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Sembra dipinto da un pittore. E invece questo lago rosa è reale

Ci mettiamo in viaggio per tantissimi motivi, spesso lo facciamo per toccare con mano tutti quei capolavori di inestimabile bellezza che portano la firma di Madre Natura. Foreste incantate, boschi lussureggianti, mare cristallino e spiagge multicolor che brillano al sole: queste sono solo alcune delle destinazioni più affascinanti che ci invitano a esplorare il mondo in lungo e in largo, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni.

Alcuni luoghi poi, resi celebri dalle fotografie strabilianti degli avventurieri, sono diventati delle vere e proprie attrazioni turistiche e il motivo non ci sorprende. Alcuni paesaggi, infatti, sono così belli da non sembrare veri, e invece sono reali e per questo ancora più straordinari.

Ne è un esempio Sivaš, un gruppo di baie e lagune di dimensioni piuttosto importanti che divide la Crimea dall’Ucraina e che è situato a ovest del Mar d’Azov. Le fotografie che lo ritraggono mostrano una bellezza ipnotica, un luogo incantato che non appartiene a questo mondo. Sivaš, infatti, sembra dipinto da un pittore, e invece questo lago rosa è reale e tutto da scoprire.

Lo specchio d’acqua dalle intense sfumature di rosa

Non è la prima volta che ci troviamo davanti a luoghi che rubano dalle palette cromatiche più intense i loro colori creando così spettacoli mozzafiato. L’abbiamo visto con le montagne arcobaleno, con le spiagge rosa e nere e con le fioriture multicolor. Anche se la scienza ha spiegato ampiamente questi fenomeni, la visione da loro restituita è resta sempre magica e merita di essere vissuta almeno una volta nella vita.

Tra i luoghi più incredibili del mondo troviamo anche il Lago Sivaš, che fa parte di un gruppo di baie e di lagune che si estendono nei pressi nel Mar d’Azov e che occupano una superficie di oltre 2.000 chilometri quadrati. Proprio qui, tra acque ferme e stagnanti, è possibile scorgere un bacino dalle sfumature intense ed evocative.

La peculiarità di queste acque, infatti, è data proprio dalle tonalità rosa che assumono in alcuni punti sfumature cangianti che virano verso il rosso vermiglio e il magenta. Un’incantesimo, a prima vista, che però è spiegato dalla presenza dell’alga Dunaliella che vive sui fondali e prolifera proprio grazie all’alta concentrazione salina.

Quando visitare il lago magico

Il Lago Sivaš è diventato col tempo una meta molto ambita soprattutto tra gli amanti della natura e gli appassionati di fotografia. Vedendo il paesaggio nella sua intera totalità, infatti, non si può che rimanere incantati dalla sua bellezza. Inoltre, durante i periodi estivi la magia si intensifica: l’acqua evapora, facendo emergere così parti di superficie che trasformano il paesaggio in un deserto salino.

La visione, nel suo insieme, è sicuramente suggestiva. Ma se avete intenzione di visitare questo luogo in estate dovete prepararvi anche a una sorpresa non troppo gradita. Durante l’evaporazione, infatti, l’alga si riproduce più velocemente raggiungendo la sua massima diffusione e donando quindi al bacino sfumature ancora più intense. Se da una parte l’effetto visivo è strabiliante, dall’altra questo fenomeno porta con sé un odore sulfureo, molto pungente e a tratti sgradevole.

Non è di certo un caso se il nome del lago, che proviene dal tataro, vuol dire proprio “Acqua marcia”. Il caratteristico odore, anche se forte, non toglie comunque niente a quello che è uno spettacolo naturale grandioso che merita di essere contemplato.

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L’incredibile storia di Ladonia, la micronazione disabitata

Niente sanguinose guerre o scissioni studiate a tavolino: dietro questa micronazione c’è il progetto di un artista che non voleva separarsi dalle sue splendide opere. Ladonia vanta una storia incredibile, di quelle che si sentono solo una volta nella vita, e vale la pena scoprirla – per poi magari programmare un viaggio e visitare questo piccolo gioiello.

Ladonia, la nascita di una micronazione

Siamo negli anni ’80, nel cuore di un luogo magico: la riserva naturale di Kullaberg. Quest’ultima è un’oasi incontaminata situata su una propaggine della Svezia meridionale che si affaccia sullo stretto di Kattegat, un posto impervio e difficile da raggiungere. Proprio qui, con una splendida vista sul mare, l’artista svedese Lars Vilks decide di dare sfogo al suo estro e mettere in cantiere due opere meravigliose. Nasce così dapprima Nimis, una scultura composta da ben 75 tonnellate di legna, e poco dopo Arx, una “fortezza” realizzata interamente in pietra.

Per ben due anni, nessuno si accorge della loro esistenza: sono perfettamente nascoste nella natura rigogliosa del parco, e di sicuro non creano alcun problema. Quando però vengono scoperte, nasce la polemica. Secondo le autorità locali, le sculture sarebbero da considerarsi degli edifici a tutti gli effetti, e all’interno della riserva è tassativamente vietata la costruzione di edifici. Viene così richiesta la loro demolizione, ma Lars Vilks non ci sta: fa ricorso più volte contro la decisione del consiglio, perdendo ripetutamente. E per questo motivo decide di agire in maniera sorprendente, proclamando la micronazione di Ladonia nel 1996.

Nel corso degli anni, intanto, accade davvero di tutto. Dalla creazione di una nuova opera d’arte, che viene poi smantellata (al suo posto sorge oggi un monumento molto più piccolo), all’acquisto di Nimis da parte dell’artista Christo, nel tentativo di proteggere la scultura da ulteriori decisioni di smantellamento. Scultura che, tra l’altro, ha ormai superato le 100 tonnellate di legna utilizzate per il suo ampliamento. Non mancano atti vandalici quali incendi e incisioni sulla pietra per rovinare il lavoro di Vilks. Ma Ladonia esiste, e ancora oggi rappresenta una minuscola enclave della Svezia che attira curiosi da ogni parte del mondo.

Cosa sapere su Ladonia

Oltre alla sua storia decisamente bizzarra, Ladonia cela molte curiosità. A partire dal suo nome: secondo la mitologia, la micronazione sorgerebbe proprio nel punto in cui venne trasferito il prezioso albero di mele d’oro ricevuto in regalo da Era per le sue nozze con Zeus. A difesa della pianta, la dea mise il drago Ladone, straordinaria creatura dalle cento teste, che venne però ucciso da Eracle nel tentativo di impadronirsi delle mele. Insomma, le radici di questo posto ne confermano ancora una volta l’atmosfera magica. Naturalmente, con il passare del tempo la micronazione è diventata tale a tutti gli effetti, dotandosi di una moneta propria (chiamata Ortug) e adottando il latino come lingua.

E per quanto riguarda la popolazione? Nata senza cittadini, Ladonia è rimasta disabitata per tutto questo tempo. D’altra parte non è facile raggiungerla, né vi sono case, negozi o strade, segni di civiltà indispensabili oggigiorno per poter sopravvivere. Eppure, ufficialmente la micronazione conta una popolazione di oltre 27mila persone, ladoniani che abitano in più di 50 Paesi diversi, pur sentendosi di appartenere anche ad un luogo così speciale. Vi è persino una Regina, che viene eletta democraticamente e regna per tutta la sua vita. La prima è stata Ywonne I, che si destituì nel 2013; ad essa fece seguito Carolyn I, che è ancora in carica.

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L’ultima opera di Saype è un affresco monumentale ai piedi del Monte Bianco

C’è qualcosa di straordinario, inedito e sensazionale che sta succedendo in uno dei luoghi più affascinanti del BelPaese, in quella che è una delle destinazioni più raggiunte e celebrate da tutti gli amanti della natura e dei paesaggi montuosi. Sì perché qui, ai piedi del maestoso Monte Bianco è stato creato un affresco monumentale che porta la firma inconfondibile dell’artista contemporaneo Saype.

Land art e street art si uniscono e si fondono, fino a prendere vita all’unisono, grazie alla maestria di uno degli artisti più apprezzati del nostro secolo, quello che da anni incanta e sorprende con i suoi capolavori effimeri e al contempo indimenticabili.

L’ultima opera di Saype è un omaggio alla grande bellezza del BelPaese: un affresco dalle dimensioni stratosferiche è stato donato alla montagna più alta d’Europa e che sarà visibile, per poco tempo, dalle cabine della funivia Skyway.

L’affresco monumentale ai piedi del Monte Bianco

Il suo nome è “Une Grande Dame” ed è l’ultimo capolavoro di Saype. Si tratta di un’opera effimera e straordinaria che misura oltre 2.000 metri quadrati e che restituisce il suo profilo più bello dall’alto. Per contemplarla in tutta la sua bellezza, infatti, il consiglio è quello di salire a bordo delle cabine di Skyway. Un’esperienza, questa, che da sola vale l’intero viaggio, dato che la funivia permette di raggiungere il punto più alto d’Italia regalando la sensazione di poter sfiorare il cielo con un dito.

Dalle cabine la vista è mozzafiato: i confini si allargano e si espandono fino ad annullarsi, mentre lo sguardo si perde tra i paesaggi incontaminati del Monte Bianco e delle vette circostanti come il Cervino, il Monte Rosa, il Gran Paradiso e il Grand Combin.

Un’esperienza visiva, questa, che non conosce eguali e che si arricchisce oggi, e per poco tempo, di un’altra splendida visione che porta la firma di Saype. “Une Grande Dame”, infatti, è un’opera effimera, destinata a scomparire col tempo, ma a diventare parte integrante del Monte Bianco.

L’affresco è stato realizzato con materiali biodegradabili, quali gesso, carbone e caseina, sull’erba ai piedi della montagna, e più precisamente tra i pascoli di Pavillon, a a 2.300 metri di quota. La posizione rende quest’opera la più alta mai realizzata dall’artista.

Une Grande Dame: quando e come vedere l’ultima opera di Saype

“Une Grande Dame” raffigura due donne, una signora anziana e una bambina, entrambe intente a contemplare la natura, magnifica e immensa, bella e pura. Un messaggio, quello lanciato dall’artista, che celebra il passaggio di testimone tra generazioni con la speranza di un futuro migliore e che è al contempo un monito e un invito a prendersi cura del patrimonio naturalistico che ci appartiene, così potente e fragile.

L’affresco di Saype resterà sui pascoli alpini per circa tre settimane, o comunque fino a quando la vegetazione del territorio non crescerà, fino a far scomparire le figure che saranno, naturalmente, inglobate e conservate per sempre nel cuore della montagna.

Ammirare “Une Grande Dame” in tutta la sua bellezza è possibile dalle cabine della funivia Skyway. Una volta saliti in cima aguzzate bene la vista: la visione dell’affresco è magica.

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Legro, il paese dipinto sulle sponde di un lago italiano

In provincia di Novara, e più precisamente nella spettacolare cornice di Orta San Giulio, sorge la minuta ma coloratissima frazione di Legro che incanta i suoi visitatori con i tanti murales che sfoggia sulle sue minute viette.

Affacciato sulle placide ed eccezionali acque del Lago d’Orta, è conosciuto con il soprannome di “Legro, il paese dipinto” e fa parte, da più di 20 anni, del circuito nazionale dei “I Paesi Dipinti” che raggruppa in tutta Italia oltre 200 località coi muri affrescati da artisti di fama nazionale e non.

Legro, informazioni utili

Visitare Legro vuol dire mettere piede in un angolo del nostro Paese dai profili fiabeschi. Con i suoi circa 400 abitanti, prende vita sulle colline cusiane del Lago d’Orta che portano verso il Mottarone. Se fino a qualche tempo fa era un luogo pressoché sconosciuto, oggi è un vero e proprio museo a cielo aperto per via degli affreschi dipinti sui muri delle sue case, interessanti opere uscite dalle mani e dall’estro di artisti italiani, europei e persino degli alunni del liceo artistico di Omegna.

Ciò che distingue Legro dai vari Paesi Dipinti presenti sul nostro territorio è proprio quello che raccontano le sue case: raffigurano importanti pellicole cinematografiche girate sulle sponde del Lago e i versi delle opere del poeta conterraneo Gianni Rodari. Farci una gita permette perciò di rivivere le scene di famosi film del cinema italiano mentre ci si appropria delle parole dell’unico scrittore proveniente dal Belpaese ad aver vinto il Premio Hans Christian Andersen.

Il borgo del cinema

Legro è un borgo minuscolo ma che consente di fare una vera e propria immersione, grazie ai tanti affreschi e alle numerose istallazioni artistiche, nel mondo del cinema made in Italy.

Un itinerario che conduce, grandi e piccini, alla riscoperta o alla conoscenza per la prima volta di pellicole che hanno fatto la storia del cinema del nostro Paese. Non sono film qualsiasi, ma lungometraggi che come set cinematografico hanno scelto proprio le terre del Lago d’Orta.

Passeggiando con il naso all’insù si ha perciò modo di ammirare volti particolarmente noti come quelli di Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Gianni Morandi, Silvana Mangano, Catherine Spaak e molti altri ancora.

Basta svoltare un angolo ed ecco che ci si ritrova al cospetto di scene di film storici come: “L’Amante Segreta – 1941”, “Riso Amaro – 1949”, “Una Spina nel Cuore – 1986”, “La Voglia di Vincere – 1987”, “La Spia del Lago – 1950”, “Il Balordo – 1978 ” , “I Racconti Del Maresciallo – 1968 – ”, “La Maestrina- 1942”, “Il Piatto Piange – 1974”,“Addio alle Armi – 1957”.

Tra gli affreschi più importanti ed apprezzati c’è quello dedicato a “Riso amaro”, un film del 1949 di Giuseppe De Santis con Silvana Mangano e Vittorio Gassman, ambientato nella pianura vercellese e lungo le rive del Po. Un paesino davvero da sogno il cui filo conduttore, dal 1998, è “Il cinema messo a muro“.

Come arrivare a Legro

Il borgo dipinto di Legro è perfetto per una gita in giornata: basta davvero poco tempo per inebriarsi del cinema che si trova sui suoi muri. Per arrivarci occorre percorre la Strada Statale 229 e svoltare a sinistra, dove compare il cartello marrone, Legro paese dipinto.

È possibile giungervi anche in treno: in questo caso la stazione ferroviaria più vicina è quella di Orta-Miasino.

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Questo ristorante storico è stato trasformato in un museo

Organizzare un viaggio in Spagna è sempre un’ottima idea, in ogni periodo dell’anno e in ogni stagione. Lo è perché il Paese intero ospita un patrimonio culturale, artistico e naturale di immensa bellezza che varia e si differenzia a ogni chilometro percorso. Le cose da fare e da vedere qui sono tantissime, e non basta certo un solo viaggio per scoprirle tutte.

Dalla capitale Madrid, che ospita il Palazzo Reale e il Museo del Prado, a Barcellona, dove è possibile ammirare le suggestive opere di Antoni Gaudí, passando per Segovia e per il suo castello medievale e perdendosi tra i paesi bianchi dell’Andalusia: questi sono solo alcuni degli itinerari che vi permetteranno di scoprire i meravigliosi territori che si snodano nel Paese.

A questi, poi, se ne aggiunge un altro. Si tratta di una tappa inedita e straordinaria, un’esperienza che unisce l’arte e il gusto in un unico luogo. Sì perché in Spagna, e più precisamente a Cala Montjoi, quello che è un ristorante storico, caratteristico e tradizionale, è stato trasformato in un museo. Pronti a partire?

Il ristorante-museo sulla Costa Brava

Il nostro viaggio di oggi ci conduce al cospetto di uno dei territori più affascinanti, suggestivi e popolari di tutta la Spagna, stiamo parlando di Costa Brava, un vero e proprio paradiso per tutti gli amanti delle spiagge e della natura. Proprio qui, e più precisamente a Cala Montjoi, nel Parco Naturale di Cap de Creus, esiste un locale che è un vero e proprio punto di riferimento per tutto il territorio, per i cittadini e per i viaggiatori.

Stiamo parlando di elBulli1846, un ristorante situato a nord di Girona, la cui storia è anticipata nel suo nome. Il numero 1846, infatti, fa riferimento ai piatti che sono stati preparati e offerti dal locale sin dalla sua inaugurazione. Gastronomia e innovazione hanno sempre contraddistinto il menu del ristorante che è un vero e proprio omaggio al territorio e alle tradizioni spagnole.

elBulli1846 non soddisfa solo il palato, anche se questo motivo, da solo, basterebbe per raggiungere il celebre ristorante. Il locale, infatti, è stato trasformato in un museo, il primo al mondo di questo genere. Con oltre 60 installazioni artistiche, concettuali e audiovisive, questo tempio del gusto si prepara ad accogliere viaggiatori di tutto il mondo per permettere loro di vivere un viaggio sensoriale e straordinario nella gastronomia.

elBulli1846, installazioni esterne

Fonte: elBulli1846/PepoSegura

elBulli1846, installazioni esterne

elBulli1846: il primo ristorante a trasformarsi in un museo

Sono oltre 4.000 i metri quadrati sui quali si snoda il museo, incorniciato dalla natura straordinaria e suggestiva del Parco Naturale del Cap de Creus. Qui, i visitatori potranno perdersi e immergersi in 69 installazioni artistiche, concettuali e audiovisive che permettono di addentrarsi in un viaggio inedito e sensazionale tra tradizione e innovazione.

Gli ospiti potranno interagire con le opere d’arte, entrare idealmente nel concept della ristorazione di elBulli1846 in un paesaggio mozzafiato, dove tutto viene integrato in maniera armoniosa. Alla fine del percorso, inoltre, le persone potranno entrare all’interno di elBulliDNA, un’installazione a forma di una grotta, inserita tra le bellezze naturalistiche di Cap de Creus, dove – attraverso laboratori – verranno svelati tutti i progetti del ristorante dell’ultimo ventennio. Sarà possibile, inoltre, visitare l’edificio storico del ristorante, quello dove elBulli ha avuto sede per 50 anni.

L’appuntamento, con questa inedita e straordinaria avventura, è previsto questa estate. Il museo, infatti, resterà aperto dal 15 giugno al 16 settembre.

elBulli1846, installazioni esterne

Fonte: elBulli1846/PepoSegura

elBulli1846, installazioni esterne
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Non solo movida: quest’isola è la capitale degli hippie

Ibiza è una terra magica, un luogo dove la bellezza naturale si fonde con la vivacità della cultura locale. Quest’ isola è un vero paradiso ed è famosa in tutto il mondo per la sua vibrante vita notturna.

Questa perla del Mediterraneo, infatti, vanta alcuni dei migliori club al mondo, dove i DJ più famosi si esibiscono ogni sera, creando una atmosfera festosa e coinvolgente. Ma Ibiza non è solo un posto per i festaioli notturni, offre molto altro. Ci sono spiagge mozzafiato, cale appartate, lagune cristalline e acque turchesi.

Ma forse quello che rende Ibiza davvero speciale è la sua anima artistica e hippie, con i suoi mercatini locali che permeano ogni angolo dell’isola. Qui, gli artigiani offrono una vasta gamma di prodotti, dal cibo alle opere d’arte, che riflettono l’anima creativa del luogo.

Camminare tra le bancarelle è un’esperienza unica e avvincente, che invita a immergersi nella cultura locale e a scoprire il vero spirito di Ibiza.

I mercatini hippie di Ibiza: tra colori, profumi e culture diverse

Mercato Ibiza

Fonte: Getty Images

Mercato hippie nell’isola di Ibiza, Spagna

I mercatini di Ibiza sono uno degli elementi distintivi dell’isola e rappresentano una vera e propria attrazione per i turisti che la visitano. Qui gli artigiani locali espongono i loro prodotti, creando un’atmosfera vibrante e incantata. Ma quali sono i mercatini più famosi di Ibiza?

Il mercato hippie di Punta Arabi è senza dubbio uno dei più conosciuti dell’isola. Situato nella località di Es Canar, questo mercato rappresenta un vero e proprio paradiso per coloro che amano l’artigianato locale. Qui, si possono trovare abiti, gioielli, prodotti alimentari e tutto ciò che si possa immaginare.

Il mercato è aperto ogni mercoledì ed è possibile trascorrere ore a gironzolare tra le bancarelle alla ricerca di oggetti unici. Esiste anche un’area dedicata ai più piccoli, che possono prendere parte a laboratori di riciclo, imparare a disegnare una maglietta unica o addirittura creare una corona di fiori speciale. Non dimenticare di fare anche un salto al bar per assaggiare la deliziosa paella casereccia.

Un altro mercato imperdibile di Ibiza è il mercato Las Dalias. Questo mercato hippie si trova nella località di San Carlos, è aperto tutto l’anno e vanta una storia di oltre trent’anni.

Ogni sabato più di 200 bancarelle prendono vita tra i giardini e offrono una vasta gamma di articoli: tele, abiti fatti a mano, gioielli e prodotti artigianali. L’atmosfera è coinvolgente ed è possibile trovare qualcosa per tutti i gusti.

Il mercato hippie di Sant Jordi è un altro must-see di Ibiza. Aperto ogni sabato, è una vera e propria istituzione del luogo ed è diventato negli anni un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono scoprire l’essenza autentica dell’isola.

Le bancarelle offrono una vasta gamma di prodotti, tra cui abbigliamento, gioielli, decorazioni per la casa e molto altro. Ma ciò che lo rende davvero speciale è la sua atmosfera vivace e creativa.

Infine, per immergerti completamente nell’artigianato locale, ci sono due mercati che ti consigliamo di visitare: il San Rafael, situato nell’entroterra, e il Sant Joan de Labritja, a nord dell’isola. In questi luoghi potrai trovare non solo prodotti agricoli della zona, ma anche deliziosi alimenti biologici.

Ibiza e l’autentica cultura hippie

Ibiza è una delle isole più famose del Mediterraneo dove la cultura hippie degli anni ’70 è ancora ben presente nell’aria, con i suoi colori vivaci e la sua filosofia di libertà e pace.

Qui è possibile praticare yoga sulla spiaggia al tramonto, gustare mojito a volontà in un chiringuito sulla spiaggia e visitare gli antichi villaggi di pescatori, dove il tempo sembra essersi fermato.

Uno dei posti imperdibili, in cui respirare l’atmosfera autentica hippie dell’isola, è la spiaggia di Benirràs, dove ogni domenica si svolge una delle celebrazioni più suggestive: il rituale dei tamburi.

A soli 8 km da Sant Miquel de Balansat, qui si crea un momento condiviso in cui il sole scompare all’orizzonte. Il tutto accompagnato da musica chill out e tribale, in particolare la domenica. Si accendono falò e ci si lascia trasportare dal ritmo delle percussioni, in una atmosfera che sembra scivolare oltre il tempo.

Se stai cercando, invece, un locale davvero hippie a Ibiza, non puoi non visitare il Bar Anita. Situato nel pittoresco villaggio di Sant Carles, questo bar ha una storia che risale agli anni ’60 ed è diventato un punto di riferimento per la cultura hippie dell’isola.

Il locale è rinomato per la sua incantevole terrazza dove poter gustare una deliziosa colazione, fare un pranzo sfizioso oppure godersi un momento di relax immersi nella natura. Inoltre, è famoso per i suoi liquori artigianali realizzati con erbe aromatiche coltivate dai contadini locali.

Ma l’anima hippie di Ibiza è molto più di una cultura del passato: è un modo di vivere e di pensare che continua a ispirare persone di tutto il mondo, che giungono sull’isola per scoprire la sua magia e per abbracciare la sua filosofia di vita.

Spiaggia di Benirras, Ibiza

Fonte: Getty Images

Spiaggia di Benirras, Ibiza, Spagna
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Musei di Firenze: quali visitare assolutamente

Firenze è il capoluogo della Toscana, ma è anche una delle più importanti culle della cultura italiana. Nel corso dei secoli, questa città ha mantenuto il proprio fascino attirando milioni di turisti da tutto il mondo ogni anno. Stiamo parlando di un luogo magico e ricco di sorprese, una città d’arte che vanta un immenso patrimonio culturale e architettonico, il quale ne mette in risalto il fascino e l’importanza nel corso della storia. Meta turistica tra le più apprezzate d’Italia, merita assolutamente una visita in qualsiasi periodo dell’anno, da soli o in coppia, con i bambini o con gli amici.

La città di Firenze è particolarmente nota per essere la culla del Rinascimento italiano, un vero e proprio museo all’aperto: i monumenti e gli antichi palazzi sono a portata di bicicletta o, più semplicemente, di rilassanti passeggiate. Oggigiorno, questa meta è considerata la capitale dell’arte: secondo l’UNESCO, proprio qui è racchiuso il 60% delle bellezze artistiche di tutta Italia, un dato semplicemente incredibile. Dal XIII al XVI secolo, Firenze ha fatto da sfondo al lavoro di grandissimi artisti italiani come Michelangelo, Dante Alighieri, Giovanni Boccaccio e Filippo Brunelleschi, che qui hanno concepito alcune delle loro splendide opere.

Ovviamente, il ricco patrimonio fiorentino è custodito non soltanto open air – basti pensare alle tantissime architetture meravigliose che caratterizzano il suo centro storico. La città è ricca di musei, alcuni famosissimi come gli Uffizi, altri decisamente meno conosciuti, soprattutto dai turisti. Eppure, ognuno di loro ha un fascino speciale che merita attenzione: scopriamo quali sono i più bei musei di Firenze, da visitare il prima possibile per immergersi nelle atmosfere incredibili di questa città-gioiello tra le migliori d’Italia.

Musei di Firenze: arte e cultura tutta da scoprire

Firenze

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Il centro storico di Firenze

Gli storici palazzi e le antiche piazze di Firenze, nel corso del Rinascimento, sono diventati veri e propri musei a cielo aperto: in Piazza della Signoria, per esempio, sono state installate maestose statue e fontane. Le chiese, i palazzi, le basiliche ed i musei cittadini, poi, sono il vero e proprio tesoro di Firenze, catturando l’interesse e la curiosità di milioni di visitatori. Sicuramente il museo più famoso è quello degli Uffizi, il quale ospita opere di Leonardo da Vinci, Botticelli, Rubens e Tiziano. Altre importanti istituzioni sono il Museo Archeologico di Firenze, Museo del Novecento, Museo Galileo e molti altri.

Ogni anno la città di Firenze attira milioni di visitatori in quanto centro culturale di grande importanza: periodicamente vengono organizzate interessanti esibizioni e feste d’arte. Nei mesi estivi le piazze cittadine offrono intrattenimenti ogni sera con rinfreschi e visite agli edifici circostanti. Le altre stagioni, ad ogni modo, non sono da meno se consideriamo che i più importanti teatri di Firenze portano in città tantissimi turisti grazie ai balletti, le opere e gli spettacoli; in più le principali vie di Firenze sono gremite di mostre, concerti, esposizioni. Il capoluogo toscano, dunque, fonde arte e cultura con l’obiettivo di creare ogni volta qualcosa di nuovo ed interessante visto che la città offre infinite possibilità di conoscere le opere d’arte ed architettoniche più importanti del nostro Paese.

Museo Archeologico Nazionale di Firenze

Il Museo Archeologico Nazionale di Firenze è uno fra i più importanti d’Italia e si colloca all’interno di un fenomeno di portata europea: la nascita dei musei in qualità di istituzioni statali legate alla formazione delle nazioni moderne. Questo museo raccoglie i più importanti scavi toscani, così come alcuni reperti etruschi e romani provenienti da Umbria e Lazio. Il Museo Archeologico Nazionale ospita cinque diverse sezioni: quella etrusca, romana, greca, egizia e numismatica. Gli appassionati di storia non potranno certo perdersi la Chimera d’Arezzo, un importante pezzo della civiltà etrusca: si tratta di un plastico bronzo raffigurante la mitica fiera leonina restaurata da Francesco Carradori, il quale ricostruì la coda serpentina che mordeva la testa di capra. Buona parte dei reperti di questa sezione riguarda la cultura funeraria, in particolare i sarcofagi e le urnette.

Fra le opere più interessanti della sezione romana troviamo alcuni bronzi antichi come, per esempio, il Treboniamo Gallo, risalente al III secolo. La sezione greca, invece, ospita una serie di antiche ceramiche provenienti da tombe etrusche e da collezioni private. La sezione egizia è seconda solo al Museo Egizio di Torino e ospita reperti provenienti dalle attività quotidiane dell’antico Egitto: oggetti in tessuto, legno e osso. Fra le opere più interessanti a amirare, possiamo trovare i modelli di due servitori, la macinatrice di grano e la donna che fa la birra risalenti all’antico regno. Infine, la sezione numismatica contiene importanti ed antiche raccolte numismatiche italiane.

Giardino di Boboli

Il Giardino di Boboli

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Il Giardino di Boboli

Il Giardino di Boboli è il parco più famoso della città di Firenze. Si tratta di un giardino storico connesso al Forte di Belvedere e che ospita ogni anno oltre 800.000 visitatori. I giardini furono costruiti, originariamente, dai Medici: inizialmente avevano un’impostazione di stile tardo-rinascimentale, la quale venne poi modificata dalla costruzione di nuove porzioni con impostazioni differenti. Il giardino è caratterizzato da imponenti statue ed edifici come la settecentesca Kaffeehaus, che permette di godere di un panorama mozzafiato della città. Il giardino ha quattro ingressi pubblici e dal 2017 il circuito museale comprende anche il Museo degli argenti, la Galleria del Costume, il Museo delle porcellane e il Giardino Bardini.

Museo Galileo di Firenze

Il Museo Galileo di Firenze è uno degli imperdibili della città e si trova in Piazza dei Giudici. Questo museo ha sede presso Palazzo Castellani, un’antica fortificazione costruita sulla sponda destra dell’Arno. Il Museo Galileo si è dotato negli ultimi anni di laboratorio multimediale atto alla produzione di applicazioni interattive, online e offline, per la divulgazione della cultura. Una parte molto importante di questo ente museale è sicuramente la biblioteca, la quale è situata al terzo piano: essa conserva un gran numero di opere appartenenti ai fondi antichi. Particolarmente interessante è il fondo Mediceo-Lorenese che comprende testi scientifici inerenti alle scienze fisico-matematiche.

Villa Bardini

Villa Bardini è situata sulla costa San Giorgio, a Firenze. È un importante centro espositivo che ospita mostre temporanee, il Museo Capucci ed il Museo Annigoni. Originariamente, questo palazzo era la famosa Villa Manadora, la quale fu costruita nella prima metà del Seicento per opera di Gherardo Silvani, importante architetto dell’epoca. Dopo diversi anni di abbandono, l’attuale Villa Bardini è stata ristrutturata dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e riaperta al pubblico nel 2006 con una serie di interessanti esposizioni. Villa Bardini conta con circa sessanta stanze, un numero comprensivo anche di sale e saloni, oltre agli uffici e gli spazi dedicati a conferenze e convegni.

Casa di Dante a Firenze

La Casa di Dante

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La Casa di Dante

La Casa di Dante è un museo storico di Firenze, suddiviso in tre piani che raccontano le vicende di vita più importanti del poeta. Presso questo museo di Firenze è possibile partecipare a diversi itinerari per conoscere meglio la vita del Sommo poeta e la Firenze antica: le proposte comprendono visite guidate e tour della città sulle tracce di Dante Alighieri. L’edificio originale venne costruito prima del 1265, anno in cui nacque Dante e ad oggi ha come scopo fondamentale quello di diffondere la cultura e la conoscenza della vita e delle opere dell’autore. Il museo si articola in tre piani, ognuno dei quali tratta di una tematica diversa che illustra la vita del poeta: la sua vita amorosa, l’esilio, la vita politica.

Galleria degli Uffizi e cappelle medicee

La Galleria degli Uffizi di Firenze fa parte del complesso museale conosciuto come le Gallerie degli Uffizi e comprendente le collezioni di Palazzo Pitti ed il Giardino dei Boboli. Questo famoso museo fiorentino ospita svariate collezioni ed opere d’arte di grande valore provenienti dalla famiglia dei Medici, tra le quali spicca una serie di opere religiose derivate dalla soppressione di monasteri e conventi tra il XVIII ed il XIX secolo. La Galleria degli Uffizi vi riserverà splendide sorprese: godetevi una rilassante passeggiata varcando la Sala dei Primitivi o attraversate la famosa sala del Quattrocento lasciandovi catapultare nel passato. Fra tutti gli sguardi dei dipinti presenti all’interno della galleria, sarà proprio quello di un frate carmelitano a catturare la vostra attenzione; coglierete, poi, l’infinita bellezza della “Lippina”, capolavoro del noto Filippo Lippi.

Non perdetevi le straordinarie opere di Sandro Botticelli, fra le quali “La nascita di Venere” e “L’allegoria della Primavera”, simboli della pittura italiana. Ma vi consigliamo anche una visita alle sale che ospitano le opere del grande Michelangelo, di Raffaello, Tiziano e Correggio: rimarrete stupiti dalla grandiosità di queste bellezze artistiche. Nel Museo Statale di Firenze, inoltre, sono le famose cappelle medicee, costruite dall’omonima famiglia e oggi bellezza artistica del capoluogo toscano. Questi ambienti sono stati costruiti tra il XVI e XVII secolo in qualità di estensione della basilica brunelleschiana allo scopo di elogiare l’omonima famiglia.

Museo Novecento di Firenze e Palazzo Davanzati

Palazzo Davanzati

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Palazzo Davanzati

Il Museo del Novecento di Firenze è situato in Piazza S. Maria Novella ed è interamente dedicato all’arte italiana del XX secolo: sono presenti circa 300 opere distribuite in quindici ambienti. Il museo presenta collezioni permanenti, mostre temporanee e progetti speciali che animano particolarmente le attività dell’ente museale stesso; a questi si aggiunge anche la ricca offerta del dipartimento di mediazione culturale, il quale organizza regolarmente incontri educativi, laboratori e visite guidate per grandi e piccini.

Da non perdere è il famoso Palazzo Davanzati, notevole esempio di architettura residenziale fiorentina del Trecento. Nel suo complesso, questo antico palazzo, è la testimonianza del passaggio da casa-torre medievale a residenza rinascimentale: gli ambienti sono molto suggestivi, a cominciare dal cortile interno dotato di un pozzo a muro privato. Le sale di Palazzo Davanzati sono riccamente affrescate, in particolare la Sala dei Pappagalli, molto colorata e suggestiva, così come la Sala dei Pavoni; quest’ultima conserva la Madonna col bambino di Brunelleschi.

Galleria dell’Accademia di Firenze

Per ultima, ma non meno importante, vogliamo ricordare la Galleria dell’Accademia di Firenze. Si tratta di un museo molto apprezzato dai visitatori ed espone il maggior numero di sculture del noto Michelangelo. La visita a questa galleria potrà essere spunto per diverse riflessioni complementari, in grado di soddisfare passioni per la musica, l’arte, la botanica e le varie tecniche pittoriche. Il museo vi accoglierà nella maestosa Sala del Colosso, la quale oggi ospita il modello preparatorio di Giambologna per il ratto delle Sabine, importante esempio di scultura cinquecentesca. Lasciatevi poi conquistare dai meravigliosi dipinti di Lippi, Bronzino e Ghirlandaio: selezionare le opere più importanti è una mossa molto delicata, soprattutto se consideriamo il calibro degli artisti di cui parliamo.

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Il gusto del mare in un’atmosfera incantevole

Se siete alla ricerca di un’esperienza culinaria unica, che unisca tradizione, autenticità e una vista mozzafiato sul mare, il ristorante Bellavista è il luogo perfetto. Situato nella suggestiva collina di Giulianova, in provincia di Teramo, questo ristorante storico è stato fondato nel 1975 dai coniugi Caralla e oggi è gestito con passione e dedizione dai loro figli Mirella, lo Chef e Roberta e Luigi, i responsabili di sala.

La storia del Bellavista è una storia di tradizione familiare che si tramanda di generazione in generazione. Ogni piatto è preparato con cura e rispetto per la cucina mediterranea e le radici abruzzesi, offrendo ai clienti un’esperienza autentica e genuina. I sapori semplici e le ricette tradizionali si fondono armoniosamente per creare un vero e proprio viaggio culinario nel cuore dell’Abruzzo.

Da assaggiare il celebre piatto pluripremiato!

La specialità del ristorante Bellavista è il celebre Brodetto alla Giuliese, un piatto che ha conquistato i palati di numerosi visitatori e che è stato premiato come il miglior Brodetto dell’Adriatico. Il brodetto, originariamente un piatto “povero” della cucina marinara, nasce infatti dalla generosità degli armatori che donavano ai pescatori i pesci meno pregiati.

Nel tempo, ogni regione e ogni zona ha personalizzato la ricetta base secondo la propria tradizione e rispettando la disponibilità del pescato. Per assaporare la speciale versione della famiglia Carella, basterà recarsi al ristorante Bellavista ogni giovedì.

Il Brodetto alla Giuliese è solo uno dei tanti piatti che il ristorante offre ai suoi ospiti. La vasta selezione di pesce fresco, preparato con maestria e creatività, soddisferà anche i palati più esigenti. Inoltre, il ristorante dispone di una pizzeria, dove lo storico pizzaiolo Biagio, con maestria ed esperienza, seleziona ingredienti di alta qualità per creare una pizza fragrante e facilmente digeribile, seguendo metodi e strumenti tradizionali.

Uno dei piatti di pesce del ristorante Bellavista a Giulianova
Uno dei piatti di pesce del ristorante Bellavista a Giulianova

Vivete un’esperienza sensoriale completa in una location incantevole.

Il ristorante Bellavista si trova in collina e offre una vista panoramica mozzafiato sul mare adriatico, creando un’atmosfera suggestiva e romantica.

La vista panoramica del ristorante Bellavista a Giulianova
La vista panoramica del ristorante Bellavista a Giulianova

E se desiderate godervi appieno l’esperienza magica del Bellavista, potete soggiornare presso il Bellavista Relax, un boutique hotel perfetto per la vostra vacanza da sogno.

Lasciatevi trasportare in un viaggio culinario che unisce tradizione, autenticità e una vista mare che vi lascerà senza fiato. Il ristorante Bellavista vi aspetta per regalarvi momenti indimenticabili.

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Napoli sotterranea: le meraviglie nascoste della città partenopea

Dagli splendidi monumenti del centro storico ai locali migliori dove assaporare una buona pizza: Napoli è una città piena di sorprese, un patrimonio immenso di arte, cultura e tradizioni tutto da scoprire. Adagiato all’ombra del Vesuvio e con una vista mozzafiato sulle acque del mar Tirreno, il capoluogo campano è una delle principali mete turistiche del sud Italia, un luogo ancora in grado di regalare emozioni a chiunque passeggi per i suoi vicoli e ammiri i suoi antichi edifici storici. Ma c’è molto di più: una bellezza invisibile che si svela solo agli occhi dei più coraggiosi.

Napoli sotterranea è diventata a tutti gli effetti una delle principali attrazioni della città partenopea, ma di che cosa si tratta? Il sottosuolo di Napoli è vastissimo ed è composto da numerosi cunicoli, gallerie e acquedotti che testimoniano le grandi capacità dell’ingegno umano. Oggi tutto questo patrimonio del sottosuolo è visitabile ed è diventato un’enorme zona archeologica, il cui ingresso è situato in pieno centro storico. Migliaia di turisti si accalcano per entrare in questo mondo parallelo, ma come visitare Napoli sotterranea? E, soprattutto, quali sono le sue tantissime meraviglie che ci lasceranno a bocca aperta?

Napoli sotterranea: perché visitarla

Da oltre 30 anni, si può fare un viaggio nella storia lungo più di due millenni, passando dall’epoca greca a quella romana, sino ad arrivare quasi ai giorni nostri. Fare questo viaggio nel tempo è in realtà molto semplice: ci basterà scendere fino a 40 metri di profondità, in quella che è chiamata la Napoli sotterranea. Potremo ammirare i resti dell’acquedotto greco-romano, ma non solo, anche i rifugi antiaerei della Seconda Guerra Mondiale, il Teatro greco-romano e tanti altri monumenti che hanno reso Napoli una delle città più belle del mondo. Ma perché la città partenopea ha una rete così vasta di cunicoli sotterranei?

I cunicoli dell'antico acquedotto greco-romano

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I cunicoli dell’antico acquedotto greco-romano

Si tratta di un mondo sepolto che raccoglie preziosissime testimonianze di tutte le principali fasi vissute dagli insediamenti che sorgevano proprio in questo territorio. La sua storia inizia 5.000 anni fa, epoca a cui risalgono i primi manufatti rinvenuti nei sotterranei. Prosegue poi nell’età greca, quando cominciarono gli scavi per ottenere dei blocchi di tufo per le costruzioni, unitamente alla realizzazione di ipogei funerari. Il reticolo di vie sotterranee però diventa più corposo durante l’epoca romana, con una complessa rete di acquedotti che attraversava tutta la città. Questi stessi viadotti poi sono stati utilizzati durante la Seconda Guerra Mondiale, come rifugi antiaerei.

Quello che oggi si può ammirare è l’incredibile complessità di queste opere di idraulica, ma anche tante testimonianze a livello di graffiti preistorici e, più vicini a noi a livello temporale, di oggetti appartenuti a tutte le persone che hanno vissuto momenti di paura durante il conflitto, e che in questi cunicoli hanno cercato riparo. Visitare Napoli sotterranea significa conoscere l’altro volto di Napoli, fatto non solo di cielo azzurro, sole e aria mediterranea, ma anche di grandi costruzioni idrauliche e di un passato che si trova dritto nel cuore della città.

Cosa vedere nella Napoli sotterranea

Il percorso che ci porta alla scoperta del volto segreto della città partenopea è ricco di sorprese. Una delle tappe più affascinanti che incontriamo sul nostro cammino è l’acquedotto greco-romano, di cui si conservano preziosissimi resti architettonici. È una complessa opera d’ingegneria costituita da vasche per la raccolta dell’acqua piovana, cisterne gigantesche e cunicoli sotterranei, sviluppata dapprima dai greci e in seguito ampliata dai romani per il rifornimento idrico di numerose città, tra cui Napoli, Pompei, Ercolano, Stabiae e Bacoli.

L'acquedotto greco-romano nella Napoli sotterranea

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L’acquedotto greco-romano nella Napoli sotterranea

Viaggiando verso tempi molto più recenti, ecco il rifugio antiaereo di Sant’Anna di Palazzo, che è formata da diversi cunicoli e da svariate cisterne, proprio quelle che in passato venivano utilizzate per l’acquedotto cittadino. Il rifugio non è altro che un’ampia cavità sotterranea in grado di ospitare circa 4.000 persone, allestita con bagni di fortuna e un impianto elettrico funzionante. Le pareti sono ancora oggi ricoperte di incisioni, che raccontano drammatici aneddoti di coloro che hanno lasciato le loro case per cercare riparo sotto terra, ma anche divertenti storielle nate per passare il tempo.

Possiamo poi arrivare ai giorni nostri, visitando gli orti ipogei che sono stati realizzati per l’Expo 2015: sono piccole aree verdi situate a 35 metri di profondità, dove vengono coltivate piante ben protette da smog, piogge acide e polveri sottili. Si tratta di un vero e proprio esperimento botanico, che consente di verificare in che modo le piante possano svilupparsi in condizioni decisamente diverse da quelle all’aperto. Il microclima è costantemente monitorato, e speciali lampade garantiscono alla vegetazione una corretta fotosintesi clorofilliana: è forse nel passato di una città così antica che si cela il segreto del nostro futuro.

La visita alla Napoli sotterranea termina con l’accesso al Teatro greco-romano e al Museo della Guerra. Il primo, conosciuto anche come Teatro di Nerone, risale al I secolo a.C. e i suoi resti sono in parte custoditi all’interno di alcune abitazioni, mentre altri si sviluppano sotto il livello del suolo. Il Museo della Guerra, invece, è un viaggio attraverso quella che è stata una delle più drammatiche pagine della storia moderna. Al suo interno possiamo vedere materiali, oggetti e documenti relativi al periodo compreso tra il 1940 e il 1943, un’esposizione che suscita emozioni forti.

Orti ipogei

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Gli orti ipogei nella Napoli sotterranea

Come visitare Napoli sotterranea

L’ingresso di Napoli sotterranea è situato in pieno centro storico, in via del Tribunale, a pochi passi dal Cristo Velato e dal Duomo, dove ogni giorno transitano migliaia di turisti. L’Associazione Napoli Sotterranea si occupa di gestire il sito archeologico e di regolamentarne gli accessi, realizzando anche tour organizzati per ogni esigenza. Non si può accedere al sottosuolo in autonomia, senza cioè aver prenotato una escursione. Il tour dura in genere 90 minuti, includendo anche la visita al Teatro greco-romano e al Museo della Guerra.

Consigli per la visita di Napoli sotterranea

Siete pronti ad andare alla scoperta di questo mondo segreto? Si scende fino a 40 metri sottoterra e la pavimentazione non è sempre perfetta, quindi è importante seguire alcuni consigli prima di prepararsi alla visita di Napoli sotterranea. Come prima cosa è importante indossare scarpe comode, possibilmente da ginnastica, che vi permettano di essere agili e di poter affrontare anche un terreno a tratti sconnesso. In secondo luogo, non dimenticate di portare una felpa anche durante la stagione estiva, perché scendendo nel sottosuolo la temperatura diminuisce molto. Gli spazi interni sono ampi, c’è solo un cunicolo stretto la cui percorrenza è facoltativa, pertanto è un percorso idoneo anche per chi soffre di claustrofobia.

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Conosci la leggenda di quest’isola santuario?

Il Montenegro, un Paese dalle mille sfumature e dal fascino senza tempo, è un gioiello incastonato tra le acque cristalline dell’Adriatico e le maestose montagne che ne abbracciano il territorio.

Un luogo dove paesaggi spettacolari e natura incontaminata si fondono armoniosamente con la storia e le tradizioni di un popolo orgoglioso e ospitale. Terra di contrasti e di emozioni, il Montenegro rapisce il cuore dei visitatori, offrendo un’esperienza indimenticabile fatta di avventure, scoperte e sensazioni uniche.

Oggi, però, vogliamo soffermarci su un luogo veramente speciale e affascinante: l’isola di Gospa od Skrpjela, meglio conosciuta come Nostra Signora delle Rocce. Questa piccola isola artificiale, nata dall’amore e dalla fede di un popolo, è un angolo di paradiso che regala ai visitatori un panorama mozzafiato sulla baia di Kotor e sulle montagne circostanti.

Da qui, lo sguardo può spaziare sull’infinito, tra le acque brillanti e le cime maestose, all’insegna dell’assoluto relax.

Questo luogo di interesse storico e culturale attrae visitatori da tutto il mondo, desiderosi di ammirare la bellezza naturale del paesaggio circostante e di esplorare il ricco patrimonio artistico e religioso dell’isola.

Dominata dalla chiesa e dal suo piccolo museo, Gospa od Skrpjela offre un’esperienza unica, permettendo di immergersi nella storia, nell’arte e nelle tradizioni locali di questa affascinante regione balcanica.

La leggenda di Nostra Signora delle Rocce

Chiesa di Nostra Signora delle Rocce

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Chiesa di Nostra Signora delle Rocce, isola di Gospa od Skrpjela, Perast, Montenegro

L’affascinante leggenda di Nostra Signora delle Rocce ha origine nel XV secolo, precisamente il 22 luglio 1452, quando due marinai locali fecero un’incredibile scoperta. Mentre navigavano nelle acque tranquille della baia, trovarono un’icona della Madonna con il Bambino su una scogliera.

Portarono a casa l’immagine più volte, ma scompariva sempre per riapparire nel luogo dove era stata trovata.

Si convinsero allora che la Vergine volesse rimanere lì per sempre e così decisero di costruire una chiesa e, insieme ad essa, di creare una vera e propria isola in suo onore come protettrice dei pescatori e dei marinai.

Fu così che al centro dell’isola venne costruita la Chiesa di Nostra Signora delle Rocce, un tempio cattolico dalla struttura simile a una moschea, eretto per difendersi da eventuali attacchi ottomani.

Ancora oggi si celebra, ogni 22 luglio, la nascita dell’isola con una festa solenne, durante la quale una processione di barche costeggia il pittoresco fiordo.

La leggenda di Nostra Signora delle Rocce rappresenta la forza della fede, dell’amore e della dedizione, tuttora fonte di emozioni per i visitatori e simbolo intramontabile di questa terra affascinante.

L’isola di Gospa od Skrpjela: un tesoro di storia, arte e bellezza

L’isola di Gospa od Skrpjela, circondata dalle acque cristalline e dalle imponenti montagne, offre ai visitatori un’esperienza indimenticabile, ricca di emozioni e di fascino.

Al centro si erge la maestosa chiesa di Nostra Signora delle Rocce, un capolavoro barocco che affascina i visitatori con la sua facciata elegante e il suo interno riccamente decorato. Entrando nella chiesa, si viene immediatamente rapiti dalla bellezza degli affreschi e delle sculture che adornano le pareti e gli altari, testimoniando la profonda devozione e la maestria artistica dei secoli passati.

Tra le opere più significative, spicca l’arazzo della Vergine, creato da Jacinta Kunic, una donna originaria della città di Perast. Realizzato con fili d’argento e d’oro, Jacinta ci ha impiegato venticinque anni per completare il ricamo, intrecciandovi addirittura i capelli. Purtroppo, tale sforzo le costò la vista. Un duro lavoro dopo il quale, purtroppo, diventò cieca.

Annesso alla chiesa, il piccolo museo di Gospa od Skrpjela offre ai visitatori una preziosa opportunità per conoscere più da vicino la storia e le tradizioni di questa affascinante isola e della regione circostante. Tra gli oggetti esposti, si trovano manufatti storici, oggetti votivi e testimonianze della vita quotidiana, che permettono di immergersi nell’atmosfera di un tempo e di comprendere meglio l’identità culturale del luogo.

L’isola di Gospa od Skrpjela è una meta imperdibile per chiunque si trovi a visitare il Montenegro. Con la sua combinazione di storia, arte, cultura e paesaggi mozzafiato, quest’isola artificiale saprà conquistare il cuore di ogni visitatore, lasciando un ricordo indelebile di un luogo dove il tempo sembra essersi fermato e la bellezza regna sovrana.

Perast, Montenegro

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L’antica pittoresca città di Perast, Montenegro