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Lunigiana, terra di arte e di cultura tutta da scoprire

Terra di passaggi e di confine, di natura, borghi, castelli e tradizioni antichissime. La Lunigiana è la splendida regione storica situata tra la Toscana settentrionale e la Liguria di Levante, che racchiude tanti mondi e realtà tutte da scoprire. Ed è proprio per valorizzare la magia di questi luoghi che è nato il “Lunigiana Land Art”, un progetto culturale che ha l’obiettivo di porsi come occasione d’incontro tra territorio, arte e cultura, con visite guidate, laboratori per bambini, workshop e residenze con artisti di primo piano. Ecco gli eventi più imperdibili.

Alla scoperta del volto più bello della Lunigiana

Vincitore del bando “Borghi in Festival”, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea e dalla Direzione Generale Turismo del Ministero per i beni e le attività culturali, il Lunigiana Land Art coinvolge 12 Comuni, con un ricco calendario di iniziative che portano a scoprire e riscoprire in un modo unico questo bellissimo territorio a cavallo di tre regioni.

In particolare, maggio e giugno in Lunigiana offrono fine settimana intensi, con performance, concerti, workshop con artisti internazionali, attività con i bambini e trekking. La proposta è davvero ricca e spazia dall’arte allo sport, fino alle visite guidate nei luoghi meno noti. E naturalmente, ci sarà tanta buona cucina e paesaggi magnetici, intessuti di architetture medievali e boschi ancora intatti.

L’arte svolge il ruolo di protagonista, visto che tutto il progetto nasce dall’evento cardine della residenza di sei artisti in sei comuni dell’area, i quali, durante la loro permanenza, incontrano pubblico e abitanti in varie occasioni, fino al weekend conclusivo dal 30 giugno al 3 luglio, quando sarà possibile ammirare tutte le opere da loro realizzate.

In programma ci sono anche le arti performative, come gli appuntamenti di sabato 11 giugno e domenica 12 giugno con “Alberi maestri”, una intensa occasione di incontro con il mondo vegetale, guidata da un performer attraverso un’esperienza sonora, poetica e visiva.

Lunigiana terra arte cultura scoprire

Il rinomato borgo di Pontremoli

In Lunigiana in famiglia, tra archeologia e visite guidate

Anche le famiglie possono contare su un’ampia scelta di appuntamenti dedicati ai più piccoli, tra letture animate e laboratori che coinvolgeranno i bambini nello sperimentare e realizzare piccoli oggetti ispirati alle storie inedite o locali legate a leggende e tradizioni della Lunigiana.

Tra gli appuntamenti, il “Filattiera4Kids”, in programma il 12 giugno, una giornata dedicata ad attività di didattica archeologica nell’area di Sorano, sito dalla storia millenaria, come testimoniano i reperti ritrovati durante gli scavi archeologici. I bambini si immergeranno nella storia e saranno guidati durante la visita della Pieve romanica, si cimenteranno nel lavoro dell’archeologo in uno scavo didattico a grandezza naturale riportando alla luce i reperti, e infine lavoreranno la creta realizzando le celebri Statue Stele ritrovate nell’area.

E naturalmente non mancano le visite guidate, organizzate dalla cooperativa Sigeric, che portano alla scoperta dei segreti di questa suggestiva terra di confine. Ogni sabato e domenica, sarà possibile ammirare le bellezze di paesi e pievi della zona da Virgoletta a Fosdinovo, con il suo celebre Castello,  da Pontremoli, con la curiosa leggenda del Lupo Mannaro, a Mulazzo, con escursioni che portano alla scoperta di borghi ricchi di suggestioni e tesori da esplorare, passando per strade e sentieri che attraversano boschi e prati e centri storici senza tempo, portando alla scoperta di chiese e monumenti, e antiche tradizioni locali. Da non perdere anche i percorsi per i visitatori più sportivi, come il trekking nell’alta Lunigiana o il bike tour nella valle dell’Osca.

Se invece amate la musica, domenica 12 giugno al Castello Malaspina di Terrarossa si terrà un concerto jazz con i Chromakeys, quartetto di musicisti che si sono esibiti con artisti del calibro di Bublè, Dalla, Concato, Enrico Rava, Fresu. Per il programma completo, vi rimandiamo al sito dell’evento.

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Il suggestivo Castello di Fosdinovo, nel cuore della Lunigiana

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Puoi vivere la tua favola entrando in questo museo

E se ci fosse un modo per allontanarsi dalla realtà, per entrare in un mondo parallelo e incantato, fatto di sogni e magia, anche solo per un istante, o per una giornata? In molti potranno pensare che ormai è finito il tempo delle fiabe, dei lieto fine e di tutto ciò che riguarda il mondo della fantasia e dell’immaginazione. Ma se non fosse così? Se vi dicessimo oggi tutti abbiamo la possibilità di diventare i protagonisti di una favola?

No, non siamo impazziti! Vi stiamo solo raccontando l’esperienza reale e magica che si può vivere all’interno del museo dedicato a Hans Christian Andersen, lo scrittore danese che ha trasformato in realtà in nostri sogni.

Quello che ha creato nuovi mondi, come quello della Sirenetta, del Brutto Anatroccolo e dalla Regina delle Nevi, quello a cui è dedicato il museo europeo all’interno del quale vige solo una regola: perdersi e immergersi tra le fiabe.

Hans Christian Andersen Hus

Hans Christian Andersen Hus

Hans Christian Andersen Hus

Quando venne confermata la notizia dell’apertura del nuovo Hans Christian Andersen Hus il mondo intero era in visibilio. Erano bastate due o tre foto di anteprima per comprendere che proprio all’interno dell’edificio danese si sarebbe potuta vivere una delle esperienze più incredibili della nostra vita. E ora, a distanza di tempo dall’inaugurazione, possiamo confermarvi che è così.

Ci troviamo a Odense, la città in Danimarca che ha dato i natali al celebre scrittore. E non è a lui che è dedicato questo grandissimo e strabiliante museo, ma alle sue fiabe che qui prendono vita attraverso esperienze immersive e uniche.

Nuovi mondi surreali si palesano davanti agli occhi dei visitatori che qui sono invitati a vivere nuove avventure sensoriali, a perdersi e immergersi in questi universi surreali e fiabeschi che pensavamo esistessero solo nella nostra immaginazione.

L’edificio che ospita l’Hans Christian Andersen Hus si muove sinuoso, imponente e meraviglioso, una struttura al di fuori dell’ordinario che di per sé è già una fiaba. A realizzarla è stato l’architetto giapponese Kengo Kuma che ha interpretato i sogni fanciulleschi realizzando un museo che si snoda per quasi 6000 metri quadrati nel centro storico di Odense.

L’edificio si presenta con tre grandi cilindri che ospitano il museo, un centro culturale dedicato ai bambini, e non solo, e un ristorante. Tre strutture collegate da un tunnel sotterraneo e da magici giardini che si snodano davanti agli occhi dei visitatori.

Hans Christian Andersen Hus

Hans Christian Andersen Hus

Il museo dove prendono vita le fiabe

Si entra al museo attraversando un piccolo cottage dal colore giallo, è la casa che un tempo era appartenuta ad Andersen e ch e si trova proprio nel centro storico di Odense. È qui, dove lo scrittore ha creato le sue più iconiche fiabe, che la magia ha inizio. Da questo piccolo microcosmo favolistico si arriva ad un universo che diventa sempre più grande, immersivo, meraviglioso.

Una volta entrati nel museo l’esperienza è incredibile. Architetture, suoni, luci e installazioni inebriano i sensi, li stordiscono e trasportano i visitatori in mondi paralleli che avevamo visto solo nelle favole più belle e mai dimenticate, e che ora sono reali.

Grazie alle tecnologie più innovative è possibile entrare nella mente visionaria dello scrittore e poi nelle sue opere, diventando i protagonisti di queste, facendo un viaggio straordinario tra le favole della nostra infanzia. Ma non vogliamo svelarvi di più perché la magia non si può raccontare, ma solo vivere.

Hans Christian Andersen Hus

Hans Christian Andersen Hus

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L’Itinerario della Bellezza, pura poesia

In Italia esiste un itinerario che, dalle colline al mare, segue tutte le meraviglie della Provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche. Comuni che tra di loro condividono un ambiente incontaminato costellato da ricchezze rinascimentali che arrivano persino ad affacciarsi sulla Costa Adriatica, oppure a farsi spazio tra i sinuosi profili degli Appennini. Un percorso da fiaba, quindi, che prende il nome di Itinerario della Bellezza.

I 5 anni dell’Itinerario della Bellezza

Quest’anno il magnifico Itinerario delle Bellezza compie 5 anni e, ai 13 comuni già presenti, se ne sono aggiunti 3 altrettanto spettacolari. Parliamo di incantevole località come: Apecchio, Cagli, Cantiano, Colli al Metauro, Fano, Fossombrone, Gabicce Mare, Gradara, Mondavio, Pergola, Pesaro, San Lorenzo in Campo, Sassocorvaro Auditore, Tavullia, Terre Roveresche e Urbino.

L’obiettivo di questo progetto sempre in crescita è quello di promuovere e valorizzare il grande “patrimonio di bellezza” che accomuna queste località delle Marche.

Del resto è comprensibile: l’Itinerario della Bellezza spazia dalle montagne alle dolci colline digradanti verso il mare, tra borghi storici, rocche e castelli, palazzi, chiese e gli eremi del “silenzio e della fede”. Una zona del nostro Paese che custodisce un ricco patrimonio artistico e culturale espressione di “giganti” quali Raffaello e Rossini; l’eredità straordinaria della “romanità” che ha nella “consolare Flaminia” in Vitruvio e nei Bronzi dorati di Pergola gli elementi di maggior impatto storico-emozionale; il fascino immortale del Rinascimento che ebbe una delle sue capitali a Urbino.

Urbino marche

La meravigliosa Urbino

Ma non solo. L’Itinerario della Bellezza è anche il racconto della “bellezza” e della qualità del  patrimonio eno-gastronomico caratterizzato da 3 vini DOC, 3 alimenti DOP, in una provincia leader nel mondo per i prodotti bio e per il “tartufo tutto l’anno”. Senza dimenticare che questo è anche un territorio per gran parte incontaminato che alle splendide spiagge e coste del mare Adriatico lega il verde delle colline e la visione straordinaria delle montagne.

Itinerario delle Bellezza, cosa non perdere

Colli al Metauro è un comune nato nel 2017, un meraviglioso territorio che si trova tra le vette della Gola del Furlo e il mare cristallino delle Marche. Bellissimo anche Mondavio, uno dei Borghi più belli d’Italia. Basti pensare che il centro storico è racchiuso da una possente (e ben mantenuta) cinta muraria.

Non da meno è Pergola che sorge nel cuore della Valle del Cesano. Uno piccolo scrigno di tesori conosciuto anche come la “Città del Tartufo tutto l’anno”. Questo, infatti, viene celebrato con due manifestazioni: la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato, a ottobre, e ‘AmiAmo il Tartufo’, dedicata al tartufo nero estivo.

Mondavio marche

Mondavio, meraviglia delle Marche

Straordinaria anche Sant’Angelo in Vado che sorge sulle rovine dell’antica Tiphernum Metaurense. Così come Gradara, la città di Paolo e Francesca cantati da Dante nella “Divina commedia”.

Poi Apecchio, il centro di un ampio territorio che si estende per 103 km2, comprendendo anche la cima del Monte Nerone (m.1526).

Non possono di certo mancare Pesaro, la Città della Musica e della Bicicletta, e Urbino, una città dove la matematica e la geometrica si sposano con la bellezza, ma anche il luogo dei saperi e della spiritualità.

Insomma, percorrere l’Itinerario della Bellezza, in auto, moto o bicicletta nei tanti sentieri e ciclovie, è un’esperienza unica, da vivere almeno una volta nella vita.

Sant’Angelo in Vado itinerario della bellezza

La spettacolare Sant’Angelo in Vado

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Scoperta in Italia una nuova necropoli

Gli scavi archeologici hanno portato alla luce antiche testimonianze che coprirebbero due secoli di storia. Si tratta di 17 sepolture riconducibili tra I secolo a.C. e V secolo d.C. che la Soprintendenza ha inserito in un contesto ancora poco esplorato, se non addirittura completamente sconosciuto. Una necropoli dal grande valore storico che ora sarà oggetto di studi approfonditi.

A Pomezia scoperta una necropoli romana

Siamo a Pomezia, nel territorio dell’Agro Romano a sud di Roma, circondata dai Castelli romani. Qui, durante i lavori in un cantiere sul cavalcavia della linea Roma-Formia, è emersa una necropoli romana. Un sito archeologico sino ad ora ignoto ed inatteso, che si va ad aggiungere a quelli già presenti e riconosciuti del territorio, come l’antico sito di Lavinium (nella foto sotto) ritrovato a seguito di una campagna archeologica condotta dall’Università Sapienza di Roma a partire dal 1957, quando sono emersi la tomba di Enea, le mura e una porta della città, le Terme, ed un deposito votivo dedicato a Minerva. Lavinium, a sud di Roma, fu considerata la città fondata da Enea e dagli esuli troiani. Le nuove scoperte, come è intenzione dell’amministrazione della città di Pomezia, dovrebbero confluire proprio nel Museo civico archeologico Lavinium, per poter essere completamente fruibile dai turisti.

Gli scavi e le indagini archeologiche

La sensazionale scoperta archeologica è avvenuta tra gennaio e febbraio scorso, durante alcuni lavori sul cavalcavia della linea ferroviaria Roma-Formia. La Soprintendenza chiamata come ente ufficiale nella valutazione dei reperti venuti alla luce, ha specificato che il nuovo sito appartiene “a un contesto finora completamente ignoto”, databile tra il I secolo avanti Cristo e il V dopo Cristo.

Le indagini da parte di archeologi e operai della società Eos Arc, sotto la direzione scientifica della funzionaria archeologa Francesca Licordari, sono immediatamente partite. Come primo step è stato analizzato stratigraficamente un intero appezzamento, il più ricco di reperti. SI tratta di un’area particolarmente grande ed estesa, in cui sono emersi gli elementi più antichi emersi sino a questo momento. Con tutta probabilità, quel luogo potrebbe riservare ulteriori sorprese. Ad oggi sono riemerse un asse viario su cui sono ancora ben visibili i solchi carrai diverse strutture murarie, che potrebbero probabilmente far parte di una antichissima villa rustica.

Il tesoro di Pomezia: diciassette tombe e un anello antico

Il patrimonio archeologico italiano, immenso e di grande valore storico culturale, si arricchisce ulteriormente con la recente scoperta di Pomezia. Questo sito a sud della capitale, sino ad ora sconosciuto, è composto da 17 sepolture: tombe differenti sia per tipologia che per dimensioni,  che sono state realizzate tra il III e il V secolo dopo Cristo. Ciò che è certo è che in queste sepolture venne tumulato almeno un defunto di fede cristiana, come testimoniato dal ritrovamento di un anello con cristogramma chiaro simbolo cristiano. L’area, tuttavia, potrebbe celare ulteriori necropoli o testimonianze secolari di grande rilievo: gli scavi hanno interessato soltanto una piccola parte della zona, quindi si tratta di un territorio esplorato soltanto in parzialmente, in cui potrebbero venire alla luce nuovi tesori nascosti per secoli.

sito archeologico Lavinio

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Croazia Europa itinerari culturali litorali mare Viaggi Wanderlust

Ogni anno in Croazia appaiono meravigliose opere d’arte sulla sabbia

Sappiamo bene che un viaggio in Croazia può trasformarsi in un’esperienza memorabile, perché la terra del mare, della natura lussureggiante, delle cascate straordinarie e dei muretti a secco sa stupire, e lo fa con le sue architetture meravigliose, con i borghi e con quegli scorci che si aprono davanti agli occhi di guarda per incantare.

Ma un viaggio nel Paese bagnato dal mare Adriatico da una parte, e attraversato dalle Alpi Dinariche dall’altra, può incantare in nuovi e inediti modi. Una semplice passeggiata in spiaggia, per esempio, ci trasforma negli inconsapevoli protagonisti di una grandiosa opera di land art che porta la firma di Nikola Faller.

È lui che può rendere il nostro viaggio ancora più spettacolare. È sempre lui che con i suoi capolavori d’arte, effimeri e transitori, ci permette di osservare la grande bellezza del territorio da un altro punto di vista e di immortalarla attraverso istantanee uniche. Ecco dove e quando ammirare le opere di land art di Nikola Faller.

ikola Faller disegna spettacolari geometrie sulla spiaggia del fiume Drava

ikola Faller disegna spettacolari geometrie sulla spiaggia del fiume Drava

Da Opuzen al resto del Paese

Di Nikola Faller, l’artista croato che crea opere d’arte di land art mutevoli ed effimere da 7 anni, se ne parla già da un po’. Nel 2019, infatti, è stato lui a realizzare spettacolari disegni geometrici lungo gli infiniti banchi di sabbia situati alla foce del fiume Neretva.

In quel caso l’appuntamento era imperdibile: l’artista croato aveva realizzato quelle opere di land art per lo Zen OpuZen Art Festival, una manifestazione che mette in scena sculture, graffiti e performance di strada e che si tiene ogni anno a Opuzen, con l’obiettivo di valorizzare le meraviglie naturali del territorio che gli ha dato i natali.

Eppure da 7 anni a questa parte, di creare opere d’arte mutevoli e destinate a stupire, Nikola Faller non ha mai smesso. Ed ecco che un viaggio in Croazia, che di per sé è già un sogno che si avvera, si trasforma improvvisamente in un’esperienza immersiva in questi capolavori artistici che celebrano il connubio tra uomo e natura, che valorizzano le bellezza di questa terra attraverso il prezioso strumento dell’arte.

ikola Faller disegna spettacolari geometrie sulla spiaggia del fiume Drava

ikola Faller disegna spettacolari geometrie sulla spiaggia del fiume Drava

Dove vedere le opere di land art di Nikola Faller

In autunno sono le foglie a trasformarsi nei preziosi strumenti che danno vita a spettacoli meravigliosi all’interno di parchi e giardini in Croazia. Durante il resto dell’anno, invece, le spiagge vuote e meno affollate diventano i palcoscenici di grandiose opere d’arte che danno il meglio di sé con la vista dall’alto.

Quando e dove vedere le opere di land art di Nikola Faller è un po’ un mistero che fa parte dell’effetto sorpresa che si prova quando ci si ritrova davanti a un suo disegno. Come se si trattasse di una caccia al tesoro, le opere appaiono e scompaiono da una parte all’altra del Paese.

Se siamo fortunati, anche una semplice passeggiata sulle spiagge del Paese potrà condurci davanti a questa meraviglia, magari appena realizzata oppure già modificata dal vento e dall’acqua.

Quello che possiamo dirvi con certezza, invece, è che Nikola Faller è già stato sui banchi di sabbia della foce del fiume Neretva, sulla spiaggia del fiume Drava a Osijek e sulla Riviera Ušće Neretve . Qui sono apparsi disegni geometrici e perfetti che ricordano gli studi di Leonardo da Vinci e questo non è un caso. L’artista croato, infatti, indaga attraverso la sua arte il rapporto che esiste tra matematica e natura.

Il risultato è unico, straordinario e lascia senza fiato: opere d’arte transitorie si palesano con una perfezione simmetrica che lascia sbalorditi. E sono bellissime.

ikola Faller disegna spettacolari geometrie sulla spiaggia del fiume Drava

ikola Faller disegna spettacolari geometrie sulla spiaggia del fiume Drava

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È la Capitale Europea della Cultura 2022, ed è splendida

È una destinazione ancora poco conosciuta ma che sa riservare tante sorprese. Basti pensare che si è aggiudicata il titolo di Capitale Europea della Cultura 2022. Una meta perfetta per chi è alla ricerca di luoghi finora poco battuti e perciò ancora preservati dal turismo di massa, ricchi di arte, storia e tradizioni affascinanti. Quest’anno potrebbe essere quello giusto per visitarla, considerando i tanti eventi che si terranno in questa splendida città. Scopriamola insieme.

Un tuffo nell’arte della Capitale Europea della Cultura 2022

È la seconda città più grande della Lituania ed è stata nominata Capitale Europea della Cultura 2022, insieme alla serba Novi Sad e a Esch-sur-Alzette in Lussemburgo. Parliamo di Kaunas, una destinazione fatta per vagare senza fine, che trae il suo fascino proprio dalle sue strade che costituiscono una vista emozionante per gli amanti d’arte.

La città ruota attorno allo stile Art Déco, e l’architettura modernista tipica del periodo tra le due guerre ha permeato edifici, musei, hotel, così come i siti residenziali e industriali. Pensate che ben 44 oggetti in stile modernista sono elencati come Patrimonio Europeo. Le testimonianze più importanti dell’architettura modernista interbellica si trovano nel Palazzo delle Poste Centrali di Kaunas, nel Museo della Guerra Vytautas Magnus, nel Cinema Romuva e nella Funicolare Aleksotas, una delle più antiche funivie d’Europa.

Imperdibile anche una visita all’Art Deco Museum, che offre un’esperienza unica per immergersi nella splendida architettura locale, nelle storie del periodo che l’ha influenzata e nell’autentico arredamento Art Déco e Bauhaus. La bellezza di questa città del design di fondazione trecentesca non si esaurisce, però, solo nei suoi gioielli architettonici: le strade di Kaunas sono, infatti, un tripudio di giganteschi graffiti che trasformano angoli e scorci in una fantastica galleria d’arte a cielo aperto. Questo è senza dubbio un luogo che saprà incantarvi a ogni passo.

Cosa fare e vedere a Kaunas questa primavera

Il clima mite della primavera e l’abbondanza di eventi culturali, fanno di Kaunas e della Lituania una destinazione allettante per un city break. Quest’anno, la città offre oltre mille eventi, mostre di artisti di fama mondiale e uno spazio culturale dedicato agli artisti ucraini.

Coloro che amano l’arte, potranno ammirare fino a settembre 2022 la mostra “The Learning Garden of Freedom” della celebre Yoko Ono, fatta di arte concettuale, installazioni legate al concetto di spazio, film sperimentali e performance art. Fino a luglio, invece, Marina Abramović, ospiterà la sua mostra personale “Memory of Being” basata sulla sua serie “The Cleaner”.

Uno dei principali eventi nell’agenda culturale primaverile di Kaunas è “The Confluence”, la seconda parte della trilogia del Mito Contemporaneo di Kaunas, che riunisce tutti gli eventi culturali del 2022, tra festival, concerti, mostre e iniziative. La kermesse, prevista per maggio, avrà luogo dove confluiscono i due più grandi fiumi lituani, Neris e Nemunas, che caratterizzano la città, proprio per questo definita spesso “culla”. Da qui l’idea di offrire uno spettacolo acquatico, di acrobati, artisti circensi, tour musicali sul fiume e un progetto innovativo di design ambientale.

In sostegno all’Ucraina colpita dalla guerra è stato, inoltre, aperto in questa splendida Capitale Europea della Cultura 2022 uno spazio culturale-creativo nel Palazzo delle Poste Centrale, uno dei simboli lituani più legato al periodo tra le due guerre mondiali.

Capitale Europea Cultura 2022 splendida

Splendida veduta del centro storico di Kaunas

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A primavera questa città si riempie di fiori (ed è una meraviglia)

Con l’arrivo della primavera e l’allungarsi delle giornate, Bolzano si veste di una nuova luce che ne svela un volto inedito. Tutt’intorno è una vera e propria esplosione di colori e di profumi che trasforma ogni angolo del capoluogo altoatesino in una suggestiva opera d’arte. Tanti sono gli appuntamenti che invitano a visitare la città e a lasciarsi conquistare dal suo fascino naturale. Ecco alcuni dei più imperdibili.

Gli eventi di primavera a Bolzano

In questo periodo dell’anno, sono tanti gli eventi che permettono di ammirare il capoluogo altoatesino in tutto il suo splendore. Chi è in visita a Bolzano durante le festività pasquali, troverà fino al 18 aprile, in Piazza Walther, il Mercatino di Pasqua, appuntamento tradizionale che vede una ventina di espositori proporre prelibatezze altoatesine, prodotti dal maso, giochi per bambini e artigianato artistico tipico delle festività pasquali.

In primavera inizia, inoltre, il fitto programma di visite guidate, per andare alla scoperta delle principali attrazioni storico-artistiche ed esplorare i meravigliosi angoli nascosti della città, porta fiorita delle Dolomiti. Tra gli appuntamenti imperdibili, la seconda edizione di “Bolzano In Fiore Arte/Kunstgarten Bozen”, una rassegna che per 10 giorni – dal 22 aprile al 1° maggio – invita a riscoprire gli angoli più belli del capoluogo altoatesino attraverso suggestivi percorsi tra natura e arte, cultura e tradizione.

In diversi luoghi della città alcune installazioni d’arte contemporanea, create sotto la regia di RespirArt, e suggestive decorazioni di piante e fiori creeranno oasi originali e variopinte mentre su quattro palchi – Piazza Walther, piazza della Mostra, Parco dei Cappuccini e Parco delle Semirurali – per tutta la durata del festival si susseguiranno spettacoli di danza, musica e teatro organizzati in collaborazione con le più importanti istituzioni culturali di Bolzano.

L’ultimo fine settimana, i riflettori saranno puntati sulla tradizionale “Festa dei Fiori” in Piazza Walther, kermesse storica che quest’anno compie 131 anni, che trasforma il salotto buono della città in un immenso orto botanico dai mille colori, coinvolgendo numerosi floricoltori che, oltre ad esporre bellissimi fiori e piante ornamentali, sono a disposizione di tutti i visitatori per consigli su come curare il proprio giardino o balcone.

Durante tutto il periodo del festival non mancheranno incontri con gli esperti e laboratori, e tanti appuntamenti anche per i più piccoli, tra cui l’orto didattico Slow Food, il laboratorio su api e miele e lo stand informativo dei Giovani Floricoltori, dove ogni bambino potrà imparare a piantare una piantina. I fiori saranno al centro anche della scena culinaria, con le settimane gastronomiche “Food&Flower”, durante le quali i ristoranti aderenti all’iniziativa proporranno deliziosi piatti gourmet creati utilizzando erbe aromatiche fresche e fiori commestibili.

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La Festa dei Fiori a Bolzano

Alla scoperta dei castelli di Bolzano

Lungo circa 20 km, il Castelronda è un itinerario storico e panoramico senza uguali che passa da Bolzano, San Genesio e Terlano, regalando lungo il percorso un’impagabile vista sui castelli e sulla natura che abbraccia la città e i suoi dintorni.

Per non perdere l’occasione di un tuffo nel passato di Bolzano, dal 4 al 6 giugno l’appuntamento è con il tradizionale “Castelronda, tre giorni nei castelli”, con un ricco programma di eventi per rivivere le atmosfere medioevali. Gruppi altoatesini e provenienti dal resto d’Italia e dall’estero accoglieranno i visitatori in costumi d’epoca e proporranno diverse attività: dai duelli tra cavalieri all’artigianato d’altri tempi, dagli spettacoli col fuoco a quelli dei giullari, dal tradizionale mercato all’investitura dei cavalieri. Da non perdere, infine, le visite guidate per scoprire segreti e curiosità, e gli appuntamenti musicali che contribuiranno a rievocare suggestioni del tempo che fu.

Castel Flavon

Il suggestivo Castel Flavon (in tedesco Haselburg)

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Scilla e Cariddi: la leggenda senza tempo sospesa tra le due sponde

Passano i secoli ma la leggenda di Scilla e Cariddi non smette di stuzzicare la fantasia degli appassionati di mitologia antica. Una storia costellata di passione, amori non corrisposti, sete di vendetta e un finale drammatico. Ma non importa, le gesta mitologiche delle creature che abitano lo stretto Reggio- Messina è incredibile così. Due vicende che si intrecciano a causa del triste epilogo che le unisce e le rende celebri.

La leggenda di Scilla e Cariddi

Scilla, ninfa dalla bellezza sconvolgente, viene trasformata dalla maga Circe in un orrendo mostro ed infesta le acque dello Stretto insieme a Cariddi, devastante creatura marina creata da Zeus capace di ingoiare e rigettare l’acqua del mare causando mortali vortici. A spezzare la bellezza di Scilla è la gelosia di Circe con un sortilegio che dà vita ad uno dei miti che più alimentano il fascino e il mistero dello Stretto.

La vicenda di Scilla

La leggenda narra che vicino agli scogli di Zancle, Scilla incontrò Glauco, pescatore trasformato in una divinità marina per aver mangiato l’erba che ridava vita ai suoi pesci e poi istruito all’arte della profezia da Oceano e Teti. La ninfa, terrorizza dall’essere per metà umano e per metà pesce, scappò via, nonostante i tentativi di Glauco di spiegarle la sua vicenda.

la leggenda di scilla e cariddi

La baia di Scilla

La vendetta di Circe e la nascita del mito

In preda alla disperazione, Glauco si rivolse alla maga Circe, dea figlia di Elio e della ninfa Perseide, famosa per i suoi incantesimi in grado di cambiare le sembianze degli uomini. Egli desiderava un bell’aspetto per attrarre l’amata Scilla a sé. Ma l’unico risultato che Glauco ottenne fu quello di scatenare la gelosia della maga che tentò di sedurre l’uomo-pesce. Rifiutata da Glauco, Circe scatenò la sua furia su Scilla trasformandola in un feroce mostro munito di sei teste di cane latranti.

La punizione di Cariddi

Secondo la leggenda, in preda alla disperazione Scilla si rifugiò in una grotta sotto la Rocca dove sorge il Castello e che esiste ancora oggi. In prossimità di alcuni scogli, a pochi chilometri da Cariddi che abita la sponda Sicula. Prima di essere un mostro, Cariddi era una naiade, figlia di Poseidone e Gea, dedita alle rapine e famosa per la sua voracità. Un giorno rubò a Eracle i buoi di Gerione e ne mangiò alcuni. Così Zeus la fulminò, gettandola poi in mare, dove mutò in un gigantesco mostro marino spaventoso. Cariddi divenne così la creatura più temuta, infestando le acque della sponda messinese con la sua furia.

leggenda scilla cariddi

Lo stretto di Messina e gli scogli infestati da Scilla e Cariddi

La leggenda ha da sempre spaventato marinai i viaggiatori, rendendo lo stretto tra Reggio e Messina famoso in tutto il Mediterraneo. Visitando le località è possibile ammirare gli scogli e le grotte in cui si nascondono i mostri marini e apprezzare la magia e il brivido della leggenda. Ma non solo, in queste zone è possibile godere della vista di un mare stupendo e di un entroterra ricco di sorprese e bellezze da visitare. Non lasciatevi spaventare, godetevi la bellezza di questi posti incredibili diventati leggenda già nell’antichità.

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Il Palazzo situato a una delle maggiori altitudini del mondo

Nel cuore di Lhasa, la principale città del Tibet a 3650 metri di altitudine, svetta una delle meraviglie architettoniche dell’Oriente e simbolo del territorio: il Potala, maestoso Palazzo color bianco e ocra che lascia senza parole chiunque lo ammiri per la prima volta.

Le sue dimensioni imponenti, la struttura e l’altezza emanano un’aura quasi magica: nel corso dei secoli, è stato dimora dei Dalai Lama, sede del governo tibetano, un autentico microcosmo che ha sempre vissuto di vita propria.

Oggi i pellegrini posso accedervi il lunedì, il mercoledì e il venerdì attraversando la porta occidentale e percorrendo la strada principale che conduce alla cima della fortezza: al suo interno non è permesso scattare fotografie e ogni sala dispone di telecamere e rilevatori di movimento.

potala lhasa

Porta del Potala

Alla scoperta dei tre piani del Palazzo Rosso del Potala

Il piano terra

Al piano terra, la visita inizia con la Cappella del Nato Santo dove spiccano le statue degli otto Buddha della medicina, dei cinque Dalai Lama e dell’undicesimo, del Buddha Śākyamuni e di Guru Rinpoche, venerato come secondo Buddha.

Proseguendo lungo il corridoio, ecco la sala delle riunioni, la stanza più ampia del Potala: la impreziosiscono capitelli finemente scolpiti, quattro cappelle e il grande trono appartenuto al sesto Dalai Lama.

Nell’ala ovest della sala si trova la cappella delle tombe dei Dalai Lama, tra le principali attrattive del Palazzo: l’ambiente è dominato da uno stupa alto 12,6 metri e ricoperto da 3700 chili d’oro, affiancato da due stupa di dimensioni minori.
Altri otto stupa simboleggiano gli otto accadimenti principali nella vita di Buddha.

È poi il momento di visitare la cappella Rigsum Lhakhang, consacrata agli otto insegnanti indiani cui si deve l’introduzione in Tibet di riti e pratiche tantriche.

Infine, ultima cappella del piano terra è “lamrim“, ovvero sentiero graduale, termine che sta a indicare gli stadi progressivi lungo la via dell’illuminazione.

Il secondo piano

Salendo al secondo piano, si ammirano subito le prime tre sale comunicanti che custodiscono ben tremila statue cinesi.

Un piccolo corridoio porta alla Cappella di meditazione del re Songtsen Gampo e poi alla Mostra di Tesori del Potala, collezione dal grande valore con pezzi unici quali un Buddha in cristallo e un mandala tridimensionale con più di duecentomila perle.

La visita a questo piano si conclude con le tre affascinanti cappelle: la Cappella dei Nove Buddha della Longevità con pregevoli dipinti accanto alle finestre, la Cappella di Sakyamuni con il trono del settimo Dalai Lama e la biblioteca, e la Cappella Kalachakra con mandala di oltre sei metri di diametro e oltre 170 statue.

Il terzo piano

Dopo aver incontrato le tombe dell’ottavo e del nono Dalai Lama, al terzo piano di notevole interesse è la Cappella di Arya Lokeshvara, la più sacra e venerata dell’intero edificio.

Ma non è tutto.

Una galleria si affaccia poi sulla tomba del tredicesimo Dalai Lama e conduce alla Cappella della felicità immortale.

Concludono la visita la Cappella della vittoria sui tre mondi, con biblioteca, e la Cappella dei mandala tridimensionali che ospita incredibili mandala tridimensionali adornati di gemme preziose.

Il Palazzo Bianco, splendide vedute panoramiche

Il Palazzo Bianco è custode degli alloggi più riservati. La prima sala che si incontra dopo aver ammirato un panorama davvero suggestivo sulla città è quella del trono dove i Dalai Lama incontravano gli ospiti ufficiali: qui lo sguardo si posa su alcuni bellissimi dipinti murali.

Ecco poi la sala dei ricevimenti, con una raccolta di statue in bronzo e balcone panoramico, la camera della meditazione, con oggetti rituali dell’ultimo Dalai Lama, e infine la camera da letto del Dalai Lama dove sono raccolti alcuni suoi effetti personali.

Prima o dopo la visita al Potala, è stupendo concedersi una passeggiata rilassante lungo il viale delle ruote di preghiera dove sono numerose le bancarelle che vendono gli oggetti più disparati.

potala

Il maestoso Potala

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I 7 cammini della Toscana che attraversano la storia

Itinerari che attraversano città d’arte, piccoli borghi e meraviglie naturali alla scoperta del patrimonio paesaggistico ed architettonico di un’intera regione. In Toscana, infatti, è stato presentato l’Atlante dei Cammini toscani, realizzato da Toscana Promozione Turistica, presentato alla Bit – la Borsa internazionale del turismo di Milano. Sette percorsi per altrettanti cammini da percorrere per chi intraprende l’itinerario mosso dalla fede, o semplicemente per ammirare le bellezze che il territorio può offrire. Tutto in maniera green e slow.

L’Atlante dei sette cammini toscani

Turismo lento e sostenibile. Quello dei cammini è un settore di viaggio che sta vivendo una crescita esponenziale negli ultimi anni. Vie storiche, itinerari religiosi, sentieri alla scoperta di siti Unesco e bellezze artistico-culturali che arricchiranno il turista in cammino. L’Atlante dei cammini toscani descrive nel dettaglio i 7 grandi itinerari da percorrere in regione. Un totale di 1.369 km suddivisi in 72 tappe che attraversano ben 119 comuni, tra città e borghi, alcuni inseriti tra il circuito dei più belli d’Italia, 7 province e 20 distretti turistici.

Per ogni itinerario, il pellegrino o turista in cammino troverà informazioni precise su: tragitto, indicazioni geografiche, strutture ricettive e ospitalità, servizi, punti ristoro e, ovviamente, luoghi di interesse che meritano una sosta. Si camminerà sui passi appenninici delle Radici, della Cisa, dell’Alpe Serra e della Croce Arcana, tra i parchi delle Alpi Apuane e dell’Appennino Tosco Emiliano, toccando città d’arte simbolo della regione Toscana, come Siena, Firenze, Arezzo e Lucca, spesso snodi di scambio tra un cammino e l’altro.

Dalla via Francigena alla via di Francesco d’Assisi

Natura, itinerari spirituali, percorsi volti alla scoperta di meraviglie architettoniche. I sette cammini sul territorio toscano, che è possibile integrare tra loro, decidendo di percorrerne più di uno, anche in sequenza, sono:  Via Francigena,  Via Lauretana Toscana, Via Matildica del Volto Santo, Via Romea Germanica, Via Romea Strata, Via Romea Sanese,  Via di Francesco in Toscana.

Via Francigena: paesaggi e storia della Toscana

Lungo il tragitto religioso e culturale che collega Canterbury a Roma, storica direttrice percorsa ogni anno da migliaia di pellegrini e viaggiatori, ben 16 tappe sono in Toscana, che si attraversa per boschi, colline e borghi medievali.
Dal nord al sud della Toscana si scoprono incanti della natura, tradizioni, luoghi dell’arte e dell’enogastronomia locale. L’itinerario, forse tra i più noti dei cammini religiosi di tutta Europa, prende il via dalla Lunigiana, con Pontremoli, i suoi castelli e le sue pievi, per giungere a Pietrasanta e alla meravigliosa Lucca. Da qui si punta alle colline della Val d’Orcia, sino a San Gimignano, con le sue torri che svettano, il piccolo borgo di Monteriggioni, che precede l’entrata a Siena. Si scende sin verso il monte Amiata e si risale sino a Radicofani, ultima tappa del percorso.

Via di Francesco in Toscana: sulle orme di San Francesco

I luoghi legati alla vita di San Francesco d’Assisi in Toscana faranno da filo conduttore in questo cammino. Ne sono esempi la Basilica di Santa Croce di Firenze e il Santuario della Verna. L’itinerario attraversa la Valtiberina
Toscana, dove si incontrano gli eremi di Cerbaiolo e Montecasale e il castello di Montauto. Si raggiunge la tappa di Anghiari, poi si punta a sud verso il centro storico di Arezzo, dove si trova la Basilica di San Francesco. Attraverso la Valdichiana Aretina si prosegue fino a Cortona, dove San Francesco fondò il suggestivo Eremo Le Celle.

Via Lauretana Toscana: da Siena ai tesori etruschi di Cortona

Il territorio senese, in questo itinerario etrusco-romano, si connette alla Valdichiana. Il tragitto toscano è lungo ben 114,6 Km, da percorrere in 5 giorni: può essere intrapreso a Siena, in interscambio con la via Francigena, per arrivare a Cortona, attraverso territori di Asciano, Rapolano Terme, Sinalunga, Torrita di Siena, Montepulciano, in un susseguirsi di chiese, edicole mariane e meravigliosi borghi.

Via Romea Strata: dall’Appennino ai luoghi di Leonardo da Vinci.

In Toscana si trovano gli ultimi 108 km del percorso della via Romea Strata, un insieme di percorsi che si estendono su oltre 1400 km nell’Europa centro orientale, che conducono alla Francigena, da Polonia, Ungheria e Croazia, attraverso Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, e Veneto, dove si connette alla via Romea Nonantolana-Longobarda, che dall’Emilia Romagna entra in Toscana attraverso gli Appennini della Montagna Pistoiese. Dal borgo di Cutigliano si scende verso Pistoia per poi dirigersi verso il Montalbano e le terre di Leonardo da Vinci: Anchiano, Vinci e Cerreto Guidi. Ultima tappa a San Miniato.

Via Romea Germanica: dall’Appennino a Roma

In Toscana la Via Romea Germanica si sviluppa in 7 tappe. La Via Romea Germanica è il percorso che i pellegrini scandinavi e dell’Europa centrale facevano per raggiungere Roma. Il tratto toscano prende il via nella Valle del Casentino (AR) attraverso lo storico valico appenninico del Passo Serra, attraversa tutto il territorio Aretino
passando per Chitignano, Arezzo fino a Cortona.

Via Matildica del Volto Santo: dalla Garfagnana a Lucca.

L’ultima tappa di questo itinerario religioso che riserva continue sorprese è il Duomo di San Martino a Lucca, dove si trova la statua del “Cristo nero dei lucchesi”. Dall’Appennino toscano, la via Matildinica (che ha origine da Mantova) attraversa Garfagnana e la Media Valle del Serchio per poi giungere, infine, a Lucca, visitando splendide pievi e chiese, siti legati alla figura di Matilde di Canossa, vice regina d’Italia nel XI secolo.

Via Romea Sanese: tra i filari del Chianti dalla Firenze rinascimentale alla Siena medievale.

Pievi, badie e borghi medievali. Camminate tra i filari del Chianti che connettono due capitali della storia e della cultura: la rinascimentale Firenze e la medievale Siena. E’ forse meno nota dei percorsi sopra citati come la via Francigena e la via Lauretana, ma riserva incredibili meraviglie, già nelle tappe di partenza e arrivo. Il cammino, infatti, inizia da Firenze, e più precisamente da piazza della Santissima Annunziata. Le tappe intermedie, dove sostare per ammirare il patrimonio storico culturale di cui è ricco tutto il percorso sono: Sant’Andrea in Percussina, San Casciano in Val di Pesa, Badia a Passignano, San Donato in Poggio, Castellina in Chianti.  L’ultima tappa è la splendida Siena con la Basilica di San Francesco.

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