Categorie
California Idee di Viaggio itinerari culturali luoghi misteriosi Nord America Viaggi viaggiare

La vera storia della misteriosa casa di Winchester, in California

Per chi ama i misteri e la stravaganza potrebbe essere uno di quei viaggi da organizzare subito e un luogo in cui recarsi almeno una volta nella vita, assaporandone ogni minima sfaccettatura e lasciandosi conquistare dalla sua storia a dir poco suggestiva. Dopo tutto la Winchester Mystery House racchiude in sé tutte queste caratteristiche e le esprime al loro massimo in ogni singola parte e dettagli, in un mix di elementi di sicuro effetto.

Un’attrazione eccezionale, unica nel suo genere e una delle costruzioni più bizzarre e allo stesso tempo longeve della Silicon Valley, la parte meridionale della San Francisco Bay Area, in California. Ma di cosa si tratta esattamente? Non di una semplice casa ovviamente, ma di una villa vittoriana costruita tra il 1884 e il 1922, commissionata e ideata da Sarah Winchester, ricca ereditiera dell’omonima famiglia americana. Un edificio che, complessivamente, costò circa 5,5 milioni di dollari. Una spesa enorme, esagerata, sia in termini economici che di energie, ma voluta fortemente e a ogni costo da Sarah, poiché legata a una maledizione.

La storia della villa

Si racconta, infatti, che la giovane ereditiera si fosse fatta convincere da un medium che gli spiriti uccisi dalle armi prodotte dalla famiglia Winchester avessero maledetto la famiglia e tutti i suoi membri e che solo la costruzione di una dimora fedele alle loro indicazioni date durante le sedute spiritiche li avrebbe salvati dall’essere perseguitati per tutta la vita, di generazione in generazione.

Una funesta prospettiva che portò Sarah Winchester a prendere alla lettera le parole riferitele dal medium, progettando una casa a dir poco originale, bizzarra, carica di elementi stravaganti e fedele alla volontà degli spiriti.

Oltre a essere una villa avvolta nel mistero e carica di fascino proprio per la dinamica che portò alla sua realizzazione, la Winchester Mystery House è anche un concentrato di creatività. Un mix di elementi che, spesso, possono sembrare senza senso ma che, nel loro complesso, vanno a formare un’abitazione assolutamente unica, dal carattere eccezionale e ricca di bellezze da scoprire.

I dettagli del mistero

Come per esempio la presenza di porte che si aprono contro pareti chiuse, o la scala che finisce direttamente sul soffitto, senza portare da nessuna parte. Ma anche la presenza di ben 52 lucernari, 40 camere da letto e 47 camini, ben sei cucine, tre ascensori e due piani seminterrati. Oltre all’enorme quantità di bagni, se ne contano 13, ma con una sola doccia per l’intera e maestosa abitazione.

Un insieme unico e un’architettura assolutamente da non perdere e che è possibile visitare grazie a dei tour guidati, per comprendere meglio la villa anche grazie alla possibilità di visionare i progetti redatti dell’ereditiera, in tutto il loro fascino e infinite contraddizioni. Insomma, la Winchester Mystery House è davvero la meta perfetta per unire la voglia di mistero e di stravaganza alla possibilità di viaggiare verso uno dei luoghi più caratteristici d’America. Un’occasione per scoprirne le infinte bellezze e anche i lati meno conosciuti di questo luogo famoso nel mondo, ma che vi sapranno conquistare in ogni loro singolo dettaglio, visibile e non.

Categorie
Borghi itinerari culturali Lazio montagna Viaggi

Il borgo tra i monti del Lazio ricco di storia

Nel Lazio, e più precisamente in provincia di Rieti, sorge un pittoresco borgo arroccato che svetta tra i monti e che vanta una lunga storia. Un paesino di circa 490 anime ma le cui origini sono molto antiche e tutte da scoprire.

La Rocca di Cittareale

Il borgo in questione si chiama Cittareale em proprio da queste parti, nel 9 secolo d.C. nacque l’imperatore Vespasiano. Le sue origini risalgono al 1300, anno in cui Roberto D’Angiò fece costruire la sua imponente e bellissima fortezza. Essa, infatti, ancora oggi è il simbolo identificativo del borgo anche perché svetta nella parte più alta del piccolo paese.

Nel corso degli anni, la sua particolare forma ha attirato l’interesse degli studiosi e degli appassionati: presenta una singolare punta che ricorda la sagoma della prua di una nave che guarda verso nord. Inoltre, lungo le mura vi sono state poste delle semisfere.

Va da sé che, per spiegare questa interessante conformazione e la loro conseguente funzione, siano state stipulate diverse teorie. Tra le più accreditate c’è quella che sostiene che fosse una sorta di monito per i nemici che le interpretavano come palle di cannone che però non sono riuscite a scalfire le possenti mura difensive.

Le particolarità della Rocca di Cittareale non sono finite qui. Per costruirla, infatti, sono state usate delle pietre di rivestimento caratterizzate da una trama ornamentale a righe e, tra le altre cose, è provvista delle cosiddette “case matte”, feritoie di forme diverse dove veniva collocata l’artiglieria.

Ma senza ombra di dubbio a colpire particolarmente il visitatore è che, pur essendo solo un fortino militare, fu costruita con grande sfarzo e lusso architettonico. Vi basti pensare che, stando alle ultime ricerche, fu chiamato a progettarla uno dei più famosi architetti militari dell’epoca.

Il motivo per cui è stato previsto tanto sfarzo non ci è ancora dato saperlo. Si suppone, tuttavia, che avesse una funzione di “biglietto da visita” per gli incursori, come a voler specificare che il regno era tanto ricco e potente da potersi permettere di sperperare molto denaro per una sola rocca difensiva.

Cos’altro vedere a Cittareale

Le meraviglie di Cittareale non sono finite qui. Merita una visita anche il Museo Archeologico al cui interno è possibile ammirare mosaici, utensili e gioielli emersi da recenti scavi. Poi ancora l’area archeologica di Vicus Phalacrinae e il Santuario di Capodacqua che è stato edificato in seguito al ritrovamento di una statua della Madonna con Bambino nella sorgente del Velino.

Imperdibile, inoltre, è un giro nei vicoli del borgo antico e un’escursione nei monti circostanti, fino alle meraviglie del Parco Nazionale del Gran Sasso.  Infine, è bene sapere che insieme alle vicine Amatrice, Paganico Sabino e Leonessa, la piccola ma splendida Cittareale è stata eletta “Borgo del Respiro”.

I motivi di questo riconoscimento sono molto semplici: vanta un’ottima qualità dell’aria tanto che i viaggiatori la raggiungono proprio per il suo clima ristoratore e per la tranquillità di cui è possibile godere. Qui stress e smog sono praticamente sconosciuti e quello che si respira è solo pura aria di montagna.

Categorie
Agnone Borghi itinerari culturali luoghi misteriosi Molise Monumenti tradizioni Viaggi

Il borgo in cui sorge il “palazzo dei fantasmi”

Agnone è un borgo dalla storia millenaria, dalle forti tradizioni, dal ricco patrimonio architettonico, una delle perle dell’Alto Molise, dove sorge anche un palazzo a dir poco misterioso.

Bandiera Arancione del Touring Club, svetta a 850 metri su un colle di roccia a dominio della grande Valle del Verrino, tipico borgo di montagna molisano inserito in un piacevole contesto plasmato da boschi, radure e praterie.

La millenaria tradizione delle campane

Fiore all’occhiello di Agnone è la secolare tradizione dell’arte campanaria che lo rende famoso proprio come “città delle campane”: qui infatti, attorno all’anno Mille, venne fondata la più antica attività a conduzione familiare per la produzione di campane, la storica Fonderia Pontificia Marinelli che, oggi come allora, con impareggiabile maestria padroneggia le tecniche per creare capolavori d’artigianato.

Su prenotazione, è possibile assistere all’intero ciclo di lavorazione di una campana.

Accanto alla fabbrica si trova anche il Museo Internazionale della Campana che espone la più ampia collezione di bronzi sacri e un manufatto dal valore incalcolabile, la “campana dell’Anno Mille”.

Il fascino del centro storico tra antiche botteghe e tredici luoghi di culto

centro storico agnone

Fonte: Ph Laz@Photo – iStock

Il centro storico

La visita del borgo medievale si concentra nel centro storico, un autentico museo a cielo aperto.

Passeggiando tra le antiche viuzze, non è difficile imbattersi nelle storiche botteghe di artigiani come, ad esempio, l’Antica Bottega Orafa di Corso Garibaldi, a testimonianza dell’ingegno e dell’operosità, e respirare un’inedita “atmosfera veneziana”.

Già, perché intorno al 1440, la potente e nobile famiglia Borello, capitani di ventura di Venezia e Conti di Pietrabbondante, fece giungere sul territorio di Agnone molti artigiani veneziani abili nella lavorazione del rame: e la forte influenza dello stile veneziano si respira ancora nel quartiere Ripa, chiamato appunto “quartiere veneziano”, e particolari significativi si ritrovano un po’ ovunque, anche nei luoghi di culto come la Chiesa di San Marco Evangelista di stile romanico impreziosita dal barocco.

E, a proposito di chiese, Agnone ne ospita ben tredici. Da citare, innanzitutto, la Chiesa Parrocchiale di San Francesco (che fa parte dei “monumenti nazionali di interesse storico”) con stile gotico all’esterno e barocco-rinascimentale all’interno, poi la Chiesa di Sant’Antonio Abate, risalente al 1118, la parrocchiale di Sant’Emidio dal bellissimo portale gotico ogivale, e la barocca Chiesa dell’Annunziata.

Chiesa Sant'Emidio Agnone

Fonte: iStock

Particolare della Chiesa di Sant’Emidio

Il misterioso Palazzo Nuonno

Nel cuore di Agnone spicca anche un palazzo “misterioso” che, si narra, sia dimora del diavolo: è Palazzo Nuonno, prima conosciuto come “Palazzo dei Conti Minutolo”, dove aleggerebbero fantasmi e spiriti maligni.

Fino al 1796 fu abitato dalla famiglia Colucci che lo abbandonò perché “infestato dai fantasmi”, passò quindi agli ignari Nuonno che, anche loro, lo lasciarono poco dopo al suo destino per la stessa motivazione.

Oggi, sulle mura esterne riporta una targa con su scritto “è detto anche palazzo dei fantasmi, per i fatti e i fenomeni strani che si narrano“.

Leggenda o realtà? Si mormora che, in passato, qui avvenissero riti satanici e orge con dodici coppie e che, allo scoccare della mezzanotte, comparisse la tredicesima, quella del diavolo: una notte, il pavimento crollò e i presenti morirono. Sarebbero allora loro a ricomparire, nella stanza con un teschio inciso sulla parete, nella forma di spiriti.

Il mistero non finisce qui: dal Palazzo era molto facile accedere al corridoio che metteva in comunicazione il Convento dei Frati con il Convento delle Suore di Santa Chiara dove furono ritrovati numerosi feti, forse frutto di clandestini rapporti tra amanti.
E Palazzo Nuonno si trova proprio al centro dei due edifici.

Gli abitanti del borgo sostengono di aver sentito strane urla, passi di danza e di cavalli, e musica dopo la mezzanotte ma non solo: non molto tempo fa, un utente ha postato su Facebook una foto che immortala una strana figura dietro i falsi vetri di una finestra che, nella realtà, è murata. E molti sostengono di averla scorta più volte.

L’enigma di Palazzo Nuonno e dei due conventi continua tutt’ora, vivo più che mai.

Categorie
Curiosità itinerari culturali Nord America Oregon Viaggi

Shaniko, la città fantasma dove il tempo si è fermato

C’era una volta una cittadina da film, di quelle polverose, dove tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 tutti erano a dir poco ossessionati dalla febbre dell’oro. Questa cittadina si chiamava (anzi, si chiama) Shaniko e sembrerebbe quasi il set di un film: invece è una città fantasma (quasi) disabitata, dove tutto sembra essersi fermato e cristallizzato.

Costruita nel 1901, Shaniko si trova nell’Oregon ed è oggi un luogo-culto per coloro che vogliono sentire sulla propria pelle le storie dei cercatori d’oro, dei pionieri e dei possidenti terrieri che hanno deciso mano a mano di abbandonarla, rendendola adesso un suggestivo punto d’approdo per gli amanti delle cittadine storiche.

La storia di Shaniko, città fantasma con un passato d’oro

Perché Shaniko è così particolare? Di città fantasma, in fondo, ce ne sono davvero tantissime. Ebbene, la verità è che Shaniko si distingue perché non esiste città nell’Oregon che abbia avuto una crescita e un declino più rapidi. Sì, perché la città è nata, è diventata un punto di riferimento e si è poi letteralmente prosciugata nel giro di un solo decennio: dal 1901, anno della sua fondazione, al 1911, anno in cui è divenuto uno dei luoghi meno popolati dello stato americano.

Shaniko è nata per necessità: in sostanza nel 1897, la Columbia Southern Railway Company presentò i documenti per costruire una ferrovia che andasse da Biggs, sul fiume Columbia, a Wasco, Moro e Grass Valley, dove c’era sia chi si cimentava nella corsa all’oro sia chi guadagnava proprio sui cercatori, costruendo imprese che rispondessero ai loro bisogni.

Shaniko in Oregon, città dove il tempo si è fermato

Shaniko divenne fondamentalmente un terminal ferroviario (il suo nome originale era Cross Hollows). La sua posizione era a dir poco privilegiata: si trovava al centro di quasi 52.000 chilometri di terreno che produceva lana e grano. I primi abitanti ci videro lungo e proprio sulla lana costruirono la loro fortuna: ne immagazzinarono talmente tanta da far guadagnare alla cittadina il titolo di “Capitale Mondiale della Lana“, guadagnandosi il primato in Oregon.

Gli affari andavano alla grande: la lana poteva essere venduta sia alle industrie che ai cercatori d’oro, così come il grano che, seppur in misura minore, sembrava riempire i magazzini, generando altissimi introiti. Tutto, insomma, sembrava andare per il verso giusto. Eppure, la fine della cittadina era proprio dietro l’angolo.

Il declino di Shaniko

A guastare la festa sono infatti arrivati i magnati delle ferrovie Edward Harriman e James J. Hill, che hanno letteralmente affossato la Columbia Southern Railway Company creando, una linea ferroviaria in Oregon che non poteva avere rivali: andava dal Deschutes River Canyon fino a Bend. Così la popolazione di Shaniko, che si attestava intorno alle 700 persone, iniziò a diminuire.

Il panorama desolato della città fantasma di Shaniko

A peggiorare la situazione sono stati due incendi (che si ipotizza siano stati dolosi), che distrussero gran parte di quello che era ritenuto il “business district” di Shaniko: si trovavano proprio qui sia i negozi che i magazzini di lana e grano, oltre che tutti i centri burocratici più importanti. Vista la situazione e visto che sempre più pionieri e cacciatori d’oro avevano cambiato punto d’appoggio per i suoi affari, la cittadina si svuotò. Ad oggi, pare che ci vivano solo un paio di famiglie che hanno ereditato le proprietà esistenti, e vi si recano solo ed esclusivamente in piccoli periodi dell’anno.

Shaniko, attraente città fantasma

Una vera e propria storia lampo, dunque, quella di Shaniko, che ancora oggi accattiva i turisti, attratti anche dal fatto che non tutte le strutture sono andate perse. È ancora perfettamente conservato il Columbia Southern Hotel, ora noto come Shaniko Hotel: costruito in stile italiano, è stato un hotel, una banca, un saloon, una sala da ballo e il luogo dove si tenevano le riunioni cittadine e i consigli comunali. Ad oggi è ancora l’edificio più imponente e importante della città, ed è è stato inserito nel registro nazionale dei luoghi storici nel 1979.

Un dettaglio della Shaniko Oregon School

Altrettanto ben conservata è la Shaniko School, realizzata in legno, la cui particolare forma ricorda una chiesa. Ancora, sono integri e visitabili il municipio, la prigione, la cappella nuziale e un magazzino destinato alla conservazione della lana che si trovava fuori dal business district. Attualmente, l’hotel è di proprietà di Robert B. Pamplin Jr., uomo d’affari che ha ristrutturato alcuni edifici e che vorrebbe costruire nuove case. Tuttavia, i lavori sono attualmente fermi perché gli eredi delle proprietà non vogliono vendere. Non resta che attendere per capire, insomma, se prima o poi Shaniko risorgerà.

Categorie
Asia India itinerari culturali Posti incredibili Viaggi

I pozzi indiani che sono dei capolavori architettonici

Per via delle inevitabili associazioni con il nostro sapere e la nostra conoscenza, quando pensiamo ai capolavori architettonici dell’India ci vengono subito in mente il Taj Mahal o i sontuosi palazzi del Rajasthan. Invece non è tutto qui, perché per esempio, proprio in Rajasthan, si trovano dei veri e propri esempi di bellezza e arte pensati dall’uomo e per l’uomo: i pozzi indiani con gradini.

Queste strutture sono sparse per tutto lo Stato (ma se ne trovano altri in giro per l’India) e non solo restituiscono un colpo d’occhio che lascia senza fiato, ma hanno una storia lunghissima, che mescola acume, ingegno e necessità.

I pozzi indiani in Rajasthan e la loro storia

Immaginate di trovarvi di fronte a quelli che sembrano degli istrionici forti finemente decorati, caratterizzati da gradini che portano verso il centro: avrete un’idea di come possano apparire i pozzi indiani con i gradini. Di certo potreste chiedervi come siano nati, ed è presto detto: da sempre le regioni settentrionali e occidentali dell’India hanno dovuto lottare con la siccità. Lunghi periodi di secca portava la popolazione ad affrontare condizioni disperate e l’unico luogo dove si poteva trovare l’acqua era davvero molto, molto in profondità.

Pozzi indiani in Rajasthan: dei veri capolavori architettonici

Fonte: iStock

Il pozzo di Chand Baori

Accedere a luoghi sotterranei, com’è ovvio che sia, non era affatto semplice. Così, fra il 200 e il 400 d.C. alcuni regnanti del Rajasthan diedero ufficialmente il via alla realizzazione di pozzi che, inizialmente, si trovavano a ridosso di piccoli stagni. Con il passare del tempo e con l’aumento delle competenze in campo idrogeologico, la costruzione di queste strutture si fece via via più complessa, fino ad arrivare proprio alla costruzione dei pozzi con gradini, arricchiti da serbatoi, canali e dighe che garantivano la conservazione e la distribuzione dell’acqua.

I pozzi con gradini e la loro importanza

Più i pozzi con gradini diventavano efficienti, più architetti e regnanti si ingegnarono per farne dei veri e propri simboli di spiritualità e natura. In base alla loro struttura, i pozzi venivano consacrati a determinate divinità e venivano decorati in modo tale da inneggiare alla tranquillità, alla prosperità e alla gioia. Alcuni di questi pozzi hanno al loro interno degli spazi sacri dove chi si abbeverava, prelevava l’acqua o si bagnava potesse prima (o dopo) dedicare una preghiera di ringraziamento agli dei.

Pozzi indiani con gradini in Rajasthan: capolavori architettonici

Fonte: iStock

Il pozzo di Adalaj Vav

Tutti i pozzi sono scavati nella pietra e/o arricchiti con materiali come terra, pietrame e rocce. L’obiettivo era non solo quello di permettere a tutti di raggiungere l’acqua, ma anche di creare un ambiente che desse immediatamente sollievo dalla calura. Nei pressi dei pozzi, infatti, sono stati spesso piantati alberi e creati dei padiglioni per consentire a chiunque arrivasse di beneficiare sin da subito del ristoro che l’ambiente umido poteva garantire.

Il significato dei gradini dei pozzi indiani

Ma perché ci sono così tanti gradini nei pozzi indiani? Chiaramente tutto è stato studiato per permettere alle persone di raggiungere l’acqua, ma attenzione: niente è stato lasciato al caso. I pozzi indiani (che in Rajasthan vengono chiamati anche bawdibawribaoli o bavadi) erano suddivisi in piani specifici destinati a ogni classe sociale e l’accesso all’acqua avveniva tramite percorsi differenti che, naturalmente, portavano a dei “laghetti” artificiali differenti.

I pozzi con gradini del Rajasthan: capolavori d'architettura

Fonte: iStock

Il pozzo di Chan Baori

Non era permesso, per esempio, che donne e uomini accedessero allo stesso laghetto, così come non era permesso che ricchi e poveri si incontrassero. Inoltre, alcuni percorsi erano destinati a portare a delle aree specifiche destinate a cerimonie sacre o alle attività religiose in generale. Infine, in alcuni pozzi in particolare la discesa (e poi la salita) dei gradini poteva anche essere un cammino di caduta e rinascita: sono state infatti trovate delle incisioni che testimoniano questo valore simbolico.

Categorie
Genova itinerari culturali Liguria Monumenti Notizie Viaggi

La CNN racconta Genova e i suoi palazzi “reali”

L’Italia è una terra meravigliosa. Noi lo sappiamo benissimo e anche gli stranieri sembrano essere d’accordo. E per questo motivo molti quotidiani internazionali amano scrivere delle nostre bellezze. Questa volta è la CNN a parlare di noi e lo fa raccontando la spettacolare città di Genova.

Genova e i suoi affascinanti Palazzi dei Rolli

La CNN racconta Genova spiegando ai suoi lettori che alcuni dei palazzi di questa città sono così spettacolari da essere patrimonio mondiale dell’UNESCO. Non a caso, hanno definito il capoluogo ligure “una delle città più spettacolari d’Italia”

Il racconto sottolinea che Genova ospita quello che si dice essere il centro cittadino medievale più intatto di tutta Europa. Ma in particolare ciò che conquista i visitatori sono i Palazzi dei Rolli, un sistema di dimore aristocratiche che lasciano davvero a bocca aperta.

Negli anni fra Rinascimento e Barocco, infatti, i nobili genovesi fecero costruire questa serie di edifici che ancora oggi vantano magnifiche facciate con decorazioni in stucco, marmo o dipinte, atri grandiosi, giardini con fontane e ninfei e molto altro ancora. Altrettanto affascinanti sono gli interni con grandi saloni affrescati, sontuosi arredi, pregiate collezioni, e ricche quadrerie.

Palazzo Sinibaldo Fieschi genova

Fonte: iStock – Ph: Simona Sirio

Il Palazzo Sinibaldo Fieschi di Genova

Il sito UNESCO attualmente comprende 42 palazzi degli oltre 100 esistenti, che da Strada Nuova arrivano a gran parte del centro storico attraverso Via Lomellini, Piazza Fossatello e Via San Luca, fino a Piazza Banchi e al mare. Alcuni di essi ancora oggi appartengono a privati, mentre altrettanti sono diventati sedi di banche, uffici e musei.

I Palazzi dei Rolli più belli di Genova

prima di raccontarvi quali sono i Palazzi del Rolli più belli di Genova c’è da fare una piccola premessa: questi edifici sono chiamati “dei Rolli” perché un tempo ospitavano le alte personalità che si trovavano in città. Gli alloggi, all’epoca, venivano assegnati sulla base di un sorteggio dalle liste degli alloggiamenti pubblici chiamate, per l’appunto, “Rolli”, che in italiano corrisponde a “ruoli”, cioè elenchi.

Palazzo Stefano Balbi

Il primo di cui vi vogliamo parla è il maestoso Palazzo Stefano Balbi che, nei fatti, è uno dei più importanti edifici rinascimentali di Genova. Conosciuto anche come Palazzo Reale, è oggigiorno un polo museale costituito dalla dimora storica, dall’annesso giardino e dalla pinacoteca e la Galleria di Palazzo Reale.

Nel corso degli anni ha subito diversi passaggi di proprietà che corrispondono all’arricchimento del palazzo e delle sue collezioni. Vi basti pensare che negli spazi e nelle sale della dimora vi si trovano affreschi di Valerio Castello, di Giovanni Battista Carlone, fino ad arrivare a interventi seicenteschi che si affiancano alla fase settecentesca dei Durazzo.

Palazzo Stefano Balbi genova

Fonte: iStock

Il Palazzo Stefano Balbi di Genova

Palazzo Bianco

Altrettanto straordinario è Palazzo Bianco, detto anche Palazzo di Luca Grimaldi o Palazzo Brignole Sale, che oggi è sede di una galleria pubblica che coincide con una sezione dei Musei di Strada Nuova a cui fanno capo anche palazzo Rosso e Palazzo Doria-Tursi.

Al suo interno, infatti, si possono ammirare importanti opere di arte italiana, fiamminga e spagnola tanto da essere considerato il fulcro del sistema dei musei del Comune di Genova.

Palazzo Rosso

Molto interessante anche Palazzo Rosso, detto anche Palazzo Rodolfo e Francesco Maria Brignole, che fu costruito tra il 1671 e il 1677 dai fratelli Rodolfo e Gio Francesco Brignole Sale.

Esso non passa assolutamente inosservato in quanto è particolarmente rappresentativo dell’architettura italiana del primo Settecento. Grazie ai restauri subiti nel corso degli anni, al suo interno sono custoditi arredi e dipinti caratteristici del Settecento, come per esempio Strozzi, Van Dyck, Veronese e molti altri.

Oltre a questo, Palazzo Rosso vanta una particolarità davvero interessante: un terrazza da cui godere di una veduta panoramica  a 360 gradi sull’intera città: il Mirador di Palazzo Rosso.

Palazzo Rosso genova

Fonte: iStock – Ph: saiko3p

Il Palazzo Rosso di Genova

Palazzo Doria-Tursi

In Via Garibaldi l’edificio più imponente è senza ombra di dubbio Palazzo Doria-Tursi. Vi basti pensare che occupa tre isolati e che conserva persino due ampi giardini.

La facciata è policromatica e alterna pietra rosa, ardesia e marmo bianco. Inoltre, è collegato all’adiacente Palazzo Bianco. Al suo interno, infatti, vi solo le ultime sale della Galleria Pubblica dove è esposta anche la Maddalena Penitente di Antonio Canova. La Sala Paganini, invece, custodisce gelosamente il violino utilizzato dal compositore insieme ad altri cimeli del violinista e compositore genovese.

Palazzo Podestà

Altrettanto affascinante è il Palazzo Podestà, chiamato anche Palazzo Nicolosio Lomellino, che si contraddistingue per la sua facciata decorata con stucco bianco e azzurro.

Tra le sue mura si sviluppa un corridoio che porta ad uno spazio aperto dove si trova un ninfeo realizzato da Domenico Parodi nel 1700. Presenti, inoltre, anche tantissimi affreschi come il “Giove e la capra Amaltea” di Giacomo Antonio Boni e il “Bacco regge la corona Arianna” di Domenico Parodi.

Recentemente restaurato, è accessibile negli spazi dell’atrio, del giardino rigoglioso di piante e popolato da creature mitologiche scolpite nella pietra, del ninfeo e nelle sale dei due piani nobili in cui si organizzano mostre, visite guidate ed eventi culturali.

Palazzo Podestà genova

Fonte: iStock – Ph: Simona Sirio

Una angolo del Palazzo Podestà di Genova

Cos’altro vedere assolutamente a Genova

Genova è una città in grado di far innamorare chiunque vi ci metta piede. Tante le cose da visitare, ma fra tutte vi consigliamo di fare un salto al suo porto antico, vero simbolo della città.

Non a caso, è uno dei porti più antichi del Mediterraneo che negli anni è stato reso ancora più splendido grazie all’intervento di Renzo Piano che lo ha trasformato in una piattaforma waterfront dove convive in armonia l’atmosfera antica con quella contemporanea.

Altrettanto interessante è il suo centro storico che è un dedalo di vicoli (caruggi) che si aprono inaspettatamente in piccole piazzette. Tra tutte queste vie e viuzze si possono scorgere delle vere meraviglie come chiese e palazzi tra cui, per esempio, la splendida Cattedrale di San Lorenzo, Porta Soprana, la casa di Colombo e molto altro ancora.

Infine, se si decide di visitare Genova non si può non fare un salto a Boccadasse che è un vero e proprio borgo marinaro inglobato nella città. A lasciar ancor più senza parole è che si sviluppa nel cuore di un’insenatura che si affaccia su uno splendido mare, una zona che regala un’atmosfera quasi magica impreziosita da edifici colorati ed eleganti che fanno da cornice anche ad una piccola, ma assolutamente suggestiva, spiaggia.

Boccadasse genova

Fonte: iStock

Vista di Boccadasse
Categorie
Borghi colline itinerari culturali panorami Viaggi

Il borgo che racchiude un’incredibile quantità di storia da scoprire

L’incredibile magia che si cela tra strette viuzze e piccole casette in pietra è unica al mondo: i più suggestivi borghi italiani celano un vero patrimonio inestimabile, di arte e cultura ma anche di paesaggi bellissimi e di natura incontaminata. Ed è proprio nella splendida cornice di colline verdeggianti e montagne che si stagliano in lontananza che possiamo andare alla scoperta di un borgo davvero speciale. Un concentrato di storia che è giunta sino ai nostri giorni in testimonianze architettoniche (e non solo): scopriamola insieme.

Morrovalle, un incantevole borgo tra le colline marchigiane

Oltre alle sue spiagge meravigliose e al profilo maestoso del Monte Conero, che si tuffa a precipizio in un mare cristallino, le Marche hanno tanti altri panorami fantastici da offrire. Nell’entroterra si possono visitare alcuni borghi davvero graziosi, in un tuffo indietro nel tempo. Come Morrovalle, paesino medievale incastonato tra le colline del maceratese, dal quale – nelle giornate più limpide – lo sguardo si spinge addirittura fino alle prime vette degli Appennini. Questo è un luogo ricco di storia, che affonda le sue radici indietro nei secoli.

Sebbene il centro abitato sia stato fondato probabilmente attorno al I o al II secolo d.C., come dimostrano alcuni preziosissimi mosaici appartenuti ad antiche domus romane, le prime tracce della presenza dell’uomo risalgono nientemeno che alla preistoria. Non molto lontano dal borgo, è stato trovato infatti un monolito cilindrico in tufo che riporta incisa l’epigrafe più antica di tutto il Piceno. Questo piccolo insediamento arroccato su una collina, in posizione difensiva, visse poi vicende alterne passando di mano in mano, subendo numerose invasioni (come quella normanna e quella longobarda). Mentre in epoca più recente ebbe un ruolo fondamentale nella battaglia per l’annessione delle Marche al neonato Regno d’Italia.

Di questa ricchissima e variegata storia, Morrovalle porta ancora numerose tracce nelle tante testimonianze architettoniche presenti sul suo territorio. È possibile ammirare, ben conservate, le porte d’accesso che un tempo consentivano di varcare la cinta muraria e entrare nel nucleo abitato, dove si trovano gli edifici più antichi del paese. Come ad esempio il convento dei frati agostiniani, risalente al XIII secolo: solo pochi decenni fa è stato letteralmente trasformato e oggi accoglie il Museo Internazionale del Presepe, dove sono esposti oltre 900 presepi provenienti da tutto il mondo.

Cosa vedere a Morrovalle

Passeggiare tra i vicoletti di Morrovalle è un’esperienza davvero affascinante, ma ci sono in particolare alcune tappe imperdibili che conquistano ogni visitatore. Una di queste è la Chiesa di San Bartolomeo Apostolo, nel cuore del centro storico, che spicca con la sua facciata in stile neoclassico. E ancora, ad appena due passi, la Chiesa di Sant’Agostino che custodisce al suo interno una Madonna in cuoio risalente al ‘200. Il Palazzo Comunale, altra piccola perla del borgo medievale, sorge accanto alla Torre Civica trecentesca che presenta un’enorme campana di ben 13 tonnellate.

Non resta poi che visitare Palazzo Lazzarini, splendido edificio gotico che oggi ospita il Museo Civico: molto prestigiosa è la collezione di opere pittoriche che vanno dal XVI al XIX secolo, così come la raccolta di ritratti di uomini illustri appartenuta all’umanista Paolo Giovio. Un’ultima tappa è il Colle Belvedere, a poca distanza dal paese: dall’alto si può godere di una vista mozzafiato su Morrovalle, ma anche sull’intera Valle del Chianti e sui Monti Sibillini. È qualcosa di davvero sensazionale, un’emozione unica al mondo.

Categorie
Interviste itinerari culturali Monumenti Viaggi viaggiare

101 luoghi d’Italia che valgono un viaggio

Che l’Italia sia il Paese delle bellezze artistiche, architettoniche, storiche e naturalistiche non è una novità. Non per niente è la nazione con il maggior numero di Patrimoni riconosciuti dall’Unesco. Ma non sono molti a sapere che, oltre ai luoghi e ai monumenti più noti, ce ne sono tantissimi altri poco conosciuti che vale la pena scoprire.

La guida appena uscita “Vale un viaggio – Altre 101 meraviglie d’Italia da scoprire” della giornalista e critica d’arte Beba Marsano, edita da CinqueSensi Editore, raccoglie più di cento tra chiese, musei, siti e luoghi naturalistici poco noti e che, proprio come invita a fare il libro, valgono un viaggio.

L’autrice, che ha percorso in lungo e largo l’Italia, ci svela (ancora) 101 luoghi d’arte e bellezza fuori dai tradizionali percorsi proposti a “un turismo ormai assuefatto soltanto ai grandi miti italiani”. Ancora, perché questi 101 luoghi inediti vanno ad aggiungersi ad altri 202 riportati nei primi due volumi della guida “Vale un viaggio“, pubblicati rispettivamente nel 2016 e nel 2018. Tutti luoghi che l’autrice ha visitato in prima persona, tutti aperti al pubblico, magari in giorni e orari specifici, e che consiglia spassionatamente di vistare.

Siti artistici, luoghi naturalistici, borghi abbandonati, parchi, chiese e case-musei, ville, cappelle e collezioni private. Tra i 101 luoghi si trova davvero ogni sorta di bellezza nostrana, unica nel suo genere. Noi ne abbiamo scelti tre che ci siamo fatti raccontare dall’autrice e che ci hanno convinti ad andare a visitarli.

La misteriosa “Incompiuta”

Tra i luoghi di grande fascino che valgono un viaggio in Italia c’è sicuramente la cosiddetta “Incompiuta” che si trova in Basilicata. La sua storia è un intrecciarsi di vicende che vedono i monaci benedettini contendersi la realizzazione di un edificio religioso con un condottiero normanno, insieme al terribile Papa Bonifacio VIII – quello odiato da Dante – e ai Cavalieri di Malta.

Il risultato è un luogo incredibile, un’opera incompiuta ma dal grande fascino.  Così la descrive l’autrice: “Fuori Venosa, patria del poeta latino Orazio, uno scheletro di pietra appare – quasi irreale – nello splendido isolamento della campagna.

Segnala uno dei più singolari complessi monumentali dell’Italia medievale, quello della Santissima Trinità: monastero, chiesa, tracce del battistero paleocristiano e una colossale architettura a cielo aperto, fantasma di un grande edificio ecclesiastico, l’Incompiuta”.

Il gioiello del Castello di Aymavilles

Altro luogo che vale un viaggio è il Castello di Aymavilles, riaperto dopo anni di lavori di ristrutturazione solo lo scorso anno, è un piccolo gioiello valdostano che sembra uscito a un libro di fiabe.

castello-aymavilles

Fonte: 123rf

Il Castello di Aymavilles in Valle d’Aosta

Ma, a parere dell’autrice, merita di essere visitato soprattutto per un oggetto meraviglioso contenuto nelle sale del castello: “la scultura di alabastro bianco avorio di Santa Caterina d’Alessandria, la vera “dama” del castello, una delle opere d’arte sacra più incantevoli di tutto il Medioevo valligiano”, spiega Marsano.

Ma naturalmente merita anche il castello “Negli ambienti minuziosamente restaurati”, spiega l’autrice “dove ammirare vezzose porte dipinte, bizzarri decori (come il Cacherano evacuante sulla volta del piccolo bagno privato) e impressionanti dettagli architettonici (il sottotetto, vero gioiello della carpenteria lignea medievale)”.

La scalinata che sfida la gravità

“E’ un cameo emozionante da fare il trekking sulla Scala grande di Monesteroli, che consente di scoprire una porzione di Liguria ignorata da guide e viaggiatori”, esordisce Marsano raccontando il perché questo luogo valga un viaggio.

Monesteroli-liguria

Fonte: 123rf

La scalinata del borgo di Monesteroli, in Liguria

“Questo territorio estremo, che non digrada, ma precipita a mare, è il lembo terminale del Parco nazionale delle Cinque Terre dove, per albergare la vite tra macigni e burroni, il paesaggio è stato modellato nei secoli con un’impresa colossale: quei vigneti terrazzati sorretti da muri a secco, degni delle epiche fatiche di Ercole.

A collegarli nessuna strada, ma ripide mulattiere e ardite gradinate lastricate con la grigia pietra di Biassa, un’arenaria locale utilizzata anche per quella sfida alla gravità che è l’impressionante Scala grande di Monesteroli”.

Per conoscere le altre meraviglie d’Italia da scoprire raccolte nella guida non resta che leggerle.

Vale-un-viaggio
La copertina di “Vale un viaggio – Altre 101 meraviglie d’Italia da scoprire”
Categorie
hotel itinerari culturali luoghi misteriosi Monumenti Natale New York Nord America Notizie skyline Viaggi

La magia di trascorrere un Natale a New York

Se c’è una città dove il Natale è davvero magico questa è New York City. Luci sfavillanti illuminano le strade, le vetrine, le cime dei grattacieli, le hall di palazzi e degli hotel. Addobbi natalizi decorano i negozi, i ristoranti, le piazze e i giardini. Musiche e cori risuonano in ogni Street ed Avenue. E parchi e piazze si trasformano in tante piste di pattinaggio sul ghiaccio.

Non c’è nessun’altra città al mondo dove andare nel periodo natalizio. E non soltanto a Manhattan, dove si concentra la maggior parte dei turisti, ma tutti i cinque distretti di New York si animano e si illuminano per Natale.

I “classici” natalizi a New York

Chi non ha mai trascorso le festività natalizie a New York non può perdersi alcuni classici. A partire dal gigantesco albero di Natale davanti al Rockefeller Center che da più di ottant’anni svetta luminoso nel centro di Manhattan. La cerimonia di accensione è prevista per il 30 novembre ma si può ammirare fino a metà gennaio, insieme alla celebre pista di pattinaggio, The Rink, stravista in decine di film americani.

Rockefeller-center-albero-Natale

Fonte: @Diane Bondareffand AP Images for Tishman Speyer

Il famoso albero di Natale al Rockefeller Center

Un classico è anche pattinare sul ghiaccio a Central Park con il pittoresco skyline di Manhattan sullo sfondo. La pista è aperta già dallo scorso 23 ottobre.

Da non perdere è anche lo show che, a partire dal 24 novembre, si tiene ogni giorno alle 18 davanti ai grandi magazzini Macy’s, le cui vetrine vantano il più bell’allestimento della città, che si può ammirare in qualunque momento del giorno e della notte, così come le vetrine di altri famosi mall come Bloomingdale’s e Saks.

saks-vetrina-natale

Fonte: @Getty Images

Una delle vetrine natalizie di Saks Fifth Avenue

Un’occasione imperdibile per fare “le vasche” lungo la Fifth Avenue che, per tutta la stagione natalizia, sarà chiusa al traffico per consentire di ammirare le iconiche vetrine e le decorazioni e ospitare lungo tutto il marciapiede artisti, street food e cori natalizi.

Natale insolito a Manhattan

Tutte le zone di Manhattan, dall’Upper Side al Lower Side, celebrano il Natale a modo loro, con luminarie e addobbi. Non fermatevi quindi solo ai luoghi più tradiizonali, spaziate tra la zona di Seaport, dove le storiche strade di ciottoli del Pier 17 sono decorate e illuminate, e quella di Hudson Yards, illuminata com oltre 2 milioni di luci, addobbata con 725 alberi sempreverdi vestiti a festa e una mongolfiera di 32 piedi sospesa nella Great Room dal centro commerciale.

Wollman-Rink-manhattan

Fonte: @Molly Flores NYC and Company

La pista di pattinaggio sul ghiaccio a Central Park

Natale nei cinque distretti di New York

L’atmosfera natalizia a New York si respira ovunque anche negli altri distretti che non siano Manhattan.

Queens

L’Amaze Light Festival accoglie i visitatori per far loro sentire lo spirito delle feste con i personaggi di Zing e Sparky del libro di fiabe “Amaze” con musiche, canti e show. da non perdere il mercatino di Natale. Inoltre, fino all’8 gennaio, il NYC Winter Lantern Festival trasforma la Queens County Farm in un’oasi immersiva e radiosa, con luci festose e lanterne fatte a mano a forma di fiori, trattori e animali della fattoria.

Brooklyn

Tutte le domeniche, a partire dal 27 novembre fino al 24 dicembre, a Dumbo si svolge Pearl Street, il mercatino delle pulci, una delle attrazioni più popolari del quartiere dove fare acquisti di articoli vintage, d’antiquariato e di artigianato. Fino all’8 gennaio il Botanic Garden di Prospect Heights, invece, dopo il tramonto si illumina con il Lightscape, un percorso lungo un miglio attraverso il paesaggio puntellato di opere d’arte, il Winter Cathedral tunnel, il Fire Garden e il Sea of Light accompagnato da una meravigliosa colonna sonora.

Ma l’attrazione più grande di Brooklyn è quella che si tiene nel quartiere di Dyker Heights, dove le villette degli abitanti vengono completamente addobbate a festa. Il Christmas Lights Tour si fa a partire dal calar della sera, quando si accendono le luci e tutto il quartiere si illumina per magia.

Dyker-Heights-brooklyn

Bronx

Per le festività natalizie, il famoso zoo del Bronx si trasforma in un villaggio magico con il Bronx Zoo Holiday Lights (fino all’8 gennaio) illuminato da più di 360 lanterne che rappresentano quasi 90 specie animali e vegetali. Di sera, il parco prende vita con giochi di luce e spettacoli animati.

Spettacolo anche al Botanical Garden di Bedford Park con il NYBG GLOW, che illumina gli edifici storici del giardino dopo il tramonto l’Holiday Train Show, un evento che da circa 30 anni allieta i visitatori con centinaia di modellini di treni che sfrecciano attraverso i luoghi simbolo di New York.

NYBG-Holiday-Train-Show

Fonte: @Robert Benson Photography

L’Holiday Train Show nel Bronx

Staten Island

Non è un distretto dove si va spesso quando si va a New York, ma vale la pena vederlo a Natale. Il NYC Winter Lantern Festival che si tiene da quattro anni a Staten Island trasforma il SIUH Community Park in un paradiso delle luminarie. I visitatori potranno godere di oltre otto acri di luminescenza, oltre a un DJ dal vivo, projection mapping, venditori di cibo e molto altro ancora.

Categorie
Africa Egitto itinerari culturali mete storiche Notizie siti archeologici Viaggi

In Egitto la scoperta sensazionale che riscriverà la Storia

L’Egitto non finisce mai di sorprendere, terra di scoperte sensazionali che hanno il potere di riscrivere la Storia: a pochi giorni dal ritrovamento di un tunnel al di sotto dell’antico tempio di Taposiris Magna (che forse porta alla tomba di Cleopatra), il noto egittologo Zahi Hawass ha annunciato la notizia di un’ulteriore scoperta che ha dell’incredibile.

Nell’antica necropoli di Saqqara a Giza, è venuta alla luce la piramide di una regina finora sconosciuta, mai documentata, insieme a un deposito di 100 mummie, oltre 300 bare, centinaia di manufatti e vari tunnel interconnessi.

La scoperta che riscriverà la Storia

Nel sito a una trentina di chilometri a sud del Cairo, gli archeologi lavorano da due anni e hanno rinvenuto finora cinque tombe dipinte, il sarcofago del tesoriere di re Ramses II e la tomba di un dignitario.

I loro sforzi, in particolare, si sono concentrati sulla piramide di Teti, primo re della sesta dinastia. Infatti, come spiegato da Hawass, Teti “era adorato come un dio nel periodo del Nuovo Regno, e quindi le persone volevano essere sepolte vicino a lui“. Tuttavia, ha aggiunto, “la maggior parte delle sepolture conosciute a Saqqara in precedenza provenivano dall’Antico Regno o dal Periodo Tardo. Ora abbiamo trovato 22 pozzi interconnessi, che vanno da 9 a 18 metri, tutti con sepolture del Nuovo Regno“.

E all’interno dei pozzi gli archeologi hanno scoperto 300 bare e un enorme sarcofago in pietra calcarea del periodo del Nuovo Regno (conosciuto anche come Impero Egiziano) che durò dal VI secolo a.C. all’XI secolo a.C.

“Prima non si sapeva che le sepolture del Nuovo Regno fossero comuni nell’area, quindi questo è del tutto unico per il sito” ha commentato l’egittologo. “Le bare hanno volti individuali, ognuno unico, distinguendo tra uomini e donne, e sono decorate con scene dell’antico testo funerario egiziano Libro dei Morti. Ogni bara riporta anche il nome del defunto e spesso mostra i Quattro Figli di Horus, che proteggevano gli organi del defunto”.

Nelle bare, gli studiosi hanno rinvenuto i corpi di mummie perfettamente conservate, intatte e in buone condizioni (salvo quelle depredate o saccheggiate), e sono state almeno cento quelle identificate.
Ma non solo: vi erano anche manufatti quali giochi, statue del dio Ptah-Sokar e piccole statuette note come “shabtis”, il tutto a rappresentare il ciclo di nascita, morte e resurrezione.

La regina misteriosa

Fulcro della scoperta è la piramide di un’antica regina egiziana finora del tutto sconosciuta: “È incredibile riscrivere letteralmente ciò che sappiamo della storia, aggiungendo una nuova regina ai nostri libri” queste le parole di Zahi Hawass, una delle massime autorità egiziane nel campo dell’archeologia.

L’identità della misteriosa sovrana non è ancora stata rivelata ma, secondo gli esperti, si chiamava Neith e non è mai comparsa finora in alcun documento storico.

Mentre gli scavi e le ricerche continuano, siamo di fronte a un ritrovamento eccezionale che aggiungerà un nuovo e interessante tassello alla Storia che finora conosciamo e porterà ad aggiungere sui libri una figura inedita, con il suo ruolo e le sue vicende.

L’Egitto non smette di donare emozioni.