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Quali viaggi faremo nella bella stagione 2025? Ecco alcune idee

Il 2025 promette di essere un anno ricco di eventi straordinari, dallo sport all’arte e alla musica e, sebbene molti di questi si svolgeranno in inverno, sono comunque un’ottima occasione per pianificare un viaggio in alcune delle destinazioni più affascinanti del mondo.

Non solo questi eventi offriranno esperienze imperdibili, ma rappresentano anche una vetrina unica per esplorare luoghi iconici, che diventeranno ancora più affascinanti grazie a questi eventi straordinari. Ecco alcune delle mete più interessanti da considerare per i vostri viaggi nel 2025, ispirate da eventi culturali, sportivi e storici che segnano la bellezza di ogni luogo.

Parigi tra moda, arte e cultura

Parigi, la capitale della cultura e della moda, sarà ancora una volta una delle città protagoniste del 2025, anche se la maggior parte degli eventi principali si svolgeranno nei primi mesi dell’anno. Dal 24 gennaio al 21 luglio 2025, il Louvre ospiterà una mostra senza precedenti interamente dedicata alla moda, che porterà un’affascinante connessione tra i capolavori del museo e gli abiti più iconici creati dai grandi stilisti.

Questo evento non solo celebra l’arte della moda, ma diventa anche un’occasione per esplorare la storia e le tradizioni artistiche di Parigi, unendo il passato e il presente in un viaggio visivo straordinario. Anche se il periodo principale della mostra è in inverno e primavera, Parigi è una città che vive tutto l’anno e la sua bellezza non svanisce mai.

Oltre a questa mostra, dal 13 febbraio 2025 al 4 gennaio 2026, l’Atelier des Lumières ospiterà una grande mostra immersiva dedicata a Pablo Picasso, che offrirà ai visitatori un’esperienza unica e coinvolgente nel mondo dell’arte.

Anche la mostra Déserts, al Muséum national d’Histoire naturelle (dal 2 aprile al 30 novembre 2025), è un’altra occasione per scoprire un lato inedito della capitale francese, esplorando la vita nei deserti attraverso un’esperienza affascinante ed educativa. Insomma, Parigi è una destinazione che merita di essere visitata tutto l’anno, e gli eventi del 2025 renderanno ogni visita ancora più speciale.

Giza e l’incredibile ascesa delle piramidi

Giza, la città delle piramidi, sta vivendo una crescente popolarità tra i viaggiatori italiani e nel 2025 continuerà a essere una delle destinazioni più ambite. Nonostante l’evento del 2025 non sia specificatamente legato a una singola celebrazione, Giza resta una meta culturale senza pari. Le piramidi di Giza, che svettano sulla pianura egiziana, sono un’icona mondiale e rappresentano una testimonianza millenaria della storia dell’antico Egitto. Ma Giza non è solo un sito archeologico: la città sta evolvendo come destinazione turistica, con nuovi musei e scavi archeologici che rendono ogni visita ancora più affascinante.

Anche se molti eventi in Egitto si svolgeranno in inverno, Giza è una destinazione che si può visitare tutto l’anno. Il fascino di questa città è infatti senza tempo e, sebbene la stagione turistica più popolare sia quella estiva, l’inverno rappresenta il periodo ideale per visitare il sito senza il caldo intenso che caratterizza i mesi estivi. Se siete appassionati di storia e archeologia, Giza sarà una meta imperdibile nel 2025, dove ogni angolo della città vi parlerà di civiltà antiche e misteri insoluti.

Roma, un Giubileo straordinario

Nel 2025, Roma sarà al centro del mondo per il Giubileo, l’anno santo che la Chiesa Cattolica celebra ogni 25 anni, e che vedrà la capitale diventare meta di milioni di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo. Questo evento, che si terrà durante tutto l’anno, rappresenta un’opportunità unica per scoprire Roma sotto una nuova luce. Oltre alle celebrazioni religiose e alle visite ai luoghi di culto più importanti, come la Basilica di San Pietro e la Cappella Sistina, Roma offre innumerevoli tesori storici e culturali da esplorare. La Città Eterna è una meta che si presta a ogni tipo di viaggio, che sia spirituale, culturale o semplicemente di svago.

Roma, 2025

Fonte: iStock

La splendida capitale italiana in primavera

Tokyo e i Mondiali di Atletica Leggera

Nel settembre 2025, Tokyo ospiterà i Mondiali di Atletica Leggera, uno degli eventi sportivi più attesi dell’anno. Questo evento, che si terrà dal 13 al 21 settembre, attirerà i migliori atleti da tutto il mondo e promette di offrire emozioni forti e adrenalina pura. Se siete veri appassionati di sport, Tokyo vi offre l’opportunità di vivere l’atmosfera unica dei Mondiali di Atletica Leggera, ma la capitale giapponese è anche una città incredibilmente dinamica e affascinante, che offre tanto da vedere e da fare.

Tokyo è infatti una metropoli che combina la modernità e il futurismo con le tradizioni secolari, creando un mix unico che la rende una delle destinazioni più entusiasmanti al mondo. Anche se l’evento sportivo si svolgerà in autunno, Tokyo è una città che vale la pena visitare in ogni stagione, offrendo una vasta scelta di attrazioni, dai templi storici ai quartieri tecnologici, dai giardini zen ai ristoranti stellati. In un viaggio a Tokyo nel 2025, avrete l’occasione di esplorare una delle città più affascinanti e vibranti del pianeta, mentre partecipate a un evento che rimarrà nella storia.

Tokyo, 2025

Fonte: iStock

Un turista tra le vie del centro di Tokyo

Manchester e il concerto degli Oasis

Se siete fan della musica rock, Manchester sarà la vostra destinazione ideale per l’estate 2025. Il 12 luglio, infatti, gli Oasis terranno un concerto imperdibile alla Heaton Park, un parco che si trasforma in un’enorme arena all’aperto per accogliere migliaia di fan. Questo evento rappresenta un’occasione unica per rivivere i successi del leggendario gruppo britannico, ma anche per scoprire una delle città più ricche di storia musicale.

Anche se l’evento avrà luogo a metà estate, Manchester è una città che offre molto di più. La città è famosa per la sua scena musicale, ma anche per i suoi musei, gallerie d’arte e locali vivaci. Durante il vostri viaggio a Manchester, potrete esplorare una città che, pur essendo un centro moderno e dinamico, conserva un forte legame con la tradizione musicale e culturale britannica.

Bangkok, il lancio della stagione MotoGP

Se la MotoGP è il vostro credo, Bangkok sarà una delle città più emozionanti da visitare nel febbraio 2025. Il 9 febbraio si terrà l’evento di apertura della stagione di MotoGP, dove tutti i piloti e i team si ritroveranno per un incontro speciale con i fan. Questo evento, che segna l’inizio di una stagione di grandi emozioni, rappresenta un’occasione unica per vivere l’adrenalina del motociclismo e per scoprire una delle città più vivaci e affascinanti dell’Asia.

Bangkok, 2025

Fonte: iStock

Il mercato galleggiante dell’affascinante Bangkok

Bangkok è una città che non smette mai di sorprendere: tra i suoi templi storici, i mercati affollati, i ristoranti raffinati e i moderni centri commerciali, offre un’ampia gamma di esperienze che soddisfano ogni tipo di viaggiatore. La stagione di MotoGP sarà solo una delle tante occasioni per scoprire la magia di questa capitale asiatica, che continua a crescere come destinazione turistica.

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Cosa fare a Milano per la Befana

L’Epifania rappresenta il giorno in cui si celebra l’arrivo a Betlemme dei Re Magi dal Lontano Oriente per onorare la nascita di Gesù, oltre che la fine ufficiale del periodo natalizio. Le città italiane festeggiano ognuna con eventi sia tradizionali che culturali, compresa la dinamica Milano. In questa giornata, sia gli adulti che i bambini troveranno l’evento adatto a loro per divertirsi e salutare le vacanze natalizie in vista del ritorno a scuola o a lavoro.

Questi gli eventi da non perdere a Milano, dai cortei tradizionali organizzati da oltre 50 anni agli spettacoli in teatro per adulti e bambini, fino ad alcuni consigli per trascorrere questa giornata nel relax.

Corteo storico dei Re Magi

Ogni anno, nel giorno della Befana, torna una delle tradizioni milanesi più amate: il corteo dei Re Magi per le strade della città. In programma per lunedì 6 gennaio 2025, l’evento vanta la partecipazione di oltre cento figuranti in costume storico tra pastori, dame, fanti e cavalieri. Il corteo storico dei Re Magi viene organizzato dal 1960, seppur le sue origini siano ancora più antiche: secondo la tradizione fu il vescovo Eustorgio che, nel IV secolo, trasportò i resti dei tre Re da Costantinopoli a Milano. Le reliquie dei Re Magi, custodite in un’urna di bronzo posizionata sopra un altare a loro dedicato, vengono esposte durante la messa delle 17:00 presso la Basilica di Sant’Eustorgio.

In generale, l’evento comincerà alle 10:45 con il ritrovo dei Re Magi e dei figuranti in costume in Piazza Duomo. Dopo la benedizione del corteo, alle 11:00 partirà la processione con un percorso che passa da Via Torino, dalle colonne di San Lorenzo (alla Basilica di San Lorenzo, alle ore 12:00, sosta per rievocare l’incontro dei Magi con Erode e la sua scorta), da corso di Porta Ticinese, fino alla conclusione in piazza Sant’Eustorgio alle 12:30 circa. Sul sagrato è allestito un palco con i personaggi della Sacra Famiglia, a cui i Magi portano i doni.

La basilica di Sant Eustorgio Milano

Fonte: iStock

La basilica di Sant’Eustorgio a Milano dove sono custodite le spoglie dei Re Magi

Spettacolo per bambini “La Befana vien di notte”

Il 5 e 6 gennaio 2025, alle 11:30, i bambini sopra i 3 anni potranno godersi lo spettacolo organizzato all’interno del Teatro Martinitt. La storia si svolge durante la notte dell’Epifania, dove personaggi come lo spazzacamino, un ladruncolo e una sonnambula incrociano le loro storie con quelle della Befana occupata a portare doni e regali ai bambini. I biglietti possono essere acquistati online e costano 12 euro per gli adulti, 10 euro per i bambini e 3 euro per i bimbi inferiori ai 3 anni. Alle 10:30, prima dell’inizio dello spettacolo, è prevista una colazione che può essere acquistata al bar al costo di 3 euro.

Incontro con la Befana al Villaggio delle Meraviglie

Cosa fare a Milano per l’Epifania se non incontrare la Befana in persona? Le famiglie con i bambini non possono perdere l’opportunità proposta dallo splendido Villaggio delle Meraviglie, che dal 16 novembre al 6 gennaio ha creato lo scenario ideale in cui festeggiare il Natale. Ora, il giorno dell’Epifania, potrete terminare il periodo delle vacanze in modo divertente e gioioso prenotando l’incontro con la Befana previsto il 6 gennaio 2025 dalle 10:00 alle 12:30 e dalle 14:30 alle 18:30.

In questa occasione, i bambini riceveranno golosissime caramelle e potranno fare una foto ricordo con la Befana insieme a tutta la famiglia. Dopo l’incontro potrete godervi la giornata all’interno del parco tematico, magari pattinando sulla pista di ghiaccio un’ultima volta! Il Villaggio delle Meraviglie si trova proprio nel cuore di Milano, nella zona di Porta Venezia, all’interno dei giardini pubblici Indro Montanelli.

Concerto dell’Epifania

Il 6 gennaio alle 17:00, presso il Teatro Roberto De Silva di Rho, si terrà la terza edizione del Concerto dell’Epifania con il Corpo Musicale Santa Cecilia di Passirana Milanese, diretto da Luigi Bascapè. Lo spettacolo si intitola Concerto dell’Epifania (aspettando Sanremo) e offre un programma di grandi classici e canti senza tempo tipici sanremesi, da Domenico Modugno a Fiorella Mannoia, da Massimo Ranieri ai Nomadi. Il biglietto può essere acquistato online e costa a partire da 13,50 euro per i posti in prima balconata, a partire da 15,30 euro per il palco e a partire da 18 euro per la platea.

Relax alle terme

Perché non trascorrere gli ultimi giorni di festa immersi nel relax senza doversi spostare dalla città? I centri termali di Milano offrono una vasta gamma di trattamenti e servizi per ritrovare il benessere e recuperare l’energia giusta per tornare al lavoro. Una delle strutture più amate è sicuramente QC Terme, situata in Piazzale Medaglia d’Oro, protetta dalle antiche mura spagnole.

Il complesso in stile liberty offre numerosi percorsi benessere, vasche termali, saune e cabine per massaggi, pensati per rigenerare corpo e mente. Sono presenti anche aree molto particolari che rispecchiano l’identità stessa della città, come la sauna a forma di tram. L’ingresso giornaliero costa a partire da 46 euro e comprende le pratiche benessere, l’accappatoio, il telo e le ciabatte.

Terme Milano

Fonte: QC Terme Milano

Sauna tram presso QC Terme a Milano
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Yerevan, porta tra Oriente e Occidente, la meta da vedere nel 2025

È una delle Capitali più antiche del mondo e, solo ultimamente, il numero di voli diretti dall’Italia, anche low cost, si è moltiplicato in modo esponenziale rendendo Yerevan (o Erevan) una città facilmente raggiungibile e che merita davvero di essere visitata. Bellissime le sue strade e le sue ampie piazze, animate di giorno e di sera. Sontuosi i palazzi e i monumenti che raccontano la lunga storia di questa città, e di un Paese, l’Armenia, porta d’accesso tra Oriente e Occidente. Tantissimi anche i parchi e i giardini che regalano ampio respiro ai lunghi viali trafficati dove passeggiare. L’abbiamo visitata e ne siamo rimasti affascinati. Ecco perché la riteniamo una delle città da visitare al più presto, non soltanto per la sua ricca varietà di modernità, di storia e di tradizione (anche enogastronomica), ma proprio perché è la porta d’accesso a un Paese meraviglioso, non ancora battuto dal turismo di massa, che deve assolutamente essere inserito nella vostra wish list, prima che ci vadano tutti.

Cosa vedere a Yerevan

Molto si concentra nella centralissima piazza della Repubblica, considerata una delle piazze più raffinate del XX secolo. Circondata da bei palazzi governativi e da hotel di lusso ricavati in edifici di tufo rosa proveniente dalle montagne dell’Armenia e da ampie fontane che, ogni sera, si animano con uno show di suoni e luci che attira una gran folla. Completamente ridisegnata alla caduta dell’impero sovietico negli Anni ’90, un tempo ospitava anche una grande statua di Lenin che venne rimossa.

Musei da non perdere

Sulla piazza s’affaccia uno dei musei più importanti del Paese, la Galleria nazionale d’Armenia con il Museo nazionale di storia, che, tra le sale, espone alcuni degli oggetti più preziosi che esistano sulla faccia della Terra: la scarpa di pelle più antica del mondo, realizzata ben 5.500 anni fa e scoperta all’interno di una grotta nella provincia di Vayotz Dzor, dove sono state trovate anche delle antiche giare appartenenti a quella che gli esperti hanno definito la cantina più vecchia del mondo, “Areni 1 Cave” che risale a 6.000 anni fa.

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Fonte: Ufficio stampa

Il profilo del Monte Ararat visto da Yerevan

Non si può visitare Yerevan senza tenere conto della triste storia recente dell’Armenia visitando il Memoriale del genocidio armeno con il suo museo, che si trovano a una ventina di minuti d’auto dal centro. La costruzione comprende una stele di 44 metri che svetta sulla spianata della collina di Dzidzernagapert e un cerchio di pietre al centro del quale arde la fiamma eterna in ricordo delle vittime del genocidio. Il monumento si può visitare anche di sera a museo chiuso. All’interno del museo sotterraneo sono esposti cimeli e documenti storici.

Complesso Cascade

Non lontano dalla piazza c’è quello che è considerato il simbolo di Yerevan, la Cascata o Complesso Cascade, una scalinata monumentale realizzata in pietra calcarea con giardini alla base – abbelliti da opere d’arte di grande valore, tra cui alcune sculture di Botero, – e su ogni livello con giardini terrazzati da cui godere di una bella vista sulla città fino al Monte Ararat e da molte altre installazioni artistiche. La costruzione iniziò quando ancora l’Armenia si chiamava Repubblica Socialista Sovietica Armena, ma fu interrotta a causa del terribile terremoto che colpì la città nel 1988. Solo negli Anni 2000 l’area fu ceduta al magnate statunitense di origine armena Gerard Cafesjian, che fece concludere la scalinata e donò le proprie opere che ancora oggi si possono ammirare nel Cafesjian Center for the Arts.

Abovyan Street

La via dove si concentrano hotel, ristoranti, locali e negozi di artigianato armeno è Abovyan Street. Questa strada centralissima è molto animata a qualunque ora del giorno e della sera ed è un piacere passeggiare e fare una sosta ristoratrice osservando la vita degli abitanti di Yerevan. Qui si trova anche la piazza intitolata a Charles Aznavour, uno dei più influenti musicisti di tutti i tempi che, oltre a essere un’icona della cultura francese, lo è soprattutto di quella armena. La madre dell’artista, infatti, era una delle sopravvissute al genocidio armeno (la Aznavour Foundation, creata dallo stesso Charles insieme al figlio Nicolas, ancora oggi realizza progetti sociali tra la Francia. dove c’è la più grande comunità armena, e l’Armenia).

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Fonte: Ufficio stampa

Un negozio di artigianto armeno a Yerevan

Vernissage Market

Non solo per fare acquisti, ma anche solo per farsi un’idea della produzione artigianale armena, questo grande mercato all’aperto lungo Aram Street e Buzand Street espone manufatti di ogni genere, dai gioielli ai tappeti fatti a mano, dai dipinti ai souvenir. Un viaggio nella cultura e nei tesori dell’Armenia nel cuore della Capitale. È aperto tutti i giorni dalle 9 alle 18.

Altri mercati

Oltre al Vernissage, vale la pena visitare anche uno dei mercati coperti di Yerevan, dove vendono una delle più importanti specialità armene, la frutta essiccata. Se non siete fan di questo tipo prodotto, merita comunque una visita per ammirare le bancarelle stracolme di coloratissima frutta essiccata disposta in modo perfetto sugli scaffali. Dall’ananas ai pomodori, dalle mele alle pere, dai kiwi alle barbabietole, dalle albicocche alle arance, ogni frutto qui viene conservato con questa tecnica che serve a prolungare la durata degli alimenti.

Quartiere Kond

Segni del terremoto sono ancora ben visibili in uno dei quartieri più interessanti della città, che sta pian piano attirando turisti: Kond. Situato leggermente in collina, questo crocevia di antiche strade dissestate e di edifici rattoppati ma molto suggestivi è davvero pittoresco per i bei murales che colorano le pareti, per le abitazioni ricavate ovunque, anche nella vecchia moschea, e per i baretti che spuntano dove meno ci si aspetta.

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Fonte: Ufficio stampa

Il quartiere Kond a Yerevan

Le esperienze enogastronomiche

La cucina armena è perfetta per chiunque, anche per vegetariani e vegani perché è ricca di verdure cucinate nei modi più disparati. Tipicamente, quando ci si siede in un ristorante o in una trattoria armena, vengono serviti tantissimi piatti tutti assieme che comprendono insalate di pomodori, cetrioli, olive, melanzane e involtini di cavolo chiamati tolma, accompagnati dal pane lavash. Da provare è la pizza armena”, lahmacun, condita con carne macinata, cipolle tritate, aglio e pomodori pelati schiacciati, il tipico ghapama, un piatto a base di zucca svuotata e riempita con riso cotto, uvetta, frutta secca, cannella, zucchero o miele e le grigliate di carne.

Ottimo è anche il vino armeno. La tradizione vitivinicola qui è molto antica, come dimostra la Areni 1 Cave di cui abbiamo parlato, tanto che l’Armenia viene considerata uno dei Paesi “culla” del vino e nel 2024 ha ospitato la Conferenza globale sul turismo del vino di UN Tourism. In Armenia ci sono oltre 500 vitigni autoctoni e i più diffusi includono l’Areni noir e il Lalvari, usato nella spumantizzazione. Molte delle uve prodotte in Armenia vengono impiegate per la produzione di brandy. Proprio a Yerevan si può visitare la Ararat Brandy Factory che produce questo distillato fin dal 1887 prendendo parte a un tour guidato del museo con tanto di degustazione.

La vicinanza geografica e la comodità dei collegamenti aerei rendono Yerevan, e l’Armenia, una meta perfetta per un city break senza allontanarsi troppo dall’Italia, ma immergendosi in un affascinante viaggio culturale di tre-quattro giorni. In una settimana si possono anche visitare alcuni siti fuori città, ma questo è un altro viaggio.

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A Sessa Aurunca, in Campania, è stato inaugurato un nuovo Museo Archeologico Nazionale

Il 18 dicembre 2024 è una data che segna un punto di svolta per la città di Sessa Aurunca e per tutta la regione Campania: è stato infatti inaugurato il Museo Archeologico Nazionale di Sessa Aurunca, un’importante novità che arricchisce il Sistema Museale Nazionale, un progetto che sta rivoluzionando la fruizione e la valorizzazione dei patrimoni culturali italiani.

Il nuovo museo sorge all’interno del Castello Ducale, un’imponente struttura medievale che fino ad oggi ospitava solo una parte limitata dei reperti archeologici della città. Ora, grazie alla realizzazione di un allestimento moderno e altamente innovativo, il Castello diventa un centro di cultura e conoscenza in grado di raccontare la lunga e affascinante storia di Sessa Aurunca, dalle sue origini nel IX-VIII secolo a.C. fino al periodo romano, quando la città si sviluppò come colonia latina.

Un nuovo museo in Campania, ponte tra storia e modernità

L’apertura del Museo Archeologico Nazionale di Sessa Aurunca, in Campania, non solo costituisce un tassello fondamentale nella valorizzazione del patrimonio culturale campano, ma è anche un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni pubbliche e università. La realizzazione del progetto ha visto il coinvolgimento di numerosi enti, tra cui il Comune di Sessa Aurunca, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, e le università locali, come l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” e l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Questa rete di collaborazione ha consentito di creare un museo che non solo conserva, ma rende anche fruibile il patrimonio per le future generazioni.

Sessa Aurunca, Castello Ducale

Fonte: Ufficio Stampa

Il Castello Ducale di Sessa Aurunca

Il Museo Archeologico Nazionale di Sessa Aurunca rappresenta dunque un modello di accessibilità culturale e di sinergia tra le istituzioni, un passo importante per la valorizzazione di una regione ricca di storia e tradizioni, ma ancora troppo poco conosciuta. La realizzazione del museo è stata resa possibile grazie ai fondi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che ha puntato fortemente sull’accessibilità e sull’inclusività delle strutture culturali.

Il percorso espositivo, viaggio attraverso i secoli 

Il percorso espositivo del Museo Archeologico Nazionale di Sessa Aurunca si sviluppa su più sale, ognuna delle quali racconta una fase distinta della storia del territorio. Le prime tre sale sono dedicate alle origini del territorio e ai suoi abitanti, gli Ausoni-Aurunci, popolazioni che risalgono all’età del Ferro (IX-VIII secolo a.C.). Queste sale offrono una ricca selezione di reperti che documentano gli insediamenti e i culti religiosi di queste antiche genti, con un focus particolare sui santuari e le aree sacre, come quello dedicato alla dea Marica, situato presso la foce del fiume Garigliano.

Le successive sale sono dedicate all’epoca romana, con un’accurata ricostruzione del territorio e della città di Suessa, colonia latina fondata nel 313 a.C. Questi spazi raccontano la vita quotidiana nel territorio romano, tra ville rustiche, coltivazioni di vino e necropoli. Un’attenzione particolare è riservata al Teatro Romano di Sessa Aurunca, uno degli edifici pubblici più imponenti scoperti finora in Campania, per il quale sono stati ricreati gli spazi con elementi di arredo originali e la celebre statua di Matidia minor, una scultura che fu collocata al centro della scena.

Museo Archeologico Nazionale di Sessa Aurunca

Fonte: Ufficio Stampa

L’interno del Museo Archeologico Nazionale di Sessa Aurunca

Il percorso museale è arricchito da installazioni interattive, postazioni tattili e contenuti multimediali progettati per garantire un’esperienza inclusiva per tutti i visitatori. Grazie alla collaborazione con lo studio di design Dotdotdot, sono state realizzate soluzioni tecnologiche che permettono di esplorare la storia del territorio in modo dinamico. Tra queste, si segnala l’uso di mappe interattive, video in loop e visualizzazioni 3D che restituiscono la spazialità di alcuni reperti archeologici, come il famoso teatro di Sessa e la statua della Kore di Sessa, conservata al British Museum.

In particolare, le installazioni tattili permettono ai visitatori non vedenti di fruire del patrimonio archeologico, grazie alla possibilità di toccare riproduzioni dei reperti e di ascoltare le spiegazioni tramite QR code. Ogni sala è quindi pensata per essere completamente accessibile, sia dal punto di vista sensoriale che cognitivo.

Il museo rappresenta anche un’importante occasione di crescita per la comunità locale. Per la prima volta, infatti, viene esposta nel suo territorio di provenienza una delle opere più iconiche del patrimonio di Sessa Aurunca: la Venere di Sinuessa.

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Le 15 tradizioni di Natale più particolari e uniche del mondo

Il Natale, una delle festività più celebrate e amate in tutto il mondo, è sinonimo di tradizioni e usanze che variano da Paese a Paese. Ogni nazione, con la propria cultura, storia e folklore, porta avanti rituali unici (e spesso insoliti!) che rendono il periodo natalizio ancora più speciale.

Dalle tradizioni religiose alle celebrazioni popolari, il Natale è un momento di unione, di gioia e di riflessione: scopriamo insieme alcune delle tradizioni di Natale più affascinanti e particolari in Italia, in Europa e nel resto del mondo.

Le tradizioni di Natale in Italia

Il Natale in Italia è una delle feste più sentite, e ogni regione ha le proprie tradizioni uniche. Tra le consuetudini che si tramandano da secoli, cibo, religione e folklore sono gli elementi principali. Vediamo le tradizioni natalizie più tipiche del Bel Paese.

Il Presepe, arte italiana

Una delle tradizioni natalizie più emblematiche in Italia è sicuramente la creazione del presepe. Originaria di Napoli dal 1200, questa usanza si è diffusa poi in tutta la penisola. Ogni famiglia, ogni città ha il proprio presepe, che rappresenta la Natività, ma con una particolare attenzione ai dettagli: dai pastori che camminano tra le case fino agli animali e le scene di vita quotidiana che arricchiscono il panorama. In alcune città, come Napoli ma non solo, si possono visitare interi quartieri con presepi viventi, dove persone in costume ricreano scene natalizie nelle strade.

La Vigilia di Natale e il Cenone

In Italia, la vigilia di Natale (24 dicembre) è il momento più atteso per festeggiare. La cena della vigilia, che tradizionalmente è a base di pesce, è un’occasione per riunire la famiglia. A mezzanotte, molte persone partecipano alla messa di mezzanotte, che segna l’inizio ufficiale delle celebrazioni. Dopo la messa, le famiglie si scambiano regali e condividono momenti di gioia. Una tradizione particolare di alcune regioni è quella di fare un giro in centro per ammirare le luci natalizie.

La Befana, la Strega del 6 gennaio

Sebbene il 25 dicembre sia il cuore del Natale, in Italia si festeggia anche il 6 gennaio con l’arrivo della Befana, una figura che porta dolci ai bambini che sono stati bravi e carbone a quelli che sono stati cattivi. La Befana è rappresentata come una vecchia strega che vola sulla sua scopa, simbolo di rinnovamento e di buon auspicio per il nuovo anno. La sua figura deriva da tradizioni pagane, ma nel tempo si è fusa con la cristianità.

Le tradizioni di Natale in Europa

Il Natale in Europa ha radici antiche e diverse tradizioni che variano da nazione a nazione. Dalle usanze religiose alle festività legate al folklore, ecco come si celebra questa festività in alcuni dei Paesi più rappresentativi.

Il Nikolaustag in Germania

In Germania, il Natale inizia il 6 dicembre con il Nikolaustag, il giorno di San Nicola. Secondo la tradizione, i bambini lasciano le scarpe fuori dalla porta o sul davanzale, e San Nicola, che viaggia accompagnato da un angelo e un diavoletto, porta dolci ai bambini buoni e bastoni per quelli disobbedienti. Questa usanza ha radici medievali e si celebra in molte regioni della Germania.

Santa Lucia in Svezia

In Svezia, il Natale comincia il 13 dicembre con la celebrazione di Santa Lucia, una tradizione che affonda le radici nella storia cristiana e che è molto sentita in tutto il Paese. La figura di Lucia è simbolo di luce nel buio invernale. Durante le celebrazioni, la Lussebruden (la sposa di Lucia) indossa un abito bianco con una corona di candele. La giornata è anche seguita da canti natalizi e l’offerta di dolci tipici, come le Lussekatter, panini allo zafferano.

Il Pantomime di Natale in Polonia

In Polonia, la vigilia di Natale (24 dicembre) è il momento di maggiore importanza, tanto che la cena può cominciare solo quando appare la prima stella nel cielo. La cena della vigilia è un pasto vegetariano che prevede dodici portate, simbolo dei dodici apostoli. Un momento molto toccante di questa celebrazione è la condivisione dell’ostia tra i commensali, come segno di pace e di benevolenza.

Il Mercatino di Natale in Austria

In Austria, la fiera di Natale è una delle tradizioni più amate. I mercatini di Natale (ad esempio quelli di Vienna e Salisburgo) sono famosi per le loro bancarelle piene di decorazioni natalizie, artigianato e cibi tipici, come il vin brulè e i dolci natalizi. Passeggiando per questi mercatini, si respira un’atmosfera fiabesca e calorosa, perfetta per immergersi nello spirito del Natale.

I mercatini di Natale in Austria

Fonte: Innsbruck Tourismus_Danijel Jovanovic

I mercatini di Natale in Austria

La Lotteria di Natale in Spagna

In Spagna, il Natale è segnato da un evento unico: la Lotteria Nazionale di Natale. Il 22 dicembre, migliaia di spagnoli partecipano all’estrazione del Gordo (Il Grasso), il premio più ambito, che distribuisce milioni di euro in tutta la nazione. Questo evento è un vero e proprio rito sociale, in cui le famiglie si radunano per seguire in diretta l’estrazione dei numeri, sperando di vincere una fortuna per festeggiare le festività.

Il Gatto di Natale in Islanda

In Islanda, il Jólakötturinn, ovvero il Gatto di Natale, è una figura leggendaria che spaventa i bambini cattivi. Secondo la leggenda, il gatto mangia i bambini che non ricevono nuovi vestiti per Natale. Questa tradizione, che ha radici nell’antico folklore islandese, insegna ai bambini a comportarsi bene, sperando di ricevere dei regali anziché attirare l’ira del gigantesco gatto.

Krampus (Germania, Austria, Ungheria)

Non tutte le tradizioni natalizie sono per forza… buone. In alcune regioni dell’Europa centrale, esiste una figura leggendaria molto particolare: Krampus. Questo essere mostruoso accompagna Babbo Natale, ma mentre quest’ultimo premia i bambini buoni, Krampus si occupa dei cattivi. Con il suo aspetto terrificante, spesso spaventa i bambini disobbedienti e, secondo la leggenda, li rapisce portandoli via nel suo sacco. In Austria e in alcune zone della Germania, il 5 dicembre si celebrano le Krampuslauf, processioni in cui le persone si travestono da Krampus e girano per le strade.

Nascondere le scope in Norvegia

Una tradizione natalizia davvero particolare viene dalla Norvegia: si dice che, la notte di Natale, le streghe e i demoni siano particolarmente attivi e che volino sulle scope. Per evitare che le streghe prendano le scope di casa, le famiglie norvegesi le nascondono. Questo gesto superstizioso risale a tradizioni pagane, ma ancora oggi molte famiglie praticano questa usanza.

Le tradizioni natalizie nel resto del mondo

Ogni Paese del mondo celebra il Natale in modo unico, adattando le tradizioni locali alle festività: dall’Asia all’Oceania, dal continente africano alle Americhe, ogni cultura porta una sua interpretazione del Natale (alcune parecchio curiose!).

Il Christmas Chicken in Giappone

In Giappone, il Natale è una festa principalmente commerciale, celebrata senza legami religiosi profondi. Una delle tradizioni più sorprendenti è mangiare pollo fritto il 24 dicembre, una tradizione che è iniziata negli anni ’70 grazie alla campagna pubblicitaria di KFC. La frase “Kentucky for Christmas” è diventata sinonimo di Natale giapponese. In questo giorno, le famiglie si riversano nei ristoranti KFC per gustare il loro pollo natalizio, mentre il 25 dicembre è un normale giorno lavorativo.

La Panunuluyan nelle Filippine

Nelle Filippine, il Natale si celebra in modo molto simbolico, con la tradizione della Panunuluyan. Si tratta di una processione che rievoca la ricerca di alloggio di Maria e Giuseppe, con una coppia che bussa alle porte in cerca di riparo. Questa tradizione culmina con la Misa de Aguinaldo, la messa di mezzanotte che segna l’inizio ufficiale della celebrazione cristiana.

Le Luminarias in Messico

In Messico, una delle tradizioni natalizie più suggestive è l’uso delle luminarias. Si tratta di piccole lanterne di carta accese che decorano le strade la notte della vigilia di Natale. Le luminarias sono utilizzate per illuminare il cammino di Maria e Giuseppe, simbolizzando il viaggio verso Betlemme. La tradizione di accendere queste luci continua anche oggi, e le luminarias creano un’atmosfera magica che coinvolge tutta la comunità.

Luminarias, Messico

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Le strade illuminate con le luminarias in Messico

La Messa sui pattini in Venezuela

A Caracas, in Venezuela, la vigilia di Natale è una festa davvero particolare: la messa natalizia viene celebrata con una tradizione unica. Le strade vengono chiuse per permettere ai fedeli di raggiungere la chiesa in modo sicuro… Sui pattini a rotelle! Questo rito, che ha preso piede negli anni ’50, è un modo divertente e unico di celebrare il Natale in un clima caldo.

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La magia della Bibbia nel Parco, il presepe vivente di Valderice

Il Natale a Valderice si tinge di spiritualità e cultura con l’evento La Bibbia nel Parco, un presepe vivente unico nel suo genere. Questa straordinaria rappresentazione, che ogni anno richiama visitatori da tutta la Sicilia e oltre, offre un’esperienza che va ben oltre la tradizionale Natività. Attraverso un percorso di quadri statici viventi, La Bibbia nel Parco narra episodi tratti sia dall’Antico che dal Nuovo Testamento, regalando ai visitatori un viaggio emozionante tra le Sacre Scritture. Quest’anno, la manifestazione si rinnova con una nuova location, il suggestivo Borgo San Marco, che promette di rendere ancora più coinvolgente questa esperienza spirituale e artistica.

Storia del presepe vivente di Valderice

Da oltre 25 anni, il presepe vivente di Valderice rappresenta una delle più affascinanti manifestazioni natalizie in Italia. Nato con l’intento di raccontare la Bibbia attraverso l’arte e la cultura, l’evento si è svolto per lungo tempo nella cornice del Parco Urbano di Misericordia. La sua particolarità è data dalla narrazione biblica resa viva da figuranti in costume d’epoca, che mettono in scena episodi emblematici delle Scritture, in un dialogo ideale tra cielo e terra.

Quest’anno, l’evento trova una nuova casa nel Borgo San Marco, il nucleo storico di Valderice recentemente restaurato, che con i suoi vicoli e le scalinate dal fascino antico, si presta perfettamente a fare da sfondo alle rappresentazioni. “La scelta di questa nuova location non è solo un cambio logistico, ma un’evoluzione dell’evento stesso,” afferma Margherita Aguanno, presidente dell’Associazione Pro Misericordia, che organizza la manifestazione in collaborazione con il Comune di Valderice. Il Borgo San Marco diventa così l’ambientazione di un presepe che vuole essere non solo spettacolo, ma un momento di incontro, condivisione e riflessione che invita a riscoprire il vero significato del Natale.

presepe vivente di Valderice

Fonte: Comune di Valderice

Una scena vivente de La Bibbia nel Parco di Valderice

Date e orari del presepe vivente di Valderice

La Bibbia nel Parco si terrà nelle serate del 28 e 29 dicembre e del 5 gennaio. L’evento aprirà le sue porte ai visitatori dalle 18 alle 22, offrendo un’opportunità unica per vivere la magia del Natale in un contesto autentico e coinvolgente.
L’ingresso è gratuito, un gesto che sottolinea la volontà degli organizzatori di rendere accessibile a tutti questa straordinaria esperienza.

Dove si trova e come raggiungere il presepe vivente di Valderice

Il presepe vivente si svolge nel comune di Valderice, raggiunbile in auto:
S.S.n.113 Palermo-Trapani (100 Km circa)
A29 Palermo-Mazara del Vallo uscita Castellammare del Golfo e proseguimento su S.S.n.113 direzione Trapani (80 Km circa)

Programma del presepe vivente di Valderice

Quest’anno, il tema conduttore della manifestazione sarà “Nel segno della Speranza”. Oltre cinquanta figuranti daranno vita a sette scene bibliche, ciascuna accompagnata dalla lettura di versetti tratti dalle Sacre Scritture. Questo approccio, che unisce la dimensione visiva a quella spirituale, trasforma il percorso in un’esperienza unica e coinvolgente.

L’atmosfera del Borgo San Marco, illuminato da fiaccole e arricchito da dettagli artigianali creati da volontari locali, contribuisce a rendere ogni scena un autentico capolavoro. I visitatori saranno guidati lungo il percorso, potendosi immergere in un racconto che tocca il cuore e l’anima. Al termine della visita, sarà possibile degustare prodotti tipici e dolci natalizi in un’area dedicata, mentre i più piccoli potranno divertirsi in uno spazio giochi appositamente allestito.

Oltre al presepe, il programma prevede anche un concerto di Natale e momenti di animazione che arricchiranno ulteriormente l’esperienza. Il tutto è reso possibile grazie alla collaborazione tra l’Associazione Pro Misericordia e le numerose realtà associative del territorio valdericino, che con dedizione e passione contribuiscono alla realizzazione di questo evento straordinario.

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Cincsor, il borgo della Romania trasformato in albergo diffuso

Tra le dolci colline della Transilvania, si cela un piccolo gioiello che sta rinascendo grazie al turismo: Cincsor, un borgo dal fascino antico, sta scrivendo un nuovo capitolo della sua storia. Grazie a un progetto di recupero e valorizzazione, questo villaggio sassone dimenticato è oggi una destinazione unica, dove tradizione, cultura e ospitalità si fondono in un albergo diffuso che attira visitatori da tutto il mondo. Qui, ogni casa restaurata racconta una storia e ogni angolo del borgo invita a scoprire un’atmosfera autentica e senza tempo.

Quarant’anni fa, Carmen Schuster lasciò il villaggio transilvano di Cincsor per trasferirsi in Germania Ovest alla ricerca di una vita migliore. Tuttavia, anni dopo, tornando in Romania per motivi di lavoro, fu sopraffatta da un desiderio irresistibile: rimanere e salvare la comunità sassone secolare che un tempo aveva chiamato casa.

Schuster appartiene a una minoranza etnica tedesca in Romania in via di estinzione, discendente dai Sassoni reclutati dai re ungheresi per colonizzare la Transilvania a partire dal XII secolo. “Dovevamo salvare la scuola, che era in rovina,” ha raccontato Schuster, oggi sessantenne, all’agenzia di stampa francese AFP. Con il marito Michael Lisske, ha dedicato oltre un decennio al meticoloso restauro del cuore storico di Cincsor, trasformando alcuni edifici in accoglienti guesthouse con l’obiettivo di ridare vita al villaggio.

La rinascita del villaggio dimenticato

Grazie agli sforzi della coppia, anche altri edifici del borgo sono stati restaurati, e il villaggio ha ritrovato il suo centro nevralgico attorno alla chiesa protestante, che ancora oggi ospita le funzioni religiose per i sette parrocchiani rimasti.

La storia di Cincsor si intreccia con quella della Transilvania, una regione caratterizzata da un’eredità unica. Prima della Seconda Guerra Mondiale, la Romania contava una comunità sassone di circa 300.000 persone. Oggi ne rimangono solo circa 10.000, molti dei quali emigrati negli anni ‘70 e ‘80 per sfuggire alla persecuzione sotto il regime comunista di Nicolae Ceaușescu. I villaggi sassoni abbandonati sono stati gradualmente ripopolati da romeni privi di legami con la storia secolare della regione.

Eppure, l’atmosfera unica di questi borghi storici ai piedi dei Carpazi non è mai svanita del tutto, tanto che molte delle loro chiese fortificate sono oggi riconosciute come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. “Nel XV secolo, fortificarono le loro chiese per servire da rifugio in caso di attacchi,” ha spiegato Michael Lisske, ex insegnante. “I Sassoni non godevano di protezione regale, nonostante le promesse di libertà fatte dagli ungheresi che li avevano portati qui.”

Per Schuster, preservare l’eredità sassone rappresenta una “vittoria tardiva” contro il trattamento disumano e sprezzante subito sotto il regime comunista, che aveva fatto di tutto per cancellarla.

Il successo delle guesthouse

Le guesthouse gestite da Schuster sono diventate la principale fonte di occupazione per il villaggio, attirando turisti in una regione tradizionalmente legata all’agricoltura. Tra i 15 dipendenti, Ramona Amariei lavora come cameriera e sarta stagionale. Di origini rom, Amariei si sente orgogliosa di far parte di questa “famiglia” inclusiva. “Non c’è discriminazione,” afferma. Anche Adrian Boscu, chef del villaggio, contribuisce a questa rinascita reinterpretando antiche ricette sassoni con un tocco moderno e utilizzando prodotti locali. “Stiamo cercando di riportare in vita tradizioni che altrimenti andrebbero perse,” spiega.

Il successo delle guesthouse ha ispirato altri villaggi vicini a seguire l’esempio di Cincsor, restaurando il loro patrimonio secolare per rilanciare le economie locali. “Credo che l’idea si stia diffondendo,” ha dichiarato Schuster. “Ci sono molte persone con progetti interessanti.” Un esempio è la casa accanto, ristrutturata dal proprietario romeno Nicolas Mioque, tornato dalla Francia dopo 57 anni. “Schuster e suo marito hanno ridato vita al villaggio,” afferma Mioque, aggiungendo che senza le guesthouse Cincsor sarebbe un luogo “triste”.

Anche il Re Carlo III di Gran Bretagna, che vanta una discendenza dal famigerato principe Vlad l’Impalatore, possiede diverse proprietà nei dintorni, alcune delle quali vengono affittate ai turisti. La presenza reale conferisce ulteriore fascino alla regione, che continua a conquistare visitatori da tutto il mondo.

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Cosa vedere e fare a La Thuile, tra paesaggi da sogno, storia e ghiacciai

Alte montagne ed estesi ghiacciai dominano La Thuile, affascinante comune della Valle d’Aosta, che per la sua posizione geografica e bellezza è in grado di attirare (e soddisfare) visitatori in ogni stagione dell’anno. Il merito è che è un luogo straordinario dal punto di vista paesaggistico, ma anche storico e di possibili attività da fare a tutte le età.

Cosa vedere a La Thuile in estate

La Thuile in estate è meta soprattutto di alpinisti, escursionisti e amanti della vita all’aria aperta: vi sono davvero tantissime opportunità di svago e divertimento, tutte da svolgere in un contesto naturalistico che pare uscito direttamente da un sogno. La Thuile, infatti, si fa spazio ai piedi dell’imponente Monte Bianco e dei suoi ghiacciai antichissimi.

Le cascate del Rutor

Partendo dalla frazione di La Joux si può intraprendere un’escursione di pochi chilometri che porta al cospetto delle fragorose (e bellissime) cascate del Rutor. Si tratta di un percorso adatto a tutti di circa un’ora e mezza.

Le cascate da ammirare sono 3 e regalano uno spettacolo emozionante: nascono rispettivamente a 2030, 1850 e 1700 metri di altitudine, da uno dei ghiacciai più estesi della Valle d’Aosta.

Tra gole e precipizi, boschi di conifere centenarie, mulattiere rimaste ferme nel tempo tempo e un ponte in ferro costruito nel 2014, si arriva di fronte a questi spettacoli della natura che da soli valgono il viaggio.

Cascate del Rutor, Valle d'Aosta

Fonte: iStock

Le roboanti cascate del Rutor

Bike Park La Thuile

Ve lo abbiamo già detto ma ve lo ripetiamo: La Thuile è un vero paradiso in Terra per tutti coloro che amano le attività all’aria aperta. A disposizione, infatti, c’è anche un Bike Park che offre ben 220 km di percorsi e che a sua volta è servito da seggiovie.

Gli appassionati di mountain bike, quindi, possono divertirsi tra numerosi sentieri nella natura selvaggia che si estendono dai 2.600 metri di quota e che scendono per oltre 1.200, proprio fino al centro del paese di La Thuile.

Per chi è alle prime armi c’è anche un campo scuola, che propone tour guidati nel comprensorio e lezioni per principianti, bambini ed anche esperti.

Lago Verney

Il suggestivo Lago Verney è il più grande lago naturale di origine glaciale della regione. Situato a 2088 metri di altitudine, è raggiungibile solo nei periodi di apertura del Colle del Piccolo San Bernardo, quindi in estate perché va da giugno ad ottobre.

Si può giungere al suo cospetto anche con un’escursione in mezzo alla natura più autentica, posando gli occhi sulle decine di cime che svettano nei cieli intorno a lui. In più, offre uno straordinario panorama sulla bellissima vallata di La Thuile.

Lago Verney, Valle d'Aosta

Fonte: iStock

Tutta la bellezza del Lago Verney

Cosa fare a La Thuile in inverno

Se in estate La Thiule è un paradiso, d’inverno è un sogno che si avvera: è dotato di uno dei comprensori sciistici più grandi della Valle d’Aosta, che offre ben 152 km di piste servite da 38 impianti. Ma scivolare sulla neve con un paio di sci non è l’unica cosa che si può fare in questo affascinante borgo della regione del Nord Italia.

Sciare a La Thuile

Il comprensorio sciistico internazionale Espace San Bernardo è senza ombra di dubbio un punto di riferimento per gli amanti dello sci nei grandi spazi. Vi sono piste per tutti i livelli (in totale sono circa 80), ma la più famosa prende il nome di “3 Franco Berthod”: si presenta particolarmente difficile e ripida (vanta 76% di pendenza, la percentuale maggiore in tutto il nostro Paese).

Il periodo di apertura e chiusura per la stagione di quest’anno va dal 30 novembre fino al 21 aprile 2025, e il prezzo dello skipass parte da un minimo di 56 euro (i bambini fino a 8 anni sciano gratis).

Stazione sciistica di La Thuile, Valle d'Aosta

Fonte: iStock@BrasilNut1

La bellissima stazione sciistica di La Thuile

Fare snowkite

Per i viaggiatori alla ricerca di pura adrenalina c’è anche a disposizione un divertentissimo snowkite spot, a ben 2.188 metri di quota. Si tratta di uno sport eccezionale, uno di quelli da provare almeno una volta nella vita: si pratica kite e si usa una vela, come se si fosse al mare ma in realtà si è sulla neve, mentre si è circondati dalle mitiche cime delle Alpi.

Il vento soffia e il kite si gonfia, permettendo allo sciatore di surfare sulla neve e fare persino salti ed evoluzioni.

Freeride

Non mancano le aree dedicate al freeride, tantissimi chilometri lontani dalle piste più battute e con difficoltà differenti, adatte sia a semplici appassionati che a professionisti.

Nonostante questo, è bene sapere che è sempre consigliato praticare il freeride in compagnia di una guida alpina, perché non si tratta di un’attività priva di rischi: c’è il pericolo di valanghe, smarrimento e cadute.

Cosa vedere e fare a La Thuile senza sciare

La Thuile è probabilmente tutto ciò che gli sciatori possono desiderare, ma la verità è che le opzioni che offre non sono solo ed esclusivamente dedicate a loro. Per questo motivo, abbiamo raccolto per voi alcune delle attività e cose da vedere a La Thuile senza sciare (sì, da queste parti potete fare anche lunghe ciaspolate).

Visitare il centro storico

Il centro storico di La Thuile è un gioiellino, anche grazie al fatto che è un territorio che è stato frequentato sin dalla preistoria, poi ancora in epoca romana, nel Medioevo e nell’era moderna. La prima cosa da cui inevitabilmente si viene colpiti è lo scenario fiabesco fatto di case in pietra e legno, tetti in losa e un bosco.

Tra tutto questo si nascondono anche edifici di particolare interesse come la chiesa parrocchiale di San Nicola, con un crocifisso del XV secolo che sovrasta l’altare, un tabernacolo settecentesco e un museo di arte sacra con artefatti che vanno dal XIII al XIX secolo, e la Maison-Musée Berton, in cui sono conservati circa 200 pezzi originali d’artigianato, elementi architettonici, stampe, disegni, oggetti d’arte sacra e più di 4000 libri.

La Thuile, borgo in Valle d'Aosta

Fonte: iStock

La cittadina di La Thuile vista dall’alto

Zona archeologica e Cromlech

Il Colle del Piccolo San Bernardo è un passo alpino che collega il vallone di La Thuile con la Haute-Tarantaise, in Francia. A poca distanza da questo si estende una zona archeologica in cui sono conservate tantissime testimonianze del passato.

La più nota è senza ombra di dubbio il Cromlech di età pre-celtica, che si ritiene sia un calendario astronomico simile al ben più noto Stonehenge. La sicurezza non la si ha ancora, purtroppo, ma quel che è certo è che il più importante dei cerchi megalitici presenti in Italia.

In più, si può passeggiare sull’Alpis Graia, un tratto rilevante di una delle più strategiche vie di comunicazione di epoca romana, e scoprire due mansiones, due tipiche stazioni di posta sempre degli antichi romani.

Le miniere di La Thuile

A La Thuile sono ancora presenti delle antiche miniere che hanno fatto per un lungo periodo la fortuna di questo comune, ben prima che arrivasse lo sci. Da queste parti, infatti, venivano estratti piombo argentifero e antracite per la produzione di carbone.

Secondo alcuni documenti le attività estrattive sono iniziate nel ‘500, mentre le prime miniere di carbone ad uso locale nacquero nell’800. Dei veri e propri mondi sotterranei da esplorare, fatti di tratti di binari per i carrelli, resti di infrastrutture tecniche, segmenti di gallerie e molto altro ancora.

Uno dei percorsi più affascinanti è quello che conduce alla miniera Granier, in cui è ancora visibile un gigantesco argano.

Cosa fare a La Thuile con i bambini

Lo abbiamo detto sopra ma lo ripetiamo: a La Thuile si divertono tutti, persino i bambini. Per loro, infatti, ci sono moltissimi sentieri da poter raggiungere grazie agli impianti di risalita, ma anche una serie di piste alla loro portata o scuole per principianti. Ma di certo la proposta turistica non si esaurisce qui:

  • Pattinaggio su ghiaccio: la pista è aperta dal 21 dicembre al 6 gennaio compreso;
  • Parco giochi sulla neve: con un castello gonfiabile, un tappetto elastico, mini jeep, tiro con l’arco e ping pong;
  • La Piramide: per il calcio balilla, ping pong, freccette, giochi da tavolo, carte, scacchi, zona console;
  • Piscina all’aperto riscaldata: accessibile con la seggiovia Bosco Express e aperta solo in estate.
La Thuile con i bambini

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Bambina che si diverte a La Thuile
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L’Italia batte tutti: offre un’esperienza turistica multidimensionale

Non possiamo considerare l’Italia solamente come una destinazione turistica, dopotutto per il patrimonio artistico e la sua storicità è un punto di riferimento d’eccellenza a livello mondiale. Nonostante altri Paesi come la Turchia, il Messico e gli Emirati Arabi Uniti stiano investendo sempre più risorse, il Belpaese mantiene saldo la leadership. Come? Un’offerta unica capace di combinare patrimonio culturale, esperienze culinarie, lusso e paesaggi ineguagliabili. Non è un caso che nel 2023 si siano contati oltre 57 milioni di turisti superando nettamente altre destinazioni che abbiamo citato poco fa. Il segreto del successo, come riporta la rivista Travel and Tour World, è sicuramente da ricercare nella multidimensionalità .

Offerta turistica poliedrica

Se dobbiamo dire cosa distingue l’Italia da altre mete è la capacità di offrire un’esperienza multidimensionale. I viaggiatori sanno di poter spaziare tra le rovine dell’antica Roma, la romantica Venezia, il rinascimento a Firenze e i vigneti in Toscana. Da nord a sud tra borghi e città d’arte c’è davvero tanto da scoprire. Non ci si affida a un unico tipo di turismo, come ad esempio in Turchia dove il focus è legato soprattutto alle località balneari.

Turismo di qualità e valore economico

Il predominio italiano non si nota solo per i numeri ma per il valore economico generato. I turisti che scelgono il Belpaese per le loro vacanze tendono a spendere di più che in altre destinazioni: esperienze food, itinerari gastronomici, degustazioni di vini e shopping di artigianato di lusso sono le attività preferite. Nell’ultimo anno il settore ha generato un fatturato di 215 miliardi di euro: una cifra da capogiro che oscura tutti i Paesi concorrenti. Le previsioni per il 2024 sono anche più rosee: si parla di una crescita fino a 223 miliardi di euro.

Cultura culinaria

Tra i motivi per cui tante persone scelgono di visitare l’Italia c’è il buon cibo. Non un’unica tradizione ma regione per regione ha le sue specialità da degustare: dai piatti più buoni della cucina romana come la carbonara alla pizza patrimonio Unesco di Napoli passando per la pasta fresca a Bologna. Che dire poi dei vini? Degustazioni, percorsi sensoriali e la possibilità di visitare le cantine sono alcuni dei trend che hanno permesso la crescita dell’enoturismo in Italia. A differenza di altre destinazioni, come la Thailandia o il Messico, che puntano sullo street food, qui si propone un turismo culinario che mixa tradizione, qualità e autenticità.

Cultura culinaria in Italia

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Tra i motivi che attirano i turisti in Italia c’è la cucina

La moda italiana

Se ci riferiamo al lusso e allo stile, il made in Italy è in pole position. Non solo Milano con la Fashion Week e gli eventi della settimana della moda, anche Alta Roma è un punto di riferimento importante così come le presentazioni a Palazzo Pitti a Firenze. L’approccio italiano è autentico e personalizzato, regalando esperienze uniche che pochi altri paesi possono eguagliare.

 La città di Milano tra creatività e cultura

Milano per molti anni è stata considerata per lo più un polo business, un luogo di atterraggio ma non così ricca di proposte. In realtà l’interesse turistico è cresciuto scoprendo che c’è molto più del suolo Duomo: eventi culturali e mostre dominano la scena. Il Salone del Mobile, il Milano Jazz Festival e le stagioni liriche del Teatro alla Scala sono solo alcuni esempi delle opportunità che si uniscono poi a musei interattivi e di approfondimento come quello dedicato a Leonardo da Vinci. Possiamo dire che la città meneghina oggi non è più solo un centro di affari ma un laboratorio creativo e culturale, capace di attrarre turisti da ogni angolo del mondo.

Milano conquista i viaggiatori di tutto il mondo

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Eventi, musei, mostre temporanee e teatro: Milano ha conquistato i turisti di tutto il mondo

Meeting ed eventi

Un altro motivo che contribuisce al successo dell’Italia rispetto ad altre mete è l’impegno nella costruzione di un calendario ricco di appuntamenti. Eventi, meeting e congressi hanno dato modo nel 2023 di ospitare ben 340.000 date aumentando in modo significativo il numero rispetto agli anni precedenti. Il 2024 non è stato da meno: castelli, ville storiche, fiere e sale congressi hanno dominato la scena diversificando le location a seconda delle necessità.

Monumenti e cultura

Non possiamo negarlo, la nazione italiana è tra i punti di riferimento culturali più apprezzati al mondo e non solo in Europa. Tra i monumenti più famosi e prestigiosi? Il Colosseo di Roma, la Cappella Sistina a Città del Vaticano e il Palazzo Ducale di Venezia e ancora le meraviglie rinascimentali di Firenze, la Valle dei Templi in Sicilia: e ci fermiamo qui ma le citazioni potrebbero essere molte di più. Dopotutto qui, regione per regione, è custodito un patrimonio culturale da vivere. Ogni angolo è un vero spaccato di storia; i borghi medievali arroccati, le piazze storiche tra cui San Marco a Venezia, castelli antichi e siti archeologici quali Pompei non possono non essere citati. Chiaramente fa parte dell’apprezzamento turistico anche il folklore: sagre, festival e manifestazioni culturali rendono l’experience più completa.

Impatto economico di grande portata

Il turismo nel Belpaese non va etichettato come un semplice fenomeno culturale; il settore terziario è tra quelli portanti dell’economia. Sono oltre 3 milioni i posti di lavoro creati nel settore e viene indicato proprio il turismo come una delle voci più significative nel PIL nazionale. Per il 2034 le previsioni sono ancora più incoraggianti: il numero di professionisti impiegati nel turismo crescerà ulteriormente, contribuendo a sostenere l’economia italiana in modo duraturo. Non solo contratti di lavoro, l’entusiasmo è legato proprio alla spesa totale che i turisti investono per una vacanza in loco: città d’arte, borghi, on the road per arrivare a superare i 175 miliardi di euro nel 2023. Secondo l’analisi condivisa l’Italia è tra le nazioni con la più alta capacità di attrarre visitatori pronti a spendere in primis nel settore alberghiero dove le tariffe medie giornaliere sono aumentate significativamente.

Come è chiaro, il futuro del turismo italiano grazie al suo aspetto poliedrico è decisamente poliedrico. I piani di crescita non mancano e si stima che entro il 2034 il campo genererà oltre 270 miliardi di euro: i visitatori scelgono l’Italia non solo per quello che offre, ma per come lo offre. Affascinante, capace di ispirare e lasciare il segno, la nazione italiana resta in cima alle preferenze dei turisti grazie all’offerta multidimensionale.

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Riapre il Passetto di Borgo a Roma, una passeggiata con vista

I romani lo conoscono tutti, si tratta del Passetto di Borgo e proprio oggi dopo 6 anni di lavoro di restauro ha riaperto ufficialmente. Una passeggiata suggestiva lungo 1 chilometro che collega Castel Sant’Angelo e il Vaticano. Un luogo iconico, ricco di storia, che in passato è servito ad alcuni esponenti della chiesa per fuggire in momenti di pericolo. Il passaggio è simbolo di storia e architettura: passeggiando si passa agilmente dal suggestivo colonnato del Bernini e dalla cupola di Michelangelo fino ad arrivare a Borgo Sant’Angelo.

Non solo un percorso per le ronde papali però, era un vero e proprio passaggio segreto per fuggire dalle stanze papali all’interno della fortezza: tra i primi ad “inaugurarlo”? Clementino VII nel 1527. Oggi il passaggio torna attivo dopo un importante opera di restauro: ma cosa c’è da sapere sul Passetto di Borgo a Roma?

La storia del Passetto di borgo

I local lo soprannominano “er coridore de Borgo”: si tratta di un vero e proprio corridoio sopraelevato e fortificato che collega il Palazzo Apostolico del Vaticano a Castel Sant’Angelo. All’interno delle mura vaticane si snoda fino a via Borgo Sant’Angelo ed è nato in primis come passaggio segreto per scopi difensivi. È stato costruito ai tempi del barbaro Totila che ne 547 ha accampato una sua area proprio qui.

I lavori di fortificazione sono iniziati più tardi e inglobati per essere perfezionati grazie all’intervento di papa Leone IV nell’852. Il suo obiettivo primario era proteggere la basilica di San Pietro e gli edifici circostanti. Durante il medioevo, però, sono intervenuti con alcune opere di costruzione e restauro. Niccolò III nel 1277, secondo le voci autorevoli degli studiosi, ha modificato il Passetto fino a dargli la forma che conosciamo oggi. Gli interventi successivi non sono mancati, prima per opera di Bonifacio IX, poi completati sotto l’antipapa Giovanni XXIII tra il 1389 e il 1415. Le ultime modifiche sono avvenute con i papi Niccolò V, Sisto IV e Alessandro VI che si sono occupati dell’aggiunta di camminamenti di ronda, torri di avvistamento e altre fortificazioni.

Riapre oggi il Passetto di Borgo a Roma

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Riapre il Passetto di Borgo a Roma: cosa c’è da sapere

Cosa si vede passeggiando sul Passetto di Borgo

Sono partite ufficialmente le visite che danno modo di scoprire il Passetto di Borgo con l’aiuto di guide turistiche esperte di Roma che forniranno tanto curiosità storiche e artistiche. Percorrerlo dà modo di scrutare l’incredibile panorama su Roma con una delle viste più privilegiate: partendo da Castel Sant’Angelo, un mausoleo voluto dall’imperatore Adriano e con una mole circolare sormontata dalla statua dell’arcangelo Michele.

Si riconosce poi in modo netto Borgo Pio, uno dei quartieri di Roma più pittoreschi e autentici con stretti vicoli e palazzi storici. Ci si avvicina poi alla Città del Vaticano: qui a dominare la scena è “il cupolone” di San Pietro riconoscibile da qualsiasi punto panoramico della città eterna. Gli occhi più attenti potranno poi notare altri monumenti simbolo: il colonnato del Bernini che incornicia San Pietro, ad esempio.

Usato come via di fuga

Oltre alla protezione, è stato pensato e ideato come via di fuga per garantire al papa il modo di scappare dalle stanze e rifugiarsi a Castel Sant’Angelo in caso di pericolo. La storia ci racconta due episodi emblematici: nel 1494 Alessandro VI Borgia lo ha utilizzato per sfuggire alle truppe di Carlo VIII di Francia, nel 1527 invece è stato il papa Clemente VII a trovarlo utile durante il Sacco di Roma con la complicità delle guardie svizzere che si sono sacrificate per rallentare i Lanzichenecchi.

Non solo via di fuga però: è stato anche un luogo di passaggio per prigionieri di alto profilo. Tra i nomi più celebri Beatrice Cenci che sembra lo abbia percorso in catene prima dell’esecuzione nel 1599. Un gossip riguarda invece l’utilizzo del Passetto per incontrare le proprie amanti: il nome che è associato alle notti di passione è quello di Alessandro VI ma non ci sono fonti ufficiali che lo testimoniano.

Dalla fine del Cinquecento in poi ha perso la funzione difensiva e oggi, grazie alla sua riapertura visitando il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo è possibile ripercorrerlo godendosi una vista unica su Roma e scattando alcune foto ricordo perfette persino da condividere sui social.