Categorie
itinerari culturali Notizie Viaggi

Come visitare l’ultimo paradiso selvaggio italiano

Meravigliosa è l’Italia, con la sua storia, l’arte e l’architettura, con il suo immenso patrimonio culturale e naturalistico che ogni giorno attira migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. Le cose da fare e da vedere nel BelPaese sono tantissime e tutte sono destinate a sorprendere e a incantare.

Al di là dei sentieri più battuti dal turismo di massa, quelli che conducono gli avventurieri alla scoperta dei capolavori nostrani e dei monumenti più iconici che sono diventati simboli delle città e del Paese intero, esistono però dei luoghi straordinari ancora da scoprire o da riscoprire.

E questo è il caso dell’Isola di Montecristo, una delle terre più importanti e fragili del nostro Paese che ospita una biodiversità incredibile e che per questo merita di essere salvata e tutelata. Uno degli ultimi paradisi selvaggi italiani che può essere visitato solo su prenotazione. Scopriamo come.

Benvenuti sull’isola selvaggia italiana

Immersa nel Mar Tirreno, e appartenente amministrativamente al comune di Portoferraio, l’Isola di Montecristo fa parte dell’Arcipelago toscano e rientra tra le aree protette e gestite dalle autorità che si occupano della tutela della biodiversità e dei parchi.

Conosciuta con il nome di Oglasa in epoca classica, Montecristo è l’isola resa immortale dal celebre romanzo di Alexandre Dumas. Si estende per circa dieci chilometri quadrati e ospita una natura aspra e selvaggia all’interno della quale vivono e convivono esemplari autoctoni di flora e di fauna. Proprio qui, infatti, risiede in pianta stabile una popolazione di capre selvatiche, l’unica in Italia. A fargli compagnia, dal mare, ci sono anche i delfini che fanno capolino dalle acque incontaminate.

Montecristo è un vero e proprio santuario naturale, diventato habitat per numerose specie floristiche e faunistiche che oggi lo popolano. Proprio per questo, dal 1971, l’isola è stata riconosciuta prima come Riserva Naturale Statale e poi come Riserva Naturale Biogenetica. Per proteggere questo microsistema di immenso valore dal turismo di massa, l’accesso all’isola è contingentato e regolamentato dal Comando del Corpo Forestale dello Stato.

Questo rende Montecristo non solo un’isola protetta ed esclusiva, ma anche uno dei pochissimi lembi di terra di tutti il Mediterraneo a essere completamente disabitati. L’ultimo paradiso terrestre italiano, selvaggio e naturale, che merita di essere visitato almeno una volta nella vita.

Come visitare l’Isola di Montecristo

L’accesso all’Isola di Montecristo, dicevamo, è possibile solo su prenotazione da effettuare direttamente sul sito ufficiale del Parco Nazionale Arcipelago Toscano. Per questo 2023 sono state messe a disposizione solo 23 date per visitare l’isola-riserva, prenotabili dal 28 gennaio.

Le visite sono organizzate dall’Ente del Parco Nazionale Arcipelago Toscano e gestite dalle autorità del Reparto Carabinieri Biodiversità di Follonica. Le partenze sono previste da Piombino Marittima con scalo all’Isola d’Elba.

I motivi per prenotare una di queste date, e visitare questo paradiso terrestre, sono tantissimi. L’isola di Montecristo è un luogo straordinario ricco di evocazioni e suggestioni. Non solo quelle legate al celebre romanzo di Dumas, Il Conte di Montecristo, ma anche quelle che parlano di una storia antichissima che sopravvive grazie alle tracce della presenza dell’uomo sul territorio sin dal neolitico, e quelle che raccontano le vicende della comunità di San Mamiliano che qui si ritirò nel V secolo.

Montecristo è l’Isola della letteratura, della storia e delle ispirazioni, ma anche l’isola della natura che cresce e prospera, e che ha creato un vero e proprio microcosmo delle meraviglie dove vivono e sopravvivono numerosi esemplari endemici di flora e di fauna.

Categorie
Borghi Brescia castelli itinerari culturali Lombardia Monumenti Notizie Viaggi

Castelli aperti tra Bergamo e Brescia (e non solo)

La primavera che arriva porta con sé alcuni degli appuntamenti più attesi e belli dell’anno. Tra questi ci sono le Giornate dei castelli, palazzi e borghi medievali in Lombardia promosse dall’associazione Pianura da scoprire. E nell’anno in cui Bergamo e Brescia sono Capitale italiana della cultura torna più in forze che mai il circuito di castelli, palazzi e borghi medievali che mette in rete oltre 20 località sparse nella pianura bergamasca e bresciana, nel cremasco e sul confine milanese del fiume Adda.

Le Giornate dei castelli, palazzi e borghi medievali

A partire dal 5 marzo, per poi continuare ogni domenica del mese e per tutte le festività, numerose bellezze storiche e architettoniche apriranno porte e portoni, ponti levatoi e torri d’avvistamento per farci fare un vero e proprio tuffo nel passato, e più precisamente tra battaglie, condottieri, aneddoti e costumi del Medioevo.

E la buona notizia è che quest’anno, grazie alla sempre maggiore richiesta di aperture, si aggiunge al calendario anche la prima domenica del mese di dicembre per permettere a tutti i visitatori di scoprire la bellezza di questi luoghi anche nel periodo invernale.

In poche parole ci saranno tantissime località aperte in contemporanea nelle stesse date. Occasioni incredibili per migliaia di turisti che potranno scegliere il proprio percorso e/o visitare uno o più castelli nelle tante giornate di apertura.

Castello di Malpaga lombardia

Fonte: iStock – Ph: Mrkit99

Il Castello di Malpaga

Le novità di quest’anno

Per quest’anno sono previste numerose iniziative che coinvolgeranno in particolare le due province di Bergamo e Brescia e le più belle località tra palazzi e manieri medievali del territorio. Il calendario prevede per domenica 2 aprile un tour in pullman in partenza dalla città di Brescia che conduce sulle tracce del grande condottiero bergamasco Bartolomeo Colleoni .

Un itinerario che toccherà il Castello di Solza, paese natale del capitano di ventura, il Castello di Malpaga, suo quartier militare e persino dimora ricca di pregiatissimi affreschi, e il borgo medievale di Martinengo con i notevoli lasciti civili e religiosi voluti dallo stesso Colleoni.

Ma non è finita qui, perché in accordo con le associazioni delle bande musicali bergamasche e bresciane avranno luogo concerti bandistici in location d’eccezione, così come mostre d’arte, esposizioni e il progetto “Inedita” dell’associazione Desidera, per ospitare letture di opere ideate da scuole di scrittura creativa con testimonial d’eccezione.

Altrettanti sono gli eventi che nei diversi mesi saranno organizzati in concomitanza delle giornate d’apertura, tra rievocazioni, concerti, mercatini d’antiquariato, degustazioni e speciali iniziative dedicate ai più piccoli o approfondimenti culturali per agli appassionati.

Quali meraviglie non perdere

Tanti appuntamenti e, soprattutto, numerosissime attrazioni da scoprire. Ne abbiamo selezionate alcune, quelle che secondo noi non bisogna perdere assolutamente. Del resto in questo 2023 sono oltre 20 i castelli, palazzi e borghi medievali, sparsi nella pianura tra Bergamo, Brescia, Cremona e Milano, che potrete esplorare durante le date previste dalla manifestazione.

E la buona notizia è che in ogni località si potranno effettuare visite guidate e partecipare ai numerosi eventi.

Trezzo sull’Adda, con numerose sorprese

Tra i comuni da scoprire vi segnaliamo Trezzo sull’Adda, in provincia di Milano, che cela numerose sorprese in grado di soddisfare ogni gusto. Una di queste è il suo castello con i temibili sotterranei ricchi di storie e leggende e l’imponente torre di cui godere di una vista mozzafiato. Costruito nella metà del 1300, si racconta che strani avvenimenti hanno caratterizzato sin da subito la sua edificazione: lo stesso proprietario venne avvelenato proprio nelle prigioni sotto al maniero.

Trezzo sull’Adda lombardia

Fonte: iStock – Ph: germi_p

Veduta di Trezzo sull’Adda

Molto interessante anche la centrale idroelettrica Taccani che con la sua notevole facciata che domina il corso del fiume. Si tratta di un manufatto industriale di inizio 1900 tutt’oggi funzionante. Con una facciata eclettica e gli interni in stile liberty, vi è persino un museo virtuale dedicato all’energia rinnovabile studiato per famiglie e bambini di ogni età.

Il borgo del Padergnone, con una storia millenaria

Sono numerosi i borghi che partecipano all’iniziativa, ma noi vi consigliamo di fare un salto a Padergnone che è una delle due frazioni di Zanica, in provincia di Bergamo. Dalla storia millenaria, è un vero susseguirsi di lapidi romane, fortilizio militare, camerae pictae, stemmi di importanti famiglie e misteriosi camminamenti sotterranei.

Attualmente è una proprietà privata, ma è possibile effettuare visite guidate contattando la struttura.

Rocca di Soncino, esempio di architettura militare lombarda

Vale la pena fare un salto anche alla Rocca di Soncino in provincia di Cremona. Alta 28 metri e larga 73, si articola in due strutture quadrilatere. La Rocca, superato l’androne principale, regala un piccolo cortile cinto da massicce cortine murarie, percorse da camminamenti con spalti merlati.

Rocca di Soncino lombardia

Fonte: iStock – Ph: MTravelr

La Rocca di Soncino

Interessante anche la Torre del Capitano, una scala interna che conduce dal sotterraneo all’abitazione del castellano. In passato costituiva l’estrema possibilità di resistenza e difesa, da qui gli assediati potevano raggiungere l’uscita verso Santa Maria delle Grazie.

Santuario di Santa Maria della Croce, dove l’arte si con un antico culto mariano

Chi è in cerca di luoghi religiosi non può perdersi il Santuario di Santa Maria della Croce a Crema, in provincia di Cremona. All’interno del tempio coesistono le linee architettoniche del primo Rinascimento Lombardo con una decorazione barocca e con opere del primo e del medio Novecento.

Dalla storia decisamente particolare, è un monumento d’arte e centro spirituale fra i più importanti della città. Il progetto fu affidato appunto a Giovanni Battaglio che s’ispirò al Bramante e concepì l’edificio in cotto, a pianta centrale, traforato da tre gallerie sovrapposte, con cappelle ai quattro punti cardinali. La costruzione venne però portata a termine nel 1500 da Giovanni Antonio Montanaro, che vi aggiunse l’ultima galleria.

Castello di Padernello, dove il tempo pare essersi fermato

Infine, vi consigliamo una visita al Castello di Padernello in provincia di Brescia, un punto di riferimento importante per attività culturali di qualità, ma anche un luogo meraviglioso dove aleggia una leggenda davvero particolare.

Secondo la tradizione, una ragazza timida e malinconica che nacque a Brescia si ritirò in questo spettacolare maniero per trovare la pace. Purtroppo un sera, mentre stava seduta sui merli delle mura, vide delle lucciole e si sporse per volare insieme a loro. Una situazione che la portò a morire a soli 14 anni. Da quella sera, ogni 10 anni nella notte del 20 di luglio il suo fantasma si reca nel salone del castello con un vestito bianco mentre tra le mani tiene un libro d’oro che all’interno cela un segreto: quello della Dama Bianca.

Castello di Padernello lombardia

Fonte: GettyImages – Ph: DEA / M. BORCHI

Il Castello di Padernello
Categorie
Emilia Romagna forlì itinerari culturali musei Notizie Viaggi

Riapre il Museo dell’Abbandono, ed è bellissimo

A Forlì c’è un museo diffuso unico in Italia, ideato con l’obiettivo di ridare visibilità a quei luoghi, privati e pubblici, ormai dimenticati, per valorizzare il patrimonio culturale del territorio romagnolo. Un museo senza pareti o cancelli, in divenire, spazio di esplorazione e di ricerca che racconta il paesaggio abbandonato, spingendo ad andare sul posto, attraverso una guida alternativa e in continua evoluzione. Si tratta del progetto “IN LOCO. Il museo diffuso dell’abbandono”, nato dall’Associazione Spazi Indecisi, che invita ad esplorare i luoghi in disuso in maniera immersiva e tecnologica.

Dopo la pausa invernale, il Centro Visite del museo riparte con l’iniziativa “Sabato al Centro Visite” e una bella novità: durante le aperture, saranno organizzati piccoli eventi collegati al museo come passeggiate, esplorazioni, giochi urbani e incontri. Sarà, così, un punto di partenza ideale per intraprendere un viaggio alla scoperta del museo diffuso e dei luoghi in abbandono di Forlì e della Romagna, che ora punta sul turismo attivo, ma anche per guardare con occhi nuovi la città viva.

Gli eventi che portano a una scoperta inedita di Forlì e della Romagna

Quest’anno, il Museo dell’Abbandono fa un ulteriore passo per diventare un luogo di riflessione e ricerca sul paesaggio romagnolo urbano e non. Si parte sabato 4 marzo con la passeggiata “Manicula”, una camminata che porta a indagare i fenomeni acustici e visivi nel centro storico di Forlì, a cura di Enrico Malatesta, esperto di sound design, e Chiara Pavolucci, fotografa. Una singolare caccia al tesoro che invita i partecipanti a scoprire la relazione tra suono e spazio attraverso l’utilizzo del proprio corpo, e a osservare i fenomeni visivi collegati al movimento della luce e la sua interazione con le superfici della città.

Gli appuntamenti proseguiranno nei mesi successivi, fino a giugno, per riprendere poi da settembre, in compagnia di storici, naturisti e operatori culturali, con passeggiate dedicate alla scoperta del passato industriale di Forlì, alla ricerca del verde spontaneo che nasce in città. E ancora, pedalate verso l’ex acquedotto Spinadello, esperimenti urbani di derive psicogeografiche, incontri e tanto altro. Situato nell’ex Deposito delle Corriere SITA, il Centro Visite comprende approfondimenti storici, riproduzioni 3D, la presentazione degli itinerari e un assaggio dei contenuti speciali fruibili in loco.

Gli itinerari del Museo dell’Abbandono

Dopo la tappa al Centro Visite e all’ex deposito delle Corriere, i viaggiatori ed esploratori urbani sono invitati a scoprire il museo diffuso che, partendo da Forlì, abbraccia e racconta la Romagna (terra di Rocche incredibili). Sono sette gli itinerari tematici di viaggio che collegano gli oltre 60 luoghi in abbandono del museo: dai luoghi di lavoro del ‘900, a quelli del divertimento estivo romagnolo, dalle colonie razionaliste della Riviera agli edifici istituzionali dell’entroterra.

L’insieme degli itinerari dà vita a una guida turistica, alternativa e in continua evoluzione, che permette ai visitatori di continuare l’esplorazione e rende disponibili contenuti multimediali creati ad hoc fruibili solamente in loco, attraverso la App dedicata. Il progetto si pone l’obiettivo di tramandare la memoria di questi luoghi, diventando uno strumento di conoscenza, conservazione e valorizzazione del patrimonio di un territorio estremamente variegato e delle sue evoluzioni sociali, culturali ed economiche. Non mancherà un itinerario escursionistico dedicato alle vecchie case in pietra della Romagna appenninica, testimonianza di mestieri e vite che, dal dopoguerra in avanti, iniziarono a trasformarsi profondamente.

Ronco del Cianco

Fonte: Ufficio Stampa – Ph: Stefano Belacchi

Ronco del Cianco, tra le tappe del museo diffuso
Categorie
Africa Egitto itinerari culturali luoghi misteriosi mete storiche Monumenti Notizie siti archeologici Viaggi

Scoperta sensazionale in Egitto: dove conduce il passaggio segreto

L’Egitto è patria di splendide testimonianze archeologiche, monumenti incredibili che sono conosciuti in tutto il mondo – e che ogni anno attirano milioni di turisti. Ma alcuni di essi celano ancora dei segreti davvero suggestivi: è il caso del misterioso tunnel scoperto all’interno della Piramide di Cheope, che ha per lungo tempo ossessionato gli archeologi. Dopo anni di studi, finalmente sappiamo cosa c’è al suo interno.

Piramide di Cheope, il cunicolo segreto

Facciamo un passo indietro: la Piramide di Cheope è la più antica delle tre rinvenute all’interno della necropoli di Giza, uno dei più famosi siti archeologici d’Egitto. È un vero capolavoro d’ingegno, nonché l’unica delle sette meraviglie dell’antichità ancora in perfetto stato di conservazione. Costruita circa 4.500 anni fa, è stata a lungo studiata ed esplorata dagli scienziati, ma è ancora ricca di misteri tutti da scoprire. Come ad esempio il tunnel segreto che è stato rinvenuto al suo interno: dove conduce, e qual è la sua funzione?

La presenza del cunicolo è stata ipotizzata nel 2016, quando alcuni archeologi avevano individuato uno spazio vuoto dietro l’entrata principale della piramide. Per evitare di danneggiare questa immensa opera architettonica, gli studiosi hanno messo in piedi un progetto durato diversi anni. Dapprima hanno utilizzato la radiografia muonica, una tecnica non invasiva sviluppata presso l’Università di Nagoya, in Giappone, per poi spingersi attraverso il passaggio segreto con una specie di endoscopio, una minuscola telecamera introdotta attraverso una fessura di pochi millimetri. Così, finalmente dli scienziati hanno potuto esplorare questo tunnel.

Lungo circa 9 metri, con una larghezza pari a 2,10 metri e un’altezza di 2,3 metri, è un cunicolo non rifinito caratterizzato da monoliti che formano un soffitto spiovente. Secondo quanto affermato da Mostafa Waziri, direttore del Consiglio Supremo delle Antichità d’Egitto, è possibile che sia stato costruito per alleviare il peso della piramide sull’ingresso principale e ridistribuirlo su tutta la struttura. Ma ci sono ancora molte domande in attesa di una risposta. Potrebbero infatti esserci dei segreti ancora da scoprire, come una camera non ancora individuata che potrebbe trovarsi al di sotto del tunnel.

Il tunnel segreto all'interno della Piramide di Cheope

Fonte: ANSA Foto

Il tunnel segreto all’interno della Piramide di Cheope

Dove porta il passaggio segreto

Ci sono davvero altri misteri da svelare, attorno a questo cunicolo segreto? Secondo gli esperti, le sorprese potrebbero essere ancora molte. “Continueremo la nostra scansione, per capire cosa possiamo scoprire al di sotto del cunicolo o alla fine di esso” – ha dichiarato Waziri. Cosa si aspettano di trovare all’interno della Piramide di Cheope, in un luogo rimasto ben nascosto per migliaia di anni? Qualche dettaglio in più lo ha svelato l’archeologo egiziano Zahi Hawass, presente alla conferenza stampa con cui è stata annunciata la scoperta.

“Crediamo che qualcosa sia nascosto sotto il tunnel” – ha ammesso Hawass. E quel qualcosa potrebbe essere la camera in cui giace il sepolcro di Cheope, faraone della IV dinastia d’Egitto, che nonostante le lunghe ricerche non è mai stato ritrovato. Sarebbe dunque una scoperta epocale, addirittura la più importante del secolo. Ci vorranno però ancora molte indagini per poter capire se davvero c’è un’altra stanza segreta da individuare, e se al suo interno ci sono altri segreti meravigliosi da riportare alla luce.

Categorie
itinerari culturali Notizie Viaggi

Perché è l’anno giusto per visitare la Czechia (Ex Repubblica Ceca)

Ci sono luoghi, spesso molto vicini a noi, ricchi di storia e di bellezze naturali che dovremmo visitare almeno una volta nella vita. Come ad esempio la Repubblica Ceca, dove arte e cultura si mescolano ad antiche tradizioni, eccellenze enogastronomiche e paesaggi meravigliosi. Se non ci siete mai stati, questo è proprio l’anno giusto: il Paese si affaccia nel suo 30esimo anno dalla raggiunta indipendenza – un tempo faceva parte della Cecoslovacchia – e festeggia con un cambiamento radicale. Da oggi, infatti, il suo nome è Czechia (per noi italiani, si pronuncia Cechia). Ma quello che rimane intatto è il suo immenso patrimonio tutto da scoprire.

Perché visitare la Czechia nel 2023

“Noi siamo sempre noi, il popolo ceco che ormai conoscete, i cibi prelibati che trovate nelle nostre cittadine, le avventure outdoor nella natura, la nostra cultura, le tradizioni, i palazzi, le dimore storiche, i castelli e il nostro vasto Patrimonio UNESCO, che vi invitiamo a conoscere e visitare. La Czechia non cambia, il suo nome sì” – questo è il bellissimo messaggio diffuso dall’Ente Nazionale Ceco per il Turismo, in occasione di quello che è uno dei cambiamenti più importanti che il Paese sta affrontando. Una notizia che arriva proprio nel trentennale della sua indipendenza: nel 1993, nasceva infatti la Repubblica Ceca, dallo scioglimento dello Stato della Cecoslovacchia.

Questo è dunque il momento perfetto per visitare un Paese ricco di sorprese, partendo proprio dai luoghi principali che hanno fatto da sfondo alle vicende politiche precedenti il “divorzio di velluto” – così chiamato perché avvenuto in maniera pacifica. I negoziati si sono tenuti a Brno, una delle città più importanti della Czechia: qui si trova Villa Tugendhat, gioiello architettonico moderno realizzato alla fine degli anni ’20 e oggi iscritto tra i Patrimoni UNESCO. Nei suoi giardini, eminenti politici hanno deciso il futuro del Paese, e passeggiare tra i viali fioriti è davvero una bella esperienza.

Fonte: iStock

Praga

Altri luoghi interessanti per ripercorrere la storia moderna della Czechia si trovano a Praga, la capitale. Ad esempio, presso il nuovo edificio del Museo Nazionale era ospitato il Parlamento cecoslovacco, mentre il suggestivo Castello di Praga, residenza ufficiale del Presidente già dagli inizi del ‘900, ha visto l’abdicazione dell’ultimo Capo di Stato cecoslovacco e l’entrata in carica del primo uomo a guidare quella che all’epoca era la Repubblica Ceca. Naturalmente, al di là di quelli che sono stati i luoghi chiave della nascita di questo Paese, ci sono tante altre bellezze tutte da scoprire. Vediamone qualcuna.

Cosa vedere nella Czechia, un Paese ricco di storia

In un viaggio alla scoperta del lato più autentico della Czechia, la splendida città di Praga non può che essere una delle tappe fondamentali. Qui ci sono tantissime attrazioni, tra monumenti storici e bellissimi palazzi da visitare, tanto da non restarne sicuramente delusi. Ma il Paese è ricco di piccole perle meno conosciute, che tuttavia meritano assolutamente di essere scoperte. Una di queste è il Castello di Karlštejn, situato nella Boemia Centrale (a non molta distanza dalla capitale): costruito nel ‘300 in stile gotico e neogotico, ospitò per lungo tempo i gioielli della Corona per volere di Carlo IV di Lussemburgo. Oggi è invece sede di un’esposizione meravigliosa di opere d’arte bizantine e medievali.

Decisamente suggestivo è poi il panorama offerto dalle rovine del Castello di Helfenburk, a due passi dalla cittadina di Bavorov: si staglia su uno spuntone di roccia ad oltre 600 metri di quota, ed è un luogo magico che viene spesso utilizzato per manifestazioni culturali o come sfondo per matrimoni super romantici. Abbandonato per molto tempo, il castello è ormai in rovina e tra le sue mura diroccate si celano leggende misteriose, a volte persino inquietanti. Ma forse il motivo per cui moltissimi turisti si recano a visitarlo è l’imponente torre difensiva che, qualche decennio fa, è stata trasformata in punto d’avvistamento e offre una vista mozzafiato.

Česky Krumlov

Fonte: iStock

Česky Krumlov

Volete fare un tuffo nel tempo? Tra le strette viuzze del centro storico di Česky Krumlov, anch’esso Patrimonio UNESCO, vi sembrerà di essere catapultati secoli indietro: questo è uno dei luoghi più affascinanti della Boemia Meridionale, che ormai da molti anni accoglie importanti festival e manifestazioni culturali che attirano curiosi da ogni angolo del Paese (e non solo). Assolutamente da visitare è il castello barocco che sorge nel cuore della città, il secondo più grande della Czechia dopo quello di Praga. Basti pensare che l’intero complesso conta ben 40 edifici, oltre a numerose aree all’aperto, con giardini meravigliosi e una bellissima fontana a cascata.

Le più belle attrazioni naturali della Czechia

Per chi ama stare all’aria aperta, la Czechia offre tantissime occasioni di divertimento e di stupore: il Paese ospita alcune attrazioni naturali da sogno, che incantano turisti provenienti da tutto il mondo. Una delle più visitate è il Česky Ráj, chiamato anche il “Paradiso Boemo”: a farle da padrone è la roccia arenaria, che si erge in spuntoni modellati da secoli di incessante lavorio del vento, come pilastri in un mondo di fantasia. È in questa cornice che si possono ammirare le celebri rocce di Prachov, torri naturali che hanno fatto da sfondo a molti film e serie tv, proprio per il loro aspetto così particolare e suggestivo. Tutt’intorno si dipanano poi paesaggi bellissimi, che includono grotte misteriose, antichi castelli e una vegetazione rigogliosa.

Rocce di Prachov

Fonte: iStock

Le rocce di Prachov

Un altro bellissimo gioiello naturale è la Selva Boema, la catena montuosa che segna il confine tra la Czechia, la Germania e l’Austria. È un luogo incontaminato e selvaggio, ricco di paesaggi incantevoli e ideale per chi vuole fare un po’ di trekking. Qui ci sono alcuni suggestivi specchi d’acqua situati ad alta quota, davvero affascinanti. È il caso del Lago Nero, profondo e circondato dai boschi, il cui riflesso rende le acque così scure da aver regalato al posto un nome molto evocativo. Questo è il punto di partenza migliore per andare alla scoperta di un altro luogo fatato, il Lago del Diavolo. Un po’ difficile da raggiungere, offre però un panorama incredibile. Secondo la leggenda, sarebbe stato il diavolo in persona a scavare la conca, e in seguito vi venne affogato da una coraggiosa ragazza che egli voleva rapire. Immergersi in queste storie ammirando la natura è qualcosa di unico al mondo.

Categorie
Borghi itinerari culturali Olbia Tempio Sardegna teatri Viaggi

Pietravairano, il borgo dominato da un teatro-tempio

Le più belle scoperte accadono spesso per caso. E questa è avvenuta così tardi nel tempo che quasi non ci si crede. Era, infatti, il 4 febbraio 2000 quando Nicolino Lombardi, studioso e storico, appassionato di ultraleggeri, sorvolando i cieli di Pietravairano scorge i ruderi di quello che si sarebbe presto rivelato uno spettacolare teatro-tempio di epoca romana tardo-repubblicana, tra i gli esempi più belli e rari di impianti del tipo in Sud Italia.

La scoperta del teatro-tempio romano a Pietravairano

“Fu come vedere il tempio col colonnato ancora in piedi e il teatro con le gradinate colme di spettatori”, ha dichiarato Nicolino Lombardi, autore di questa incredibile scoperta tanto sognata, avvenuta dopo un’infinità di ricognizioni e ricerche nella zona. Il teatro-tempio di Pietravairano, accogliente borgo in provincia di Caserta, sorge sulla sommità di Monte San Nicola (una collina, in realtà), nella frazione Sant’Eremo.

Ci troviamo nell’area storico-geografica del Sannio, abitata dall’omonimo popolo italico che a partire dal IV sec. a.c. entrò in contatto con Roma, la cui supremazia si affermò nella zona tra il 343 e il 290 a.c. con la vittoria nelle tre Guerre Sannitiche cui seguì un processo di romanizzazione. Il tragitto panoramico consente di raggiungere in circa 15 minuti di cammino, a tratti impervio, il teatro-tempio situato a 410 metri di altezza, in un’area caratterizzata dalla presenza di una cinta muraria megalitica di età preromana, che offre un panorama unico.

L’impianto del teatro-tempio è, secondo gli archeologi, un progetto unitario, sviluppato su due terrazze a diverse altezze, che sembra rispecchiare la filosofia della Magna Grecia. Su quella superiore, resti visibili e rilievi planimetrici hanno mostrato la presenza di un tempio a pianta rettangolare, di stile tuscanico. Sui lati, in corrispondenza delle colonne frontali, vi erano due vasche di raccolta dell’acqua piovana, di cui resta solo quella orientale.

Sulla terrazza inferiore, a una ventina di metri più in basso, si trova, invece, il teatro del quale si conserva la cavea semicircolare, ricavata sfruttando il pendio naturale della collina sul modello dei teatri greci, con una capienza che si suppone non dovesse essere superiore ai 2.000 posti a sedere.

Come e quando visitare il teatro-tempio di Pietravairano

Il sito archeologico è stato recuperato attraverso un importante intervento di restauro durato diversi anni e giunto quasi a conclusione. Nel 2015 la Regione Campania finanziò anche la costruzione di un impianto di risalita che permettesse di raggiungere il sito in pochi minuti, evitando l’itinerario impervio, ma il progetto non è ancora stata realizzato. In tempi recenti, il teatro è stato restaurato e reso di nuovo agibile e funzionante, benché non siano mancate le polemiche per gli interventi ritenuti molto invasivi.

Se state pensando di organizzare una visita al teatro-tempio di Pietravairano, evitate se possibile i mesi più caldi dell’anno, poiché il percorso è interamente esposto al sole. Ricordatevi anche di portare con voi acqua e qualche spuntino. Il sentiero è accessibile a tutti ma presenta brevi tratti un po’ più impegnativi. La fatica è, tuttavia, ricompensata da uno dei panorami più spettacolari della provincia del medio-Volturno.

Una visita al borgo di Pietravairano

Il delizioso borgo di Pietravairano, in provincia di Caserta, si sviluppa su una serie di terrazze come un gigantesco presepe. Conserva ancora molto del suo impianto medievale, con il castello che domina un reticolo di stradine che invitano a fare una passeggiata rigenerante, costellata di belvedere che regalano straordinarie vedute del paesaggio circostante. Tra le sue attrazioni imperdibili c’è il Santuario di Santa Maria della Vigna, ricostruito nel secolo XVII, che conserva nella sua cripta originaria interessanti affreschi tardogotici.

Categorie
Europa feste itinerari culturali Notizie Spagna Valencia Viaggi

Una galleria d’arte itinerante a cielo aperto: torna Las Fallas

L’arrivo della primavera viene accolto sempre con gioia perché dopo un lungo e grigio inverno le giornate diventano più tiepide e soleggiate. Ci sono molti modi per festeggiare la stagione dei fiori, ma è a Valencia che si aspetta la primavera in trepidante attesa. La popolazione, infatti dal 1° al 19 marzo ogni anno organizza Las Fallas, una festa con la F maiuscola fatta di colori, rumori e tanto divertimento.

Un evento che è diventato patrimonio dell’umanità

Las Fallas racchiude in sé sia la tradizione pagana che celebra l’arrivo della primavera che quella cristiana perché si svolge in concomitanza con San Giuseppe, patrono dei falegnami e dei carpentieri.

La festa affonda le sue origini nell’antichità e proprio per questo e per il valore tradizionale e culturale tramandato di generazione in generazione, l’UNESCO nel 2016 l’ha dichiarata Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.

Tutto è nato dalla pratica dei falegnami e degli artigiani di bruciare gli oggetti vecchi che non servivano più. Poco alla volta anche il resto della popolazione ha seguito il loro esempio costruendo delle piccole statue ricoperte con stracci e vestiti vecchi che poi venivano bruciati. La Las Fallas dei giorni nostri, invece, è caratterizzata da monumenti realizzati in legno, sughero e cartapesta, pronti a sfilare tra le vie della città. Ogni Fallas (composte anche da Fallas infantili e Fallas dei bambini) e Ninot, pupazzi di cartapesta più piccoli, trattano ironicamente un tema e si ispirano a personaggi famosi che vengono ritratti in maniera satirica.

Las Fallas, omaggio alla Madonna

Fonte: iStock

L’omaggio floreale alla Madonna a Las Fallas

Un evento coinvolgente

L’arrivo della primavera rappresenta senza dubbio un momento di gioia e per festeggiarlo in modo adeguato Las Fallas inizia il 1° marzo con la mascletà: è uno show pirotecnico che si svolge ogni giorno, fino al 19 marzo, alle 14:00 nella piazza dell’Ayuntamiento. Qui si fanno esplodere petardi in uno spettacolo suggestivo che riempie l’aria di suoni progressivamente sempre più intensi. Accanto a questa tradizione c’è anche quello della Cordà, manifestazioni pirotecniche solitamente notturne meno intense della mascletà, ma altrettanto belle.

Il clou della festa però, si svolge dal 15 al 19 marzo quando La Fallera Mayor, la regina della festa, dà il via ai festeggiamenti. Dopo l’inaugurazione i falleros montano nelle strade di Valencia le loro sculture dando gli ultimi ritocchi. Una volta sistemati sono pronti a sfilare per le strade della città ed essere ammirati dai valenciani e dai turisti.
Colori, divertimento, ma anche tanta emozione durante Las Fallas. Uno dei momenti più toccanti della festa è quello dell’Ofrenda, quando i Falleros e le Falleras con indosso i vestiti tradizionali, omaggiano la Madonna degli Abbandonati, patrona di Valencia. L’enorme statua esposta nella Piazza de la Virgen, dal 17 al 18 marzo riceve i fiori che andranno a comporre il suo mantello con un disegno che cambia ogni anno. L’ultimo omaggio floreale alla statua è quello della Fallera Mayor dopo la mezzanotte del 18 marzo.

La Cremà, è l’evento più atteso della manifestazione e si svolge la sera del 19 marzo quando le sculture vengono bruciate creando un enorme falò. Le prime a prendere fuoco sono le Fallas infantili, poi quelle dei bambini e solo alle 22:00 si bruciano tutte le Fallas di Valencia. È uno spettacolo davvero coinvolgente e allo stesso tempo suggestivo in cui la voglia di accogliere la primavera si respira in ogni fase delle celebrazioni.

Las Fallas, incendio dei carri

Fonte: iStock/SGAPhoto

Uno degli incendi di Las Fallas
Categorie
capitali europee Europa itinerari culturali Posti incredibili Roma Viaggi

Puoi pranzare in un’opera d’arte tra angeli e sibille: succede nella Capitale

Organizzare un viaggio a Roma, per scoprire e riscoprire le meraviglie della città eterna, è sempre un’ottima idea, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni. La Capitale d’Italia, infatti, conserva e preserva da secoli un patrimonio storico, artistico e architettonico che ha influenzato il mondo intero, e che ancora oggi vive e sopravvive attraverso le numerose testimonianze che si trovano tra le strade e i quartieri della città.

Sono diversi gli itinerari che permettono di scoprire il glorioso passato della Capitale e che si intrecciano con le novità che ogni giorno la città di Roma propone. Insomma, le cose da fare e da vedere qui sono tantissime, e tutte sono destinate a sorprendere.

E se volete fare qualcosa di davvero sorprendente, durante un viaggio nella città eterna, allora non potete perdervi questo posto. Si tratta di un luogo inedito e straordinario che permette di pranzare dentro un’opera d’arte tra angeli e sibille. L’esperienza è unica.

Un’esperienza unica in uno spazio culturale

Sono tantissimi i luoghi nella Capitale che celebrano l’arte e la cultura, quella del presente, del passato e del futuro. Il Colosseo, la Basilica di San Pietro e i Musei Vaticani che ospitano la grandiosa Cappella Sistina, e poi i Fori imperiali, le piazze, le fontane e le sculture. Al fianco dei monumenti più iconici della città, gli stessi che ogni giorno sono raggiunti da migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo, ci sono anche i musei e gli spazi culturali dedicati proprio a chi vuole scoprire la storia dell’arte di Roma e del mondo intero.

Ed è proprio in uno di questi luoghi che vogliamo portarvi oggi, uno spazio culturale che ospita esibizioni e installazioni itineranti e periodiche situato all’interno di un edificio tanto bello quanto affascinante. Ci troviamo dentro il Chiostro del Bramante, una costruzione elegante e rinascimentale ispirata al disegno classico, e realizzata da Donato Bramante su commissione del cardinale Oliviero Carafa nel 1500.

Proprio qui, al di là delle sale espositive che ospitano periodicamente mostre itineranti, esposizioni e installazioni site-specific, esiste un bistrot che permette a cittadini e viaggiatori di pranzare, fare colazione o prendere un caffè all’interno di un’opera d’arte straordinaria. Ma non è tutto perché proprio da qui, è possibile ammirare da un accesso privilegiato un altro incredibile grande capolavoro che porta la firma del grande Raffaello.

La Sala delle Sibille nel Chiostro del Bramante

Fonte: Getty Images

La Sala delle Sibille nel Chiostro del Bramante

La Sala delle Sibille: pranzare in un’opera d’arte a Roma

Situato in Via della Pace, ad appena un chilometro di distanza da Piazza Navona, il Chiostro del Bramante ospita quella che è una delle esperienze più incredibile da vivere e da condividere nella capitale.

All’interno dello spazio culturale, infatti, esiste uno spazio adibito per colazioni, brunch e pranzi. Un bistrot che prende il nome di Sala delle Sibille e che proprio all’omonima opera di Raffaello, custodita della Chiesa di Santa Maria della Pace, è ispirato.

La sala in questione ospita l’opera site-specific di Fallen Fruit “Trappola d’Amore a Pleasure Palace”, realizzata nel 2021 in occasione della mostra Crazy e diventata adesso parte integrante dell’esperienza sensoriale. Questo capolavoro, infatti, riveste completamente le pareti e gli arredi della sala, consentendo agli ospiti del bistro di vivere una pausa golosa all’insegna della grande bellezza.

Ma non è tutto perché c’è un’altra sorpresa per chi sceglie di fermarsi all’interno della Sala delle Sibille. Da qui, infatti, è possibile ammirare da una finestra l’affresco “Le Sibille” di Raffaello conservato nella Chiesa di Santa Maria della Pace adiacente al Chiostro del Bramante.

La finestra che affaccia sul capolavoro di Raffaello, Chiostro del Bramante

Fonte: Getty Images

La finestra che affaccia sul capolavoro di Raffaello, Chiostro del Bramante
Categorie
capitali europee Croazia Europa eventi festival itinerari culturali Notizie Viaggi Zagabria

Festival delle luci di Zagabria: celebra la primavera con luci e arte

Fonte: Julien Duval

Julien Duval

Con l’arrivo della primavera, le strade di Zagabria si risvegliano per accogliere uno degli eventi più visitati e popolari: il Festival delle luci. Gli abitanti e i turisti invadono le strade, lasciandosi contagiare da una nuova energia che risplende grazie all’arte della luce. Un evento imperdibile che annuncia la primavera e un rinascimento che è in noi e attorno a noi, donando ispirazione a ogni passo. Il festival è l’occasione perfetta per riaccendere le luci con loro e festeggiate l’arrivo di giornate più lunghe che riportano la vita nelle strade di tutto il mondo.

Fonte: Boška i Krešo

Fonte: Boška i Krešo

Una combinazione di arte, design, spettacolo, intrattenimento e architettura animerà i luoghi più celebri in centro, insieme alle opere di artisti provenienti da tutto il Paese.

Fonte: Boška i Krešo

Fonte: Boška i Krešo

Il festival delle luci di Zagabria: un appuntamento imperdibile

A Zagabria l’arte diventa la linfa vitale della metropoli: dal 15 al 19 marzo 2023, le strade, i parchi, le piazze, le passeggiate, i musei e gli edifici si trasformeranno in una scenografia giocosa con numerose installazioni luminose, proiezioni, animazioni e altre forme di arte innovativa.

Fonte: Julien Duval

Fonte: Julien Duval

Avrete l’opportunità di vivere Zagabria sotto una nuova luce…nel pieno senso della parola! Il Festival delle luci di Zagabria, giunto ormai al quinto anno, ci ricorda di nuovo lo spostamento dei limiti dell’arte e ci invita a uscire insieme per le strade con lo scopo di celebrare un nuovo risveglio, con nuova speranza e ottimismo.

Fonte: Julien Duval

Fonte: Julien Duval

Alla scoperta delle luci di Zagabria

Visitare Zagabria dipinta di luce è un’occasione unica: la città vi trasporterà in un mondo nuovo e offrirà una vera esperienza urbana per tutte le generazioni. Avrete l’opportunità di godervi 34 installazioni luminose in 29 luoghi che includeranno la più tranquilla Città Alta, ma anche alcuni dei nuovissimi luoghi della più vivace Città Bassa.

Fonte: Julien Duval

Fonte: Julien Duval

Il Festival delle luci di Zagabria apre la stagione turistica e dei raduni all’aperto, con il tanto desiderato clima caldo e i colori che ritornano della primavera. Il programma unirà il meglio delle belle arti, dello spettacolo e della tecnologia moderna per fare il pieno di emozioni e divertimento.

Fonte: Julien Duval
Categorie
Europa eventi itinerari culturali Norvegia Notizie Viaggi

La sorprendente Capitale Europea della Cultura 2024

Nel 2024, l’affascinante Bodø, in Norvegia, sarà Capitale Europea della Cultura, la prima città a nord del Circolo Polare Artico a detenere il prestigioso titolo. Un’occasione imperdibile per scoprire questa sorprendente località, che ha annunciato un programma ricco di eventi – circa 600 – in tutta la contea del Nordland. Ecco quelli di spicco.

Gli eventi a Bodø, Capitale Europea della Cultura 2024

Sarà il 3 febbraio 2024 la data ufficiale di inaugurazione di Bodø Capitale Europea della Cultura, con una grande produzione che si svolgerà nel porto interno della città che, secondo quanto auspicano gli organizzatori, potrebbe vedere la partecipazione di oltre 20.000 spettatori. Si punta ad attirare per il prossimo anno oltre 500.000 visitatori a Bodø e nel Nordland. La festa è già stata annunciata come la più lunga del mondo, sia in termini di tempo che di area coperta, considerando che la contea norvegese si estende per oltre 800 km da nord a sud.

Tra i numerosi eventi e attrazioni da non perdere il prossimo anno a Bodø, spiccano:

  • il primo festival al mondo 100% sostenibile
  • l’unica biennale europea di land art
  • un falò di mezza estate
  • un festival della libertà
  • un viaggio storico lungo la Nordland Railway
  • un concerto in una grotta sommersa
  • una scultura alta 10 metri in mare
  • una mostra che esplora il lato oscuro del premio Nobel Knut Hamsun
  • un’opera lirica sullo stoccafisso
  • un museo pop-up Sámi
  • roadshow e festival del cibo artico
  • il primo festival della luce del Nordland

A un anno dall’inizio, il programma è ancora in fase di sviluppo e sono assicurate molte altre sorprese.

Alla scoperta di Bodø, mini metropoli della Norvegia settentrionale

Prima di Bodø, solo altre due città norvegesi si sono guadagnate il titolo di Capitale Europea della Cultura: Bergen, città dei sette fiordi e sette colli, nel 2000 e Stavanger nel 2008. Questa mini metropoli della Norvegia settentrionale costituisce sia il centro urbano di Salten che il naturale punto di partenza per esplorare il resto della regione, come le mozzafiato isole Lofoten, e si raggiunge facilmente da Oslo con un volo di 90 minuti. A renderla irresistibile è l’incredibile mix di natura, cultura e ospitalità.

Tra le attrazioni di Bodø, che meritano una visita c’è Il Kulturkvartalet Stormen, affascinante polo culturale con la biblioteca definita da “Wired Magazine” nel 2016 una delle 10 più belle al mondo e l’auditorium che attrae star di fama internazionale. Tanti gli eventi e le manifestazioni che hanno trasformato questa città, cresciuta grazie alla pesca delle aringhe, in un vivace e moderno centro culturale. Una volta qui è però d’obbligo anche una escursione a piedi nell’area a nord est chiamata Bodømarka o sulle montagne nei pressi della cittadina. Tra le gite fuori porta preferite dalla gente del posto c’è quella sull’altopiano Keiservarden, adatta quasi a tutti, da cui si può perfino assistere al festival musicale “Nordland Musikkfestuke”, che si tiene ad agosto.

Appena fuori Bodø si può, inoltre, ammirare il gorgo marino più potente al mondo. Quattro volte al giorno un enorme volume di acqua si getta violentemente nello stretto di Saltstraumen, in alcuni punti largo appena 150 metri, creando enormi vortici tra i fiordi. I viaggiatori arrivano fin qui da ogni parte del mondo per osservare questo spettacolare fenomeno naturale famoso in tutto il pianeta. Il momento ideale per ammirarlo è con la luna nuova o la luna piena, e fino a tre giorni dopo, quando la differenza tra l’alta e la bassa marea può arrivare fino a tre metri.