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C’è un nuovo e bellissimo itinerario alle porte di Milano

Basta poco per uscire da Milano, dalle sue strade grigie e dai suoi negozi affollati nel weekend, per trovarsi in un’altra dimensione. Molto più lenta, più verde e decisamente più rilassante. Un nuovo itinerario, che tocca luoghi poco noti dal punto di vista turistico, porta alla scoperta di veri e propri gioielli architettonici che si possono visitare.

L’itinerario è la Strada delle Abbazie ed è un cammino che porta alla scoperta di sette meraviglie della Lombardia, radicate nel territorio e che hanno contribuito allo sviluppo dal punto di vista culturale, ma anche economico e ambientale. La secolare presenza delle comunità monastiche in questo territorio, nel Parco agricolo Sud Milano e nel Parco del Ticino, ha lasciato un’impronta importante intorno a Milano, tutt’oggi ben visibile. E che pochi, neppure i milanesi, conoscono.

Questi sette luoghi sono così vicini da poter essere raggiunti a piedi partendo dal Capoluogo lombardo, ma tanto quanto basta per immergersi in una zona troppo spesso trascurata – spesso definita semplicemente periferia – e che oggi può essere valorizzata con una semplice gita fuori porta.

La Strada delle Abbazie: itinerario

L’itinerario ad anello s’inoltra nella campagna milanese, attraversando un paesaggio contrassegnato da rogge, terreni coltivati, navigli e cascine, un tempo fulcro dello sviluppo agricolo, e, oggi, luoghi di aggregazione a contatto con la natura. Lungo il cammino s’incontrano le abbazie medievali, che danno il nome alla strada, quella di San Lorenzo in Monlué, di Chiaravalle, Mirasole, Morimondo e Viboldone, con le loro affascinanti storie, e due chiese, la Basilica di Santa Maria in Calvenzano e la chiesa di San Pietro in Gessate. Sono luoghi di fede, ma anche di cultura e di accoglienza che meritano di essere conosciute.

Il cammino intero è lungo 130 chilometri ed è diviso in sei tappe. Naturalmente, non è necessario percorrerlo interamente, chi desidera può anche fare una sola tappa e fermarsi, magari, a mangiare in una delle tante trattorie lungo la strada.

Le tappe della Strada delle Abbazie

La strada delle Abbazie parte da Milano per giungere alla prima tappa che è quella di Chiaravalle (16,9 km). La tappa successiva è da Chiaravalle a Melegnano (21,8 km), la terza tappa va da Melegnano a Rozzano (25 km), la quarta da Rozzano a Morimondo (21,6 lm), la quinta arriva a Trezzano sul Naviglio (17,9 km) e l’ultima tappa è quella che torna a Milano (14,1 km).

L’Abbazia di San Lorenzo in Monlué

L’Abbazia di San Lorenzo in Monlué fu fondata nel 1267 dai monaci dell’ordine degli umiliati. La costruzione è in stile romanico-lombardo, realizzata in cotto. Tutt’intorno venne costruito il borgo: un’ampia corte agricola con gli edifici monastici e i rustici agricoli, tra cui il mulino, circondati da prati e campi, a formare la grangia. Questo luogo era simbolo di laboriosità, di preghiera, di meditazione e di suoni dolci, oggi prevaricati dall’imponenza della tangenziale.

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Fonte: 123rf

L’Abbazia di Chiaravalle

L’Abbazia di Chiaravalle

L’Abbazia di Chiaravalle fu fondata nel XII secolo da San Bernardo di Chiaravalle e costituisce uno dei primi esempi di architettura gotica in Italia. Tutte le pareti interne dell’abbazia sono impreziosite da cicli pittorici, tra cui gli affreschi realizzati nel 1600 dai fratelli Giovanni Battista e Giovanni Mauro della Rovere. Al di là della strada, nel parco della Vettabbia, c’è un antico mulino, in uso per l’attività dei monaci fino al 1798. Oggi è un centro polifunzionale di educazione alla sostenibilità.

L’Abbazia di Viboldone

L’Abbazia di Viboldone a San Giuliano Milanese fu costruita tra il 1176 e il 1348 ed è una delle più importanti del Medioevo lombardo. La chiesa, con la facciata a capanna di mattoni in cotto, su cui spicca il portale in candido marmo, è un bell’esempio di transizione dal romanico al gotico. All’interno conserva numerose opere d’arte, tra cui diversi affreschi di scuola giottesca dipinti intorno alla metà del XIV secolo. Fondata dagli umiliati, le cui principali attività lavorative erano la coltivazione dei campi e la tessitura dei panni in lana, fu in seguito affidata ai benedettini olivetani e, oggi, è gestita dalle benedettine di Viboldone, dedite alla clausura, che dal 1940 l’hanno restituita a nuova vita.

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Fonte: 123rf

L’Abbazia di Viboldone

La Basilica di Santa Maria in Calvenzano

Prima di entrare a Melegnano si fa una deviazione per ammirare la Basilica di Santa Maria in Calvenzano. L’edificio è il risultato di tre chiese sovrapposte: la più antica di epoca paleocristiana (IV secolo), quindi una chiesetta dell’anno Mille e, infine, una chiesa cluniacense, che è quella a noi visibile oggi. Quest’ultima, costruita sul finire dell’XI secolo da monaci benedettini riformati di Cluny, fu realizzata in stile romanico, in mattoni e utilizzando pietre di reimpiego, provenienti da costruzioni precedenti o da crolli. Fu il primo priorato cluniacense nella diocesi di Milano, a cui ne seguirono oltre 50 in tutta la Lombardia, promotori dell’emancipazione della Chiesa dal potere feudale.

L’Abbazia di Mirasole

Si arriva poi all’Abbazia di Mirasole, un esempio ottimamente conservato di una corte medievale, da cui deriva l’impianto della cascina lombarda. La chiesa, risalente alla fine del Trecento, conserva all’interno affreschi rinascimentali, mentre la torre campanaria è più antica di un secolo. All’esterno ruba la scena a tutto il complesso il piccolo chiostro quattrocentesco. Il giardino interno è suddiviso in quattro parti per simboleggiare i quattro passi della spiritualità claustrale, che accompagnano il monaco nell’esperienza del paradiso terrestre. Gli edifici della corte formano un quadrilatero ed erano circondati da un fossato con una torre munita di ponte levatoio.

L’Abbazia di Morimondo

L’antica Abbazia cistercense e il borgo di Morimondo racchiudono lo spirito di questo itinerario, un luogo magico e fuori dal tempo a due passi dalla metropoli. Fondata nel 1134 da monaci provenienti da Morimond, nella Haute-Marne, in Francia, fu la prima abbazia cistercense costruita in Lombardia. I monaci scelsero questo luogo sia per la sua posizione elevata rispetto alla valle sia per la ricchezza delle acque e la fertilità del territorio. Oggi, conserva ancora la maestosa e solenne architettura originaria in stile gotico. Per la costruzione vennero utilizzati mattoni prodotti in una fornace costruita dai monaci. L’abbazia è costruita su quattro livelli, sfruttando un terrazzamento ricavato dal terreno. La struttura comprende la chiesa, il chiostro, la sala capitolare, le celle dei monaci, il refettorio e lo scriptorium.

La Chiesa di San Pietro in Gessate

Sulla strada del ritorno s’incontra la Chiesa di San Pietro in Gessate. Documentata già dal XIII secolo, probabilmente eretta dagli umiliati, venne ricostruita alla metà del XV secolo dai benedettini, ai quali fu affidata unitamente al monastero, per diventare, alla fine del Settecento, sede dell’orfanotrofio dei Martinitt. Il complesso fu gravemente danneggiato dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. La chiesa offre oggi un angolo di pace e raccoglimento, sia all’interno, dove sono conservati ancora degli affreschi quattrocenteschi, sia all’esterno, con il piccolo sagrato, le aiuole e le panchine nel pieno centro della città.

L’itinerario è raccolto nella guida “La strada delle abbazie” scritta da Caterina Barbuscia, Valeria Beretta e Denis Trivellato per Terre di mezzo Editore.

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Fai scalo in Qatar? Ora puoi fare tre nuovi tour

Siete diretti dall’altra parte del mondo, e sapete già che dovrete trascorrere molte ore in aereo: la parte più estenuante è però l’attesa in aeroporto, se non avete la possibilità di acquistare un volo diretto. Per fortuna, non è così ovunque. Il Qatar organizza diversi tour per i passeggeri in transito, così da occupare le ore che li separano dalla loro partenza in maniera divertente. Ecco quali sono le novità più curiose.

Qatar, la meta ideale per uno stopover

La nuova tendenza di viaggio è lo stopover: se avete un lungo scalo e non sapete cosa fare, perché non sfruttate quel tempo per andare alla scoperta di luoghi nuovi e sorprendenti? Le ore (o addirittura i giorni) di attesa diventano così divertenti come mai prima, e potrete godervi due vacanze in una. Il Qatar è la meta migliore per uno stopover, tra città futuristiche ricche di fascino e spiagge meravigliose dove concedersi un tuffo o un po’ di relax. C’è chi addirittura approfitta di questa occasione unica e rinuncia ad un volo diretto, proprio per avere la possibilità di vivere un’avventura in questo Paese dai mille volti.

Discover Qatar offre diversi tour organizzati, disponibili per i passeggeri in transito presso i principali aeroporti del Paese. Ce n’è per tutti i gusti e per tutte le esigenze: alcuni sono brevissimi, perfetti per chi ha solo una manciata di ore davanti a sé, altri prevedono invece il soggiorno in hotel fino a 3/4 notti, così da fare il pieno di emozioni prima di ripartire per la destinazione finale. Nelle ultime settimane, si sono aggiunte nuove ed interessanti possibilità per chi fa scalo presso l’aeroporto di Doha Hamad. Scopriamo quali sono i tre tour assolutamente da provare.

I nuovi tour per vivere lo scalo a Doha

Invece di trascorrere il tempo su uno scomodo sedile di un’affollata area d’attesa, l’aeroporto di Doha mette a disposizione alcune nuove avventure tutte da vivere. Stavolta, Discover Qatar punta sullo sport – raccogliendo la scia dell’attenzione derivata dall’aver ospitato gli ultimi Mondiali 2022. Il primo tour è proprio dedicato agli amanti del calcio: il Discover Qatar World Cup Stadiums Tour è l’occasione giusta per visitare i principali stadi del Paese, così da ricordare le emozioni della Fifa World Cup Qatar 2022.

Sono ben cinque le tappe organizzate per i turisti, che portano alla scoperta di altrettanti luoghi in cui i più fortunati hanno potuto vivere la magia del calcio: l’Al Thumama, l’Education City, il Khalifa International, il Lusail Iconic Stadium e lo Stadium 974, che presto verrà smantellato (e, secondo alcune voci, trasferito in Uruguay nella speranza di accogliere un altro Mondiale. Chi vuole regalarsi questa avventura può prenotare il tour online entro le 48 precedenti all’arrivo a Doha, oppure direttamente in aeroporto presso il corner di Qatar Tourism.

Nel caso in cui lo scalo sia più breve, ci sono altre due interessanti possibilità. Discover Qatar ha lanciato un tour per gli amanti dello squash, che prevede due ore di allenamento presso il campo dell’Oryx Airport Hotel, situato all’interno dell’aeroporto di Doha. È incluso anche l’accesso al Fitness Center, per una doccia indispensabile prima di ripartire. E per i passeggeri in transito che hanno a disposizione giusto un paio d’ore, c’è un bellissimo tour di golf on demand da vivere attraverso il simulatore all’avanguardia, anch’esso presente presso l’Oryx Airport Hotel.

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“Lolita Lobosco”: boom di turisti sui luoghi della fiction Tv

Quanto può contribuire allo sviluppo turistico di un luogo il fatto di essere mostrato al cinema o in Tv raggiungendo così un ampio pubblico lo dimostra il fatto che, secondo gli ultimi dati comunicati in occasione dell’ultima Borsa italiana del turismo che si è svolta a Milano, il 60% degli italiani sceglie la meta della propria vacanza dopo averla vista in un film, una fiction o una serie televisiva.

E il fatto che la città di Bari, location dove sono state girate le due stagioni della fiction con Luisa Ranieri “Le indagini di Lolita Lobosco” (la seconda si è appena conclusa su RAI1) sia stata presa d’assalto dai turisti desiderosi di prendere parte ai tour organizzati sui luoghi del celebre vicequestore ne è un’ulteriore conferma.

I nuovi tour guidati

Il tour guidato dura mezza giornata e porta i visitatori tra i vicoli di Bari Vecchia, sul lungomare e a scoprire di persona tutti i set resi celebri dalla fiction Tv, dalla casa dove vive Lolita o quella dove abita la madre alla Questura dove lavora fino alle scene dei crimini che deve risolvere.

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Fonte: ANSA

La casa della madre di Lolita Lobosco a Bari Vecchia

La Federazione Guide e Accompagnatori Turistici di Confcommercio Bari-Bat da deciso di organizzare tour guidati che partono da piazza del Ferrarese dove si trova l’Infopoint turistico portando i cineturisti alla scoperta dei luoghi più affascinanti dove è stata Lolita Lobosco.

Un ottimo modo per far visitare Bari anche in bassa stagione e attirare turisti, per il momento più che altro nazionali, ma un domani anche da ogni parte del mondo. Un po’ come è già accaduto in Sicilia dove, da anni ormai, si organizzano tour tutto l’anno sui luoghi del famoso Commissario Montalbano.

Le location della fiction

Con una guida, il tour delle location di Lolita Lobosco è sicuramente spiegato meglio, ma chi desidera visitare i luoghi visti in Tv può farlo anche in autonomia. Ecco quali sono le principali location.

Fuga freddo luoghi più soleggiati Italia inverno

Fonte: iStock – Ph: e55evu

Il lungomare di Bari

Centralissima è l’abitazione di Lolita, all’ultimo piano di una bella palazzina in piazza dell’Odegitria, nella Bari Vecchia, dove sorge la Cattedrale romanica, proprio di fronte allo storico negozio di dolciumi di “Marnarid”, a due passi dal castello normanno-svevo. La vista dal suo terrazzino è mozzafiato.

Se l’edificio usato per la Questura di trova in realtà a Monopoli e non a Bari, per gli interni come set è stato scelto il Palazzo della Città metropolitana di Bari, sul lungomare Nazario Sauro, edificato in stile eclettico negli Anni ’30. Nel palazzo è ospitata la Pinacoteca.

Ed è proprio sul lungomare che Lolita ama fare jogging. Una passeggiata non deve quindi mancare, da qui si può ammirare la città in tutta la sua luce e la sua bellezza. Lolita lo percorre costeggiando alcuni luoghi simbolo della città, sia correndo sia a bordo della sua Bianchina rossa o di un’Ape Car, guidata da un vecchio amico di suo padre che fa il fruttivendolo.

Si scorgono così l’Albergo delle Nazioni, il Palazzo della Città metropolitana, quello della Terza Regione Aera, la Caserma Bergia dei Carabinieri, il Fortino e il Molo Sant’Antonio, il Barion, il Teatro Margherita, la Muraglia, la Fiera del Levante, Il Ponte Adriatico e la spiaggia detta “Pane e pomodoro“, dove di tanto in tanto Lolita si ferma a pensare ai casi da risolvere.

Le location fuori Bari

Ma ci sono luoghi usati come set per “Le indagini di Lolita Lobosco” che sono anche fuori città. Come la Questura, appunto. Gli esterni e il cortile interno sono quelli di Palazzo Palmieri, nel centro storico di Monopoli, un bellissimo esempio di Barocco di fine ‘700, che fa da cornice all’omonima piazza. L’ultimo esponente della famiglia Palmieri, il marchese Francesco Saverio, scomparso nel 1921, nominò erede universale la Congregazione di Carità e dispose che nel suo palazzo fossero ospitati un asilo e una scuola d’arti e mestieri. Oggi è chiuso al pubblico e viene utilizzato solo in rare occasioni per eventi e manifestazioni culturali.

Chi volesse può visitare l’Abbazia di San Vito Martire alle porte di Polignano a Mare, visto nel terzo episodio della prima stagione intitolato “Spaghetti all’assassina”, un edificio dall’architettura incredibilmente affascinante che ha sicuramente colpito lo sguardo del telespettatore.

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Fonte: Wikimedia Commons – Facquis

L’Abbazia di San Vito Martire a Polignano Mare
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Un cammino in sette tappe sulle tracce del lupo

È il “cattivo” delle fiabe, ma anche un animale meraviglioso: il lupo diventa protagonista di un lungo cammino in sette tappe che porta alla scoperta di splendidi paesaggi d’alta quota e di una natura rigogliosa e incontaminata. Dipanandosi tra Italia e Francia, questo lungo e impervio sentiero offre non solo una vista mozzafiato, ma anche la possibilità di incontrare alcuni esemplari di lupo che oggi vivono in pianta stabile nei centri faunistici della regione.

Il Trekking del Lupo, un cammino tra Italia e Francia

Un’escursione tra sentieri di montagna, per ben 75 km di pura magia: è questo il Trekking del Lupo, un itinerario d’alta quota che ha inizio presso una delle località più suggestive del Piemonte, incastonata tra le Alpi Marittime, per poi sconfinare verso la Francia e concludersi presso il Parco Nazionale del Mercantour. Si tratta di un percorso piuttosto arduo, caratterizzato da belle salite che offrono panorami meravigliosi, ma ci sono tappe adatte persino ai più piccini, che rimarranno a bocca aperta davanti alla maestosità dei lupi, indiscussi protagonisti di questa avventura.

Lungo il percorso non è certo facile avvistarli: i lupi sono animali estremamente intelligenti, e nel momento in cui percepiscono la presenza dell’uomo si ritirano nel profondo dei boschi. In compenso, con un po’ di fortuna, si possono incontrare tanti altri splendidi animali come stambecchi, camosci, marmotte e gipeti. È una vera immersione nella natura incontaminata, che vi permetterà di lasciarvi alle spalle il caos della città e vivere intere giornate all’aria aperta, dall’alba al tramonto, circondati solamente dalle montagne.

E i lupi? Niente paura, c’è ovviamente spazio anche per loro: il punto di partenza e quello di arrivo del trekking non sono altro che due centri faunistici dove vivono alcuni di questi meravigliosi esemplari. Qui è possibile ammirarli in totale sicurezza e scoprire qualcosa in più sulla loro specie, che negli ultimi decenni è tornata a popolare le Alpi grazie ad una maggior attenzione nel ricreare quello che è il loro habitat. Il centro italiano è quello di Uomini e Lupi, che si trova presso il borgo di San Giacomo di Entracque. Mentre sul versante francese, come ultima tappa di questo incantevole cammino, potrete trovare il centro faunistico Alpha Loup, nei pressi di Le Boréon.

Le tappe più belle del Trekking del Lupo

Se i due centri faunistici sono senza alcun dubbio la parte più curiosa del trekking, l’intero percorso è un’avventura che non potrete dimenticare. L’itinerario è suddiviso in sette tappe, ciascuna non troppo ardua: nonostante si tratti di sentieri di montagna, il dislivello giornaliero da affrontare non è mai particolarmente impegnativo. Tanto che sono molte le famiglie che decidono di affrontare qualche tappa per regalare una splendida emozione all’aria aperta ai propri bambini. Dopo essere partiti dal centro Uomini e Lupi, il percorso si dipana sino al Rifugio Soria-Ellena (a ben 1800 metri di quota), che conclude la prima giornata.

Nei giorni seguenti, attraversando rigogliose faggete e seguendo le antiche Strade di Caccia Reali, ovvero i sentieri fatti costruire nell’800 da Re Vittorio Emanuele II per le sue battute di caccia, vi avvicinerete al confine con la Francia. Proseguendo tra le Alpi Marittime Francesi, avrete l’opportunità di ammirare panorami mozzafiato come quello di Pas des Ladres o quello del Lac de Trécolpas. Un ultimo sforzo, tra ampie vallate dove lo sguardo si perde verso l’orizzonte, vi porterà al centro Alpha Loup per un’ultima esperienza a contatto con i lupi.

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Il Cammino delle Dolomiti, l’itinerario più panoramico d’Italia

La bella stagione è sempre più vicina e, in un modo o nell’altro, si rivela il momento dell’anno ideale per fare trekking. Di sentieri in Italia ce ne sono davvero tantissimi, ma oggi vogliamo portarvi a scoprire il più panoramico del nostro Paese: il Cammino delle Dolomiti.

Cosa c’è da sapere sul Cammino delle Dolomiti

Le Dolomiti, da molti considerate le montagne più belle della Terra, sono in grado di regalarci scorci che il resto del mondo ci invidia. Ammirarle a passo lento e udendo al contempo i suoni della natura, non può che essere un’esperienza a dir poco appagante.

E il Cammino delle Dolomiti ci permette di farlo al massimo possibile: è un percorso ad anello che si dirama in 30 tappe che abbracciano l’intera provincia di Belluno. In poche parole questa straordinario tragitto porta a conoscere le terra di Tiziano, Dino Buzzati, Papa Luciani. Delle Dolomiti Patrimonio Unesco, del Parco Nazionale, del Piave. Di Marmolada, Civetta, Pelmo, Tofane, Tre Cime. Di Belluno, Feltre, Cortina d’Ampezzo, del Vajont.

Una tappa al giorno, per un mese intero, attraverso cinquecento affascinanti chilometri. Ovviamente ognuno può strutturarlo come preferisce, magari due tappe a scelta, per un fine settimana lento, intenso e profondo. In sostanza, lo si può modulare come riteniamo più opportuno.

Questo sentiero che porta nel cuore delle Dolomiti è stato pensato per andare a piedi, ma ai più avventurosi farà piacere sapere che per molti tratti è percorribile anche in bicicletta.

Dolomiti Bellunesi cammino

Fonte: iStock

Alla scoperta delle Dolomiti Bellunesi

Per chi è indicato

Il Cammino delle Dolomiti non è solo un semplice trekking: risponde al bisogno di ritrovare se stessi, nella fatica e nello stress quotidiano, nel silenzio, nel ritmo dei propri passi, nella condivisione e nel confronto con la gente, nel vivere la storia, la spiritualità e la cultura dei luoghi.

Pe compierlo è necessario l’impegno, la dedizione, l’amore per la terra che si attraversa e per la gente che vi si può incontrare. 30 tappe che sono impegnative per lunghezza, ma che allo stesso tempo presentano un tracciato agevole e non pericoloso, pensato per i gruppi e le famiglie desiderose di un contatto emozionante con la natura di queste montagne.

Ma non solo: le soste si possono fare in località dove sono presenti strutture ricettive adatte a chi cammina, spartane ma dignitose e di prezzo contenuto. Parliamo di agriturismi, bed &breakfast, campeggi, ostelli, case per ferie, rifugi. Luoghi in cui ci sono a disposizione anche i timbri per riempire le trenta caselle e completare la tessera del viandante. La difficoltà è E o EE, in funzione della tappa scelta.

Le 30 tappe del Cammino delle Dolomiti

Come vi accennavamo in precedenza, le tappe del Cammino delle Dolomiti sono ben 30 e conducono direttamente a contatto con la dimensione più autentica di queste straordinarie montagne, seguendo le orme lasciate dall’uomo nei secoli.

Ciò vuol dire che il percorso mette in relazione i luoghi della più antica presenza umana e delle più rilevanti testimonianze storiche e artistiche nella provincia di Belluno, perle incastonate in una natura preziosa. Si seguono le antiche muratiere e i sentieri che l’uomo ha tracciato in quota, prima che fossero create le attuali strade di fondovalle.

Nel dettaglio le tappe si suddividono in:

  • tappa n. 1 San Vittore – Facen;
  • tappa n° 2 – Facen, Cima Loreto;
  • tappa n° 3 – Cima Loreto, Croce d’Aune;
  • tappa n° 4 – Croce d’Aune, Arson;
  • tappa n° 5 – Arson, Col Cumano;
  • tappa n° 6 – Col Cumano, Sospirolo;
  • tappa n° 7 – Sospirolo, Val Imperina;
  • tappa n° 8 – Valle Imperina, Col di Prà;
  • tappa n° 25 – Perarolo di Cadore, Longarone;
  • tappa n° 26 – Longarone, Farra d’Alpago;
  • tappa n° 27 – Farra d’Alpago, Nevegal;
  • tappa n° 28 – Nevegal, Belluno;
  • tappa n° 29 – Belluno, Trichiana;
  • tappa n° 30 – Trichiana, San Vittore.

Lungo tutti questi chilometri le meraviglie da non perdere sono davvero tantissime.

trekking delle dolomiti belluno

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Panorami lungo il Cammino delle Dolomiti

Cosa vedere assolutamente

Difficile fare una selezione delle meraviglie da ammirare durante il Cammino delle Dolomiti, ma secondo il nostro punto di vista non dovete assolutamente perdervi ciò che vi stiamo per elencare.

Per prima cosa il punto di partenza: il Santuario dei Santi Vittore e Corona alle porte di Feltre. Si tratta di un’antica basilica che si rivela una gemma della fede arroccata sul Monte Miesna da cui si scende percorrendo il Sentiero dei Capitelli fino all’abitato di Anzù.

Molto interessante è anche la quarta tappa che parte dalla piazza di Croce d’Aune, nel comune di Pedavena, ossia dal territorio del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Da qui si imbocca il sentiero “Chiesette pedemontane” che porta al borgo di Arson.

Particolarmente panoramica è la tredicesima tappa che da Passo Falzarego segue diversi sentieri che conducono in angoli del nostro Paese che tolgono davvero il fiato.

Altrettanto eclatante è la tappa numero 17 che ha inizio dalla chiesa parrocchiale di S. Giustina, collocata nella piazza principale di Villagrande e prosegue per via Tarin in direzione Larietto, da dove si può intravedere la via Crucis che porta al Colle del Calvario, un antico sito religioso di epoca preromana.

L’itinerario si sviluppa poi in costa fino ad incontrare la strada forestale. Durante questo tratto avrete l’opportunità di intraprendere il percorso “troi di mistieri” che si snoda prima in discesa fino a Mulino Berto e poi in salita verso Dosoledo. Una volta attraversato questo caratteristico paesino di montagna, si giunge a borgata Sacco dove si incontra un altro interessante itinerario tematico “al troi dli tradizion” che collega Dosoledo a Candide e che presenta numerose sculture rappresentanti la storia e le tradizioni del luogo.

Dosoledo belluno

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Il paesino di montagna Dosoledo

La tappa 24, invece, inizia dalla Piazza di Pieve di Cadore, nei pressi della chiesa di S. Maria Nascente, e prosegue fino al santuario del Cristo Crocifisso dove alcune scalette e un sentiero conducono alla pista ciclabile da seguire verso Tai.
Percorrendo la pista ciclabile, una volta superata la vecchia stazione ferroviaria e il campo di pattinaggio, è necessario attraversare la strada asfaltata che porta a Cortina d’Ampezzo. Da lì si prosegue fino ad attraversare un ponte che conduce alla alla meta finale della tappa: Perarolo di Cadore, dove è possibile visitare il Museo del Cidolo e del Legname, la chiesa parrocchiale di S. Nicolò, nonché la “villa reale” Palazzo lazzaris-Costantini.

Infine, molto interessante (anche se in realtà sono una più bella dell’altra) è la tappa numero 29 che parte da Piazza Duomo a Belluno e sale verso il quartiere di Mussoi. Da qui si attraversa poi il Bosco delle Castagne per raggiungere il paese di Tisoi caratterizzato dalla presenza di numerose case tradizionali che conservano ancora il cosiddetto “piol”, la terrazza esterna in legno.

L’itinerario scende verso Bribano e la chiesetta di San Nicolò a Bribanet per poi giungere a Longano e quindi in località San Felice dove si attraversa l’omonimo ponte sul fiume Piave arrivando a Trichiana.

Insomma, passo dopo passo il Cammino delle Dolomiti regala meraviglie davvero uniche nel loro genere.

Belluno dolomiti

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Veduta di Belluno
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In bicicletta lungo la strada di Giulietta e Romeo

È uno degli itinerari più romantici da fare, quello in bicicletta sulla strada di Giulietta e Romeo. L’itinerario, lungo 163 chilometri di livello medio, parte da Verona, la città che fa da sfondo alla tragedia shakespeariana, per concludersi a Vicenza.

L’itinerario romantico

La strada super romantica prende il via dalla celebre dimora di Giulietta, sotto il balcone degli innamorati, e si dirige a Sud della città, dove l’Adige si distende nella pianura compiendo ampie divagazioni. La campagna tutt’intorno è sapientemente coltivata a frutta e ortaggi.

Ci sono i meleti, di Zevio e Belfiore, località attraversate dall’itinerario. Dopo circa 30 km si giunge a Soave, la città murata che vanta origini longobarde. Le caratteristiche medievali di questo borgo sono rese evidenti dai numerosi palazzi storici del centro, dal maestoso castello, dalle mura e dalle torri scaligere che lo abbracciano.

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La casa di Giulietta a Verona

Circondata da vigneti coltivati per produrre il pregiato vino bianco Soave, la cittadina si fregia della presenza di numerose aziende agricole e vitivinicole ed eleganti osterie dove assaggiare vini e prodotti tipici.

I castelli di Giulietta e Romeo

Riprendendo il viaggio si attraversa Monteforte d’Alpone ai piedi dei Monti Lessini e si entra in territorio vicentino, nella piana che divide le Prealpi dai Colli Berici. Oltrepassato Montebello, svettano, l’uno a poca distanza dall’altro, due castelli conosciuti
come il castello di Giulietta, il Castello della Bellaguardia, e quello di Romeo, Castello della Villa, che si trovano uno di fronte all’altro a Montecchio Maggiore. Proprio in questi luoghi fu ambientata la leggenda che ispirò dapprima Luigi da Porto nella sua “Historia novellamente ritrovata” e poi William Shakespeare a scrivere la celebre tragedia.

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Il castello della Bellaguardia, anche detto di Giulietta

Dalle colline di Montecchio, e in particolar modo dal Castello di Giulietta, si può godere di una spettacolare vista panoramica a 360 gradi che può giungere, nelle limpide giornate di sole, fino alle Piccole Dolomiti.

Le Ville Venete

Il tratto di itinerario che porta a Vicenza si svolge lungo le strade che portano a Brendola, ai piedi dei Colli Berici. Il paesaggio si arricchisce di Ville Venete, preludio
dei capolavori palladiani custoditi nel capoluogo berico. Emergono isolate su
poggi ameni le ville Pisani Bonetti di Bagnolo di Andrea Palladio, in perfetto stato di conservazione e che si può visitare tutto l’anno, o la Rocca Pisana di Vincenzo Scamozzi, realizzata in stile palladiano sui resti di un’antica fortezza che si trova nei pressi di Lonigo, sopra una collina dalla quale domina la pianura vicentina.

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Villa Pisani Bonetti, progettata da Andrea Palladio

La strada poco trafficata a questo punto sale di quota fino a circa 200 metri. Questa fatica viene ricompensata da uno degli scorci più belli dell’itinerario: l’ingresso a Vicenza
dall’alto del Monte Berico. Nei pressi del famoso Santuario, si può cogliere una visione d’insieme della città stretta attorno alla Basilica palladiana, un edificio pubblico nato dalla riprogettazione da parte del Palladio del gotico Palazzo della Regione, da lui arricchito con logge in marmo bianco.

Arrivati nel centro storico, l’incanto continua con l’armonia delle proporzioni nelle “contrà”, con le piazze, i palazzi, le chiese e il Teatro Olimpico, il primo e più antico teatro stabile coperto dell’epoca moderna, anch’esso opera del Palladio.

Da Vicenza si può proseguire oltre per visitare altre zone di incredibile bellezza. La Rete escursionistica veneta comprende, infatti, ben 1200 km di ciclovie segnalate lungo le quali è possibile scoprire gli angoli più magici di una terra straordinariamente ricca di natura e di cultura.

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Fonte: 123rf

Panorama di Vicenza, dove spicca la Basilica palladiana
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Tour della Transilvania, tra luoghi indimenticabili e leggende affascinanti

Tra le regioni più belle della Romania c’è senza ombra di dubbio la Transilvania, una terra dal fascino pregno di mistero, ma anche impreziosita da sontuosi palazzi e natura incontaminata.

Sorprendentemente verde e luminosa, un viaggio in Transilvania vuol dire scoprire paesini medievali dove il tempo sembra essersi fermato, castelli da favola (o se vogliamo da brivido), foreste e boschi fitti di grande pregio naturalistico.

Ma prima di arrivare in Transilvania vale la pena prevedere una sosta a Timişoara, Capitale Europea della Cultura 2023.

Timişoara, Capitale Europea della Cultura 2023

Fonte: Caldana Europe Travel

Timişoara

Timişoara è la Capitale Europea della Cultura 2023. Ciò vuol dire che per 365 giorni ci saranno eventi e manifestazioni di particolare interesse.

Si distingue per essere una località multiculturale ma anche per essere detentrice di numerosi primati:

  • è stata la prima in Europa a dotarsi, nel 1884, della rete elettrica;
  • dal 1760 fu la prima città dell’Impero Asburgico a illuminare le proprie strade con lampade e la prima a convertirle a gas nel 1855;
  • è stata la prima città dell’Impero austro-ungarico a creare un canale navigabile, a realizzare una rete telefonica, a utilizzare il servizio telegrafico, a fare uso dell’asfalto per la pavimentazione stradale, ad avere tre teatri di stato a presentare opere in lingua romena, ungherese e tedesca.

In sostanza, Timişoara è una città ricca di luoghi culturali che sono tutti da scoprire e bellezze architettoniche che lasciano senza fiato.

Piața Unirii è la piazza più bella e antica della capitale del Banato. Decorata in stile barocco, ospita alcuni dei più importanti monumenti come il Palazzo Barocco, la Cattedrale Cattolica, il Vicariato Serbo e il Monumento alla Santa Trinità.

Molto interessante anche Piața Victoriei che per i rumeni è un luogo estremamente importante poiché proprio qui i rivoluzionari, il 20 dicembre 1989, proclamarono Timişoara la prima città libera della Romania dal regime comunista. È circondata da palazzi signorili del primo ‘900, ma anche da meravigliosi edifici religiosi come la Cattedrale ortodossa.

Poi ancora i musei come il Memorialul Revolutiei, con foto e documenti che raccontano le tragedie e gli eventi vissuti nel 1989; Banat Museum, con una collezione di reperti archeologici provenienti da tutto il Banato e il Muzeul de Arta, dove ammirare le opere d’arte di Ormós Zsigmond, ricco aristocratico, collezionista e storico dell’arte.

Viaggio in Transilvania, le tappe da non perdere

Fonte: Caldana Europe Travel

Sibiu

La Transilvania è una regione di rara bellezza che prende vita ai piedi dei Carpazi. Per questo è caratterizzata da un bellissimo paesaggio naturale dove svettano alcune tra le città medievali meglio conservate in Europa.

Sibiu, capitale della Transilvania, è una località circondata da un sistema di antiche fortificazioni, ma anche un luogo dove pregevoli testimonianze medievali si alternano a eleganti palazzi barocchi.

Decisamente peculiare anche Brasov che fu uno dei maggiori centri della rivoluzione antiasburgica. Poi ancora Cluj Napoca, capoluogo della Transilvania che sfoggia un centro storico caratterizzato da un autentico mix di stili architettonici.

In Transilvania sulle orme di Dracula

Un viaggio in Transilvania non può di certo prescindere da una serie di tappe all’insegna del suo personaggio più famoso: Dracula. Un vero e proprio mito che si deve al celebre Conte Vlad, protagonista del romanzo di Bram Stoker.

Probabilmente non tutti sanno che il vampiro della Transilvania è ispirato a una persona realmente vissuta: il sanguinoso sovrano che regnò sulla Valacchia dal 1456 al 1462.

Non era un vero vampiro, ma comunque era un uomo spietato che è passato alla storia con il soprannome di “impalatore” in quanto aveva l’abitudine di uccidere in questa maniera i suoi nemici. Va detto, però, che è anche ricordato come eroe e padre della patria per avere lottato a lungo contro le invasioni turche.

Un tour sulle orme di Dracula non può non iniziare dalla casa dove ha vissuto nel romanzo: il castello di Bran, una misteriosa e suggestiva fortezza che custodisce pregevoli pezzi d’arredamento appartenuti alla famiglia reale rumena.

Edificato nel XIV secolo da Ludovico I D’Angiò, è arroccato su una parete rocciosa nel cuore di una gola buia e sinistra, un paesaggio che ha contribuito ad alimentare il fascino “noir” della casa e del suo padrone.

Altra tappa obbligata se si vuole fare un viaggio in Transilvania sulle tracce del vampiro più famoso del mondo è Sighisoara, luogo in cui Vlad III nacque nel 1431. Dichiarato patrimonio UNESCO, è un villaggio medievale perfettamente conservato.

Insomma, la Transilvania tra meraviglie e fitto mistero è una regione tutta da scoprire.

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L’incredibile itinerario che ti porta alla scoperta di una nuova Santa

L’Irlanda celebra, il 6 febbraio, una nuova festa nazionale rendendo omaggio all’affascinante e potente figura di Santa Brigida e a Imbolc, festa stagionale celtica.

Per tradizione, il giorno dedicato alla Santa e a Imbolc vengono ricordati insieme il 1 febbraio ma il nuovo giorno festivo cadrà il primo lunedì di febbraio di ogni anno.

La ricorrenza da appuntare sul calendario è significativa sotto vari aspetti: riconosce alla figura femminile di Santa Brigida una posizione paragonabile a quella di San Patrizio, e ne sottolinea il legame con Imbolc, in origine festa pagana dedicata alla dea Brigida e connessa con l’attesa della primavera.

Santa Brigida, tra le potenti donne d’Irlanda

Santa Brigida, conosciuta anche come Mary of the Gael e Brigid of Kildare, è una delle molte donne che hanno segnato la storia d’Irlanda e una festa in suo onore è anche un modo per ricordare tutte loro, fondamentali per il patrimonio culturale, identitario e sociale del Paese.

La figura di Brigida, potente sia dal punto di vista del ruolo di evangelizzatrice e creatrice di un importante monastero sia in chiave mitica, patrona (tra le altre cose) della guarigione, della poesia, dell’apprendimento, della protezione, del bestiame e della produzione casearia, può essere oggi immaginata come paladina della pace, della giustizia sociale, della spiritualità, dell’istruzione e dell’ospitalità.

Nel periodo antecedente la festa di Santa Brigida, gli irlandesi sono soliti intrecciare croci a quattro punte realizzate con giunchi ed esporle nelle proprie case per propiziare il bene.

L’itinerario alla scoperta dei luoghi della Santa e della tradizione celtica

Tra i luoghi più significativi legati alla Santa (forse nata in Irlanda, a Faughart) spicca la cittadina di Kildare, in lingua celtica Cill Dara, ovvero “la chiesa della quercia”, dove fondò, nel 480, un’abbazia di monaci e suore che, ben presto, divenne una delle più prestigiose d’Irlanda, conosciuta in tutta l’Europa cristiana.
La leggenda racconta che il monastero coincida con il sito pagano dedicato alla dea celtica Brigida, dove un gruppo di giovani donne ne custodiva la fiamma eterna.

Proprio qui, dal 31 gennaio al 7 febbraio, si svolge la manifestazione Féile Bríde (Festival di Brigida), ricca di musica, danza, elementi leggendari e poesia, che evidenzia le connessioni che intercorrono tra la figura della Santa e l’omonima divinità pagana, considerata dea del fuoco e profondamente legata all’arte, al canto e alla poesia.

Tra le innumerevoli attività del Festival non mancheranno laboratori di artigianato (anche quello per imparare la tecnica d’intreccio delle croci con i giunchi), una conferenza sulla pace, incontri per approfondire ulteriori usi e costumi legati alla Santa, una camminata emotiva con luci e fuoco nonché un concerto con la cantante, compositrice e vincitrice dell’Eurovision Song Contest Eimear Quinn.

Da vedere a Kildare (circa 50 chilometri a sud-ovest da Dublino) anche la maestosa St. Brigid’s Cathedral, risalente al XIII secolo, al cui interno sono raffigurati i tre santi più amati dell’isola, Patrizio, Brigida e Colmcille.

Ancora, di sicuro impatto sono la Torre Rotonda (Round Tower) che, grazie ai suoi 33 metri di altezza, è la seconda più alta in Irlanda, il Kildare Town Heritage Centre, centro multimediale dove conoscere meglio le figure di Santa Brigida, della dea precristiana Brigid e di personaggi chiave della mitologia e del periodo medievale, e il piccolo Irish Horse Museum, incentrato sull’importanza dei cavalli nella vita irlandese.

Infine, tra le tappe da non perdere ecco i Japanese Gardens, il St Fiachra’s Garden, le rovine della Black Abbey, nota abbazia del XII secolo, e il St Bridg’s Well (Pozzo di Santa Brigida) con cinque pietre che illustrano vari aspetti della sua vita.

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Parte la crociera dei sogni, tour epico tra le isole della Groenlandia

La prossima estate parte una crociera da sogno, in uno dei luoghi più remoti e incredibili d’Europa. La nave su cui si viaggia navigherà tra i mari ghiacciati della Groenlandia, attraversando uno dei punti più mozzafiato che si possano visitare: il Prins Christian Sund.

Trattasi di uno stretto lungo circa 100 chilometri che separa la Groenlandia da un gruppo di piccole isole dove si trova Capo Farvel, il punto più meridionale di questa gigantesca terra dei ghiacci. Lo stretto si trova all’estremo meridionale della Costa di Re Federico VI e mette in comunicazione l’Oceano Atlantico con il Mare del Labrador.

Un posto meraviglioso, questo fiordo, che affascina chiunque lo visiti. Pensate che l’unico abitato che c’è in questo luogo altrimenti disabitato è un piccolo villaggio di poche case colorate chiamato Kujalleq, dove vivono al massimo 150 abitanti i quali riescono a muoversi soltanto con la motoslitta o la slitta trainata dai cani.

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Fonte: @MSC Crociere

Lo stretto di Prins Christian Sund in Groenlandia

Lo chiamano “l’autostrada degli iceberg” questo magnifico stretto in Groenlandia, che si attraversa in 6-8 ore.

Qui, tra imponenti ghiacciai, montagne alte fino a mille metri, scogliere di granito, cascate, iceberg e fiordi, navigherà lenta la nave Poesia di MSC Crociere, che ha inserito nella programmazione estiva un tour epico.

Quando parte la crociera tra i ghiacci

La MSC Poesia parte per la prima crociera in Groenlandia il 10 luglio da Warnemunde, in Germania, alle porte di Berlino. Si naviga per ben 22 giorni facendo soste nei mari del Nord, con tappe nel Regno Unito, in Islanda e alle Orcadi, in Scozia.

Una volta giunti in Groenlandia, si fa tappa a Nuuk, la Capitale più a Nord del mondo, raggiungibile solo via mare o aereo, poi nel villaggio colorato di Ilulissat (il cui nome significa “gli iceberg” e fa già capire il tipo di paesaggio che ci aspetta), nella Baia di Disko, a circa 300 km a Nord del Circolo polare artico. Un posto pazzesco, dove osservare il Sole di mezzanotte, osservare giganteschi iceberg e godere di cieli incredibilmente tersi. Questa zona della Groenlandia, infatti, è chiamata “il capolinea dell’alta pressione” proprio per la prevalenza di giornate serene tutto l’anno.

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Fonte: @MSC Crociere

Il Sole di mezzantte nel fiordo di Prins Christian Sund

Altra tappa è a Qaqorto, la più grande città del Sud della Groenlandia, il cui nome significa “la bianca”, anche se d’estate sbocciano fiori selvatici di ogni colore.

Eppure, non è un luogo inanimato. Padrone di casa sono le foche blueberry e le foche barbute. Ma ci sono anche balene e balenottere azzurre, molto rare, il cui show è riservato ai più fortunati crocieristi. E poi, renne, volpi e orsi polari, buoi muschiati e naturalmente molte specie di uccelli.

L’itinerario completo comprende, quindi, Warnemunde, da dove si salpa, Akureyri e Isafjordur (Islanda), lo stretto di Prins Christian Sund, Nuuk, Ilulissat, Qaqortoq, Reykjavik (ancora in Islanda), Kirkwall (Isole Orcadi), Copenhagen (Danimarca) e ritorno al porto di partenza.

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La Strada dei Re in Giordania, una meraviglia da percorrere

La Giordania da qualche anno a questa parte è una delle mete più gettonate dai viaggiatori italiani. Ma del resto non c’è da sorprendersi: questo è un Paese davvero splendido e la cui ospitalità è particolarmente calorosa e invitante. Nella sua area di 89.342 km², le attrazioni – naturali e non – da fermarsi a visitare sono davvero numerosissime, ma oggi vogliamo farvi percorrere un itinerario eccezionale e, dal nostro punto di vista, imperdibile: la Strada dei Re.

Da Amman a Petra solcando la Strada dei Re

Facciamo una premessa: se la vostra intenzione è quella di fare un viaggio itinerante in Giordania, la miglior soluzione è affittare un’automobile. Mezzi pubblici ce ne sono, ma pochi e non del tutto affidabili.

Tra i percorsi da intraprendere su quattro ruote svetta per pura meraviglia la Strada dei Re che consente persino di fare un viaggio nel viaggio, catapultandovi contemporaneamente indietro nel tempo.

Correndo lungo la spina dorsale dell’altopiano centrale della Giordania, conta oltre 5.000 anni e all’epoca rappresentava la via di commercio principale che collegava l’Africa con la Mesopotamia. Ma non solo. Nel corso dei secoli è stata anche utilizzata come importante via di pellegrinaggio per i cristiani, tanto che la “Bibbia” la ricorda per il divieto di percorrerla imposto dal Re di Edom a Mosè.

tappe strada dei re giordania

Fonte: iStock

Luogo la Strada dei Re

Cosa vedere lungo la Strada dei Re

La Strada dei Re in Giordania, detta anche King’s Highway, permette di approdare in luoghi biblici in posizione panoramica, districarsi tra raffinati mosaici romani, rimanere affascinati dai ben conservati castelli dei crociati e ammirare alcuni spaccati della vita comune del Paese.

In realtà questo tragitto leggendario passa in mezzo ad altre due strade: la Strada Panoramica del Mar Morto e la Desert Highway, l’autostrada che attraversa il deserto. È fondamentale, quindi, non confondersi e prendere il giusto percorso per fare un viaggio on the road tra curve e scenari lunari. Ma quali sono le tappe da fare lungo la Strada dei Re?

Madaba, la città dei mosaici

Partendo da Amman, la fascinosa Capitale della Giordania, la prima sosta da fare lungo la Strada dei Re è Madaba. Essa si distingue per essere una graziosa cittadina che conserva gelosamente dei preziosi mosaici di epoca bizantina. Il più famoso riveste il pavimento della Chiesa di San Giorgio e rappresenta una carta geografica.

Madaba è anche una delle città più accoglienti di tutta la Giordania, così come un caso esemplare di tolleranza religiosa. Altre  attrazioni da non perdere da queste parti sono il suo mercato zeppo di gente e di bambini che corrono per strada, e il suo Parco Archeologico che possiamo definire un vero e proprio museo a cielo aperto.

Monte Nebo, dove Mosè contemplò la terra promessa

Come vi abbiamo accennato in precedenza, percorrere la Strada dei Re in Giordania vuol dire anche ritrovarsi al cospetto di luoghi biblici. Uno di questi è il Monte Nebo dove, secondo la tradizione, Mosè contemplò per la prima volta la Terra Promessa.

Monte Nebo giordania

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Il panorama dal Monte Nebo

Si narra che Mosè fu sepolto nei pressi del monte, anche se al momento gli studiosi non concordano su dove si trovi esattamente la sua tomba. Non a caso sulla vetta prende vita un Memoriale dedicato a lui che, al contempo, permette di ammirare un paesaggio sublime che riesce persino a raggiungere Israele e i Territori Palestinesi.

Wadi Mujib, un panorama da non perdere

A seguito del Monte Nebo, dopo aver guidato tra una curva e un’altra, arriverete sopra alle gole del Wadi Mujib. Il paesaggio che si aprirà di fronte ai vostri occhi sarà surreale: è orgogliosamente definito “il Grand Canyon della Giordania”. Ma non solo. È importante anche per il significato storico in quanto anticamente segnava il confine tra il regno degli amoriti e quello dei moabiti. Si ritiene, inoltre, che Mosè lo abbia attraversato a piedi.

Continuando a solcare la serie di tornanti che caratterizzano questo tratto di strada, arriverete alla diga di Wadi Mujib, per poi continuare tra scenari desertici di incontaminata bellezza.

La soluzione migliore sarebbe scendere dall’auto e attraversare la gola, ma se il tempo a vostra disposizione sarà poco vale comunque la pena viaggiare lungo il bordo del canyon.

Le imponenti rovine di Ar-Rabba

Un’altra tappa da fare lungo la Strada dei Re sono le imponenti rovine di Ar-Rabba, una città santa dove poter contemplare quel che rimane di un tempio romano risalente alla fine del II secolo d.C. e altri edifici di epoca romana e bizantina.

Il Castello di Karak

Degna di nota è anche una sosta anche presso il Castello di Karak, risalente al 1142, che a suo tempo fu teatro degli scontri tra i crociati e le truppe musulmane di Saladino.

Castello di Karak giordania

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Il Castello di Karak

Oggi ridotto in rovina, consente di scoprire i suoi sotterranei, un paio di passaggi segreti, qualche stanza e il Museo Archeologico di al-Karak. Senza dimenticare che si trova in un’invidiabile posizione panoramica con scenari completamente diversi rispetto ad altri castelli che sorgono nel deserto.

Dana con la sua Riserva

Arroccato su un profondo precipizio, il grazioso villaggio in pietra di Dana regala una vista straordinaria e anche la possibilità di visitare la sua Riserva della Biosfera: una serie di gole impreziosite da una rigogliosa vegetazione e paesaggi di rocce calcaree e sabbiose.

Questa è la più grande Riserva Naturale della Giordania ed è famosa anche per i molti sentieri escursionistici. Ciò vuol dire che tale tappa si rivela un posto perfetto per trascorrere qualche giorno, soprattutto durante la primavera poiché le sue colline sono tutte in fiore.

L’importante Castello di Shobak

Siamo quasi arrivati al termine della Strada dei Re, ma prima di giungere alla tappa finale è necessario fare una sosta presso il Castello di Shobak che è noto per essere il più importante tra i castelli crociati.

Sfortunatamente oggi resta solo una piccola parte di tutto l’antico complesso, ma passeggiare tra le sue mura è comunque un’esperienza da provare, anche solo per il favoloso panorama che si osserva da lassù.

Piccola Petra e Petra

La Strada dei Re in Giordania termina con due mete a dir poco sublimi: Piccola Petra e Petra. La prima vi consentirà di scoprire edifici scolpiti nelle pareti dei canyon di arenaria che non hanno niente da invidiare a quelli presenti in zona.

La seconda, invece, è forse la destinazione più famosa di tutto il Paese, un luogo spettacolare tanto da essere Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO dal 1985. Dal 2007, inoltre, Petra è una delle Sette Meraviglie del Mondo Moderno, un incanto da scoprire almeno una volta nella vita.

Petra strada dei re

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Il Tesoro di Petra