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Passerelle del Vero, un incredibile percorso tra gole profonde

Alquézar, uno dei borghi medievali più affascinanti della Spagna, custodisce uno degli itinerari più famosi dell’Aragona nonché uno dei più mozzafiato.

Si tratta delle “Passerelle del Vero“, un adrenalinico sentiero sopraelevato che consente di rimanere estasiati dinanzi all’ultimo tratto della Gola del fiume Vero attraversando passerelle spettacolari e sicure.

Passerelle del Vero, impossibile non emozionarsi

L’incredibile percorso di montagna semi attrezzato, lungo tre chilometri e con un dislivello di 180 metri, ha inizio dal centro del borgo e conduce alla scoperta di un ambiente idilliaco che riassume in sé l’essenza paesaggistica, culturale e ambientale del Parco Naturale della Sierra y los Cañones de Guara.

Il primo tratto: la discesa al fiume Vero attraverso il Barranco de la Fuente

Si parte dalla piazza Rafael Ayerbe (ex Plaza Mayor) accanto al municipio, sotto alla Collegiata, dove è possibile acquistare il biglietto d’ingresso al tour (disponibile anche online).

Si scende da Alquézar al fiume Vero attraversando il rigoglioso Barranco de la Fuente, incastonato tra imponenti pareti calcaree, con la Collegiata di Alquézar in alto a destra e la Peña Castibián a sinistra, dove gli arrampicatori si esercitano lungo le pareti e cavità.

Questa discesa è la parte più tecnica del percorso a causa del costante dislivello e del terreno sconnesso: in alcuni tratti è attrezzata con passerelle in legno.

È un tratto che in estate, durante le giornate roventi, diventa molto piacevole grazie all’ombra perenne e all’umidità che emana.

Occorre prestare molta attenzione nei giorni di pioggia o subito dopo: il terreno diventa scivoloso e vi è la possibilità che l’acqua scorra lungo la strada.

È anche importante rispettare il silenzio della zona, fermandosi ad osservare il fogliame che adorna il burrone e l’intenso lavoro che l’acqua e il vento hanno svolto per migliaia di anni. Alzando lo sguardo, non è difficile notare grandi rapaci come il grifone volteggiare in aria.

Il secondo tratto: il fiume Vero

Raggiunto il greto del fiume, prima di imboccare le passerelle aeree sulla destra, è vivamente consigliata una visita alla Cueva de Picamartillo (che dista circa 100 metri), una curiosa cavità formata dall’erosione dell’acqua.

Ammirata la grotta, tornando sui propri passi è il momento di percorrere il primo tratto delle passerelle aeree, per poi scendere nel greto del fiume, fino a sentire il fragore della cascata dell’Azud.

È zona più bella del tour, dove si svela l’infrastruttura della vecchia centrale idroelettrica: si parte dal canale dell’Azud, costruito per raccogliere l’acqua che, in basso, generava elettricità per la Centrale Elettrica e si giunge al Canyon del Vero, plasmato da maestosi blocchi di roccia, cavità, pozze e acqua dallo spettacolare colore turchese in primavera.

Dall’edificio della vecchia Centrale elettrica si sale dolcemente lungo un sentiero che, svoltando a sinistra, conduce all’ultimo tratto delle passerelle, il più moderno: da qui si arriva alla piattaforma Mirador del Vero con una vista sensazionale sul fiume, sul burrone e sullo storico borgo di Alquézar.

Il terzo tratto: ritorno ad Alquézar

Seguendo un sentiero piuttosto ripido, tra mandorli, ulivi e frutteti, si ritorna ad Alquézar, nel parcheggio appena sotto la chiesa di San Miguel.

Informazioni pratiche

Per effettuare il tour, dai 12 anni in su è prevista una quota di partecipazione pari a 4 euro. Al momento dell’acquisto del biglietto, è possibile scegliere l’orario preferito per iniziare l’entusiasmante percorso.

Il contributo serve per il servizio di manutenzione e pulizia delle infrastrutture dei camminamenti e dei loro dintorni.

Il tour è aperto tutto l’anno, tranne in caso di lavori di manutenzione programmati (i giorni vengono segnalati sul sito ufficiale) e se il personale di controllo rileva che l’accesso potrebbe essere pericoloso (a causa, ad esempio, di una piena del fiume o di lavori di riparazione d’emergenza).

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In Svizzera c’è un nuovo treno high tech: dove va

In Svizzera anche un viaggio in treno si trasforma in una vera e propria esperienza da favola grazie al paesaggio mozzafiato e a un innovativo treno high tech che, da inizio dicembre 2022, permette di percorrere uno degli itinerari ferroviari più amati senza dover più cambiare convoglio e stazione.

Il pionieristico Goldenpass Express

È il treno che ha rivoluzionato l’entusiasmante viaggio di 115 chilometri lungo la “Golden Pass Line“, che attraversa tre cantoni, tra pascoli di montagna e passi in quota, costeggia otto laghi e fa tappa in alcune delle località più rinomate della Svizzera.

Una delle linee turistiche più apprezzate che unisce Montreux, sul ramo orientale del Lago di Ginevra, a Interlaken, balcone panoramico vegliato dalle Alpi Bernesi, e Lucerna, che fino al mese scorso veniva però penalizzato dal dover cambiare treno a Zweisimmen: infatti, dal paesino della Simmental a Interlaken circolano i treni ordinari mentre, da Interlaken a Montreux, si trova la storica linea “Montreux Oberland Bernese”, valico di montagna a scartamento ridotto.

Ma la tecnologia del nuovo Goldenpass Express ha risolto il problema progettando il primo carrello flessibile al mondo: non possiede assi e può espandersi e comprimersi in base alle necessità, sollevando e abbassando, al contempo, le carrozze del treno di 20 centimetri per assecondare la differente altezza delle piattaforme.
Ciò avviene a Zweisimmen, su una rampa appositamente costruita.

È, quindi, finalmente possibile godersi il magnifico viaggio nella sua totalità, rimanendo a bordo dello stesso treno sia sulle linee tradizionali che su quelle di montagna.

Le classi sono tre: Prima, Seconda e Prestige. Fiore all’occhiello di quest’ultima sono le poltroncine riscaldabili che ruotano di 180 gradi per consentire di ammirare al meglio il panorama.
La prenotazione è obbligatoria per la classe Prestige mentre soltanto raccomandata per le altre.

Tutto il fascino della mitica Golden Pass Line

Il segreto di questa storica linea ferroviaria di rara bellezza sta, senza dubbio, nella varietà dei paesaggi.

Si parte dalle rive del Lago di Ginevra, nell’atmosfera quasi mediterranea di Montreux, dove il convoglio si inerpica salendo a zig zag tra i vigneti.

Poi, all’improvviso, usciti dalla galleria Jaman, ecco aprirsi un fiabesco paesaggio di scroscianti torrenti e ombrose foreste di pini, il Pays d’Enhaut, dove ammirare caratteristici paesini come Rossinière, dove visse il grande pittore Balthus e Victor Hugo compose parte della sua celebre opera “I Miserabili”, e Château-d’Oex, colorata località di villeggiatura dove fare il pieno di relax e volare a bordo di una mongolfiera.

Da qui, si entra nella Saanenland, territorio di Gaand, dalle graziose case in stile chalet, dai lussuosi ed esclusivi eventi, e dai numerosi ristoranti stellati e hotel chic.

Superato Zweisimmen, il “paese del sole” da cui partire per percorsi in cresta ed escursioni in alta montagna, l’itinerario si inoltra nell’Oberland Bernese, mentre le foreste si fanno, via via, più fitte, e segue il corso del fiume Simme fino al suo sbocco nel Lago di Thun: è una piacevole zona agricola con le tradizionali case dalle facciate scolpite e dipinte.

Oltrepassato il Castello di Wimmis, si giunge a Spiez e il treno costeggia le sponde del Lago di Thun, collegato al Lago di Brienz da uno stretto e breve canale naturale: in mezzo ai due bacini, spicca Interlaken.

Il convoglio attraversa un ponte per arrivare sull’altra riva, punto privilegiato per ammirare le Cascate di Giessbach (nate dalla fusione dei ghiacciai) e le vette dell’Oberland Bernese.

È poi il momento di salire verso i pascoli di alta quota e il Passo del Brunig, da dove inizia la discesa finale: il tempo di scorgere i tre piccoli laghi Lungern, Sarnen e Alpnach ed ecco il capolinea, la stazione di Lucerna.

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Sulle tracce di Alessandro Manzoni per il 150° anniversario

Il 22 maggio 2023 ricorrono i 150 anni dalla scomparsa di Alessandro Manzoni, tra i massimi autori della letteratura italiana grazie all’intramontabile capolavoro I promessi sposi.

In attesa delle iniziative che già fervono per celebrare l’anniversario, seguiamone le tracce con uno speciale itinerario alla scoperta dei “Luoghi manzoniani” tra Lecco, Milano, Monza, Vercurago e la Valsassina.

Lecco, la scenografia della storia di Renzo e Lucia

Tutto iniziò sul ramo orientale del Lago di Como, a Lecco, tra acqua e monti, dove Alessandro Manzoni trascorse l’infanzia e l’adolescenza in una settecentesca villa neoclassica nei pressi di Largo Caleotto (oggi zona Meridiana), vegliato dal profilo del Resegone o Monte Serrada, montagna delle Prealpi Orobie dall’altezza di 1875 metri.

La villa, sede del Museo Manzoniano, è visitabile e ospita, nelle undici sale aperte al pubblico, prime edizioni, cimeli appartenuti allo scrittore (addirittura la culla) e preziosi manoscritti.
Ma non soltanto: a testimoniare il forte legame del Manzoni con la città di Lecco, svetta, nell’omonima piazza a lui intitolata, la scultura bronzea alta 280 centimetri che lo raffigura seduto sul suo scanno mentre osserva, con espressione meditativa, il lago da cui tutto vide la luce.

Quel ramo del lago di Como” viene esplicitamente nominato nel celebre romanzo assieme al ponte Azzone Visconti, uno dei monumenti simbolo della città, notevole esempio di architettura militare realizzato tra il 1336 e il 1338 sul fiume Adda allo scopo di migliorare i collegamenti tra Lecco e il Ducato di Milano.

L’unico quartiere di Lecco citato in maniera esplicita è il “villaggio di pescatori” di Pescarenico, sulla riva sinistra dell’Adda, dal fascino non toccato dal tempo: tra antiche case e strette viuzze, è ancora possibile assaporare l’atmosfera di quei tempi, fino ad arrivare al Convento di Fra Cristoforo, presso l’ex convento dei frati cappuccini e la Chiesa dei Santi Materno e Lucia in Piazza Padre Cristoforo.

pescarenico

Fonte: iStock

Pescarenico

E proprio da Pescarenico si imbarcarono Lucia e la madre: in quel punto, dove sfociava il torrente Bibione, si trova una targa dove leggere l’Addio Monti, il noto passo dell’opera in cui la ragazza saluta, piangendo, le sue adorate montagne.

Con grande probabilità, Lucia abitava presso il quartiere di Olate, forse nel rustico che oggi si incontra su Via Caldone con un portone ad arco su cui è affissa una targa che recita: “Presunta casa di Lucia Mondella“.
Ma un altro luogo di residenza potrebbe essere anche la casa, sempre in stile rurale, situata nel quartiere di Acquate e chiamata “Tradizionale casa di Lucia“.

Da qui, la strada si inerpica fino alla Chiesa dei Santi Valente e Valeria, la cappella che doveva essere luogo di celebrazione del matrimonio di Renzo e Lucia: oggi, si presenta come un imponente edificio neoclassico dal sagrato a ciottoli.

Superata la chiesa, la strada prosegue ancora in salita fino alla collina di Olate, il promontorio dello Zucco, dove sorgeva il Palazzotto di Don Rodrigo, villa costruita nel XVI secolo per volontà dei nobili Arrigoni di Introbio.

Poco lontano, nel quartiere Germanedo, lungo una stradina di campagna, ecco poi il tabernacolo dove i bravi intimarono a Don Abbondio che “questo matrimonio non s’ha da fare!“, corrispondente all’attuale cappella di Via Croce.

Dal quartiere di Chiuso, dove si trova la Casa del Sarto che diede ospitalità a Lucia dopo la conversione dell’Innominato, ulteriore tappa è la Chiesa di San Giovanni Battista (o del Beato Serafino), luogo dell’incontro con il Cardinale Borromeo.

I luoghi manzoniani a Milano

L’itinerario sulle tracce di Manzoni prosegue a Milano dove ammirare, in Piazza San Fedele, il Monumento in bronzo eretto nel 1883 di fronte alla Chiesa di San Fedele, realizzata nel XVI per volere di San Carlo Borromeo, nel cuore della città, tra la Galleria Vittorio Emanuele II e Palazzo Marino.

Ancora, in Via Morone 1, lo splendido palazzo storico “Casa Manzoni” fu dimora del romanziere dal 1814 fino alla morte, dalla facciata con sofisticate decorazioni in cotto, ispirata all’architettura rinascimentale lombarda.

La tomba di Manzoni trova invece posto nel famedio del Cimitero monumentale, “tempio della fama” all’ingresso principale.

Infine, in Via San Gregorio 5, da vedere una porzione superstite del Lazzaretto.

Monza, Vercurago e la Valsassina, la Monaca, l’Innominato e Agnese

Il viaggio si conclude con le tappe a Monza, presso la Chiesa di San Maurizio in Piazza Santa Margherita, modello per il monastero di Gertude, la “Monaca di Monza”, a Vercurago, comune al confine occidentale della Valle San Martino al confine con Lecco dove svetta il Castello dell’Innominato, sulla cima del Sacro Monte di Somasca, con la cappella di Sant’Ambrogio all’ingresso, e in Valsassina, a Pasturo, paese d’origine dell’umile Agnese, madre di Lucia.

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Benvenuti sull’itinerario migliore d’Europa

L’itinerario per trekking, gite in mountain bike o escursioni a cavallo migliore d’Europa si cela nelle Fiandre, nel cuore del Parco Hoge Kempen, l’unico parco nazionale belga, dove la natura si mostra in tutto il suo splendore.

Il Parco, infatti, ha ricevuto, per la prima volta nella storia delle Fiandre, il riconoscimento di “Leading Quality Trail – Best of Europe” per il suo itinerario “National Park Trail”, certificazione assegnata dalla European Ramblers Association (ERA), organizzazione internazionale che rappresenta oltre 60 membri attivi nel settore dell’escursionismo.

L’ambito riconoscimento, che ha una validità di tre anni, viene conferito a seguito di un’attenta valutazione basata su rigorosi criteri di qualità, che ne garantiscono l’eccellenza sia in termini di qualità paesaggistica che di valore esperienziale e di segnaletica.

National Park Trail, il percorso migliore in Europa

Nationaal_Park_Hoge_Kempen

Il National Park Trail, accessibile da giugno 2022 e considerato l’itinerario europeo migliore, è una piacevole passeggiata ad anello che si sviluppa su 110 chilometri, suddivisa in 5 tappe di 20 chilometri ciascuna, comodamente percorribile in 4/5 giorni e, quindi, l’ideale per una breve vacanza o un weekend lungo all’aria aperta.

La facilità con cui si raggiunge (dista un’ora e mezza dalla capitale Bruxelles), le ottime condizioni del percorso, la varietà e la bellezza del paesaggio, e la dotazione di infrastrutture quali i pannelli informativi, la segnaletica e i punti di sosta hanno valso al parco fiammingo la certificazione che lo incorona sul podio d’Europa.

La passeggiata ad anello conduce alla scoperta dei luoghi più affascinanti del Parco Nazionale Hogen Kempen e ha in serbo molte sorprese: sette salite, vaste brughiere in fiore, splendide paludi, ampi laghi aperti, sinuose dune di sabbia e boschi profumati.
Ma non solo: è una delle poche zone delle Fiandre dove dimenticare il traffico e la frenesia della vita di tutti i giorni per più di 100 chilometri.

Gli escursionisti possono decidere a loro piacimento il numero di tappe e di chilometri, la direzione, la partenza e il punto di arrivo scegliendo se percorrere l’intero anello di 110 chilometri oppure varianti più brevi.

Inoltre, sia presso ogni cancello d’ingresso del Parco che lungo il percorso, sono disponibili parcheggio, servizi igienici, punti ristoro, pannelli informativi e strutture ricettive per il pernottamento: hotel, campeggi, B&B, villaggi vacanze, pole camping, case vacanza e altro ancora per andare incontro a tutte le esigenze.

Le cinque tappe da non perdere

Cycling couple with childeren near Nete_ Lier _ Sofie Coreynen

Le tappe ideali per ammirare i punti salienti del Parco Hoge Kempen sono cinque, tutte con inizio e arrivo presso un cancello d’ingresso.

Il punto di partenza ufficiale del National Park Trail è Kattevennen che si raggiunge facilmente attraversando il Molenvijver Park e la foresta.

Prima Tappa: KATTEVENNEN – PIETERSHEIM (23,8 chilometri)

Il percorso si snoda principalmente al cospetto di vasti boschi alle pendici meridionali dell’altopiano di Kempen.

Seconda Tappa: PIETERSHEIM – TERHILLS (23,9 chilometri)

Camminando da sud a nord lungo il bordo dell’altopiano di Kempen, si apre il favoloso paesaggio della brughiera e della valle di Ziepbeek.

Sul Mechelse Heide si gode di incredibili viste panoramiche e si intravedono le prime colline.

Terza Tappa: TERHILLS – DUINENGORDEL (22,6 chilometri)

Proprio come la seconda tappa, anche la terza si snoda da sud a nord lungo il bordo dell’altopiano di Kempen.

Il cammino inizia con tre salite e poi prosegue, attraversando la foresta Dilser, fino a Bergerven e Bosbeek.

Quarta Tappa: DUINENGORDEL – THORPARK (26,8 chilometri)

Il percorso inizia con una serie di dune sabbiose e paludi e continua immergendosi tra brughiere e foreste fino a raggiungere le colline minerarie di Thorpark da cui ammirare magnifici panorami.

Quinta Tappa: THORPARK – KATTEVENNEN (11 chilometri)

Infine, camminando lungo la valle Stiemerbeek e l’area forestale si raggiunge di nuovo Kattevennen.

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È la Capitale italiana delle bici, ed è bellissima

Caratterizzata da un’urbanistica unica nel suo genere, dove Medioevo e Rinascimento si fondono, consacrandola Patrimonio dell’Umanità, questa perla italiana non è solo una meta ambita dagli amanti della storia, dell’arte e della cultura, ma è anche considerata la città delle biciclette. L’utilizzo delle due ruote qui è, infatti, tra i più alti in Europa. A godere di affascinanti percorsi storico-architettonici che si snodano lungo la rete delle piste ciclabili sono anche i visitatori, che possono scoprire la sua immensa bellezza spostandosi agilmente e in maniera ‘green’.

Ferrara, la città italiana delle biciclette

È Ferrara la prima città italiana per densità di piste ciclabili in rapporto alla popolazione. La sua area urbana può contare su più di 150 km di ciclovie, pari a 1,14 metri per abitante. A goderne sono anche i turisti, che possono pedalare su splendidi percorsi che portano alla scoperta di incredibili tesori.

Numerosi dati statistici testimoniano come qui l’utilizzo della bicicletta sia considerato un vero e proprio stile di vita. Basti pensare che, mediamente, se ne contano almeno due per famiglia, vale a dire che la bici è nel DNA di ogni ferrarese. La presenza di tanti ciclisti è uno dei motivi per cui Ferrara è famosa in Italia e all’estero. Qui persino l’andatura placida e dolce si distingue da quella dei ciclisti di altre città europee, più veloce e frenetica. Sarà forse proprio la sua bellezza a invitare alla calma chi l’attraversa, ogni giorno o per la prima volta.

Ferrara in bicicletta: i percorsi più belli

Sono davvero tantissimi e splendidi i percorsi cicloturistici da fare a Ferrara, città che ha conquistato anche la CNN, e ciascuno regala emozioni uniche. Ecco alcuni dei più memorabili, dentro e fuori le mura.

Le mura, tra storia e natura

Il percorso delle mura parte dal Castello Estense (ecco quanto costerebbe soggiornarvi) e raggiunge Porta degli Angeli, sviluppandosi per 9 chilometri che abbracciano il centro storico della città, tra baluardi, torrioni, cannoniere, porte e passaggi che testimoniano le diverse tecniche difensive elaborate nel corso dei secoli. Si tratta di un breve itinerario adatto alle famiglie, riservata esclusivamente alle biciclette e ai pedoni, e immerso nel verde. Da qui si può accedere ai monumenti più belli della città oppure optare per escursioni nella campagna urbana.

Anello dei Borgia, tra le famose Delizie

Se volete addentrarvi nell’entroterra ferrarese, l’itinerario dell’Anello dei Borgia unisce le storiche residenze dei Duchi d’Este, le cosiddette Delizie, che più si sono intrecciate con la vita di Lucrezia Borgia e dei suoi figli a Ferrara. Luoghi che, stando a quanto dichiarato dall’UNESCO, “illustrano in modo eccezionale il riflesso della cultura del Rinascimento sul paesaggio naturale”, e che proprio per questo motivo rientrano, insieme alla città, nella lista dei Patrimoni dell’Umanità.

Destra Po, una delle ciclovie più lunghe d’Europa

Se vi trovate a Ferrara e la voglia di raggiungere il mare in sella alla vostra bici prende il sopravvento, imboccate lo straordinario percorso che accompagna il fiume Po nei suoi ultimi 100 km fino al Lido di Volano, la prima località marittima della provincia che si incontra arrivando dalla pianura. Si tratta di una delle ciclovie più lunghe d’Europa, costellata di opere architettoniche iconiche, tra cui la Rocca Possente di Stellata e il Castello della Mesola. Situata nell’area nord del Parco regionale del Delta del Po, si incontra inoltre la Riserva Naturale del Bosco della Mesola, una delle più antiche foreste di pianura e habitat di diverse specie vegetali, come il leccio e il frassino meridionale, e animali, tra cui spicca il “Cervo delle dune”.

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A bordo del treno di Natale, il convoglio storico che attraversa l’Irpinia

E se per festeggiare in anticipo il Natale vi dedicaste a un tour all’insegna della bellezza di una terra sorprendente e dei suoi sapori caratteristici, unici e assolutamente indimenticabili? Una possibilità più che reale grazie allo storico treno Irpinia Express che, anche quest’anno e in occasione del Natale, parte per un viaggio natalizio alla scoperta di alcune delle zone e dei borghi più belli e suggestivi di questa parte d’Italia assolutamente da visitare. E che, proprio Domenica 18 dicembre 2022, farà tappa a Lapio, uno dei borghi più affascinanti dell’Irpinia, pieno di storia e di immagini incantevoli da portare per sempre con sé.

La “storia” antica di queste terre uniche

Già gli antichi romani, infatti, apprezzavano la grande fertilità che caratterizza queste terre e la fiorente produzione dei suoi vigneti, creatori di un vino dal sapore unico e di tantissimi prodotti tipici che sono delle vere e proprie eccellenze gastronomiche del nostro Paese.

Prodotti che arrivano dalle antiche tradizioni di questa splendida terra tutta da scoprire e che proprio in occasione del Natale e di questo questo viaggio dedicato alle infinite ricchezze dell’Irpinia, sarà possibile vivere a pieno e a 360°. Il tutto circondati da atmosfere uniche e interamente dedicate a questa festa che sa conquistare grandi e piccini.

Il tour magico tra le vie di Lapio

La partenza per questo imperdibile tour è, come da tradizione, alle 10.30 dalla stazione di Avellino (nella foto) per poi arrivare, con questo magico treno di Natale, direttamente nel cuore del borgo di Lapio. Una perla della Valle del Calore che vi saprà accogliere con tutta la magia di un luogo e di una festa unica, attesa e tanto amata.

Qui, tra rinfreschi pranzi con i prodotti tipici del luogo, le suggestive atmosfere create dal sottofondo musicale realizzato dal vivo dal tradizionale concerto natalizio e il caratteristico “Mercatino delle Eccellenze” in cui poter ammirare i presepi amabilmente creati dagli artigiani di Lapio, potrete scoprire ogni angolo e ogni meraviglia di questo borgo d’eccellenza, pieno di sorprese e di scorci meravigliosi. Il tutto circondati dalle infinte bellezze dei paesaggi circostanti e dai colori dell’Irpinia.

L’accensione delle luci: che il Natale abbia inizio

Ma non solo. Perché che Natale sarebbe senza luci? Verso sera, infatti, si potrà assistere alla magica accensione del Ponte Principe, illuminato e decorato con installazioni artistiche proprio per l’occasione. Per poi finire questo magico tour natalizio con un suggestivo spettacolo pirotecnico a dare il benvenuto all’ormai prossimo Natale.

Un appuntamento da non perdere e un’occasione a dir poco unica per vivere a pieno e in modo originale questa dolce attesa verso la notte più magica dell’anno e per scoprire le infinite bellezze del territorio Irpino. Una terra unica, con i suoi borghi dal fascino particolare circondati dalla natura incontaminata e che, soprattutto durante il periodo natalizio, è un vero tesoro tutto da scoprire e da vivere con ogni senso, godendo a pieno dei suoi colori, sapori e magiche atmosfere. Il tutto viaggiando a bordo di un treno storico, vestito a festa e che saprà portare gioia a ognuno di voi.

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Il borgo da fiaba italiano che in pochi conoscono

Esistono luoghi che sembrano appartenere a un libro di fiabe, immersi in uno scenario incantevole plasmato da limpidi corsi d’acqua, fitti e verdi boschi, vette maestose e solitarie, fragorose cascate: è il caso della soleggiata Valle Aurina e del suo grazioso borgo di Selva dei Molini, in Alto Adige.

Meta idilliaca vegliata dalle imponenti Alpi della Zillertal, sa come far battere il cuore degli escursionisti, dei trekker e degli amanti della natura e condurli in un autentico sogno a occhi aperti.

Tutto il fascino di Selva dei Molini, tra il profumo dei boschi e la forza dell’acqua

villaggio selva dei molini

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Selva dei Molini

Il silenzio della natura, la pace della montagna, il relax di un paesaggio favoloso abbracciato da vette che sfiorano e superano i tremila metri: tutto questo e anche di più caratterizza il borgo di Selva dei Molini, una magica realtà perfetta per allontanarsi dalla frenetica e caotica routine quotidiana e ritrovare sé stessi.

È il paradiso degli alpinisti, di chi desidera vivere appieno la montagna, assaporarne i profumi e la bellezza, percorrere i sentieri e lasciare vagare lo sguardo estasiato tra le cime innevate e gli impetuosi corsi dei torrenti.

L’acqua, infatti, è assoluta protagonista del magnifico territorio di Selva dei Molini, la cosiddetta “Valle dell’Acqua“, dove spiccano vari mulini, laghi e ruscelli: il sentiero tematico “Forza dell’Acqua” è assolutamente imperdibile per l’armonia di corpo e spirito.

Durante l’estate la raccolta e suggestiva località vacanziera attrae escursionisti di tutte le età mentre in inverno le aree sciistiche sono la gioia degli sciatori: le piste da sci, le piste da fondo, le briose discese per slittino, il pattinaggio sul ghiaccio e le ciaspolate rendono una vacanza da queste parti davvero indimenticabile.

Cosa fare nella splendida cornice del borgo da fiaba

selva dei molini

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Scorcio del paesaggio di Selva dei Molini

Pace, relax e attività all’aria aperta: ecco l’offerta imperdibile di Selva dei Molini e della spettacolare valle in cui è inserito.

Fiore all’occhiello è, senza dubbio, il sentiero la “Forza dell’Acqua“, un insieme di vari percorsi a tema che parte dal laghetto artificiale di Selva, raggiunge Selva di Dentro con l’itinerario “Acqua e ruota” alla scoperta dell’affascinante mondo dei mulini, attraversa la Gola di Lappago e si conclude presso il Museo “Magia dell’Acqua” istituito nel 2010 presso la Canonica di Lappago per conoscere il bene più prezioso in tutte le sue caratteristiche, anche dal punto di vista artistico.

Altrettanto imperdibile è il Lago artificiale alpino di Neves, incastonato in un panorama incontaminato, che si raggiunge con una passeggiata non impegnativa di circa un’ora con partenza dai 1430 metri di Lappago seguendo un sentiero di 5 chilometri percorribile anche in auto. Da qui, gli escursionisti più esperti potranno proseguire per il Passo Ponte di Ghiaccio e il Rifugio Gran Pilastro per poi avventurarsi alla volta della cima del Gran Pilastro a 3510 metri.

Ma non è tutto: altra piacevole escursione è il “Sentiero delle Malghe di Selva dei Molini” dove, a 2000 metri di altezza, è difficile credere alla fortuna di poter ammirare uno spettacolo simile tra rigogliosi prati, paesaggi montani e il vasto orizzonte.
Il percorso inizia presso la stazione del comprensorio sciistico ed escursionistico del Monte Spicco con l’impianto di risalita che conduce alla stazione a monte della seggiovia Sonnklar, a 2400 metri: da qui, l’apposita segnaletica indica la giusta direzione da seguire per addentrarsi tra malghe e una vista mozzafiato sulla Valle della Selva dei Molini, le Dolomiti e le Tre Cime di Lavaredo.

Ancora, per un pomeriggio sulla neve di puro svago, il Snow&fun familypark Tamarix a 1140 metri presso il Lago di Meggima è il parco giochi ideale per tutta la famiglia: scivoli, gommoni, slittini, monosci, snowboard, c’è soltanto l’imbarazzo della scelta per divertirsi senza sosta.

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L’Itinerario della Bellezza, ma a ritmo di musica

L’Italia è un Paese a dir poco eccezionale e per questo motivo ogni giorno nascono nuovi progetti turistici che hanno lo scopo di farci scoprire meraviglie inedite. Questo di cui vi stiamo per parlare, però, vanta una speciale e imperdibile unicità: è a ritmo di musica.

L’Itinerario Musicale nell’Itinerario della Bellezza

Sette note, diversi eventi, numerosi personaggi, radicate tradizioni, band, cori e molto antro ancora, sono i protagonisti del nuovo percorso di promozione turistica di Confcommercio Marche Nord. Il suo nome è Itinerario Musicale nell’Itinerario della Bellezza nella provincia di Pesaro Urbino, ed è stato ideato e curato dall’associazione di categoria per promuovere e valorizzare i 18 Comuni che ne fanno parte.

Un percorso molto particolare e che nei fatti è un progetto condiviso da un crescente numero di Comuni. All’inizio, infatti, erano solo cinque, mentre oggi sono già a 18 e, molto probabilmente, nel 2023 i comuni coinvolti saliranno a 20.

L’obiettivo è lo sviluppo economico del territorio attraverso la promozione e la valorizzazione della bellezza, dall’ambiente incontaminato all’arte fino alle eccellenze enogastronomiche. Tutto questo anche tramite le esperienze musicali, gli eventi, le rappresentazioni, le tradizioni, i personaggi che hanno caratterizzato e tutt’ora sono elementi insostituibili della vita di queste incredibili comunità.

Ma del resto facendo un salto indietro nel tempo ci si rende conto che lungo questo Itinerario sono nati, hanno vissuto e operato personaggi straordinari come: Gioachino Rossini, Renata Tebaldi,  Riz Ortolani a Pesaro, Ottaviano Petrucci di Fossombrone, Mario Tiberini di San Lorenzo in Campo, Giovanni Morandi e Virginia Colombati di Pergola. Senza dimenticare, ovviamente, l’immenso Luciano Pavarotti che aveva il suo “buen retiro” nel promontorio del San Bartolo a Pesaro, così come Mario Del Monaco che scelse di riposare per sempre nella stessa città.

monte San Bartolo

Fonte: iStock

Il bellissimo monte San Bartolo

In cosa consiste questo itinerario

Nello specifico, questo interessante progetto tutto italiano si pone l’obiettivo di valorizzare il ruolo culturale e sociale della musica nel territorio in quanto portatrice di tradizioni, espressione del patrimonio locale, mezzo di aggregazione, arricchimento artistico e accompagnamento nei momenti importanti della vita cittadina e mezzo di formazione.

Ma non solo. L’Itinerario Musicale nell’Itinerario della Bellezza intende farci riflettere sulla radicata presenza della musica nei paesi attraversati e l’importanza che la stessa assume nella vita di ogni giorno, nella forma di bande locali, corali, artigiani e liutai e artisti nostrani, che hanno avuto il compito di avvicinare anche gli abitanti delle piccole città alla cultura musicale, meravigliosa espressione dell’umano.

Le tappe e i comuni coinvolti

L’Itinerario parte da Pesaro, meravigliosa località marchigiana che dal 31 ottobre 2017 è persino Città Creativa Unesco della Musica. Da queste parti la figura e le opere di Gioachino Rossini, Il Conservatorio, le diverse istituzioni musicali fondate fra il XIX e il XX secolo non sono solo semplici beni materiali. Essi, infatti,  esprimono una fitta rete di conoscenze, patrimoni e professionalità multidisciplinari che formano l’identità cittadina.  Inoltre, Pesaro sarà la “Capitale Italiana della Cultura 2024”.

Poi c’è Apecchio, un piccolo paese di 1500 abitanti che si sviluppa alle falde del Monte Nerone. Un piccolo borgo che fa innamorare tutti e che è noto soprattutto per la produzione di ottime birre artigianali e per la sua tradizione musicale. Un esempio su tutti è la Banda Musicale Cittadina, ancora oggi attivissima, che comprende giovani musicisti da 10 ai 17 anni fino ai decani che arrivano all’età di 84 anni.

Voliamo poi a Cagli, culla di artisti visionari, ma anche un borgo medievale ricco di monumenti da scoprire e opere d’arte che lasciano senza fiato chiunque le ammiri. Cantiano, dal canto suo, è un piccolo paese noto per i suoi magnifici paesaggi e per la tipica tipologia di cavalli che popola le sue pianure montuose. Molto interessante la sua Banda Comunale che affonda le sue radici da prima dell’unità d’Italia e che è impegnata in tutte le manifestazioni istituzionali.

Cagli marche

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Un angolo di Cagli

Decisamente particolare anche Colli al Metauro con la sua Banda Musicando che nacque nel lontano 1912, per poi essere riformata nel 1991. Vi basti pensare che è sostenuta da oltre quaranta elementi che sono stati in grado di raggiungere numerosi successi (e non solo nel loro territorio).

Assolutamente affascinante anche Fano che si rivela un vero gioiello per quanto riguarda il panorama musicale della provincia di Pesaro e Urbino. Un simbolo della sua bellezza è il Teatro della Fortuna che ancora oggi preserva il suo antico e bellissimo aspetto, pur avendo subito rinnovamenti a tutti gli impianti e alle attrezzature tecniche. Un evento da non perdere da queste parti è il Fano Jazz By The Sea, nato come costola dell’Umbria Jazz By The Sea nel 1991 ma ore completamente indipendente.

Fossombrone, invece, è il luogo che ha permesso a Ottaviano Petrucci di rivoluzionare la musica. Non a caso questo personaggio è considerato il Gutenberg della musica, sia per la correlazione della sua invenzione, sia per la portata rivoluzionaria della stessa: fu il primo editore a progettare e mettere in pratica l’utilizzo della stampa a caratteri mobili metallici nella scrittura musicale.

Fossombrone marche

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La bellezza di Fossombrone

Non solo natura e a Gabicce Mare. Qui Disco Diva attira tanti estimatori della musica da ballo o anche semplicemente persone alla ricerca di svago e musica dal vivo. Nel 2013, tra le altre cose, in questa splendida località è nata la scuola di musica Creobicce che ha lo scopo di promuovere una realtà didattica, educativa, inclusiva e ricreativa.

Un’altra tappa di questo itinerario è Gradara, un luogo fantastico dove le maestose mura della Rocca proteggono racconti e storie che superano spazio e tempo, come il mito di Paolo e Francesca. Qui la musica risuona continuamente nei suoi numerosi e bellissimi spazi all’aperto, nelle tante chiese, nel teatro storico comunale, sino ad arrivare ai locali pubblici e privati che da sempre si prestano ad ospitare diverse manifestazioni musicali.

Poi c’è Mondavio, luogo di nascita di un genio dei giorni nostri: il Maestro Alessandro Peroni; Pergola, da dove si sono avviate carriere di livello internazionale come quella di Gioachino Rossini; San Lorenzo in Campo conosciuto addirittura come il Paese della Musica; Sassocorvaro Auditore dove si possono ripercorrere le storie di alcuni illustri personaggi della musica locale tra cui Luigi Battiferri, Girolamo Crescentini e Carlo Francesco Cesarini; Tavullia che vanta un’orchestra con un repertorio che comprende generi molto eterogenei, dalle musiche rinascimentali agli standard jazz; Terre Roveresche dove quattro identità diverse si sono unificate mettendo insieme un ricco repertorio musicale e culturale e, infine, Urbino che è un vero e proprio tesoro da scoprire in ogni suo aspetto.

Mondavio marche

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Il ber borgo di Mondavio
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Riparte il Porrettana Express, le tappe del treno storico

Tre importantissime date da segnare sul calendario: 19 e 27 novembre e 8 dicembre. Di cosa stiamo parlando? Del grande ritorno dei treni storici di Porrettana Express, un progetto di successo che porta, all’insegna di un turismo slow, alla scoperta di territori del nostro Paese che tolgono davvero il fiato.

L’autunno a bordo dei treni storici

Quello di quest’anno è un autunno da vivere anche a bordo dei treni storici come quelli del Porrettana Express. Conosciuta anche come “la Transappenninica”, è una spettacolare linea ferroviaria che nel 1864 ebbe il privilegio di collegare il Nord Italia e il Centro valicando per la prima volta gli Appennini.

In sostanza, era un percorso davvero unico nel suo genere che attraversava l’Appennino tosco‐emiliano incontrando numerosi viadotti e ben sei gallerie. Poi boschi di castagni, ardite curve e stazioni che spuntavano dal cuore dei monti.

La buona notizia, però, è che questa esperienza unica di viaggio su carrozze d’epoca sta per tornare e persino con alcune interessanti novità, viaggi storici alla scoperta della natura più autentica del nostro Paese e anche dell’Ecomuseo della Montagna Pistoiese.

Un’esperienza adatta a tutte l’età, un viaggio d’altri tempi che conduce verso piccoli paesini immersi nel verde delle montagne, lunghe gallerie e ponti spettacolari che conquistano il cuore di tutti.

Il primo treno in programma il 19 Novembre

Quest’anno il primo treno di Porrettana Express salirà sui binari il giorno 19 novembre. Partirà dalla splendida Pistoia per poi passare a Pitecchio, Pracchia e fare ritorno nell’incantevole città di partenza.

Un tragitto eccezionale e che permetterà ai viaggiatori di scoprire la maestosità della Montagna Pistoiese, alcuni poli dell’Ecomuseo della Montagna e il Museo SMI di Campotizzoro.

Il treno del 27 novembre

Per l’edizione di quest’anno non mancano novità come quelle che porta con sé il treno che solcherà i binari il 27 novembre. In questo giorno, infatti, per la prima volta questo affascinante convoglio d’altri tempi prenderà il via da Porretta Terme, località rinomata per le acque termali sulfuree e salsobromoiodichee.

Un viaggio sulle rotaie che condurrà i viaggiatori alla scoperta della città di Pistoia e del Deposito rotabili Storici delle Ferrovie di Pistoia (DORS), il più importante Hub italiano per la manutenzione e la riparazione delle locomotive a vapore.

L’ultimo treno dell’8 dicembre

L’ultimo convoglio, previsto per giovedì 8 dicembre, partirà da Pistoia ma solo dopo avere effettuato una visita al DORS. La direzione sarà Porretta Terme per avere l’occasione di passeggiare in quest’affascinante cittadina termale, i suoi mercatini di Natale e ammirare le luminarie allestite per le festività del periodo.

Dove acquistare i biglietti

Per assicurarvi un posto su uno dei tre treni di Porrettana Express vi basterà andare sul sito dell’iniziativa. Attenzione, però: i posti a disposizione sono 200 per convoglio e per questo motivo è bene affrettarsi, soprattutto se la vostra intenzione è scoprire un’Italia fuori dal comune a bordo di antichi, ma splendidi, vagoni.

Per quanto riguarda i prezzi, invece, gli adulti viaggiano con 28, euro, i più giovani dai 4 a 12 anni non compiuti con 12, mentre i bambini da 0 a 4 anni ancora da celebrare avranno l’occasione di vivere questa esperienza a titolo gratuito.

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Cinque vacanze epiche nel Paese dei treni panoramici

Quando si tratta di viaggi in treno, pochi Paesi possono eguagliare la Svizzera: la sua puntualissima rete ferroviaria comprende non soltanto straordinari viaggi in alta quota come il Bernina Express che attraversa le Alpi fino all’Italia o il Glacier Express da Zermatt a St. Moritz ma anche una serie di entusiasmanti itinerari che collegano le splendide città e i laghi scintillanti.

Scopriamo allora cinque vacanze epiche a bordo dei treni panoramici elvetici.

La Riviera Svizzera

Vevey

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Funicolare a Vevey in salita al Monte Pelerin

Da Ginevra, fulcro gastronomico e capitale dell’orologeria, i treni seguono la sponda settentrionale del Lago di Ginevra fino a Losanna, gioiello medievale rinomato per la vivace vita notturna.

Subito dopo ecco Vevey, “perla della Riviera Svizzera“, dalla vista meravigliosa sull’arco alpino e il microclima mite, dove si staglia la villa di Charlie Chaplin, Manoir de Ban, che è oggi il centro del Chaplin’s World, un museo incentrato sulla sua vita ed eredità.

Infine, la magia della riviera si svela a Montreux, famosa per il festival jazz estivo: il vicino castello di Chillon, perfettamente conservato, attrae visitatori da quando Lord Byron incise il suo nome sulle pareti del dungeon e compose la poesia “Il prigioniero di Chillon”.

Un’altra tappa obbligatoria da Montreux, viaggiando sui coloratissimi trenini svizzeri, è la graziosa cittadina murata di Gruyeres: qui merita una visita il museo dedicato a H.R. Giger, l’artista d’avanguardia che ha disegnato il mondo unico dei film di Alien, con mobili esoscheletrici, dipinti fantastici e immaginari erotici alieni.

Montagne e mistero

Un itinerario che parte dalla capitale svizzera, Berna, dal caratteristico centro medievale, abbracciata su tre lati dal fiume Aare, dove il Paul Klee Center, progettato da Renzo Piano, è la grande attrazione culturale.

A 45 minuti di treno verso sud imperdibile è Interlaken, tra il Lago di Thun, ampio, tranquillo e blu cobalto, e il Lago di Brienz, lungo, stretto e color acquamarina, dove praticare parapendio, paracadutismo, jetboat, e prendere il treno locale fino alla stazione più alta d’Europa a Jungfraujoch per il panorama mozzafiato sul ghiacciaio dell’Aletsch.

Proseguite poi verso est fino a Meiringen, nota per essere la patria della meringa. È anche porta di accesso alle cascate di Reichenbach, luogo della resa dei conti tra Sherlock Holmes e il professor Moriarty. Una sosta al Museo di Sherlock Holmes è un must per i fan.

Infine, prendete il treno per Lucerna, dalla bellissima architettura medievale, assicurandovi di sedervi sulla sinistra per una vista unica sul Lago di Sarnen e sul Lago di Lungern.

Due Paesi in uno

basilea

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Vista di Basilea dal fiume Reno

Basilea, adagiata lungo il Reno, offre una miriade di opportunità ma non perdete l’eccentrico Museo Jean Tinguely, con le incredibili sculture di arte cinetica.

Da qui, dirigetevi a sud verso Soletta (il treno impiega un’ora) per ammirare la sua architettura barocca e l’eccezionale Museo delle Belle Arti, prima del viaggio verso Bienne, città di confine sul Röstigraben, l’invisibile “linea divisoria” tra la Svizzera tedesca e quella francofona. È ufficialmente bilingue, con strade e piazze segnalate in entrambe le lingue.

Procedete infine verso Neuchâtel, dal ricco passato con il castello gotico e i palazzi rinascimentali. Concludete il viaggio con stile a Yverdon-les-Bains, sulle rive del Lago di Neuchâtel, con un bagno al Centre Thermal le cui acque sgorgano da sorgenti termali sotterranee.

Zurigo e il Lago di Costanza

Zurigo, dalla movimentata vita notturna, è una tappa in Svizzera da non lasciarsi sfuggire e da scoprire girovagando lungo i tortuosi vicoli di Niederdorf, passeggiando lungo il fiume e lungolago e facendo shopping nell’esclusiva Bahnhofstrasse.

Prendete il treno per San Gallo dove svetta una delle più belle abbazie barocche della Svizzera, e poi proseguite per Rorschach, pittoresca cittadina sul Lago di Costanza che attira i visitatori con la straordinaria Hundertwasser Hall, le cui cupole a cipolla dorate sono davvero bellissime.

Gli amanti del cicloturismo potranno pedalare lungo la sponda meridionale del lago fino a Costanza, dove inizia il Reno.

Infine, concedetevi una gita in barca a Sciaffusa, dalle suggestive case medievali affrescate e punto di partenza per fare un’escursione alle fragorose cascate del Reno.

La Svizzera per gli appassionati di ferrovie

panorama zermatt
Panorama di Zermatt

Da Zurigo salite sul treno per Coira, antica città con reperti romani e un affascinante centro medievale, seguendo le sponde occidentali dei laghi di Zurigo e Obersee, dai panorami spettacolari.

Lasciate poi Coira sulla linea via Landquart per St Moritz, meta vip affacciata sul lago che d’inverno si trasforma in una pista di pattinaggio.

Da qui, a bordo del Glacier Express, uno dei viaggi ferroviari più iconici del mondo, dopo otto ore sarete a Zermatt, villaggio sciistico dalle impareggiabili viste sul Cervino.

Infine, scoprite Sion, l’accogliente capitale del Vallese, dove degustare il vino tipico della regione.