Categorie
eventi foreste itinerari culturali Notizie parchi naturali vacanza natura Viaggi

La Giornata della Poesia e delle Foreste nei Parchi Letterari

Ogni anno, i Parchi Letterari italiani diventano location di eventi imperdibili che accolgono la primavera: l’occasione è data da due appuntamenti importanti, la Giornata della Poesia istituita dall’UNESCO e la Giornata delle Foreste promossa dalle Nazioni Unite, entrambe celebrate il 21 marzo. A queste si unisce la Giornata mondiale dell’Acqua, che cade invece il 22 marzo. Tra laboratori, incontri e passeggiate nella natura, la bella stagione viene inaugurata con una lunga serie di esperienze tutte da vivere, per godere dei meravigliosi paesaggi italiani.

Che cos’è la Giornata della Poesia e delle Foreste

Il primo giorno di primavera, l’Italia intera festeggia con due eventi di risonanza internazionale. Il primo è la Giornata Mondiale della Poesia, indetta per la prima volta nel 1999 dall’UNESCO per preservare il patrimonio immateriale di grandi artisti che hanno segnato il nostro territorio. In concomitanza, si celebra anche la Giornata Internazionale delle Foreste: nata nel 2012 su intervento delle Nazioni Unite, è l’occasione per riscoprire l’importanza della natura e degli alberi per la nostra generazione e per quelle future.

Perché non rendere speciali questi due appuntamenti, dando vita ad un connubio perfetto? Nasce così l’idea di celebrare la letteratura in tutte le sue sfumature, in modo che questa offra un’innovativa chiave di lettura per andare alla scoperta dei più bei panorami italiani. Per ospitare i tanti eventi collegati alla Giornata della Poesia e delle Foreste, la cornice ideale è quella dei Parchi Letterari: istituzioni nate negli anni ’90 come omaggio ai territori che hanno ispirato i più grandi artisti del nostro Paese. Andiamo a vedere alcuni degli appuntamenti da vivere.

Gli appuntamenti da non perdere nei Parchi Letterari

Un primo evento imperdibile è la conferenza che si tiene mercoledì 22 marzo presso il Centro Visite del Parco a Pescasseroli, piccolo borgo abruzzese incastonato nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Per l’occasione, viene presentato il volume “20 anni di Una Fiaba per la montagna”, raccolta di racconti in concorso che esprimono la magia degli Appennini e della loro natura incontaminata. Perché non sfruttare questa opportunità per andare alla scoperta dei magnifici panorami montani e fare un po’ di trekking?

Sempre mercoledì 22 marzo, la Sala degli Specchi di Villa Reale di Monza apre i battenti per celebrare Eugenio Villoresi, l’ingegnere che “portò il mare in Lombardia”. Fu lui, grazie ad una canalizzazione capillare, a distribuire le acque in tutta la regione, dando nuova vita ad aree ad alto tasso di siccità. La giornata si può concludere con una bella passeggiata presso il Parco Letterario Regina Margherita, che per l’occasione ricorda anche la poetica dell’artista polacca Wislawa Szymborska.

Per chi ama l’avventura all’aria aperta, un appuntamento meraviglioso è quello fissato per sabato 25 marzo: un trekking bellissimo alle Cinque Terre, in collaborazione con il Parco Letterario Eugenio Montale. Qui, tra i panorami mozzafiato del Promontorio del Mesco, il poeta trascorse le sue estati giovanili lasciandosi ispirare. L’itinerario ad anello, lungo poco più di 5 km e mezzo, conduce da Colla di Gritta a Fegina di Monterosso. È il modo migliore per scoprire il patrimonio di biodiversità della Liguria, ma anche la storia più antica di questa regione. Non a caso l’evento si chiama “Camminare sul Giurassico”: le rocce che caratterizzano il promontorio risalgono a millenni fa.

Categorie
itinerari culturali Posti incredibili Viaggi

Questa cupola non ha nulla da invidiare alla Cappella Sistina

Non tutti sanno che in Italia, tra i tanti primati,c’è anche quello della cupola ellittica più grande del mondo e si trova in Piemonte. Il Santuario di Vicoforte, dedicato alla Natività di Maria Santissima anche detto Santuario Regina Montis Regalis, è uno dei principali capolavori del Barocco piemontese e si trova in provincia di Cuneo. La cupola della Basilica è la più grande al mondo tra quelle di forma ellittica ed è la quinta, per dimensioni, dopo San Pietro in Vaticano, il Pantheon di Roma, la Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze e la cupola del Gol Gumbaz in India.

La storia della cupola da record

Le vicende che portarono alla sua costruzione risalgono alla fine del Quattrocento e trovano origine a partire da un pilone votivo che sorgeva in un bosco, di cui oggi non è rimasta più traccia, alla base delle colline di Vicoforte. La posa della prima pietra avvenne nel 1596.

La cupola del Santuario, una superficie di oltre 6.000 metri quadrati, è decorata con l’affresco a tema unico più esteso al mondo: l’affresco, attraverso il tipico modello della teologia per immagini, rappresenta alcuni momenti della vita di Maria e la sua assunzione in cielo.

Fin dalla sue origini, ricollegabili a un avvenimento ritenuto miracoloso, il Santuario fu grande centro di devozione e importante meta di pellegrinaggio tanto che, a fine Cinquecento, il Duca Carlo Emanuele I di Savoia individuò nella Basilica il luogo che avrebbe dovuto accogliere le tombe della casa regnante. Soltanto il Duca, però, è sepolto presso il Santuario di Vicoforte, i suoi eredi scelsero la Basilica di Superga.

Visitare la cupola

Si può visitare la cupola e ammirare gli affreschi percorrendo i camminamenti che la circondano. I percorsi organizzarti sono due, il percorso breve e il percorso di salita alla cupola.

Il percorso breve è il più semplice e dura un’ora circa; offre l’opportunità di godere di un suggestivo affaccio all’interno del Santuario, attraverso le balconate poste alla base della cupola, a circa 23 metri di altezza.

Il percorso di salita alla cupola dura due ore circa e consente di raggiungere la sommità dell’edificio godendo di un affaccio mozzafiato dall’alto del cupolino (bisogna salire ben 266 gradini) oltre che di ammirare i particolari dell’affresco da molto vicino. Poiché si raggiungono punti considerati pericolosi, lungo il percorso i visitatori sono accompagnati da una guida e da un addetto alla sicurezza. Prima di entrare nel cuore dell’opera d’arte, bisogna indossare un elmetto e un’imbragatura, previa simulazione a terra di alcuni passaggi del percorso, per familiarizzare con l’utilizzo dei dispositivi di sicurezza.

Categorie
itinerari culturali Luoghi da film luoghi misteriosi Miami Viaggi

Puoi rivivere la magia dei tuoi film preferiti a Miami

Sono tanti i motivi che ci spingono a esplorare il globo in lungo e in largo, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni. Lo facciamo per andare alla scoperta delle meraviglie che portano la firma di Madre Natura o per toccare con mano l’immenso patrimonio artistico e storico del mondo. Lo facciamo anche per conoscere culture, tradizioni e usanze dei popoli che abitano luoghi lontanissimi da noi.

Indipendentemente dalle motivazioni che ci esortano a volare altrove, tutti siamo uniti dal medesimo desiderio di voler vivere esperienze caratterizzanti, le stesse che rendono unici e straordinari i nostri viaggi, indipendentemente dai chilometri percorsi.

E se è un’esperienza davvero unica che volete vivere in occasione del vostro prossimo viaggio, allora, abbiamo la destinazione giusta per voi. Stiamo parlando di Miami, la fervida e dinamica città internazionale che sorge nella parte meridionale della Florida. È proprio qui, infatti, che potrete trasformarvi nei protagonisti di un film e rivivere la magia delle vostre pellicole preferite. Pronti a partire?

Come in un film: benvenuti a Miami

Si chiama cineturismo, e come il nome stesso suggerisce è un trend di viaggio che riunisce tutti i cinefili e gli appassionati del grande e del piccolo schermo. L’obiettivo? Quello di andare alla scoperta delle location cinematografiche o televisive per rivivere la magia di serie televisive e pellicole. Del resto, è proprio attraverso queste che abbiamo potuto conoscere quei luoghi del mondo che ci hanno fatto sognare e che oggi popolano le nostre travel wish list.

Adesso, però, è il momento di trasformare quei sogni in realtà. E per farlo abbiamo pensato di recarci proprio nella meravigliosa Miami per andare alla scoperta di tutte quelle ambientazioni iconiche viste proprio sul grande schermo.

Miami, infatti, non solo ospita uno dei più grandi centri di produzione per il cinema, la televisione e la pubblicità, ma ha fatto da sfondo ad alcune delle pellicole più celebri mai viste al cinema e in televisione. Pronti a scoprirle tutte?

Diventare il protagonista di un film: le location iconiche di Miami

Miami, dicevamo, ha fatto da sfondo a numerose pellicole e serie televisive. La più iconica porta proprio il suo nome, stiamo parlando di “Miami Vice”, la serie televisiva che narra le appassionate indagini del detective James Crockett. Tutta la città parla del telefilm e viceversa: vi basterà una passeggiata per Miami per indossare idealmente i panni di Don Johnson.

Un viaggio nell’assolata città della Florida vi permetterà di ripercorrere le orme di una delle saghe cinematografiche più famose della storia, quella di 007. “Casinò Royale”, infatti, è stato girato qui. Anche “The Bodyguard”, uno dei film più iconici degli anni ’90 che ha consacrato il mito di Whitney Houston nel ruolo di attrice, ha visto Miami diventare la scenografia di una storia d’amore. Indimenticabile è la scena dell’esclusivo concerto al Fontainebleau di Miami Beach.

Il fascino della città non ha lasciato immuni neanche i registi italiani. Neri Parenti, infatti, ha deciso di girare qui il suo cinepanettone: “Natale a Miami”. Ve lo ricordate? La città, inoltre, ha fatto da sfondo anche alla serie televisiva “Flipper”, quella che racconta la storia di delfino che è stato salvato da un uomo e dalla sua famiglia e che ora vive con loro aiutandoli a proteggere la loro riserva.

Categorie
Destinazioni itinerari culturali musei Viaggi

Musei che rispettano l’ambiente: i più green del mondo

La salvaguardia dell’ambiente ormai passa da tutti: a doversene occupare non siamo solo noi in prima persona, ma anche strutture, imprenditori e molto altro ancora. Non sono da meno i musei che, giorno dopo giorno, diventano sempre più ecosostenibili optando per energie pulite, economiche e rinnovabili, politiche con rifiuti zero e, al contempo, per mostrare ai loro visitatori un mondo sempre più green.

I musei più sostenibili d’Europa

Nel nostro continente sono davvero molti i musei che hanno preso la direzione dell’ecosostenibilità. Noi ne abbiamo selezionati alcuni a partire dal Quai Branly, un museo etnologico che accoglie le culture indigene più disparate. Si caratterizza per la presenza di un giardino verticale di 800 metri quadrati che contribuisce al miglioramento della qualità dell’aria e alla mitigazione del microclima.

Contemporaneamente si avvale di energia solare e geotermica per tutte le proprie esigenze in termini di illuminazione e climatizzazione. Si trova a due passi dalla ben più famosa Torre Eiffel e può essere definito come il più esotico dei musei di Parigi.

Quai Branly museo ecosostenibile

Fonte: iStock – Ph: Jef Wodniack

Il Quai Branly di Parigi

Non è da meno la Fondazione Pierre Arnaud la cui splendida facciata, composta da 84 tessere solari in vetro, si specchia nel Lago di Louchè, in Svizzera. Sostenibilità ed eleganza sono le carte vincenti di questo polo culturale di arte moderna e contemporanea poiché è stato progettato nel massimo rispetto dell’ambiente e dei criteri di efficienza energetica.

Vi basti pensare che i grandi pannelli fotovoltaici che impreziosiscono la facciata soddisfano il fabbisogno energetico per l’illuminazione del centro e garantiscono l’isolamento termico ideale per le opere d’arte. Davvero eccezionale è anche la sua terrazza panoramica: oltre a mimetizzare la struttura, è un giardino pensile che ospita piante tipiche del Vallese come le stelle alpine.

L’ultimo dei musei d’Europa particolarmente green che vi vogliamo segnalare è la Kunst Haus Wien, in Austria. Nel 2018, infatti, il museo è stato coinvolto in maniera determinante nello sviluppo del catalogo di criteri per i musei green. Sfoggia una sontuosa facciata verdeggiante e oltre 260 diversi tipi di piante crescono intorno all’edificio. Inoltre, sul tetto si sono stabiliti due alveari, il cui miele biologico viene venduto nello shop del museo.

I musei pi green del mondo

Superando i confini del nostro continente, si scoprono altrettanti musei green che svettano nel resto del mondo. Uno di questi è il Museo di Storia Naturale di Shanghai. Si tratta di uno spettacolare edificio dalla forma di conchiglia nautilus che si sviluppa su un’area complessiva di 44.500 metri quadrati.

Sfoggia ben sei piani espositivi dove spicca un luminosissimo atrio di 30 metri di altezza in cui la luce naturale filtra da una parete vetrata che ricorda la struttura cellulare delle piante. Un edificio famoso anche per il sistema geotermico che regola la temperatura interna, gli specchi d’acqua che favoriscono la climatizzazione naturale degli ambienti e un rivestimento che massimizza l’assorbimento dell’energia solare. Infine, è dotato di un tetto verde per la raccolta dell’acqua piovana che viene poi riutilizzata per ridurre i consumi, e una parete verde che purifica l’aria e tutela l’edificio dagli sbalzi termici e dall’inquinamento acustico.

Altrettanto interessante è la California Academy of Sciences di San Francisco in cui si conducono progetti scientifici sull’ambiente e sull’educazione ambientale. Al suo interno è custodito un grandissimo acquario, una mostra permanente sulla foresta pluviale, un planetario e anche un’area dedicata alla storia naturale.

California Academy of Sciences museo green

Fonte: iStock – Ph: Rosangela Lima

L’ingresso della California Academy of Sciences

Progettato da Renzo Piano, può vantare un tetto completamente vegetale e anche il riutilizzo delle acque reflue per alimentare le piante che si trovano all’intero del complesso. Tra le altre cose, non viene utilizzata aria condizionata: bastano le finestre e le piante che mitigano il microclima. Per ultimo, ma non per importanza, sono presenti pannelli solari e tecnologie che trasformano i fulmini in energia e quasi tutte le sue strutture metalliche sono fatte in materiale riciclato.

Tra i musei più green del mondo non si può non nominare l’Opera House di Sydney. L’edificio ha infatti azzerato le proprie emissioni di carbonio diventando “carbon neutral”. Più nel dettaglio, il 24 settembre 2018 è stata premiata dall’Australian Government’s National Carbon Offset Standard (NCOS) per i risultati raggiunti nella riduzione delle emissioni di carbonio, con ben cinque anni di anticipo rispetto a quanto programmato.

Gli interventi si sono concentrati principalmente su due fronti: quello dei consumi elettrici e quello dei rifiuti. In ambito energetico sono stati ridotti i consumi del 75% con interventi volti alla sostituzione delle lampadine nella sala concerti con lampade LED e del 9% intervenendo sul preesistente sistema di raffreddamento. Senza dimenticare che i consumi di acqua ed energia vengono costantemente monitorati.

I musei più ecologici d’Italia

Non sono meno attenti i musei italiani che, giorno dopo giorno, diventano sempre più ecologici. È il caso del MUSE, il Museo delle Scienze situato a ovest del centro storico di Trento. Si tratta di un complesso di 11 blocchi che porta la firma di Renzo Piano e che vanta un sistema orientato alla filosofia green grazie allo sfruttamento di energia solare e geotermica tramite celle fotovoltaiche, pannelli solari e sonde a scambio termico.

Nella stessa direzione va anche la scelta di serbatoi per il recupero dell’acqua piovana, pannelli radianti a pavimento e lucernari comandati da sistemi domotici per garantire ventilazione e illuminazione naturali, risparmio d’acqua e riscaldamento ottimale. Per quanto riguarda i materiali, sono stati privilegiati quelli locali come la pietra Verdello e facilmente rinnovabili come il bambù per i pavimenti e il legno per le parti strutturali.

Molto interessante anche il Museo Salvatore Ferragamo a Firenze che ci dimostra che anche la moda può fare la sua parte in fatto di sostenibilità ambientale. Nel 2016 è stato premiato come primo museo aziendale Green d’Italia, ottenendo lo standard internazionale ISO 14064, legato alla rendicontazione delle emissioni di CO2 legate alle proprie attività.

Negli ultimi anni ha inoltre ottenuto numerose certificazioni riguardanti gli approcci sostenibili che ha adottato, ponendosi come obiettivo quello di affrontare i temi della sostenibilità attraverso la moda e l’arte.

Infine, vi consigliamo di fare un salto al Museo Explora di Roma, un museo no profit dedicato soprattutto ai bambini. Si tratta di un luogo che incoraggia il desiderio di apprendimento dei più piccoli grazie anche a delle esposizioni stimolanti e divertenti.

Inoltre, vi sono installati due impianti fotovoltaici che producono ogni anno 40mila kWh di elettricità pulita.

MUSE – Museo della Scienza ecosostenibile

Fonte: iStock – AnryMos

MUSE – Museo della Scienza, Trento
Categorie
crociere itinerari culturali Notizie Viaggi

Puoi scoprire il mondo in 5 mesi, a bordo di una nave

Il mondo che abitiamo è un luogo meraviglioso, è il custode di un patrimonio immenso fatto di natura, storia e cultura, di paesaggi mozzafiato, di arte e di tradizioni lontane tutte da scoprire. Lo sanno bene quelle persone che hanno fatto del viaggio una missione di vita, e che attraverso questo ogni giorno vanno alla scoperta del globo.

Oggi c’è un nuovo modo per farlo, inedito, sorprendente e unico, ed è quello che ci porta a scoprire il pianeta via mare, che attraversa 3 oceani e ben 41 Paesi. Si tratta di una crociera intercontinentale che promette di farci vivere l’avventura di una vita, un viaggio indimenticabile a bordo di una nave.

La compagnia di navi da crociere Regent Seven Seas Cruises ha infatti annunciato un nuovo itinerario, il più lungo della sua storia. Un’esperienza irripetibile chiamata The Sense of Adventure che condurrà gli avventurieri ai confini del mondo per 5 lunghi mesi. Chi vuole salire a bordo?

The Sense of Adventure: la crociera di una vita

Saranno 154 le notti da trascorrere a bordo della Seven Seas Mariner, la nave da crociera firmata Regent Seven Seas Cruises, le stesse che permetteranno di scoprire la bellezza del mondo che abitiamo e di spingerci dove non abbiamo mai osato farlo. I 77 porti di scalo, infatti, permetteranno di esplorare ben 41 paesi, mentre la lunghissima navigazione farà conoscere agli ospiti della nave le meravigliose acque di 3 oceani.

Tutti sono invitati a prenotare un posto su quella che sarà la crociera più lunga ed entusiasmante della compagnia, che salperà nel mese di gennaio del 2026. A bordo di questa sarà possibile scoprire l’America, il Pacifico Meridionale, l’Australia, l’Asia, l’Africa e l’Europa.

Tra i luoghi più suggestivi di questo viaggio intercontinentale ci sono anche le isole di Lifou e Maré, nell’arcipelago della Nuova Caledonia nel Pacifico meridionale e l’isola di Sumba, in Indonesia. Paradisi terrestri, questi, che si alterneranno a città d’arte, metropoli, isole e arcipelaghi e luoghi iconici che mai fino a questo momento abbiamo potuto ammirare con un solo viaggio.

Trascorrere 5 mesi in crociera: tutti i dettagli

Con i 154 giorni di navigazione, la crociera permetterà ai viaggiatori di vivere viaggiando per 5 mesi, un periodo di tempo che consentirà di esplorare molte delle bellezze naturalistiche, artistiche e culturali del mondo ancora sconosciute. Un’opportunità, questa, sicuramente imperdibile per tutti gli smart worker e i nomadi digitali che potranno vivere l’esperienza di una vita senza rinunciare a lavorare.

Ma cosa succederà a bordo della nave? Quello che sappiamo al momento è che la Seven Seas Mariner offrirà oltre 400 escursioni gratuite per permettere agli ospiti esplorare le destinazioni e di perdersi e immergersi totalmente queste. Il viaggio, inoltre, prevede anche 16 pernottamenti a terra in alcuni Paesi come Bora Bora, Darwin e Namibia.

La partenza è prevista il 10 gennaio del 2026 da Miami, in Florida. Le prenotazioni, invece, saranno aperte a partire dal 22 marzo del 2023. Ma quanto costa vivere per 5 mesi su una nave di lusso? Il costo, a persona, parte da 94.999 dollari, circa 89000 euro, ma per viaggiare intorno al mondo, forse, ne vale davvero la pena.

Categorie
castelli itinerari culturali lusso Notizie patrimonio dell'umanità Veneto Viaggi ville

Ville, castelli e dimore: un itinerario da sogno

È un patrimonio dallo straordinario valore culturale e architettonico quello che custodisce il Veneto, plasmato da eleganti dimore, sontuose ville e notevoli castelli.

Oggi, dall’incontro dei proprietari di Ville Venete, Castelli e Dimore storiche, è nato il progetto turistico, unico al mondo, VilleCastelliDimore che offre ospitalità ed esperienze autentiche nel solco
della storia.

VilleCastelliDimore, una ricca offerta turistica ed esperienziale

La civiltà delle Ville Venete è un mondo tutto da scoprire” ha dichiarato l’assessore al turismo della Regione del Veneto Federico Canerperno attorno a cui una volta ruotava l’intero sistema sociale ed economico della Serenissima in terra ferma.
Sono simboli di arte, cultura ma anche di un virtuoso sistema che risulta straordinario per attrarre il turismo in luoghi che sono un grande tesoro della nostra terra. In un contesto di grande offerta, da quella vitivinicola all’esperienziale, attorniati da capolavori creati da architetti del calibro di Palladio e con opere di artisti come Veronese o Tiepolo.
Il progetto VilleCastelliDimore riunisce insieme eccellenze che sono autentici gioielli per offrire l’occasione di scoprire la grande ricchezza del territorio, The Land of Venice, compreso tra mare e laguna, colline e montagne, laghi e città d’arte”.

VilleCastelliDimore oggi si presenta al pubblico grazie a un portale dedicato dove è possibile conoscere la ricca offerta turistica ed esperienziale del gruppo di dimore e prenotare il proprio soggiorno per una vacanza all’insegna della bellezza, del relax, dell’enogastronomia e scegliere tra molteplici attività proposte come, ad esempio, assaggiare un vino d’eccellenza, la cui produzione risale a 1000 anni fa, comodamente seduti in splendide terrazze che si affacciano sui paesaggi UNESCO del Veneto.
Oppure passeggiare tra le splendide sale affrescate, accompagnati nella visita dal proprietario stesso, spesso discendente delle antiche famiglie patrizie della Serenissima.

Ma non è tutto: il portale accoglie anche i singoli desideri del visitatore, che possono spaziare dagli affitti in esclusiva per vivere momenti indimenticabili come matrimoni e cerimonie fino ad arrivare a eventi aziendali, team building e shooting.

Insomma, soggiorni, vacanze, arte, natura, cultura ed esperienze che spaziano dall’arte al relax, alle degustazioni di vini e prodotti del territorio per arrivare alle location più prestigiose per eventi grandiosi.

VilleCastelliDimore: “Esistiamo da sempre. È tempo di conoscerci”.

Il progetto d’eccellenza raccoglie 31 location di pregio a comporre una miriade di offerte turistiche che spaziano dal Delta del Po alle Dolomiti, dal Lago di Garda fino alla Riviera del Brenta, passando per i Colli Berici ed Euganei, fino alle Colline del Prosecco.

Le Dimore prescelte sono custodi di luoghi segreti, leggende di famiglia e racconti che si tramandano di generazione in generazione: durante la visita, infatti, potrete conoscere racconti di vita vissuta legati alle famiglie nobiliari che risalgono anche a mille anni fa.
O, ancora, antichi roseti, giardini segreti e leggende ricche di fascino e mistero.

Ecco alcune delle location esclusive da ammirare grazie a VilleCastelliDimore:

  • Serra di Villa Alpago-Novello a Frontin di Trichiana
  • Castello di Roncade nel silenzio della campagna veneta, ad appena mezz’ora di auto da Venezia
  • Villa Guerriera Rizzardi nel cuore di Bardolino
  • Parco Frasanelle gioiello sui Colli Euganei con villa cinquecentesca e la Grotta degli Innamorati
  • Villa Valmarana ai Nani a pochi minuti dal centro storico di Vicenza
  • Castello di San Salvatore nel cuore delle Colline del Prosecco
  • Villa Roberti a Brugine
  • Castello di San Pelagio a Due Carrare, Padova
  • Complesso di Valsanzibio a Galzignano Terme
  • Villa San Liberale a Feltre (Belluno)
  • Tenuta Ca’ Zen poco distante dal Parco del Delta del Po
  • Castello del Catajo a Battaglia Terme
  • Castelbrando a soli 50 minuti di auto da Venezia
  • Castello di Thiene tra Vicenza e Bassano del Grappa
  • Villa Tiepolo Passi alle porte di Treviso
  • Villa di Modolo a Belluno
  • Villa Stecchini a Romano D’Ezzelino
  • Tenuta Rechsteiner a Ponte di Piave
  • Villa Della Torre a pochi passi da Verona e dalle rive del Lago di Garda
  • Villa di Montruglio a Barbarano Mossano
  • Villa Foscarini Rossi sulle rive del Fiume Brenta, appena fuori dal centro storico di Padova
  • Palazzo Cortevigodarzere, a Padova
Categorie
Idee di Viaggio itinerari culturali Viaggi

Valparaìso: la città che sembra una galleria en plein air

Ci sono dei luoghi in cui l’arte e la cultura attirano l’interesse dei turisti, altri invece si fanno apprezzare per la bellezza della natura incontaminata, poi ci sono quei luoghi che si fanno amare senza un motivo razionale. Ciò che attira e li rende unici è inspiegabile, hanno in sé qualcosa di vibrante e vivace a cui è impossibile non cedere. Valparaiso con il suo mix di vecchio e nuovo a metà tra colline addormentate e un porto florido è una di quelle città nel mondo che si fa apprezzare dal primo momento. La città cilena, riesce ad esprimere in pieno la sua anima eclettica attraverso i murales che adornano i palazzi e che l’hanno trasformata in una galleria a cielo aperto, pronta a stupire il visitatore ad ogni angolo.

La città patrimonio dell’Unesco amata da Neruda

Una delle città più belle del Cile, Valparaiso viene considerata un vero e proprio gioiello all’interno del pacifico, tanto che nel 2003 il centro storico è stato considerato Patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Inoltre, la città è stata una delle più amate da Pablo Neruda, che vi ha abitato per alcuni anni, tanto che la sua residenza “La Sebastiana” oggi è diventato un museo.

Un murales pittoresco di Valparaiso

Fonte: 123RF

Uno dei tanti murales di Valparaiso

Il suo stile colorato, quasi bohémien esce allo scoperto attraverso i suoi bellissimi murales. Proprio i disegni che campeggiano sui palazzi, ne hanno fatto la capitale della street art in Sud America. Valpo, come viene chiamata affettuosamente dagli abitanti del posto è riuscita a coniugare l’arte e la voglia di comunicare messaggi importanti. Molti dei murales che ricoprono le facciate di interi edifici, rendono unico uno scorcio o portano alla luce un vicolo nascosto, non sono semplicemente “bei disegni”. Sono un vero e proprio veicolo di cultura che riescono a tramandare la storia locale e messaggi politici importanti.

I murales più belli della città

La passione di Valparaiso per i murales risale agli anni Novanta quando uno dei colli che caratterizza la città, il Cerro Bellavista, è diventato un autentico museo a cielo aperto. Nel corso degli anni l’interesse di artisti di fama mondiale si è accresciuta sempre di più e ancora oggi si possono ammirare le loro opere tra le vie della città. Ad esempio a Cerro Alegre e Cerro Conception, Inti, uno degli street artist più famosi a livello internazionale ha reso unici i palazzi posizionati in strade tortuose con le sue opere audaci che si focalizzano sulla cultura indigena.

Uno dei principali murales di Valparaiso

Fonte: 123RF

Il murales “La Mamie de Valparaiso”

Un altro murale famoso, poi, si trova vicino alla Templeman Street ed è diventato un simbolo unico della street art di Valpo. Infatti qui campeggia una piccola scalinata dipinta da un collettivo britannico, su cui è possibile leggere la scritta “We Are Happy Not Hippies”. Anche a Concepción Hill è possibile ammirare una di queste attrazioni, una scalinata, i cui gradini rappresentano i tasti di un pianoforte realizzato dall’artista e musicista Chino Atonal.

Tra le opere più belle e cariche di significato c’è “La Mamie de Valparaiso” ad Allegre Hill. Il disegno rappresenta una nonna che posizionata all’angolo di una casa, simbolicamente veglia sulla città. Queste sono soltanto alcuni dei capolavori che rendono Valpo, un incredibile paradiso, come suggerisce il suo stesso nome, di arte e cultura.

Categorie
eventi itinerari culturali mostre Notizie Perugia Umbria Viaggi

È l’anno di Perugia, e vi sveliamo il perché

Perugia, città Best in Travel 2023 di Lonely Planet, gioiello architettonico dove si respira arte e storia a ogni passo nonché vivace polo culturale, è una delle mete da inserire nella lista delle vacanze in ogni momento.

Ma, per il 2023, c’è una ragione in più: dal 4 marzo all’11 giugno, in occasione del V centenario della sua morte, la Galleria Nazionale dell’Umbria celebra con una grande mostra Pietro Vannucci (1450 ca.-1523), detto Perugino, il più importante pittore attivo negli ultimi due decenni del Quattrocento.

“Il meglio maestro d’Italia”. Perugino nel suo tempo

La mostra Il meglio maestro d’Italia”. Perugino nel suo tempo, curata da Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria, e Veruska Picchiarelli, conservatrice del museo, è l’evento di punta delle celebrazioni del centenario del Maestro, assoluto protagonista del Rinascimento.

Il progetto espositivo, che consta di una settantina di opere, propone dipinti del Perugino antecedenti al 1504, l’anno in cui lavorava a due commissioni che segnano il punto più alto della sua straordinaria carriera: la “Lotta fra Amore e Castità“, ora al Louvre di Parigi, e soprattutto lo “Sposalizio della Vergine per la cappella del Santo Anello del Duomo di Perugia, oggi al Musée des Beaux-Arts di Caen (Francia).

La mostra riflette, nella maniera più completa possibile, i passaggi fondamentali del suo percorso artistico: dalle prime collaborazioni nella bottega di Andrea del Verrocchio alle imprese fiorentine che fecero la sua fortuna (come ad esempio le tre tavole già in San Giusto alle Mura, oggi nelle Gallerie degli Uffizi, o la Pala di San Domenico a Fiesole); dagli straordinari ritratti alle monumentali pale d’altare, quali il Trittico Galitzin, ora alla National Gallery di Washington, e il Polittico della Certosa di Pavia, in gran parte alla National Gallery di Londra e ricomposto per l’occasione in via del tutto eccezionale.

I luoghi di Pietro Vannucci a Perugia

Pietro Vannucci detto Perugino, di fama internazionale già a i suoi tempi, è senza dubbio il rappresentante più illustre della pittura umbra.

Nato a Città della Pieve, visse a lungo a Perugia dove ebbe bottega e realizzò alcune delle opere più grandiose: visitare la città nel 2023, oltre alla Mostra a lui dedicata, può essere l’occasione per andare alla scoperta dei luoghi che ne portano tuttora la fulgida impronta.

Su Corso Vannucci, a lui intitolato, il Nobile Collegio del Cambio (antica sede dei cambiavalute) ospita, presso la Sala delle Udienze, i pregevoli affreschi del Maestro che ricevette l’incarico ufficiale di dipingere la Sala nel 1499: partendo dalla volta, eseguì “Allegoria della Fortuna” con il “Trionfo di Apollo” e i pianeti accompagnati dai segni dello Zodiaco.
Lungo le pareti, dipinse il “Trionfo delle Virtù” con la rappresentazione delle quattro Virtù Cardinali e le Tre Teologali, queste ultime accompagnate dalla “Natività” e “Trasfigurazione” di Gesù e da “L’Eterno con Profeti e Sibille”.

A destra dell’ingresso, “Catone Uticense” introduce il ciclo di affreschi e vi è anche un quadretto en trompe-l’œil con l’autoritratto del Perugino.

Ancora in Corso Vannucci, la Galleria Nazionale dell’Umbria custodisce la più vasta collezione al mondo delle opere dipinte dall’artista rinascimentale e dai suoi seguaci mentre Palazzo Baldeschi al Corso conserva l’olio su tela “San Girolamo penitente” e l’olio su tavola “Madonna con Bambino e due cherubini”.

In Piazza Raffaello, la Cappella di San Severo si fregia dell’affresco “Trinità e santi” commissionato in origine a Raffaello nel 1505 dai monaci camaldolesi; egli, dopo aver realizzato una Trinità, dal 1508 è impegnato a Roma e non porta a termine l’opera.
Dopo la sua morte nel 1520, viene chiamato il Perugino a completare l’affresco e lo fa dipingendo sei santi legati all’ordine benedettino: San Girolamo, San Giovanni Evangelista, Santa Marta, San Gregorio Magno, San Bonifacio e Santa Scolastica.

Presso il Monastero di Sant’Agnese, in Via Sant’Agnese, spicca l’opera “Madonna delle Grazie tra due committenti” eseguita per il monastero delle clarisse di Sant’Agnese, comunità di clausura tuttora attiva, mentre la Chiesa di Sant’Agostino, in Piazza Domenico Lupatelli, preserva le copie dello smembrato “Polittico di Sant’Agostino”, le cui tavole originali vennero disperse durante le spoliazioni napoleoniche e oggi si trovano in vari musei del mondo.

Infine, uno sguardo all’Abbazia di San Pietro in Borgo XX Giugno: qui, il museo del monastero ospita “San Mauro, Santa Scolastica, San Pietro Vincioli, Sant’Ercolano e San Costanzo, tavolette appartenenti alla predella che era parte della grande macchina d’altare della chiesa di San Pietro.

Categorie
Idee di Viaggio itinerari culturali metropoli Viaggi

Chaco Canyon, una delle prime metropoli della storia

Il mondo d’oggi è costellato di metropoli che sono una più intrigante dell’altra, ovvero quelle città che nell’accezione moderna hanno notevoli dimensioni, specie se caratterizzata da una dinamica vita sociale, economica, culturale. Ma quale è stata la prima in assoluto?

Le opinioni degli esperti su questo argomento sono un po’ dibattute. C’è chi ritiene che sia stata Roma antica che superò il milione di abitanti. Ci sono altrettanti studiosi che sostengono che la prima metropoli della storia fu Catalhoyuk, in Turchia, che risale a 9500 anni fa. Poi ci sono gli esperti che invece sono convinti che Alessandria d’Egitto fu la prima metropoli cosmopolita al mondo. E poi ancora dei conoscitori che dichiarano che ad esserlo sia stato Chaco Canyon, nel Nord America, ed è proprio di quest’ultimo che vi vogliamo parlare.

Un po’ di storia su Chaco Canyon

Chaco Canyon è forse il più importante mistero archeologico del Nord America ed ed è legato alla storia degli Anasazi, una civiltà nativa che ha lasciato moltissime tracce prima di scomparire completamente. Oggi è un prestigioso sito archeologico che si trova negli Stati Uniti, e precisamente a Four Corners County, l’unico punto dove si incontrano quattro Stati del Nord America: il New Mexico, l’Arizona, il Colorado e lo Utah.

Attualmente è una zona arida e abbandonata, ma fino circa 800 anni fa era fertile e abitata da questa popolazione che visse tra il VII secolo e la fine del XIII secolo. Anche se a dire la verità vi sono tracce dei loro antenati risalenti al 1500 a.C., ma questa vera e propria civiltà si sviluppò propriamente nel X secolo.

Un’area che, nel 1250, venne in gran parte abbandonata, anche se un recente studio ha stabilito che questa tribù nativa, come successe per i Maya, non sopravvisse alla siccità causata dal riscaldamento globale, finendo per estinguersi. Altrettanti studiosi sostengono che la violenza e la guerra hanno spinto questa popolazione al cannibalismo: sono stati ritrovati corpi smembrati. Insomma, quel che è certo è che l’origine e il declino di questa popolazione è ancora in discussione.

Il Chaco Canyon oggi

Il Chaco Canyon oggi è una raccolta di quasi 3.600 siti archeologici e anche un monumento nazionale americano divenuto poi National Historical Park. Classificato persino patrimonio mondiale dell’UNESCO, è il più importante sito archeologico precolombiano del Messico settentrionale .

Molte delle costruzioni presenti sono allineate secondo i cicli solare e lunare, il che indica un certo grado di avanzamento di questa civiltà per le osservazioni astronomiche e l’architettura. Sfortunatamente, però, i siti culturali sono fragili e il rischio di erosione causato dai turisti ha portato, per esempio, alla chiusura al pubblico di Fajada Butte, una collina che, nonostante non ci sia una fonte d’acqua, conserva rovine di piccole abitazioni rupestri.

I luoghi del Cacho Canyon sono considerati sacri da tempo immemore e si trovano tra il Canyon Centrale, che contiene i più grandi complessi di questo sito, e gli Esterni dove sorgono alcune delle più interessanti Grandi Case.

Le Grandi Case sono degli enormi complessi che rappresentavano il fulcro dello stile architetturale e religioso del popolo. Molti complessi del Chaco Canyon possiedono una media di 200 case ognuno, con punte di 700. Dimore ben progettate e che spesso raggiungevano i quattro o cinque livelli. C’erano poi le strutture religiose, note come kiva, che venivano costruite in proporzione al numero delle abitazioni di un pueblo (termine con cui i primi esploratori spagnoli identificavano lo stile di vita degli Anasazi).

Decisamente interessante è il complesso del Pueblo Bonito (“Bel Villaggio”) che copre quasi 8000 m², include 650 case ed è la più spaziosa delle Grandi Case.

In sostanza, il Chaco Canyon con i suoi enormi edifici e la sua dimensione metropolitana ha attirato per decenni le curiosità della comunità scientifica. Per questo in molti si chiedono come hanno fatto le popolazioni a superare i vari ostacoli naturali e a trasportare i materiali necessari alla costruzione della città. Stando alle recenti rivelazioni di alcuni esperti provenienti dalla Colorado University, avrebbero utilizzato delle ingegnose cinghie legate al cranio.

Categorie
itinerari culturali panorami Posti incredibili Viaggi

Sembra un quadro, ma il paesaggio è stato dipinto da Madre Natura

Esistono dei luoghi che sono così belli da non sembrare reali. Posti che si aprono davanti allo sguardo incredulo degli avventurieri che osano spingersi fino ai confini del mondo e che incantano per la loro immensa bellezza, che non si possono descrivere, ma solo vivere.

E oggi è proprio di un posto così che vogliamo parlarvi, di un capolavoro naturalistico che non conosce uguali. Di un paesaggio che sembra un quadro, ma che in realtà è stato dipinto da Madre Natura. Benvenuti a Landmannalaugar.

Landmannalaugar, il paradiso naturale dei colori

Il nostro viaggio di oggi ci conduce al cospetto di un territorio incontaminato e sconfinato che da sempre popola le travel wish list di tutti gli avventurieri del mondo. Stiamo parlando dell’Islanda, quell’isola caratterizzata da paesaggi che lasciano senza fiato, che inebriano la vista e stordiscono i sensi. Vulcani, geyser, terme e campi di lava si alternano a parchi nazionali e imponenti ghiacciai creando visioni di immensa bellezza.

Ed è proprio dentro una visione, surreale e mozzafiato, che oggi vogliamo portarvi. Un territorio montuoso situato nel sud dell’isola, e nei pressi del vulcano Hekla, caratterizzato da formazioni geologiche uniche che per forme, lineamenti e colori restituiscono la sensazione di trovarti davanti a un capolavoro d’arte.

Ci troviamo a Landmannalaugar, all’interno della Fjallabak Nature Reserve, la riserva dei meravigliosi altopiani islandesi che è diventata meta imprescindibile di tutti i viaggiatori che arrivano nel Paese, e il motivo è facilmente intuibile. Qui, infatti, su ampie distese di lava che si alternano a sorgenti di acqua calda, si snodano tutta una serie di montagne di riolite multicolor che creano uno scenario davvero unico al mondo. Sembra di trovarsi davanti a un quadro, ma in realtà questo paesaggio è stato dipinto da Madre Natura, ed è bellissimo.

Landmannalaugar, paradiso terrestre e colorato in Islanda

Fonte: 123rf

Landmannalaugar, paradiso terrestre e colorato in Islanda

Il quadro islandese dipinto da Madre Natura

Partendo da Hella, la cittadina islandese celebre per gli avvistamenti dell’aurora boreale, è possibile raggiungere Landmannalaugar in automobile, percorrendo la pista F26, o in autobus. Arrivati qui i viaggiatori possono ammirare quello che è uno dei più grandi e spettacolari capolavori visivi della natura.

Le montagne di riolite che si snodano sull’altopiano lavico di Laugahraun, infatti, sono caratterizzate da tinte e sfumature incredibili che brillano al sole e si infiammano al tramonto. Sono rosse e arancioni, azzurre, verdi e gialle, sono spettacolari e creano un paesaggio multicolor che sembra essere stato creato dalle pennellate di un pittore.

Nel Landmannalaugar è presente un centro assistenza, aperto solo durante il periodo estivo, e un rifugio che può ospitare fino a un massimo di 78 persone, e che si configura come il punto di partenza perfetto per andare alla scoperta di tutte i paesaggi sconfinati e incantati che si snodano nelle Highlands islandesi.

Una volta arrivati fin qui il consiglio è quello di immergersi in questo quadro e di esplorarlo seguendo uno dei numerosi itinerari escursionistici che conducono alla scoperta degli altopiani dell’Islanda. Fermatevi a osservare il paesaggio e tutti i suoi scorci: da qui la vista è mozzafiato.

Landmannalaugar, il paesaggio dipinto da Madre Natura

Fonte: iStock

Landmannalaugar, il paesaggio dipinto da Madre Natura