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Secondo il “Times” l’Italia è la migliore destinazione al mondo

Ancora una volta e per il sesto anno consecutivo, l’Italia è in testa tra le destinazioni migliori al Mondo. Vincitrice dei Times Awards 2022 come Best Destination Country e Best Hotel (con l’Hotel Feltrinelli sul Garda, assegnati proprio nel nostro Paese grazie alla collaborazione tra l’Agenzia Nazionale del Turismo e l’Apt Basilicata e PugliaPromozione.

Riconoscimenti prestigiosi ed esclusivi, che mettono in evidenza quanto il Belpaese sia amato da tutti. Non solo da chi lo abita ma anche e soprattutto all’estero. Da chi lo vive come meta della sue vacanze o viaggi di lavoro e che, stando al voto di circa mezzo milioni di lettori del Times, lo elegge a destinazione top in tutto il Mondo.

Un pubblico votante che secondo le statistiche è composto da persone e viaggiatori piuttosto esigenti in termini di qualità a 360° e servizi, e che amano spendere. Purché lo si faccia nel modo giusto e bene. E ovviamente nel posto giusto. Un posto come l’Italia. Aspetti rilevanti e che mettono ancora più in luce quanto il nostro Paese sia in grado di offrire, donando massima soddisfazione sotto ogni punto di vista anche i clienti più “severi”. Che non vivono la vacanza solo come uno stacco dalla quotidianità ma anche come occasione di immergersi in location da sogno, memorabili, uniche ed esclusive. Coccolati e viziati secondo ogni loro esigenza. E con la massima cura e attenzione.

Un appuntamento annuale tra i più importanti per il settore dei viaggi, svoltosi nella magnifica cornice di due regioni top della nostra penisola, l’amatissima Puglia e la splendida Basilicata. che si basa su una serie di votazioni fatte dai lettori delle riviste del gruppo editoriale News UK, di cui fanno parte The Times, appunto, The Sunday Times e The Sun.

E che punta a premiare i più importanti stakeholders nel mondo del turismo e le destinazioni turistiche ritenute d’eccellenza. Come Paese preferito, città preferita, miglior tour operator, migliore compagnia di crociere. E che da quest’anno ha voluto ampliare il suo range inserendo un premio anche per la sostenibilità e per la migliore destinazione emergente dell’anno. Mostrando particolare attenzione a un trend sempre più vivo e di importanza.

Un evento che ha accolto gli autori delle diverse testate interessate, insieme a esperti di viaggio e ai responsabili di organizzazioni del settore turistico con sede nel Regno Unito. Accompagnandoli in un mini viaggio alla scoperta di alcuni dei luoghi d’eccellenza che tanto hanno ammaliato il pubblico votante e hanno reso possibile la vincita di questo ambitissimo e meritatissimo premio.

Un tour tra le bellezze della Puglia e della Basilicata, tra gli imponenti siti patrimonio dell’UNESCO, tra la cultura, l’enogastronomia e la varietà architettonica e paesaggistica dei vari luoghi e delle città di Bari, il borgo di Alberobello, Locorotondo, Putignano e Matera (nella foto), località sede dell’evento.

Attestato di eccellenza e un motivo di vero orgoglio per il nostro Paese. Che spinge ancora di più a preservare le bellezze, la cultura, le tradizioni, la qualità dei servizi offerti e le unicità italiane, come vero punto di riferimento e meta d’ispirazione a livello mondiale.

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Musica, arte e cultura: i festival d’estate in Italia da non perdere

Meravigliosa è l’Italia, il Paese del sole, del mare e del buon cibo, la terra di santi, poeti e navigatori, ma anche di festival. Sono tantissime, infatti, le manifestazioni artistiche e culturali all’insegna dell’arte e della musica che si snoderanno lungo tutto lo stivale questa estate, eventi che hanno l’obiettivo di valorizzare la grande bellezza che appartiene al nostro Paese.

Grazie a un calendario ricco di appuntamenti che si terranno da nord a sud, sarà ancora più bello tornare a vivere gli spazi all’aria aperta. Restare in città, anche durante le giornate di caldo, sarà un modo per riscoprire le bellezze del nostro Paese e l’immenso patrimonio artistico e culturale che ci appartiene.

Da Nord a Sud, dicevamo, ci saranno rassegne, concerti ed eventi che riempiranno parchi e giardini, ville storiche, borghi, montagne e lungomare. E possiamo assicurarvi che questa che stiamo vivendo sarà un’estate straordinaria, all’insegna dell’arte, della cultura e della libertà. Un’estate meravigliosamente italiana.

L’estate dei grandi festival

Siamo da sempre abituati a vivere eventi e manifestazioni all’aria aperta, del resto il nostro Paese è uno dei maggiori organizzatori di festival in tutta Europa. Dopo due anni di veti e restrizioni, a causa dell’emergenza sanitaria, concerti, festival e rassegne sono tornati a intrattenere le serate della bella stagione con spettacoli all’aperto di vario genere che ci terranno compagnia fino alla fine dell’estate.

Carta e penna alla mano, gli eventi in programma sono davvero tantissimi, la vera difficoltà starà nel decidere a quali partecipare. Per aiutarvi in questa missione, però, abbiamo scelto di raggruppare quelli più imperdibili. Scopriamoli.

Valle d’Aosta, il Festival della natura

Il nome ufficiale è Gran Paradiso Film Festival, una rassegna incredibile e straordinaria che fa da sfondo all’incontro magico e incantato tra cinema e natura. Nella splendida cornice del Parco Nazionale del Gran Paradiso, il festival, giunto alla sua 25esima edizione, verrà inaugurato il 15 luglio dal principe Alberto II di Monaco al castello di Aymavilles.

Durante i giorni della manifestazione sarà possibile andare alla scoperta del cinema naturalistico circondati da uno dei patrimoni naturali più belli del nostro Paese.

I Suoni delle Dolomiti in Trentino

Tra gli eventi più imperdibili, affascinanti e suggestivi di questa estate troviamo I Suoni delle Dolomiti, uno degli eventi più attesi dai cittadini italiani e dai viaggiatori che giungono nel nostro Paese in questo periodo.

Le altissime vette del Tentino, già Patrimonio Mondiale dell’Unesco, si trasformano in un palcoscenico naturale e straordinario che ospita concerti di vari generi musicali, da quello classico al jazz passando per la global music.

Il concerto di inaugurazione, previsto il 22 agosto a Malga Tassulla in val Nana, sarò dedicato a Franco Battiato, ma sarà solo il primo di una lunga serie di rassegne musicali che hanno come obiettivo quello di vivere esperienze uniche immersi nella natura.  Non solo concerti, però, durante la manifestazione sarà possibile prendere parte a eventi collaterali dedicati alla natura e alla montagna.

Musica in Lombardia

Sono ancora i suoni a spingerci a viaggiare per l’Italia questa estate per vivere in prima persona tutta la magia dei festival della stagione. Ci spostiamo in Lombardia, a pochi chilometri dalla bellissima Milano. È a Cassano Magnago, in provincia di Varese, che si terrà la settima edizione del WOODOO FEST.

L’appuntamento è dal 20 al 24 luglio nei pressi dell’area feste del comune, in via Primo Maggio. Ad attendere gli ospiti ci saranno più di 20 artisti nazionali che dominano le scene rock e pop nel nostro Paese tra cui Zen Circus, Myss Keta e Ariete.

Sul Lago di Como, per il Festival più romantico d’Italia

Si tiene nella magica e suggestiva cornice del Lago di Como l’evento più romantico di sempre. Si tratta del Festival Musica sull’Acqua che accompagna cittadini e viaggiatori ogni estate. Con una serie di concerti di musica da camera tenuti da artisti di fama internazionale, questa rassegna propone un modo nuovo, inedito e intimo di vivere la natura.

Il Festival Musica sull’Acqua si terrà dal 3 al 27 luglio, sarà questa l’occasione perfetta per scoprire e riscoprire alcuni dei luoghi naturali più belli del nostro Paese accompagnati da dolci e delicate melodie.

Sotto il cielo di Ferrara ad ammirar le stelle

Ci spostiamo ora a Ferrara per un’altra manifestazione imperdibile per gli amanti della musica. Si tratta di Ferrara sotto le stelle, un festival ricco di appuntamenti musicali, gratuiti e a pagamento, che si terranno nella splendida cornice della nuova Darsena fluviale.

A intrattenere cittadini e viaggiatori ci saranno artisti di fama internazionale che calcano le scene punk, rock e pop. Gli eventi si susseguiranno per tutta l’estate fino al 15 luglio.

I due mondi di Spoleto

Sono due i mondi di Spoleto, quelli che valorizzano l’arte in ogni sua forma e le bellezze univoche del territorio. Giunto alla sua 65esima edizione, il Festival dei Due Mondi è un tripudio di bellezze e meraviglie dal respiro internazionale.

Esperienze performative, rassegne teatrali e musicali per un totale di oltre 60 spettacoli in 17 giorni portati in scena da oltre 500 artisti provenienti da ogni parte del mondo. L’appuntamento è dal 24 al 10 luglio a Spoleto.

Concerti al tramonto a Tivoli

A pochi passi da Roma, nella splendida cornice naturale del Parco Villa Gregoriana, Tivoli, dal 9 luglio si terranno una serie di concerti e ballate antiche e popolari a partire dal crepuscolo. Grazie all’atmosfera quasi fiabesca di questo luogo sarà possibile vivere un’estate unica e indimenticabile.

Gli eventi musicali fanno parte del ricchissimo programma delle Sere Fai d’Estate, un ricco calendario di eventi e appuntamenti all’interno dei Beni del Fai per riscoprire luoghi unici che si snodano in tutto il territorio italiano.

A Stromboli per il Teatro EcoLogico

Ultima, ma non per importanza, è la rassegna artistica e culturale che si terrà fino al 4 luglio a Stromboli. Nella meravigliosa isola italiana dell’arcipelago delle Eolie, teatro, musica e danza si incontreranno tra spiagge, boschi e parchi naturali per degli spettacoli incredibili illuminati solo dalle stelle.

La manifestazione, che prende il nome di Teatro EcoLogico, ha l’obiettivo di valorizzare il territorio e la sua natura, ma soprattutto si sensibilizzare gli ospiti sul cambiamento climatico che sta colpendo la Terra. Gli eventi, infatti, si terranno senza corrente elettrica e saranno dedicati all’astrofisica Margherita Hack.

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L’isola-museo che dovresti scoprire quest’estate

Forse la Finlandia non vi sembra una meta estiva, eppure per gli abitanti del posto i mesi caldi sono motivo di festa e celebrazioni. Un luogo ricco di natura, paesaggi meravigliosi e una cultura di scoprire. Per vivere al meglio le vacanze estive finlandesi la meta perfetta da visitare è Seurasaari. Un’isola e un distretto di Helsinki, nota soprattutto come sede del Museo all’aperto di Seurasaari, un complesso di vecchi edifici in legno trapiantati da altre parti della Finlandia e collocati nel fitto paesaggio forestale dell’isola.

L’isola di Seurasaari

Su questa piccola isola l’estate è vivace e piena di eventi e momenti speciali, da godere in compagnia. Infatti, moltissimi abitanti di Helsinki vengono a Seurasaari per godersi l‘atmosfera rurale e pacifica e l’aria aperta fresca e pulita. L’isola ospita anche una grande varietà di fauna selvatica, in particolare uccelli, ma anche scoiattoli rossi e lepri, un luogo bulico e da favola.

L’estate sull’isola

L’isola di Seurasaari si anima soprattutto è a metà estate, quando un enorme falò viene costruito su un isolotto appena al largo della costa dell’isola e acceso da una coppia di sposini. Una tradizione che attira sempre migliaia di persone, sia turisti che abitanti di Helsinki, ad assistere dallo spettacolo suggestivo. Per godere al meglio l’evento, la gente si raduna sulle sponde di Seurasaari oppure si serve di alcune barche di legno, che rendono il tutto ancora più magico.

L'estate a Seurasaari

Fonte: 123RF

L’estate a Seurasaari, in Finlandia, dove non cala mai il sole

Il sole di mezzanotte a Seurasaari

Il momento più unico e speciale di tutta la Finlandia è il sole di mezzanotte, quel fenomeno astronomico che si manifesta nelle regioni polari quando il sole non cala mai resta lì, ad illuminare l’orizzonte, permettendoci di godere la luca anche di notte. Seurasaari è il posto ideale, dove stendere un telo mare e sedersi ad ammirare il regalo che la natura ci fa ogni estate.

La celebrazioni di mezza estate

Nei Paesi del Nord Europa tra il 20 e il 25 giugno si festeggia, il solstizio d’estate è un momento molto sentito. Non fa eccezione la Finlandia, che in queste settimane si trasforma in un luogo magico, allegro, pieno di brio ed entusiasmo. In questo periodo notte e giorno si confondono, la luce del sole predomina e i finlandesi ne approfittano per festeggiare.

Il museo a cielo aperto

Il Museo all’Aperto di Seurasaari è una celebrazione della varietà di stili architettonici che compongono il Paese. Il complesso consta di 87 strutture trasferite sull’isola che dà il nome al museo che illustrano come si viveva nelle campagne locali tra il XVIII e il XX secolo. Si sono possono ammirare chiese, fattorie e residenze signorili, un vero assaggio degli usi finlandesi.

Un’isola adatta a tutti

Seurasaari è selvaggia, ricca di natura, animali, piante e spiagge. Pensate che proprio qui si trova una delle sole due spiagge per nudisti di Helsinki e una delle sole tre nell’intero paese. A differenza delle altre spiagge per nudisti, la spiaggia è segregata per uomini e donne separatamente senza area nudista unisex ed è a pagamento. Ma questo rende il posto ancora più unico.

Una meta da raggiungere per godere l’estate in modo diverso, alternativo, con tanta magica e un’atmosfera unica.

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Tutta la magia del luogo italiano che ha ispirato poeti e scrittori

C’è un luogo in Italia che sembra uscito direttamente da un libro di fiabe e dove scorre un’acqua che nell’antichità veniva considerata sacra. Un posto così suggestivo che è stato spesso fonte d’ispirazione per poeti e scrittori che ne hanno apprezzato non solo la sua bellezza, ma anche la sua incantevole natura.

Fonti del Clitunno, un luogo magico

Siamo nel cuore dell’Italia, in Umbria, e più precisamente a Campello Sul Clitunno in provincia di Perugia. E proprio qui, in una delle regioni più verdi del nostro Paese, prende vita il mistico Parco Naturalistico delle Fonti del Clitunno, uno spettacolo della natura che si rivela un’oasi di pace per il visitatore.

In circa 10.000 metri quadrati, vengono custodite le sorgenti del fiume Clitunno che, fuoriuscendo da fenditure rocciose, danno vita a un bellissimo e poetico laghetto abitato da cigni e anatre e impreziosito da numerose e rare specie vegetali.

Nonostante i suoi circa 400 metri di diametro, il laghetto si distingue per essere contornato da particolari specie vegetali come il nasturzio acquatico o Nasturtium officinale, la coda di cavallo acquatica o Hippuris vulgaris, la gamberaja maggiore o Callitriche stagnalis e la mestolaccia o Alisma plantago-aquatica. Tantissimi anche i salici piangenti, come i rigogliosi pioppi cipressini.

Visitarlo vuol dire tuffarsi in un’atmosfera incantata, quasi fuori dal tempo, anche grazie alle varie cascatelle, ponti e sentieri che sembrano avere un potere rasserenante sull’animo del visitatore.

Fonti del Clitunno umbria

Fonte: iStock

Coppia di Cigni alle Fonti del Clitunno

Fonti del Clitunno: la storia e perché sono sorgenti sacre

Le acque che lambiscono questo parco dall’aspetto magico, in origine erano così tanto abbondanti da confluire in un grande fiume che veniva navigato dagli antichi Romani per raggiungere la Capitale dell’impero.

Non sorprende, quindi, che all’epoca venissero considerate sorgenti sacre dedicati al Dio Giove Clitunno, personificazione dell’omonimo fiume, in nome del quale furono costruiti diversi tempietti. I Romani erano convinti che gli abissi del fiume nascondessero la dimora di Clitunno, a tal punto da svolgere ogni anno a primavera le “Clitunnali”, feste in onore del Dio Clitunno.

Sfortunatamente, nel V secolo d.C un grave terremoto distrusse parte delle Fonti, ridimensionando l’apporto d’acqua originale. Nella seconda metà dell’Ottocento, il parco assunse il suo aspetto attuale grazie al lavoro del conte Paolo Campello della Spina, il quale riorganizzò gli spazi, introdusse gli animali e creò, appunto, il suggestivo laghetto.

Quali sono gli artisti che hanno omaggiato le Fonti del Clitunno

Essendo un luogo particolarmente poetico, anche grazie alle dolci sfumature che assume l’acqua con il cambiare delle ore, le Fonti del Clitunno hanno ispirato le penne di tantissimi scrittori e poeti.

Nell’antichità il primo a lodare queste sorgenti fu Plinio il Giovane che, rimastone completamente affascinato, decise di scrivere una lettera a un amico invitandolo a visitarle. Tra le tante parole, quelle che più colpiscono sono: “L’ho viste da poco e mi rammarico di averlo fatto troppo tardi“.

Elogi anche da parte di Virgilio che cita le Fonti del Clitunno nelle sue “Georgiche”, definendole acque da cui le bestie, una volta che si erano immerse, uscivano bianche e purificate.

fonti del clitunno cosa sapere

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Un angolo delle Fonti del Clitunno

Poi George Byron che, durante il suo pellegrinaggio in Italia, passò dall’Umbria e anche presso le Fonti del Clitunno descrivendole come: “Il più grazioso fiumicello di tutta la poesia”.

E poi ancora Giosué Carducci che dedicò a questo luogo una delle sue “Odi Barbare” intitolata proprio “Alle Fonti del Clitunno“.A ricordo della visita di questo straordinario poeta italiano, nel 1910 è stata posta una stele marmorea scolpita da Leonardo Bistolfi, accompagnata da un’epigrafe di Ugo Ojetti.

Il Tempio del Clitunno o “Tempietto del Clitunno”: Patrimonio dell’UNESCO

A seguito della visita delle suggestive Fonti del Clitunno è d’obbligo fare un salto all’omonimo Tempio (o Tempietto), una vera e propria meraviglia realizzata nel V secolo. Edificato dai romani per celebrare, appunto, il Dio Clitunno, è stato trasformato in una chiesa paleocristiana dedicata a San Salvatore.

Di piccole dimensioni, si caratterizza per avere una forma armoniosa e pregevole apprezzata nel corso secoli, anche da architetti di un certo livello come il Palladio, il Piranesi e il Vanvitelli. Costruito in una posizione che domina le fonti, vanta quattro colonne (due centrali e due addossate ai pilastri d’angolo) nella parte frontale, mentre in alto svetta il Timpano.

Particolarmente interessanti sono gli affreschi al suo interno, o meglio, quel che rimane con SS. Pietro e Paolo, Angeli, la croce gemmata ed il Redentore risalenti al VIII secolo. Un luogo davvero suggestivo e imperdibile a tal punto che oggi parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO.

tempietto clitunno

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Il suggestivo Tempietto del Clitunno

Cosa vedere nei dintorni delle Fonti del Clitunno

Diciamo la verità: siamo in una zona dell’Umbria altamente spettacolare e le cose da vedere sono veramente tante. Noi abbiamo fatto una selezione a partire dal luogo che ospita queste acque sacre: Campello sul Clitunno, un suggestivo borgo medievale suddiviso in due parti: la zona fortificata di Campello Alto, nata accanto all’originario e incantevole castello (X-XI sec.) e Campello Basso, che regala al visitatore la bella chiesa della Madonna della Bianca.

Non lontano dalle abitazioni, vale la pena fare un salto alla piccola chiesa di San Sebastiano, edificata come fioretto per il termine della peste, che al suo interno conserva affreschi rivolti a San Sebastiano, santo protettore dalla peste.

Bellissimo anche Pissignano con il suo castello che si trova sui pendii delle colline. Le case del borgo, invece, sono disposte a terrazzi degradanti e ancora mantengono l’impronta medievale. Da non perdere nemmeno Foligno, città importantissima adagiata ai piedi dell’Appennino umbro-marchigiano. Spesso trascurata per la vicinanza alla più celebre Assisi, regala al visitatore incantevoli edifici religiosi e palazzi signorili di assoluto pregio, tutti concentrati nel cuore antico della città. Un luogo in cui il medioevo ha lasciato davvero tracce indelebili.

Infine, vi consigliamo di fare un salto a Spoleto, cittadina dalla storia millenaria ma anche scenografica grazie alla Rocca Albornoz e il suo Ponte delle Torri che insieme creano uno scenario che si staglia nelle dolci colline umbre, il tutto con una perfetta armonia tra le costruzioni create dell’uomo e le meraviglie messe al mondo dalla natura. Il centro storico è un piccolo gioiellino, ma a meritare una particolare menzione è Piazza del Duomo con la sua famosa scalinata, uno degli scorci più fotografati d’Italia.

Insomma, le Fonti del Clitunno sono un luogo da sogno da visitare il prima possibile, anche per scoprire i dintorni di cui è impossibile non innamorarsi.

Campello sul Clitunno umbria

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Un angolo di Campello sul Clitunno
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Turingia, Sassonia-Anhalt, Berlino: itinerario alla scoperta della Bauhaus

Per gli amanti dell’arte concettuale, non c’è niente di meglio che un itinerario alla scoperta di tesori del design. Un viaggio tra arte, architettura, design, futurismo e sperimentazione all’insegna della Bauhaus. Un percorso insolito, con un itinerario attraverso la Turingia e la Sassonia-Anhalt, per arrivare fino a Berlino, seguendo le tappe della scuola di architettura più importante del 20° secolo.

Turingia: patria della scuola Bauhaus

La Bauhaus fu una scuola di design che, malgrado la sua vita brevissima, ha influenzato l’architettura mondiale del 20° secolo. Nata per volontà dell’architetto Gropius che unì la Scuola d’arte e la Scuola di artigianato di Weimar. Ed è proprio questa cittadina della Turingia la prima tappa dell’itinerario. Una passeggiata tra i palazzi dell’università, nel centro di Weimar, raggiungibili a piedi, proseguendo verso nord, fino a raggiungere il Museo Bauhaus. Tappa obbligatoria: la Haus am Horn, testimonianza della scuola di architettura che risale al 1923, un progetto di Georg Muche, insegnante alla Bauhaus.

Il museo Bauhaus di Weimar

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Il museo Bauhaus di Weimar

Prossima fermata: Dessau, la “sede centrale” della Scuola

La cittadina della Sassonia, Dessau venne completamente rasa al suolo durante la Seconda guerra mondiale, in quanto importante centro di produzione di armi. Nel 1926 però la città era un polo industriale, ed accolse la Bauhaus a braccia aperte, dopo che le condizioni politiche di Weimar costrinsero Gropius & co a cercare una nuova sede. E qui la Bauhaus esplose con le architetture più interessanti, divenute Patrimonio UNESCO.

Da visitare assolutamente la Scuola, progettata da Gropius e dagli stessi studenti dei tempi di Weimar, ogni cosa qui è firmata Bauhaus.

La casa di Gropius a Dessau

Vicino alla Scuola, si trova il complesso abitativo delle Case dei Professori. Qui vi abitarono Gropius Hannes Meyer e Ludwig Mies van der Rohe. Di queste costruzioni però solo due sono originali: una è la Schlemmer-Muche, l’altra è quella in cui vissero Kandinskij e Paul Klee. Anche a Dessau, si trova un Museo Bauhaus, con oggetti di design, dipinti e racconti degli studenti della scuola.

Berlino e la fine della Bauhaus

Con l’ascesa del nazismo, la Bauhaus non è ben vista a causa delle sue idee progressiste e rivoluzionarie. La Scuola chiude a Dessau per spostarsi, in forma ridotta, a Berlino. Qui continuerà le sue attività per meno di un anno, poi chiuderà definitivamente.

Ma Berlino dopo la guerra  deve cambiare volto. La città si divide e deve ricostruire le sue strade con architetture portatrici di messaggi politici. Così a Berlino ovest venne viene Scharoun che, con un piano architettonico che ha richiesto l’intervento di professionisti di fama mondiale, tra cui Gropius stesso, ricostruì il quartiere Hansaviertel. Proprio tra le strade di questo complesso si possono ancora ritrovare le tracce di una scuola che aveva chiuso già 30 anni prima. Qui si stagliano sul cielo grattacieli di Aalto, Le Corbusier, Ruf e Niemeyer, in un quartiere eretto secondo la logica “bauhausiana” della sperimentazione.

Un itinerario che passa attraverso palazzi che hanno visto designer, artisti e grandi architetti sperimentare, cercare nuovi soluzioni e dare un volto più fresco alle facciate tedesche. La storia dell’arte e dell’architettura qui non è da ammirare come un’opera d’arte al museo, ma qualcosa da vivere, respirare e sentire sulla propria pelle.

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Il labirinto leggendario che puoi percorrere in Sicilia

La Sicilia è una delle mete preferite dagli italiani per le vacanze estive. Come dare torto a chi sceglie acque cristalline, spiagge incantevoli e cibo delizioso. Ma l’isola non offre solo mare e relax, ma anche tanta storia e arte. In provincia di Messina c’è un luogo da visitare assolutamente. Stiamo parlando del Labirinto di Arianna, un’opera d’arte contemporanea che fa parte della Fiumara d’Arte.

Il Labirinto di Arianna

Il Labirinto di Arianna, è un’opera d’arte da vivere ed esplorare. Una attrazione poca nota ma che vale la pena di scoprire. La costruzione è una delle opere di Land Art del museo a cielo aperto Fiumara d’Arte. L’opera, realizzata dall’artista Italo Lanfredini nel 1990 si trova a Castel di Lucio, in provincia di Messina. Sospesa su una collina, nel parco del Nebrodi, l’opera deve la sua origine al mito di Teseo ed Arianna. Non si tratta solo di un è un percorso fisico, attraversarlo significa anche fare un cammino interiore.

Il Labirinto di Arianna in Sicilia

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Il Labirinto di Arianna è un percorso a cielo aperto

Un’opera d’arte da vivere

L’opera, immersa nella natura, è un invito a ricongiungersi con sé stessi, porsi domande, entrare e uscire in connessione con la natura, seguire un cammino che ha inizio e fine. Una metafora delle vita, presa in prestito dal passato. Il Labirinto di Arianna è un percorso a spirale a cui si accede da un imponente ingresso che ha la forma di un’ogiva.

Il sentiero è unico, basterà seguire la via a forma di serpentone, non ci sono strade da prendere, vicoli ciechi o scelte da fare. Non è possibile perdersi. Al centro del labirinto è custodito un ulivo, simbolo greco di saggezza e conoscenza, è proprio il messaggio che veicola il percorso. Un viaggio interiore, un percorso di riflessione e crescita.

La fiumara d’arte

La Fiumara d’Arte non è un sito molto conosciuto, ma si tratta di uno tra i più grandi parchi artistici d’Europa, situato nel comune di Tusa, subito dopo Cefalù. Un museo a cielo aperto che raccoglie opere e sculture di grandi dimensioni.

La prima opera, che ha dato il via allo sviluppo del parco, risale al 1986. Fu commissionata da Antonio Presti, fondatore della Fiumara d’Arte, allo scultore Pietro Consagra, in onore del padre defunto. Negli anni successivi venne fondato l’Atelier sul Mare, un hotel attiguo alla Fiumara d’Arte che si pone come obiettivo quello di far vivere l’esperienza della Fiumara entrando in contatto quotidiano con le opere.

La Fiumara d'arte in Sicilia

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La Fiumara d’arte in Sicilia è uno dei parchi artistici più grandi d’Europa

L’Atelier sul Mare nel tempo è diventato il luogo in cui gli artisti alloggiano durante la realizzazione delle proprie sculture all’interno della Fiumara, che presto è diventata un’autorità in campo artistico. Infatti, l’area ospita installazioni artistiche temporanee, mostre d’arte ed eventi di poesia e di fotografia, anche connotati da un intento sociale, oltre che culturale.

Un luogo davvero unico, ricco di opere d’arte che vanno vissute, provate, amate, non solo ammirate. Un parco, un museo sotto le stelle, dove organizzare passeggiate inusuali, ricche di scoperte e bellezza. Non servono prenotazioni, l’ingresso è sempre libero e gratuito. Non ci sono scuse, il Labirinto di Arianna è tappa obbligatoria per le gite in Sicilia.

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Leggende e miti di un paradiso selvaggio e solitario

Le isole Faroe sono un luogo incantato, ricco di leggende mitologiche e storie misteriose. Per rendere unici viaggi ed esplorazioni, è essenziale conoscere i segreti che si celano negli angoli di questi posti magici. L’arcipelago danese riesce sempre ad incantare ogni turista di passaggio.

Le leggende delle isole Faroe

Una delle storie più famose delle isole Faroe è la leggenda di Kópakonan, che letteralmente significa la donna delle foche. Un tempo si credeva che le foche fossero uomini e donne che cercavano volontariamente la morte nell’oceano. Una volta all’anno però, durante la tredicesima notte, era permesso loro venire sulla terra, togliere la pelle e mischiarsi con gli esseri umani.

Un giovane del villaggio di Mikladalur, non credendo alla leggenda, la tredicesima sera si mise sulla spiaggia ad aspettare l’arrivo delle foche. Ad un certo punto le vide nuotare verso la riva, arrampicarsi sulla spiaggia, togliersi la pelle e tornare ad essere persone normali.

Villaggio di Mikladalur, Isole Faroe, Danimarca

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Il villaggio di Mikladalur, Isole Faroe, Danimarca

Il giovane contadino si innamorò di una ragazza-foca e decise di rubarle la pelle, costringendola a seguirlo nella sua fattoria, dove la tenne prigioniera per molti anni. La sua pelle rimase nascosta in una cassapanca di cui solo lui aveva la chiave. Si sposarono ed ebbero figli, ma la ragazza aveva sempre il desiderio di tornare dalla sua famiglia, in mare. Un giorno, però il giovane scordò la chiave a casa e quando fece ritorno la donna era fuggita, aveva fatto ritorno in mare.

Temendo la vendetta dell’uomo la donna-foca gli apparve in sogno chiedendogli di non fare del male alle foche che popolavano il mare. Ma il contadino non diede ascolto al sogno e si unì ai suoi compagni, i quali uccisero tutte le foche presenti nella grotta vicino alla riva.

La sera, mentre gli uomini stavano banchettando, la ragazza apparve lanciando loro una maledizione. Ancora oggi capita che gli uomini del villaggio cadano in mare dalle cime delle scogliere e si pensa che non sia ancora stato raggiunto il numero di vittime sufficienti per terminare la maledizione.

I troll del villaggio

Anche il villaggio di Trøllanes cela una curiosa leggenda. Ogni anno, la tranquilla vita del villaggio veniva spezzata da un’invasione di troll. Una vecchia signora di nome Giðja, fisicamente incapace di scappare dall’assalto furioso dei troll, così, cercò rifugio sotto il tavolo nel suo salotto. Le grandi creature, concentrate a fare festa, non riuscirono a trovare la donna. Continuarono a godersi la notte di libertà finché la donna, spaventava da quello che stava accadendo, urlò “Cristo!”. I troll, infastiditi da questa parola, maledirono la donna per aver invocato il nome di Dio e lasciarono il villaggio per sempre.

Gli elfi delle isole Faroe

Come tutti i paesi nordici, anche le isole Faroe hanno i loro strani abitanti: gli elfi. Si pensa, che vicino al lago Sørvágsvatn, e in generale in tutte le isole Faroe, ci siano tumuli e formazioni rocciose associati all’Huldufólk, il Popolo Nascosto. Grandi esseri con i capelli neri e vestiti grigi, che odiavano la vita moderna e le chiese, odio reciproco. Si narra che gli elfi che vivevano in un tumulo tra il lago Sørvágsvatn e la vicina città di Sørvágur invitarono un sacerdote a fargli visita. Il sacerdote però usò la sua magia per intrappolare gli elfi nel tumulo per sempre.

Leggende delle Isole Faroe

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Pittoresca cittadina di Tjornuvik racchiusa tra il mare e decine di cascate nelle Isole Faroe
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Un’estate all’insegna dell’arte italiana: lo studio

Quella che sta per arrivare sarà un’estate all’insegna dell’arte: la grande bellezza del patrimonio culturale italiano è tornato a conquistare i visitatori, sia stranieri che domestici. A dirlo è uno studio condotto da CST per Assoturismo Confesercenti:  scopriamo insieme cosa ha svelato l’indagine.

Le città d’arte si candidano al ruolo di protagoniste dell’estate

La ricerca condotta parte da analisi e interviste effettuate a oltre 1.200 imprenditori nelle principali 100 città d’arte (per capacità di posti letto, notorietà sul mercato e presenze turistiche) distribuite su tutto il territorio nazionale. 17 di queste sono situate nelle regioni del Nord-Ovest, 28 in quelle del Nord-Est, 30 nel Centro Italia e 25 nelle regioni del Sud e nelle Isole.

Ciò che emerge è una netta accelerazione – dopo lo stop imposto dal Covid – del turismo culturale: in estate crescerà del +24,6% rispetto all’anno precedente, l’aumento più rilevante tra tutti i segmenti di offerta turistica e della media complessiva del settore (+14,3%).

Certo, non verranno ancora raggiunti i livelli del 2019 quando i visitatori delle città d’arte erano stati 44 milioni, ma nonostante questo l’aumento conferma una ritrovata vitalità del turismo culturale, che già nei primi 5 mesi del 2022 ha registrato un totale di 30,3 milioni di pernottamenti.

Una buona notizia che abbraccia diverse realtà: dalle strutture ricettive ai musei , passando dai siti culturali e archeologici fino ad arrivare alle guide turistiche e alla ristorazione, senza dimenticare i servizi di noleggio e di trasporto come le attività commerciali: complessivamente 343 mila imprese e oltre 1,4 milioni di addetti nei settori produttivi direttamente o indirettamente coinvolti.

Secondo l’indagine condotta, quindi, a capo di questa importante ripresa ci sono proprio i progressi in quelle città d’arte che più di tutte hanno pagato gli effetti della pandemia e che avrà ricadute positive sull’intero sistema Paese.

Il turismo culturale, tra gennaio e agosto 2022, genererà 9,1 miliardi di euro di spesa turistica, di cui 4,3 nel solo trimestre estivo, per il 53% generato dalla domanda straniera, pari all’1,4% del totale dei consumi nazionali.

Da dove arriva il contributo maggiore

È il turismo straniero a contribuire maggiormente alla rinascita di questo settore anche se, principalmente, sono viaggiatori di prossimità. La buona nuova è che però inizia a emergere anche qualche timido segnale di ritorno del turismo extraeuropeo.

Secondo lo studio, la crescita delle presenze turistiche straniere durante il trimestre estivo sarà sostenuta soprattutto dai turisti europei (tedeschi, francesi, britannici, olandesi, spagnoli, austriaci e svizzeri) e degli statunitensi, ma un piccolissimo contributo alla spesa turistica arriverà anche dalla modesta quota di turisti extraeuropei (in aumento leggero i brasiliani, quote marginali di canadesi, indiani, cinesi, russi, giapponesi, israeliani, sudafricani) che si riaffacciano nelle nostre bellissime città d’arte dopo un lungo periodo di fermo pressoché totale delle prenotazioni.

Un dato importante: il turista è cambiato

Roberta Garibaldi, a.d. dell’Enit, ha sottolineato che le tante tendenze in essere hanno subito un’accelerazione, a tal punto che il turista è cambiato: cerca viaggi più personali, è attento all’aspetto della sostenibilità, ambientale e sociale, cerca il concetto di benessere in viaggio.

Come ha sottolineato il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, tra le carte da giocare ci sono la digitalizzazione e cicloturismo. Infatti, si sta già lavorando su un hub digitale che è un’enorme opportunità: “in Germania vale 20 miliardi, in Italia solo 5: si tratta di margini di crescita importanti”, ha affermato Garavaglia.

Insomma, il futuro del turismo italiano e delle città d’arte del Belpaese sembra di nuovo in discesa.

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Il cammino tra paesaggi montani, letteratura e opere

In un periodo di riscoperta del turismo dell’emozione e dell’esperienza, i cammini sono protagonisti: chi decide di mettersi in viaggio a piedi, lo fa spesso con l’obiettivo di ritrovare il contatto con sé stesso e con la natura, e di riappropriarsi di un profondo legame con il territorio, la cultura, e la letteratura di un luogo.

Proprio in quest’ottica, nasce il Percorso Libropedonale. Passeggiando nei Borghi a Songavazzo, in provincia di Bergamo: il primo cammino letterario d’Italia che abbina spunti letterari, artistici e culturali nella splendida cornice dei paesaggi montani.

L’ideatore è Giuliano Covelli, Sindaco di Songavazzo, il più piccolo borgo dell’Altopiano clusonese parte dei Borghi della Presolana, e la progettista Oriana Bassani, artista e Consigliere Comunale: grazie al loro impegno e interesse, l’inedito Percorso Libropedonale va ad arricchire le proposte escursionistiche della zona e conferma il Comune montano tra i più attivi nell’ambito del turismo culturale.

La Cà di Leber, le Casette dei Libri e il Percorso Libropedonale

Il rapporto con i libri non è nuovo a Songavazzo: già nel 2011, infatti, è stata edificata la Cà di Leber, spazio di bookcrossing con una caratteristica in più, ovvero quella di essere all’interno di una piccola e accogliente baia-biblioteca in legno d’abete a ridosso del bosco, in località Picol: qui, ogni libro può essere condiviso e letto, magari rilassandosi sulla panchina gigante panoramica poco distante.

Nel 2014, è stata poi la volta delle dodici Casette dei Libri, create, come la Cà di Leber, dalla maestria dell’artista del legno Renzo Scandella e decorate dagli studenti del territorio e da artisti locali.

Le quattro casette di Songavazzo (le altre sono dislocate nei comuni limitrofi) sono collegate proprio dal nuovo Percorso Libropedonale unendo la letteratura a stupendi punti panoramici e monumenti di interesse storico-artistico.

Filo rosso dell’itinerario, brani scritti da numerosi autori che si sono lasciati ispirare dal paesaggio montano, dall’arte e dalla storia di Songavazzo.

Nove tappe d’autore per il Percorso Libropedonale

Il Percorso Libropedonale parte dalla Cà di Leber, costeggia le panchine panoramiche in località Porcarola, attraversa il centro storico affiancando anche la Chiesa dell’Addolorata e la Cappella funeraria della famiglia dello scultore Giovanni Maria Benzoni, e si conclude tornando alla Cà di Leber.

Sono nove le tappe previste, intervallate dalle quattro Casette dei libri segnalate da appositi leggii su cui si possono leggere i brani proposti dagli autori partecipanti, alcuni inediti e altri tratti da opere già pubblicate.
In più, scansionando il QR Code presente nella grafica dei pannelli a ogni tappa, si accede alla pagina web dedicata al Percorso sul sito dei Borghi della Presolana dove è possibile ascoltare dalla viva voce degli autori la lettura integrale dei brani letterari.

Ogni pagina contiene inoltre informazioni storico-artistiche sul territorio e notizie sugli autori che hanno partecipato all’innovativo e interessante progetto.

Il percorso, adatto a tutti, dura circa un’ora: per le sue caratteristiche, può rappresentare anche un’ottima e originale occasione di visita per le scuole e i più giovani grazie all’unione della lettura con la scoperta del territorio.

Un Comune non vive di sole opere pubbliche ma anche di cultura, fattore necessario allo sviluppo di una comunità tanto quanto il mantenimento della sua memoria.
Ecco allora Il Percorso Libropedonale, un tassello che si aggiunge agli altri che negli anni sono andati a completare un discorso organico di turismo culturale.
Semplici intuizioni possono trasformarsi in idee vincenti.

Così come è successo anni fa con la Casa dell’Artista, idea che ci fu suggerita e che cogliemmo al volo.
Nel tempo la struttura ha ospitato artisti di rilievo, che hanno contribuito alla crescita culturale del territorio e di recente ha ospitato alcuni appuntamenti songavazzesi di successo come i Pomeriggi filosofici o il Laboratorio per la Giornata Mondiale della Poesia.

Alla Casa dell’Artista hanno fatto poi seguito la Cà di Leber, inaugurata nel 2011, e le quattro Casette dei Libri inserite nel tessuto urbano di Songavazzo.
E proprio da queste due ultime realtà è partita l’idea del Percorso Libropedonale e quindi lo sforzo
dell’Amministrazione Comunale per ampliare l’offerta turistico-culturale del nostro territorio così ricco di
arte, storia, natura e bellezza”, questo il commento del Sindaco di Songavazzo Giuliano Covelli.

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In questa città esiste una casa in miniatura per soli gatti

A spingerci a scegliere le prossime destinazioni di viaggio sono quei luoghi che abbiamo conosciuto attraverso i racconti degli altri, le fotografie e i social network. Sono quelli che ospitano un patrimonio artistico, storico e culturale da conoscere, quello che si manifesta attraverso monumenti iconici, musei e attrazioni turistiche di fama mondiale.

Eppure è all’ombra di questi che, spesso, si nascondono dei tesori preziosi da scovare. Come se le città li stessero proteggendo, nascondendo dagli occhi indiscreti, salvo poi rivelare questi piccoli gioielli solo agli esploratori più attenti.

Ed è proprio tra uno di questi tesori che oggi vogliamo portarvi. Una piccola casa in miniatura che si nasconde tra le vie della città delle arti e della scienza, tra le costruzioni futuristiche e i musei dal design accattivante, tra le spiagge e le tradizioni. Benvenuti (o bentornati) a Valencia, alla Casa de los Gatos.

Valencia: Casa de los Gatos

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio a Valencia. La città portuale della costa sud-orientale della Spagna non smette mai di stupire i viaggiatori di tutto il mondo. Lo fa grazie a quelle grandi lingue di sabbia vicino alla città, per la vita notturna movimentata, ma anche per quel patrimonio artistico e culturale che è un invito alla scoperta, senza dimenticare, ovviamente, le tradizioni e la gastronomia.

Ma Valencia è anche una città che custodisce dei segreti, alcuni dei quali visibili solo ai più attenti viaggiatori, come quella piccolissima casa situata in Carrer del Museu, la strada che collega Plaza del Carmen con l’antica Plaza de Na Jordana .

Il suo nome è Casa de los Gatos, conosciuta anche come Gatera del quartiere del Carmen o, in italiano, Casa del Gatto. Il nome non è solo evocativo, ma rappresentativo di questo edificio in miniatura che stiamo scoprendo oggi.

Casa de los Gatos è, a tutti gli effetti, una casa per i gatti. È qui che trovano rifugio gli animali del quartiere popolare. A creare la facciata, e tutti i dettagli straordinari che la caratterizzano, è stato l’artigiano e scultore Alfonso Yuste Navarro nel 2003, ma secondo gli abitanti della zona i gatti si riunivano qui ancora prima della nascita di questa casa in miniatura.

Casa de los Gatos

Fonte: Wikimedia/Luzmoba

Casa de los Gatos

La casa dei gatti al Barrio del Carmen

Passeggiando per il quartiere più popolare di Valencia aguzzate la vista, è qui che potete trovare una piccola casa dedicata e destinata ai gatti.

Caratterizzata da una facciata che è un’opera d’arte che porta la firma di Alfonso Yuste Navarro, Casa de los Gatos riproduce fedelmente una palazzina a due piani, con tanto di patio, balcone e fioriera. L’opera è estremamente minuziosa: prendetevi tutto il tempo per ammirare e scovare incredibili dettagli, come quella fotografia di Charles Chaplin che si intravede da una finestra o quella fioriera che sembra vera.

Osservando la Casa de los Gatos, è facile lasciarsi suggestionare e fantasticare sulle storie che si nascondono dietro alla sua creazione. Un’opera d’arte, una scultura, un rifugio ben organizzato?

Secondo alcuni si tratta di un omaggio storico che lo scultore ha fatto ai gatti di Valencia e alla strage che si è consumata quando la città era sotto il dominio di El Cid Campeador. A quei tempi, infatti, si credeva che gli animali in questione fossero legati al demonio.

Una leggenda popolare, e molto più suggestiva, invece, narra la storia di una signora che viveva nel quartiere e che aveva deciso di lasciare in eredità la sua casa ai gatti del posto. Per evitare che gli umani prendessero possesso di questa abitazione fece costruire una micro facciata scultorea che poi è diventata “la porta di casa” da cui i gatti entrano. Dietro di essa c’è un giardino che potete scorgere dalla porta.