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Tra nuvole e leggenda, il Monastero di Montserrat sembra sospeso nel cielo

A poco più di un’ora da Barcellona, esiste un luogo dove la natura si è trasformata in scultura, la spiritualità risuona nell’aria e ogni sasso sembra raccontare una leggenda. È il Monastero di Montserrat, incastonato come un gioiello mistico tra le rocce frastagliate della montagna che porta lo stesso nome. Montserrat, che in catalano significa “monte seghettato”, è la catena montuosa più esemplare della Catalogna, un luogo che da secoli incanta pellegrini, viaggiatori, amanti dell’arte e della natura.

Ma Montserrat non è solo un monastero: è un’esperienza di viaggio a tutto tondo. Si può camminare tra panorami spettacolari, ascoltare il famoso coro dei bambini, ammirare opere di artisti come Dalí e Picasso, oppure semplicemente respirare la pace che avvolge questa cima sacra. Un mix unico di natura, cultura e spiritualità che regala emozioni indimenticabili. E sì, è la meta perfetta per una gita in giornata da Barcellona!

Il Monastero di Santa Maria di Montserrat, fede, storia e mistero

Il cuore pulsante di Montserrat è senza dubbio il suo monastero benedettino, fondato nel IX secolo. Ma ciò che rende questo luogo davvero straordinario è la leggenda che lo avvolge, nel cuore della Catalogna. Si narra che, in una grotta della montagna, alcuni bambini abbiano avvistato una luce misteriosa. Accompagnati dagli adulti del villaggio, scoprirono l’immagine della Vergine Maria. Quando il vescovo cercò di trasportarla, la statua divenne inspiegabilmente pesante: un chiaro segno che quel luogo era destinato a diventare sacro.

Nacque così il Monastero di Santa Maria di Montserrat, oggi uno dei centri spirituali più importanti della Spagna. Al suo interno si custodisce la famosa “Mare de Déu de Montserrat”, una statua romanica in legno scuro, oggetto di pellegrinaggi e profonda devozione. E non finisce qui: la basilica ospita anche il celebre coro dei bambini, l’Escolania de Montserrat, tra i più antichi d’Europa. Le loro voci angeliche riempiono la navata ogni giorno, creando un’atmosfera magica che rapisce l’anima.

Il complesso monastico comprende anche il chiostro progettato dal modernista Josep Puig i Cadafalch, ristoranti, negozi e persino un albergo, per chi volesse prolungare il soggiorno. È un luogo dove sacro e accoglienza convivono con armonia.

Monastero di Montserrat, Spagna

Fonte: iStock

Vista panoramica del Monastero di Montserrat in Spagna

Oltre il monastero: natura, arte e panorami mozzafiato

Raggiungere Montserrat da Barcellona è semplice e panoramico. Chi viaggia in auto può prendere l’autostrada A-2 in direzione di Lleida e poi seguire le indicazioni per Montserrat: in circa un’ora si arriva a destinazione. Perfetto per chi ama la libertà on the road, magari inserendo Montserrat come prima tappa di un tour più ampio in Catalunya.

Ma chi si avventura alla volta di Montserrat, deve soprattutto sapere che è molto più di un semplice monastero. La montagna stessa è una meraviglia naturale, scolpita nei secoli dal vento e dall’acqua, con forme bizzarre e affascinanti che sembrano uscite dalla fantasia di Gaudí. Le vette più alte, come Sant Jeroni (1.236 m), offrono percorsi di trekking spettacolari e punti panoramici da cui si domina tutta la Catalunya.

Per chi preferisce l’arte alla fatica, il Museo di Montserrat è una tappa obbligata: al suo interno si trovano opere di artisti del calibro di Caravaggio, Dalí, El Greco e Picasso. Non manca poi una sezione archeologica e una collezione d’arte religiosa di pregio.

E per un’esperienza ancora più suggestiva? Si può prendere una delle due funicolari: quella di Sant Joan, che porta ancora più in alto tra le vette, e quella della Santa Cova, che conduce al luogo dove si dice sia stata trovata la statua della Madonna. Entrambe regalano scorci mozzafiato e un tocco d’avventura alla visita.

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Roma, un itinerario urbano per scoprire Caravaggio

In occasione del Giubileo, Roma ospita – a Palazzo Barberini – la mostra Caravaggio 2025, un’occasione imperdibile per ammirare i dipinti dell’artista, alcuni dei quali mai esposti prima d’ora. Tra questi, il Ritratto di Maffeo Barberini, recentemente svelato al pubblico, e l’Ecce Homo, riscoperto a Madrid nel 2021 e di ritorno in Italia dopo quattro secoli. La Capitale, tuttavia, è ricca delle opere di Michelangelo Merisi, che visse a Roma tra il 1593 e il 1606, l’anno in cui si macchiò di un omicidio che lo costrinse a fuggire dalla città.

Roma offre quindi angoli – alcuni molto noti, altri meno – che anche gratuitamente vi permettono di ammirare l’arte del Caravaggio, ancora potente e sempre immortale. Abbiamo quindi preparato un itinerario urbano, che vi permetterà di esplorare la nostra capitale e, nello stesso tempo, scoprire i luoghi del celebre pittore.

Chiesa di San Luigi dei Francesi

Iniziamo cronologicamente dal primo grande incarico che Caravaggio ottenne nella Capitale. Siamo nel 1599 e Caravaggio era sotto l’ala protettiva del cardinale Francesco Maria del Monte. Grazie al Cardinale, gli furono commissionate (da Virgilio Crescenzi, erede di Matteo Contarelli) due tele per la Cappella Contarelli nella Chiesa di San Luigi dei Francesi. Il tema era San Matteo e, all’inizio, Michelangelo Merisi optò per la Vocazione e il Martirio di San Matteo.

Sono le prime opere monumentali di Caravaggio e ottennero così tanto successo che Francesco Contarelli, nipote o figlio illegittimo del cardinale Matteo Contarelli, commissionò al pittore un terzo dipinto. Nella Cappella Contarelli, dunque, ancora oggi troviamo il ciclo pittorico di San Matteo: sopra l’altare vi è San Matteo e l’angelo, sul lato destro il Martirio di San Matteo e su quello sinistro la Vocazione di san Matteo. I dipinti furono realizzati entro il 1600 (tranne l’ultimo, concluso nel 1602).

Quadri di Caravaggio nella Cappella Contarelli

Fonte: 123RF

I quadri di Caravaggio nella Cappella Contarelli

Chiesa di Sant’Agostino

Dalla Chiesa di San Luigi dei Francesi, in appena tre minuti a piedi, arrivate alla Chiesa di Sant’Agostino: vi basterà percorrere qualche metro in Via della Scrofa e virare a sinistra in via di Sant’Agostino. Qui si trova la Madonna dei Pellegrini (o di Loreto) del Caravaggio – realizzato probabilmente tra il 1604 e il 1606 – sito nella Cappella Cappelletti.

Il dipinto fu commissionato all’artista dalla famiglia Cappelletti – bolognese d’origine – che acquistò la Cappella nel 1603. La famiglia era particolarmente devota alla Madonna lauretana e quindi l’indicazione era già chiara dall’inizio. Un fatto curioso vuole che, a posare per Caravaggio, fosse la celebre Lena, poi identificata in Maddalena Antognetti, cortigiana nota nella Roma del tempo. Si pensa che tra Caravaggio e la donna ci fosse una relazione sentimentale, quantomeno per il fatto che – per lei – il pittore aggredì il notaio Mariano Pasqualone nel 1605.

Madonna di Loreto di Caravaggio

Fonte: 123RF

La Madonna di Loreto di Caravaggio

Santa Maria del Popolo

A questo punto percorrete Via Ripetta per circa 15 minuti per giungere alla tappa forse più celebre e, probabilmente, più affollata. Ormai tutti sanno, infatti, che la Basilica Santa Maria del Popolo a Roma ospita due tele di Caravaggio – la Crocifissione di San Pietro e la Conversione di San Paolo – ammirabili dunque gratuitamente. I due dipinti si trovano nella Cappella Cerasi, acquistata nel 1600 dal monsignor Tiberio Cerasi, tesoriere della Camera apostolica. Cerasi l’aveva scelta come luogo per la propria sepoltura e, per questo motivo, volle il meglio dell’epoca per decorarla: l’architetto Carlo Maderno per l’ampliamento della struttura e i pittori Annibale Caracci e Caravaggio, in quel periodo famosissimi a Roma.

Sui due dipinti di Caravaggio, in realtà, va fatta una precisazione: la richiesta di Cerasi era quella di realizzarli su tavola, mentre i due quadri presenti nella Cappella sono su tela. Ciò fa presupporre che le due opere di Caravaggio siano dunque successive alla committenza di Cerasi: sappiamo infatti che Tiberio Cerasi morì prima che il pittore riuscisse a consegnargli le proprie opere e che Caravaggio fu pagato dopo Caracci. Probabile dunque che l’artista abbia messo più volte mano ai propri dipinti. Ad ogni modo, la Crocifissione di San Pietro e la Conversione di San Paolo furono collocati nella Cappella Cerasi nel 1605. E lì potete ancora osservarli, in tutta la loro magnificenza.

Le opere di Caravaggio nella Basilica di Santa Maria del Popolo

Fonte: 123RF

Le opere di Caravaggio nella Cappella Cerasi

Casino Ludovisi

Vi aspetta adesso una lunga passeggiata, ma è bene precisare che siamo nel centro di Roma. Dalla Chiesa di Santa Maria del Popolo a Casino Ludovisi sono infatti 40 minuti di cammino lungo Viale Gabriele d’Annunzio fino a Piazza di Spagna, per poi prendere Via Francesco Crispi e Via di Porta Pinciana, fino a Villa Aurora. In realtà qui si ergeva Villa Ludovisi, voluta dal cardinale Ludovico Ludovisi, che la acquistò nel 1622 (all’epoca era nota come Villa Orsini) e la ampliò, oltre a stabilirvi la propria (e copiosissima) collezione.

La storia della Villa non è poi a lieto fine. Dopo la morte del cardinale, l’edificio passò ai suoi eredi – i Boncompagni Ludovisi – che la lottizzarono nel 1883 fino a portarla alla demolizione. In quegli anni, la costruzione del quartiere intorno a via Veneto condusse infatti alla distruzione di edifici storici in quell’area, non senza proteste (tra cui quella sentitissima di Gabriele D’Annunzio). Oggi dunque dell’antica Villa Ludovisi non resta che il Casino dell’Aurora, così chiamato perché al suo interno c’è un omonimo affresco del Guercino. Questo specifico edificio fu costruito per il cardinale Francesco Maria del Monte e poi rimaneggiato da Ludovico Ludovisi tra il 1621 e il 1632.

La visita però è da fare: anche perché Casino Ludovisi sarà aperto eccezionalmente in occasione della mostra Caravaggio 2025, con visite guidate a pagamento dal 29 marzo al 6 luglio. Perché prenotarla? Qui si trova l’unico dipinto su muro di Caravaggio, realizzato tra il 1597 e il 1600 per il Cardinal del Monte: il titolo è Giove, Nettuno e Plutone. Dato che Francesco del Monte in questo luogo si dilettava nell’alchimia, l’artista scelse un’allegoria della triade alchemica di Paracelso: Giove, personificazione dello zolfo e dell’aria, Nettuno del mercurio e dell’acqua, e Plutone del sale e della terra.

Galleria Doria Pamphilj

L’ultima tappa del nostro itinerario urbano è ora a circa 20 minuti di passeggiata. Da Villa Aurora riprendete Via Francesco Crispi. Svoltate in via in Arcione, proseguite in via Del lavatore e poi svoltate ancora in Via di San Vincenzo. Da qui prendete Via dell’Umiltà e infine Via del Corso: siete davanti alla Galleria Doria Pamphilj. Anche qui la visita è a pagamento, ma vale assolutamente la pena: si ammirerà infatti la grande collezione privata del Palazzo Doria Pamphilj, sorta nel 1651 per volere di Giambattista Pamphilj, il Pontefice Innocenzo X, che cedette la responsabilità del luogo al nipote Camillo.

Camillo Francesco Maria Pamphilj già possedeva quattro opere di Caravaggio, la maggior parte delle quali acquistate dalla madre Olimpia Maidalchini. Tra queste, vi era La buona ventura che – nel 1665 – fu regalata a Luigi XIV e che oggi è esposta al Louvre. Nella Galleria restano comunque esposti – ad opera di Michelangelo Merisi – i dipinti Riposo durante la Fuga in Egitto, Maddalena Penitente e San Giovanni Battista. Riposo durante la fuga in Egitto fu realizzato nel 1597 ed è un cosiddetto quadro da stanza, realizzato per essere esposto in una dimora privata.

La Maddalena Penitente – eseguito nel 1594-1595 – è di dubbia committenza, ma sicuramente entrerà a far parte della collezione grazie al matrimonio tra Camillo Pamphilj e Olimpia Aldrobrandini. Sappiamo per certo, infatti, che il quadro finì a un certo punto a far parte della dote della donna. Infine, il San Giovanni Battista risale al 1602 ed è probabilmente una copia. L’originale si trova infatti presso i Musei Capitolini, mentre alla galleria Doria Pamphilj vi è una delle sette versioni che Caravaggio creò sul tema di San Giovannino, ossia Giovanni Battista da giovane.

Galleria Doria Pamphilj Roma

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La Galleria Doria Pamphilj a Roma
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Un giorno a Carpentras, splendida cittadina provenzale

Adagiato ai piedi del Mont Ventoux, in un paesaggio da fiaba che ha tutti i colori e i profumi dei villaggi provenzali, Carpentras è un gioiello francese tutto da scoprire: dalle facciate ocra dei suoi palazzi al verde delle colline circostanti, fino ai sapori dei prodotti agroalimentari tradizionali del territorio e le atmosfere vintage degli storici mercati brocantes, dove tante antichità aspettano solo nuovi spazi da decorare.

Si trova nel cuore della Provenza del Rodano, al riparo dal vento di Maestrale, ed è stata terra papale dal 1229 al 1791. Ottima meta per chi vuol vivere un’esperienza di viaggio autentica, a passo lento tra paesaggi mozzafiato, storia e folklore. Un’ottima alternativa alle più celebri destinazioni di questa splendida regione della Francia meridionale, alle quali Carpentras non ha proprio nulla da invidiare.

Cosa vedere a Carpentras

Il borgo, situato nel dipartimento della Vaucluse, conta poco più di 3mila abitanti e vanta un’antica e ricca storia, che affonda le proprie radici nell’epoca romana. Nel Medioevo, inoltre, Carpentras ospitò la prima sede della cattività avignonese del papato, e per qualche tempo il poeta Francesco Petrarca vi stabilì la propria residenza.

L’antica cittadina, che nel corso dei secoli si è trasformata fino a raggiungere la sua peculiare struttura a cuore, ha inoltre sempre rivestito un ruolo centrale nell’economia della regione, rappresentando un importante snodo e crocevia commerciale.

Ogni angolo di Carpentras svela un tesoro magnifico, legato alla sua storia e alle tradizioni che da secoli vengono tramandate di generazione in generazione. Ecco tutto quello che puoi ammirare in una giornata, passeggiando per le viuzze di questo bellissimo borgo provenzale.

La Sinagoga

La storia di Carpentras è legata a doppio filo alle religioni cristiana ed ebraica. Qui si stabilì la Santa Sede dal XIII al XVIII secolo, che influì sull’architettura del borgo, mentre la presenza degli ebrei, protetti dai Papi, ne ha segnato la cultura.

Qui, infatti, si trova la Sinagoga più antica della Francia, risalente al 1367 e ancora attiva. Un monumento importante e incantevole, al cui interno sono conservati tantissimi utensili e oggetti utilizzati per la liturgia risalenti ai secoli passati. Per visitarla dovrete entrare nel cuore di quello che fu il ghetto ebraico di Carpentras, in place Maurice Juiverie, nel centro storico della cittadina.

L’Arco Romano e la cattedrale di Saint Siffrein

Risale al I secolo dopo Cristo ed è stato tra i primi edifici a essere inseriti, nel XIX secolo, nella lista dei monumenti storici francesi. L’Arco di Carpentras, a due passi dalla Sinagoga, è una testimonianza simbolo della storia di Carpentras. È caratterizzato da bassorilievi ben conservati e nel corso del tempo è stato inglobato nel contesto architettonico circostante, sino a diventare parte dell’attuale Palazzo di Giustizia (l’ex Palazzo Vescovile). Vi consigliamo di far visita anche alla vicina e bellissima torre del Battifredo, costruita nel XV secolo e caratterizzata da un magnifico campanile realizzato in ferro battuto e finemente istoriato.

Tutti questi elementi sorgono sulla grande piazza ribattezzata General De Gaulle, dove si affaccia anche la splendida cattedrale di Saint Siffrein, in stile gotico meridionale. Costruita nel XV secolo e dedicata al patrono Saint Siffrein. La cattedrale presenta incantevoli vetrate decorate in puro stile gotico provenzale, e conserva una bellissima pala d’altare quattrocentesca sulla quale è stata raffigurata la Vergine assista accanto a Saint Siffrein e a San Michele.

Se avete un po’ di tempo fate anche un salto al Musee Sobirats, una interessante residenza privata con un elaborato ed elegante arredamento che risale all’epoca di Luigi XV.

Cattedrale di Saint Siffrein, nel cuore di Carpentras

Fonte: iStock

Cattedrale di Saint Siffrein, Carpentras

La Porte d’Orange

La Porte d’Orange si trova nella parte settentrionale del centro storico di Carpentras ed è l’ultima testimonianza dell’antica cinta muraria del XIV secolo che circondava la città. Un tempo, infatti, le mura erano lunghe quasi 2 km e contavano ben 32 torri e quattro porte di accesso.

L’ospedale Hôtel-Dieu

Risale al XVIII secolo e conservata tutt’oggi il suo aspetto originale. L’hôtel-Dieu, che si trova nella punta meridionale del centro storico di Carpentras, fu anticamente l’ospedale più importante della regione insieme alla sua farmacia (apotecario speziale). È stato trasformato oggi in una bellissima biblioteca-museo, chiamata l’Inguimbertine, con migliaia di libri e diverse mostre e attività dedicate a studenti e visitatori.

I Mercati di Carpentras

Carpentras non è solo storia, paesaggi e architettura, ma anche terra di sapori, tradizioni e stile. E le massime espressioni di questi elementi sono i suoi mercati.

Se si parla di cibo, nel mercato del tartufo di Carpentras, che si svolge ogni venerdì da fine novembre a inizio marzo, potrete trovare il famoso “diamante nero” e tante altre specialità del territorio. In base alle stagioni, potrete assaporare anche le fragole, i meloni e gli squisiti vini della Côtes du Ventoux.

C’è poi il mercato provenzale, che ogni venerdì mattina invade il centro cittadino con profumi floreali e fruttati e colori intensi, creando atmosfere uniche tutte da vivere. Ma uno dei più caratteristici è il mercato brocantes, ovvero il mercatino delle pulci settimanale più importante della Provenza. Si ripete ogni domenica ed è un tripudio di anticherie che attirano tantissimi appassionati e curiosi.

Se cercate boutique di moda, invece, potrete passeggiare lungo il cosiddetto Passage Boyer, nel cuore pulsante di Carpentras, una via ricoperta da un enorme tetto in vetro e molto chic.

Quando visitare Carpentras

Carpentras, come tutta l’area della Provenza, è caratterizzata da un clima mediterraneo, mite, caldo e piacevole in tutte le stagioni. Il mese più freddo dell’anno è gennaio, mentre quello più caldo è luglio, durante il quale le temperature possono salire sino a quasi 38°C. L’autunno è la stagione più piovosa, pertanto vi suggeriamo di visitare questa zona in primavera, quando la fioritura e la rinascita della natura conferiscono a Carpentras un’atmosfera fatata.

Come arrivare a Carpentras

  • In auto: si raggiunge tramite l’Autostrada A7 tra Lione e Marsiglia, prendendo l’uscita n°22 “Orange Sud” e percorrendo la Strada Statale per 27 km fino all’uscita n° 23 “Avignon Nord”;
  • In aereo: si possono raggiungere gli aeroporti di Avignone, distante 32 km o di Marsiglia, distante 96 km;
  • In treno: si sfrutt la linea ferroviaria “Avignon-Carpentras” e si scende alla stazione di Carpentras, a circa 3 km dal centro storico della cittadina provenzale. Ci sono collegamenti regolari TGV da Marsiglia (25 minuti) e da Parigi (2 ore 40).
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Dove andare l’1 maggio in giornata: idee per tutti i gusti

Il 1° maggio, Festa dei Lavoratori, è un’occasione perfetta per staccare dalla quotidianità e regalarsi una gita fuori porta godendo del clima primaverile. Immergersi nella natura, esplorare una città d’arte, rilassarsi al mare o visitare un museo: ci sono tante destinazioni ideali per una giornata all’insegna del relax e della scoperta. Ecco una selezione di proposte, sia all’aperto che al chiuso, da nord a sud.

Gite all’aperto: natura, borghi e panorami mozzafiato

Se il 1 maggio ci sarà bel tempo, l’ideale è trascorrere una giornata a contatto con la natura, passeggiando per un borgo e godendo di panorami imperdibili. Tantissime le mete in Italia adatte per una giornata come questa.

I laghi del nord

Una delle destinazioni più amate per una gita primaverile sono i laghi del nord Italia. Perfetti per fare una passeggiata con vista, godere di un picnic all’aperto o partecipare a una breve crociera. Il Lago di Como, con i suoi borghi eleganti come Bellagio e Varenna, offre panorami romantici e ville storiche da visitare. Anche il Lago di Garda è perfetto per famiglie e coppie che vogliono godersi una giornata all’aria aperta: a Sirmione, ad esempio, si può visitare il Castello Scaligero o rilassarsi alle terme.

veduta dall'alto di Sirmione

Fonte: iStock

Vista aerea castello Scaligero, Sirmione

Colli toscani e borghi umbri

Per chi predilige colline e i paesaggi bucolici, i colli toscani sono perfetti. Organizzare una gita fuori porta a San Gimignano, Volterra o Pienza, gustando vini locali e assaggiando piatti tipici, è un modo bellissimo per trascorrere il 1 maggio all’aria aperta. In Umbria, borghi come Spello, Assisi, Montefalco o Bevagna offrono arte, spiritualità e natura, il tutto in un’atmosfera rilassata e genuina.

Costiera Amalfitana e Cinque Terre

Anche andare verso mare è perfetto per la giornata del 1 maggio: la Costiera Amalfitana e le Cinque Terre sono tra le scelte più scenografiche. Una passeggiata lungo il Sentiero degli Dei o lungo la Via dell’Amore regala panorami unici. Meglio però mettersi in cammino la mattina presto in quanto queste zone potrebbero essere affollate durante i giorni di festa.

vista aerea delle Cinque Terre

Fonte: iStock

Borgo a picco sul mare nelle Cinque Terre

Escursioni e passeggiate nella natura

Parco del Gran Paradiso e Dolomiti

Gli amanti della montagna possono approfittare del 1 maggio per fare un trekking o un’escursione soft nelle Alpi. Il Parco Nazionale del Gran Paradiso, tra Piemonte e Valle d’Aosta, regala sentieri immersi nel silenzio e nella natura, con possibilità di avvistare stambecchi e marmotte. Macchina fotografica alla mano, bagaglio leggero e il 1 maggio può essere l’occasione per intraprendere quel sentiero sognato da tempo. Anche le Dolomiti, con passeggiate intorno alle Tre Cime o al Lago di Braies, sono perfette per chi cerca aria pulita, panorami rigeneranti e spazi aperti.

Parco delle Madonie e Etna

In Sicilia, il 1 maggio può essere l’occasione per una gita sull’Etna, tra crateri e colate laviche. Oppure si può optare per il Parco delle Madonie, ricco di sentieri e borghi autentici come Castelbuono. Anche l’entroterra sardo offre tappe ideali per fare trekking o semplici passeggiate, come il Supramonte o il Parco di Porto Conte.

Idee al chiuso: arte, musei e cultura

Se il 1 maggio dovesse piovere, nessun problema! L’Italia offre davvero tante mete anche per trascorrere una giornata al chiuso. Musei, mostre e residenze storiche sono l’ideale sia per chi ama la cultura, sia per chi vuole comunque organizzare qualcosa durante una giornata di tempo brutto.

Musei aperti e mostre temporanee

Il 1 maggio molti musei statali e mostre temporanee resteranno aperti. Prima di organizzare la visita controlla però sul sito ufficiale della struttura o del Ministero della Cultura. A Roma, oltre ai Musei Capitolini e ai Musei Vaticani, si possono visitare le Scuderie del Quirinale o il MAXXI. A Milano, la Pinacoteca di Brera e il Museo del Novecento offrono un’ottima opportunità di rifugiarsi tra eccellenti capolavori.
Anche città come Torino, Napoli, Firenze e Palermo offrono una vasta scelta culturale al coperto.

Ville, castelli e residenze storiche

Molte residenze storiche, ville e castelli, aprono le porte durante il periodo primaverile. La Reggia di Caserta, con i suoi giardini maestosi, è tappa ideale per una gita fuori porta del 1 maggio.

giardini reggia di caserta

Fonte: iStock

Giardini della Reggia di Caserta

Anche la Venaria Reale vicino Torino o Villa d’Este e Villa Adriana a Tivoli, propongono una giornata immersi nella cultura e nel verde. Ideali da esplorare in un giorno festivo.

Gite per famiglie e bambini

Chi viaggia con bambini avrà magari necessità di trovare soluzioni family friendly. Parchi divertimento, fattorie didattiche o agriturismi con eventi ad hoc per i più piccoli.

Parchi divertimento e zoologici

I parchi divertimento da nord a sud Italia sono tantissimi. Si può optare per Gardaland sul Lago di Garda, Cinecittà World vicino Roma o Mirabilandia in Emilia-Romagna. Questi sono perfetti per grandi e piccini. Divertimento assicurato per tutte le fasce d’età. In alternativa, si possono anche trovare zoo e bioparchi come lo Zoom di Torino, il Bioparco di Roma o il Parco Natura Viva in provincia di Verona che offrono esperienze educative a contatto con gli animali e la natura.

Agriturismi e fattorie didattiche

Per le famiglie che cercano un’esperienza più slow, inoltre, ci sono tanti agriturismi e fattorie didattiche in tutta Italia che propongono pranzi a tema primavera all’aperto, attività con gli animali e laboratori manuali per bambini. Questa opzione è perfetta per mixare natura, relax e buona cucina durante la giornata del 1 maggio.

Eventi e sagre del 1 maggio

In molte città italiane, il 1 maggio coincide anche con feste locali, concerti e sagre. L’evento sicuramente più famoso è il Concertone del Primo Maggio a Roma, in Piazza San Giovanni, con grandissimi nomi della musica italiana e internazionale. Ma anche in piccoli centri si trovano feste di primavera, mercatini d’artigianato e eventi enogastronomici, ideali per una giornata all’insegna di cultura, musica e cibo tipico. Ad Ascoli Piceno, nelle Marche, ad esempio, si svolge l’evento Fritto Misto dove poter assaggiare tantissime bontà fritte non solo dell’Italia.

Consigli per una gita fuori porta in giornata il 1 maggio

Tantissime quindi le mete da nord a sud, in tutta Italia, dove trascorrere in allegria e compagnia una giornata di festa come il 1 maggio.
Ecco alcuni semplici consigli che vanno bene per qualsiasi meta si scelga.

  • Scegliere la destinazione con anticipo,
  • controllare orari e aperture – soprattutto se si tratta di musei o parchi,
  • partire leggeri con uno zainetto dove mettere il necessario,
  • caricare la macchina fotografica,
  • staccare la spina per rigenerarsi e godere delle bellezze dell’Italia.
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Extreme day trips: escapismo lampo, parti la mattina e torni a casa la sera

Chi non vorrebbe fare colazione a Parigi, trascorrere la mattinata al Louvre, pranzare in qualche ristorante tipico, salire il pomeriggio sulla Torre Eiffel e tornare a casa la sera? L’idea non dispiacerebbe a nessuno, ma in un periodo in cui la maggior parte di noi si impegna per diminuire il proprio impatto ambientale, non rappresenta proprio il massimo della sostenibilità.

Un aspetto che, spesso e volentieri, viene trascurato dalle tendenze, soprattutto quelle lanciate su TikTok. Quest’ultimo trend, conosciuto all’estero con l’espressione “extreme day trips”, vede protagonisti diversi travel blogger, e non solo, che partono per gite estreme di una sola giornata in varie città estere, ritornando a casa la sera, giusto in tempo per andare a letto.

Cosa sono gli extreme day trips e come funzionano

Gli extreme day trips, ossia “gite estreme di un giorno”, non sono una novità, ma una modalità di viaggio nata grazie alla presenza delle compagnie aeree low-cost che permettono di acquistare biglietti a basso costo. Tuttavia, in questi giorni si sono ritrovati al centro del dibattito grazie a TikTok, dove i video di diversi travel blogger sono diventati virali proprio perché raccontano questo fenomeno che li vede volare verso città lontane per visitarle in sole 12 ore. Per intenderci, giusto il tempo di scoprire qualche angolo caratteristico, se instagrammabile ancora meglio, e poi tornare a casa.

Come ha dichiarato la travel blogger Monica Stott alla BBC: “Ci sono ricerche che suggeriscono che la maggior parte dei migliori ricordi delle vacanze si creino nei primi uno o due giorni. Quando ci ho pensato, non potevo che essere d’accordo. Molti dei momenti più belli accadono quando arrivi per la prima volta nella tua destinazione. Con gli extreme day trips arrivi in tempo per colazione, cerchi di fare più cose possibili e poi voli a casa la sera. È una giornata intensa, piena e folle“.

La BBC ha intervistato anche un’altra persona che ha provato l’esperienza, Luka Chijiutomi-Ghosh, uno studente diciottenne di Cardiff: “Tutto è iniziato la vigilia di Natale quando ho trovato un volo di andata e ritorno per Praga a meno di 15 sterline. L’ho prenotato immediatamente, ma poi ho realizzato che il volo atterrava a Praga alle 21:00 e tornava nel Regno Unito alle 09:00. Così ho pensato di dormire durante il giorno e passeggiare per la città di notte.”

Perché questo trend è negativo per l’ambiente e per le destinazioni

L’entusiasmo dei viaggiatori per questa tipologia di viaggio è molto alto, ma il fenomeno ha attratto anche numerose critiche, soprattutto considerando l’impatto che ha sull’ambiente. Quello aereo, infatti, è uno dei mezzi di trasporto che provoca più emissioni globali di gas serra (il 2,4%) che, riscaldando l’atmosfera, contribuiscono al riscaldamento globale e al cambiamento climatico.

L’impronta climatica di un aereo va oltre la sola CO2. In quota, le emissioni di ossidi di azoto e vapore acqueo acuiscono il problema del cambiamento climatico. Anche un tragitto aereo breve ha un costo ambientale elevato, traducendosi in un forte consumo di combustibili fossili e una significativa emissione di gas serra.

Inoltre, volare per mezza giornata non è solo un salasso per l’ambiente, ma nutre un turismo che svilisce l’essenza dei luoghi. La logica del “tutto e subito” del turismo di massa comprime le culture e le economie locali, riducendo l’esperienza a una sfilata di cartoline. Senza la lentezza della scoperta e l’incontro con l’anima dei posti, il viaggio si trasforma in un mero atto di consumo visivo, sterile e superficiale.

Quali sono le mete ideali per un extreme day trip

Solitamente, le destinazioni ideali per un extreme day trip sono quelle che possono essere raggiunte in un paio d’ore, riducendo così il tempo di arrivo che, invece, potrà essere sfruttato una volta atterrati. Spesso si tratta di grandi centri urbani con collegamenti aerei efficienti, che permettono di immergersi in una cultura diversa, assaporare un’atmosfera unica e magari visitare un’icona o due, per poi rientrare in tempo per la notte.

Tra le mete più diffuse ci sono soprattutto le capitali europee come Parigi, Roma o Lisbona, oltre che Reykjavik, Lussemburgo o Bruxelles.