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Il villaggio da favola alle porte del deserto dove puoi vivere il sogno hollywoodiano

Nell’incantevole terra del Marocco, la magia si mescola alla realtà in un viaggio indimenticabile. Con città millenarie che sorgono come miraggi dal deserto, montagne che si stagliano maestose sotto cieli stellati e mercati affollati di colori, suoni e profumi ammalianti, il Marocco è una destinazione che rapisce l’anima.

Lontano dal trambusto delle città, si trova un luogo di incantevole bellezza: Ait-Ben-Haddou, un piccolo villaggio di argilla che sorge come un sogno dimenticato sulle rive del fiume Ounila. Con le sue torri merlate e le strette stradine, questa cittadina sembra uscita da una favola, un ricordo di un’epoca lontana.

Un luogo affascinante che ha fatto anche da sfondo a numerosi film, catturando l’immaginazione di registi e cineasti di tutto il mondo e diventando un palcoscenico in cui si sono svolte alcune delle scene più belle della storia del cinema.

Ait-Ben-Haddou, l’Hollywood del Marocco

Ait-Ben-Haddou in Marocco

Fonte: iStock

Ait-Ben-Haddou, Marocco

Ait-Ben-Haddou è una suggestiva città fortificata, situata nella regione di Souss-Massa-Drâa in Marocco. Questo insediamento berbero risale almeno al XVII secolo e si trova lungo l’antica rotta carovaniera tra il Sahara e Marrakech.

A un primo sguardo, sembra una città persa nel tempo. C’è un silenzio quasi irreale che avvolge il villaggio, interrotto solo dai suoni della natura circostante e dai rumori occasionali dei pochi abitanti rimasti. Nonostante la presenza di qualche negozio di souvenir, è difficile credere che questo luogo sia ancora abitato.

In questo luogo, sono state girate scene memorabili di film epici come “Il Gladiatore” e “La Mummia“, e opere storiche come “Gesù di Nazareth“, “Alexander” e “Lawrence d’Arabia“. Inoltre, gli appassionati di serie televisive ricorderanno sicuramente la città di Yunkai, liberata dalla temibile Daenerys Targaryen nel Trono di Spade. Un luogo che, nella realtà, non è altro che Ait-Ben-Haddou.

Qui, tra le rovine di un tempo passato, si respira una pace senza eguali. Ait-Ben-Haddou non è semplicemente la “Hollywood del Marocco“. È una destinazione imperdibile che, una volta visitata, rimane impressa nel cuore per sempre.

Alla scoperta di Ait-Ben-Haddou

Ait Ben-Haddou sorge maestosa su una collina, dominando la vallata ai piedi delle montagne dell’Atlante, a soli 30 chilometri da Ouarzazate.

Questa cittadina, con le sue imponenti mura, si distingue come un perfetto esempio dell’architettura tradizionale del sud del Marocco, tanto da essere riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità.

Il nucleo abitativo, costituito da case di argilla rossa, rivela una visione affascinante della vita tradizionale berbera. Le strette strade serpeggianti conducono a luoghi come la piazza centrale, la moschea e il granaio, ciascuno con la sua unica storia da raccontare. Al contempo, le mura fortificate che circondano l’insediamento offrono viste panoramiche mozzafiato sulle montagne e sul deserto.

Un must-see è senza dubbio la Kasbah, situata sulla cima della collina, che regala un panorama spettacolare del ksar e del paesaggio circostante.

Nonostante il passare del tempo, Ait-Ben-Haddou ha mantenuto intatta la sua autenticità e il suo spirito unico, offrendo uno sguardo prezioso sulla cultura locale. Che siate appassionati di storia, amanti del cinema o semplici viaggiatori in cerca di luoghi autentici, questo villaggio è sicuramente una tappa da non perdere nel vostro viaggio in Marocco.

Villaggio di Ait-Ben-Haddou

Fonte: iStock

Negozio di souvenir nel villaggio di Ait-Ben-Haddou, Marocco
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Roma non smette di stupire: la nuova scoperta è eccezionale

Ciò che dopo tre lunghi anni di lavoro è emerso dalla viscere di Roma è davvero sorprendente perché i resti appena rinvenuti sono parte di un tesoro che si credeva fosse andato ormai perduto. Qualcosa che si pensava fosse impossibile ritrovare e invece, per nostra fortuna, così non è stato.

Riemerso il teatro di Nerone a Roma

Gli scavi condotti a Roma hanno riportato alla luce una struttura imperiale di notevole importanza: parte del Teatro di Nerone, il quinto imperatore romano, insieme a reperti di altre epoche. La scoperta è avvenuta sotto la direzione scientifica prima di Renato Sebastiani e poi di Alessio De Cristofaro, archeologi della Soprintendenza di Roma.

Condotto sul campo da Marzia Di Mento con il team Mdm archeologia, il ritrovamento è stato fatto presso la corte interna di Palazzo della Rovere in via della Conciliazione, a pochi passi dal confine con il Vaticano e dalla Basilica di San Pietro.

Oltre alla parte sinistra della cavea a emiciclo, le colonne lavorate con marmi pregiati, le decorazioni a stucco con foglia d’oro e alcuni ambienti utilizzati come depositi di costumi e scenografie che identificano gli edifici ritrovati come il Theatrum Neronis, sono emerse anche alcune tracce delle attività produttive e di pellegrinaggio d’età medievale alla tomba dell’apostolo Pietro.

Poi ancora reperti importantissimi che vanno dalla tarda età repubblicana al XV secolo, come rarissimi esemplari di calici vitrei a colonnetta, brocche e materiale ceramico, ossa di animali trasformate in strumenti musicali e cerniere per mobili, grani di rosari e insegne.

È stata rinvenuta persino una successione di tracciati stradali più volte rifatti e sistemati, collegati all’approdo sul Tevere a valle di Ponte Sant’Angelo, o Portus Maior, due insegne da pellegrino (Volto Santo di Lucca e Santa Vergine di Rocamadour) e una fiaschetta sagomata a forma del gallo di San Pietro.

Le dichiarazioni degli addetti ai lavori

È abbastanza intuibile che la scoperta avvenuta a Roma è più che straordinaria. Come si può leggere sul Corriere della Sera, Daniela Porro l’ha definita di “eccezionale importanza”. Ma del resto parliamo di un ritrovamento che è stato fatto a una profondità media di cinque metri rispetto all’attuale piano strada e in una zona, quella nei pressi del Vaticano, che nel corso dei secoli ha subito trasformazioni enormi.

Nonostante la stratigrafia complessa e la necessità di ulteriori studi utili a confermare le ipotesi dei ricercatori, gli esperti concordano che i resti siano indentificabili proprio con quelli del Theatrum, fino ad ora legato solo alla sola memoria letteraria e circondato da misteri leggendari.

Due strutture in opera laterizia ritrovate sono infatti databili all’età giulio-claudia, mentre la tecnica con cui sono state costruite sarebbe la prova di un grande impegno economico e tecnico che non può essere altro che il frutto di una committenza di alto rango, come si può comprendere anche dalle raffinate decorazioni.

Per non parlare della pianta a emiciclo, con muri radiali e un sistema di accessi e di scale, che sono caratteristiche tipiche di una cavea teatrale, su cui sorgevano le gradinate per il pubblico.

I prossimi passi

Questo eccezionale ritrovamento è avvenuto presso i giardini di Palazzo della Rovere, sede dell‘Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Per questo motivo la Sovrintendenza e l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme lavoreranno insieme con lo scopo di realizzazione un progetto volto a valorizzare gli scavi e renderli almeno in parte fruibili.

Presto potremo perciò ammirare gli oggetti ritrovati durante gli scavi in uno spazio museale che verrà creato a Palazzo della Rovere. A ottobre, invece, potremo visionare le immagini dell’eccezionale scoperta del Teatro di Nerone e degli scavi archeologici sul programma televisivo ‘Sotto il suolo di Roma’, in onda su Rai Storia.

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Borghi itinerari culturali Viaggi

Si chiama Belprato, ed è il borgo dalle case dipinte

Meravigliosa è l’Italia, con le sue spiagge bianche e dorate, con le acque azzurre e cristalline che si perdono all’orizzonte, con la sua arte, l’architettura, la cultura e le tradizioni, quelle che vengono tramandate da generazioni e custodite gelosamente lungo tutto lo stivale.

Bellissimi sono i borghi, i nostri, che si snodano in tutto il BelPaese, quelli incastonati nelle valli, e situati a pochi chilometri dalle città, che conservano storie e segreti tutti da scoprire. Gioielli da proteggere e da valorizzare, nonché attrazioni imprescindibili per tutti coloro che desiderano vivere esperienze autentiche e a ritmo slow.

Oggi è proprio in uno di questi luoghi che vogliamo portarvi, in una piccola gemma ancora poco conosciuta incastonata tra i monti della Valle Sabbia che ogni anno si lascia colorare di meraviglia. Il suo nome è Belprato, ed è il borgo dalle case dipinte.

Belprato, un gioiello da scoprire

Il nostro viaggio di oggi ci conduce tra la natura della Valle Sabbia, una vallata prealpina situata nella parte orientale della provincia di Brescia. Proprio qui, tra paesaggi montani e natura lussureggiante, è possibile scoprire un microcosmo delle meraviglie ancora poco battuto dal turismo di massa.

Si tratta di Belprato, un vero e proprio gioiello incastonato tra i prati verdeggianti e i boschi che caratterizzano il comune bresciano di Pertica Alta. Un piccolo borgo che, come molti altri, ha dovuto combattere contro un destino che sembra già segnato: quello dello spopolamento.

Sono poco più di 100, infatti, le persone che hanno scelto di restare a vivere qui, e che sono diventate i testimoni di una rinascita che ha trasformato Belprato in un borgo dipinto. Il paese ospita poche case, ma quelle bastano a trasportare le persone in una fiaba colorata e suggestiva.

Sono più di 70, infatti, le opere che adornano le case che si affacciano sulle viuzze del paese e che lo hanno reso, dal 2013 a oggi, una vera e propria galleria d’arte en plein air. Tanti gli artisti italiani e internazionali che, anno dopo anno, sono giunti a Belprato per lasciare la loro impronta, per realizzare capolavori e murales che oggi caratterizzano in maniera univoca questo suggestivo borgo-museo.

Belprato

Fonte: Bluered/REDA&CO/Universal Images Group via Getty Images

Belprato, il borgo dipinto

Il borgo dalle case dipinte

Le origini del progetto che ha trasformato la piccola frazione della Pertica Alta in un borgo dipinto, affondano nel 2013 e sono collegate a un’idea di Marino Gabusi, l’artista locale che ha deciso di valorizzare il piccolo paese montano proprio attraverso l’arte.

Grazie alla collaborazione con l’Associazione Anima della Pertica, le prime case del borgo sono state dipinte. Da quel momento, e ogni anno, qui giungono pittori, decoratori e designer italiani e stranieri per decorare le facciate degli edifici. Lo fanno con diverse tecniche pittoriche, con illustrazioni e disegni differenti, lo fanno per valorizzare questo luogo, per omaggiarlo e per emozionare chiunque cammini tra le stradine del paese.

La visita ai capolavori del borgo è libera e ognuno può scegliere il percorso che preferisce per lasciarsi suggestionare da un universo delle meraviglie – che fonde arte e fantasia – e che si svela passo dopo passo. Sul sito ufficiale di Belprato, inoltre, è possibile scaricare la mappa di tutte le opere dipinte fino a questo momento.

Le case dipinte, Belprato

Fonte: Bluered/REDA&CO/Universal Images Group via Getty Images

Le case dipinte, Belprato
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Asia Bangkok Idee di Viaggio itinerari culturali musei Thailandia Viaggi

Ti spieghiamo perché dovresti visitare questo museo se vai in Thailandia

La Thailandia, terra di contrasti e armonie, è un affascinante labirinto di esperienze che ti avvolge in un abbraccio caldo e accogliente. Qui, l’antico e il moderno convivono tra le strade affollate di Bangkok, dove grattacieli scintillanti si ergono accanto a templi secolari e tranquilli villaggi di campagna in cui il tempo sembra essersi fermato.

Nel cuore pulsante di Bangkok, si trova un tesoro nascosto che attende di essere scoperto: il Museo di Erawan. Questa meraviglia architettonica, con la sua imponente statua dell’elefante sacro, è un omaggio all’arte e alla spiritualità della Thailandia.

Ogni angolo racconta una storia, ogni opera d’arte è un pezzo del mosaico di un’antica civiltà ricca di tradizioni. Il Museo di Erawan non è solo un luogo da visitare, è un’esperienza che tocca l’anima, che ti avvolge e ti trasporta in un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, lasciandoti un ricordo indimenticabile nel cuore.

Alla scoperta del Museo di Erawan

Il Museo di Erawan

Fonte: iStock

Interno del Museo di Erawan, Bangkok, Thailandia

Il Museo di Erawan, situato nella provincia di Samut Prakan, a breve distanza dal trambusto del centro di Bangkok, è un santuario di pace e armonia dove diverse religioni, tradizioni, credenze e arti convivono.

Questo luogo unico non è solo un museo, ma un ponte che unisce culture e ideologie, mantenendo al contempo la loro individualità. Qui, la spiritualità buddista si fonde con l’iconografia hindu, mentre le influenze dell’arte tradizionale thailandese si intrecciano con elementi moderni.

L’edificio, che si eleva per oltre 43 metri di altezza, è dominato da una magnifica scultura di un elefante a tre teste, alta ben 29 metri. Questa statua iconica, realizzata con 250 tonnellate di bronzo, è un simbolo importantissimo per il popolo thailandese.

Prima di iniziare il viaggio all’interno del museo, ti invitiamo a prenderti un momento per esplorare il suo incantevole giardino, un angolo di paradiso abbellito con statue mitologiche orientali, che aggiungono un tocco di mistero e fascino. Una vera e propria oasi di tranquillità, il luogo perfetto per riflettere e ammirare la bellezza dell’arte e della natura. Nella parte perimetrale del museo, troverai anche un piccolo stagno dove i visitatori sono invitati a lasciare dei fiori di loto, un gesto simbolico che non solo arricchisce la bellezza dello stagno, ma crea anche un legame personale tra i visitatori e il museo.

La struttura, inoltre, è stata progettata in modo da riflettere la visione cosmologica hindu, che divide l’universo in tre parti distinte: il Mondo Naga, il Monte Meru e il Paradiso Travatimsa.

La visita inizia con il Mondo Naga, il mondo sotterraneo. Questo è un luogo di introspezione e riflessione, dove siamo invitati a confrontarci con le nostre radici più profonde e a riconoscere l’interconnessione tra noi stessi e il mondo naturale.

Da lì, ascendiamo al Monte Meru, il mondo degli uomini. Questo è il regno della vita quotidiana, dove si confrontano le gioie e le sfide, le vittorie e le sconfitte. Esso rappresenta la nostra esperienza umana, con tutte le sue complessità e contraddizioni.

Infine, raggiungiamo il Paradiso Travatimsa, il regno celeste. È il luogo della trascendenza, dove le preoccupazioni terrene si dissolvono per lasciare spazio alla pace e all’armonia. Le pareti che ci accompagnano nella salita sono adornate con affreschi di un intenso blu, che raccontano la storia della vita di Buddha e del suo viaggio spirituale, culminato nel raggiungimento del Nirvana.

Ogni pennellata, ogni dettaglio, è carico di significato. Un’esperienza che tocca il cuore e l’anima, offrendo uno sguardo profondo sulle antiche tradizioni buddiste.

Uno sguardo sulle meraviglie di Bangkok

Bangkok, la “città degli angeli”, è un gioiello che brilla di luce propria nel cuore della Thailandia. Con le sue luci scintillanti, i suoi templi dorati e la sua energia contagiosa, Bangkok cattura l’anima di chiunque la visiti.

Uno dei luoghi più emblematici della città è senza dubbio il Grand Palace, un complesso di edifici utilizzati come residenza reale fino al XX secolo. Con la sua architettura elaborata e i suoi dettagli intricati, il palazzo è un vero capolavoro dell’arte tailandese. A poca distanza si trova il Tempio del Buddha di Smeraldo (Wat Phra Kaew), considerato il più sacro in Thailandia, che ospita una statua del Buddha realizzata interamente in giada.

Ma non sono solo i monumenti storici a rendere la capitale così unica. Bangkok è famosa anche per i suoi mercati vivaci, dove si può trovare di tutto, dalle spezie esotiche alle prelibatezze locali, dagli abiti di seta ai gioielli artigianali. Non perdere l’occasione di provare anche la cucina locale, ricca di sapori audaci e ingredienti freschi.

Visita Bangkok e lasciati avvolgere dalla sua magia. Scoprirai una città sorprendente che ti conquisterà.

Bangkok

Fonte: iStock

Skyline di Bangkok, Thailandia
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Questo bizzarro museo vale da solo un viaggio a Lisbona

Cosa ci spinge a metterci in viaggio e a esplorare il mondo in lungo e in largo? A volte lo facciamo perché ispirati dai racconti degli altri viaggiatori, altre volte per assecondare il desiderio di perderci e immergerci in paesaggi da cartolina. Ma lo facciamo anche per raggiungere i luoghi iconici, i monumenti artistici e architettonici, e per scoprire le tradizioni e le usanze di popolazioni vicine e lontane.

Ci mettiamo in viaggio anche per andare alla scoperta della cultura di una determinata destinazione, quella conservata, protetta e valorizzata all’interno di musei, alcuni dei quali si sono trasformati negli anni in vere e proprie attrazioni turistiche. Scrigni delle meraviglie che, da soli, valgono un intero viaggio.

Ed è proprio di un museo che vogliamo parlarvi, di uno dei più insoliti, bizzarri e particolari che abbiamo mai visto. Si tratta del Centro Interpretativo da História do Bacalhau che, come il nome stesso suggerisce, celebra il baccalà. Curiosi di scoprirlo? Preparate i bagagli: si vola a Lisbona.

Bentornati a Lisbona

Il nostro viaggio di oggi ci conduce in una città che non smette mai di incantare, stiamo parlando di Lisbona. Affascinante, colorata, superlativa: la capitale del Portogallo, che sorge sulla costa e si estende su un territorio collinare, è una delle mete predilette di viaggiatori e turisti provenienti da ogni parte del mondo. Le cose da fare e da vedere qui sono così tante che non basta un solo viaggio per scoprirle tutte.

I vicoli della città vecchia e le case dalle tinte pastello, il fiume Tago sovrastato dall’iconico ponte 25 de Abril, il Museo Nazionale Azulejo, dedicato all’arte delle piastrelle in ceramiche: queste sono solo alcune delle attrazioni imperdibili in città, alle quali poi si aggiungono tutte le prelibatezze gastronomiche che appartengono alla tradizione locale e che meritano di essere assaporate.

Ma al di là dei luoghi più frequentati dai viaggiatori, che si estendono fino alle spiagge atlantiche situate al di fuori del nucleo urbano, esiste un’attrazione davvero particolare, sicuramente unica. Si tratta di un museo che celebra il baccalà e che racconta la storia del simbolo della cucina portoghese.

Il museo che celebra il baccalà

Sono molti i viaggiatori che raggiungono Lisbona per assaporare la ricca tradizione gastronomica che appartiene alla città. È proprio nella capitale del Portogallo, infatti, che è possibile assaggiare i pasteis de nata, dolci caratteristici che da sempre rispondono alle esigenze dei palati più sopraffini.

I pasticcini di pasta sfoglia, però, non sono gli unici a deliziare i sensi di chi arriva fin qua giù. Per gli amanti del salato, infatti, ci sono tantissime proposte a base di pesce, e soprattutto di “bacalhau”, che è l’emblema della tradizione culinaria locale.

È proprio al baccalà che è stato dedicato il Centro Interpretativo da História do Bacalhau situato nel Lisboa Story Centre, il museo interattivo dedicato all’intera storia di Lisbona. Uno spazio davvero inedito che permette a tutti i visitatori di fare un viaggio attraverso il tempo per scoprire le origini, le tradizioni e l’evoluzione di quello che è riconosciuto come simbolo della gastronomia di un Paese intero.

Una volta entrati all’interno dell’edificio, gli ospiti sono invitati a intraprendere un viaggio ideale attraverso le testimonianze e le storie dei marinai e dei pescatori che sono arrivati fino in capo al mondo per pescare questo esemplare, e portarlo in tavola con ricette che sono diventate iconiche.

Non è tutto però, all’interno del Centro Interpretativo da História do Bacalhau, infatti, è stato creato anche uno spazio dedicato allo shopping culinario. Questo vuol dire che i visitatori – prima di andare via – possono acquistare porzioni di baccalà fresco o secco, e in diverse lavorazioni, e fare un viaggio nella cultura portoghese attraverso il sapore.

Bacalhau

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Bacalhau di Lisbona
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Borghi itinerari culturali Liguria Viaggi

Calice Ligure, il borgo degli artisti (amato da Andy Warhol)

Nell’entroterra della Liguria, a pochissimi chilometri dal più noto Finale Ligure, in provincia di Savona, c’è un borgo poco conosciuto ma che è un vero gioiello artistico. È Calice Ligure, anche detto il borgo degli artisti. E non è solo un modo di dire.

La scuola artistica di Calice

Qui gli artisti ci sono stati davvero, tanto che negli Anni ’60 è nato un vero e proprio movimento chiamato “la scuola di Calice“. A scoprire il borgo fu proprio uno di loro, Emilio Scanavino, pittore e scultore originario di Calice, poi considerato il decano del gruppo, che riuscì a convincere alcuni colleghi a trasferirsi a Calice, almeno per l’estate, ospiti suoi, almeno inizialmente.

Affascinati dal clima – non soltanto meteorologico – di fermento artistico che stava nascendo nel piccolo paese, ne arrivarono diversi, tanto che, in poco tempo, Calice Ligure divenne un vero e proprio laboratorio di sperimentazione. Dei 1400 abitanti di allora, cento erano artisti, tutti ispirati dall’atmosfera che vi si respirava.

Aprirono ben presto quattro gallerie d’arte contemporanea e laboratori di serigrafia e iniziarono a organizzare performance artistiche diffuse in tutto il territorio. E così arrivarono anche i primi visitatori.

Gli artisti aumentarono in fretta, prima solo italiani, poi anche stranieri, attirati dalla voglia di confrontarsi e di esprimersi, in quell’atmosfera fuori dal mondo e dal tempo, lontani dal ritmo frenetico delle grandi città. Era nata la “scuola di Calice”, che ha condizionato il mondo dell’arte contemporanea italiana per intensità e creatività. Non solo artisti, ma anche galleristi, critici d’arte e giornalisti del settore. La maggior parte vi soggiornava nei mesi estivi, altri rimanevano per tutto l’anno.

La storia culturale di Calice Ligure nasce dalla partecipazione, cene, partite a biliardo nell’unico bar del paese, il bar Viola, che esiste tutt’oggi e dove andare ad ascoltare buona musica il giovedì sera, o di biglie in piazza e feste di paese e fonda le sue radici nella sperimentazione artistica, negli happening e nelle performance che hanno smosso le coscienze e la quiete del piccolo borgo per oltre vent’anni.

Ancora oggi il borgo ospita il Museo d’arte contemporanea Casa del Console, ricavato in un edificio del 1800, dipinto di rosa. La collezione raccoglie tutte le opere donate dagli artisti che, negli anni, hanno esposto nella Casa del Console e che oggi compongono la mostra permanente. Tra le opere esposte ci sono quelle di Gianni Bertini, Aldo Mondino, Urano Palma, Giangiacomo Spadari, Tino Stefanoni, Sergio Sarri e Fernando De Filippi. Questi ultimi vivono tuttora a Calice.

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Fonte: @Alessandro Pescio

Il centro storico di Calice Ligure

Andy Warhol a Calice Ligure

Nel vicino borgo di Boissano, Maria Luisa Montanaro, meglio nota con il nome di Marie-Louise Jeanneret, nipote di Le Corbusier, decise di ritirarsi e di fondare quello che ancora oggi è il Centro Internazionale di Sperimentazioni Artistiche.

Grazie alle sue conoscenze di artisti internazionali, vennero realizzate mostre di livello mondiale e si svilupparono per quasi vent’anni residenze artistiche. Fra i grandi ospiti ci fu anche Andy Warhol, che tra il 1974 e il 1975 trascorse del tempo a Boissano. Attirato dalla fama artistica di Calice, visitò anche il borgo degli artisti non senza lasciare qualche traccia dietro di sé.

Da borgo agricolo a fucina d’arte

Fino ad allora, l’economia di Calice Ligure si basava sulla coltivazione degli alberi da frutto, tra cui naturalmente la vite e l’ulivo, tipici di queste zone, e sulla lavorazione del legno. Del suo passato più antico è rimasto ben poco.

Fino al XVII secolo fu un dominio spagnolo, poi passato alla Repubblica di Genova. Di tanti secoli restano soltanto un ponte romano lungo la via Julia Augusta, l’antica strada romana che collega ancora oggi Piacenza con la Costa Azzurra, e alcune trincee di età napoleonica.

Nel borgo ci sono tre belle chiese, la chiesetta di Santa Liberata, edificata nel 1550 e restaurata nel Settecento, San Nicolò, costruita nel XVII secolo, e la chiesa di San Sebastiano con il suo portale rinascimentale.

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Fonte: @Alessandro Pescio

La piazza centrale di Calice Ligure

Visitare Calice Ligure

Il Comune di Calice Ligure ha creato quattro percorsi tematici per scoprire il piccolo borgo ligure. Il progetto “A spasso per Calice Ligure” comprende anche un angolo informativo con bacheca e mappa tattile da cui partire per visitare il paese.

  1. Il percorso centrale è La Via del Beo, reso integralmente fruibile da persone non vedenti o ipovedenti mediante segnaletica dedicata e protezioni.
  2. Il percorso culturale raggiunge punti panoramici e luoghi notevoli dal punto di vista paesaggistico, culturale e architettonico: le chiese di Santa Libera e San Nicolò, le contrade Cirio e Inomonte e la via Vecchia fino alla Casa del Console.
  3. Il percorso natura è un itinerario a carattere naturalistico, di osservazione dell’ambiente e degli spazi agrari, caratterizzato da una maggiore difficoltà di percorrenza. Offre tratti più “avventurosi” essendo un percorso escursionistico in senso proprio.
  4. Il percorso sensoriale è un itinerario in cui vengono stimolati i sensi come il tatto, l’udito, l’olfatto e anch’esso si presta alla fruizione anche da parte di soggetti non vedenti e ipovedenti, con accompagnatore.

Per chi desidera soggiornare a Calice Ligure, ci sono alcuni bed & breakfast e case vacanze. D’estate, il borgo si anima di eventi organizzati dall’Associazione Calice Ligure Città della Musica, con concerti di musica classica, rock e contemporanea e commedie in piazza – anche in dialetto – per tutta la famiglia. Ci sono anche diverse trattorie dove si mangia molto bene, quindi merita anche solo una gita in giornata, nel caso vi trovaste in vacanza sulla Riviera di Ponente.

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Ecco come accedere a questo piccolo paradiso italiano

Il paradiso non è lontano, in Italia ci sono tantissimi luoghi che sembrano usciti da un sogno: da città in cui si respirano la storia e l’arte, fino a posti che sono vere e proprie meraviglie della natura.

Non stupisce infatti che il Bel Paese sia una delle mete più amate dai turisti di tutto il mondo, perché in ogni punto in cui arriva, lo sguardo viene colpito da scenari mozzafiato. Come quello di un paradiso tutto italiano, uno dei luoghi più incantevoli tra i tanti che punteggiano lo stivale e le sue isole. Ed è proprio in una di queste che si trova la spiaggia di Scopello, nota per i suoi suggestivi faraglioni, per la tonnara e per l’acqua limpida e cristallina: una tappa imperdibile se si programma un viaggio in Sicilia, per una giornata che colpa gli occhi di bellezza nel mezzo della natura.

La spiaggia dei faraglioni a Scopello

Scopello si trova a una quarantina di chilometri da Trapani ed è un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato. Si tratta di una piccola frazione del comune di Castellamare del Golfo, abitata da un centinaio di persone. Qui si trova una delle spiagge più belle della Sicilia occidentale.

Per accedere alla spiaggia si deve passare dalla tonnara, una delle più antiche di tutta l’isola. Basti pensare, infatti, che le prime edificazioni possono essere fatte risalire al tredicesimo secolo, mentre quella che conosciamo oggi è stata realizzata intorno al quindicesimo secolo.

Il costo per l’ingresso alla tonnara ammonta a 4 euro, si può visitare il museo (dura circa 30 minuti) e accedere all’area. Vi è un numero massimo di accessi giornalieri, per proteggere questo luogo in cui natura e storia si incontrano e regalano ai visitatori uno scenario paradisiaco.

I faraglioni emergono dalle acque e sulla sommità hanno una vegetazione tipicamente mediterranea mentre la spiaggia è costituita da una piattaforma: questo la rende il luogo perfetto per ogni età. Il fondale è ricco di rocce, per cui vale la pena immergersi armati di maschera per ammirare anche le sue acque cristalline.

Quando andarci? Sempre: il mare della Sicilia non ha stagione. Per raggiungere la spiaggia basta superare la baia di Guidaloca e prendere la strada per Scopello.

Scopello e dintorni: le meraviglie da non perdere

Non solo tonnara e spiaggia dei faraglioni: nell’area intorno alla frazione di Scopello ci sono tantissimi luoghi da visitare. Del resto, la Sicilia è un concentrato di location da sogno e di esperienze da vivere: tra mare, natura, arte e ghiottonerie enogastronomiche.

Ad esempio, si può visitare la Riserva dello Zingaro aperta ogni giorno dalle 7 alle 19,30 e dove si trovano spiagge, sentieri per fare delle camminate, grotte. E poi Castellammare del Golfo, centro di grande interesse per le sue architetture, per la sua storia e per le tradizioni che si rinnovano nelle feste, oltre all’ambiente circostante ricco di luoghi da visitare. Oppure Segesta, un’antica città dotata di un tempio e di un teatro che risale all’età ellenistica. Da qui è possibile godere di un panorama unico.

Tantissimi luoghi da scoprire e sapori da gustare, per un’immersione totale in una terra dal fascino inesauribile.

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hotel itinerari culturali lago Lago Di Como Notizie Viaggi

È italiano ed è uno dei migliori hotel del mondo

L’autorevole rivista americana Travel + Leisure premia, ogni anno, i migliori hotel, isole, città, compagnie di crociera e aeree, e Spa del mondo, basandosi sui risultati ottenuti da un sondaggio rivolto ai propri lettori, che giudicano strutture ricettive, destinazioni, tour operators e molto altro.

In particolare, gli hotel sono valutati secondo caratteristiche che comprendono: camere e facilities, location, servizio e ristorazione.

Quest’anno, a scalare le classifiche del noto magazine e a essere inserita nel ranking di ben tre categorie (tra i 100 Favorite Hotels in the World for 2023, tra i 10 Favorite Resorts in Italy of 2023 e tra i 15 Favorite Resorts in Europe of 2023) è Villa d’Este, icona di storia, bellezza ed eleganza sul Lago di Como.

Le parole di soddisfazione per l’ambito riconoscimento

L’ambito riconoscimento da parte di Travel + Leisure è stato accolto a Villa d’Este con orgoglio e soddisfazione.

Questo riconoscimento arriva in una fase quanto mai importante della storia di Villa d’Este. Un’ulteriore conferma del prestigio del nostro Hotel e del Brand a livello internazionale, ma anche della destinazione, che vede in classifica numerose strutture del Lago” ha affermato Davide Bertilaccio, Amministratore Delegato Villa d’Este Hotels “In questo momento storico dopo la pandemia in cui tutti nel settore dell’ospitalità stiamo riscontrando difficoltà nel rispondere alla pressione della domanda, sono felice che arrivi questo riconoscimento internazionale per il team che ogni giorno si impegna a dare un servizio di qualità, a regalare emozioni uniche e autentiche e che l’Italia rimanga tra le mete più ambite“.

Villa d’Este, icona di bellezza a Cernobbio

Premiata dai “Travel + Leisure’s World best Awards 2023“, Villa D’Este (che nel 2022 ha festeggiato la sua 150esima stagione) è l’esclusivo hotel 5 stelle lusso nel favoloso scenario di Cernobbio, rinomata località turistica di livello internazionale.

Fa parte di parte di Villa d’Este Hotels, punto di riferimento nell’hôtellerie di lusso internazionale e membro di The Leading Hotels of the World. Il Gruppo, inoltre, comprende il 5 stelle “Villa La Massa”, sulle rive dell’Arno, e i due 4 stelle “Palace Hotel” e “Hotel Barchetta Excelsior”, nel centro di Como e affacciati sul lago.

Villa D’Este, tra le più folgoranti espressioni di architettura della metà del Cinquecento, trasformata in hotel nel 1873 e immersa in un favoloso parco di 10 ettari, è un autentico simbolo di lusso senza tempo e di eterna eleganza.

Dispone di 152 camere e suite suddivise tra l’Edificio del Cardinale e il Padiglione della Regina e 4 ville private (di recente è stata acquisita anche Villa Belinzaghi, che sarà oggetto di un completo restauro), e offre tre ristoranti: l’elegante “Veranda” con una cucina classica-contemporanea dalla forte influenza italiana ma con uno sguardo all’internazionalità, il “Grill” per cene più informali dove i protagonisti indiscussi sono le carni alla griglia e i grandi classici di pesce, e il “Ristorante Platano”, che propone un raffinato percorso enogastronomico per un’esperienza esclusiva e di eccellenza culinaria con vini prestigiosi.

Inoltre, il “Bar Canova” è la location ideale per sorseggiare i migliori cocktails accompagnati da deliziosi snack mentre, durante i mesi estivi, il “Sundeck”, adiacente alla piscina galleggiante, è perfetto per gustare un pranzo leggero con uno dei cocktail della rinnovata carta.

Villa D’Este vanta anche il Beauty Center e lo Sporting Club con piscina coperta riscaldata, palestra, sauna, bagno turco, campo squash, golf elettronico, putting green, percorso vita e 8 campi da tennis.

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La città delle chiese dipinte è un tripudio di meraviglia e colori

Immagina una città dove il tempo sembra essersi fermato, dove la storia e le antiche tradizioni risuonano in ogni angolo, trasportandoti in un luogo magico e affascinante.

Benvenuti a Suceava, una città incantevole incastonata nel cuore della regione storica della Bucovina, nel nord-est della Romania. Con il suo passato glorioso come capitale della Moldavia, è un tesoro nascosto di storia e cultura che attende solo di essere scoperto.

La città, arroccata sulla riva dell’omonimo fiume, sembra uscita dalle pagine di un libro di fiabe, con le sue chiese e i suoi monasteri che vantano un’architettura bizantina unica nel suo genere.

Suceava è un luogo straordinario dove passato e presente si fondono in un’armonia senza tempo. Con i suoi affascinanti siti storici e la vivace cultura contemporanea, offre un’esperienza unica che ti invoglia a immergerti nel suo prezioso patrimonio e a diventare parte di una storia straordinaria.

Suceava: un incanto senza tempo

I monasteri dipinti della Romania

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Vista panoramica del monastero di Voronet, Romania

La storia di Suceava ha origini nel tardo Medioevo, un’epoca che segnò l’apice di questa città, trasformandola in un importante centro politico e culturale.

L’influenza di quest’epoca continua a riflettersi nel meraviglioso panorama architettonico della città, ricco di numerosi siti medievali che affascinano ancora oggi.

Suceava era la maestosa residenza di Stefano il Grande, il coraggioso principe che si oppose all’Impero Ottomano. Durante il suo regno, la città divenne un baluardo inespugnabile grazie alla potente Fortezza di Seat.

Quest’incredibile struttura fungeva da sontuosa corte principesca e da impenetrabile fortezza difensiva, affrontando con determinazione numerosi assedi nel corso della sua illustre storia.

Oggi, è una delle destinazioni turistiche più popolari della regione, offrendo una visione affascinante del periodo medievale che collega in modo tangibile gli eventi e le figure storiche che hanno influenzato il corso della storia cittadina.

I Monasteri Dipinti della Bucovina

I monasteri dipinti della Bucovina sono forse la più grande attrazione della regione, autentiche meraviglie architettoniche che brillano con immagini vivide e colorate di storie bibliche e scenari sacri.

Queste chiese, uniche per la loro straordinaria decorazione esterna, rappresentano un patrimonio culturale che unisce arte, fede e storia. Per il loro grande valore artistico, otto sono state inserite nella prestigiosa lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco.

Costruite tra il XV e il XVI secolo, furono erette come simboli di fede ortodossa e gratitudine per le vittorie contro l’Impero Ottomano. Le affascinanti pitture murali esterne servivano a educare la popolazione locale, in gran parte analfabeta, narrando appassionanti storie della Bibbia e della vita dei santi ortodossi.

Ogni monastero possiede una combinazione di colori e una collezione di dipinti unici. Tra questi un must-see è il Monastero di Voronet, conosciuto anche come la “Cappella Sistina d’Oriente“, per le sue straordinarie rappresentazioni del Giudizio Universale.

Oggi, queste chiese sono ancora luoghi di culto attivi e mete turistiche molto apprezzate. Offrono ai visitatori uno sguardo affascinante sulla ricca eredità della Romania e rappresentano una testimonianza tangibile del talento artistico del passato.

Oltre alle bellissime chiese dipinte, la Bucovina offre percorsi turistici meno conosciuti ma altrettanto affascinanti. Questi itinerari conducono i visitatori tra pittoreschi villaggi rurali e rigogliose foreste, regalando un’esperienza di viaggio autentico e coinvolgente.

Luoghi come Cârlibaba, Ciocănești e Moldovița offrono un’esperienza unica nella vita tradizionale romena: un viaggio per scoprire l’artigianato locale, deliziarsi con la cucina tradizionale e immergersi nelle usanze e tradizioni secolari.

Nonostante la Bucovina sia una meta turistica poco conosciuta, per coloro che sono alla ricerca di una destinazione fuori dagli schemi, rappresenta un vero tesoro nascosto in attesa solo di essere scoperto.

I percorsi meno conosciuti di Suceava

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Tramonto sulle colline di Voronet, Romania
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capitali europee castelli Edimburgo Europa Idee di Viaggio itinerari culturali Scozia Viaggi vulcani

Sapevi che il castello più celebre d’Europa si trova su un vulcano?

Esistono posti sulla Terra che sembrano usciti da un libro di fiabe, luoghi dove il tempo si arresta e la bellezza del passato si unisce alla magia del presente. Uno di questi è il maestoso Castello di Edimburgo, tra le attrazioni più suggestive e iconiche dell’intera Scozia.

Quest’antica fortezza è situata su una collina rocciosa che domina Edimburgo, una città incantevole e affascinante situata sulla costa orientale, conosciuta per la sua architettura storica, la cultura vivace e la vibrante scena artistica.

Il castello, riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità, è stato testimone di molte vicende storiche nel corso dei secoli e offre ai visitatori l’opportunità di immergersi completamente nel passato e nelle tradizioni del Paese. Utilizzato come prigione, centro di potere, base militare e ospedale, è stato costantemente ampliato e migliorato per adattarsi alle diverse esigenze del tempo.

Quello che potresti non sapere è che in realtà si trova su una roccia di un vulcano. Questo dettaglio conferisce un’atmosfera davvero unica e magica al castello, aggiungendo un ulteriore fascino e mistero a uno dei luoghi più simbolici e e popolari del mondo.

La storia del Castello di Edimburgo e il suo antico vulcano

Il Castello di Edimburgo, che si erge sulla cima di Castle Rock, domina l’orizzonte della città con la sua presenza maestosa. Questo incredibile luogo ha sempre svolto un ruolo di grande rilevanza nella storia della Scozia.

Ogni angolo di questa formidabile struttura racconta storie di re e regine, battaglie, assedi ed eroismo. Ma quello che rende questo castello ancora più affascinante è il fatto che sia situato su un antico vulcano spento.

Questo vulcano si estinse circa 350 milioni di anni fa, durante l’era del Carbonifero. La roccia basaltica, rimasta dopo l’ultimo evento vulcanico, ha fornito un fondamento solido per la costruzione del castello. Questo particolare geologico non solo ha reso il castello inespugnabile nel corso dei secoli, ma ha anche contribuito a creare un paesaggio unico e suggestivo.

Il Castello di Edimburgo: un viaggio nel cuore della Scozia

Una delle attrazioni principali del Castello di Edimburgo è il Royal Palace, che ospita le stanze reali e i gioielli della corona scozzese. Altre attrazioni includono il Museo Nazionale della Guerra, che racconta la storia militare della Scozia, la Cappella di Santa Margherita, che risale al XII secolo, e la Prigione di Edimburgo, dove erano rinchiusi i prigionieri politici.

Inoltre, il castello offre una vista panoramica sulla città e sulla campagna circostante, uno scenario incantevole soprattutto al tramonto o durante i fuochi d’artificio di Capodanno.

La struttura è aperta ai visitatori tutto l’anno. I biglietti possono essere acquistati in loco oppure online e il prezzo varia a seconda dell’età del visitatore.

È possibile visitare la fortezza con una guida, che offre una visione più approfondita della storia e dell’architettura del complesso. In alternativa, lo si può visitare autonomamente, ma è consigliabile acquistare una mappa per non perdersi tra le numerose attrazioni.

Oggi, il Castello di Edimburgo è uno dei luoghi più visitati dell’intero Paese e offre un’esperienza unica e coinvolgente. Con la sua magnifica vista panoramica sulla città, il castello rappresenta uno dei simboli più importanti e una tappa imperdibile per chi vuole scoprire la vera anima della Scozia.

Ingresso del Castello di Edimburgo

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Ingresso principale del Castello di Edimburgo, Scozia