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Gli “Occhi di Dio” nella Cava di Prohodna, in Bulgaria

C’è un luogo in Bulgaria in cui lo stupore colpisce al primo sguardo, un posto in cui la storia, la natura e la suggestione hanno dato vita a qualcosa di magico e straordinario.

Stiamo parlando di Prohodna, una caverna celebre per molte ragioni, ma soprattutto perché è sul suo soffitto che si aprono due cavità particolari e uniche: gli Occhi di Dio. I due fori sono incredibilmente simili, per forma e vicinanza, a due occhi che si aprono verso il cielo e regalano a chi visita questo luogo la sensazione di trovarsi in un antro in cui la magia sembra diventare palabile.

È la natura che con il tempo ha saputo dare forma a qualcosa di incredibile e che merita assolutamente una visita. Se a questi fori, infatti, si aggiunge l’importanza storica del sito e il fatto che sia la destinazione perfetta per chi ama l’adrenalina, allora le ragioni per raggiungere la grotta carsica di Prohodna sono davvero tante.

La caverna di Prohodna che nasconde gli Occhi di Dio

Un luogo magico, quasi mistico, in cui lasciare che la fantasia abbia la meglio per assaporare pienamente la meraviglia di ciò che ci circonda. Siamo in Bulgaria, nella zona centro settentrionale di questo paese europeo: è qui che sorge la grotta carsica di Prohodna, sulla cui sommità si aprono le due straordinarie fessure ribattezzate Occhi di Dio.

Quest’area è molto celebre, intanto ci troviamo all’interno del Parco geologico Iskar-Panega, che è interessante per la speleologia, poi questa grotta pare essersi formata durante l’era Cenozoica e, più precisamente, nel Quaternario: quindi è interessante anche dal punto di vista storico, anche perché al suo interno si trovano tracce di vita umana durante la preistoria, segno che la grotta è stata abitata.

Occhi di Dio nella grotta di Prohodna

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Gli Occhi di Dio si trovano nella grotta di Prohodna

È anche molto vasta, pare che sia la grotta più grande della Bulgaria: è lunga 262 metri ed è una destinazione molto amata da chi pratica bungee jumping; infatti, è dal suo ingresso più grande (ne ha due), che è alto circa 45 metri, che si può praticare questa attività adrenalinica. Inoltre si tratta di una destinazione apprezzata anche dagli scalatori.

Ma il vero tesoro è celato sulla sua sommità e lo si può ammirare alla perfezione all’interno: sono gli Occhi di Dio, che sono stati cesellati dalla natura stessa per mezzo dell’erosione e che sono davvero spettacolari in ogni momento dell’anno o della giornata. Di notte, ad esempio, sembrano uno sguardo colmo di stelle e da lì si può ammirare anche la luna.

Come raggiungere la grotta di Prohodna

Per vedere con i propri occhi tanta meraviglia si deve raggiungere il villaggio di Karlukovo: la grotta di Prohodna, infatti, si trova a circa due chilometri di distanza. Se si arriva da Sofia, la capitale del Paese, ci vuole circa un’ora e mezza dal momento che i due siti distano tra loro circa 110 chilometri.

E, senza dubbio, si tratta di una destinazione molto interessante non solo per chi ama scoprire siti naturali affascinanti, ma anche per coloro che apprezzano location che abbiano una valenza storica. E la grotta Prohodna lo è per la sua storia antica, per il fatto che sia stata abitata nel corso della preistoria e anche per un certo aspetto mistico, si dice infatti nel passato più antico questo luogo fosse un sito religioso.

Un posto da raggiungere per rimanere affascinati dalla bellezza della natura e dalla sua capacità di creare luoghi incantevoli e che tolgono il fiato. Ma anche fragili: gli occhi si sono formati con l’erosione e con il tempo quella potrebbe continuare a modificarne l’aspetto.

Ingresso della grotta di Prohodna

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Ingresso della grotta di Prohodna in Bulgaria
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Palazzo Te compie 500 anni: nuovo percorso museale e le mostre

Il 2025 è un anno importante per Mantova: la città festeggerà i 500 anni di Palazzo Te, uno dei simboli più prestigiosi del rinascimento italiano e per l’occasione non mancheranno eventi, mostre, appuntamenti e tanto altro. Arte, letteratura e politica convivono all’interno di questo edificio che attira ogni anno tantissimi visitatori e che nei prossimi 12 mesi potranno seguire un percorso di visita aggiornato con un riallestimento delle prime sale e tanto altro. Vediamo insieme cosa c’è da sapere sull’occasione.

Il cinquecentenario di Palazzo Te: mostre ed eventi

Palazzo Te per il cinquecentenario si prepara ad una veste nuova: l’obiettivo è festeggiare in grande stile tramite un’esperienza rinnovata che attiri non solo chi non c’è mai stato ma anche chi lo ha già visto e ne conosce la bellezza. Dalla prossima primavera 2025 sarà ufficialmente inaugurato il nuovo percorso museale che coinvolge un riallestimento delle prime sale del Palazzo.

Il tema dominante? Le Metamorfosi ovidiane che faranno ripercorrere il tutto attraverso un percorso curato da Claudia Cieri Via. L’esposizione sarà arricchita da alcuni capolavori del Rinascimento in prestito e provenienti dal museo del Louvre, dall’Albertina di Vienna e dagli Uffizi di Firenze. L’obiettivo è fondere e far dialogare opere con temi e dettagli in comune creando un intreccio unico che fonda classicità e contemporaneità.

Potremmo definire un momento clou che coinciderà con l’autunno 2025: durante questi mesi Palazzo Te ospiterà le installazioni cinematografiche multischermo dell’artista britannico Isaac Julien di cui una ispirata proprio al tema delle Metamorfosi ma con un’ispirazione contemporanea.

Non è finita qui: le celebrazioni per i 500 anni di Palazzo Te saranno arricchite ulteriormente da altri allestimenti e interventi strutturali. Basti pensare che dalla primavera ci sarà l’introduzione di una nuova illuminazione dell’Esedra per esaltare la maestosità del complesso architettonico.

Mantova festeggia i 500 anni di Palazzo Te

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Mantova si prepara a festeggiare il cinquecentenario di Palazzo Te: eventi, nuovo percorso museale e mostre temporanee

La storia di Palazzo Te

Palazzo Te è tra i monumenti più interessanti di Mantova e viene considerato a tutti gli effetti un punto di riferimento tra i capolavori architettonici e artistici rinascimentali del Belpaese. Il progetto inizia nel XVI secolo con la richiesta di Federico II Gonzaga che, con il titolo di marchese della città, desiderava una residenza destinata al piacere e alla fuga dalla vita di corte ricca di impegni.

La firma del progetto porta il nome di Giulio Romano, artista allievo di Raffaello che ha conquistato l’interesse degli investitori dell’epoca grazie al suo talento. I lavori effettivi sono partiti nel 1525 per concludersi circa nel 1534. L’edificio è stato costruito sull’isola del Te e la location non è certo casuale: si tratta di una zona rurale non lontana dal centro della città, immersa in un paesaggio naturale e rilassante perfetta per il posizionamento di una villa suburbana.

Lo stile è un classicismo rinascimentale reinterpretato; la maestria di Giulio Romano emerge nelle proporzioni e nelle simmetrie, così come nelle decorazioni. La facciata si distingue con una semplicità ingannevole per poi lasciare tutti a bocca aperta all’interno grazie ad ambienti riccamente decorati e ciascuno con un tema specifico. Ambizione, amore per l’arte e ingegno sono i tre pilastri che hanno condotto Palazzo Te al successo fino a diventare uno degli edifici più prestigiosi del periodo rinascimentale.

Il nome “Te” deriva dall’isola su cui è stato costruito che in passato era conosciuta come “Tejeto”. Federico II voleva un angolo in cui svagarsi ma ideale anche per eventi di rappresentanza e lontano dalla rigidità della corte. Dalla caccia alle feste, sono tanti gli ospiti illustri che vi hanno soggiornato.  La pianta è quadrata e presenta un cortile centrale. Le sale, decorate con affreschi, sono davvero ricche e sono caratterizzate da una tecnica di illusionismo pittorico molto in voga nel periodo.

Visitandolo ci si rende conto di come l’uso di prospettive illusionistiche e dei temi mitologici sia proprio la caratteristica distintiva dell’opera realizzata da Giulio Romano per il Gonzaga. Elementi classici tra cui colonne, frontoni e timponi vengono arricchiti da decorazioni elaborate, mentre la disposizione degli ambienti interne e delle decorazioni ha il solo scopo di lasciare i visitatori a bocca aperta.

Giardino di Palazzo Te

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Il giardino curato in stile rinascimentale di Palazzo Te compie 500 anni

Cosa non perdere nella visita a Palazzo Te

Il gioiello rinascimentale è tra i must da visitare a Mantova: Palazzo Te ha tantissimo da offrire ai turisti e agli appassionati d’arte, a partire dalla Sala dei Giganti. Quando si parla di questo edificio è proprio lei la prima area che viene in mente; un autentico capolavoro di affreschi che avvolgono lo spettatore in una scena mitologica mozzafiato. Le pareti e il soffitto sembrano fondersi in un unico affresco che racconta quella che è stata la caduta dei giganti puniti da Giove. Altrettanto suggestiva la sala di Amore e Psiche: qui le pareti raccontano la passione e l’amore attraverso colori vivaci e omaggiando uno dei miti più amati e conosciuti.

Sala dei Giganti

Fonte: Ufficio Stampa

Sala dei Giganti, una delle più belle di Palazzo Te

Tra le altre tappe imperdibili nel percorso museale ci sono la loggia di Davide con affreschi che la adornano e raffigurano scene bibliche dell’omonima figura e il giardino segreto che sembra voler raccontare proprio come il verde curato faccia parte dell’architettura in stile rinascimentale. Una chicca in più? Il cortile d’onore: è un esempio di come le linee architettoniche rigorose e gli elementi classici si combinano mostrando il talento dell’architetto.

Fonte: Ufficio Stampa

Loggia di Davide tra le tappe imperdibili durante una visita a Palazzo Te

Altrettanto degna di nota la scuderia, altrettanto riccamente decorata nonostante la sua funzione e la sala dei Cavalli che ritrae gli esemplari prediletti di Federico II Gonzaga. Il motivo della sua realizzazione è quello di omaggiare la passione del marchese che amava questi animali ma è anche un’occasione in più per notare il talento e le abilità pittoriche di Giulio Romano.

Oltre al percorso museale standard, che verrà rinnovato nel 2025 grazie al cinquecentenario, consigliamo di tenere d’occhio il calendario con mostre temporanee che viene arricchito di contenuti stimolanti e nuovi per rendere le visite sempre più coinvolgenti. Chi ha in programma una visita a Mantova nei prossimi mesi non potrà perdere questo capolavoro rinascimentale in un anno così speciale.

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Il Yonghe Gong di Pechino: le informazioni per visitare il Tempio dei Lama

Quante cose ci sono da vedere a Pechino? La capitale cinese è una città che sorprende sempre, sia chi è in cerca di modernità che di storia. Sono molti, infatti, i monumenti da ammirare a Pechino e alcuni di essi sono diventati dei veri e propri simboli della città e testimoni della sua bellezza.

Il luogo conosciuto come Yonghe Gong – ovvero il Tempio dei Lama – fa parte di questa lista. Stai pensando di inserirlo tra le cose da vedere in Cina? Dovresti. Ecco qualche consiglio e informazione su come organizzare la tua visita al Tempio dei Lama di Pechino.

Dove si trova il Tempio dei Lama

Il Tempio dei Lama è situato nel distretto di Dongcheng, nella parte nord-orientale del centro di Pechino, Cina. L’indirizzo preciso è No. 12 Yonghegong Street, Dongcheng District. La stazione della metropolitana più vicina è Yonghegong Lama Temple (linee 2 e 5), che consente un accesso facile e diretto al sito.

Il modo migliore per arrivare al Tempio dei Lama, infatti, è proprio grazie a questo mezzo pubblico. Il costo del biglietto è di circa 0,40€. In alternativa, puoi arrivare in taxi: ricordati di portare sempre con te qualcosa su cui indicare, in caratteri cinesi, l’indirizzo del tuo alloggio e quello della tua destinazione.

All’interno dell’area dello Yonghe Gong si cammina molto: indossa scarpe comode e abbigliamento adatto alla stagione del tuo viaggio a Pechino. Il Tempio dei Lama è contornato da molta natura e non mancano i luoghi dove potersi sedere per riposare un po’.

Come organizzare la visita al Tempio dei Lama di Pechino

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La porta del Tempio dei Lama di Pechino

Storia del Tempio dei Lama

Il Tempio dei Lama è decisamente nella lista delle meraviglie di Pechino e fu originariamente costruito alla fine del XVII Secolo, durante la dinastia Qing, come residenza imperiale per il quarto figlio dell’imperatore. Il palazzo rifletteva già al tempo il prestigio e la raffinatezza della famiglia imperiale, con un’architettura davvero sontuosa e ricca di dettagli.

Nel 1722, quando il principe Yong salì al trono come imperatore Yongzheng, parte della residenza fu trasformata in un monastero per i monaci buddisti tibetani. Questo gesto non solo consolidava il suo potere, ma promuoveva anche il buddismo tibetano come elemento di coesione tra i diversi gruppi etnici dell’impero Qing.

Dopo la morte di Yongzheng, questo luogo continuò a essere considerato importante, soprattutto dal punto di vista religioso. Il Yonghe Gong, che divenne un centro spirituale e culturale fondamentale. Il tempio ospitava numerosi monaci, principalmente provenienti dal Tibet e dalla Mongolia. Era diventato un vero e proprio ponte tra il governo imperiale e le popolazioni di queste regioni. Il nome “Tempio dei Lama” gli venne attribuito proprio in quel periodo, per identificarlo con maggiore chiarezza rispetto ad altri luoghi religiosi in città.

Ancora oggi, è un luogo importante per molti credenti parte della comunità buddista tibetana.

Acquistare i biglietti del Tempio dei Lama

I biglietti per il Tempio dei Lama possono essere acquistati direttamente presso la biglietteria all’ingresso del tempio o online tramite piattaforme turistiche cinesi. Se hai già un programma folto per il tuo viaggio a Pechino, acquista il biglietto in anticipo: questo ti permetterà di entrare nel giorno da te scelto e non dove cambiare in corsa i tuoi programmi.

Il costo del biglietto è di circa 25 yuan (circa 3-4 euro), ma è sempre consigliabile verificare eventuali aggiornamenti sui prezzi. Il tempio è aperto tutti i giorni dalle 9:00 alle 16:30.

Cosa vedere nel Tempio dei Lama di Pechino

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Una delle statue del Buddha

Cosa vedere nel Tempio dei Lama

Il complesso del Yonghe Gong – che, ricordiamo, è il nome cinese del Tempio dei Lama – è costituito da cinque principali edifici disposti lungo un asse centrale, circondati da padiglioni minori e alcuni cortili. Le attrazioni da vedere in quell’area sono molte e, ovviamente, sono tutte comprese nel biglietto d’ingresso al tempio. Ecco cosa vedere:

  • Sala degli Imperatori Celesti (Yonghemen Hall): questa sala costituisce l’ingresso principale del tempio, con un grande portale decorato da sculture in legno e dipinti di molti colori. All’interno si trovano statue dei Quattro Re Celesti, figure imponenti che accolgono i visitatori con il loro sguardo vigile.
  • Sala dei Protettori Celesti: Questa sala ospita una statua centrale di Buddha Maitreya seduto, affiancata da statue di altre divinità protettrici. Le pareti sono adornate con bassorilievi e dipinti che narrano storie mitologiche.
  • Sala dell’Armonia Eterna (Yonghedian): È il cuore del complesso, dove si trova una maestosa statua del Buddha Shakyamuni, circondata da offerte di fiori e incenso. Gli intricati dipinti murali rappresentano scene della vita del Buddha, mentre i soffitti sono decorati con motivi tradizionali cinesi e tibetani.
  • Sala della Ruota della Legge (Falundian): Questa sala è dedicata alla recitazione delle scritture buddiste. Al centro si erge una grande ruota della preghiera in bronzo, riccamente incisa con mantra sacri. Qui troverai anche la statua del fondatore della scuola di buddismo tibetano seguita dai monaci di questo tempio. La spiritualità di questo ambiente è molto alta.
  • Padiglione delle Diecimila Gioie (Wanfuge): questo luogo rappresenta il punto culminante della visita. Qui troverai un’altra statua di Buddha, questa volta di misura colossale. È alta 18 metri ed è stata scolpita da un unico tronco di legno di sandalo bianco. La statua è un capolavoro di maestria artigianale ed è di alto valore spirituale e religioso. Il padiglione è decorato con lanterne ed elementi dorati che riflettono la luce, creando un’atmosfera maestosa e sacra.
Come comportarsi nel tempio dei Lama di Pechino

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Fedeli nel Tempio dei Lama

Regole di Comportamento nel Tempio dei Lama

Quando si visita il Tempio dei Lama di Pechino, durante un viaggio in Cina, è importante rispettare alcune regole di comportamento per preservare la sacralità del luogo e onorare le tradizioni locali.

Si consiglia di vestirsi in modo sobrio e appropriato, evitando abiti troppo vistosi o troppo scollati. Come accade, infatti, anche nelle chiese in Italia, viene chiesto ai turisti di portare rispetto alla presenza di credenti che si recano lì non per visita ma per devozione. Non si toccano le statue o gli oggetti sacri, né si entra nelle aree riservate ai monaci. È necessario mantenere il silenzio o parlare a bassa voce per non disturbare le preghiere e le meditazioni in corso.

All’interno del Tempio dei Lama si può mangiare e bere e solo in zone opportunamente indicate e segnalate. Inoltre, alcune aree del tempio vietano le fotografie: i cartelli che indicano questo divieto sono scritti in più lingue quindi non ci si può non accorgere. Prima di entrare in una sala, è buona norma inchinarsi leggermente in segno di rispetto. Infine, i telefoni cellulari vanno spenti o messi in modalità silenziosa.

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Urbania, viaggio nella città della Befana

A Rovaniemi, in Lapponia, esistono il villaggio e la casa di Babbo Natale, ma sapevate che anche la Befana ha la sua dimora? È una città tutta italiana, precisamente marchigiana, che si trova tra le verdeggianti colline del Montefeltro in fondo alla valle del Metauro: si tratta di Urbania, in provincia di Pesaro Urbino.

Conosciuta fino alla metà del Seicento con il nome di Casteldurante, Urbania è una suggestiva cittadina ricca di storia e di arte, uno scrigno di tesori artistici da scoprire e di scorci paesaggistici da ammirare.

Per chi la visita fino al 6 gennaio, poi, ecco l’imperdibile opportunità di vivere la Festa Nazionale della Befana immersi in un vero e proprio paese dei balocchi con oltre 4000 calze appese per le vie del centro storico, attività ludiche e creative, stand enogastronomici, la sfilata della calza da record più lunga del mondo, concerti e spettacoli itineranti.

Scopriamo allora questo e molto altro in un viaggio a tappe tra i quartieri della “Signora del Metauro”, per capire cosa fare in visita a Urbania e qual è il programma dell’Epifania.

Cosa vedere a Urbania

Iniziamo il viaggio nel cuore di Urbania, da uno dei suoi simboli, l’elegante Palazzo Ducale, arroccato su un’altura, dal passato di fortezza e palazzo di corte. Oggi il Palazzo Ducale è sede del Museo Civico, che custodisce una ricca collezione di maioliche artigianali, 50 incisioni e una Pinacoteca con importanti opere d’arte tra cui i due globi (una sfera terrestre e una celeste) del geografo e cartografo rinascimentale Mercatore.

Ma non solo. Il Palazzo, dal cui torrione si gode di una vista mozzafiato, ospita anche la Biblioteca Comunale, gli Archivi Storici e il Museo di storia dell’Agricoltura e dell’Artigianato dove sono esposti strumenti e oggetti della civiltà contadina dell’Alta Valle del Metauro.

Nel centro di Urbania si trova anche un luogo insolito, particolare ma non proprio consigliato per chi è facilmente impressionabile: la Chiesa dei Morti che ospita il cosiddetto “Cimitero delle Mummie”. Dietro all’altare maggiore, infatti, sono custoditi i corpi di 18 persone mummificate naturalmente, forse per via di una particolare muffa. La visita è guidata, dura circa mezz’ora e permette di scoprire la storia di ogni mummia.

Passeggiare tra le vie del centro storico di Urbania vi permetterà di fare un salto indietro nel tempo e ammirare palazzi, chiese e stupendi scorci panoramici. Incontrerete il Ponte del Riscatto, il Ponte dei Coppi, la Cattedrale di San Cristoforo Martire, la più antica chiesa cittadina, l’ottocentesco Teatro D. Bramante e le tipiche botteghe artigiane che, continuando la tradizione rinascimentale, producono pezzi unici di maioliche decorate e istoriate.

Urbania, fiume Metauro

Fonte: iStock

Vista del fiume Metauro a Urbania

Come abbiamo accennato, Urbania è la città della Befana dove è possibile incontrare, durante tutto l’arco dell’anno, la simpatica vecchina nella sua dimora, uno spazio ristrutturato nel palazzo civico attiguo alla Torre campanaria. Durante la Festa Nazionale il 4, 5 e 6 gennaio (ma anche negli altri giorni dell’anno), la Befana accoglie qui i visitatori e mostra loro come si prepara il carbone, come si tesse al telaio e racconta storie di fantasia e di tradizione.

Befana, Urbania, festa

Fonte: Ufficio Stampa

La Befana nella festa di Urbania

La Festa di Urbania è anche un momento di valorizzazione del folklore e delle tradizioni con percorsi del gusto tra i prodotti del territorio, itinerari turistici alla scoperta del Montefeltro e delle bellezze monumentali della cittadina e laboratori didattici per conoscere e imparare gli antichi mestieri tra cui la lavorazione della ceramica.

Il Bosco dei Folletti, magia e natura

A pochi chilometri da Urbania, immerso nell’Oasi Faunistica di Monte Montiego, si trova il Bosco dei Folletti, un luogo magico dove realtà e fantasia si intrecciano. Questo incantevole angolo di natura offre ai visitatori un’esperienza unica, tra sentieri immersi nel verde, storie di folletti e animali da cortile, piante da frutto e giochi di una volta. L’attrazione principale è il Sentiero Fantastico, un percorso di 1.500 metri che si snoda tra casette, statue di folletti e sagome di animali, dove grandi e piccoli possono immergersi nelle favole della famiglia di Piticù, un gruppo di folletti che, dopo un lungo viaggio dalla Transilvania, ha trovato rifugio in questa valle appartata.

Oltre alla passeggiata nel bosco, il centro propone numerose attività didattiche e ludiche, come il Percorso Avventura “Lo scoiattolo”, pensato per i più piccoli, e il Museo degli Attrezzi Agricoli, che offre uno spunto di riflessione sulla tradizione rurale. I visitatori possono anche visitare la Fattoria degli Animali, dove incontrano asini, polli e altri animali, o partecipare a laboratori creativi e naturalistici. Per chi desidera un’esperienza più intensa, sono disponibili passeggiate a cavallo e sull’asino, nonché emozionanti avventure su teleferiche e arrampicate sportive.

Il Bosco dei Folletti è anche un luogo ideale per famiglie e scolaresche che desiderano trascorrere un soggiorno immersi nella natura. Il Centro di Educazione Ambientale San Martino offre un ostello dove i gruppi possono pernottare, godendo di un’atmosfera tranquilla e rilassante, lontano dal caos cittadino. Con una rete sentieristica che si estende lungo i boschi circostanti, il Bosco dei Folletti è perfetto per escursioni di diverso livello, dai percorsi facili per le famiglie alle escursioni più impegnative per gli amanti dell’avventura.

Un’esperienza a contatto con la natura e la magia, ideale per chi cerca una fuga dal quotidiano e desidera riscoprire il piacere della tranquillità e delle tradizioni.

 

La 28° Edizione della Festa Nazionale della Befana a Urbania

Da venerdì 3 a lunedì 6 gennaio 2025, Urbania diventa il cuore pulsante della magia e delle tradizioni, con la 28° edizione della Festa Nazionale della Befana. Durante questi quattro giorni, il centro storico della cittadina marchigiana si trasforma in un vero e proprio Befana-World, dove adulti e bambini possono vivere un’esperienza unica tra giochi, spettacoli e tradizioni secolari. Il programma di quest’anno promette sorprese e novità, senza dimenticare i grandi classici che hanno reso famosa la festa.

Le Befane volanti, che scenderanno dalla Torre Campanaria, regaleranno uno spettacolo imperdibile, mentre il Mago delle Bolle e i funamboli appesi a una luna gigante incanteranno il pubblico. Ogni giorno sarà un susseguirsi di eventi, tra cui la Sfilata della calza più lunga del mondo (ben 50 metri), il Giardino dei Colori in Piazza Padella, dove bambini e famiglie potranno divertirsi con attività creative, e i tradizionali Laboratori Trucca-bimbo e Vesti-Befana, che faranno diventare ogni piccolo visitatore una vera Befana.

Befane, Urbania

Fonte: Ufficio Stampa

Le Befane nella piazza di Urbania

Non mancheranno anche momenti di folklore, come la Sfilata storica rinascimentale, i concorsi di falconeria e l’esibizione degli arcieri di Fermignano, insieme a tanti spettacoli dal vivo. Tra le novità, si segnala anche il Palio della Befana, che vedrà sfidarsi i rioni della città, e il tradizionale Tombolone della Befana. La festa si arricchirà con numerosi stand gastronomici, dove poter gustare i dolci tipici della festa, come Crostolo e Frittella della Befana, e prelibatezze tipiche del territorio. Piazza del Gusto offrirà le specialità dello street food, mentre in Piazza Cavour si potranno acquistare prodotti di artigianato locale.

L’intero programma si sviluppa attraverso diverse aree tematiche: dalla cultura con visite al Palazzo Ducale, sede del Museo Civico, alla storia con il Cimitero delle Mummie, fino all’esplorazione del Bosco dei Folletti, un angolo magico dove i più piccoli possono entrare in contatto con la natura e la fantasia. La Fiera della Befana in Via Roma e Viale Sanzio completerà l’esperienza, con bancarelle ricche di articoli unici e imperdibili a prezzi vantaggiosi.

Questa edizione della Festa Nazionale della Befana promette di essere una delle più spettacolari di sempre, con eventi per tutte le età, coinvolgendo l’intera comunità e facendo vivere ai visitatori un’indimenticabile avventura nel cuore delle Marche.

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Firenze, la città che secondo il Times vive un secondo Rinascimento

Dopo decenni di sguardi al passato, assistiamo a un “nuovo Rinascimento fiorentino” che non solo premia il patrimonio del magnifico capoluogo toscano, ma lo mantiene vivo.

I ristoranti aggiornano ricette secolari e tornano ai prodotti del territorio, i musei ridisegnano le collezioni per mostrarle al meglio e per far dialogare l’arte moderna con i capolavori rinascimentali, gli abitanti hanno salvato dall’estinzione l’arte di navigare sull’Arno con la tecnica del “punting”: insomma, la culla del Rinascimento non è più “cristallizzata nel tempo” e oggi si respira un dinamismo che non si vedeva dai tempi dei grandi duchi di Toscana.

Naturalmente, l’altra grande novità di Firenze è il turismo di massa, compresi i visitatori dei weekend. Ma come trascorrere 48 ore in una città dove non basterebbero 48 vite? La risposta sta nell’unire le esperienze. Dai grandi classici alle realtà meno conosciute, vi è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, in qualsiasi stagione, da oltre 500 anni.

Ed è proprio così che il noto quotidiano britannico Times elogia Firenze e ne racconta il “secondo Rinascimento” proponendo due intense giornate tra arte, bellezza e buon cibo.

Cosa fare a Firenze secondo il Times

La visita non può non partire dai celeberrimi Uffizi che, negli ultimi dieci anni, hanno visto una trasformazione straordinaria. I capolavori più celebri sono ora esposti in teche anti-riflesso, così da permettere di cogliere dettagli mai visti prima, come nella celebre Primavera di Botticelli. Inoltre, è stata inaugurata una nuova ala dedicata agli autoritratti, e le mostre temporanee mettono in contatto opere contemporanee con le austere sale cinquecentesche.

Non può mancare una tappa al museo Orsanmichele, riaperto quest’anno, uno dei più affascinanti e meno affollati di Firenze. In passato granaio e chiesa, oggi disegna un viaggio impareggiabile tra affreschi e sculture al piano terra. Passaggi segreti, botole e scale nascoste raccontano la sua antica funzione di mercato del grano della Repubblica Fiorentina. Al piano superiore, dove si conservavano i cereali, sono esposte 13 delle 14 statue che ornavano l’esterno, opere di maestri come Donatello, Verrocchio e Ghiberti.

Villa Bardini, con gli splendidi giardini traboccanti di fiori e i panorami incredibili sullo skyline fiorentino, si adagia sulle colline dell’Oltrarno. Il percorso è ripido, ma strategico: si può iniziare dalla sommità, raggiungendola in taxi e scendendo a piedi, oppure partire dal basso e conquistare la salita per guadagnarsi una cena presso La Leggenda dei Frati.

Ma siamo appena all’inizio.

Per secoli, i renaioli navigavano l’Arno con i barchetti da rena per raccogliere sabbia dal fondale. Una tradizione quasi scomparsa, finché, nel 1994, tre intraprendenti fiorentini hanno restaurato tre barche centenarie per proporre romantiche escursioni private lungo l’Arno: 45 minuti indimenticabili che consentono di ammirare Firenze da una prospettiva inedita, scivolando accanto agli Uffizi, sotto il Ponte Vecchio e fino all’Oltrarno.

Vale poi la pena di visitare il Museo di San Marco, l’antico monastero frequentato dal monaco Savonarola e dall’artista Beato Angelico, che affrescò ogni cella del piano superiore, e le Cappelle Medicee, dove Michelangelo ebbe piena libertà creativa nel progettare e scolpire i monumenti funerari dei Medici.

Cosa mangiare e dove

Il Times non si limita a stilare un elenco di proposte su cosa vedere a Firenze in due giorni ma dà uno sguardo anche ai locali da provare per impreziosire la permanenza grazie a esperienze gastronomiche sopraffine.

  • Ino
    Se avete poco tempo per il pranzo, Ino è la scelta ideale: i suoi panini sono stati premiati come i migliori d’Italia. Ingredienti di alta qualità provenienti da piccoli produttori toscani si combinano con creatività tra due fette di pane tipo schiacciata, arricchiti da formaggi, marmellate e verdure originali e saporite.
  • Picteau
    Alle pareti troverete disegni di maestri come Picasso e Cocteau, mentre dalle finestre a tutta altezza potrete ammirare l’Arno. Il bar è all’interno del raffinato Hotel Lungarno ed è uno dei pochi locali ad affacciarsi direttamente sul fiume, grazie a una terrazza esterna sospesa sull’acqua.
  • La Leggenda dei Frati
    Tra i giardini incantevoli (e scoscesi) di Villa Bardini, lo chef Filippo Saporito reinventa con maestria i classici toscani e siciliani utilizzando prodotti locali. Dai ravioli ripieni di pollo alla cacciatora ai dolci ispirati al Duomo di Firenze, ogni piatto è una sorpresa. In estate, la cena viene servita su una terrazza con vista mozzafiato sulla città.
  • Tecum
    Nel 2021, i fratelli Claudia e Francesco hanno aperto questo delizioso bistrò nel quartiere San Jacopino, a cinque minuti di tram dalla stazione. Il focus è sul cibo locale e sostenibile: frattaglie e tagli meno noti (tipici della tradizione toscana), una vasta scelta di verdure (molte coltivate nel loro orto) e vini di piccoli produttori locali.
  • Giacosa 1815
    Luogo iconico del XIX secolo, è qui che, nel 1919, sarebbe nato il negroni. Riaperto lo scorso anno con un’eleganza art déco, vanta banconi imbottiti di velluto e un menu che celebra il famoso cocktail in tutte le sue varianti, tra cui una versione spritz assolutamente da provare.
  • Trattoria 4 Leoni
    Oltre il Ponte Vecchio, la trattoria alla moda propone interpretazioni moderne dei piatti tradizionali toscani. Dai crostini alla pappa al pomodoro, ogni portata è di stagione, locale e davvero gustosa.
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Aosta compie 2050 anni, gli imperdibili eventi per celebrare il traguardo

Aosta si prepara a celebrare un anniversario straordinario: i 2050 anni dalla sua fondazione come Augusta Praetoria, voluta dall’imperatore Ottaviano Augusto.

In occasione di una così importante ricorrenza, la giunta regionale della Valle d’Aosta ha stanziato una prenotazione di spesa di 757 mila euro, destinati a un ricco calendario di eventi che vedrà insieme storia, cultura e dialogo tra passato e futuro. L’assessore ai Beni culturali, Jean-Pierre Guichardaz, ha sottolineato che il programma è il frutto di una collaborazione tra il Comune di Aosta e svariate strutture della soprintendenza ai Beni culturali.

Il primo appuntamento ufficiale è previsto per il solstizio d’inverno 2024, con una presentazione dettagliata dei festeggiamenti, che entreranno nel vivo con il nuovo anno.

Il legame di Aosta con il solstizio d’inverno

Il solstizio d’inverno non è soltanto un evento astronomico, ma un momento simbolico che collega la fondazione di Aosta alla rinascita della luce: così, tra il 20 e il 21 dicembre 2024, una serie di eventi darà il via al percorso celebrativo.

Conferenze, laboratori, performance teatrali e concerti uniranno scienza, mitologia e teologia, e proporranno una riflessione sulla luce e sul significato simbolico della nascita della città. Tra gli appuntamenti più attesi, ecco “LUCE“, ovvero l’osservazione del sorgere del sole al Cardo Maximus, un’esperienza immersiva che esplora il profondo legame tra luce e vita, seguita da approfondimenti con esperti.

Per i più piccoli e le famiglie, il Museo Archeologico Regionale ospita il laboratorio “La nascita di una città“, che racconta la storia di Augusta Praetoria, regalando ai partecipanti un suggestivo “viaggio nell’antica Roma”.

Mostre, convegni e archeologia: il cuore delle celebrazioni

Le celebrazioni partiranno il 21 marzo 2025, giorno dell’equinozio di primavera, l’evento che segnerà l’inizio di un anno dedicato alla valorizzazione del patrimonio storico e culturale di Aosta.

L’8 maggio 2025 vedrà l’inaugurazione di una mostra presso l’Area megalitica, un’opportunità senza pari per conoscere da vicino la realtà di due città romane. Nei giorni successivi, il 9 e 10 maggio, un convegno scientifico esplorerà l’eredità delle città di fondazione augustea, culminando il 9 maggio in un concerto dedicato alla Giornata dell’Europa.

A giugno, in occasione delle Giornate europee dell’archeologia, una settimana di eventi sarà dedicata alla valorizzazione del patrimonio archeologico, con visite a luoghi nascosti della città e attività per scoprire angoli poco conosciuti di Aosta.

Teatro e rievocazioni: un’estate all’insegna della cultura

L’estate 2025 vedrà il ritorno del teatro riscoperto. Nell’attesa della riapertura dell’area archeologica del Teatro Romano, restaurata e valorizzata, il piazzale “ex Birreria” ospiterà spettacoli estivi che daranno nuova vita alla storia antica del capoluogo valdostano.

Ad agosto, una due giorni sarà dedicata all’antica Roma delle Alpi, con rievocazioni storiche, attività interattive e laboratori aperti a tutti, per immergersi nella vita quotidiana dell’epoca romana.

Tra settembre e ottobre 2025, le celebrazioni si concentreranno poi sul tema del restauro, grazie a ricerche e a progetti che legane discipline differenti come l’archeologia, l’archivistica e le tecniche audiovisive: sarà un momento prezioso per riflettere sull’importanza della conservazione del patrimonio culturale con uno sguardo al futuro.

Il gran finale: il solstizio d’inverno 2025

Le celebrazioni culmineranno a dicembre 2025 con un evento dedicato alla rievocazione dei riti di fondazione delle città romane, in concomitanza con il solstizio d’inverno. Una cerimonia speciale chiuderà così l’anno di festeggiamenti e renderà, ancora una volta, omaggio alla storia di Aosta e al suo ruolo come ponte tra passato e futuro.

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Corea del Sud, viaggio alla scoperta del paradiso della tecnologia

La Corea del Sud è una terra di contrasti affascinanti, dove la tecnologia più all’avanguardia incontra secoli di storia e tradizione. Dai grattacieli futuristici di Seul alla spiritualità di antichi templi buddisti, dai sentieri di montagne lussureggianti ai centri folkloristici custodi di antiche tradizioni, questo Paese dinamico e sorprendente ha qualcosa da offrire a ogni tipo di viaggiatore.

La Corea del Sud è una destinazione che conquista a ogni angolo, unendo l’energia delle città che pulsano al ritmo della cultura k-pop alla serenità dei parchi nazionali, senza dimenticare la ricca gastronomia, con delizie tutte da gustare, dal kimchi ai barbecue coreani, fino agli street food più irresistibili.

Cosa vedere in Corea del Sud, le attrazioni principali

Seul, la capitale tra tradizione e innovazione

Palazzi storici, boutique di lusso, ristoranti trendy e parchi incantevoli, Seul è un affascinante mosaico di storia, cultura e tecnologia. Antichi palazzi, come il maestoso Gyeongbokgung, si trovano immersi tra grattacieli all’avanguardia, creando un contrasto spettacolare, mentre quartieri come Gangnam epicentro delle ultime tendenze K-pop, della moda e della bellezza. Simbolo del lusso coreano, qui si trovano boutique di alta moda, centri estetici rinomati e una vivace scena culinaria. Tra le sue attrazioni, i parchi lungo il fiume Han e le tombe reali di Seonjeongneung Park offrono un’oasi di tranquillità nel cuore della città. Seul è anche un modello di innovazione, con infrastrutture tecnologiche all’avanguardia e un sistema di trasporti impeccabile.

Jeju, l’isola incantevole

A soli 85 chilometri dalla costa della Corea del Sud, l’isola di Jeju è un vero paradiso naturale, riconosciuto tra le Nuove sette meraviglie del mondo naturali della New 7 Wonders Foundation. Con le sue spiagge di sabbia bianca circondate da foreste di pini, crateri vulcanici, grotte laviche e giardini botanici spettacolari, è la meta perfetta per gli amanti della natura e i fotografi in cerca di paesaggi suggestivi.

Tra le principali attrazioni, il Seongsan Ilchulbong, noto anche come Sunrise Peak, è uno spettacolare cono vulcanico alto 180 metri, formatosi circa 5.000 anni fa in seguito a un’esplosione sottomarina. Dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, offre una vista panoramica sulle scogliere e sull’oceano ed è considerato il miglior punto dell’isola per ammirare l’alba: il sole che sorge sopra l’orizzonte crea uno spettacolo di colori che incanta ogni visitatore.

Gyeongju, un museo a cielo aperto

Gyeongju, conosciuta come la “città dai mille anni”, è un autentico gioiello culturale che racchiude la storia millenaria della Corea del Sud. Capitale del regno di Silla dal 57 a.C. al 935 d.C., questa città storica è disseminata di siti antichi e tesori archeologici, tra cui templi, pagode di pietra, palazzi e tombe reali. Luoghi iconici come il Tempio Bulguksa, la Grotta di Seokguram, e il Monte Namsan sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, rendendo Gyeongju una destinazione imperdibile per gli amanti della cultura e dell’arte.

Il Tempio Bulguksa, capolavoro dell’architettura del regno di Silla, è una meraviglia di terrazze, ponti e pagode in pietra finemente scolpite. Costruito nel 774 e successivamente restaurato dopo essere stato danneggiato durante la Guerra Imjin (1592-1598), oggi conserva sette tesori nazionali ed è uno dei siti più rappresentativi della cultura buddista coreana.

Cheonggyecheon Seul

Fonte: iStock

Il moderno spazio ricreativo di Cheonggyecheon nel centro di Seul, Corea del Sud

Andong, il cuore delle tradizioni popolari coreane

Situata nella provincia di Gyeongsangbuk-do, Andong è soprannominata “la città più coreana della Corea”. Un titolo che le si addice perfettamente grazie al suo fascino unico, che culmina nel celebre villaggio Hahoe, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Conosciuta anche come la “città dei musei”, Andong ospita circa 20 musei ed esposizioni che raccontano i diversi aspetti della storia e della cultura locale. Tra le sue principali attrazioni spicca l’Hahoe Byeolsingut Tallori, una danza drammatica con maschere dalla tradizione millenaria.

Gwangju, la culla della democrazia coreana

Nota come il luogo in cui ha avuto origine la democrazia coreana, Gwangju è una città di grande importanza storica e culturale. Fu qui che, nel 1980, ebbe luogo la Rivolta democratica del 18 maggio, un evento cruciale nella lotta della Corea del Sud per la democrazia. Per dieci giorni, i cittadini di Gwangju si sollevarono contro il regime militare autoritario di Chun Doo-hwan, in un movimento iniziato da studenti universitari e trasformatosi poi in una ribellione popolare. Nonostante la repressione violenta, che causò centinaia di vittime, questo evento segnò un punto di svolta nella storia democratica del Paese, celebrato nel Parco Commemorativo del 18 Maggio e nel Cimitero Nazionale.

Busan, la principale località balneare

Situata nell’estremo sud-est della Corea, seconda metropoli del Paese, Busan è nota come la Città del Cinema, grazie al Busan International Film Festival (BIFF), il più grande festival cinematografico d’Asia. Tuttavia, le sue attrazioni vanno ben oltre il grande schermo: ampie spiagge, mercati vivaci, quartieri artistici e una cucina locale unica rendono una visita in questa città un’esperienza indimenticabile.

Haeundae Beach, una delle mete balneari più iconiche della Corea, è un luogo perfetto per rilassarsi, tra spiagge di sabbia bianca, acque cristalline e una vivace atmosfera. Marine City stupisce con grattacieli svettanti e una vasta scelta di ristoranti e caffè, mentre al tramonto, la città si trasforma in un suggestivo gioco di luci che si riflettono sulle onde del mare, regalando momenti di pura magia.

Parco Nazionale di Seoraksan

Nel nord-est del paese, il Parco Nazionale di Seoraksan è una meraviglia naturale che incanta i visitatori con i suoi paesaggi verdeggianti, una ricca biodiversità e una straordinaria combinazione di montagne, valli e foreste. Questo gioiello naturale, che si estende su un’area di 400mila chilometri quadrati protetta come biosfera, è una destinazione imperdibile per gli amanti della natura e per chi cerca un’oasi di tranquillità lontano dal caos quotidiano. Domina il paesaggio la maestosa montagna Seorak-san, che con i suoi 1.708 metri di altitudine prende il nome dalla neve che ricopre le sue vette tutto l’anno. Sule sue pendici sorge il tempio Shinheungsa, custode di un’imponente statua del Buddha che veglia silenziosamente sulla valle circostante.

Cosa fare in Corea del Sud

Visitare il Gyeongbokgung

Costruito oltre 600 anni fa, il Gyeongbokgung Palace è uno dei luoghi simbolo di Seul. Questo complesso storico, circondato da imponenti mura, custodisce sale regali come il Geunjeongjeon, dove si svolgevano gli affari di stato, e il Gyotaejeon, residenza delle consorti reali. Indossare un hanbok, il tradizionale abito coreano, per passeggiare tra i cortili e gli edifici è un’esperienza che riporta i visitatori al tempo dei fasti imperiali.

Fare un tuffo nel passato al Bukchon Hanok Village

Questo villaggio storico ospita antiche case tradizionali coreane, chiamate hanok, che offrono uno spaccato autentico della cultura e dell’architettura del passato. Le strette viuzze del villaggio sono un invito a perdersi tra le facciate in legno, i tetti ricurvi e gli scorci pittoreschi. Per un’esperienza completa, è possibile noleggiare e indossare un hanbok e lasciarsi avvolgere dal fascino di un’epoca lontana.

Tempio a Busan, Corea del Sud

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Tempio Haedong Yonggungsa a Busan, Corea del Sud

Ammirare il panorama dal Seul Sky

Registrato nel Guinness dei Primati come l’osservatorio più alto del mondo, il Seul Sky della Lotte World Tower offre una vista mozzafiato a 360° sulla città da un’altezza di 500 metri. Ai suoi piedi si estende il parco divertimenti Lotte World che offre attrazioni per tutte le età, dall’iconica giostra ai palloni aerostatici, rendendolo una tappa perfetta per le famiglie.

Gustare la cucina tipica coreana

La cucina coreana è un’esperienza sensoriale che va oltre il semplice atto di nutrirsi. Dalle specialità di mare allo street food, ogni pasto è un’esplosione di sapori dolci, salati, acidi e piccanti. Il riso, ingrediente base di ogni pasto, è spesso accompagnato da una miriade di banchan, piccoli contorni a base di verdure fermentate, carne o pesce, che donano al piatto un’esplosione di sapori. Il kimchi, cavolo fermentato piccante, è il re indiscusso della tavola coreana e un simbolo di questa cucina unica. Da provare i piatti iconici come il tteokbokki piccante o i hotteok dolci ripieni, per un’esperienza gastronomica indimenticabile.

Fare trekking nel Parco Nazionale di Hallasan

Situato nel Parco Nazionale di Hallasan, il monte Hallasan è la vetta più alta della Corea del Sud e domina il paesaggio dell’isola di Jeju. Questo vulcano inattivo, situato all’estremità meridionale della penisola coreana, è un santuario di biodiversità con oltre 1.800 specie di piante alpine. Dichiarato Riserva della Biosfera UNESCO, Patrimonio dell’Umanità e Global Geopark, il monte Hallasan offre sette percorsi escursionistici, di cui due conducono al suggestivo lago Baengnokdam, situato all’interno del cratere. La salita è impegnativa, ma ampiamente ripagata dal panorama sensazionale.

Guardare il tramonto al Seongsan Sunrise Peak

Sebbene il nome celebri l’alba, il Seongsan Sunrise Peak sull’isola di Jeju regala soprattutto tramonti indimenticabili. La sua origine vulcanica ha modellato un paesaggio unico, dove il sole che cala sull’oceano dipinge il cielo di sfumature dorate. Dalla cima la vista abbraccia la costa e l’entroterra, rendendo questo luogo un’esperienza indimenticabile per chiunque voglia catturare la magia del crepuscolo.

Immergersi nella magia dei ciliegi in fiore a Gyeongju

Un viaggio a Gyeongju in primavera è particolarmente romantico, grazie ai ciliegi in fiore che decorano la città con un velo di colori pastello. Questa stagione aggiunge un tocco di poesia alle antiche rovine, rendendo ogni angolo della città particolarmente suggestivo.

Scoprire il folklore coreano nel Villaggio Hahoe

Circondato dalle anse del fiume Nakdonggang, il Villaggio Hahoe di Andong è il più rappresentativo centro folkloristico della Corea, visitato in passato anche da personalità illustri come la Regina Elisabetta II e il Presidente George W. Bush. Qui si può respirare l’atmosfera autentica della dinastia Joseon, grazie alle tradizionali case choga con tetti di paglia e alle botteghe artigianali ancora attive. Il villaggio è anche il palcoscenico dell’Hahoe Byeolsingut Tallori, la danza drammatica riconosciuta come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO.

Soggiornare in un autentico hanok

Andong offre anche la possibilità di soggiornare in un hanok, le tradizionali case coreane. Dormire in una dimora centenaria significa vivere un’esperienza immersiva nella cultura della dinastia Joseon, tra antichi pavimenti ondol riscaldati e architetture che raccontano storie di un’epoca lontana.

Andar per mercati

Il fascino autentico di Busan si scopre anche nei suoi mercati tradizionali. Jagalchi Market, il più grande mercato ittico del Paese, è un’esperienza sensoriale unica: qui si può gustare pesce fresco appena pescato o provare i piatti locali nei ristoranti adiacenti. Gukje Market, invece, è il luogo ideale per curiosare tra bancarelle di artigianato e street food.

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Cosa fare a Roma gratis durante le feste

Le feste di fine anno sono, senza dubbio, il momento più magico della stagione. Da vivere da soli, in famiglia o con gli amici. L’atmosfera che si respira in città, infatti, acquista un sapore frizzante e vivace che riesce a regalare un po’ di spensieratezza destinata a essere conservata nel cassetto dei ricordi. E tra le mete da sempre più amate del Belpaese, Roma occupa un posto speciale: vestita per l’occasione del suo abito migliore, la capitale si prepara anche in vista del Giubileo 2025.

Durante le feste natalizie,  infatti, non c’è piazza che non sia un autentico palcoscenico a cielo aperto, in grado di incantare sia i turisti sia i residenti, alla scoperta di angoli nascosti. Proprio in concomitanza con il Giubileo ormai prossimo, la città eterna non si fa trovare impreparata e propone una serie di attività gratuite per tutti i gusti nel segno della cultura, dell’arte, della tradizione e della spiritualità.

Abbiamo selezionato cinque proposte di itinerario per chi desidera vivere la magia di Roma senza toccare il portafoglio.

Alla scoperta dei presepi e degli alberi addobbati a Roma

Il presepe, insieme all’albero decorato, è il simbolo per eccellenza del Natale e Roma diventa attrazione cittadina per tutte le celebrazioni diffuse sul territorio. Nel periodo natalizio, infatti, non solo le chiese ma anche le piazze accolgono presepi di pregevole fattura artistica a rappresentare la Natività secondo stili e linguaggi differenti. Così, passeggiando nel centro, è impossibile non trovarne uno, ma ecco quelli da non perdere:

  • Il presepe di Piazza San Pietro: come da tradizione, Piazza San Pietro in Vaticano e il colonnato del Bernini diventano splendida cornice di un maestoso presepe, ai piedi dell’albero decorato. Di anno in anno, l’allestimento varia con interpretazioni che provengono da diverse regioni italiane o dall’estero.
  • La mostra 100 Presepi in Vaticano: si tratta di un’esposizione gratuita che si snoda proprio sotto il colonnato e presenta decine di presepi da ogni latitudine. Ciascuno di questi, dunque, è un’opera che omaggia la tradizione natalizia secondo culture e tecniche specifiche.

Tra le chiese, invece, in cui vale la pena entrare per ammirarne i presepi storici segnaliamo la Basilica di Santa Maria Maggiore, tra i più antichi al mondo, e quello della Chiesa dei Santi Cosma e Damiano per lo stile barocco. Passando, poi, al profano anche gli alberi decorano la città a partire da quello della centralissima Scalinata di Trinità dei Monti in Piazza di Spagna che, fino al 6 gennaio, fa mostra di sé con migliaia di luci LED e un design futuristico che si armonizza con le luminarie di via dei Condotti.

In Piazza San Lorenzo in Lucina, poi, campeggia un’installazione sostenibile, realizzata con materiali riciclati e luci LED a basso consumo energetico come simbolo di innovazione e monito rispetto per l’ambiente. A caratterizzare l’albero di Largo Goldoni è l’eleganza del vetro nei toni del rosso, oro, verde metallico e rosa chiaro, ispirate alla tradizione del vetro di Murano.  Infine, Piazza del Popolo abbraccia un abete alto 22 metri che illumina il cuore pulsante dello shopping e delle celebrazioni natalizie romane.

Percorsi culturali tra arte e spiritualità

In prospettiva delle celebrazioni giubilari, con l’apertura ufficiale della Porta Santa il 24 dicembre 2024, numerosi eventi e luoghi di interesse culturale e religioso sono accessibili gratuitamente. Immancabile, dunque, per i fedeli il pellegrinaggio alle quattro Basiliche Papali, ovvero San Pietro, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo Fuori le Mura. Fede ma non solo dal momento che ogni basilica è già di per sé un’opera d’arte che vale la pena visitare.

E a proposito di porte, durante il Giubileo, l’apertura delle Porte Sante costituisce un momento spiritualmente profondo. È possibile, dunque, varcarle come esperienza che simboleggia un percorso di rinnovamento interiore. Dopo San Pietro, nell’ordine, saranno aperte le Porte Sante in San Giovanni in Laterano (29 dicembre), quindi in Santa Maria Maggiore (1 gennaio 2025) e in San Paolo fuori le Mura (5 gennaio).

Inoltre, a Palazzo Cipolla è possibile ammirare la Crocifissione bianca di Marc Chagall che per la prima volta è esposta in Italia. Potentissima nella sua espressività, l’opera risale al 1938, anno di profonde tensioni in Europa. In particolare, Chagall – nato in una famiglia di Vitebsk, in Bielorussia, di fede ebraica – realizzò il quadro poco dopo la Notte dei Cristalli e poi all’arte volle affidare il suo grido contro le persecuzioni e l’oppressione. L’esposizione è ad accesso gratuito e libero dalle 10 alle 20, tutti i giorni.

Non mancano, poi, le associazioni culturali che propongono tour gratuiti in cui storia, arte e fede si incontrano. È il caso, per esempio, degli itinerari dedicati alla scoperta dei mosaici paleocristiani di San Clemente o degli affreschi custoditi in Santa Prassede.

Mercatini artigianali e concerti gratuiti nelle chiese

Passeggiare per le strade di Roma durante il periodo delle feste di fine anno è già di per sé un regalo. Le luci che decorano Via del Corso e Piazza Venezia sono tra le più scenografiche della città e culminano nell’imponente albero di Natale di Piazza Venezia. Impossibile, poi, non fare un giro in Piazza Navona e nel suo frequentatissimo mercatino in mezzo al quale perdersi è un piacere. Tra stand e casette di legno colorate, lucine scintillanti, prodotti artigianali, giochi e delizie gourmet, si possono infatti ammirare creazioni artigianali e spettacoli improvvisati.

Ma il Natale a Roma non si ferma qui perché in città i Villaggi di Natale sono svariati, dedicati ai più piccoli ma anche ai loro genitori. E regalano un’esperienza fiabesca fatta di animazioni, attrazioni a tema, spettacoli, parate e sorprese. Ci sono, poi, angoli della capitale che ospitano installazioni luminose e videomapping che raccontano la storia della città e delle festività natalizie in maniera innovativa e gratuita. È il caso di Sant’Andrea della Valle che acquista un’allure inedita. E a completare l’atmosfera del Natale, c’è la musica che la fa padrona durante la stagione risuonando praticamente ovunque.

La proposta, anche in questo caso, è estremamente variegata, in termini di stili e generi, con concerti gratuiti che spaziano dalla musica sacra al repertorio classico natalizio. Tra questi, il primo appuntamento è per il 22 dicembre, alle 18, presso la Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, dove si esibisce il Coro della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” diretto da don Marcos Pavan. Inoltre, durante il periodo festivo, diverse chiese come San Luigi dei Francesi e Santa Maria della Pace partecipano offrono spettacoli gratuiti.

Ingresso gratuito ai Musei Vaticani (29 dicembre 2024)

Come ogni ultima domenica del mese, il 29 dicembre 2024, i Musei Vaticani – non solo il museo “italiano” più visitato al mondo, ma uno dei luoghi simbolo dell’arte e della cultura internazionale – sono visitabili gratuitamente e senza necessità di prenotazione.  All’interno, i visitatori possono esplorare numerose sezioni, ognuna con un focus particolare: dall’Arte Egizia a quella Romana, fino ai tesori dei grandi maestri esposti nella pinacoteca. Del resto, l’edificio stesso che ospita le collezioni, con le sue decorazioni, i suoi cortili e la sua architettura, è un’opera d’arte.

Oltre alla celeberrima Cappella Sistina, a lasciare i visitatori senza fiato sono La Loggia e le Stanze di Raffaello, capolavori del Rinascimento e la Galleria delle Carte Geografiche. E ancora, il Cortile Ottagono, il Laocoonte e la Scala Bramante, un gioiello architettonico da capogiro. L’ingresso è possibile dalle ore 9:00 alle 12:30, con chiusura alle ore 14:00.

Roma Capodarte 2025: Città nel mondo

Per il Capodanno, Roma ha in serbo un calendario di eventi che si apre con due concerti gratuiti che porteranno la musica nelle periferie grazie a Roma Capodarte 2025. Protagonisti sul palco Giancane e Rancore, tra gli artisti più apprezzati del panorama musicale romano e nazionale.

Il cantautore romano ed ex chitarrista del gruppo Il Muro del Canto Giancane inaugura l’anno nuovo con il suo indie-folk ironico e pungente. Lo show è in programma al Mercato Rionale di Largo Arquata del Tronto, nel quartiere di San Basilio, dove l’artista, reduce dal tour insieme a Zerocalcare, regalerà al pubblico una speciale esperienza musicale. Rancore, invece, esponente del rap italiano e vincitore del premio per il miglior testo al Festival di Sanremo 2020, si esibirà nel parcheggio dell’I.C. Pablo Neruda di via di Casal del Marmo 216. Il concerto-evento ripercorrerà i brani più significativi del suo repertorio.

Ma Roma Capodarte 2025 non è solo musica e intende coinvolgere tutti i 15 municipi della città eterna. Secondo le intenzioni dell’Assessore alla Cultura di Roma Capitale, Massimiliano Smeriglio, questa quarta edizione, che cade nell’anno giubilare, vuole mettere al centro la capitale come crocevia di culture e dialogo tra centro e periferie, oggi come ieri. In questo senso, le iniziative gratuite rivolte sono orientate al coinvolgimento dell’intera cittadinanza e non solo. “Una grande occasione per tutte e tutti di entrare in relazione con la bellezza”, ha dichiarato Smeriglio nella nota stampa ufficiale –. E, per le romane e i romani, di riappropriarsi delle vie, delle piazze, dei cortili che li hanno visti crescere o che li hanno accolti nel corso della propria vita. Di innamorarsi ancora della nostra città”.

Insomma, il Natale a Roma garantisce proposte sono per tutti i gusti e per l’intera stagione festiva, tra attività outdoor ed eventi al chiuso per i più freddolosi. Un’occasione davvero speciale per scoprire – o riscoprire – una città che non smette di regalare sorprese.

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Dove sciare in Sicilia: le migliori località sciistiche dell’isola

La Sicilia è una terra che sorprende sotto ogni aspetto: nota per le sue spiagge dorate, i paesaggi mozzafiato e il clima mediterraneo, l’isola custodisce anche un lato invernale affascinante e poco conosciuto. Le montagne siciliane, infatti, offrono alcune delle esperienze sciistiche più sorprendenti d’Italia, con impianti moderni e paesaggi naturali che si rivelano unici per chi cerca una vacanza sulla neve. Sebbene non si possa paragonare alle Alpi o agli Appennini per dimensioni, la Sicilia ha una straordinaria peculiarità: sciare su un vulcano attivo come l’Etna, con una vista che spazia dal mare alle cime innevate.

Le località sciistiche siciliane sono perfette per chi desidera unire lo sport invernale con la scoperta di una terra ricca di storia, cultura e tradizioni. Tra le cime imponenti dell’Etna e le tranquille vette delle Madonie e dei Nebrodi, i comprensori sciistici siciliani offrono piste per ogni livello, impanti di risalita ben attrezzati e una diversità di attività che vanno oltre lo sci alpino, inclusi snowboard, freeride ed escursioni con ciaspole. Ma non solo: la possibilità di sciare di giorno e godere di piatti tipici siciliani a base di pesce, arancine e dolci tipici la sera, rendono queste località uniche.

Scopriamo quindi dove sciare in Sicilia e quali sono le caratteristiche principali di ogni stazione sciistica, le date di apertura, il modo più facile per raggiungerle e i prezzi degli skipass giornalieri.

Etna

L’Etna, con i suoi 3.329 metri di altezza, non è solo un vulcano attivo in Sicilia, ma anche una destinazione sciistica incredibile che attira ogni anno appassionati di sci da tutta Italia e non solo. Sebbene la stagione sciistica sull’Etna dipenda fortemente dall’innevamento naturale, la località offre un’esperienza unica di sci, con paesaggi spettacolari che combinano l’ambiente alpino con viste mozzafiato sul mare e sulla baia di Taormina. La stagione sciistica solitamente inizia intorno al periodo natalizio e può proseguire fino a Pasqua, a seconda delle condizioni meteorologiche e della quantità di neve presente.

La stazione sciistica di Piano Provenzana, situata sul versante nord del vulcano, è una delle più frequentate. Qui, gli appassionati di sci possono godere di un panorama straordinario mentre si avventurano sulle piste. Piano Provenzana è dotata di 4 impianti di risalita: una seggiovia quadriposto, la Pouchoz, che serve una pista blu ideale per i principianti, e tre skilift che si snodano attraverso le diverse difficoltà delle piste, permettendo così a sciatori di ogni livello di divertirsi.

La seggiovia Pouchoz è una seggiovia ad agganciamento automatico che copre una pista lunga 1,5 km, con un dislivello di circa 400 metri, ideale per chi sta imparando o per chi cerca una discesa più tranquilla. Il costo di uno skipass giornaliero per i bambini (fino a 12 anni) è di circa €25, mentre per gli adulti è di €35.

Gli skilift della stazione offrono una varietà di percorsi per sciatori più esperti. Lo Skilift Monteconca, che serve una pista rossa/blu di media difficoltà, si sviluppa su 1,6 km di lunghezza, con un dislivello che varia da 1828 m a 2090 m. La pista presenta sezioni più impegnative, ma anche tratti più facili. Anche in questo caso, il costo dello skipass giornaliero è di €25 per i bambini e €35 per gli adulti.

Lo Skilift Coccinelle è un’altra importante attrazione, servendo una delle piste più tecniche dell’Etna, frequentata anche da sciatori professionisti. La pista, che ha ospitato gare internazionali, è lunga 1,4 km e offre tratti di forte pendenza. Lo skipass giornaliero per bambini e adulti è lo stesso, €25 per i bambini e €35 per gli adulti.

Infine, lo Skilift Anfiteatro serve due piste rosse, una delle quali omologata per gare di sci alpino, con una lunghezza complessiva di 1,3 km e un dislivello che va dai 2050 m ai 2336 m. La discesa è entusiasmante e perfetta per gli sciatori che cercano una sfida in più. Il costo dello skipass giornaliero è lo stesso degli altri impianti: €25 per i bambini e €35 per gli adulti.

L’apertura è prevista per il 28 dicembre e Piano Provenzana è facilmente raggiungibile in auto. Partendo da Catania, si prende l’autostrada A18 in direzione Messina e si esce a Fiumefreddo di Sicilia. Da qui, si prosegue per Linguaglossa e infine per Piano Provenzana, che dista circa 15 km dal paese. Il viaggio dura circa un’ora. Se provenite da Messina o Palermo, il percorso è simile: basta prendere l’autostrada A18 e seguire le stesse indicazioni. In alternativa, è possibile raggiungere la zona anche con autobus locali che partono da Catania e Linguaglossa, ma gli orari e la frequenza potrebbero variare a seconda della stagione.

Madonie

Nel cuore della Sicilia centrale, il comprensorio sciistico di Piano Battaglia si trova immerso nel verde del Parco delle Madonie, un’area naturale che regala paesaggi incantevoli. Situato a circa 1.570 metri di altitudine, Piano Battaglia è il punto di riferimento per gli amanti dello sci in provincia di Palermo. La località si estende fino a 1.840 metri sulla vetta del Monte Mufara e offre impianti moderni e piste adatte a sciatori di ogni livello. A partire dal 2016, la stazione sciistica è stata completamente rinnovata con l’introduzione di una nuova seggiovia biposto, che permette di salire facilmente in cima, e un skilift Mufaretta. Le piste sono state completamente rifatte, allargate e messe in sicurezza, creando un ambiente ideale sia per i turisti che per gli sciatori più esperti.

Piano Battaglia vanta una varietà di piste da sci che si sviluppano su una lunghezza totale di 4,5 km. Tra le più note, la pista Mollica, riaperta dopo 30 anni, offre pendenze che ricordano quelle delle più celebri località alpine, ed è perfetta per chi cerca emozioni forti. La pista dello Scoiattolo, recentemente ristrutturata, è adatta anche a sciatori principianti, mentre la pista Sparviero, più tecnica, presenta tratti impegnativi che la rendono ideale per chi vuole affinare la propria tecnica. Per i neofiti e i bambini, il Campo Scuola Marmotta, situato nel settore orientale di Piano Battaglia, offre un’area sicura e attrezzata con tapis roulant, perfetta per imparare a sciare o fare snowboard.

Il comprensorio, che serve anche i ciclisti con uno skilift attrezzato per il trasporto delle biciclette, è dotato di impianti che consentono un’esperienza completa sia per il sci alpino che per il snowboard. Il Rifugio Marini, recentemente ristrutturato, offre un luogo accogliente per chi vuole fare una pausa e assaporare i piatti tipici siciliani. Con una stagione sciistica che va da fine dicembre a metà marzo, Piano Battaglia è perfetto per una giornata di sci immersi in un’atmosfera tranquilla, lontano dalla folla delle stazioni più grandi. I prezzi degli skipass partono da 15 euro per il giornaliero, rendendo questa meta particolarmente accessibile.

Per raggiungere Piano Battaglia nelle Madonie, il punto di partenza principale è la città di Palermo. Da lì, si prende l’autostrada A19 in direzione Catania e si esce a Caltavuturo. Da questa uscita, si prosegue seguendo le indicazioni per Petralia Sottana e successivamente per Piano Battaglia, situato a circa 20 km dal centro di Petralia. Il percorso è ben segnalato e la strada che sale verso la località sciistica è panoramica e abbastanza comoda, anche se durante l’inverno può essere necessaria una certa attenzione a causa delle condizioni meteo.

In alternativa, se si proviene da Catania, si percorre sempre l’autostrada A19 e si esce a Enna. Da lì si prosegue verso Sclafani Bagni e infine per Piano Battaglia. In entrambi i casi, la località è facilmente raggiungibile in auto e offre anche un parcheggio vicino agli impianti.

Per chi non ha un’auto a disposizione, è possibile raggiungere Piano Battaglia anche con autobus locali che partono da Palermo o Catania e arrivano a Petralia Sottana, da dove si può prendere un taxi o un servizio navetta fino alla località sciistica. Tuttavia, gli orari degli autobus potrebbero variare a seconda della stagione e del giorno della settimana, quindi è consigliato verificare in anticipo.

Nebrodi

I Nebrodi, purtroppo privi di impianti sciistici, sono una destinazione ideale per chi ama il sci di fondo e le ciaspolate. La zona, grazie al suo innevamento naturale, offre un’esperienza immersiva nei paesaggi invernali siciliani. Il percorso ad anello per lo sci di fondo, che si sviluppa nei pressi di Monte Soro (1.847 metri), attraversa le faggete secolari dei Nebrodi e i pittoreschi laghi di Maulazzo e Biviere di Cesarò, spesso ghiacciati durante l’inverno. Questo tracciato, che può essere percorso anche con le ciaspole, è una delle escursioni più belle da fare in Sicilia, con panorami mozzafiato e un’atmosfera di tranquillità totale. La pista, gestita dall’Ente Parco dei Nebrodi, è ben tenuta grazie all’uso di un battipista, ma è importante fare attenzione a non danneggiare la traccia durante l’escursione.

Per raggiungere la zona, si parte da Messina, prendendo la SS113 in direzione Cefalù e seguendo le indicazioni per Cesarò, passando per Portella Femmina Morta, dove si trova l’ingresso del percorso. Da qui, è possibile accedere direttamente alla pista, che si sviluppa intorno al monte Soro. In alternativa, si può percorrere la SS289 da Patti e seguire le indicazioni per i monti Nebrodi. L’unica struttura ricettiva nei pressi del percorso è il boutique hotel di Portella Femmina Morta, un ex rifugio di montagna, dove è possibile rilassarsi dopo una giornata sulle tracce della neve.

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Visitare il Palacio de Bellas Artes di Città del Messico: cosa sapere

Se dovessimo eleggere uno dei monumenti must have da visitare durante un viaggio in Messico sarebbe Palacio de Bellas Artes: tra i più iconici di Città del Messico incarna un mix tra arte, cultura e architettura. A due passi dal centro, dovresti visitarlo se stai pianificando la tua prossima vacanza proprio qui.

Perché visitare il Palacio de Bellas Artes?

Se ti stai chiedendo se mettere o no Palacio de Bellas Artes nel tuo itinerario la risposta è sì. Non solo avrai l’opportunità di vedere tutte le opere d’arte al suo interno ma potrai persino rivivere la storia: affreschi e non solo raccontano pagine del passato del Paese. Sei un amante della fotografia? Devi sapere che l’edificio è una vera chicca: la facciata, con le linee pulite e i dettagli ornamentali, è perfetta per scatti da condividere sui social. All’interno, invece, a dominare la scena sono i i giochi di luce e ombra che creano un’atmosfera unica.

Informazioni utili per la visita

Per raggiungerlo non è complicato: l’edificio si trova in pieno centro, a pochi passi dal parco Alameda Central. Proprio per questo i turisti possono raggiungerlo agevolmente con i mezzi pubblici, bus e metro comprese. Normalmente l’accesso al museo è consentito dalle 11 alle 17 ma è sempre meglio verificare sul sito ufficiale le eventuali chiusure o i cambi di programma.

Per vivere al meglio l’esperienza al Palacio de Bellas Artes, consigliamo di dedicare almeno due ore alla visita. Iniziate esplorando la parte esterna, magari al mattino, quando la luce naturale valorizza i dettagli architettonici, Poi proseguite con il museo e lasciatevi affascinare dai murales e dalle opere esposte. Se programmerete la visita in concomitanza con uno spettacolo teatrale o un concerto, la magia di assistere a un evento culturale in un contesto così prestigioso arricchirà ulteriormente il vostro viaggio.

Cosa sapere per visitare Palacio de Bellas Artes

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Palacio de Bellas Artes, una delle tappe più iconiche in un itinerario di Città del Messico

È un capolavoro di architettura

Il Palacio de Bellas Artes viene considerato tra gli esempi di architettura eclettica che hanno dominato il XX secolo. A progettarlo è stato l’architetto Adamo Boari che si è divertito sperimentando e mixando stile neoclassico, Art Nouveau e Art Déco. A dominare la scena ci pensa la cupola: decorata con toni di arancione e oro non solo spicca nello skyline ma lascia tutti a bocca aperta, soprattutto all’ora del tramonto.

Un museo e teatro di fama mondiale

Il Palacio de Bellas Artes è molto più di un edificio solo bello da vedere. All’interno ospita spazi dedicati sia alle arti visive che a quelle di performance. Rinomato per le sue collezioni permanenti e per le mostre temporanee che spaziano dall’arte messicana al modernismo internazionale, conta tra i tesori più preziosi i murales di celebri artisti come Diego Rivera, David Alfaro Siqueiros e José Clemente Orozco, che raccontano la storia e le lotte sociali del Messico. Sul fronte delle arti performative, il palazzo è celebre per il suo teatro, che ospita spettacoli di opera, danza e musica classica. L’acustica perfetta e il sipario di vetro Tiffany, decorato con un paesaggio vulcanico, rendono ogni evento un’esperienza indimenticabile. Insomma, se stai pianificando una vacanza alla scoperta di Città del Messico inserisci questa tappa nel tuo itinerario delle cose da vedere assolutamente.