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Il teatro volante con vista panoramica su New York

C’è sempre un motivo per innamorarsi di New York, anzi ce ne sono mille e anche di più, ma il teatro volante che svetta tra i grattacieli e offre una vista panoramica sulla Grande Mela è un’esperienza incredibile che lascia col fiato sospeso. Una nuova avventura da vivere per costruire straordinari e indelebili ricordi di viaggio.

Organizzare un viaggio a NY è sempre un’ottima idea. Lo è perché qui c’è sempre qualcosa da fare e da vedere. Lo è perché la vista dello skyline, che è in continua evoluzione, emoziona e incanta. E perché i parchi urbani sono dei veri e propri tesori da scoprire.

New York è bella sempre, a ogni ora del giorno e della notte, a ogni stagione, quando è la natura a mettere in scena dei paesaggi urbani fuori dall’ordinario. Ed è bella da scoprire adesso, a bordo di un teatro volante per godere della vista a volo d’uccello della Grande Mela.

RiseNY, la nuova attrazione di New York

RiseNY, la nuova attrazione di New York

Bentornati a New York: cosa c’è di nuovo?

Elencare le meraviglie di New York e tutte quelle cose che la rendono una città magica sembra un’impresa ardua. Ed è da questa consapevolezza che, probabilmente, è nata una delle più straordinarie attrazioni della Grande Mela a Times Square: RiseNY.

Si tratta di un teatro virtualmente itinerante, nel tempo e nello spazio, un’attrazione che celebra le meraviglie della città e racconta tutta la magia, visibile e invisibile di New York. Un viaggio nel viaggio che, attraverso la presenza di sette gallerie tematiche, percorre le tappe della storia della città in due secoli di meraviglie.

Il percorso comincia trasportando idealmente i visitatori all’interno della prima linea della metropolitana inaugurata nel 1904. Un viaggio nel tempo che arriva fino agli anni ’90 per ammirare la rinascita di New York e fermarsi a guardare la bellezza di quei simboli ora iconici della Grande Mela.

Il percorso prosegue alla scoperta della cultura americana, dalla moda alla musica, passando per i film e le celebri serie televisive. Non manca, ovviamente, un tributo allo sviluppo verticale della città che ospita uno degli skyline più belli del mondo. Ed è proprio per omaggiare quello che è diventato il simbolo della città che il percorso si conclude con un viaggio vertiginoso nel cielo di New York.

RiseNY, la nuova attrazione di New York

RiseNY, la nuova attrazione di New York

Il volo spettacolare su New York

Dopo aver toccato con mano la magia di New York, attraverso la sua storia, la cultura e le tradizioni, il viaggio all’interno di RiseNY si conclude con una simulazione di volo sulla città che, da solo, merita l’intero viaggio.

Questo teatro volante ospita 46 posti dai quali, comodamente seduti, sarà possibile volare tra i grattacieli di Manhattan e osservare tutta la città. Gli ospiti saranno sollevati per circa dieci metri e resteranno in sospensione tra riprese aeree mozzafiato.

I sedili in movimento rendono ancora più reale l’esperienza multisensoriale alla quale si aggiungono i profumi, la nebbia e il vento. Un cinema in 4k con vibrazioni, correnti d’aria e odori che rendono più realistiche le immagini che si susseguono sullo schermo.

Sarà come mettere ai piedi un paio di ali per raggiungere la Statua della Libertà, il ponte di Brooklyn, l’Empire State Building, e il Central Park. Pronti a partire?

RiseNY, la nuova attrazione di New York

RiseNY, la nuova attrazione di New York

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Sembra un dipinto: lo spettacolo del risveglio della natura

La foto fa emozionare: sembra di trovarsi davanti a un dipinto che ha preso in prestito i colori dai campi e dai fiori e non è certo l’unico in questo periodo. Sono dei veri e propri capolavori artistici da contemplare questi paesaggi che si palesano all’improvviso davanti ai nostri occhi. Quadri di immensa bellezza che portano la firma di Madre Natura proprio ora che lei si prepara alla sua grandiosa e straordinaria rinascita.

La primavera non la si può non amare, perché è questa la stagione che ci ricorda quanto è meraviglioso il mondo che abitiamo quando è la natura a dominarlo. Così ecco che i mesi che vanno da marzo a giugno si trasformano per noi in grand tour che attraversano il mondo in lungo e in largo tra fioriture lussuose e infinte che si perdono a vista d’occhio.

Il risveglio della natura si trasforma in un capolavoro, come dimostra questa fotografia scattata a Longyan dove i fiori di ciliegio si alternano alle foglie di tè. Un’opera d’arte che si può osservare e attraversare, per perdersi e immergersi in tutta questa meraviglia.

Fioritura di ciliegi a Longyan

Fioritura di ciliegi a Longyan

I ciliegi fioriscono e danno spettacolo

È difficile scegliere un’istantanea, e una soltanto, che sappia rappresentare al meglio tutto ciò che sta per accadere intorno a noi. Eppure la fotografia dei ciliegi che stanno fiorendo in un giardino di tè a Longyan, in Cina, è il perfetto preludio a tutto ciò che ci prepariamo a vivere.

È la natura che si riappropria dei suoi spazi dopo un lungo e doveroso letargo. Lo fa attraverso le meravigliose fioriture che si susseguono in tutto il mondo, che invadono i campi infiniti che splendono sotto al sole e persino i deserti più aridi, quasi a ricordarci che non c’è nulla che essa non possa fare.

La fioritura degli alberi di ciliegio, poi, è una vera e propria esperienza per i sensi che ogni anno mette in moto viaggiatori da ogni parte del mondo pronti all’osservazione. Si tratta dell’Hanami, un termine giapponese che fa riferimento alla tradizione locale di osservare la bellezza della fioritura primaverile degli alberi, diffusasi poi in tutto il mondo.

Questo spettacolo, però, non è prerogativa del Giappone, come dimostra la bellezza mozzafiato dei campi da tè delle colline in provincia di Fujian. In questa zona, infatti, ogni primavera fioriscono circa diecimila alberi di ciliegio che, messi in fila, appaiono dall’alto come dei nastri rosa che avvolgono il territorio circostante.

Il panorama si tinge di rosa mentre il profumo inebriante dei fiori di ciliegio si diffonde nell’aria. Lo show ha inizio.

Fioritura di ciliegi a Longyan

Fioritura di ciliegi a Longyan

Dove ammirare i ciliegi in fiore

Il Giappone è sicuramente il regno dei ciliegi in fiore, qui ogni anno i cittadini, affiancati dai turisti, si riuniscono per le strade, per i parchi e nei luoghi più diversi per ammirare i sakura, i boccioli di ciliegio, in tutto il loro splendore.

Ma l’Hanami è un’esperienza sensoriale che si può vivere anche in altre parti del mondo. A Washington, per esempio, sono tantissimi gli alberi di ciliegio piantati sulle rive del fiume Potoma che ogni anno danno spettacolo.

A Bonn, in Germania, c’è un tunnel di ciliegi che esplode in tutta la sua bellezza quando la primavera arriva. Anche l’Italia, però, offre la possibilità di praticare l’Hanami a Roma, con le fioriture del laghetto dell’Eur e quelle del Giardino Giapponese all’interno dell’Orto Botanico, e a Milano nel Giardino Zen in Piazza Piola.

Fioritura di ciliegi a Longyan

Fioritura di ciliegi a Longyan

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L’edificio che riaffiora dal Lago Valvestino è pura magia

Tra Lombardia e Trentino si trova un lago che ha una storia incredibile. Si tratta di un lago artificiale le cui acque hanno un colore quasi innaturale. Soprattutto d’estate, con il sole a picco e il cielo limpido, diventano di un azzurro intenso. Sono talmente chiare che le montagne che lo circondano si riflettono benissimo, creando un effetto magico. Ma la magia che accade una volta all’anno è un’altra.

Il lago che nasconde un mistero

Il lago si chiama Valvestino e si trova nei pressi di altri due laghi più famosi, questa volta naturali, uno è il lago d’Idro e l’altro è il lago di Garda. Una particolarità del lago di Valvestino è la costa che lo circonda, fatta di meravigliose insenature che ricordano i fiordi della Scandinavia con le rocce a strapiombo. E poi c’è l’imponente diga, quella di Ponte Cola, tra il fiume Toscolano e il torrente Droanello, che alimenta la centrale elettrica di Gargnano. Alta più di 120 metri, è in grado di accumulare, nel suo grande bacino, un invaso di oltre 50 milioni di metri cubi d’acqua.

Il fenomeno dell’edificio che spunta dalle acque

A lungo i fondali di questo lago artificiale creato nel 1964 hanno tenuto nascosto un tesoro. Una volta all’anno, quando il livello dell’acqua del lago si abbassa, si assiste a un fenomeno incredibile: riemergono i resti di un antico edificio, che raccontano una storia secolare. Si tratta della dogana di Lignago, che segnava il confine tra l’Impero austriaco e la Repubblica di Venezia. In questo punto s’incrociavano sentieri e mulattiere ed era un passaggio obbligato per i viandanti. Ancora adesso, nell’alto Garda si dice in dialetto: “Te pasaré da Lignàc” (“Passerai da Lignago”), per indicare un percorso inevitabile.

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I ruderi della dogana di Lignago

Quando riemerge dalle acque, la dogana o “castello”, così chiamato per la forma e per quelle che sembrano “guglie” che in realtà sono solo i segni dell’erosione del tempo e dell’acqua, attira l’attenzione di una folla di curiosi che posta foto sui social facendo così accorrere ancora più gente.

Questo edificio, costruito nel XIX secolo, funzionava proprio come una dogana. Quando il lago non c’era ancora, serviva per controllare il passaggio delle merci da e verso il confine con i territori austro-ungarici. Quando con la fine della guerra la dogana smise la sua funzione, venne sommersa da milioni di metri cubi di acqua della diga.

Paradiso dei motociclisti

Ricca di curve, la strada che si snoda lungo il lago Valvestino è amata dai motociclisti, soprattutto nel periodo estivo. Si può assistere a questo evento passando sulla Strada Provinciale 9 dal Garda verso la Valvestino.

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Il lago artificiale di Valvestino con le sue acque crristalline

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Le location del film “Il ritratto del duca” con Helen Mirren

Si è da poco celebrato il 60° anniversario di uno dei furti più famosi della storia, quello del ritratto di Francisco Goya intitolato “Il Duca di Wellington”, un dipinto che ritrae Arthur Wellesley, duca di Wellington, conservato ancora oggi nella National Gallery di Londra. È l’unico dipinto ad essere mai stato sottratto dalla pinacoteca nei suoi 196 anni di storia.

La storia vera viene raccontata in modo sublime nel film “Il ritratto del duca” (“The Duke”, presentato fuori concorso all’ultima mostra del Cinema di Venezia) con l’attore Jim Broadbent, nel ruolo del protagonista Kempton Butnon, ed Helen Mirren, in quello della moglie Dorothy.

Nel 1961, Butnon, tassista di Newcastle, trafugò dal museo londinese il famoso quadro del valore stimato di 140mila sterline. Commise il furto solo per attirare l’attenzione. Lo restituì qualche anno dopo e fu condannato solamente per non aver riportato la cornice.

La National Gallery di Londra

Le location del film sono naturalmente quelle protagoniste indiscusse della storia, prima fra tutte la National Gallery, il museo più famoso di Londra. Chiunque visiti la Capitale britannica prima o poi ci capita, anche perché si trova nella centralissima Trafalgar Square e poi, cosa non da poco, l’ingresso è gratuito. Il motivo è che la collezione appartiene al popolo britannico e chiunque è libero di accedervi.

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La National Gallery di Londra

Il maestoso edificio con una grande scalinata e un colonnato sovrastato dalla cupola è davvero imponente. Fu inaugurato nel 1838 da una giovane Regina Vittoria. Non è solo uno dei musei più importanti di Londra, ma anche del mondo. Le sue 66 gallerie sono ordinate in quattro sezioni in modo cronologico.

All’interno la National Gallery ospita migliaia di dipinti di ogni epoca, dalla scuola italiana (tra cui opere di Piero della Francesca a Botticelli a Leonardo e Michelangelo) alla fiamminga, olandese, spagnola, francese e, naturalmente, inglese.

L’Old Bailey, il tribunale penale

Quando Kempton viene condannato, deve comparire all’Old Bailey, il tribunale penale, per vari capi d’imputazione, tra i quali il furto del dipinto e della sua cornice. Ancora oggi questo edificio nel centro di Londra, nei pressi della St Paul’s Cathedral, ospita la Central Criminal Court, la Corte della Corona e il tribunale penale centrale.

L’edificio fu costruito nel luogo dove si trovava la prigione medievale di Newgate, distrutta nel grande incendio di Londra del 1666, in una strada chiamata Old Bailey, che segue il percorso delle mura fortificate della City (dette “bailey”, appunto) e che ha dato il nome alla corte. È stato citato in moltissimi romanzi, a partire da “Racconto di due città” di Charles Dickens al giallo “Attentato alla corte d’Inghilterra” di Tom Clancy, e immortalato in altri film prima di questo, come “Il caso Paradine” di Hitchcock, per esempio, o la serie Tv “Poirot”.

La città di Newcastle

Poiché la città è cambiata moltissimo negli ultimi anni rispetto al periodo del furto del dipinto, gli Anni ’60, quando vi abitavano i Butnon, la produzione non ha potuto girare tutte le scene a Newscastle, ma ha dovuto cercare delle location altrove. Le ha trovate a Leeds e nella vicina Bradford, nel West Yorkshire.

Affacciata sul fiume Tyne – iconico è il Tyne Bridge che lo attraversa da parte a parte – e a pochi chilometri dal Mar del Nord, è stata per secoli un importante un grande porto e centro per il commercio, soprattutto della lana, oltre che una zona di estrazione del carbone, tanto che nel XIX secolo divenne la città-guida della rivoluzione industriale in Inghilterra. Oggi che queste industrie non esistono quasi più, Newcastle è divenuta famosa per la sua vita culturale, per la movida notturna e per lo sport, soprattutto il calcio, con la squadra del Newcastle che milita in Premier League.

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Una scena del film “Il Duca di Wellington”

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Edimburgo, la città dei Festival

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Edimburgo, meravigliosa capitale della Scozia, è una città affascinante e imperdibile, dove la storia che si respira fra i vicoli acciottolati della Old Town e le costruzioni georgiane della parte nuova incontra la modernità di un centro europeo vivace e multietnico.

Sto per accompagnarvi alla scoperta della ricca proposta culturale della città, scandita non solo dal ritmo delle tradizionali cornamuse.

Pensate, ad attendervi ogni anno ci sono 11 grandi festival, di cui ben 5 in agosto.

Allora… mettetevi comodi e partite con me alla volta di: Edimburgo, la città dei Festival.

Non possiamo non cominciare questo viaggio assieme dall’Edinburgh Festival, che si svolge da giugno ad agosto.

Se siete interessati ai vari eventi della rassegna, il consiglio è quello di prenotare alberghi o ristoranti in anticipo: la città è letteralmente presa d’assalto durante il festival, che si compone di 7 imperdibili appuntamenti, fra cui il Military Tattoo, il Fringe Festival e l’International Film Festival.

Il Military Tattoo è il più grande spettacolo al mondo di bande musicali e parate militari; un evento atteso ogni estate sul piazzale davanti al Castello di Edimburgo e da vedere almeno una volta nella vita.

Più di 1000 artisti – fra musicisti, suonatori di cornamusa, percussionisti di tamburi, ballerini e cantanti -, tutti riuniti in uno show straordinario.

Non mancate di ammirare le esibizioni dei Massed Pipes and Drums e della Massed Military Bands: uscendo dal portone del castello, intonano con le cornamuse tipiche melodie di battaglia dei reggimenti scozzesi; uno spettacolo emozionante, chiuso ogni sera dai fuochi d’artificio e dal pubblico che canta all’unisono la canzone della tradizione scozzese “Auld Lang Syne”.

L’Edinburgh Fringe Festival è il più grande raduno mondiale di artisti: ogni anno propone 15.000 esibizioni, con 700 compagnie e 12.000 partecipanti… 1500 spettacoli al giorno, 24 ore su 24, in 200 spazi differenti della città…

Caratteristica del Fringe Festival è che la maggior parte degli spettacoli avviene per strada, un’occasione unica per scoprire e vivere da vicino le bellezze della capitale della Scozia.

Altra caratteristica è la totale assenza di direzione artistica: il Festival offre a chiunque la possibilità di esibirsi e di proporre il proprio estro artistico, dalla satira ai testi classici, al musical.

Altro appuntamento imperdibile dell’Edinburgh Festival è l’International Film Festival, famoso per un primato: quello di trasmettere più pellicole al mondo senza alcuna interruzione.
Storicamente, si tratta del terzo festival cinematografico nato in Europa, dopo quello di Cannes e quello di Venezia.

La prima edizione risale al 1947; all’inizio proiettava esclusivamente documentari, oggi invece propone film internazionali, lungometraggi di animazione, video musicali e cortometraggi.

Ma non solo Edinburgh Festival: da non perdere a Edimburgo è l’Hogmanay, il Capodanno della capitale: 3 giorni di festa, dal 30 dicembre al 1° gennaio, che animano le vie della città, con appuntamenti musicali adatti a tutta la famiglia.
Si inizia il 30 dicembre quando la Processione delle Torce infiamma il centro storico con un suggestivo fiume di fuoco.

La giornata clou del festival è ovviamente quella del 31: scatenatevi sotto al grande palco, davanti al castello di Edimburgo, al ritmo delle esibizioni live di cantanti e DJ di fama internazionale.

Ma non è tutto: nell’attesa della mezzanotte, perdetevi nelle tante piazze della città fra spettacoli performativi e concerti di vario genere. Ce n’è davvero per tutti i gusti!

Se poi non ne avete abbastanza… il 1° gennaio l’appuntamento è con il Loony Dook, tuffo di rito nelle acque gelide del fiume Forth, a South Queensferry, appena fuori Edimburgo; non prima, però, di aver fatto una capatina sulla High Street alla Dookers Parade, parata che chiude i festeggiamenti.

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Tra altalene panoramiche e fioriture di montagna: la meravigliosa primavera del Ticino

La primavera è il momento perfetto per organizzare nuovi viaggi alla scoperta del mondo che abitiamo. Mentre la natura si prepara alla sua straordinaria rinascita, infatti, possiamo posare lo sguardo sulla grande bellezza e da questa prendere le più grandi ispirazioni così come hanno fatto artisti, pittori e poeti prima di noi.

E di luoghi da visitare si riempie la nostra lista, alla quale sembra doveroso aggiungere anche il cantone del sud della Svizzera. Si perché in Ticino la primavera si prepara a inebriare con profumi e colori incantati cittadini e viaggiatori. Il sole splende in alto in cielo prima di quanto si può immaginare e rinvigorisce la natura che, già forte di nuove energie, è pronta a al risveglio dei sensi.

È questo il momento per volare direttamente tra le altalene panoramiche e le fioriture di montagna, per perdersi e immergersi nella meravigliosa primavera del Ticino. Pronti a partire?

Parco San Grato

Parco San Grato

Tra giardini fioriti e profumi inebrianti

Quando il sole diventa assoluto protagonista delle giornate di primavera, il Lago Maggiore orlato di palme brilla di una luce nuova, straordinariamente accecante. La neve, che avvolgeva con il suo candido manto le cime delle montagne è ormai solo un ricordo, ha lasciato spazio ai colori dei fiori che sbocciano ed emozionano.

Il parco botanico del Gambarogno, al quale fa da sfondo il meraviglioso panorama del Lago Maggiore, è un tripudio di colori dato dalle tanto attese fioriture. Sui 20000 metri quadrati del giardino botanico si snodato quasi mille varietà di camelie e 800 diversi tipi di magnolie, azalee, peonie e rododendri che da metà marzo a metà danno vita a uno spettacolo unico.

Anche a Locarno è tempo di fioriture, sono le camelie, qui a diventare magiche visioni durante lunghe passeggiate illuminate dalla luce del sole. Su una superficie che si snoda per oltre 10000 metri quadrati troviamo migliaio di varietà di camelie che incantano e stupiscono durante il periodo della loro massima fioritura.

Parco delle Camelie

Parco delle Camelie

La primavera mette in scena un altro spettacolo suggestivo sul Parco San Grato, affacciato sul suggestivo Lago di Lugano. È qui che è preservata una collezione di immensa bellezza di fiori di ogni genere tra i quali le azalee, i rododendri e le conifere. Visitare il giardino permette anche di vivere un’esperienza straordinaria, quella di osservare il panorama circostante seduti sull’altalena gigante del progetto Swing the World. Un’avventura, questa, che lascia tutti col fiato sospeso.

Shinrin-yoku: le immersioni nel bosco

La primavera, si sa, ci spinge a ritrovare quel contatto con la natura in rinascita. È questo il periodo ideale per il trekking, le escursioni, per perdersi e immergersi nella natura più autentica per connettersi ad essa in maniera primordiale. È da questa consapevolezza che, negli ultimi anni, si è andato diffondendosi il Shinrin-yoku, meglio conosciuto come bagno nella foresta.

E il Ticino, in questo senso, è ricco di luoghi da da esplorare. Tra i più suggestivi troviamo i boschi della Valle Onsernone, considerata dai cittadini e i viaggiatori la valle più selvaggia dell’intera regione. Si sale e si scende dalle vette altissime, ci si ferma tra i fiumi e i flussi delle acque cristalline e limpide che si snodano tra i fitti boschi animati da flora e fauna, attraversando costruzioni rustiche e incontrando sorci suggestivi. Poi via lungo i villaggi e i paesi suggestivi che si incastonano perfettamente nel paesaggio suggestivo e naturale offerto dalla primavera in Ticino.

Valle Onsernone

Valle Onsernone

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Tutte le strade portano a Roma (o quasi)

Roma città eterna, cuore e capitale d’Italia, crocevia di storie, culture e tradizioni. Roma caput mundi, ieri e oggi. Il centro del mondo, considerato tale per secoli, che ancora oggi resta una delle destinazioni più amate e frequentate dai viaggiatori di tutto il mondo. E le motivazioni sono così tante e ovvie che non hanno bisogno di essere qui elencate.

Ma proprio il fatto che questa città è sempre presente negli itinerari di viaggio delle persone di tutto il mondo, forte del fatto che custodisce gran parte della storia del Paese e del mondo intero, ha fatto sì che con il tempo una grande e complessa rete stradale si sviluppasse proprio attorno alla città per facilitare l’accesso alla capitale.

A partire da questa consapevolezza viene da chiedersi se è vero che tutte le strade portano a Roma. I cittadini, fieri della loro romanità, sostengono di sì. Gli altri si limitano a utilizzare questa frase come metafora di vita, ma c’è chi è voluto andare oltre per scoprire origini e veridicità di un’espressione tanto antica quanto comune.

Le origini della frase fanno riferimento al sistema di strade costruito dagli antichi romani che sì, conducevano tutte a Roma. Questo per facilitare il commercio e l’avanzamento del grande impero che si estendeva dal Regno Unito fino al Nord Africa passando per la Russia. Le strade, quindi, passavano per le principali città commerciali e per i paesi urbani per collegare questi con la capitale.

E oggi? Un team di tre esperti, Benedikt Groß, Philipp Schmitt e Raphael Reimman, si è riunito qualche hanno fa per sondare la veridicità di questo detto in tempi moderni. Hanno analizzato l’Italia e l’Europa prendendo in considerazione 400000 città, paesi e villaggi, per vedere se in qualche modo questi hanno delle strade che portano alla città eterna.

La risposta è sì: sono quasi 500000 le strade che portano a Roma su un’area analizzata di oltre 25000000 chilometri quadrati e più precisamente sono 486000. Google Maps, probabilmente, potrà confermarvelo, ma lo fanno anche le strade più celebri che attraversano il nostro Paese.

Ne sono un esempio la strada statale Appia che collega Roma a Taranto e che passa per l’agro pontino fino e Terracina e poi la Tiburtina che crea un collegamento tra la capitale e la regione Abruzzo. La Cassia e la Flaminia, invece, collegano rispettivamente la città eterna a Firenze e a Rimini.

E poi ce ne sono tante altre che aspettano solo di essere scoperte, magari in occasione di un meraviglioso viaggio on the road.

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Brescia: alla scoperta della Leonessa d’Italia

Per anni sottovalutata dal mondo del turismo, Brescia è in realtà una città ricchissima di cultura, arte e storia, che non ha niente da invidiare alle più celebri città d’arte italiane; ve la consiglio come alternativa per un classico weekend gateaway, sono sicura che ne resterete alquanto sorpresi.

Brescia, fu soprannominata Leonessa d’Italia dai poeti Aleardi e Carducci, per il coraggio e la forza dimostrati dai suoi abitanti durante l’insurrezione (le famose Dieci Giornate di Brescia: 23 marzo – 1° aprile 1849) contro l’oppressione austriaca. Passeggiando per le vie del suo centro storico saltano subito all’occhio i resti di epoche antiche, i contrasti di stili architettonici e le testimonianze di un passato ricco di storia e di cultura. Fondata nel lontano 1200 a. C., fu successivamente dominata dai Galli, dai Romani (che la chiamarono Brixia), dagli Ostrogoti, dalla Serenissima Repubblica di Venezia e infine dall’Impero Austriaco, per poi essere annessa al Regno d’Italia nel 1860. È proprio per questo motivo che a Brescia troviamo un tempio romano, un castello medievale, due Duomi ed edifici in stile veneziano. Una ricchezza che merita di essere vista almeno una volta nella vita.

Come raggiungere a Brescia

Ben collegata grazie alla presenza di numerose infrastrutture, Brescia è facilmente raggiungibile in auto, in treno o in aereo. Si trova infatti sull’autostrada A4 Milano-Venezia e dista solo 1 ora di auto sia da Milano che da Verona. Anche il treno è un’ottima alternativa per raggiungere la città; servita sia da treni regionali sia dall’alta velocità, la stazione ferroviaria si trova a soli 15 minuti a piedi dal centro storico. Se arrivate da lontano, gli aeroporti più vicini sono quello di Bergamo Orio al Serio e quello di Verona. Da qui la soluzione migliore è noleggiare un’auto per esplorare non solo Brescia, ma anche i suoi meravigliosi dintorni, che vanno dalla Franciacorta, rinomata in tutto il mondo per gli ottimi vini, al Lago d’Iseo, con i suoi piccoli borghi da esplorare e le sue passeggiate immerse nella natura.

Cosa vedere a Brescia in un weekend:

Il centro storico di Brescia è abbastanza raccolto e si gira comodamente a piedi. Iniziate il tour della città da via dei Musei, dove si trovano due siti dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. Si tratta del Museo di Santa Giulia e del Parco Archeologico di Brescia Romana. Partite dal Museo di Santa Giulia e dedicate almeno un paio di ore a esplorarlo. Realizzato all’interno di un complesso monastico di origine longobarda, il percorso espositivo racconta quasi 3000 anni di storia della città, dalla preistoria fino ai giorni nostri. Qui potrete ammirare due bellissime domus romane con i loro mosaici, la statua in bronzo della Vittoria Alata (risalente al primo secolo), imponenti affreschi cinquecenteschi realizzati sulle pareti del Coro delle Monache e la Croce di Desiderio, simbolo della Brescia longobarda. A pochi metri di distanza dal Museo si trova il Parco Archeologico Romano, il più importante del Nord Italia, che vi lascerà sicuramente stupiti. Tra i vari reperti a cielo aperto, spiccano il Tempio Capitolino e il Teatro Romano. Costruiti per ordine dell’imperatore Vespasiano nel 73 d. C., raccontano dell’importanza che aveva l’antica Brixia in epoca romana. Proseguite il giro del centro storico spostandovi verso Piazza Paolo VI, anche conosciuta come Piazza del Duomo, e lasciatevi sorprendere dalla presenza di ben due Cattedrali. A Brescia infatti troverete un Duomo Vecchio e un Duomo Nuovo, uno vicino all’altro, in un magnifico contrasto di stili architettonici unico al mondo.

Brescia è tristemente nota anche per un’altra piazza molto famosa, Piazza della Loggia, dove nel 1974 un attentato terroristico provocò la morte di 8 persone e centinaia di feriti. Vicino al punto in cui scoppiò la bomba, oggi è stata posizionata una lapide commemorativa e, sulla strada che porta al Castello, sono state incastonate più di 400 targhe che ricordano altrettante persone vittime del terrorismo degli ultimi 40 anni. Ammirate Piazza della Loggia anche per la presenza di edifici in stile veneziano risalenti al 1400 e per la torre dell’orologio. Sulla sua cima sono posizionate due statue maschili in bronzo, chiamate in dialetto bresciano i macc de le ure, che scandiscono le ore della giornata battendo il martello su una campana. Come ultima tappa del vostro giro di Brescia, recatevi al Castello. Si trova sul Colle Cidneo ed è facilmente raggiungibile dal centro storico percorrendo una passeggiata in salita di 10-15 minuti. L’ingresso al Castello è gratuito. Sono a pagamento solo i musei che si trovano al suo interno: il Museo del Risorgimento e il Museo delle Armi. La fortezza è veramente ben conservata e vi sembrerà di fare un tuffo nel lontano Medioevo. Attraversate il ponte levatoio, esplorate i tunnel sotterranei e godetevi una passeggiata rilassante nei suoi giardini. Trovandosi in posizione rialzata, dal Castello si può osservare tutto il centro di Brescia che si estende ai suoi piedi. Salite al Castello per l’ora del tramonto e ammirate le case, i palazzi e i monumenti che si tingono di rosa e approfittate del punto di ristoro per fare un aperitivo con il mitico pirlo bresciano… e non osate chiamarlo Spritz!

Cosa mangiare a Brescia:

Dopo tanto girovagare per la città perché non provare qualche piatto tipico della cucina bresciana? L’arte e la storia non sono infatti l’unico motivo per visitare la città di Brescia. Nel centro storico troverete numerosi ristoranti che offrono i piatti della tradizione. Come antipasto avrete solo l’imbarazzo della scelta: taglieri di salumi e formaggi nostrani o dell’ottimo pesce del vicino Lago di Iseo. I primi sono generalmente composti da ingredienti poveri, ma combinati per creare piatti sostanziosi e ricchi di gusto. Meritano un assaggio i famosi casonsèi alla bresciana, una pasta ripiena di pangrattato e formaggio grattugiato, a forma di mezzaluna, condita con abbondante burro fuso e salvia. Per un bis di primi da veri golosi, provate anche i malfatti, degli gnocchi di pane e spinaci, brutti da vedere, ma veramente saporiti grazie all’immancabile condimento di burro e salvia.
Se avete ancora fame, ordinate come secondo la carne allo spiedo oppure il tipico manzo all’olio. Con questo tipo di cottura, la carne rimane morbida e viene servita con un intingolo delizioso, perfetto accompagnamento per la polenta. A Brescia la polenta si mangia taragna, ovvero preparata l’aggiunta di farina di grano saraceno e condita generalmente con burro e formaggio. Per gli amanti del vino, non lasciatevi sfuggire un assaggio dei migliori DOC del territorio. Tra i vini rossi ricordiamo il Cellatica e il Botticino, mentre per chi ama le bollicine, è d’obbligo ordinare una bottiglia di Franciacorta, il primo spumante metodo classico italiano ad avere ottenuto la DOCG, riservata solo ai vini di eccellenza. Dopo un pasto così sostanzioso, prima di mangiare il dolce, serve una bella passeggiata. Approfittatene quindi per raggiungere la Pasticceria Veneto, aperta nel 1971 da un giovane Iginio Massari, diventato poi il grande maestro pasticciere che tutti noi oggi conosciamo. Se volete assaggiare i dolci della tradizione, provate una fetta di bussolà, un ciambellone aromatizzato con limone e vaniglia, tipico del periodo natalizio, ma che ormai si trova tutto l’anno. Altrimenti provate le deliziose praline di cioccolato, i biscotti al burro o i dolci a base di frutta secca. Il miglior modo per concludere in dolcezza la vostra giornata alla scoperta di Brescia!

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Comic Book: la straordinaria strada dei fumetti a Bruxelles

Bruxelles è la città natale dei fumetti, infatti è proprio qui che è nata l’arte del fumetto. Se non avete mai visitato questa perla belga, ora avete un motivo in più per farlo. La splendida cittadina, oltre ad essere ricca di storia, fascino e arte, nasconde dei tesoretti che tutti gli amanti delle graphic novel dovrebbero vedere. Se state programmando una gita d Bruxelles, prendere carta e penna e segnatevi il percorso che stiamo per mostrarvi, è una vera chicca.

Nella maggior parte dei casi si visita una città soffermandosi sui monumenti e attrazioni turistiche e main stream, e non c’è niente di sbagliato. Ma scoprire i veri tratti peculiari che rendono ogni luogo unico e irripetibile è bene addentrarsi un po’ più in profondità, per questo vogliamo parlarvi di un percorso speciale dedicato al fumetto, con murales e un vero e proprio museo.

bruxelles comic book

I murales di Bruxelles

Il percorso per gli amanti dei fumetti

Avrete notato che sugli edifici di Bruxelles compaiono numerosi murales giganti dedicati ai più famosi personaggi dei fumetti. Non è un caso. Il fumetto, considerato la “nona arte”, ha visto la luce proprio in questa città nel dopoguerra. A decenni di distanza, il ricordo di autori e personaggi che hanno reso celebre il genere, vive lungo le strade della città grazie alla street art.

Il percorso Comic Book a Bruxelles percorre diverse vie e edifici della città, con particolare riferimento ai quartieri di Laeken e Auderghem. Proprio qui è possibile ammirare grandi murales dedicati ai personaggi storici dei fumetti, come Asterix, i Puffi, Tintin e Lucky Luke.

Per concludere il tour è doveroso visitare il Comics Art Museum, il museo che la capitale belga ha interamente dedicato ai fumetti. Il paradiso per tutti coloro che amano il genere e sperano di scoprire curiosità e cenni storici.

La street art a tema fumetto a Bruxelles

La street art a tema fumetto a Bruxelles

La storia di questo progetto

Tutto questo non è nato a caso, anzi è il risultato di anni di iniziative mirate a rendere omaggio ai fumetti. Infatti, il progetto per rendere Bruxelles una vera e propria città del fumetto ha avuto inizio nel 1991 con l’approvazione delle autorità locali e con la collaborazione del Centro Belga del Fumetto, con lo scopo di celebrare la lunga storia della città e della sua arte.

I fumetti sono l’orgoglio del Belgio. Spesso banalizzati e sottovalutati, in realtà hanno rivestito un ruolo importante nel corso dei decenni. I fumetti si sono trasformati da mezzo di comunicazione popolare in una forma d’arte vera e propria. Forse non lo sapevi, ma il Belgio può vantare oltre 700 autori di fumetti nella propria storia! Non solo, pare che abbia più fumettisti per chilometro quadrato rispetto a qualsiasi altro Paese del mondo.

bruxelles comic book

Una tappa del Bruxelles Comic Book tour

Ovviamente nella visita della capitale belga troverete centinaia di negozi di fumetti, gadget a tema, bar e musei dedicati. Bruxelles ha una forte legame con questa forma d’arte e ama sottolineare con orgoglio il suo ruolo centrale per lo sviluppo e la crescita della tradizione del fumetto. Un dato importante, da tenere presente quando ci si avventura alla scoperta di questa bellissima

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Il paese sotto al Gran Sasso che sembra disegnato da un bambino

C’è un piccolo paese situato ai piedi del suggestivo Gran Sasso che è di incantevole bellezza. Lo è per le sue storie che sono tramandate dalle persone, per le testimonianze del passato e per quelle tradizioni di montagna preservate preziosamente nel tempo. Ma anche per i suoi muri che parlano e raccontano il passato della nostra infanzia.

Ci troviamo nel piccolo borgo di Azzinano di Tossicia, in provincia di Teramo. Nel paese in cui sono state ritrovate delle tombe risalenti al neolitico e che testimoniano la sua antica identità, tra le case e gli edifici tipici dell’architettura montana dell’Abruzzo che addossati l’un l’altro si affacciano sugli stretti vicoli che attraversano il paese. Ed è propio qui, tra le stradine, che sui muri sono conservati i ricordi più belli dell’infanzia raccontati con colori vivaci e disegni incantati.

Il borgo che parla attraverso i muri

Azzinano di Tossicia è un borgo dipinto, un paese della meraviglie che ci catapulta in quello che sembra un museo en plain air di straordinario incanto. I meravigliosi e inediti murales naïf parlano di tutti noi, dei giochi della nostra infanzia, quando ancora non esistevano smartphone e connessioni. Una galleria d’arte a cielo aperto, proprio alle pendici del Gran Sasso, che ogni anno si arricchisce di nuove storie e colori, creando un’atmosfera magica e unica.

Azzinano, il borgo dipinto

Azzinano, il borgo dipinto

In questo paesino nacque Annunziata Scipione, una delle più grandi artiste naïf italiane che ha saputo raccontare l’identità delle popolazioni agreste del Gran Sasso attraverso i suoi capolavori. È proprio per celebrare la pittrice che, nel 2001, gli abitanti del borgo decisero di rinnovare le strade, le piazze e i vicoli, colorando le facciate della case con disegni e pitture murali.

Quella scelta si tramutò in un omaggio alla spensieratezza fanciullesca, ai giochi d’infanzia delle vecchie generazioni. Così ecco che i muri di Azzinano hanno preso vita attraverso il gioco della campana, quello del nascondino, la mosca cieca e il tiro dei dadi.

Giochi semplici ma fondamentali per la spensieratezza dei bambini vissuta all’aria aperta con pochi oggetti, tanti amici e una scia di creatività lasciata dietro le spalle. La stessa che ora rivive nel borgo di Azzinano.

Azzinano, il borgo dipinto

Azzinano, il borgo dipinto

Azzinano: il borgo dipinto

Visitare il borgo di Azzinano è un’esperienza unica, un viaggio attraverso il tempo e i ricordi d’infanzia che passa per un’arte reale e suggestiva, favolistica e concreta. Un paese dipinto che, negli anni, si è trasformato in un museo a cielo aperto visitabile gratuitamente a ogni ora del giorno e in ogni momento dell’anno.

Questi muri d’autore, che portano la firma di artisti di fama nazionale, hanno trasformato il piccolo borgo di Azzinano in un Paese dei Balocchi dove è possibile tornare bambini, anche solo attraverso lo sguardo. Ed è proprio sotto di questo che i colori sembrano cambiare, brillanti alla luce del sole, intensi con quella del tramonto, ma sempre spettacolari.

Il museo a cielo aperto di Azzinano però, è in continua evoluzione. Lo è perché ogni estate artisti provenienti da ogni parte d’Italia tornano qui a dare voce a quei muri, pronti a raccontare nuove storie.

Azzinano, il borgo dipinto

Azzinano, il borgo dipinto