni o dal “Parco del Tevere” così da fornire una rete capillare di servizi per accogliere turisti da tutto il mondo e salvaguardare il ricco patrimonio culturale, storico, naturalistico e agronomico nato attorno al fiume.

tevere

Fiume Tevere

Categorie
Cammini itinerari itinerari culturali Viaggi

Il Cammino Celeste, dove s’incrociano i confini di tre Paesi

Escursioni mozzafiato tra terra e cielo, che ti offrono l’opportunità imperdibile di abbracciare con lo sguardo scorci di una bellezza quasi mistica. Il Cammino Celeste è un itinerario religioso internazionale che coinvolge tre diversi Paesi – Italia, Austria e Slovenia – fino a convergere al Monte Lussari, dove sorge il santuario mariano detto, per l’appunto, dei “tre popoli”. Un percorso davvero mozzafiato, caratterizzato da un’estrema varietà paesaggistica e monumenti di grande fascino. Tutto da scoprire.

Cammino Celeste, l’itinerario italiano

Il percorso italiano del Cammino Celeste si contraddistingue per la ricchezza paesaggistica senza eguali e la varietà di esperienze offerte lungo il tragitto a pellegrini e turisti. Ci si può imbattere, ad esempio, in piccole chiese di campagna e santuari famosi, visitare città ricche di storia e arte o perdersi nel silenzio delle foreste e dei parchi naturali. Il tutto per una lunghezza di circa 200 km, suddivisi in 10 tappe da percorrere orientativamente in dieci giorni, passando su strade sterrate, viottoli di campagna e bellissimi sentieri di montagna

Il principale punto di partenza del tragitto italiano è la Basilica patriarcale di Santa Maria Assunta ad Aquileia, importante città dell’Impero romano e principale centro per la diffusione del Cristianesimo nell’Europa del nord e dell’est. C’è però anche la possibilità di iniziare il percorso un po’ prima, dal Santuario di Barbana, immerso in un paesaggio mistico, uno tra i più antichi santuari mariani del mondo, raggiungibile in traghetto, e da qui poi proseguire alla volta di Aquileia, da cui si sviluppa la prima tappa ufficiale del cammino, destinazione Aiello.

La seconda tappa conduce da Cormons a Castelmonte, dopodiché si prosegue per Masarolis passando per Cividale del Friuli, borgo ricco di leggende. Si sale ancora, fino a Montemaggiore, raggiungendo il rifugio A.N.A. e giungendo a Prato di Resia, da dove, scarpinando per altri 13,4 km si arriva a Dogna, per poi spostarsi in Val Saisera fino a Valbruna/Camporosso. L’ultima tappa dell’itineraio italiano è la salita del Monte Lussari, all’estremo nordest dell’Italia, con il suo santuario che può a ragione definirsi europeo, poiché meta di pellegrinaggi di tre Paesi.

Basilica Santa Maria Assunta Aquileia

La Basilica di Santa Maria Assunta ad Aquileia

Cosa vedere assolutamente lungo il tragitto italiano

Tra i luoghi più imperdibili del Cammino Celeste, c’è senza dubbio Aquileia, sito UNESCO dal 1998 per l’importanza della sua area archeologica e la bellezza dei mosaici pavimentali che custodisce, una gemma del Friuli-Venezia Giulia che è uno scrigno di tesori unici.

Dalla sua basilica, sede dell’antico patriarcato, si passa ad altri luoghi di culto affascinanti, come il santuario della Rosa Mistica di Cormons o quello della Beata Vergine a Castelmonte, fino al santuario della Madonna del Monte Lussari, raggiungibile attraverso il suggestivo Sentiero del Pellegrino che si snoda tra i boschi dell’incantevole foresta di Tarvisio.

I percorsi alternativi del Cammino Celeste

Il Cammino Celeste è composto da tre itinerari, ciascuno dei quali ha inizio in località ricche di storia e di fede. Oltre al tragitto italiano, si può quindi scegliere di intraprenderlo anche seguendo il ramo austriaco o quello sloveno. L’itinerario austriaco del Cammino Celeste è lungo 80 chilometri e parte dalla chiesa di Maria Saal, passando per quelle di Sankt Egyden, Sankt Leonhard, Camporosso, fino ad arrivare al Santuario di Monte Lussari.

Di 80 chilometri è anche la lunghezza del percorso sloveno, che parte dalla chiesa di Brezje, elevata al rango di basilica nel 1988 da Giovanni Paolo II, e raggiunge anch’esso il Monte Lussari, punto di incontro e pellegrinaggio di tre popoli, ciascuno con la sua affascinante storia.

Cammino Celeste dove incrociano confini tre Paesi

Il Monte Lussari, punto di arrivo del Cammino Celeste

Categorie
cicloturismo itinerari Notizie Viaggi

La Green Road dell’acqua è la più bella ciclabile d’Italia

Autentico “paradiso dell’acqua” per i cicloturisti: nel cuore della provincia di Trento, si snoda per 143 chilometri al cospetto di fiumi e laghi la Green Road dell’acqua, eletta nel 2021 come miglior ciclabile agli Italian Green Road Awards (insieme alla Ciclovia dei Parchi della Calabria).

Un attento lavoro di recupero di argini fluviali, strade e ferrovie dismesse per 113 chilometri, realizzato nell’arco di trent’anni dalla Provincia Autonoma di Trento, ha consentito di realizzare un unico percorso ad anello in più tappe che ha inizio in località Cadino di Faedo, nel comune di San Michele all’Adige, e attraversa ben 21 comuni prima di concludersi nel capoluogo.

L’itinerario, che consta di 138 chilometri riservati alle bici, 4 chilometri su strada a bassissimo scorrimento e l’ultimo chilometro percorribile in funivia al di sopra dell’Adige, è perfetto per un turismo slow a contatto con le eccellenze del territorio, in cui ognuno può pedalare al proprio ritmo e soggiornare in agriturismi, borghi oppure campeggi.

Il paradisiaco itinerario della più bella ciclabile d’Italia: la prima parte

mezzocorona

Veduta di Mezzorona

La prima parte del percorso ciclabile si snoda per 60,5 chilometri quasi esclusivamente pianeggianti con un dislivello in salita di 140 metri e 160 in discesa.

La partenza è dalla località Cadino di Faedo e l’arrivo è a Mori dove la Via dell’Acqua devia in direzione del Lago di Garda mentre la Via dell’Adige prosegue alla volta di Verona.

Il tratto iniziale, immerso tra i vigneti del Trento DOC, costeggia da subito il fiume Adige e incontra i borghi di Mezzocorona e Mezzolombardo nonché biotopi e siti naturali di interesse comunitario quali “la Rocchetta”, “la Rupe” e il sito “Natura 2000”, dimora ideale del gufo reale e di svariati uccelli migratori.

25 chilometri pianeggianti ed ecco poi il primo passaggio a Trento nel moderno quartiere delle “Albere”, progettato da Renzo Piano e sede del MUSE, il nuovo e prestigioso Museo delle Scienze della città.

Seguendo il corso del fiume, tra i meleti della Valle dell’Adige e i vigneti della Vallagarina, si raggiunge Rovereto, “Città della Pace” e sede del MART, il Museo di Arte Moderna e Contemporanea.

La seconda parte: più impegnativa ma meravigliosa

Arrivati all’altezza di Mori, comincia la seconda parte dell’itinerario della Green Road dell’Acqua, più impegnativo del precedente, con lo stesso numero di chilometri ma un dislivello di 1040 metri in salita.

Da qui, si costeggia il biotopo del Lago di Loppio lungo il tracciato della vecchia ferrovia asburgica Mori-Arco-Riva: a metà una sosta interessante è quella all’Isola di Sant’Andrea, notevole sito di archeotrekking con accesso alle rovine del castrum dalla ciclabile.

Pedalando tra olivi secolari, ecco Nargole e Torbole sul Garda con vista impagabile sul lago: il tracciato punta verso nord costeggiando il fiume Sarca verso Arco, capitale dell’arrampicata sportiva, e poi oltre, nella zona della Valle dei Laghi dove la ciclopista si sviluppa in un ambiente di rara bellezza dominato dall’acqua.

È poi il momento di sfiorare la Riserva Naturale delle Marocche, dove lasciarsi sorprendere da un paesaggio lunare plasmato da sassi ciclopici, e raggiungere Sarche dove ha inizio il Parco Fluviale della Sarca”: una deviazione è d’obbligo per pedalare lungo le forre del Limarò, entusiasmante canyon.

Mentre si continua verso Trento, il paesaggio è immerso tra lecci e olivi abbracciati dalle montagne, e punteggiato dai laghi di Toblino, Santa Massenza e Terlago.

L’utimo tratto della Green Road dell’Acqua sale sul Monte Bondone e scende a Sardagna, punto panoramico privilegiato su Trento: da qui è possibile prendere la funivia oppure percorrere ancora un tratto in sella alla bici tra boschi di castagni fino al rione di Piedicastello.

green road acqua

La Green Road dell’acqua