Categorie
hotel itinerari culturali luoghi misteriosi Notizie Viaggi

C’era una volta una stazione fantasma, è stata trasformata in un hotel

I viaggi che conduciamo intorno al mondo ci permettono di scoprire e riscoprire meraviglie inesplorate, capolavori firmati da Madre Natura e monumenti artistici e architettonici creati dall’uomo. Ma ci consentono anche di toccare con mano tradizioni e usanze di popoli e culture lontani da noi e di conoscere le storie e le leggende di luoghi abbandonati ma mai dimenticati.

E questo è il caso della storica stazione ferroviaria di Canfranc, un luogo surreale e bellissimo che è rimasto sospeso per anni tra il passato e il futuro ancora da scrivere. Un edificio monumentale che ricorda per forme e lineamenti i prestigiosi palazzi parigini e che si è trasformato contro il suo volere nel custode di storie, incontri e scontri che si sono susseguiti negli anni.

Il destino di questo edificio, però, è stato riscritto. E quella che era ormai una stazione fantasma è stata trasformata in un hotel di lusso.

Una nuova esperienza in Spagna

Ci troviamo in Spagna, lontano dai sentieri più battuti dal turismo di massa, dalla capitale e dalle attrazioni che ogni giorno sono raggiunte da migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. Il nostro viaggio, infatti, ci conduce a Huesca, un comune spagnolo situato nella comunità autonoma dell’Aragona, conosciuto soprattutto per la sede vescovile e per la presenza dell’Universidad de Zaragoza.

È qui che esiste un’antica e storia stazione ferroviaria. Un edificio monumentale e affascinante che è stato crocevia di incontri e di scontri che si sono susseguiti negli anni. Inaugurata nel 1928, e dichiarata Bene di Interesse Culturale nel 2002, la Stazione Internazionale di Canfranc vanta un passato glorioso essendo stata uno dei complessi ferroviari più importanti in Europa nel XX secolo.

Nel 1970, però, l’esercizio ferroviario venne chiuso a causa di un incidente che danneggiò un viadotto. Fu allora che quel glorioso edificio si trasformò in un luogo fantasma, un posto dove i corridoi e i piazzali silenziosi non facevano altro che ricordare con nostalgia la vita pulsante degli anni precedenti. Che ne sarebbe stato, da quel momento in poi, di Canfranc?

Il futuro della stazione fantasma, dopo anni di attese e aspettative, è stato riscritto dal Barceló Hotel Group che dopo una lunga ristrutturazione ha creato il Canfranc Estación, un Royal Hideaway Hotel già premiato come uno dei migliori progetti di sostenibilità alberghiera.

Gli interni dell'hotel ricavato dalla stazione di Canfranc

Fonte: Barceló Hotels & Resorts

Gli interni dell’hotel ricavato dalla stazione di Canfranc

La storica stazione di Canfranc è ora un hotel di lusso

Dopo cinquant’anni dalla sua chiusura, a causa di un deragliamento, la storica stazione di Canfranc sta per rinascere, e sarà ancora più bella. Soprannominata il “Titanic delle montagne”, per lo stato d’abbandono in cui era stata lasciata, adesso la stazione è diventata un hotel di lusso a 5 stelle, mantenendo però lo stesso fascino e la suggestione del passato.

L’obiettivo di questa grandiosa struttura ricettiva è proprio quello di preservare e valorizzare un pezzo del patrimonio culturale del Paese, ma anche di attirare il turismo nell’intera regione.

Con 104 camere, e un design che si ispira agli anni 20′, il Canfranc Estación si prepara a diventare uno degli alloggi più straordinari di sempre. Gli interni, dicevamo, sono stati pensanti con l’obiettivo di rievocare l’eleganza estetica delle vecchie stazioni e dei lussuosi treni del secolo scorso, attraverso colori, elementi tessili e complementi d’arredo.

All’interno dell’hotel di lusso, inoltre, sono presenti due carrozze del secolo scorso, completamente ristrutturate, che oggi ospitano i due ristoranti della struttura. Completano l’offerta anche una Spa e una biblioteca. La storica hall della stazione, invece, è stata trasformata nella reception dell’hotel.

Stazione di Canfranc

Fonte: Barceló Hotels & Resorts

Stazione di Canfranc

 

Categorie
capitali europee Europa Francia itinerari culturali Notizie Parigi teatri Viaggi

Parigi: Il teatro de “Il Fantasma dell’Opera” è stato trasformato in un alloggio

Le esperienze di viaggio, ormai lo sappiamo, passano anche per gli alloggi. Case, baite, hotel a tema e stanze d’albergo non sono più dei semplici luoghi destinati al ristoro e al riposo, ma sono diventati elementi caratterizzanti di avventure straordinarie, inedite e originali, da vivere e da condividere.

I viaggiatori sanno bene che l’unica vera difficoltà sta nello scegliere il posto giusto tra le tante proposte che, giorno dopo giorno, si arricchiscono in maniera sempre più incredibile. Ma se è un’esperienza esclusiva e unica che volete vivere la prossima estate, allora sappiate che abbiamo l’alloggio giusto per voi. E vi anticipiamo che per viverlo dovrete raggiungere la città più romantica d’Europa e del mondo intero.

Stiamo parlando di Parigi, di una città meravigliosa che ogni giorno attira migliaia di turisti desiderosi di scoprire tutta la bellezza che appartiene alla capitale della Francia. Proprio qui, nel mese di luglio, i viaggiatori potranno vivere l’avventura più incredibile della loro vita: dormire sul palcoscenico del teatro che ha ispirato “Il fantasma dell’Opera” e trascorrere così una notte indimenticabile.

Parigi: il Palais Garnier diventa un alloggio

Ci sono alcune esperienze che sono destinate a diventare indelebili e quella che si può vivere a Parigi, la prossima estate, fa parte di queste. Nel mese di luglio, infatti, alcuni fortunati viaggiatori potranno trascorrere una notte all’interno del teatro che ha ispirato uno dei romanzi più celebri del mondo intero: “Il fantasma dell’Opera”.

Pubblicato per la prima volta nel 1909, e ispirato a fatti storici realmente accaduti all’Opera di Parigi, il romanzo ha avuto numerose trasposizioni teatrali, musicali e cinematografiche, trasformandosi in un vero e proprio fenomeno culturale. E proprio per celebrarlo, e per valorizzare l’heritage della città, che Airbnb ha scelto di dare l’opportunità ad alcuni fortunati viaggiatori di trascorrere una notte nello straordinario luogo dove tutto ebbe inizio: l’Opéra Garnier di Parigi, situata nel IX arrondissement.

Per l’occasione il Palco d’Onore dell’edificio è stato trasformato in un alloggio per due persone. Pronti a vivere l’esperienza più esclusiva e incredibile di una vita intera?

Opéra Garnier, Parigi

Fonte: Thibaut Chapotot/Ufficio Stampa

Opéra Garnier, Parigi

Trascorrere una notte sul palco del teatro de Il Fantasma dell’Opera

Molto più di un alloggio dove trascorrere una notte diversa dalle altre, quella proposta da Airbnb è una vera e propria esperienza esclusiva destinata a sorprendere e incantare i viaggiatori di tutto il mondo. Come anticipato, infatti, il Palco d’Onore è stato trasformato in una stanza di lusso all’interno della quale si potrà trascorrere una notte incredibile. Oltre a dormire all’interno del Palais Garnier, gli ospiti avranno accesso ai sotterranei dell’iconico edificio, proprio lì dove secondo i racconti dimora il celebre Fantasma.

Proprio per celebrare la storia che ha ispirato il romanzo, e per promuovere il valore del Palais Garnier in qualità di patrimonio culturale e storico della città, Airbnb ha pensato di mettere appunto questa esperienza che renderà unica l’estate dei viaggiatori.

Il soggiorno di una notte avrà luogo il 16 luglio del 2023 al costo di 37 euro. Gli ospiti potranno dormire nella camera di lusso allestita sul Palco d’Onore del teatro, partecipare a un tour delle aree segrete dell’Opéra Garnier, primo teatro della capitale nonché sede del Balletto dell’Opéra di Parigi, e prendere parte a una lezione privata di balletto proprio con uno dei ballerini dell’Opéra.

Le richieste di prenotazione per questo soggiorno saranno aperte mercoledì 1 marzo 2023 alle ore 18:00 (CET) sul sito Airbnb. Per prenotare è necessario essere maggiorenne e avere un profilo attivo e verificato sulla piattaforma.

L'Opéra Garnier si trasforma in un alloggio

Fonte: Thibaut Chapotot/Ufficio Stampa

L’Opéra Garnier si trasforma in un alloggio
Categorie
Albania Europa Idee di Viaggio itinerari culturali Viaggi

Berat, spettacolo incredibile dell’Albania

Dal 2008 è Patrimonio UNESCO, raro e fulgido esempio di città ottomana perfettamente conservata, ed è una delle mete che non si possono perdere durante un viaggio in Albania: ecco Berat, la “città dalle finestre sovrapposte” lungo il fiume Osum, dove si respirano oltre 24 secoli di storia e la convivenza in armonia di varie comunità religiose e culturali nel corso dei secoli.

Assomiglia a una cartolina con le persiane e le piccole finestre delle bianche case arroccate sulla montagna che donano scorci mozzafiato e la cittadella fortificata (Kala) abitata, oggi come centinaia di anni fa, dalle famiglie del luogo.

Una meta che trasporta indietro nel tempo, al cospetto dell’Albania rurale e che, al contempo, offre i servizi di una cittadina inserita a pieno titolo nelle guide turistiche.

Cosa vedere a Berat, la città dalle mille finestre

Il modo migliore per scoprire Berat e immergersi nella sua atmosfera tipica è percorrerla a piedi, senza fretta.

La prima tappa da non perdere è, senza dubbio, il Castello, fortezza monumentale che si staglia a 241 metri su una collina rocciosa alla destra del fiume e domina tutta la città.

Anche se le prime tracce di fortificazione di Berat risalgono addirittura al IV secolo a.C, il castello assume la sua attuale forma, caratterizzata da planimetria triangolare, possente cinta muraria e 24 torri, nel XIII secolo d.C. con Michael I Comneno Doukas, cugino dell’imperatore bizantino e despota dell’Epiro.

Potrete raggiungerlo con una magnifica passeggiata che attraversa tutto il quartiere storico di Mangalem: non appena sarete al cospetto del Castello, rimarrete colpiti dal suo tessuto urbano disegnato da secolari case in pietra tuttora abitate, piccoli negozi, ostelli, ristoranti, resti di moschee e chiese racchiusi all’interno di un vero e proprio quartiere autentico, Kala, dove non è raro imbattersi in gruppi di bambini che giocano e anziani pastori che transitano con le loro greggi di pecore.

Altro fiore all’occhiello della fortezza è il suggestivo punto panoramico che osserva il Monte Shpirag.

Ma non soltanto: nel cuore della cittadella, spiccano ben 15 chiese, la maggior parte risalenti al XIII secolo: su tutte, meritano una menzione particolare la Chiesa di Santa Maria Vllaherna, impreziosita da pregevoli dipinti e mosaici a opera di Nikolla, figlio del pittore Onufri, e la Chiesa di San Teodoro, dipinta con assoluta maestria proprio da Onufri.

chiesa san teodoro berat

Fonte: iStock

La Chiesa di San Teodoro

Presso la Cattedrale Ortodossa di Santa Maria, l’edificio religioso più grande della cittadella, è altresì ospitato il Museo Nazionale Iconografico Onufri, dove ammirare i magnifici dipinti religiosi di Onufri del XVI secolo e la più ricca collezione di icone dell’Albania, con 173 opere (60 oggetti liturgici e più di 100 icone) realizzate dai maggiori pittori albanesi tra il XIII e il XX secolo.

Cuore dell’esposizione sono poi certamente i capolavori di Onufri, maestro dell’arte sacra del XVI secolo, contraddistinti dall’utilizzo dei colori rosso e rosa e dall’inedito realismo per l’epoca.

Da non perdere poi la Chiesa della Santissima Trinità, chiesa bizantina di epoca medievale, che conserva tutt’ora la struttura del periodo paloeologo: con pianta a croce greca e sormontata dalla cupola, è composta dal naos, dal narcete e dall’alcova.

Ancora, a Berat le chiese cristiane fanno da contraltare alle moschee, in un contesto multireligioso: da segnalare, all’interno della cittadella fortificata, le rovine della Moschea Rossa e della Moschea Bianca, monumenti culturali dell’Albania dal 1961.

I quartieri di Mangalem e Gorica e le loro attrazioni

Dopo aver apprezzato l’area del Castello, non vi resta che passeggiare nel labirinto di stradine che contraddistingue i due quartieri storici della città, Mangalem e Gorica.

Il primo quartiere che troverete arrivando dalla Cittadella è Mangalem, dove lasciarsi incantare dalla Moschea del Sultano, la più antica, dalla Moschea di Piombo del XVI secolo, dalla Moschea dei Celibi che si sviluppa su due piani, e dal Museo Etnografico la cui ricca collezione di oggetti d’arredo e attrezzi da lavoro offre uno spaccato perfetto della cultura folkloristica del territorio.

Spettacolare anche la Chiesa di San Michele, splendido esempio di architettura ortodossa del XIII secolo con la vicina e omonima grotta che fu, in passato, santuario cristiano.

Oltrepassato poi il Ponte di Gorica con 7 archi ed eleganti pietre bianche, vi ritroverete nel quartiere Gorica, impreziosito da numerose chiese di recente costruzione tra cui citare l’imponente Chiesa di San Spiridione e la Chiesa di San Tommaso, notevole meta di pellegrinaggio.

Categorie
Idee di Viaggio itinerari culturali Marche Viaggi

Val Mivola, infinite esperienze nelle Marche

C’è una zona delle Marche, e più precisamente in nove comuni della provincia di Ancona: Arcevia, Barbara, Castelleone Di Suasa, Corinaldo, Ostra, Ostra Vetere, Senigallia, Serra De’ Conti, Trecastelli, che si trova tra i fiumi Misa e Nevola e che offre un’infinità di itinerari e altrettante imperdibili esperienze.

Il territorio in questione prende il nome di Val Miviola e permette di passare dall’arte all’artigianato, dalla natura allo sport, dall’enogastronomia alla storia e alla devozione. In sostanza, in questo angolo d’Italia è possibile sorprendersi, emozionarsi, e  allo stesso tempo, divertirsi, inebriarsi di cultura e rilassarsi a stretto contatto con la natura.

Val Mivola: un museo diffuso e un parco naturale allo stesso tempo

Avete letto bene, la Val Mivola è un museo diffuso e un parco naturale allo stesso tempo. Tutto merito degli Appennini da un lato, delle placide coste accarezzate dal mare dall’altro e, nel mezzo, di borghi incantati, unici e caratteristici.

Ognuno dei suoi nove comuni, infatti, può vantare le sue tipicità, delle perle rare che val la pena visitare. Scopriamoli insieme.

Senigallia, la località balneare per eccellenza (e non solo)

Da molti Senigallia è conosciuta come una delle località balneari più famose d’Italia. Del resto la sua ampia spiaggia di velluto, lunga ben 14 chilometri, e l’affascinante Rotonda sul Mare non possono che confermare quanto appena detto. Ma la verità è che questa cittadina è molto di più.

Vi basti pensare che è stata nominata Città della fotografia anche grazie al suo Palazzo del Duca dove si trovano le opere del grande fotografo Mario Giacomelli, nato e vissuto in città: una collezione permanente di circa 80 fotografie che racconta l’universo poetico ed artistico di Giacomelli.

Senigallia marche

Fonte: Ufficio Stampa

Veduta di Senigallia

Per i più fervidi ammiratori del fotografo, è immancabile l’itinerario che ricostruisce il legame tra alcuni suoi scatti e le colline della sua amata città natale. Si tratta di un percorso ad anello che si sviluppa per circa 10 km in una vasta zona della campagna circostante in direzione di Ostra e che permette di indagare il rapporto dell’artista con le sue radici, il suo passato e la sua terra.

Trecastelli, con un museo meraviglioso

A Trecastelli, invece, avrete la possibilità di visitare il Museo Nori de’ Nobili che custodisce un’ampia selezione delle opere di questa grande pittrice e rappresenta uno dei pochi musei interamente al femminile.

Ci sono ben cinque stanze che conservano circa settanta dipinti e che rappresentano ognuna un periodo specifico della vita di Nori, tratteggiando l’intero percorso artistico e il travagliato vissuto della pittrice. Il Museo Nori de’ Nobili è il vero punto di partenza per la riscoperta critica della pittrice marchigiana, a lungo ingiustamente dimenticata nel panorama artistico contemporaneo.

Ostra, una tappa all’insegna della spiritualità

I più spirituali potranno trovare pane per i loro denti a Ostra dove sorge il Santuario della Madonna della Rosa che custodisce gelosamente una raccolta di tavolette votive che sono una testimonianza di autentica devozione popolare in una forma artistica molto intensa e suggestiva.

Molto suggestivo è anche il piccolo Teatro La Vittoria, un’affascinante struttura dalla forma di ferro di cavallo la cui costruzione attuale risale al 1863. Il palcoscenico venne edificato in legno d’abete secondo i dettami dell’acustica del senigalliese Cortesi. Vincenzo Nini, invece, dimorando per sei mesi consecutivi all’interno del teatro, mise a punto il complesso e ingegnoso macchinario di scena, tutt’oggi funzionante e visitabile.

teatro di ostra marche

Fonte: Ufficio Stampa – Ph: Andrea Giuliani

Il bellissimo Teatro di Ostra

Corinaldo, piccolo gioiello

Ben più noto, ma ugualmente spettacolare, è Corinaldo che si distingue per essere un piccolo gioiello circondato da una poderosa cinta muraria di quasi 1 km. Straordinario è il suo centro storico medievale che si sviluppa in vicoli stretti in cui perdersi per poi ritrovarsi nel mezzo di incantevoli piazze.

Corinaldo, però, gode anche di una curiosa fama: è la “Città dei matti”. Un soprannome che si deve ad una serie di storie legate ai suoi abitanti. Si narra, per esempio, di un figlio emigrato in America che spediva i propri guadagni al padre – di nome Scuretto – per costruire la loro casa. Soldi che però, puntualmente, finivano nelle osterie di Corinaldo.

Alla richiesta del figlio di esibire una prova dello stato dei lavori della casa, Scuretto ebbe l’idea geniale di far costruire solo la facciata di un edificio con tanto di numero civico, facendosi poi fotografare alla finestra della finta abitazione. Il figlio non se la bevve, e smise di inviare i soldi. Così la casa non venne mai finita e oggi, a metà di via della Piaggia, ovvero la scalinata centrale di Corinaldo, al civico numero 5 sorge una facciata con tanto di targa che recita “casa di Scuretto”.

Ostra Vetere con la casa di terra e paglia

L’itinerario in Val Mivola continua per raggiungere Ostra Vetere dove è d’obbligo una sosta alla casa di terra e paglia, una costruzione che risale agli inizi del Novecento e che rappresenta un interessante esempio di architettura povera.

Castelleone di Suasa tra storia e antichità

E ancora storia e antichità a Castelleone di Suasa, dove dimorano i resti di uno dei siti romani più ricchi e interessanti della regione: il municipium di Suasa. Poco conosciuto dalle fonti antiche, era in realtà un centro importante della valle, soprattutto dal punto di vista commerciale.

L’antico abitato, stretto e lungo, chiuso ai lati dal fiume Cesano e dalle colline, ospitava il vasto anfiteatro costruito alla fine del I sec. d.C., uno dei più grandi della regione, capace di accogliere diverse migliaia di spettatori.

Barbara, dove fare un incredibile percorso

Raggiunta Barbara, il consiglio è quello di seguire il percorso della Canalecchia, un affascinante itinerario alla scoperta delle leggende e dei “tesori” di questo piccolo borgo. Uno di questi è il Ponte del Bombo che prende il nome da un brigante della zona.

Barbara marche
Veduta di Barbara

Poi i Sabbioni, un tratto di strada costeggiato da alte scarpate di sabbia compressa che durante la Seconda Guerra Mondiale si trasformarono in un perfetto rifugio dai bombardamenti. Infine la Canalecchia, un’antica sorgente circondata da una fitta vegetazione, un luogo ricco di significato per la popolazione del posto perché si narra che qui Santa Barbara salvò la popolazione fermando l’esercito invasore.

Il percorso poetico a Serra De’ Conti

Un’esperienza unica e particolare è poi il percorso poetico studiato dal poeta Gio Evan a Serra De’ Conti: con una mappa da ritirare all’ufficio turistico del comune, i viaggiatori potranno andare alla ricerca delle dieci poesie nascoste nei vicoli del centro storico del paese, alla scoperta degli angoli più suggestivi di questo grazioso borgo.

Molto interessante è anche il Museo delle Arti Monastiche “Le Stanze del Tempo sospeso”, che raccoglie i reperti di cultura materiale appartenuti al vicino Monastero di S. Maria Maddalena.

Arcevia e i suoi Castelli

Infine, Arcevia e i suoi Castelli, luoghi magici incastonati nel verde dei boschi, circondati da alte mura, dove sembra che il tempo si sia fermato: Avacelli, Castiglioni, Montale, Piticchio, Loretello, Nidastore, San Pietro in Musio, Palazzo e Caudino sono nove fortezze medievali dalle quali godere di splendidi panorami e viste mozzafiato.

Insomma, la Val Mivola merita di essere scoperta, anche perché accoglie tutti i suoi visitatori con un’offerta turistica ricca e vivace.

Arcevia marche

Fonte: iStock

Veduta di Arcevia
Categorie
Borghi Emilia Romagna Firenze itinerari culturali Notizie Ravenna Toscana treni Viaggi viaggiare

Riparte il Treno di Dante con nuove e suggestive tappe

Viaggia lungo la storica linea Faentina che collega Firenze a Ravenna, il Treno di Dante, un treno speciale che tocca i luoghi e i borghi che hanno ispirato il Sommo Poeta.

Nato nel 2020 per celebrare il 700° anniversario della morte di Dante, da allora questo convoglio storico non ha mai smesso di viaggiare. Piace agli italiani, ma anche agli stranieri, ai giovani, alle famiglie ma anche ai più âgé perché è un viaggio “slow”, che lentamente attraversa paesaggi meravigliosi, quelli dell’Appennino tosco-emiliano, fa sosta nei borghi più caratteristici a cavallo delle due Regioni, permettendo di scendere e di visitarli o di prendere parte a una delle tate sagre stagionali, ma è soprattutto un viaggio ricco di storia e di cultura che appassiona davvero tutti, indipendentemente dall’età.

Il Treno di Dante riparte con la bella stagione e con alcune novità. Alle tappe previste se ne aggiungono altre due inedite, legate al genio fiorentino che, forse, aveva altre origini. Inoltre, si potrà estendere lìesperienza soggiornando nei borghi che si attraversano con il treno.

treno-dante

Fonte: Fondazione FS

Il Treno di Dante, un itinerario storico-culturale ma anche enogastronomico

Le tappe del Treno di Dante

Lungo i 136 chilometri di binari il treno fa tappa in sei dei luoghi legati alla figura del poeta: Firenze, Borgo San Lorenzo, Marradi, Brisighella, Faenza e Ravenna.

A partire da aprile, però, si aggiungono anche le tappe di Ferrara e di Bologna. Queste due città sono molto legate a Dante. A Ferrara, infatti, viveva la famiglia Aldighieri, da cui potrebbe discendere la famiglia Alighieri. A Bologna, invece, Dante era molto legato, come molti altri giovani della sua epoca, in quanto patria di poeti e filosofi, e la frequentava regolarmente per ragioni di studio oltre che di amicizia.

brisighella-dante-treno-storico

Fonte: 123rf

Il borgo di Brisighella, tappa del Treno di Dante

Borgo San Lorenzo

Borgo San Lorenzo fu, in passato, un importante crocevia al centro del Mugello. È legato alla figura di Dante in quanto, nel 1290, il Comune di Firenze acquisì i diritti sul borgo, che rimase fedele al guelfismo, subendo più volte gli attacchi ghibellini nei decenni seguenti; Borgo San Lorenzo divenne, infatti, terreno di scontro già subito dopo il convegno dell’8 giugno 1302 di San Godenzo, a cui presero parte sia Dante sia gli Ubaldini.

Marradi

Su Marradi esiste una curiosa leggenda legata al Sommo Poeta e ai primi anni del suo esilio, secondo la quale l’Alighieri denunciò il furto del cavallo con il quale stava fuggendo da Firenze. Gli venne obbiettato che gli abitanti del luogo erano tutti galantuomini. Al che, Dante rispose con un arguto gioco di parole: “Sì, ma-radi!”. Secondo altri avrebbe esclamato: “Marradi, piantan fagioli e nascon ladri”. Le origini di Marradi, in realtà, sono molto più antiche. Qui vissero i Liguri, gli Etruschi e i Celti, prima della conquista Romana, in seguito alla quale venne costruita, intorno al 59 a.C., la strada di collegamento tra Faenza e Firenze. Marradi divenne così un luogo di sosta e di ristoro per i viandanti.

Brisighella

L’antico borgo di Brisighella, uno dei Borghi più belli d’Italia, è famoso per la rocca manfrediana del XIV secolo che ospitò Dante Alighieri all’inizio delle sue peregrinazioni per l’Italia, per il santuario del Monticino (secolo XVIII) e per la torre dell’Orologio (XIX secolo), ma anche per le sue terme.

Faenza

E poi c’è Faenza che è una delle città più note a Dante che, nella “Divina Commedia”, citò diversi personaggi faentini o collegati con Faenza. Il 25 marzo (il “Dantedì”) c’è un ricchissimo calendario di eventi, incontri e attività legate al Poeta in città. La splendida piazza del Popolo è il cuore pulsante di Faenza, tra due eleganti porticati, uno sul fianco del Palazzo Comunale e l’altro su quello del Palazzo del Podestà. La città è famosa per la ceramica, che vanta una tradizione plurisecolare, espressione di un artigianato artistico di eccezionale qualità.

Cosa vedere a Faenza

Fonte: Shutterstock

Tutte le bellezze di Faenza, in Emilia Romagna

Le soste intermedie a Faenza, Brisighella e Marradi dei sabati e delle domeniche durano un’ora e mezza.

I Grand Tour

Il viaggio a bordo del Treno di Dante solitamente dura una giornata, si parte la mattina per fare rientro la sera. Tuttavia, da quest’anno si potrà anche soggiornare fuori durante le tappe facendo dei veri e propri Grand Tour culturali.

Il Grand Tour chiamato “Crociera delle città d’arte” può durare 3 o 7 giorni (quest’ultima sicuramente apprezzata dai turisti stranieri che, in una settimana, potranno andare alla scoperta di un meraviglioso territorio italiano).

Treno-di-Dante-interno

Fonte: Treno-di-Dante-interno

I vagoni “Centoporte” del treno storico

Tour di 3 giorni

Il tour di tre giorni parte da Firenze e prevede di pernottare a Faenza o a Brisighella consentendo, così, di viaggiare con calma e di godere appieno di queste località anche grazie alle visite guidate organizzate. Il giorno successivo si parte alla volta di Ravenna per il tour “Tra Dante e i mosaici” per poi proseguire verso Ferrara dove si può visitare il delizioso centro storico cittadino con il celebre Castello estense e pernottare per riprendere il viaggio il terzo giorno in direzione di Bologna dove i passeggeri vengono accompagnati nel tour guidato intitolato “Dante e il medioevo”.

Tour di 7 giorni

Il tour di sette giorni e sei notti parte anch’esso da Firenze, dove si può soggiornare due notti ed esplorare la città del Rinascimento in tutti i suoi mille aspetti, con visite guidate. Poi si sale a bordo del treno e si parte per il borgo medievale di Brisighella o la città della ceramica, Faenza, a scelta, dove si pernotta per poi ripartire diretti a Ravenna, città che ha ospitato Dante Alighieri fino alla sua morte (è qui che c’è la tomba) famosa per gli splendidi mosaici bizantini. Il viaggio si conclude a Bologna, ma, volendo, anche a Venezia,

Un viaggio nel tempo

Il convoglio su cui si viaggia è composto da tre carrozze “Centoporte”, uno dei simboli della locomozione ferroviaria italiana, ispirato alle diligenze dei primi del ‘900, e caratterizzato da interni fatti interamente in legno, con scomparti composti da due divanetti a tre posti ognuno dei quali con la propria porta d’accesso alla banchina della stazione (da cui il nome cento porte). C’è un vagone di Prima classe con divani di velluto e boiserie, un vagone bagagliaio attrezzato per il trasporto delle biciclette, un vagone bar e uno ristorante. Il treno è guidato una locomotiva storica che può essere un diesel D445 oppure a vapore, ancor più suggestivo. I posti a bordo sono in tutto 280.

A bordo del treno, per tutta la durata del viaggio, è presente un assistente che ha il compito di aiutare i passeggeri e di accompagnarli nelle loro esperienze oltre che di intrattenerli narrando loro la storia dei luoghi toccati e legati a Dante. In questo caso è un vero e proprio Dante Alighieri che indossa la guarnacca rossa, la lunga veste dell’Ordine dei Medici e degli Speziali, il copricapo e la corona d’alloro a decantare i versi dei suoi Canti durante il lungo viaggio.

Le date dei treni

Il treno riparte per le vacane di Pasqua. Il primo Treno di Dante, infatti, inizia a viaggiare l’8 aprile e ogni weekend, fino al 1° novembre (con una breve pausa durante l’estate, dal 4 giugno al 2 settembre), partirà dalla stazione di Firenze. Durante il fine settimana pasquale e il ponte del 2 giugno partirà due volte al giorno. Le viaggi che durano tre giorni partono: 8-9-10 aprile e 2-3-4 giugno 2023.

I prezzi

Il viaggio di una giornata a bordo del Treno di Dante costa 75 euro A/R. Il tour di tre giorni, incluso il pernottamento in camera doppia, costa a partire da 399 euro (pacchetto Smart con posto in Classe standard e pernottamenti in alberghi “smart”) a 489 euro (pacchetto Charme, in Prima classe con hotel di charme). Ci sono anche offerte famiglia.

I biglietti del treno danno accesso anche a musei, rocche, teatri e palazzi e ad alcune convenzioni con ristoranti e trattorie selezionate e possono essere usufruite nelle giornate di utilizzo del treno, ma anche in altre giornate.

Categorie
Borghi itinerari culturali Lazio vacanza natura Viaggi

Alla scoperta del Lazio tra storia, natura e arte in zone inedite e ricche di meraviglie

Se c’è un Paese particolarmente diversificato e ricco di siti di interesse sorprendenti quello è l’Italia. Dalla storia millenaria, lo Stivale è puntellato di zone meno note e spesso fuori dai classici circuiti turistici in grado di regalare bellezze genuine e, allo stesso tempo, estremamente affascinanti. È il caso del Lazio, regione del Centro Italia la cui città più conosciuta è certamente Roma, ma che oltre a essa ha davvero tantissimo da regalare ai suoi visitatori.

Il modo migliore per esplorare questi posti, vista la storia secolare e le numerose ricchezze dei territori, è rivolgersi a un’agenzia specializzata che permetta di venire a conoscenza di cose e luoghi che, alle volte, non sono scritte nemmeno sui libri.

Viaggi organizzati alla scoperta del Lazio più autentico

Fonte: Caldana Europe Travel

Civita di Bagnoregio (VT)

Grazie agli esperti di Caldana Europe Travel, grande e dinamico tour operator specializzato nell’organizzazione di viaggi guidati in Italia e in Europa, potrete percorrere degli incredibili itinerari alla scoperta di alcuni dei luoghi più suggestivi ed emozionanti del Lazio.

In particolare, vogliamo concentrarci su due territori: la Tuscia che per la sua bellezza è persino stato spesso luogo di riprese per molti film di grandi registi del cinema italiano, e la Riviera di Ulisse, meraviglioso tratto costiero tirrenico con spiagge e paesaggi leggendari. In sostanza, vi portiamo a scoprire il Nord e il Sud del Lazio.

La Tuscia degli Etruschi

Fonte: Caldana Europe Travel

Tarquinia (VT)

C’è un popolo che, precedentemente ai Romani, ha fatto la storia d’Italia e che, ancora oggi, è avvolto da un fitto mistero: gli Etruschi. Grazie ai viaggi organizzati di Caldana Europe Travel in Tuscia, potrete saperne di più su questi geniali ingegneri e spirituali abitanti che ci hanno lasciato un patrimonio dal valore inestimabile.

Il tour operator mette a disposizione varie formule di viaggio che portano alla scoperta di Viterbo, capoluogo della Tuscia, e conosciuta anche come “la Città dei Papi”. Questa deliziosa località del Nord del Lazio sfoggia un ricco patrimonio storico-artistico, come la spettacolare Piazza dei Priori su cui si affacciano il Palazzo dei Priori, il Palazzo del Governatore e il Palazzo del Podestà; la maestosa Piazza San Lorenzo dove sorgono il Palazzo dei Papi e la Cattedrale di San Lorenzo, uno dei patroni della città insieme alla più sentita Santa Rosa.

Fonte: Caldana Europe Travel

Viterbo (VT)

Subito dopo, Tarquinia, città Patrimonio Mondiale dell’Unesco e uno dei centri più importanti della Dodecapoli etrusca. Da queste parti avrete modo di immergervi nella Necropoli dei Monterozzi con le sue oltre 2.000 tombe dipinte con colori intensi e vivaci e nel suggestivo borgo medievale racchiuso da un’imponente cinta muraria.

Poi ancora Caprarola per fare una visita guidata presso il suo sontuoso Palazzo Farnese, gioiello tardo-rinascimentale con stanze decorate in modo sfarzoso e con affreschi celebrativi della famiglia Farnese o a tema mitologico. Quello stesso giorno avrete la possibilità di dirigervi verso Bagnaia per la visita dei giardini di Villa Lante, uno dei più bei giardini all’italiana che esistano al mondo.

L’itinerario in Tuscia prosegue con l’ormai famosa in tutto il mondo Civita di Bagnoregio, soprannominata la “città che muore” per via della costante erosione delle rocce tufacee su cui poggia. Raggiungibile solo percorrendo a piedi uno stretto e ripido ponte pedonale, è annoverata tra i Borghi più belli d’Italia.

Durante un tour della Tuscia non può di certo mancare una sosta al misterioso Parco dei Mostri di Bomarzo, il primo grande giardino manierista costruito per volere di Vicino Orsini, signore di Bomarzo. Statue di draghi, orsi, sirene e figure mitologiche, genereranno meraviglia e stupore.

Fonte: Caldana Europe Travel

Parco dei mostri di Bomarzo (VT)

Partenza per il Lago di Bolsena, il più grande lago vulcanico d’Europa, dove scoprire Montefiascone con il suo celebre vino e la Collegiata di Santa Cristina, nella stessa Bolsena.

Il viaggio terminerà a Orvieto, in Umbria, una delle dodici città – stato etrusche che sfoggia uno splendido Duomo gotico.

La Riviera di Ulisse

Fonte: Caldana Europe Travel

Isola di Ponza (LT)

Il Lazio è per gran parte bagnato dalle limpide acque del Mar Tirreno e nella sua zona Sud sorge la meravigliosa Riviera di Ulisse che deve il suo nome al mito dell’eroe greco che qui sbarcò perché attratto dai sortilegi della Maga Circe.

Il tour organizzato conduce alla scoperta di Gaeta, dove sarà possibile ammirare la celebre e spettacolare Montagna Spaccata con il suo Santuario della Santissima Trinità. Non mancherà una visita al Quartiere Medievale, al Duomo di Sant’Erasmo, alla Chiesa di San Giovanni a Mare e molto altro ancora.

Fonte: Caldana Europe Travel

Montagna spaccata a Gaeta (LT)

Un’altra incredibile tappa della Riviera di Ulisse è Sperlonga, anch’essa parte de “I Borghi più belli d’Italia”. Collocata su di uno sperone roccioso a picco sul mare, regala i resti della Villa di Tiberio e della Grotta, una cavità dove sono stati rinvenuti alcuni gruppi di statue risalenti al I. secolo a.C.

Il viaggio continua in direzione Isola di Ponza, la più estesa delle Pontine, che vanta una forma stretta e allungata simile a una luna. Tra coste frastagliate con scogliere interrotte da calette e spiagge da sogno, riuscirete persino ad ammirarla da uno dei suoi punti di vista migliori: in barca.

Poi ancora Sermoneta dove visitare uno dei castelli più maestosi e meglio conservati della regione e il celebre Giardino di Ninfa, dichiarato Monumento Naturale della Repubblica Italiana e unanimemente considerato uno dei più bei giardini del nostro Paese.

Fonte: Caldana Europe Travel

Giardino di Ninfa – Cisterna di Latina (LT)

Infine, direzione Ostia Antica per innamorarsi di una delle aree archeologiche più interessanti del Centro Italia (e non solo).

Insomma, i viaggi organizzati di Caldana Europe Travel sono una garanzia di bellezza, storia e natura, occasioni uniche da non perdere.

Categorie
Emilia Romagna isole itinerari culturali Posti incredibili Rimini Viaggi

L’Isola delle Rose, lo Stato indipendente al largo di Rimini

Sebbene abbia avuto vita breve, l’Isola delle Rose potrebbe aver segnato una tappa importante nella storia dell’umanità, e il suo valore è stato riscoperto solo di recente. A raccontare la sua incredibile storia è stato un film intitolato “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose”, che svela tutti i segreti della micronazione che durò solamente 55 giorni.

La storia dell’Isola delle Rose

L’Isola delle Rose nacque al largo delle coste di Rimini, dietro iniziativa dell’ingegnere bolognese Giorgio Rosa. La sua idea, una vera e propria utopia, era quella di dare vita a uno Stato indipendente dove non vi fossero regole e dove gli abitanti potessero convivere in armonia sulla base di un unico, importante valore: la libertà.

Era la fine degli Anni ’50 quando Rosa diede il via a un progetto incredibile, che trovò i primi ostacoli in alcuni problemi tecnici e nelle lungaggini della burocrazia italiana. Le autorità italiane avevano già intimato la rimozione di qualsiasi impedimento che potesse creare fastidi alla navigazione.

Tuttavia, l’ingegnere portò avanti senza sosta la sua iniziativa, che richiese anni per la realizzazione. La piattaforma marina crebbe pian piano, sempre sotto l’occhio attento delle autorità, che non poterono però fare nulla.

Un vero e proprio isolotto artificiale di appena 400 metri quadri emerse dalle acque a poco più di 11 chilometri di distanza dalla costa romagnola, dove si trova Torre Pedrera: la posizione venne scelta accuratamente, affinché la piattaforma si trovasse appena al di fuori delle acque territoriali italiane.

Finalmente, nel 1967 l’isola venne aperta al pubblico e si preparò ad accogliere i primi abitanti. L’anno seguente, e più precisamente il 1° maggio 1968, venne dichiarata la sua indipendenza e Giorgio Rosa venne eletto Presidente della Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose. La micronazione adottò infatti l’esperanto come lingua ufficiale, una decisione chiaramente volta a sancire la propria sovranità e indipendenza dallo Stato italiano. E i provvedimenti seguenti furono in linea con questa necessità: l’Isola delle Rose si diede un governo, emise la propria moneta e persino dei francobolli.

Ma nessuno Stato riconobbe mai la sua indipendenza, e la micronazione durò davvero pochissimo. Dopo appena 55 giorni, il 25 giugno del ’68, le forze dell’ordine diedero vita a un blocco navale e presero possesso della piattaforma, obbligando gli unici due residenti rimasti a sbarcare. Ebbe inizio un lungo dibattito tra le varie forze in gioco, ma fu Giorgio Rosa a soccombere: la sua oasi di pace sarebbe dovuta essere smantellata. Fu la Marina Militare a occuparsi della demolizione, con diverse scariche di esplosivo.

La storia non finisce qui, perché nonostante le cariche di dinamite l’Isola delle Rose si ostinò a rimanere in piedi. Servì un’imponente burrasca, che ebbe luogo il 26 febbraio 1969, a farla inabissare e a decretare definitivamente la sua fine. Pian piano vennero raccolti tutti i materiali abbandonati sul fondale del mare e la storia dell’Isola delle Rose venne dimenticata.

Il mito dell’Isola delle Rose

Negli ultimi anni, il progetto utopico dell’ingegner Rosa ha destato molto interesse sull’opinione pubblica: il futuro potrebbe vedere numerose piattaforme adibite proprio a Stati sovrani, per dare vita a nuove forme di convivenza.

Il regista Sydney Sibilia ha portato sui nostri schermi un film dedicato proprio alla micronazione che nacque e morì al largo delle coste di Rimini. “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose” vanta un cast notevole, con Elio Germano a interpretare l’ingegnere Giorgio Rosa, affiancato da grandi attori quali Luca Zingaretti, Matilda De Angelis e Fabrizio Bentivoglio.

isola delle rose

Fonte: Wikimedia

L’Isola delle Rose – Foto: Wikimedia
Categorie
biblioteche Idee di Viaggio itinerari culturali vacanza natura Viaggi

Abbiamo scelto la biblioteca più suggestiva del mondo: è in Italia

Leggere e viaggiare, un binomio straordinario per tutte quelle persone che non desiderano altro che fuggire dal caos e dal disordine dei giorni, per vivere esperienza autentiche, genuine e intime, meglio ancora se completamente immerse nella natura. Lo sanno bene tutti quei viaggiatori che, quando girovagano per il mondo, non rinunciano mai al piacere della lettura. E lo sanno anche tutti quelli che non mancano mai di inserire librerie e biblioteche nei loro itinerari di viaggio.

Ed è proprio agli appassionati di libri e letture che ci rivolgiamo oggi, per andare alla scoperta di una delle più suggestive biblioteche del mondo intero. Non un semplice edificio in cui entrare per sfogliare testi di ogni genere, ma una vera e propria esperienza immersiva e sensoriale che celebra la natura, la cultura e il paesaggio.

Per vivere quest’avventura non abbiamo bisogno di attraversare in lungo e il largo il globo, perché questo luogo si trova nel BelPaese, e più precisamente a pochi chilometri da Bergamo. È qui che è stato creato il Percorso Libropedonale, un itinerario letterario che si snoda attraverso paesaggi straordinari e monumenti storici e artistici, proprio qui dove esiste una piccola biblioteca che è un vero gioiello. Scopriamola insieme.

Songavazzo: il paradiso dei libri

Il nostro viaggio di oggi ci conduce a Songavazzo, un piccolo comune di appena 700 abitanti situato nella provincia di Bergamo in Lombardia. Incastonato tra i paesaggi dell’altopiano di Clusone e della val Borlezza, questo luogo si è trasformato in un vero e proprio paradiso per gli amanti della natura e per gli appassionati della lettura. Proprio qui, infatti, è stato realizzato il primo itinerario letterario d’Italia che prevede un percorso libropedonale.

Grazie a una passeggiata di circa un’ora, di facile intensità e quindi adatta a tutti, è possibile andare alla scoperta di tutti i gioielli custoditi dal territorio grazie a scorci panoramici che affacciano sulla natura e sui monumenti storico-artistici che si snodano nell’area. Sempre qui è possibile perdersi e immergersi in un piccolo paradiso dei libri, uno spazio bookcrossing affascinante e suggestivo.

Il suo nome è Cà di Leber, ed è molto più di una biblioteca. Si tratta di una piccola baita realizzata in legno d’abete, e situata in Via Monte Falecchio a Songavazzo, che ospita tantissimi libri di ogni genere che possono essere sfogliati e letti da chiunque, godendo di una vista mozzafiato. Proprio nei pressi della biblioteca, infatti, esiste una panchina gigante che omaggia la cultura, e che si trasforma nel perfetto punto di riposo e di lettura per tutti i cittadini e i viaggiatori che giungono fin qui.

Panchina gigante sul Percorso Libropedonale di Songavazzo

Fonte: Getty Images

Panchina gigante sul Percorso Libropedonale, Songavazzo

Cà di Leber: la piccola biblioteca immersa nella natura

Inaugurata nel 2011, con gli anni questa biblioteca è diventata il punto di partenza di un itinerario ben più ampio che omaggia la cultura e la natura. Attorno alla Cà di Leber, che in dialetto vuol dire proprio casa dei libri, sono state costruite altre piccole casette che condividono con questa la medesima missione.

Le strutture sono dotate di panche e tavoli all’esterno, così da consentire agli avventurieri un posto dove riposarsi, rifocillarsi e leggere un bel libro circondati dal silenzio e dalla bellezza della natura. La biblioteca di Cà di Leber è anche un punto di bookcrossing, questo vuol dire che chiunque arrivi fin qui può lasciare un testo che ha già letto e che vuole condividere con gli altri.

Come abbiamo anticipato, questa piccola baita biblioteca, è il cuore pulsante di un’esperienza ben più ampia, quella che ci porta alla scoperta del Percorso Libropedonale di Songavazzo che comincia proprio da Cà di Leber. Partendo da qui, infatti, è possibile andare alla scoperta delle panchine giganti, straordinarie e suggestive, raggiungere il centro storico della città e poi concludere questo itinerario letterario attraversando il patrimonio naturalistico e paesaggistico che si snoda su tutto il territorio.

Cà di Leber

Fonte: IPA

Cà di Leber, Songavazzo
Categorie
Idee di Viaggio itinerari culturali luoghi misteriosi Viaggi

Dall’altra parte del mondo c’è un villaggio che sembra uscito da una fiaba

C’è sempre un buon motivo per mettersi in viaggio, per raggiungere destinazioni vicine e lontane e per scoprire la grande bellezza che appartiene al mondo che abitiamo. A volte lo facciamo per ammirare le meraviglie plasmate da Madre Natura, altre volte per osservare da vicino quei monumenti artistici e architettonici creati dall’uomo che sono diventati i simboli di città e Paesi interi.

Altre volte, invece, ci mettiamo in cammino per scoprire le storie, le tradizioni, le culture e le usanze di popoli che sono lontanissime da noi. E oggi è proprio questo che vogliamo fare insieme a voi. Un viaggio ideale alla scoperta di un luogo intriso di fascino e meraviglia dove esistono e persistono antiche leggende che affondano le loro origini in tempi lontani e che sono custodite in un territorio straordinario.

Per scoprirle dobbiamo recarci dall’altra parte del mondo, e più precisamente nel cuore dell’isola di Sumatra, in Indonesia. Proprio qui, nelle acque del lago Toba esiste un villaggio meraviglioso dalle fattezze incantate che sembra uscito da una fiaba. E questa è la sua storia.

L’isola che sorge tra le acque del lago Toba

Migliaia di isole vulcaniche, centinaia di gruppi etnici e una moltitudine di lingue diverse raccontano l’immenso patrimonio storico, culturale e paesaggistico dell’Indonesia. Organizzare un viaggio qui, questo è chiaro, è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita.

Le cose da fare e da vedere nel Paese del sud-est asiatico sono così tante che non possiamo elencarle tutte. Quello che possiamo fare, invece, è parlarvi di un’isola situata nel lago Toba, nel cuore di Sumatra, dove esistono culture secolari tramandate da popolazioni antichissime che vivono ancora in villaggi fiabeschi.

Ci troviamo a Samosir, una grande isola che sorge dentro un’altra isola, quella di Sumatra. Proprio qui, circondata dalle placide acque del lago Toba, questo lembo di terra che si estende per 1700 chilometri quadrati è uno scrigno di tesori preziosi, tutti inevitabilmente collegati ai Batak, la tribù delle mille leggende.

Sui Batak si sono dette tante cose nei secoli. C’è chi ha subito il loro fascino e chi li ha amati, chi li ha odiati e temuti. Guerrieri, cannibali, stregoni, artisti, mercanti o navigatori.

Tante sono le storie sui Batak, così come le leggende che li riguardano. Si crede, infatti, che questa tribù sia nata da una montagna, un massiccio di oltre duemila metri situato proprio sull’isola di Samosir, dai quali avrebbero ereditato la forza e la potenza. Altri, invece, credono che questo popolo sia in possesso di antichi poteri magici, gli stessi che gli hanno permesso di vincere numerose battaglie.

Per scoprire le storie legate ai Batak, e toccare con mano le meraviglie che appartengono a questa tribù, il consiglio è quello di raggiungere il villaggio di Ambarita. Quello che si apre davanti agli occhi dei viaggiatori che giungono fin qui è un paesaggio incantato, paragonabile solo a quelli visti nelle fiabe.

Ambarita, il villaggio Batak che sembra uscito da una fiaba

Visitare il villaggio Batak di Ambarita è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita. Qui sono ospitati e conservati siti e oggetti che fanno parte del patrimonio ancestrale di questa antica tribù.

Quello che balza subito all’occhio è il nucleo urbano del villaggio. Le case dei Batak, infatti, hanno la caratteristica forma delle barche, con tanto di prua e poppa. E in effetti, queste costruzioni sono proprio ispirate alle imbarcazioni utilizzate dai naviganti migliaia di anni fa.

Tutto intorno si snoda una vegetazione lussureggiante che i viaggiatori possono scoprire a piedi o in bicicletta. Da qui è possibile anche raggiungere Huta Siallagan, il celebre sito dove sono conservate le testimonianze più preziose e antiche dei Batak. Oltre alle caratteristiche case disposte in fila, e alla statua gigante del Pangulubalang, che assolve la funzione di guardiano, i viaggiatori possono partecipare attivamente alla quotidianità della tribù, ascoltare le sue storie e ammirarla tra danze e celebrazioni.

Categorie
Idee di Viaggio itinerari culturali mare Viaggi

Mutriku, la città la cui storia è legata al mare

Nella comunità autonoma dei Paesi Baschi, in Spagna, sorge una piccola cittadina il cui sviluppo, vita e anima sono strettamente legati al mare, anche se in realtà dovremmo dire Oceano. La località in questione si chiama Mutriku e sorge in una baia protetta da aspre e ripide scogliere che non lasciano di certo indifferenti.

Si trova a circa 50 chilometri a nord-est dalla ben più conosciuta Bilbao, e sfoggia una costa che è una vera e propria meraviglia geologica, creata dall’incessante lavoro di potenti tempeste e mostruose onde.

La storia di Mutriku

Mutriku in passato era un grazioso villaggio di pescatori. Nel corso dei secoli è cresciuto insieme al commercio basco, fino a diventare un fiorente porto, dimora di generazioni di pescatori, commercianti, costruttori navali e balenieri.

Oggigiorno è una delle città medievali meglio conservate dei Paesi Baschi grazie al suo bellissimo centro storico fondato agli inizi del XIII secolo e formato da strette strade selciate lungo le quali sorgono numerosi palazzi, torri e case nobiliari. Ma non solo. Mutriku, infatti, è anche molto sensibile verso il tema della sostenibilità

Mutriku, destinazione sostenibile

Nel 2011 la città ha deciso di installare il Mutriku Wave Energy Plant, il primo impianto di energia ondosa commerciale di tutta  Europa. In pratica, grazie all’enorme forza delle onde, 16 turbine riescono a generare fino a 296 kilowatt di elettricità. Una quantità di energia sufficiente per alimentare più o meno 250 abitazioni e ridurre 600 tonnellate di emissioni di carbonio ogni anno.

spagna Mutriku

Fonte: iStock

Veduta di Mutriku

Nel 2020 lo stesso impianto ha raggiunto un traguardo importante, producendo due gigawatt di elettricità cumulativa, un record per qualsiasi impianto che sfrutta l’energia del mare e un anche un chiaro esempio del ruolo che l’energia marina potrebbe avere nella transizione globale verso l’energia pulita.

Cosa vedere a Mutriku

Passeggiare per le vie in salita di Mutriku vuol dire ritrovare costantemente riferimenti al mare. Li si incontrano sia naturali, come pozze bagnate dall’acqua dell’Oceano in cui abitanti e turisti vanno a caccia di refrigerio durante l’estate, sia artificiali e sparsi un po’ ovunque.

Tra le attrazioni da non perdere c’è Palazzo Galdona, un edificio con facciate di blocchi di pietra del XVII secolo. Poi ancora la chiesa parrocchiale di Nuestra Señora de la Asunción che si distingue per essere uno degli esempi neoclassici più rappresentativi di Guipúzcoa, la provincia in cui sorge Mutriku.

Una struttura particolarmente interessante poiché presenta una pianta rettangolare all’esterno e centrale all’interno. Degno di nota è soprattutto il suo portico a forma di tempio greco.

Vale la pena fare una sosta presso il Museo Bentalekua dove poter ammirare una ricca collezione che presenta il mondo delle associazioni dei pescatori attraverso testi, immagini, suoni e oggetti.

Infine, il Museo Nautilus che una vasta collezione di campioni geologici raccolti sulla costa della località di Mutriku.

Mutriku centro storico

Fonte: iStock

Un angolo di Mutriku

Cosa fare nei dintorni di Mutriku

Mutriku è una cittadina la cui storia è strettamente legata al mare. Lo si può comprendere anche a causa degli imponenti frangiflutti che si snodano attraverso la sua baia. Strutture che sono state costruite per proteggere la città dalle tempeste e dalle forti correnti oceaniche individuando, allo stesso tempo, un’opportunità per ottenere qualcosa di più dal mare grazie all’impianto di energia delle onde.

Contemporaneamente, però, Mutriku vanta anche una delle baie più belle dell’intera costa basca, tanto che con la bassa marea è persino possibile fare una passeggiata lungo le Sietes playas che si estendono da Guipúzcoa a Vizcaya.

I suoi dintorni sono un susseguirsi di villaggi e cittadine che meritano una visita, anche perché permettono di ammirare una varietà di paesaggi incredibilmente suggestivi. Uno di questi è Zarautz, dove potrete rilassarvi in un’elegante e ampia spiaggia, ma anche divertirvi in quanto è considerato il paradiso dei surfisti.

Numerose sono le antiche dimore che svettano nel suo centro storico e degne di nota sono senza ombra di dubbio la torre gotica di Luzea, la chiesa medievale di Santa María la Real e il palazzo di Narros,

Bellissimo anche Getaria, così piccolo che si distingue per avere una sola via in cui si affacciano caratteristiche abitazioni medievali. Nonostante questo, la sua storia è ricca di volti noti: ha dato i natali a personaggi illustri come Juan Cristóbal Balenciaga.

Poi ancora Zumaia dove sorge la splendida Playa de Itzurun. Non a caso qui sono state girate alcune scene del “Trono di Spade”. A caratterizzare ancora di più questa località è la presenza del Flysch nelle pareti verticali della scogliera e sul terreno: degli strati di roccia creati dalla continua azione del mare che sembrano essere fogli di pietra.

Zumaia sfoggia anche un pittoresco centro storico impreziosito da viuzze acciottolate e molti edifici medievali. Tra i maggiori luoghi d’interesse ci sono la Casa Museo del pittore Ignacio Zuloaga, che raccoglie importanti dipinti di Rivera, Zurbarán e Goya; la chiesa di San Pedro in stile gotico basco che tra le sue mura conserva gelosamente la tavola d’altare di Juan de Antxieta, unica opera dello scultore basco presente a Guipúzcoa.

Un altro luogo da non perdere nei dintorni di Mutriku è Lekeitio che si colloca su un’estremità del Golfo di Vizcaya. Visitare questa cittadina vuol dire poter godere di ampie spiagge, due delle quali guardano la vicina Isola di San Nicola. Grazie alla sua posizione è considerato uno dei più bei villaggi dei Paesi Baschi spagnoli: affaccia sul Mar Cantabrico e  sfoggia alcuni eleganti palazzi appartenenti all’antica aristocrazia basca. In stile gotico, e da non perdere, è una visita alla Basilica dell’Asunción di Santa María de Lekeitio che prende vita in completa armonia con l’architettura tradizionale basca.

Ea, dal canto suo, è un villaggio davvero particolare puntellato da incredibili insenature. Ma a renderlo davvero unico è anche il suo centro storico attraversato da canali e suggestivi ponti in pietra.

Infine, vale la pena fare un salto a Elantxobe dove vivono poche centinaia di anime. Un colorato villaggio che sembra diviso in due: una parte sorge in riva al porto, l’altra in cima a una collina. Inutile dire che da lassù il panorama è splendido. Inoltre, tra le deliziose strade ripide che conducono al porto svetta un enorme sasso di 300 chili che pare che essere arrivato proprio qui durante una burrasca avvenuta nell’ormai lontano 1990.

Lekeitio paesi baschi

Fonte: iStock

Il grazioso villaggio di Lekeitio