Categorie
itinerari culturali Notizie Viaggi

Wiki Loves Monuments, la bellezza dell’Italia in una foto

L’Italia è la “terra di santi, poeti e navigatori”, ma è anche il Paese delle bellezze naturali, dei capolavori artistici e architettonici, di una cultura secolare, del buon cibo, di storie e tradizioni conservate e tramandate da generazioni. Sì, viviamo in un territorio meraviglioso che non smette mai di stupire. Non è un caso che ogni giorno migliaia di persone, provenienti da ogni parte del mondo, arrivino qui con l’intenzione di esplorare lo Stivale in lungo e in largo.

Città, metropoli e borghi, e poi ancora spiagge dorate, montagne e colline: le cose da vedere sono tante e tutte sono destinate a incantare. A queste si aggiungono anche i musei e i luoghi d’arte, così come gli edifici religiosi, simboli della cultura italiana nel mondo.

Ed è proprio alla sacralità del BelPaese che è dedicata l’edizione 2023 di Wiki Loves Monuments, il più grande concorso fotografico del mondo che coinvolge professionisti e amatoriali con l’obiettivo di documentare e celebrare la bellezza dell’Italia in una foto.

Una foto per raccontare l’Italia

Nella scelta delle future destinazioni di viaggio, molto spesso, ci lasciamo ispirare dagli scatti degli altri. Basta dare uno sguardo tra i feed dei social network più popolari del momento per lasciarsi conquistare da tutte quelle fotografie che raccontano l’anima di città e Paesi interi.

Ed è proprio attraverso la fotografia che Wiki Loves Monuments vuole raccontare la bellezza Made in Italy. Il concorso, organizzato da Wikimedia Italia in collaborazione con FIAF, con il patrocinio del Dicastero Vaticano per la Cultura e l’Educazione, UCEI, ANCI e ICOM Italia, ha come obiettivo quello di arricchire l’enciclopedia online, fruibile a tutti, per diffondere e celebrare la cultura italiana nel mondo.

Sin dalla sua prima edizione il concorso fotografico ha raccolto l’entusiasmo di moltissime persone collezionando quasi 3.000 di immagini e contando oltre 100.000 partecipanti a livello globale. L’edizione italiana non è da meno: dal 2012, circa 8.750 fotografi professionisti e amatoriali hanno caricato su Wikimedia Commons più di 180.000 fotografie che ritraggono monumenti e altri beni culturali. A questi numeri si aggiungono anche più di 60.000 edifici religiosi caricati nel 2023.

Battistero del Complesso Monumentale di San Pietro, Asti

Fonte: Marco Odina, CC BY-SA 3.0

Battistero del Complesso Monumentale di San Pietro, Asti

Wiki Loves Monuments: come partecipare

È proprio agli edifici religiosi che è dedicata questa edizione di Wiki Loves Monuments. La partecipazione è libera e aperta a tutti coloro che non viaggiano mai senza smartphone o reflex alla mano, che si tratti di professionisti o di semplici appassionati.

Il concorso si svolge interamente online: basterà caricare la propria fotografia sul sito ufficiale di Wiki Loves Monuments dal 1 al 30 settembre. Al termine della scadenza, una giuria di esperti nominata da Wikimedia Italia selezionerà le 200 foto più belle per poi decretare i 10 scatti vincitori. La premiazione è prevista nel mese di novembre. Se cercate ispirazione per le vostre fotografie, potete scaricare l’app dedicata al concorso. Grazie a questa potrete cercare i monumenti partecipanti e poi caricare il vostro lavoro.

Se siete amanti delle meraviglie del Belpaese, e siete soliti immortalarle con i vostri device, non vi resta che mettervi in giorno e raccontare la bellezza dell’Italia con le vostre fotografie.

Sacra San Michele

Fonte: Elio Pallard, CC BY-SA 4.0

Sacra San Michele
Categorie
Asti Idee di Viaggio itinerari culturali Langhe Monferrato Monumenti Piemonte Viaggi

Alla scoperta della città di Asti e dei suoi dintorni

Langhe e Monferrato sono tra le zone più ricche dal punto di vista culturale ed enogastronomico di tutto il Piemonte e questo territorio è meta ogni anno di tantissimi turisti provenienti da tutto il mondo.

A cavallo tra Langhe e Monferrato si trova Asti, una splendida città storica che affonda le radici lontano nel tempo, quando fu contesa tra le diverse signorie, dai Monferrato ai Visconti passando per gli Orléans. Non è tra le prime destinazioni scelte da coloro che decidono di visitare questa zona d’Italia. Invece lo dovrebbe essere, perché Asti è un piccolo gioiello ricco di storia, arte e cultura e meta di turismo enograstronomico.

La città delle cento torri

Dall’architettura tipicamente medievale e caratterizzata da una pianta ellittica, Asti offre ai visitatori un centro storico decisamente molto antico, ma ben curato, innervato da affascinanti stradine strette e tortuose, delimitate dalle mura della città. Asti è anche conosciuta come “La città delle cento torri” per il gran numero di torri presenti, molte delle quali in realtà scomparse nel tempo.

Tuttavia, la sua allure di città-fortezza di stampo medievale la rende la meta ideale di chi vuole unire il relax del viaggio alla scoperta di luoghi di interesse storico-culturale e, perché no, anche enogastronomico, vista la ricchezza di questa terra.

Cosa vedere ad Asti

Ci sono veramente molti luoghi di interesse da vedere Asti, a cominciare proprio dalle celebri torri. Si possono ammirare la Torre Troiana, la Torre Rossa, la Torre dei Comentini (o Torre Comentina) e la Torre dei Guttuari.

asti-Torre-rossa-di-asti-chiesa-di-santa-caterina

Fonte: 123rf

La Torre Rossa e la Chiesa di Santa Caterina ad Asti

Asti è una città che si può tranquillamente visitare a piedi. Anzi, il suo bello è proprio scoprire i vicoli acciottolati, i portici, le piazze. Passando dalle torri ai monumenti sacro-religiosi, sono assolutamente da visitare il Battistero di San Pietro, risalente al XII secolo e meglio conosciuto, per via della forma, come “La Rotonda”.

Altro monumento che merita senz’altro una visita è la splendida Cattedrale di Santa Maria Assunta, la più importante cattedrale gotica del Piemonte, costruita tra il 1309 e il 1354, nonché la più grande chiesa della regione. Anche la Collegiata di San Secondo è un monumento sacro degno di nota, soprattutto per gli splendidi decori gotici, così come merita una visita la Chiesa di Santa Caterina.

asti-duomo

Fonte: 123rf

L’interno della cattedrale di Asti

Asti non è solo una città ricca di monumenti religiosi, ma è anche fulcro di numerosi palazzi cinquecenteschi e settecenteschi, quasi tutti opera dell’architetto settecentesco Benedetto Alfieri – parente dell’Alfieri poeta – che ha realizzato decine di splendidi edifici in tutto il Piemonte. E a proposito di Alfieri, è possibile anche visitare Palazzo Alfieri, dove visse il poeta Vittorio Alfieri e il cui ingresso (guidato) è concesso solo nei weekend.

Asti è anche la città del Palio, più antico del celeberrimo Palio di Siena. La corsa dei cavalli in cui si contendono rioni, borghi cittadini e comuni della provincia di Asti risale al XIII secolo e si svolge la prima domenica di settembre nella cornice di piazza Alfieri. Per l’occasione, l’intera città si veste a festa con sbandieratori, spettacoli e oltre mille figuranti in costume medievale che sfilano per le vie del centro storico.

asti-palio

Fonte: 123rf

La città di Asti durante il Palio, il più antico d’Italia

A Palazzo Mazzola si trova il museo dedicato al Palio di Asti e permette di visionare manufatti e apprendere tutte le informazioni su un evento storico che caratterizza l’intera città. In città di musei ce ne sono ben sette, accessibili con un unico biglietto cumulativo. Tra questi, merita una visita Palazzo Mazzetti, un vero tesoro astigiano, un sontuoso palazzo che accoglie il Museo d’arte cittadino dove si tengono importanti mostre. Così come merita la Cripta e museo di Sant’Anastasio che risale al periodo romanico.

Andando ancor più indietro nel tempo, si possono vedere alcune porzioni di antiche mura romane, quando Asti fu fondata con il nome di Hasta, nella zona settentrionale della città. Così come la Domus Romana, con interessanti reperti archeologici tra cui i resti di un’abitazione privata del I secolo d.C. con splendidi mosaici.

Cosa vedere nei dintorni di Asti

Nei dintorni di Asti sono assolutamente da visitare le splendide colline delle Langhe, del Monferrato e del Roero, Patrimonio dell’Unesco: qui, per gli amanti della buona cucina e del buon vino, si aprono infinite possibilità per gustare le eccellenze del territorio.

Ma ci sono anche castelli, come quello di Belangero e di Valmanera, e la villa estiva del generale Badoglio e persino siti naturalistici, come le Oasi WWF La Boula e Villa Paolina e la Riserva regionale Valle Andona, Valle Botto e Valle Grande.

Inoltre, è possibile ammirare, lungo alcuni tratti della Via Francigena, le numerose chiese romaniche del posto.

Le specialità gastronomiche di Asti

Chi visita Asti ha davvero l’imbarazzo della scelta delle bontà tipiche del posto da poter assaggiare, ma quello che sicuramente non può perdere sono i magnifici tartufi e i celebri vini spumanti e la Barbera d’Asti, tipici di questa zona.

Dalla bagnacauda agli agnolotti, dai risotti con la salsiccia ai secondi di carne arricchiti di nocciole, ce n’è per tutti i gusti. Famosi sono anche i dolci dei dintorni di Asti, come i baci di dama, i cremini, la Torta Palio di Asti e molti altri. Per fare il pieno di dolcezza prima di ripartire.

Categorie
itinerari culturali Notizie Sagre turismo enogastronomico Viaggi

Le più belle sagre di settembre in Italia

Settembre segna la fine dell’estate e l’approssimarsi dell’autunno con la ripresa degli impegni, certo, ma anche con un ricco calendario di appuntamenti per allietare il weekend e per assaporare l’atmosfera, i profumi e i prodotti tipici della terza stagione dell’anno.

Sparsi lungo tutto lo Stivale, gli eventi e le sagre del primo autunno sono una piacevole occasione per staccare dalla routine ormai ripresa a pieno regime e per dedicarsi momenti di puro relax immersi in territori ricchi di storia, arte, tradizione, cultura ed eccellenti produzioni enogastronomiche.

Le sagre di settembre al Nord

Iniziamo dalle regioni del Nord e con i colori e i sapori del miele per scoprire alcuni dei 60 tipi che vengono prodotti in Italia dagli apicoltori locali: in Piemonte, infatti, dal 9 al 10 settembre è il momento di “Tutto Miele” a Bruzolo, Torino, con protagonisti i mieli del Piemonte e in particolare della Val di Susa (il miele d’erica, di tarassaco, di castagno e quelli rari di alta montagna), della Fiera Regionale del Miele a Marentino (sempre provincia di Torino) il 23 e 24 settembre dove sono attesi circa 130 piccoli produttori di miele e prodotti regionali tipici e genuini, e dell’mportante concorso regionale, Ferrere Miele, a Ferrere (Asti) dove vengono selezionati i migliori mieli piemontesi, che si possono naturalmente assaggiare.

E, sempre in Piemonte, Bra celebra invece il formaggio, di cui è capitale mondiale, dal 15 al 18 settembre con “Cheese“, la manifestazione a marchio Slow Food arrivata alla sua XIV edizione: il Sapore dei Prati, il claim 2023, sarà il filo conduttore di degustazioni, laboratori, dibattiti e tanto altro.

In Alto Adige, invece, la Festa dello Speck, dal 30 settembre al 1 ottobre, arriva per la prima volta a Plan de Corones per iniziare l’autunno in modo super goloso: assaggi e degustazioni dello Speck Alto Adige IGP nonché workshop per imparare a utilizzarlo in cucina in mille modi creativi e per sfruttarne appieno le potenzialità.

Ancora in Alto Adige, dal 16 al 24 settembre gli amanti del buon cibo potranno immergersi nella gastronomia e nella cultura della Valle Aurina, gustando una selezione di piatti a base del tipico formaggio Graukäse, Presidio Slow Food dal 2004, a cura degli chef più rinomati della regione.

In Friuli, invece, dal 21 al 24 settembre andrà in scena “Gusti di Frontiera“, la kermesse enogastronomica più grande del Triveneto in cui Gorizia diventa fulcro delle cucine del mondo con centinaia di stand enogastronomici distribuiti tra borghi geografici e percorsi tematici: saranno 320 gli stand e oltre 40 i Paesi presenti.

Tra le prelibatezze varie nella città simbolo per eccellenza dei confini, futura capitale europea della cultura con la slovena Nova Gorica nel 2025, sarà possibile sentirsi in Messico assaporando l’asado o a Bruxelles gustando gli spiedini mitrailette o ancora in Spagna con la paella valenciana accompagnata dalla sangria.

Settembre e le sagre del Centro

Il miele è protagonista anche al Centro con, ad esempio, la Settimana del Miele a Montalcino, Siena, dall’8 al 10 settembre, quello che è noto come il primo appuntamento nazionale dedicato al miele, nato nel 1976: gli appassionati del dolce nettare possono trovare nella sede dei Giardini dell’Impero e del teatro degli Astrusi, una scelta unica della vasta produzione degli apicoltori toscani, come il miele di corbezzolo, di rosmarino e di rododendro.

In Abruzzo, invece, da segnalare la più importante manifestazione apistica della regione Regina di Miele, che il 23 e il 24 settembre coinvolge tutto il centro storico di Tornareccio (Chieti) con stand, degustazioni di miele e dei suoi derivati, visite guidate, concerti e incontri di approfondimento dei mieli del territorio.

Ancora in Toscana, torna da sabato 9 settembre per due fine settimana, l’appuntamento annuale con la storica Sagra della polenta, funghi porcini e cinghiale, giunta ormai alla 35esima edizione, organizzata dal Circolo Arci “A. Naldi” di Poggio alla Malva (Via Buricchi 1) Carmignano (Prato): nei due fine weekend del 9-10 e 16-17 gli stand gastronomici resteranno aperti la sera a cena e la domenica anche a pranzo.

Un salto nelle Marche, in particolare a Potenza Picena in provincia di Macerata, e assistiamo alla tradizionale festa del Grappolo d’Oro, una rassegna ormai immancabile che celebra il rapporto tra la città e la sua anima rurale, sublimato ogni anno dalla sfilata di carri allegorici, un’appassionante sfida tra le diverse contrade.

Dieci giorni pieni di musica, degustazioni, feste e appuntamenti di ogni genere per rievocare insieme le tradizioni della vendemmia.

Infine, approdiamo nel Lazio con l’undicesima edizione di “Mangiare con Gusto” a Terracina nella suggestiva location di Piazza Municipio, manifestazione dedicata alla valorizzazione del patrimonio agroalimentare ed enogastronomico italiano e della regione, e con la Sagra del Fungo Porcino a Lariano, iniziata il 7 e che si concluderà il 24 settembre: saranno presenti oltre 150 espositori provenienti da tutta Italia su una superficie di 20.000 metri quadrati e l’evento prevede numerosi eventi collaterali, tra cui convegni, corsi di formazione, mostre, tornei sportivi e spettacoli musicali dal vivo.

Le sagre e gli eventi al Sud e nelle isole

In Campania, a Baiano, provincia di Avellino, uno degli appuntamenti da non perdere a settembre (dal 7 al 10) è la Festa della Nocciola dove i visitatori hanno l’occasione di gustare i prelibati prodotti a base del frutto autunnale, a partire dalla Pasta al Pesto di Nocciola, mentre a Volturara Irpina la Festa del Fagiolo Quarantino della Valle del Dragone è perfetta per omaggiare il prodotto d’eccellenza della Piana.

Il 29 e 30 settembre (e 1 ottobre) in Puglia, a Sammichele di Bari, torna la Sagra della Zampina, del Bocconcino e del Buon Vino, uno degli appuntamenti più attesi e conosciuti dell’enogastronomia pugliese, e in Sicilia, è il turno della Sagra della vendemmia di Pedalino, frazione rurale di Comiso (provincia di Ragusa) in programma dal 22 al 24 settembre che promuove i prodotti più famosi del territorio, l’uva e il vino, e che consente di rivivere le usanze e i gesti del passato con il tradizionale ciclo della vendemmia e il pranzo della domenica sull’aia.

In Sardegna, dall’8 al 10 settembre, da oltre vent’anni ricorre il Festival della Bottarga a Cabras, che ha l’obiettivo di far conoscere e degustare il prodotto tipico preparato sulla base di varie ricette della tradizione locale: per il 2023 si tratta di tre giorni dal respiro mitteleuropeo con la presenza degli chef stellati Francesco Brutto e Alessandro Bellingeri.

Categorie
Idee di Viaggio isole itinerari culturali luoghi misteriosi Viaggi

Hirta, l’inquietante storia dell’isola fantasma

Lussureggianti prati verdi, piccole colline rocciose e qualche scogliera a picco sul mare: l’isola di Hirta potrebbe sembrare un paradiso naturalistico dove vivere in tranquillità, lontani dal resto del mondo, ma la sua storia dimostra che non è tutto oro ciò che luccica. Infatti, da fiorente centro abitato si è trasformato in un luogo disabitato, e questo repentino cambiamento è avvenuto per motivi tragici.

Hirta, una storia inquietante

Al largo delle coste scozzesi, uno degli ultimi avamposti occidentali, ecco il piccolo arcipelago di Saint Kilda: sono quattro isolotti circondati dalle tumultuose acque dell’oceano Atlantico, ad oltre 60 km di distanza dalla più remota delle isole Ebridi, e ad almeno altrettanti dalla terraferma. La più grande è l’isola di Hirta, che a prima vista sembra un gioiellino. Natura incontaminata e paesaggi verdi ne fanno un’oasi di serenità, il cui silenzio è rotto soltanto dal rumore delle numerosissime colonie di pulcinelle di mare e di altri volatili.

Qua e là, qualche casetta in rovina: che cosa è successo ai suoi abitanti? Guardandosi intorno, in effetti, si può notare che l’isola è completamente disabitata. In un lontano passato, la popolazione di Hirta prosperava: alcuni manufatti dell’età del bronzo attestano la presenza di un insediamento già durante la preistoria. Gli uomini vivevano di agricoltura e di cacciagione, sfruttando l’abbondanza di uccelli marini, e si spostavano tra le isole con piccole imbarcazioni. Ma nel XX secolo qualcosa è cambiato. Hirta ha iniziato ad attirare turisti che, grazie ai battelli a vapore, raggiungevano l’isola per acquistare tessuti in tweed, prodotti dalle pecore del luogo.

Il turismo ha portato non solo un nuovo stile di vita, ma anche malattie precedentemente sconosciute. E gli abitanti del piccolo villaggio (che comunque non dovrebbero mai aver superato i 200 in totale) hanno cominciato ad ammalarsi, spesso anche gravemente. La Prima Guerra Mondiale, poi, ha sottratto tutti i giovani del paese per condurli tra le trincee, dove molti hanno perso la vita. La popolazione è rapidamente calata, sino ad arrivare ad appena 36 unità. Quando, nel 1930, una giovane donna è morta per appendicite, anche a causa delle continue tempeste che avevano bloccato ogni via di comunicazione, i restanti isolani hanno deciso a malincuore di emigrare, abbandonando per sempre le loro casette in pietra.

La natura incontaminata di Hirta

Nell’agosto del 1930, dunque, una nave ha raccolto i pochi abitanti di Hirta e li ha portati sulla terraferma, dove si sono rapidamente ambientati. Si dice che, prima di lasciare l’isola, ciascuno di essi avesse sistemato un piatto di avena e una Bibbia aperta all’interno dei loro cottage, forse con la speranza di poter prima o poi tornare. Nessuno di essi ha mai più messo piede in quello sperduto angolo di paradiso, che dal 1957 è entrato a far parte dei beni del National Trust di Scozia e, tre decenni dopo, è diventato il primo sito scozzese ad essere inserito tra i Patrimoni dell’UNESCO.

Quando il clima lo permette, alcuni turisti si avventurano sull’isola di Hirta per ammirarne il fascino. Oggi non vi è altro che una natura meravigliosa e incontaminata, che ha ripreso il sopravvento sulle opere umane. Colonie di uccelli marini e di pecore (tra cui una specie delle più rare in tutto il Regno Unito) vivono in armonia tra le casette abbandonate da quasi un secolo, e l’unica traccia dell’uomo è un piccolo osservatorio militare. Periodicamente, un gruppo di volontari sbarca sull’isola per preservare l’antico villaggio, compiendo qualche opera di restauro affinché non scompaia nel nulla.

Categorie
itinerari culturali Leonardo Da Vinci Notizie Viaggi

La Vigna di Leonardo scompare per sempre (almeno per noi)

Leonardo da Vinci e Milano sono un binomio imprescindibile. Il Genio trascorse in questa città il più lungo periodo della sua vita e ha realizzato il più vasto repertorio di opere a lui attribuite. Giunto da Firenze, trovò a Milano il luogo ideale dove esprimere liberamente la propria creatività. Grazie anche al supporto del Duce di Milano, Ludovico Maria Sforza, coetaneo e grande mecenate di artisti e scienziati con la passione per il bello.

I luoghi di Leonardo a Milano

Tanti sono i luoghi ancora oggi legati al Genio che si possono vedere, alcuni assolutamente gratuiti. Tra questi. Il Castello Sforzesco, con il grande affresco sulla volta della sala “delle Asse”, il Cenacolo Vinciano a Santa Maria delle Grazie con l’affresco dell’Ultima cena, il Museo della Scienza e della Tecnologia che ospita la più grande collezione al mondo di modelli di macchine realizzati a partire da disegni di Leonardo, la Veneranda Biblioteca Ambrosiana dove è possibile ammirare lo splendido “Codice Atlantico”, il Cavallo di Leonardo dedicato a Francesco Sforza all’Ippodromo di San Siro e il Leonardo 3 Museum aperto dieci anni fa in Galleria Vittorio Emanuele.

E poi c’è la Vigna di Leonardo, un vigneto nel pieno centro di Milano, che Ludovico il Moro donò a da Vinci nel 1498, mentre stava ancora lavorando all’Ultima Cena, come gesto di riconoscenza per “le svariate e mirabili opere da lui eseguite per il duca” e che purtroppo resterà aperta al pubblico ancora per poco.

Chiusa la Vigna di Leonardo

Sì, perché, un anno fa, i proprietari hanno avuto la brillante idea di vendere la Vigna e la adiacente Casa degli Atellani, la dimora appartenuta a Ludovico il Moro, duca di Milano, ultima traccia ancora esistente dell’antico Borgo delle Grazie, al gruppo LVMH, quello di Louis Vuitton, per intenderci, ma anche di brand dell’hôtellerie di lusso come Belmond (lo stesso dell’ex Orient Express) e di Hotel Bulgari. Il nuovo proprietario ha deciso di chiudere al pubblico la Vigna e la Casa – ultimi ingressi possibili fino a fine settembre 2024 – perché pare voglia realizzarvi proprio un hotel.

vigna-leonardo-milano

Fonte: 123rf

Il museo della Vigna di Leonardo a Milano

Certo, per gli ospiti che potranno soggiornare nelle stanze appartenute a Ludovico il Moro sarebbe un’esperienza più unica che rara, gli stranieri farebbero carte false pur di provare questa esperienza e di passeggiare nel giardino che ospita un vigneto nientemeno che appartenuto a Leonardo da Vinci, ma a quale prezzo.

La gente comune, che oggi può acquistare il biglietto e visitare uno dei luoghi più suggestivi e pregni di significato di Milano, a breve non potrà più farlo.

La Vigna di Leonardo era stata riaperta nel 2015 in occasione dell’Expo di Milano. E proprio in quell’anno, alcuni studiosi erano riusciti, grazie a del materiale organico ritrovato, addirittura a individuare il Dna del vitigno originale coltivato proprio da Leonardo, la Malvasia di Candia Aromatica.

I luoghi gratuiti di Leonardo

Per fortuna c’è anche qualche luogo legato alla figura di Leonardo da Vinci che si può visitare gratuitamente a Milano. Uno di questi è la statua di Leonardo che domina il centro di piazza Scala. Realizzata dallo scultore Pietro Magni nella seconda metà del XIX secolo, rappresenta il Genio toscano insieme ai quattro suoi allievi: Marco d’Oggiono, Salaino, Cesare da Sesto e Giovanni Antonio Boltraffio.

Poi c’è la Conca dell’Incoronata, ciò che resta del Naviglio della Martesana, all’interno della cerchia delle antiche mura spagnole di Milano. La Conca celebra il genio di Leonardo nell’ambito dell’ingegneria idraulica. Costruita nel 1496, la direzione dei lavori venne affidata agli ingegneri Giuliano Guasconi e Bartolomeo della Valle, supportati dalla consulenza dello stesso Leonardo. Tra il 1929 e il 1930 questo tratto di canale fu interrato per la chiusura della Cerchia dei Navigli.

Infine, c’ è un luogo un po’ fuorimano che merita una visita, quando arriva la bella stagione. Si tratta del glicine di Leonardo e si trova nella zona Sud del Capoluogo lombardo, in quel quartiere oggi chiamato Scalo Romana dove, nel 2026, sorgerà il Villaggio Olimpico per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina, e che un tempo era un piccolo borgo chiamato Morivione.

Questa pianta di glicine è una delle più antiche d’Italia. Si calcola che abbia più di 700 anni. Secondo gli esperti di botanica, le sue radici sono ormai così lunghe da arrivare a misurare circa due chilometri. Si trova dentro un cortile privato e, purtroppo, non è nemmeno conserto molto berne dagli abitanti del condominio a cui appartiene, ma lo si può vedere gratuitamente, almeno quello.

glicine-leonardo-milano

Fonte: 123rf

Il glicine di Leonardo, uno dei più antichi d’Italia
Categorie
Africa Asia Idee di Viaggio itinerari culturali Marocco Medina musei Viaggi

Questa antica medina è un museo a cielo aperto

Il Marocco, perla del Nordafrica, è una destinazione ricca di mistero e di fascino con una miscela vibrante di culture, paesaggi mozzafiato e città storiche. Questa terra custodisce luoghi preziosi cristallizzati nel tempo, che regalano uno scorcio sulla sua storia antica.

Con i palazzi intricatamente decorati, i villaggi berberi arroccati sulle montagne e i mercati colorati e rumorosi, il Paese conserva un forte legame con le sue radici e le sue tradizioni, un ponte tra l’antico e il nuovo, tra l’Oriente e l’Occidente.

Alcune delle sue meraviglie più notevoli, sono le medine labirintiche, cuore pulsante dell’autentica vita cittadina. Tra queste, Fès el-Bali, riconosciuto come Patrimonio dell’UNESCO, è un luogo dove il tempo sembra essersi fermato. L’eco del passato risuona in ogni angolo, permettendo di immergersi totalmente nella cultura marocchina.

Fès-el-Bali, viaggio nel cuore autentico del Marocco

Fes Morocco

Fonte: iStock

Moschea Al-Qarawiyyin, Fes in Morocco

Fès el-Bali è la parte più antica di Fès, una delle città imperiali del Marocco. Fondata come capitale della dinastia Idriside tra il 789 e l’808 d.C., è uno dei quartieri storici meglio conservati dell’epoca medievale araba.

Circondato da imponenti mura difensive e bastioni, è un vero e proprio labirinto urbano. Composta da circa 9.000 vicoli tortuosi, la città è divisa in ben 300 quartieri distinti, ciascuno con la propria personalità unica.

Il suo fascino risiede nella sua ricca storia che si respira passeggiando per i suoi vivaci souk, nei quali i commercianti locali offrono una vasta scelta di prodotti tradizionali, dal pregiato artigianato in tappeti e ceramiche fino ai gioielli preziosi.

Immerso nel cuore pulsante di Fès el-Bali, ti troverai circondato da una sinfonia di colori e profumi. Ceramiche vivaci colorano ogni angolo, mentre una vasta selezione di spezie, dalle più comuni alle più esotiche, rilasciano nell’aria un bouquet di aromi irresistibili che ti avvolge e ti rapisce.

Uno dei punti d’interesse più rinomati è la Medersa Bou Inania. Costruita tra il 1351 e il 1358, questa antica scuola islamica rappresenta un sorprendente esempio di architettura Marinid. Le sue meravigliose piastrelle e l’atmosfera rilassante che pervadono l’edificio creano una vera e propria oasi di tranquillità.

Anche le costruzioni storiche sono rimaste sorprendentemente simili a com’erano secoli fa. Le madrasas, gli hammam e le moschee si ergono ancora maestosamente nel panorama cittadino. Molti di questi sono stati restaurati con cura e trasformati in incantevoli alberghi o ristoranti, per regalare ai visitatori un’esperienza autentica dell’ospitalità marocchina.

Bab Bou Jeloud, la Porta Azzurra di Fès

Per poter vivere appieno l’esperienza di Fès el-Bali, ti consigliamo di affidarti a una guida esperta o, se preferisci, di partecipare a un’emozionante escursione organizzata. La Medina, infatti, è un vero e proprio labirinto di stradine strette in cui ci si può facilmente perdere.

E quale modo migliore per iniziare il viaggio se non attraverso la sua porta più iconica, Bab Bou Jeloud? Inaugurata nel 1913, la Porta Blu è molto di più di un semplice ingresso alla città. Questo straordinario capolavoro architettonico è un vero simbolo della città, che incanta i visitatori con la sua bellezza senza tempo.

Al primo sguardo, affascina con il suo azzurro intenso che brilla verso la Medina, mentre un verde smeraldo splende sul lato opposto, rispettivamente i colori tradizionali di Fès e dell’Islam. Le intricate piastrelle di ceramica, conosciute come zellige, adornano la porta, creando complesse trame geometriche e arabeschi, un autentico spettacolo per gli occhi. Questa tecnica decorativa rappresenta una peculiarità dell’architettura tipica marocchina e andalusa.

Ma Bab Bou Jeloud non è soltanto bella da vedere. È anche un punto d’osservazione privilegiato. Salendo le scale che conducono alla sommità della porta, potrai ammirare una vista panoramica sulla Medina e sulle colline circostanti. È un luogo perfetto per scattare foto indimenticabili o semplicemente per osservare il paesaggio.

L’atmosfera qui è semplicemente incantevole. Potrai scoprire i numerosi caffè, ristoranti e negozi che offrono una vasta selezione di prodotti locali. Un luogo ideale per prendersi una pausa, assaporare un delizioso tè alla menta o gustare un piatto di couscous, immergendoti completamente nell’atmosfera unica di Fès.

Blue Gate, Fès

Fonte: iStock

Bab Bou Jeloud, Fès, Marocco
Categorie
Idee di Viaggio isole itinerari culturali lago Lago Di Garda vacanza natura Viaggi

Isola di Trimelone, una vera bellezza nel Garda

La piccola e selvaggia isola di Trimelone appare come un’oasi di tranquillità adagiata sulle acque del Lago di Garda, di fronte ad Assenza di Brenzone. Eppure, andando indietro nel tempo scopriamo un passato notevolmente burrascoso, a dispetto delle modeste dimensioni di questo fazzoletto di terra lungo 260 metri e largo 60, tanto da essere diventata uno dei simboli della travagliata storia italiana del Novecento.

La travagliata storia dell’isola di Trimelone

Andando molto indietro nei secoli, scopriamo che venne fortificata più volte dagli abitanti del posto per difendersi dalle incursioni dei Barbari, fino all’assedio di Federico Barbarossa, che nel 1158 provocò la distruzione del castello presente sull’isola.

Negli anni precedenti la Prima Guerra Mondiale, l’isola del Lago di Garda fu utilizzata come avamposto bellico per la sua posizione tattica sul confine con l’Impero austro-ungarico. Fu armata di due cannoni, diventando un distaccamento militare per alpini, fanti e bersaglieri finché, nel 1930, un’azienda bresciana la trasformò in cantiere per la lavorazione dei residuati bellici.

Durante la Seconda Guerra Mondiale venne costruito qui un bunker, da cui Mussolini, a pochi giorni dalla sua fine, rilasciò l’ultima intervista. Al termine del conflitto, le forze armate tedesche utilizzarono la zona come ‘discarica di gurra’ prima della ritirata, riempiendo l’isola e le aree limitrofe con tonnellate di materiale bellico di ogni genere. Ciò portò alla terribile esplosione – probabilmente accidentale – avvenuta il 5 ottobre del 1954, che provoò la distruzione di circa metà dell’isola e un incendio che durò tre giorni. Rocce e strutture del peso di oltre 15 tonnellate vennero scagliate nelle acque del lago, depositando sul fondale nei pressi dell’isola una quantità incredibile di ordigni, casse di esplosivo e materiale bellico di ogni sorta.

A seguito delle recenti bonifiche, sono state portate alla luce decine di migliaia di residuati bellici dai fondali. Una parte dell’esplosivo recuperato, potrebbe inoltre essere collegato a quello utilizzato per le stragi nere che hanno insanguinato l’Italia tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’80.

Nel 1960, il Comune di Brenzone acquistò l’isola del Trimelone dallo Stato per 800 mila lire, a patto di farla diventare oasi naturalistica. Ma poi il ritrovamento di decine di migliaia di ordigni bellici e materiale esplosivo ne costrinse l’interdizione.

L’isola di Trimelone oggi, una pacifica oasi ambientale

Oggi l’isola di Trimelone cerca di lasciarsi alle spalle il suo passato travagliato, presentandosi come una pacifica oasi ambientale, in cui nidificano indisturbati numerosi gabbiani e cormorani, in un contesto naturalistico dominato da pioppi, oleandri, seneci e sambuchi. La sua storia è ancora ben visibile su alcuni edifici militari ancora presenti, ossia la caserma, il fortino ed un piccolo porto ormai smantellato.

Attualmente vige ancora il divieto di sbarco, di attracco, di pesca e di avvicinamento. Tuttavia, stando alle dichiarazioni del sindaco Davide Benedetti, la bonifica è terminata e certificata e si sta aspettando il via libera ufficiale delle istituzioni per poter dare l’accesso al pubblico a questa perla storica e ambientale. In attesa che ciò accada, si può ammirare l’unicità e la bellezza selvaggia dell’isola veneta, teatro di tanta storia, a bordo di una barca, da cui si gode di uno spettacolo ricco di fascino.

Categorie
Gallura Idee di Viaggio itinerari culturali mare Olbia Tempio Sardegna Viaggi

Porto Istana, gemma preziosa della Sardegna

Raccontare Porto Istana assomiglia alla descrizione di un sogno: onde cristalline e turchesi che disegnano la superficie del mare e che giungono ad accarezzare la soffice, morbida e candida sabbia, mentre la brezza culla i colorati arbusti della macchia mediterranea e spande, tutt’intorno, il profumo del ginepro, del leccio, del corbezzolo, del cisto, dell’erica e dell’olivastro.

Un dipinto che si regala a pochi chilometri da Olbia, lungo la meravigliosa costa della Gallura, alle pendici di Capo Ceraso, promontorio di granito rosato nella frazione di Murta Maria.

Porto Istana, tra i profumi, i suoni e i colori della natura

A una ventina di minuti di auto dalla città di Olbia, comodamente raggiungibile, Porto Istana è un paradiso balneare plasmato da quattro spiagge separate da piccole fasce di roccia.

Tutte le quattro calette, numerate partendo da nord, vantano finissima sabbia abbagliante e fondali che digradano con dolcezza, perfetti anche per i più piccoli, acque generalmente calme e sicure, e sono riparate dalle correnti e dai venti.

Ma non è tutto: mentre ci si rilassa distesi al sole in un simile scenario, lo sguardo viene attratto dall’imponente e suggestiva Isola di Tavolara, cui si può approdare in barca dal vicino Porto di San Paolo.

E, ancora, Porto Istana offre una zona libera, per chi desidera la più assoluta tranquillità, e una zona attrezzata (di cui una parte è riservata agli ospiti di un hotel 4 stelle a pochi passi dal mare).

Accessibile anche a persone con disabilità e ben collegato alla città dai mezzi pubblici, l’incantevole litorale dispone di noleggio ombrelloni e lettini, nonché strutture ricettive, villaggi vacanze, ampio parcheggio, ristoranti e bar nelle vicinanze.

Non dimentichiamo, poi, che i limpidi fondali pullulano di fauna e flora marine e ne fanno una meta d’eccellenza per gli appassionati di snorkeling, diving e immersioni.

Le meraviglie dei dintorni

Dopo bagni di sole e tuffi nelle acque turchesi di Porto Istana, potete ritagliarvi del tempo anche per scoprire le altrettante meraviglie che regalano i suoi dintorni a partire dalla sabbia dorata di Lido del Sole e di Li Cuncheddi, in direzione San Teodoro.

Spiaggia “cittadina” di Olbia è invece La Playa di Pittolongu, estesa e affascinante mezzaluna di sabbia candida e fine alternata a piccole conchiglie, lungo la strada che conduce a Golfo Aranci: nelle vicinanze, date un’occhiata anche alla Spiaggia Lo Squalo, separata da Pittolongu da una lingua di roccia, di finissima sabbia che tende al grigio chiaro, al Pellicano e Marerocce, e a Bados, più a nord, magnifica spiaggia con vista sulla Tavolara.

E poi, la costa di Olbia è nota per altre perle indiscusse come, in direzione Costa Smeralda, quelle dal mare cristallino e dalla sabbia bianca di Marinella, Portisco e Porto Rotondo, e della Marina di Cugnana, tra cui la Spiaggia Bianca.

E per chi ama il diving? La costa nei pressi di Olbia vanta numerosi punti di immersione imperdibili nel promontorio di Capo Figari, nel territorio di Golfo Aranci, e nell’area marina: la secca del Papa, lo scoglio di Molarotto, il relitto di Molara e Tedja Liscia, solo per fare alcuni esempi.

Categorie
Borghi itinerari culturali Lombardia Viaggi

Boarezzo, il borgo d’artista della Lombardia

Poche e antiche case in sasso, stradine strette, viottoli acciottolati, e tutt’intorno boschi di faggi e castagni. Il grazioso borgo di Boarezzo è un invito alla quiete in un tempo sospeso, un luogo dell’anima e dell’arte, trasformato in un museo a cielo aperto e diventato meta ambita di una gita fuori porta in Lombardia, con la sua storia dipinta sui muri e suggestioni infinite.

Boarezzo, il “villaggio dipinto”

Appollaiato su un fianco del monte Piambello, Boarezzo è una delle quattro frazioni che costituiscono il comune di Valganna, cuore verde di Varese. A rilanciare questo gioiello lombardo è stato il pittore Mario Alioli, che nel 1985 ha trasformato un cumulo di vecchie case in un “villaggio dipinto” dedicato a Giuseppe Grandi e a Odoardo Tabacchi, due tra le figure più prestigiose dell’intero panorama scultoreo italiano dell’800, nati in Valganna.

L’ambizioso progetto del maestro varesino scomparso nel 2011, dopo una vita dedicata all’arte e all’insegnamento della pittura, ha coinvolto 16 artisti invitati a creare pannelli dipinti e affrescati che sono poi stati collocati sui muri delle case al fine di tramandare, in una sorta di “racconto a percorso”, le tradizioni e gli antichi mestieri della vita rurale del luogo. Nel corso degli anni Boarezzo si è arricchito di altri dipinti, diventando a tutti gli effetti un borgo d’artista.

Storia e leggende di Boarezzo

Leggende e storie tramandate oralmente fanno risalire le origini del borgo intorno al XII secolo, narrando la presenza della famiglia Chini, proveniente da Arezzo, insediatasi per prima a Boarezzo, presumibilmente per rifornirsi di legname per la produzione del carbone di legna, di cui questa zona era ricca. Questo era in seguito trasportato a Milano per mezzo di buoi. Da qui, secondo la credenza popolare, l’origine del nome del paese, che deriverebbe dall’espressione corrente “I buoi di quelli di Arezzo”, trasformatasi nel tempo in Boarezzo.

Per l’aria buona del monte Piambello, questi luoghi vennero scelti come sede del Villaggio alpino del Touring Club Italiano (all’epoca “Consociazione Turistica Italiana”), nato alla fine della prima guerra mondiale per ospitare bambini orfani di guerra, bisognosi o figli di combattenti. Negli anni successivi, il borgo è diventato una meta di villeggiatura rinomata in special modo per i milanesi.​

Tra arte, poesia e boschi incantati

Oltre ai murales, ad accogliere i visitatori nella frazione di Boarezzo è una poesia di Paolo Rattazzi, composta nel dialetto locale insieme a una veduta pittorica rappresentante uno scorcio del paese, con in primo piano una gerla rovesciata e un rastrello, a simboleggiare la fine della civiltà contadina. A questa prima opera seguono altre rappresentazioni firmate da prestigiosi autori.

Quello che colpisce di questo piccolo borgo ottimamente conservato, è il modo in cui sia stato trasformato in un vero simbolo di recupero nell’arte, grazie a un progetto che ha saputo fare di una piccola frazione abbandonata un centro turistico apprezzato in tutto il Varesotto e un gioiello imperdibile durante un viaggio alla scoperta dei luoghi più autentici della Lombardia.

Anche i boschi che circondano Boarezzo regalano un viaggio nell’arte, con i racconti del passato che prendono vita in suggestive sculture in legno, realizzate da Lorenzo Piran e Antonio Coletta che si divertono scolpire pezzi di legno in forme zoomorfe, facendo rivivere con le loro creature un passato non molto lontano.

Categorie
Idee di Viaggio itinerari culturali Viaggi

Nancy, alla scoperta della città francese capolavoro dell’Art Nouveau

La Francia, il simbolo dell’amore e del romanticismo, è un luogo magico che affascina e ispira i visitatori provenienti da tutto il mondo. Celebre per essere la culla dell’arte e della cultura, custodisce numerose città colme di storia e fascino che catturano i turisti con il loro irresistibile charme e la loro architettura sontuosa.

Tra queste spicca Nancy, un’incantevole cittadina situata nella regione della Lorena. Definita la capitale dell’Art Nouveau, è un vero scrigno di tesori artistici. Potrai lasciarti trasportare dai suoi quartieri storici ben conservati, le piazze opulente e le gallerie che custodiscono opere uniche di diverse epoche.

Riconosciuta come una delle città francesi più classiche ed eleganti, saprà conquistarti con la sua bellezza senza tempo.

Nancy, il simbolo dell’eleganza francese

Arc Héré Place Stanislas

Fonte: iStock

Arc Héré Place Stanislas, Nancy, Francia

Nancy, situata nel nord-est della Francia, è una città che merita di essere esplorata. La sua storia si riflette negli splendidi capolavori architettonici che punteggiano il panorama, mentre la vicinanza al confine con la Germania ha determinato una miscela unica di influenze culturali che la rendono una destinazione particolarmente affascinante.

Inoltre, offre una vasta gamma di esperienze uniche, tra cui musei affascinanti, gallerie d’arte eccezionali, negozi di antiquariato e ristoranti che deliziano con la cucina locale. Uno dei luoghi imperdibili è la Place Stanislas, molto amata dai francesi e riconosciuta come Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Fu costruita nel XVIII secolo per omaggiare il Re Luigi XV ed è oggi considerata una delle piazze più belle del mondo.

Tra le caratteristiche distintive di questa cittadina brillano le sue splendide ville Art Nouveau, dimore innovative e stravaganti dallo stile floreale. Tra queste vi consigliamo di visitare la Villa Majorelle, una delle più affascinanti e imponente testimonianze di questo stile artistico.

Dopo un importante processo di restauro durato diversi anni, è stata riaperta al pubblico nel 2020. I lavori hanno permesso di riportare alla luce e valorizzare le caratteristiche originali dell’edificio, tra cui le vetrate colorate, le decorazioni in ferro battuto e i dettagli floreali in ceramica.

Per gli amanti dello shopping, il centro storico di Nancy è un vero paradiso, ricco di boutique caratteristiche, gallerie d’arte e grandi centri commerciali che soddisferanno ogni desiderio. Mentre, una passeggiata romantica lungo il canale ti farà apprezzare ancora di più la bellezza della città.

I dintorni di Nancy, tra parchi naturali e percorsi scenografici

Questa splendida cittadina francese non è rinomata solo per la sua storia e l’architettura suggestiva, ma anche per i suoi incantevoli percorsi naturali. Esplorare questi sentieri offre un’esperienza unica per immergersi nella bellezza selvaggia che la circonda.

Uno dei percorsi più popolari è il Plateau de Haye et Bois l’Évêque, una riserva naturale in cui potrai esplorare itinerari incantevoli che ti porteranno tra foreste lussureggianti, vasti prati fioriti e panorami mozzafiato.

Un altro luogo imperdibile che merita di essere visitato è il Parco Naturale Regionale. Qui potrai dedicarti a diverse attività come passeggiate, ciclismo e birdwatching. Il parco è conosciuto per la sua straordinaria biodiversità e le maestose foreste di querce e faggi.

Infine, per gli amanti del brivido e dell’adrenalina, una tappa obbligata è la Route des Cretes un percorso affascinante che si snoda attraverso le splendide montagne dei Vosgi. Percorrendolo potrai ammirare panorami unici tra riserve naturali, foreste rigogliose, castelli storici e pittoreschi villaggi di montagna.

Nancy in Francia

Fonte: iStock

Nancy, Francia