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La street art ha trasformato questo quartiere di Parigi in un museo en plein air

Parigi, conosciuta anche come la “Ville Lumiere“, è una metropoli affascinante e vivace che ha molto da offrire. Rinomata per la sua ricca storia, l’arte straordinaria e la cucina raffinata, è una destinazione romantica che cattura l’immaginazione di milioni di turisti ogni anno.

La città è famosa per monumenti iconici come la Torre Eiffel, il Louvre e Notre-Dame, e per i suoi angoli pittoreschi, i caffè accoglienti e i parchi tranquilli. Ma Parigi non è solo questo. La città ha un vibrante patrimonio street art che l’ha trasformata in una destinazione ideale per gli amanti dell’arte urbana. Da nord a est, le strade di Parigi sono un telaio vivente per artisti di strada.

Oggi vogliamo portarti nel XIII arrondissement, un tempo conosciuto per le sue case popolari e l’aspetto industriale, oggi trasformato in un epicentro dell’arte di strada, diventando un vero e proprio museo a cielo aperto.

Dalle meravigliose installazioni tridimensionali di Bordalo II ai sorprendenti murales di Obey e Inti, questo quartiere è diventato un luogo in cui l’arte si mescola alla vita di tutti i giorni, trasformando le pareti grigie in tele colorate. Questo fenomeno non solo ha cambiato il volto del quartiere, ma ha anche creato un forte senso di comunità e apprezzamento per l’arte contemporanea.

Il fascino artistico di Parigi

Murale XIII arrondissement

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Murale nel XIII arrondissement di Parigi, Francia

Situato nella parte sud-est della città, il XIII arrondissement ospita numerose opere di street art che impreziosiscono muri e palazzi, creando un’atmosfera unica e coinvolgente. Le strade prendono vita con enormi murales che decorano intere pareti dei palazzi, regalando colore e vivacità al paesaggio.

Uno degli eventi più importanti che ha contribuito a questa trasformazione è stato il progetto artistico quadriennale Boulevard Paris 13. Conclusosi nel maggio 2019, l’iniziativa ha coinvolto 26 street artist di diverse nazionalità che hanno creato 32 murales, dando vita a uno dei percorsi d’arte urbana più affascinanti di Parigi.

In particolare, lungo il Boulevard Vincent Auriol, avrai l’opportunità di ammirare una serie di grandi murales, visibili persino dalla metropolitana.

Percorrendo le vie trasversali, ti imbatterai in una varietà di opere più piccole ma altrettanto attraenti. Queste strade offrono un’atmosfera più intima e ti daranno la possibilità di scoprire alcuni artisti emergenti, oltre a quelli già affermati.

L’itinerario si conclude alla stazione della metropolitana Chevaleret, un’esperienza da non perdere per scoprire la street art e per ammirare Parigi da una prospettiva al di fuori degli schemi convenzionali.

Alla scoperta del XIII arrondissement: non solo street art

Questa zona di Parigi è molto di più di una galleria street art. Questo quartiere affascinante, situato sulla Rive Gauche della Senna, incarna un mix di storia antica e modernità. Qui potrai immergerti nei mercati vivaci, gustare delizie gastronomiche locali e scoprire le caratteristiche botteghe parigine.

Il quartiere ospita anche un importante centro residenziale, caratterizzato dalla presenza di moderni grattacieli che si contrappongono all’architettura tradizionale della città.

Un’altra attrazione imperdibile è la Butte aux Cailles. Questo “villaggio nella città” era un tempo distante da Parigi, ma ad oggi offre una pacifica oasi di tranquillità lontana dal caos cittadino. Con i suoi viali acciottolati, le graziose case a due piani, i numerosi caffè e intimi ristoranti è il luogo ideale per una piacevole passeggiata o per godersi un po’ di tempo libero in totale relax.

Murale XIII arrondissement

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Murale nel XIII arrondissement di Parigi, Francia
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Alla scoperta delle Isole del Canale, paradisi sorprendenti

Le Isole del Canale, conosciute anche come Isole Normanne, sono un affascinante arcipelago situato nel Canale della Manica, proprio al largo delle coste di Francia e Inghilterra.

Pur essendo prossime al Regno Unito dal punto di vista geografico, queste isole offrono un’esperienza unica, come se si varcassero le porte di un mondo completamente diverso.

La singolarità del patrimonio culturale, la bellezza mozzafiato dei paesaggi naturali e la ricchezza storica, conferiscono alle isole un fascino esclusivo, che ammalia i visitatori da secoli.

Isole del Canale, un arcipelago tutto da scoprire

Porto Saint Peter, Guernsey

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Saint Peter Port, Guernsey, Isole del Canale

Le Isole del Canale britannico compongono un incredibile arcipelago che offre una straordinaria miscela di bellezze naturali, storia e cultura. Jersey, Guernsey, Alderney, Sark e Herm sono le cinque principali gemme di questo incantevole territorio, circondate da numerosi isolotti e scogli.

Queste isole non fanno parte del Regno Unito, ma sono dipendenze della Corona britannica, il che significa che mantengono i propri sistemi di governo con le proprie leggi. Immersa nelle acque cristalline del golfo di Saint-Malo, ogni isola ha le sue peculiarità che la rendono affascinante e unica. Le due principali sono Jersey e Guernsey.

Jersey è un popolare hub per lo shopping in stile inglese. La sua capitale, St. Helier, è una vivace metropoli che vanta una straordinaria varietà di negozi di prêt-à-porter, oggetti di design, antiquariato e marchi di lusso. Non solo, è anche un’isola di impareggiabile bellezza. Con le sue spiagge sabbiose, le scogliere e i paesaggi selvaggi, offre un rifugio tranquillo lontano dal caos della città. In particolare, la baia di Saint-Ouen, con la sua esposizione alle potenti onde atlantiche, è la meta ideale per gli appassionati di surf.

A solo un’ora di traversata da Jersey, si trova l’incantevole isola di Guernsey, un gioiello verde nel Canale della Manica. Con le sue riserve naturali, i pittoreschi porti, le spiagge sabbiose e le insenature rocciose, offre oltre 160 chilometri di splendida costa da esplorare. Una destinazione che ti stupirà con i suoi meravigliosi paesaggi costieri, i siti storici come il Castello Cornet e una cultura unica che affonda le sue radici nella tradizione normanna.

Durante la maggior parte dell’anno, è avvolta dal profumo di lavanda, gigli esotici e orchidee selvatiche, contribuendo a creare un’atmosfera quasi magica. La capitale, Saint-Peter Port, è famosa per la Casa di Hauteville, l’ex residenza del celebre scrittore Victor Hugo, che vi trascorse quindici anni in esilio. Entrambe sono celebri per la loro bellezza naturale e per la perfetta fusione di influenze britanniche e francesi.

Alderney, l’isola che non ti aspetti

Quasi a metà dello Stretto della Manica, esiste un’isola nascosta che aspetta solo di essere esplorata: Alderney, un piccolo isolotto poco conosciuto, che sembra quasi troppo bello per essere vero.

Con soli 2.400 abitanti, è un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, che consente ai suoi abitanti di vivere a un ritmo più lento e in sintonia con la natura circostante.

La sua bellezza selvaggia risiede nel paesaggio incontaminato: spiagge sabbiose, prati verdeggianti, sentieri costieri e una fauna ricca e variegata. Nonostante la sua vicinanza al trambusto delle città europee, Alderney ha mantenuto un’atmosfera rurale e tranquilla, dovuta in parte alla mancanza di costruzioni moderne.

Il suo cuore pulsante è il piccolo villaggio di Saint Anne, che custodisce l’unica chiesa dell’isola, dedicata proprio a Santa Anne, e una serie di piccoli negozi che rispecchiano l’autenticità di questo luogo. Le attività principali da svolgere sono passeggiate lungo le spiagge sabbiose o tra le valli rigogliose dell’isola. Potrete anche godervi emozionanti gite in bicicletta, rilassanti uscite in barca a vela o appassionanti sessioni di pesca, un passatempo amato dagli abitanti del posto.

Ad Alderney, ogni giorno è un’opportunità per staccare la spina, rilassarsi e riconnettersi profondamente con la meraviglia della natura.

Chiesa di Sant'Anna, Alderney

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Chiesa di Sant’Anna, Alderney, Isole del Canale
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Più di 50 mucche colorate stanno passeggiando in questa città: ecco perché

Un’esperienza unica, diversa dal solito, vivace e immersiva nell’arte: del resto come potrebbe non essere così? Immaginiamo oltre 50 mucche colorate, in un’unica strada, ritratte in posizioni diverse e a grandezza naturale: si tratta di qualcosa di davvero unico.

Ci troviamo a Città del Messico dove, dal 23 luglio e fino al 3 settembre, si tiene la Cow Parade un evento di arte, cultura e beneficenza. Quindi, se si sta programmando una vacanza proprio in quel paese, questa manifestazione va segnata in agenda tra le tappe da non perdere, per vivere un’iniziativa unica nel suo genere, che in passato si è tenuta anche in altre location del mondo.

Per il 2023 è tornata in Messico ed è un tripudio di colori.

A Città del Messico per la Cow Parade

La Cow Parade è un evento che in passato è stato ospitato in più di 80 città del mondo, portando sulle loro strade più di 8000 mucche. Per l’edizione 2023 torna in Messico e, più precisamente, nella sua capitale, con un’esperienza molto interattiva grazie a realtà virtuale e realtà aumentata.

Il percorso si snoda per circa un chilometro e mezzo lungo quella che è una delle strade più importanti di Città del Messico, tempo di percorrenza previsto: circa un’ora.

Si potranno ammirare mucche realizzate in posizione di fronte, altre che sembrano brucare l’erba e tanta creatività, grazie a disegni e colori. A realizzarle sono stati artisti di ogni tipo ed età: dai professionisti, agli amatori, dagli emergenti, a quelli già famosi. Le opere vengono poi vendute a un’asta e i soldi raccolti vengono utilizzati per il sostegno ad associazioni di beneficenza in giro per il mondo.

Si stima che, dalla prima manifestazione datata 1999 e che si è svolta a Chicago, siano stati raccolti circa 30 milioni di dollari. Alcune di queste mucche si trovano in case di personaggi famosi, pare infatti che ne abbiano acquistata una vip come Oprah Winfrey ed Elton Jhon.

La Cow Parade si è svolta in tantissime città del mondo, come New York, Londra e Parigi, solo per citarne qualcuna. E anche Milano, in Italia, nel 2007.

Cow Parade: le mucche artistiche invadono Città del Messico

Fonte: EyePix/INSTARimages / IPA

La Cow Parade a Città del Messico

Città del Messico, dove ammirare la Cow Parade

La Cow Parade si snoda su una delle strade principali di Città del Messico, ovvero Paseo de la Reforma tra la rotonda Ángel de la Independencia e fino alla rotonda Diana Cazadora. Sarà visibile fino al 3 settembre, poi gli esemplari verranno messi all’asta per beneficenza.

Se si ha in programma – nel breve periodo – una vacanza nella capitale messicana, questa mostra all’aria aperta va inserita nella lista di cose da vedere e da fare.

Così come non può mancare una visita al Museo Frida Kahlo, noto anche come Casa Azul. Tra le altre cose da vedere a Città del Messico va segnata una visita al castello di Chapultepec e una al Museo nazionale di Antropologia, senza dimenticare il centro storico, la cattedrale e la Grande Piramide, solo per citare alcune delle tante tappe che meritano di essere messe in lista.

E fino al 3 settembre anche la Cow Parade: le mucche sono più di 50, colorate ed espressione di grande creatività. Sono realizzate in fibra di vetro, pesano dai 50 ai 60 chilogrammi e hanno un’altezza di circa 1,45.

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La cupola barocca più bella del mondo è in Italia, e celebra l’infinito

Simboli, giochi di luce, meraviglia: lascia senza fiato la cupola barocca più bella del mondo. Per ammirarla non si deve andare troppo lontano: infatti si trova in Italia e celebra l’infinito.

Siamo a Torino, nella centralissima piazza Castello. Lì si affaccia la chiesa di San Lorenzo, nota anche come Real chiesa di San Lorenzo. E basta varcare le sue porte per lasciarsi stupire da una struttura che è una vera e propria opera d’arte. A realizzarla è stato l’architetto Guarino Guarini, i lavori sono iniziati nel 1668 per concludersi a maggio del 1680.

Al suo interno si possono ammirare marmi policromi, opere d’arte e poi la cupola in tutta la sua maestosità e i suoi enigmi.

La cupola barocca di Guarini a Torino

Tra marmi colorati, cappelle e opere d’arte, la Real chiesa di San Lorenzo a Torino è una delle mete da non perdere se si programma una visita alla città. Ricca di bellezza, tra i suoi elementi più preziosi ha la cupola barocca che la sovrasta.

La struttura presenta diverse particolarità, tra queste quella di avere un’altezza indefinibile perché l’occhio non riesce a coglierne la lontananza. Inoltre, è posta sopra quattro grandi finestre e altrettanti archi. Sono invece otto quelli che compongono la cupola barocca, con altrettante finestre ovali dalle quali penetra la luce. Un gioco di ombre e di luce che è davvero suggestivo e che valorizza il grande lavoro svolto dall’architetto Guarino Guarini per realizzare questo edificio religioso.

E poi i simboli: il numero otto significa infinito e, oltre alla cupola Barocca, lo si ritrova, ad esempio, nella stella a otto punte che campeggia sul pavimento. E poi ancora la luce, che si fa via via più potente salendo con lo sguardo, penetrando all’interno dell’edificio grazie alle finestre.

La cupola è alta circa 55 metri, misurati da terra e fino al suo colmo, ed è senza dubbio una delle più belle al mondo in stile barocco.

La Real chiesa di San Lorenzo, perché è stata realizzata e cosa vedere al suo interno

La storia che ha portato alla realizzazione della Real chiesa di San Lorenzo a Torino è strettamente collegata con quella del mondo dell’epoca. Bisogna, però, fare un ulteriore salto indietro nel tempo rispetto a quando è stata realizzata. A circa cento anni prima e alla vittoria della battaglia di San Quintino da parte di Emanuele Filiberto I del Ducato di Savoia e Filippo II di Spagna, suo cugino. Era il 10 agosto del 1557 e i due decisero di far costruire una chiesa dedicata a San Lorenzo.

Così, a circa 50 chilometri da Madrid, il re spagnolo fece innalzare un monastero, mentre il Duca decise di far restaurare una cappella a nome del santo, che ancora oggi è presente all’ingresso. Nel 1634, poi, iniziarono i lavori di ampliamento, ma la chiesa attuale è stata in gran parte progettata da Guarino Guarini. I lavori sono stati molto lunghi, durati dal 1668 al 1680, e si sono conclusi con la consacrazione e l’inaugurazione.

All’interno della chiesa ci sono tantissime opere da ammirare: da altari, a dipinti, fino alle statue. Senza dimenticare la suggestione dei marmi policromi. E affreschi nascosti che si possono ammirare solo a mezzogiorno e in concomitanza con gli equinozi, uno di questi è quello di Dio Padre benedicente nella cappella dell’Immacolata.

La chiesa si trova nella centralissima piazza Castello di Torino e, a guardarla da fuori, non sembra nemmeno un edificio religioso. La meraviglia colpisce quando si varcano le sue porte. Infatti un’altra delle sue particolarità è quella di essere priva di una facciata decorata, anche se Guarini l’ha progettata.

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Puoi assistere a uno spettacolo sensoriale in questa grotta delle meraviglie

Gibilterra, conosciuta anche come “La Roca“, è una piccola enclave situata all’estremità meridionale della penisola iberica. Condividendo un confine con la Spagna, questa terra è famosa per il suo caratteristico promontorio calcareo, che ospita la maestosa Rocca di Gibilterra.

Questo territorio britannico d’oltremare, un luogo unico dove si incontrano l’Europa e l’Africa, è una combinazione affascinante di storia, cultura e paesaggi mozzafiato. Sebbene sia di piccole dimensioni, Gibilterra ha molto da offrire ai visitatori, dalle spiagge di sabbia dorata alle storiche stradine acciottolate.

Oggi vogliamo portarti in un angolo nascosto di questo Paese, all’interno della suggestiva Riserva Naturale di Gibilterra: le Grotte di San Michele.

Situate lungo la costa meridionale, queste cavità si snodano in una rete intricata di caverne e passaggi sotterranei, ricchi di stalattiti e stalagmiti spettacolari. Un vero paradiso per gli amanti dell’avventura, che possono godersi un viaggio indimenticabile in un profondo universo pieno di meraviglie.

Grotte di San Michele, le caverne più spettacolari d’Europa

Grotte di San Michele, Gibilterra

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Grotte di San Michele nella Riserva Naturale di Upper Rock, Gibilterra

Questo luogo suggestivo si trova nel cuore della roccaforte britannica di Gibiliterra, all’interno della Riserva Naturale di Upper Rock. Con quasi 1.000.000 di visitatori all’anno, le Grotte di San Michele sono una delle principali attrazioni turistiche del Paese.

Originariamente, le grotte si sono formate grazie all’azione dell’acqua piovana che, filtrando lentamente attraverso la roccia calcarea nel corso di migliaia di anni, si è trasformata in un debole acido carbonico.

Con il passare del tempo, questo ha gradualmente scalfito la pietra, creando passaggi lunghi e caverne spaziose all’interno della faglia geologica, dando vita a un sistema di stalattiti e le stalagmiti che arricchiscono ulteriormente la bellezza e l’atmosfera unica del posto.

Per lungo tempo, si è creduto che la leggendaria grotta si estendesse in profondità illimitate, alimentando così il mito di un passaggio segreto sotto lo Stretto di Gibilterra, che collegava la Rocca all’Africa. Questa storia affascinante ha suscitato curiosità e alimentato la fantasia degli abitanti locali durante i secoli.

Si pensava anche che la Rocca di Gibilterra fosse una delle leggendarie Colonne d’Ercole, i pilastri che segnavano i confini del mondo conosciuto nell’antichità. Questo ha portato all’idea che la Grotta di San Michele potesse essere anche la Porta dell’Ade, un ingresso agli inferi nella mitologia greca.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, fu preparata per essere impiegata come ospedale di emergenza, ma alla fine non fu mai utilizzata per questo scopo. Successivamente, divenne un luogo per eventi culturali e trasformata in un auditorium grazie alle sue eccezionali qualità acustiche naturali. Con una capacità di oltre 100 posti a sedere, offre una cornice magica per esperienze artistiche indimenticabili.

Al momento, le Grotte di San Michele rappresentano una delle mete turistiche di spicco di tutto il Paese. Sono fruibili da chiunque tutti i giorni, regalando un’esperienza senza pari ai visitatori. Le formazioni all’interno sono illuminate con maestria per creare un’atmosfera mozzafiato. Inoltre, ci sono dei pannelli informativi che raccontano la storia dei luoghi, con tutti i dettagli approfonditi sulla loro origine e utilizzo nel corso dei secoli.

Upper Rock, la Riserva Naturale di Gibilterra

La Riserva Naturale di Upper Rock è un luogo di grande interesse che regala l’opportunità di esplorare la straordinaria bellezza di questa regione.

Posta in cima alla famosa roccia di Gibilterra, quest’area protetta è rinomata per i suoi panorami emozionanti. Dalla sommità è possibile godere di una prospettiva unica che abbraccia due continenti. Infatti, rivolgendo lo sguardo a sud, si possono ammirare le coste africane che si estendono all’orizzonte, mentre verso nord si affaccia l’Europa.

La riserva è ricca di molteplici attrazioni ed è un ambiente in cui prospera una ricca varietà di flora e fauna, tra cui le famose scimmie di Gibilterra.

Esplorare i sentieri della splendida Riserva Naturale di Upper Rock è un’esperienza unica da non perdere. Che tu sia un amante della natura, un appassionato di storia o semplicemente alla ricerca di esperienze autentiche, questa riserva ti regalerà momenti indimenticabili durante la tua vacanza a Gibilterra.

Riserva Naturale di Upper Rock a Gibilterra

Fonte: iStock

Riserva Naturale di Upper Rock, Gibilterra
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San Sperate, il borgo delle pietre sonore

Nel sud della Sardegna, a pochi chilometri da Cagliari, c’è un paese-museo amato dai viaggiatori per diverse ragioni. Gode di una posizione formidabile, vanta un’ospitalità proverbiale, è animato da una incredibile vivacità culturale, è incoronato da splendidi giardini ed è particolarmente rinomato per la produzione di agrumi e pesche. Ciò che lo rende ancora più caratteristico, però, è la famosa arte muraria che ha trasformato il volto di questi luoghi e l’incredibile Giardino Sonoro. Stiamo parlando di San Sperate, un borgo che ha fascino e unicità da vendere.

I murales di San Sperate, il paese-museo

Quella della odierna San Sperate è “una storia scritta con i colori dell’entusiasmo”. Camminare per le pittoresche vie di questo splendido borgo nel sud della Sardegna significa intraprendere un viaggio emozionante nel mondo dell’arte, una immersione magica in un caleidoscopio di figure e colori. Sono centinaia i murales che decorano i muri degli edifici, trasformando il paese in un museo a cielo aperto.

Tutto ha avuto inizio nel 1968, anno di grandi fermenti politici e culturali, quando il giovane artista Pinuccio Sciola, ritornato dopo una serie di viaggi in giro per l’Europa, contagiò la sua comunità con una vulcanica voglia di cambiamento, fondato sui valori dell’arte e della partecipazione attiva della gente alla riscrittura consapevole del proprio futuro. In concomitanza con la festa religiosa del Corpus Domini, Sciola e i suoi amici iniziarono a ricoprire gli umili muri fatti di fango con strati di calce. L’operazione, sorprese positivamente i compaesani, incuriositi e ammaliati dal bianco accecante esaltato dal sole d’estate.

Nacquero così i primi murales, molti dei quali riprendevano soggetti di carattere antropologico e politico. San Sperate si è ben presto trasformato in un laboratorio di creazione e confronto e, complice l’attenzione della stampa nazionale ed estera, negli anni successivi sono arrivati in questo angolo di Sardegna numerosi artisti, molti dei quali stranieri, che hanno dato il loro entusiastico contributo, dipingendo nuove opere dai soggetti più disparati. In particolare, la conoscenza di David Alfaro Siqueiros, uno dei grandi maestri del muralismo messicano insieme ad Orozco, Rivera e Tamayo, si è tradotta in un empatico gemellaggio tra San Sperate e Tepito, quartiere storico di Città del Messico.

Negli ultimi quarant’anni San Sperate ha ospitato workshop internazionali d’arte, celebri artisti di teatro come Dario Fo ed Eugenio Barba, e musicisti di fama internazionale. Fondamentale per il muralismo, resta il contributo dei numerosi artisti locali, senza dimenticare gli importanti progetti artistici realizzati negli ultimi anni, come “Il fiume dei writers” nel 2009 e “Colore Identità” nel 2011, che ha acceso di colori alcune strade del paese, al fine di valorizzare ulteriormente il centro storico.

Il Giardino Sonoro, un felice connubio tra arte e natura

Pinuccio Sciola è autore anche di uno dei luoghi più magici di San Sperate: il Giardino Sonoro. Si tratta di un museo a cielo aperto, utilizzato dall’artista fin dagli anni ’60 come laboratorio, in cui ha dato vita a un’identità in pieno connubio con la natura sino a renderlo sito espositivo agli inizi del ventesimo secolo.

Un orizzonte di pietre megalitiche, uno spazio artistico senza tempo, in continuo divenire, che permette ai visitatori di compiere un’emozionante passeggiata all’interno dell’agrumeto in un percorso senza segnali né direzioni, tra i megaliti capaci di amplificare magicamente il senso di smarrimento. Sono sculture che riprendono le forme del megalitismo sardo ma che al contempo parlano un linguaggio moderno, attraverso linee che si incrociano simmetricamente, forme geometriche, eleganti segmenti e forme astratte che giocano con il rapporto arte e natura, forma e contenuto, idea e materia.

Un luogo immerso nel verde, carico di energie, che coinvolge tutti i sensi, dando la possibilità ai visitatori di poter godere, in una dimensione inedita, delle maraviglie che arte e natura possono arrivare a creare fondendosi insieme.

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È avvenuta una scoperta che potrebbe riscrivere la storia

Molto spesso si sente dire che sono le piccole cose quelle davvero importanti nella vita, quei gesti o quegli oggetti che in qualche modo migliorano la nostra esistenza. Tutto ciò può rivelarsi vero nella quotidianità come nella storia, dove non sempre occorre fare scoperte enormi per saperne di più sulle nostre origini.

A volte basta un ritrovamento che potrebbe sembrare all’apparenza banale, piccolo, ma che in realtà nasconde un significato enorme, tanto da poter riscrivere la storia, o almeno in parte.

Se facciamo riferimento all’Età della Pietra (iniziata circa due milioni e mezzo di anni fa e terminata tra l’8.000-5.000 a.C.), molti di noi pensano subito a un’epoca rozza e dove gli esseri umani vivevano come animali. Ma la verità è che è appena stata fatta una scoperta, apparentemente piccola in fatto di dimensioni, che sarebbe in grado di ribaltare completamente questa visione, così tanto da cambiare in qualche modo le nostre origini.

Scoperta in Giordania una misteriosa collana

L’incredibile ritrovamento che vi stiamo per raccontare è avvenuto in Giordania e più precisamente a Ba’ja, un villaggio antichissimo che si trova a soli 14 chilometri a nord della ben più famosa Petra. Fondato circa 9.000 anni fa, è sede di uno dei primi insediamenti stabili dell’Umanità. E proprio qui è stata rinvenuta una raffinata collana di madreperla, conchiglie e ambra in una tomba infantile che è stata a sua volta ricostruita dopo oltre sei millenni.

Tale ritrovamento è in realtà accaduto nel 2018, ma i risultati delle analisi condotte su questo gioiello sono stati appena pubblicati sulla rivista PLoS ONE. Questa scoperta, effettuata per mano della Facoltà di Archeologia e Antropologia dell’Università di Yarmouk (Giordania), è stata quasi casuale: nel momento il cui il gruppo di lavoro stava per lasciare il sito, ha trovato un pavimento dipinto sotto il quale è emersa una grande lapide che sembrava voler indicare un’importante sepoltura.

Dopo ulteriori scavi, sono ritornate alla luce delle eleganti perline, in totale ben 2.500 pietre e conchiglie, collocate attorno a quello che sembrava un bambino di circa otto anni.

I segni e le indagini condotte hanno poi rivelato che, molto probabilmente, si trattasse di una ragazza, sulla quale però non è ancora stato possibile fare troppa chiarezza: le varie ossa ritrovate fino ad ora sono mal conservate, tanto da sgretolarsi nel momento in cui vengono dissotterrate.

Collana di perle scoperta in Giordania

Fonte: 2023 Alarashi et al.

Alcune delle perle rinvenute

Cosa è emerso fino a questo momento

Il team di lavoro ha voluto dare un nome alla ragazza a cui apparteneva questa sepoltura, Jamila, e i pochi test che si sono potuti condurre su di lei hanno rivelato che visse nella città di Ba’ja tra 7.400 e 6.800 anni fa.

Molto probabilmente, era una nobile che è stata sepolta vestita e una discendente della popolazione ancestrale che si stabilì nel continente americano almeno 16.000 anni fa, coloro che diedero origine a tutti gli attuali popoli indigeni.

Ma a rivelare qualcosa di totalmente inaspettato è stata la collana che, dopo alcune ricerche, si è mostrata composta di più file. Quel che è emerso è quindi un gioiello complesso e raffinato, qualcosa che fino a prima di questa scoperta era totalmente impensabile se rapportato all’Età del Bronzo.

A seguito di un lavoro scrupoloso, i ricercatori sono riusciti a creare una replica che attualmente può essere ammirata presso il Museo Archeologico di Petra.

Le analisi sulla collana

Il team guidato da Hala Alarashi, ricercatrice specializzata in Archeologia delle Dinamiche Sociali che lavora per il Milà i Fontanals Institution (IMF-CSIC) ​​e per l’Université Côte d ‘Azur, a Nizza, ha svolto un’analisi sui pezzi del gioiello, su tutte le 2.500 perle di pietra e conchiglia, due di ambra, un grande pendente in pietra e una madre-anello centrale di madreperla.

I risultati sono sorprendenti: nonostante Ba’ja fosse una città abbastanza isolata, il turchese utilizzato è stato importato dal Sinai, mentre le conchiglie provenivano dal Mar Rosso. Potrebbe sembrare una banalità, ma questi risultati mostrano che il popolo di cui faceva parte Jamila si spostava anche fuori dai propri domini per raccogliere materiali. Senza dimenticare il fatto che a creare qualcosa di così bello e complesso dovevano essere mani esperte artigiane.

Tutto ciò fa quindi venire il legittimo dubbio che l’immagine che abbiamo dei nostri antenati, rozza e selvaggia, in realtà sia sbagliata, ma purtroppo l’unica cosa che può essere attualmente confermata è che le viscere di Ba’ja conservano ancora tesori da scoprire e che potrebbero confermare questa ipotesi o meno. Non resta che attendere ulteriori scavi.

Ricostruzione collana Giordania

Fonte: 2023 Alarashi et al.

La ricostruzione della collana scoperta in Giordania
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Friuli Venezia-giulia itinerari culturali mete storiche Notizie treni storici Viaggi

Il Friuli-Venezia Giulia a bordo dei treni storici

Andare alla scoperta di una delle Regioni più belle e ricche di storia d’Italia, come si faceva una volta, è una delle esperienze più suggestive che si possano fare quest’anno.

Nel Friuli-Venezia Giulia stanno per partire i treni storici che portano alla scoperta di territori inediti attraversati da ferrovie che toccano siti Unesco, bellissimi borghi antichi – alcuni nell’associazione dei Borghi più belli di Italia – e luoghi di confine ricchi di storia.

Sono tante le occasioni tra il mese di agosto e di dicembre per visitare luoghi e bellezze naturali, ma anche per assistere a eventi, rievocazioni storiche, sagre, manifestazioni enogastronomiche e grandi eventi sportivi – come la Barcolana, che si svolge a ottobre -, in modo originale e sostenibile, nel segno del “turismo lento”, proprio come si faceva un tempo.

friuli-treno-storico

Fonte: @Ezio Dalcin

Un treno storico attraversa il Friuli-Venezia Giulia

A bordo dei treni storici

Si viaggia a bordo di treni d’epoca restaurati dalla Fondazione FS, con carrozze degli Anni ’30, le cosiddette “Centoporte”, con i salottini di legno lucido e le tendine ai finestrini, munite di bagagliaio e cappelliere e traniate da locomotive a vapore, elettriche o diesel.

Le partenze dei treni storici

I treni storici che attraversano il Friuli-Venezia Giulia partono il 5 agosto e viaggiano fino al 17 dicembre con un ricco calendario che comprende ben 21 appuntamenti.

I treni storici di agosto

Il primo treno a partire è il Tempus Express, un treno storico che il 5 agosto parte da Trieste e raggiunge la stazione di Gemona del Friuli per la rievocazione medievale Tempus est Jocundum. Ogni anno, ad agosto, la città friulana fa un tuffo nel passato e
si ripopola di figure e ambienti medievali come quella dei cavalieri e delle dame, ma anche mangiafuoco, artigiani nei loro mercati e taverne e di numerosi spettacoli di danza e di teatro in tutte le piazze. Una volta arrivati alla stazione di Gemona, alcune navette condurranno i passeggeri nel centro storico nel cuore della manifestazione.

Domenica 6 agosto,  da Sacile parte il Treno Natura che arriva alla stazione di Cornino, una località sulle sponde dell’omonimo lago con acque di colore verde-azzurro, da cui, con un servizio di bus, è possibile raggiungere gli 800 metri d’altezza e l’altopiano di Monte Prât. Ad attendere i partecipanti ci saranno guide specializzate che
accompagneranno il gruppo lungo un percorso a piedi ricco di bellezze naturalistiche e caratterizzato da diversi sentieri con suggestivi scorci sul fiume Tagliamento e il torrente Arzino, mentre nel pomeriggio è in programma la visita guidata alla Riserva Naturale del lago di Cornino, uno degli ambienti più interessanti dell’intero arco alpino per il birdwatching e per l’osservazione dei rapaci, in particolare dei grifoni, un luogo da cartolina.

Il 20 agosto parte il Treno del confine, trainato da una locomotiva elettrica, che collega Trieste a Palmanova, la splendida città-fortezza realizzata dalla Repubblica di Venezia e conosciuta per la sua pianta a forma di stella a nove punte, poi a Gradisca d’Isonzo fino ad arrivare a Redipuglia, lungo un itinerario sul filo della storia legato alle città simbolo che hanno segnato il confine. A Palmanova, conservata in condizioni straordinarie, modello di città ideale rinascimentale e di architettura militare e oggi sito Unesco, i passeggeri potranno partecipare gratuitamente a una visita guidata dedicata al tema della resistenza di confine; il viaggio prosegue per Sagrado e da lì, con le navette, fino a Gradisca d’Isonzo, annoverata tra i Borghi più belli d’Italia, per una visita del Museo documentario e del suo castello, ripercorrendo i camminamenti di ronda lungo le mura quattro-cinquecentesche; infine, si giunge a Redipuglia, nel cuore del Carso e dei
territori dove si sono scritte le pagine più intense del primo conflitto mondiale, e in cui sarà organizzata una visita guidata al museo della Grande Guerra e al Sacrario.

Il 27 agosto parte, invece, un treno tematico, il Treno delle lame, in occasione della manifestazione “Coltello in festa” che si svolge a Treviso e che porta i passeggeri a Maniago, città famosa in tutto il mondo per i suoi fabbri e per la produzione di coltelli e arnesi, in occasione del grande evento annuale dedicato alla miglior arte fabbrile e della coltelleria, con la possibilità di visitare le botteghe artigiane e le bancarelle, degustando le specialità tipiche e godendo di tanti momenti di intrattenimento e spettacolo.

I treni storici di settembre

A settembre sono cinque le date per viaggiare su un treno storico in Friuli-Venezia Giulia. Si comincia domenica 3 con il suggestivo Treno dei borghi più belli d’Italia. Si parte da Gemona a bordo di un treno con la locomotiva a vapore verso le stazioni di Sacile-Budoia e di Meduno, alla scoperta di due tra i Borghi più belli d’Italia: Polcenigo, con il sito Unesco palafitticolo di Palù di Livenza e la sua storica “Sagra dei cesti”, e Toppo, nel Comune di Travesio, un borgo rurale che conserva i resti del suo castello medievale.

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Fonte: @Archivio Fondazione FS

L’interno di una carrozza “Centoporte”

A vapore sono anche la locomotiva del treno storico per Friuli Doc, che il 10 settembre collegherà Trieste a Udine per immergersi nel grande festival annuale dedicato all’enogastronomia e scoprire gli aspetti più autentici e i sapori della cultura del Friuli- Venezia Giulia, così come quella del Treno tra abbazie, vigneti e colline, che domenica 17 settembre porterà i passeggeri da Trieste alla Festa dell’Uva di Cormons e a Rosazzo per una visita all’Abbazia.

Il 24 settembre sarà la volta del Treno Gusti di Frontiera, un “Centoporte” diesel che collegherà il capoluogo regionale alla città di Gorizia, dove si svolge ogni anno la manifestazione enogastronomica più grande del triveneto, “Gusti di Frontiera”, con più di cento stand culinari provenienti da tutto il mondo e un ricco palinsesto di iniziative culturali e di intrattenimento.

Il 30 settembre, invece, entrerà in funzione il Treno dei fumetti, da Gorizia a Pordenone e da Treviso a Pordenone, un’occasione per visitare il “Paff! Museo internazionale del fumetto” di Pordenone, dove saranno organizzati tour guidati gratuiti per i passeggeri del treno storico.

I treni storici di ottobre

Il mese di ottobre si apre con un doppio appuntamento legato a eventi agroalimentari: il 1° ottobre parte il Treno tra valli alpine e abbazie che da Trieste arriva a Carnia, da dove i passeggeri raggiungeranno in navetta Moggio Udinese per una visita guidata all’abbazia per poi proseguire verso Resiutta e immergersi nella Festa dell’agricoltura. Sempre il 1° ottobre parte il Treno sapori d’autunno tra Treviso e Cavasso Nuovo per la Festa della Cipolla Rossa di Cavasso Nuovo.

Domenica 8 ottobre sarà attivo il treno storico Treno Barcolana express con il collegamento Udine- Trieste in occasione della regata, mentre sabato 14 ottobre il Treno “Art and Food” partirà da Nova Gorica e Gorizia, che nel 2025 saranno insieme Capitali della cultura, così come da Treviso per raggiungere l’evento “Art and Food” di Pordenone.

Domenica 15 ottobre il Treno delle Mele Antiche darà il benvenuto a bordo ai passeggeri in partenza da Treviso alla volta di Frisanco, con fermata a Maniago, per la Festa delle Mele Antiche, mentre il 22 ottobre sarà possibile raggiungere la Festa della Zucca di Venzone partendo da Trieste a bordo di un “Centoporte” a locomotiva elettrica. Chiude il mese il Treno autunno in “Pedemontana del Friuli” che domenica 29 ottobre ripercorrerà da Sacile a Meduno i binari della ferrovia Pedemontana, trainato da una storica locomotiva a vapore attraverso paesaggi incredibilmente suggestivi.

I treni storici di novembre

A novembre saranno ben due gli appuntamenti dedicati alle Grande Guerra, il primo sabato 4 con il collegamento da Trieste a Redipuglia, per celebrare la Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate, mentre domenica 5 novembre il Treno Grande Guerra, trainato da una locomotiva a vapore, partirà da Udine in direzione Forgaria nel Friuli con fermata alla stazione di Cornino e Pinzano al Tagliamento, toccando i luoghi interessati dal primo conflitto mondiale.

Domenica 12 novembre chiude il mese un treno goloso, il Treno del Formaggio che va da Sacile a Gemona, dove avrà luogo la storica kermesse enogastronomica dedicata ai prodotti lattiero-caseari e alle tradizioni agricole.

I treni storici di dicembre

Gli ultimi treni, ma forse anche i più suggestivi, sono quelli che partiranno nel mese di dicembre e saranno dedicati alle tradizioni prenatalizie. Il 5 dicembre parte, infatti, da Triesteil Treno dei Krampus con direzione Tarvisio, in occasione della festa di San Nicola e della tradizionale uscita in maschera dei Krampus per le vie della città, mentre il 17 dicembre parte il suggestivo Treno dei presepi e dei Mercatini di Natale che collegherà Gemona del Friuli a Poffabro detto, appunto, “borgo dei presepi” per una visita dei presepi. Il treno proseguirà fino a Polcenigo – con fermata a Maniago – e poi a Sacile – stazione di Budoia – per un itinerario focalizzato sulla scoperta dei borghi con visita ai presepi tipici e ai Mercatini di Natale.

Poffabro Ph.Gaudenzio TurismoFVG

Fonte: @Gaudenzio – TurismoFVG

Poffabro, il paese dei presepi

 

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Questo è uno dei musei più importanti d’Europa e devi visitarlo adesso

È tra i musei più importanti di Europa, tra i luoghi di Berlino che vale la pena inserire nelle tappe imperdibili se si programma un viaggio nella capitale tedesca. Stiamo parlando del Pergamonmuseum da visitare adesso, perché presto verrà chiuso per permettere importanti lavori di ristrutturazione.

Uno stop agli accessi che, tra le altre cose non sarà breve, e per questa ragione è bene non rimandare una visita ai suoi spazi espositivi se già si aveva in programma un viaggio nella città. Al suo interno vengono custodite alcune opere importantissime e che richiamano turisti da tutto il mondo. Quanto tempo resterà chiuso? E perché?

Per quanto tempo resterà chiuso il Pergamonmuseum

Già da adesso alcune sale non sono visitabili, ma presto la struttura verrà chiusa al pubblico: il Pergamonmuseum, infatti, è oggetto di importanti lavori che rientrano nell’ambito del Museumsinsel Master Plan che prevede la realizzazione di opere che proietteranno quest’area, nota come l’isola dei musei, nel futuro.

La struttura museale resterà chiusa a partire dal 23 ottobre 2023, la riapertura è prevista quattro anni dopo, ovvero nella primavera del 2027. I lavori sono già in corso e si sono focalizzati sull’ala nord e sulla parte centrale del museo, dove si trovano la sala ellenistica e la sala Pergamon. Queste dovrebbero essere le prime aree del museo a riaprire i battenti. L’ala sud, invece, verrà ristrutturata e, in generale, è prevista per tutto il museo la realizzazione di nuove sezioni, ristrutturazione e ricostruzione.

Proprio per venire incontro a coloro che hanno deciso di visitare il museo prima della sua lunga chiusura è stato previsto un orario di apertura più lungo. Nello specifico a partire dal primo luglio (e fino a domenica 22 ottobre) si potrà accedere al Pergamonmuseum di Berlino nelle seguenti giornate: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 9 alle 19. Il giovedì, invece, dalle 9 alle 20.

Cosa si può ammirare al Pergamonmuseum

Dall’altare di Pergamo, imponente e bellissimo reperto di arte ellenistica, alla porta di Ishtar con il suo azzurro e che colpisce subito lo sguardo, fino alla porta del mercato di Mileto, senza dimenticare la possibilità di camminare per la via delle processioni di Babilonia: il Pergamonmuseum è un concentrato di reperti che ci fanno fare un salto indietro nel tempo, fino ad arrivare alla storia più lontana. Ora non è tutto visitabile, ma resta comunque una tappa imperdibile se si pianifica una vacanza a Berlino.

Le opere spaziano e al suo interno si possono ammirare la Collezione di Antichità Classiche, il Museo del Vicino Oriente Antico e il Museo di Arte Islamica.

Anche l’edificio ha un importante valore artistico e architettonico: si trova nell’isola dei musei, dove si trovano cinque istituzioni museali più la James-Simon-Galerie. Quest’area cittadina di Berlino nel 1999 è stata inserita dall’Unesco nei Patrimoni dell’Umanità. La struttura che ospita il Pergamonmuseum è stata progettata dall’architetto Alfred Messel e realizzata tra il 1910 e il 1930.

Durante la sua chiusura resterà visitabile dal pubblico l’Antikensammlung, ovvero la collezione di antichità classiche, mentre sculture e oggetti del Pergamonmuseum verranno via via esposti nello spazio temporaneo che è stato allestito di fronte all’isola dei musei, nota anche come Museumsinsel, che si trova lungo il fiume Sprea.

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La Versailles di Parma new entry tra le Residenze reali europee: quali sono e come visitarle

Conosciuta anche con il nome di Versailles di Parma, la spettacolare Reggia di Colorno, dimora estiva dei duchi di Parma, Farnese, Borbone e di Maria Luigia d’Austria moglie di Napoleone, è entrata di diritto a part parte delle Residenze reali europee.

Arrivano così a un totale di 7 i palazzi italiani che hanno aderito alla Rete delle Residenze Reali Europee (Arre) che coordina e unisce siti ricchi di fascino e testimonianze storiche del passato, oggi importanti poli di attrazione turistica. Ma quali sono esattamente? E cosa occorre fare per visitarli?

La Reggia di Colorno

La new entry, ovvero la Reggia di Colorno, si trova nell’omonimo comune che è situato a soli 12 km di distanza da Parma. Aperta tutto l’anno, accoglie il visitatore con un poetico giardino alla francese e grandi sale da parata ornate da preziosi arredi, stucchi e affreschi

Vi sono anche un Osservatorio Astronomico e una maestosa cappella di corte che rendono la visita al complesso monumentale ancor più speciale.

Nella Reggia di Colorno visse Barbara Sanseverino, una donna affascinante, intelligente e di grande cultura che fu omaggiata dal poeta Torquato Tasso in un celebre sonetto.

Il Castello di Miramare

Fa parte della Rete delle Residenze Reali Europee anche il meraviglioso Castello di Miramare. Si tratta di un maniero eccezionale che domina il Golfo di Trieste e che si protende a picco sul mare, un immagine che incanta chiunque la veda.

Dallo stile eclettico ed edificato in bianca pietra d’Istria, si può tranquillamente visitare durante tutti i giorni della settimana. Negli anni è stato la residenza dell’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo, poi imperatore del Messico, e di sua moglie Carlotta del Belgio.

Circondato da un parco di oltre 22 ettari ricco di piante rare, sculture e laghetti, conta oltre 20 stanze di cui alcune particolarmente pregiate.

La Reggia di Caserta

Altrettanto splendida è la Reggia di Caserta che con la sua un superficie di 47.ooo m2, cinque piani e quattro cortili interni è come un sogno che si avvera. Inoltre, è circondata da un meraviglioso parco dove sgorga anche una curiosa  cascata.

Nel 1997 è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, è visitabile sempre in quanto è chiusa esclusivamente il martedì, il 1° gennaio e il 25 dicembre salvo aperture straordinarie.

Storicamente appartenuta ai Borbone delle Due Sicilie, è stata fortemente voluta da Carlo di Borbone che diede l’avvio ai lavori di su progetto di Luigi Vanvitelli, a cui seguirono il figlio Carlo e altri architetti.

Il Palazzo Reale di Napoli

Situato in Piazza del Plebiscito, il Palazzo Reale di Napoli è stato per oltre tre secoli il centro del potere del capoluogo campano e di tutta l’Italia meridionale.

Si tratta di un imponente e severo edificio dove si fanno spazio porticati, cortili e giardini che conducono a spazi un tempo occupati dalla corte e dalle tante funzioni di servizio di una reggia.

Aperto tutti i giorni tranne il mercoledì, è stato fondato come palazzo del re di Spagna Filippo III d’Asburgo nell’anno 1600, per iniziativa del viceré Fernando Ruiz de Castro conte di Lemos e della viceregina Catarina Zuñiga y Sandoval.

La Villa Reale di Monza

Decisamente molto bella è anche la Villa Reale di Monza che si caratterizza per essere un complesso di inestimabile valore paesaggistico, storico, monumentale e architettonico.

Dalle architetture splendide c circondata dal verde, è stata progettata da Giuseppe Piermarini come residenza privata degli Asburgo.

Aperta il mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica e festivi, attualmente ospita mostre, esposizioni e in un’ala anche il Liceo artistico di Monza.

Il Palazzo Reale di Torino

Parte della Rete delle Residenze Reali Europee è anche il Palazzo Reale di Torino che è la prima e più importante tra le residenze sabaude in Piemonte. Collocato nel cuore della città, vi hanno soggiornato nobili, politici e rappresentanti di stato stranieri.

Un vero e proprio capolavoro progettato dall’architetto Amedeo di Castellamonte che vanta uno stile architettonico che ricorda Versailles, con la stanza del trono, le sale da pranzo e da ballo, gli arazzi e molto altro ancora.

È possibile visitarlo tutti i giorno della settimana ad eccezione del lunedì.

Il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude

Il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude gestisce direttamente il complesso La Venaria Reale Reggia, Giardini e Castello della Mandria.

La Venaria Reale Reggia è una delle residenze sabaude parte del sito seriale UNESCO iscritto alla Lista del Patrimonio dell’umanità dal 1997. Progettata dall’architetto Amedeo di Castellamonte, nel 2019 il suo giardino è stato eletto parco pubblico più bello d’Italia.

Il Castello della Mandria, invece, è una residenza reale, storicamente appartenuta ai Savoia, che oggi costituisce oggi un polo museale delle residenze sabaude, parte del sito seriale UNESCO iscritto alla Lista del Patrimonio dell’umanità dal 1997.