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Mount Hood e Columbia River Gorge: cosa vedere nel paradiso dell’outdoor

Al mondo esistono luoghi in cui fuggire nella natura significa ritrovarsi, circondarsi di bellezza e ricaricare le energie. Chi vive a Portland, nello stato dell’Oregon, e desidera staccare dalla frenesia urbana, sa che questo luogo si trova a poca distanza dalla città, a soli 40 minuti di auto. Stiamo parlando di Mount Hood e Columbia River Gorge, dove la combinazione tra paesaggi naturali mozzafiato, attività all’aperto, patrimonio culturale e una ricca scena enogastronomica offre un’opportunità di viaggio unica.

Questa, infatti, è la destinazione ideale per gli amanti dell’avventura e del buon cibo. Sciatori, escursionisti e snowboarder possono dedicarsi alla propria passione sportiva, mentre i vigneti e i frutteti offrono lo scenario perfetto a chi ama fare passeggiate sorseggiando vini naturali e bevande di qualità. Qui, inoltre, si respira cultura e tradizione perché la Columbia River Gorge è stata la casa dei popoli indigeni fin dai tempi immemori.

Scopriamo insieme cosa fare e cosa vedere in questo paradiso dell’outdoor.

Multnomah Falls, la cascata più alta dell’Oregon

Una delle zone più sceniche della Columbia River Gorge, oltre che uno dei motivi per cui quest’area è stata inserita nella Best in Travel 2025 di Lonely Planet, è quella delle Multnomah Falls. La cascata più alta dell’Oregon (189 metri) attrae oltre 2 milioni di turisti ogni anno grazie alla sua bellezza, magnificenza e accessibilità. Situata sulla Columbia River Highway, infatti, può essere visitata da chiunque data la presenza di sentieri pavimentati e passerelle panoramiche.

I più preparati e avventurosi, invece, possono percorrere i sentieri escursionistici più impegnativi come il Larch Mountain Trail #441. Alimentata dalle acque piovane e dallo scioglimento della neve, la cascata scorre tutto l’anno, ma i periodi ideali per ammirarla, considerato il massimo volume d’acqua, sono l’inverno (a volte si ghiaccia parzialmente creando scenari fiabeschi) e la primavera. Vi ricordiamo che per visitarla nei mesi compresi tra maggio e settembre è necessario acquistare un permesso online sul sito ufficiale.

Multnomah Falls

Fonte: iStock

Le cascate Multnomah Falls, le più alte di tutto lo Stato

Belvedere Crown Point Vista House

Uno dei gioielli della Columbia River Gorge è il belvedere offerto dal Crown Point Vista House. Posizionato sulla cima di un promontorio roccioso, offre una vista a 360 gradi della gola e del fiume Columbia dall’alto. Aperto nel 1918 e dichiarato Monumento Storico Nazionale nel 2000, rappresenta un osservatorio centenario e custodisce un museo, un negozio di souvenir e un bar. L’entrata è totalmente gratuita, quindi vi consigliamo di non perderla come tappa se amate godere di viste panoramiche pazzesche.

Sport acquatici e trekking a Hood River

Questa città è nota come la capitale mondiale del windsurf e attira tantissimi appassionati di questo sport. Qui potete noleggiare l’attrezzatura necessaria o partecipare a un corso con istruttori qualificati presenti in sede. In alternativa potete richiedere a noleggio anche un SUP, così da trascorrere qualche ora in acqua senza affaticarvi troppo. Se invece preferite camminare, potete percorrere una parte dell’Hood River Fruit Loop, un percorso panoramico di 56 chilometri che attraversa campi di lavanda, bancarelle di frutta e frutteti, alcuni dei quali risalgono al XIX secolo. Le stesse strade di Hood River sono perfette per passeggiare, con molti negozi e gallerie che meritano sicuramente una visita.

Frutteti Hood River

Fonte: iStock

Frutteti intorno a Hood River con vista sul Mount Hood

Escursione sul Mount Hood

Un eden per gli amanti della natura e dell’escursionismo, il Mount Hood è il picco innevato che, durante le giornate limpide, vedrete da ogni punto della Columbia River Gorge. La cima più alta dello Stato è considerata una delle meraviglie imperdibili per chi visita questa zona degli Stati Uniti d’America. Alto 3429 metri e perennemente innevato, ospita 11 ghiacciai attivi e per tutto l’anno è meta di sciatori e appassionati di sport invernali.

Avete diverse opzioni per ammirare la sua imponenza. In auto potete percorrere il Mount Hood Loop Scenic Byway, la strada panoramica che offre la possibilità di vedere paesaggi diversi, dai boschi di conifere ai laghi e ghiacciai. A piedi, invece, potete fare diverse escursioni: le più famose sono il percorso per raggiungere le cascate Ramona Falls o il Lolo Pass Trailhead che conduce alle Bald Mountains.

Degustazione di vini naturali

La Columbia River Gorge, che segna il confine tra Oregon e Washington State, non è una meta ambita solo dagli amanti delle attività all’aria aperta. Questa zona, infatti, si è fatta conoscere a partire dagli anni ’70 anche come destinazione vinicola. Grazie alle condizioni climatiche e geologiche, ideali per la produzione di vini di alta qualità, il territorio conta poco più di 500 ettari vitati per una cinquantina di aziende, la maggior parte delle quali è di piccole o minuscole dimensioni, a disposizione dei visitatori per offrire tour e degustazioni.

Lonely Planet, all’interno del suo Best in Travel 2025, ha citato nel dettaglio Hiyu Wine Farm, una fattoria vinicola e ristorante che propone vini naturali realizzati con la tecnica dei “field blends”: si tratta di un metodo che, invece di separare i grappoli di diversi vitigni prima della vinificazione, vinifica insieme tutti i grappoli presenti in un vigneto. Questo significa che in un unico vino si ritrovano le caratteristiche di più varietà d’uva, coltivate insieme e raccolte nello stesso momento. Se siete curiosi di provarlo non vi resta che prenotare un viaggio nella Columbia River Gorge!

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Sapete quali sono le lingue più parlate al mondo?

Conoscere le lingue del mondo, parlarle, riuscire ad esprimersi in Paesi diversi dal nostro, è il sogno di tutti i viaggiatori. Perché attraverso la complessità delle parole si riesce a carpire un po’ dell’anima e dell’autenticità dei luoghi che si vogliono scoprire. E, quindi, sapere anche quali sono le seconde ligure più parlate nel globo o, addirittura, le prime o quelle che vengono maggiormente studiate ci restituisce una traccia interessante e ci offre anche degli spunti di riflessione. Magari proprio su quale nuovo idioma potremmo provare a conoscere anche noi.

Le classifiche più interessanti in merito alle lingue nel mondo: dalle seconde più parlate, a quelle più diffuse, sino a quelle maggiormente studiate.

Le lingue più parlate: la situazione nel mondo

La varietà linguistica presente sul nostro pianeta è estremamente affascinante e approfondirla ci permette di conoscere di più dei luoghi che vogliamo scoprire. Interessante è sapere, ad esempio, qual è la classifica delle lingue più parlate che vede l’egemonia dell’inglese con una percentuale del 18,8%. A seguirlo è il cinese mandarino (parlato dal 13,8% delle persone), mentre in terza posizione si piazza l’hindi con il 7,5%.

Ma quali sono gli altri idiomi maggiormente parlati? In quarta posizione si trova lo spagnolo con il 6,9%, poi il francese con il 3,4%, l’arabo con il 3,4% (stessa percentuale che ha anche il bengalese. Seguono il russo parlato dal 3,2% della popolazione, il portoghese che si assesta alla medesima cifa e l’urdu con il 2,9%.

Si tratta di dati che sono stati riportati da The World Factbook, una ricerca annuale stilata dalla Central Intelligence Agency. Sulla stessa ricerca, ma precedente, MoveHub aveva stilato una mappa del mondo mostrando dove le seconde lingue fossero parlate in maniera maggiore. Da quella ricerca, aggiornata al 2021, era emerso che la seconda lingua più parlata e più comune era l’inglese, diffuso in ben 55 Paesi del mondo. A seguire il francese, diffuso come seconda lingue in 14 stati diversi e, al terzo posto, il russo in 13. Seguono spagnolo e creolo (8 Paesi) e arabo (6 Paesi). Interessante sapere che l’italiano è il secondo idioma in ben tre Stati del mondo: Argentina, Libia e Liechtenstein, quindi sparsi tra Sud America, Africa ed Europa.

La prima lingua più parlata

La classifica cambia di poco se andiamo a indagare su quali sono le prime lingue più parlate. Una stima precedente (datata 2018) indica che a guidare la classifica è il cinese mandarino (12,3%), seguito dallo spagnolo (6%), dall’inglese (5,1%) e dall’arabo (5,1). Anche questi numeri sono forniti dalla The World Factbook della Central Intelligence Agency.

Altri dati interessanti, che vengono forniti, sono quelli che evidenziano che le sei lingue delle Nazioni Unite, nello specifico arabo, cinese mandarino, inglese, francese, russo e spagnolo castigliano, nel 2022 erano la lingua principale o la seconda del 49,6% circa della popolazione di tutto il mondo.

Dati del 2023, invece, sottolineano che in tutto il globo siano parlate 7.168 lingue vive.

Quali sono le più studiate al mondo

Se le più parlate le abbiamo scoperte, è divertente conoscere anche quali sono le più studiate. Un articolo del Washington Post del 2015 ha stilato una classifica di quelle che sono le lingue su cui si concentra maggiormente lo studio. Come si può immaginare al primo posto si trova l’inglese, seguito da francese, cinese, spagnolo, tedesco, italiano e giapponese.

Una classifica più recente e datata 2022 è quella fornita da Babbel, piattaforma per lo studio delle lingue, che indica come quella maggiorente studiata sempre l’inglese, ma seguita da spagnolo, francese, tedesco, giapponese, italiano, coreano, cinese, russo, hindi.

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Inaugurata la passerella per visitare la Fontana di Trevi

I turisti stranieri (e non solo) che pianificano un viaggio a Roma arrivano con una lista ben precisa di cose da fare. Una di queste è sempre stato il lancio della moneta nell’iconica Fontana di Trevi, una delle attrazioni più amate della Capitale. Chi sta organizzando il suo itinerario in questo periodo e prevede di proseguire con questa tradizione dalle origini antichissime, tuttavia, dovrà rivedere i suoi piani.

Di cambiamenti, negli ultimi mesi, la Fontana di Trevi ne ha visti davvero tanti: dall’introduzione del numero chiuso e del biglietto d’ingresso per i non residenti al restauro stesso del monumento a un mese dall’inizio del Giubileo 2025. Dopo l’installazione della vasca temporanea, posta davanti alla recinzione, ora arriva anche la passerella temporanea che permette ai visitatori di ammirare il celebre monumento da vicino anche durante i lavori di manutenzione straordinaria.

L’inaugurazione della passerella alla Fontana di Trevi

In vista del Giubileo 2025, l’anno santo del cattolicesimo convocato periodicamente dal Papa, la Capitale prevede l’arrivo di milioni e milioni di visitatori che, durante il loro soggiorno in città, si aspettano sicuramente di poter ammirare dal vivo i monumenti più iconici come la Fontana di Trevi. Per risolvere il problema dell’attuale restauro e permettere ai turisti di visitare la fontana, è stata montata una passerella, un percorso sopraelevato inaugurato dallo stesso sindaco Roberto Gualtieri.

L’obiettivo della passerella è permettere ai turisti di ammirare da vicino le statue della fontana senza essere penalizzati dai lavori, che proseguiranno fino a dicembre. L’accesso è gratuito, ma contingentato: alla struttura potranno accedere fino a 130 persone per volta, dalle 9:00 alle 21:00, con orario posticipato dalle 11:00 per i soli lunedì e venerdì.

Sia la vasca che la passerella sono state prese di mira dalle critiche locali e internazionali: da una parte ci sono i commercianti presenti sulla Piazza di Trevi, contrari alla passerella perché rovinerebbe i marmi e i travertini su cui è poggiata, dall’altra la stampa internazionale come il New York Post, che invece ha scritto: “La fontana di Trevi di Roma è stata sostituita da un’orrenda piscina comunale. E l’amministrazione intende far pagare l’ingresso”.

Vasca passerella Fontana Trevi

Fonte: IPA Agency

Vasca e passerella alla Fontana di Trevi

Gestione degli accessi e rischio multe

Considerato l’alto numero di visitatori che arriva ogni anno a Roma e l’importanza del monumento stesso, insieme alla vasca per le monete e alla passerella sono arrivate anche delle regole da seguire. Il Comune ha vietato il lancio delle monetine dalla passerella per evitare di danneggiare la fontana, oltre che il consumo di pasti durante la visita. Chi trasgredisce queste disposizioni rischia una sanzione (una multa di 50 euro) da parte delle autorità presenti in loco per garantire la sicurezza della situazione e il flusso dei visitatori.

La passerella, che sarà smontata prima dell’inizio del Giubileo, la cui data ufficiale è il 24 dicembre con l’apertura della Porta Santa a San Pietro, seppur criticata dalla stampa, ha trovato l’appoggio dei turisti. C’è chi è molto felice di poter ammirare da vicino i marmi e chi, invece, si emoziona al pensiero di far parte dei primi visitatori a poter camminare sulla passerella e guardare la fontana a distanza ravvicinata.

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I meravigliosi ritrovamenti archeologici avvenuti nei cantieri ferroviari del nostro Paese

Modernizzare il Paese non significa soltanto sviluppare le infrastrutture, ma anche custodire le tracce della sua Storia. Ne sono consapevoli le società del Gruppo FS – Rete Ferroviaria Italiana (RFI), Italferr e Anas che, oltre a lavorare per potenziare le infrastrutture di trasporto, si dedicano alla tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico.

La loro missione è sostenuta da Archeolog, onlus del Gruppo FS creata in collaborazione con le Soprintendenze del Ministero della Cultura, con l’obiettivo di restaurare, conservare e far conoscere i reperti scoperti durante le attività infrastrutturali.

Ma l’impegno non si ferma ai soli ritrovamenti: per promuovere le scoperte archeologiche rinvenute lungo tutto il territorio italiano, è in fase di sviluppo un atlante dettagliato che mappa i reperti, fornendo informazioni geografiche, descrizioni storiche, immagini e indicazioni per visitare i siti o i musei correlati: la pubblicazione vuole sensibilizzare il pubblico verso i temi dell’archeologia e sarà accessibile anche a chi non è esperto del settore.

Ritrovamenti di grande rilievo: alcuni esempi da Nord a Sud

La costruzione e la manutenzione della rete ferroviaria spesso portano alla luce testimonianze di epoche passate, foriere di nuovi spunti di studio per gli archeologi. Vediamo, allora, alcune delle scoperte più significative avvenute nei cantieri italiani del Gruppo FS.

Furbara, Cerveteri: un insediamento produttivo e commerciale

Nei pressi dell’ex stazione di Furbara, nel corso dei lavori di messa in sicurezza idraulica della linea Roma-Pisa, è emersa un’area produttiva e commerciale databile tra l’VIII e il IV secolo d.C. Tra i reperti più importanti, un’anfora con iscrizione in etrusco, segno della vitalità economica di tale insediamento, che era collegato al litorale tramite una strada glareata utilizzata dal V secolo a.C.

Pomezia: tracce di una villa rustica

Durante l’adeguamento di un cavalcavia della linea Roma-Formia, a Pomezia gli scavi hanno rivelato un antico tracciato stradale, risalente al II-IV secolo d.C., con solchi carrai e resti di strutture murarie, probabilmente appartenenti a una villa rustica, un altro esempio della continua stratificazione storica dei territori italiani.

Pescara: il Bastione San Vitale

Nel 2024, durante i lavori di ampliamento del terzo binario tra Pescara Centrale e Pescara Porta Nuova, sono emersi i resti del Bastione San Vitale, parte della storica piazzaforte cinquecentesca della città.

Gli scavi hanno rivelato una porzione di mura larga 1,40 metri e lunga circa 7 metri. Inoltre, nel corso dei lavori per la costruzione di una nuova pista ciclabile, sono stati riportati alla luce ulteriori tratti murari di grande estensione e altri elementi architettonici, tra cui una soglia con l’incavo per il cardine di una porta.

La Soprintendenza ha dato il via libera a un progetto di recupero e messa in sicurezza del sito proposto da RFI, con un investimento di 1,2 milioni di euro, per proteggere i resti del Bastione San Vitale e, al contempo, valorizzare l’area circostante con un percorso ciclabile, pedonale e stradale accanto alla linea ferroviaria.

Piadena, Cremona: una fornace post-medievale

Alle porte di Piadena, in Lombardia, nel cantiere per il raddoppio della linea ferroviaria Piadena-Mantova, è stata ritrovata una fornace per la produzione di laterizi risalente al periodo post-medievale, che sfruttava il terreno locale per produrre mattoni, molti dei quali sono stati recuperati intatti.

La struttura presenta una camera di combustione ampia sette metri per otto, con pareti alte 1,40 metri, ed è dotata di tre prefurni, condotti di tre metri di lunghezza e 0,75 metri di larghezza, utilizzati per accendere il fuoco e trasmettere il calore alla camera di cottura mediante appositi canali di irradiazione.

Archeologia preventiva: la gestione da parte di Italferr

Italferr, società del Gruppo FS, si occupa della gestione archeologica preventiva su tutti i siti dei nuovi progetti infrastrutturali: l’approccio prevede studi e indagini non invasive, carotaggi e scavi per fornire una documentazione accurata dei ritrovamenti. La stretta collaborazione tra archeologi, ingegneri e altri specialisti garantisce un’integrazione che arricchisce ogni progetto.

Un esempio rilevante è rappresentato dalle indagini archeologiche condotte nell’ambito della progettazione della direttrice Palermo-Catania, con sondaggi di scavo eseguiti in tutte le aree previste dal progetto. Su una collina lungo il corso del Fiume Dittaino (antico Chrysas), nella tratta tra Palomba e Catenanuova, è stato ritrovato un esteso insediamento risalente all’età imperiale romana (tra la metà del I e il III secolo d.C.), con tracce di riutilizzo in epoche successive.
A ovest, sulla cima della collina e sul versante nord-occidentale, è inoltre tornata alla luce un’ampia necropoli che ha restituito 168 tombe. Infine, le indagini magnetometriche hanno rivelato nel settore orientale un’area che si presume fosse utilizzata per riti di culto.

Ancora, durante i lavori per il raddoppio ferroviario della tratta Fiumetorto-Ogliastrillo, lungo la linea Messina-Palermo, sono emerse scoperte archeologiche di grande rilievo presso l’antica colonia greca di Himera, fondata nel 648 a.C. e distrutta dai Cartaginesi nel 409 a.C.
Tra le più significative vi è una vasta necropoli che, con le sue circa 9300 tombe, ha fornito preziose informazioni sui rituali funerari e sulla vita sociale dell’antica città greca.

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A Rosignano Marittimo nasce il primo archeo-agriturismo d’Italia

Nascosta per secoli sotto il fertile manto dei campi di grano, la Pieve di San Gerusalemme e San Giovanni Battista è finalmente riemersa nelle campagne di Rosignano Marittimo, in provincia di Livorno.

Nel settembre 2023, gli archeologi hanno portato alla luce le rovine della chiesa risalente al X secolo, grazie a un progetto di scavi sostenuto dall’agriturismo Cappellese (che ha interamente finanziato l’iniziativa) che sorge all’interno del Parco Culturale di Camaiano e si è rivelato il primo esempio di “archeo-agriturismo” in Italia, capace di unire l’interesse per l’archeologia con l’ospitalità rurale.

Il primo archeo-agriturismo d’Italia

Il progetto dell’agriturismo Cappellese, promosso da Coldiretti Toscana, rappresenta infatti un’innovazione nel settore agrituristico.

I visitatori hanno l’opportunità di esplorare il sito archeologico, immergendosi sia nella natura che nella storia, e di vivere così un’esperienza che “trasporta il passato nel presente”.

Fabiana Michetti, titolare dell’agriturismo, ha condiviso il suo entusiasmo per la scoperta: “Vogliamo rendere questa scoperta accessibile a tutti, dai turisti alle scolaresche, per avvicinare le persone alla storia millenaria di queste terre“.

Un ritrovamento straordinario: la Pieve di Camaiano

L’antica Pieve, che misura 36 metri di lunghezza per 16 di larghezza, era un importante luogo di culto nel Medioevo, abbandonato verso la fine del 1300 a causa della peste nera.

Le sue fondamenta, che risalgono all’epoca romana, sono testimonianza di un insediamento antico e prospero, e l’architettura ha fornito spunti significativi per gli archeologi, rivelando un complesso storico le cui pietre furono utilizzate per costruire la chiesa di Castelnuovo della Misericordia e le fattorie locali, inclusa quella del Cappellese.

Il turismo esperienziale e la valorizzazione del territorio

L’iniziativa dell’agriturismo Cappellese si inserisce in una tendenza in costante crescita nei confronti del turismo esperienziale.

Solo in Toscana, il turismo rurale sta riscontrando un aumento del 13% rispetto al 2019, con un interesse sempre maggiore per attività che uniscono cultura, storia e natura. “Gli imprenditori agricoli della Toscana” spiega Marco Masala, presidente regionale di Terranostra “hanno saputo valorizzare i territori, riscoprendo antiche tradizioni e rilanciando filiere storiche che rischiavano di scomparire“.

Una scoperta casuale: l’intuizione dalle immagini satellitari

E pensare che la scoperta della Pieve di Camaiano è stata fortuita. L’archeologo Francesco Pagliani, che ha diretto la prima campagna di scavi, racconta che fu un’anomalia nelle immagini satellitari a destare sospetti.

Un’irregolarità nella crescita del grano, causata da un diverso livello di umidità nel terreno, ha permesso di individuare l’area in cui scavare. Ed è proprio grazie a quelle immagini che gli esperti hanno compreso che sotto il campo si celava una struttura antica, confermando l’esistenza della Pieve di cui si conosceva l’esistenza ma non l’esatta ubicazione.

Un viaggio nel passato a pochi passi dal mare

A un solo chilometro di distanza dall’agriturismo Cappellese, i visitatori possono altresì godere appieno di una rigenerante atmosfera sospesa tra mare e colline.

La passeggiata fino al sito rappresenta un’opportunità unica per scoprire la storia e ammirare il paesaggio toscano: si tratta di un modello di archeo-agriturismo che promette di ispirare altre realtà italiane a rivalutare il proprio patrimonio storico per offrire un viaggio autentico che abbraccia passato e presente, natura e cultura.

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Cosa vedere a Pechino, le principali attrazioni

La capitale cinese, cuore pulsante del paese, è una fusione unica di storia millenaria e innovazione contemporanea, dove maestosi templi, giardini imperiali, laghi incantati e architetture avveniristiche si alternano per offrire ai visitatori un’esperienza indimenticabile. Esplorare Pechino è un viaggio affascinante tra antiche dinastie e simboli moderni della Nuova Cina che si mescolano armoniosamente. Ogni angolo della città racchiude un pezzo di storia imperiale o un simbolo della Cina moderna, come la celebre Torre di Tiananmen, emblema della rivoluzione, e la Città Proibita, scrigno di inestimabili tesori d’arte e storia. Templi sacri, parchi panoramici e palazzi sontuosi aspettano solo di essere scoperti per  rivelare il fascino senza tempo di una città che è da sempre il centro culturale della Cina. Scopriamo le principali attrazioni da non perdere durante una visita a Pechino.

Città Proibita, emblema della Cina imperiale

La Città Proibita, l’imponente complesso architettonico che si estende su una superficie di circa 100 ettari nel centro di Pechino, riflette tutta la magnificena e la ricchezza culturale della Cina imperiale. Per circa cinque secoli, con le sue oltre 9.000 stanze, fu la residenza di 24 imperatori delle dinastie Ming e Qing e pertanto il suo accesso era rigorosamente proibito al popolo. Fino al 1925, quando fu rinominato Museo del Palazzo e aperto al pubblico.

Dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, contiene la più grande collezione d’arte cinese antica, e ogni dettaglio è un simbolo di potere e di straordinaria raffinatezza architettonica. Il più grande complesso palaziale del mondo, racchiuso da alte mura e circondato da un fossato largo 52 metri, è composto da un migliaio di edifici dalla struttura in legno con tetti di tegole gialle, il colore dell’imperatore, e basamenti in marmo bianco.

Vi si accede dalla Porta Tienanmen, sulla piazza omonima, da cui attraverso un’ampia corte si raggiunge la Porta Meridiana, considerata l’ingresso principale vero e proprio. Seguendo l’asse centrale della città di Pechino, Patrimonio Mondiale dell’Umanità dal 2024, si trovano i principali palazzi cerimoniali dell’imperatore, le sue residenze private e i giardini imperiali.

Nella Corte Esterna, nella parte meridionale, si erge il Palazzo della Suprema Armonia, il più grande della Città Proibita, dove si tenevano le più importanti cerimonie di stato. La Corte Interna, nella zona settentrionale, ospitava invece le residenze imperiali, con al centro il Palazzo della Purezza Celeste, circondato dai palazzi delle concubine. Passando per la Porta della Purezza Celeste, gli ufficiali attendevano le decisioni dell’imperatore, il quale, con il tempo, si trasferiva nel Palazzo dell’Educazione Mentale, dedicato alle pratiche di governo.

Piazza Tienanmen, il centro simbolico della storia cinese

Piazza Tienanmen, riconosciuta come Patrimonio Mondiale dell’UNESCO all’interno dell’Asse Centrale di Pechino, è la più grande piazza al mondo, simbolo di enorme valore politico, storico e culturale per la Cina. Circondata da imponenti edifici come la Grande Sala del Popolo, il Mausoleo di Mao Zedong, fondatore della Repubblica Popolare Cinese, e il Museo Nazionale della Cina, è un passaggio obbligato per chi vuole accedere alla Città Proibita.

Al centro si erge il Monumento agli Eroi del Popolo, mentre nella parte settentrionale campeggia l’imponente Torre di Tienanmen, costruita durante la dinastia Ming, che segnava originariamente l’area imperiale riservata alla corte. Nel corso di oltre 500 anni, questa piazza è divenuta un simbolo delle lotte cinesi contro il feudalesimo e l’invasione straniera, culminando nel 1949 con la proclamazione della Repubblica Popolare Cinese da parte di Mao Zedong.

Porta Tienanmen, l’ingresso alla città imperiale

La Torre di Tienanmen, costruita per la prima volta nel 1417 come ingresso principale alla Città Proibita, rappresentava un punto cruciale per le cerimonie imperiali durante le dinastie Ming e Qing. Su questa torre, alta 33 metri, ufficiali e eunuchi leggevano al popolo i proclami dell’imperatore in occasioni solenni come matrimoni reali, incoronazioni e riti di venerazione del Cielo e della Terra.

La torre si erge maestosa con le sue 60 colonne e una piattaforma pavimentata con scintillanti mattoni dorati. Al centro della facciata si trova il celebre ritratto di Mao Zedong, affiancato dagli slogan “Lunga vita alla Repubblica Popolare Cinese” e “Lunga vita all’unità del popolo del mondo intero”. Davanti alla porta scorre il fiume Jinshui, attraversato da ponti destinati a persone di differenti ceti sociali, rendendo il luogo uno dei simboli più iconici di Pechino.

Museo Nazionale della Cina, immersione in una cultura millenaria

Per chi desidera approfondire la conoscenza della storia cinese, il Museo Nazionale della Cina è una tappa da non perdere. Oltre a custodire un patrimonio immenso di arte e cultura, offre un ricco programma di attività didattiche, mostre e studi archeologici. La collezione più affascinante è l’Esposizione dell’Antica Cina, con oltre 2.000 reperti, molti dei quali di grande valore storico e artistico. Organizzata cronologicamente, l’esposizione illustra la grandiosità della civiltà cinese attraverso otto sezioni dedicate ai principali periodi storici, offrendo una panoramica dettagliata e immersiva del passato del paese.

Tempio del Cielo a Pechino

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Tempio del Cielo a Pechino, Cina

Tempio del Cielo, armonia celeste

Il Tempio del Cielo di Pechino, capolavoro dell’architettura Ming e Qing, è il più grande complesso al mondo dedicato al culto del Cielo, nonché uno degli esempi più preziosi dell’antica architettura cinese. Situato nel cuore di Pechino e parte del recente sito UNESCO dell’Asse Centrale, il Tempio del Cielo riprende la maestosità dei palazzi imperiali dell’antica Cina.

Costruito inizialmente nel 1420 sotto l’imperatore Yongle, e ampliato successivamente, era il luogo sacro dove gli imperatori, ritenuti “figli del Cielo” e pertanto intermediari tra la Terra e il divino, celebravano solenni rituali per propiziare raccolti abbondanti e la prosperità dell’impero. Tuttora, oltre a essere una frequentata meta di passeggiate e visite culturali, il Tempio del Cielo offre un’affascinante immersione nelle antiche tradizioni della corte imperiale e rappresenta una tappa imperdibile per comprendere la spiritualità cinese.

Palazzo d’Estate, la magnificenza dei giardini imperiali

Il Palazzo d’Estate è un armonioso connubio di architettura imperiale e suggestivi scenari naturali, ammirato per il suo inestimabile valore culturale. Costruito sul principio che “le opere umane devono armonizzarsi con quelle del Cielo”, il complesso si estende per oltre 290 ettari a ovest di Pechino e comprende palazzi, templi, laghi e colline, tra cui il Colle della Longevità e il Lago Kunming, che copre tre quarti dell’intera superficie.

Iniziato nel 1153 e completato circa sei secoli dopo, il sito è stato rinominato nel 1888 in onore dell’imperatrice Cixi. Le aree principali comprendono la zona amministrativa, rappresentata dal Palazzo di Renshou, cuore del potere imperiale; la zona residenziale, con il Palazzo di Leshou e gli appartamenti dell’imperatrice; e infine la zona di svago attorno al Colle della Longevità, con monumenti celebri come il Padiglione Foxiang e il Ponte dei Diciassette Archi.

Gli hutong di Pechino, alla scoperta dei vicoli tradizionali

Una passeggiata tra gli antichi hutong di Pechino, gli stretti vicoli che serpeggiano tra le vecchie case dei quartieri storici, è il modo migliore per immergersi nella bellezza della Pechino d’altri tempi. Anche se molti hutong sono stati demoliti per far spazio a nuove costruzioni, alcuni resistono ancora, soprattutto nelle zone intorno al Lago Houhai e alla Torre del Tamburo (Gulou Dajie).

Visitare queste strade, a piedi o in bicicletta, tra caffè, ristoranti e negozi, è un’esperienza imperdibile. In particolare, Yandaixie Street, la più antica strada commerciale di Pechino con otto secoli di storia, offre un assaggio autentico della vita locale, unendo storia e modernità in una vibrante atmosfera, il luogo perfetto per acquistare souvenir e provare le tradizionali prelibatezze cinesi.

Tempio di Yonghe, un’oasi di spiritualità buddista

Situato all’estremità settentrionale del distretto di Dongcheng, il Tempio di Yonghe, noto anche come Tempio Lama, è uno dei templi buddisti più venerati fuori dal Tibet. Un tempo residenza di un principe, è diventato un monastero attivo a partire dal XVIII secolo. Avvolti da nubi di incenso e devoti in preghiera, si attraversano una serie di sale sempre più elaborate fino alla grande statua finale: un Buddha di 18 metri scolpito da un unico tronco di sandalo. Apprezzato sia dai turisti che dalla popolazione locale, il tempio è particolarmente frequentato nelle feste tradizionali.

Parco di Jingshan, panorama sulla Città Proibita

Al centro geografico di Pechino, il Parco di Jingshan servì per secoli come giardino reale e riserva di caccia delle dinastie Yuan, Ming e Qing. Aperto al pubblico nel 1928, è un’oasi di 23 ettari di giardini paesaggistici, padiglioni e palazzi tradizionali, ma la sua attrazione principale sono le vedute panoramiche. Dalla cima della collina di Jingshan, il punto più alto di Pechino, si gode infatti una vista unica sul lato nord della Città Proibita, uno spettacolo imperdibile per chi visita la città.

Lago Houhai, cuore della vita notturna

Parte dei tre laghi ornamentali del complesso di Shichahai, il Lago Houhai venne realizzato per la dinastia reale Yuan e oggi è uno dei luoghi più vivaci di Pechino. Durante il giorno, si possono fare giri in barca o passeggiare sulle rive tra negozietti di artigianato e souvenir, mentre la sera il lago diventa il cuore di un’animata vita notturna tra bar karaoke, musica live, bancarelle di street food ed eleganti ristoranti ideali per una cena romantica. Nei pressi si trovano la Torre del Tamburo (Gulou) e la Torre della Campana (Zhonglou), due simboli storici che arricchiscono ulteriormente l’atmosfera di quest’area vibrante della capitale cinese.

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Puglia, il mistero della foresta pietrificata

C’è un segreto prezioso che si nasconde nel mare pugliese, una foresta che sembra uscita dalla fantasia per trasformarsi in realtà. Siamo a Torre Ovo e guardiamo la meraviglia del mare pugliese, ci troviamo vicini alla frazione di Campomarino del comune di Maruggio, dove la meraviglia non solo la si può osservare sopra la superficie dell’acqua, ma anche sotto, dove si nasconde una foresta pietrificata, dall’aspetto suggestivo e misterioso.

Un luogo in cui la bellezza della natura circostante si mescola alla storia, che emerge tra reperti di epoche del passato che si intrecciano tra loro, ma anche alle meraviglie che si nascondono a poco profondità sotto il livello dell’acqua e che vale la pena scoprire programmando una vacanza in questo luogo dalla bellezza impareggiabile che si trova nel Sud Italia: il mistero della foresta pietrificata in Puglia, tutta da scoprire.

La foresta pietrificata in Puglia, dove si trova

Ci troviamo in un territorio che si trova tra Campomarino di Maruggio e Torricella, un posto di confine e di impareggiabile bellezza, che si affaccia sul Mar Ionio. Uno scenario affascinante, in cui la natura e i reperti del passato diventano gioielli da scoprire. Nella zona, ad esempio, si trovano le suggestive Dune di Campomarino che si estendono per 41 ettari e con un’altezza che arriva fino ai 12 metri.

Campomarino di Maruggio, il parco dunale lì vicino la Torre Ovo

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Campomarino di Maruggio, il parco dunale lì vicino la Torre Ovo: nello stesso mare la foresta pietrificata

Poco distante da qui, ma nello stesso mare, a Torre Ovo, nell’acqua che si estende verso l’orizzonte, si cela un segreto magnifico. Una foresta pietrificata sotto il mare, tra i cinque e i sette metri di profondità, nella baia su cui si affaccia la torre di guardia. A osservare nelle profondità marine si scorgono rocce calcaree le cui forme sembrano ricreare quelle dei tronchi degli alberi. L’estensione di questa prateria pietrificata, conosciuta anche come foresta fossile, è di circa 800 metri.

Ma come ha potuto crearsi una simile bellezza? Una cosa è certa, quella sul fondale non è una vera foresta, ma è il rusltato della “mano della natura” che ha creato qualcosa di straordinario.

Il mistero della foresta pietrificata

Una risposta certa su come si è formato questo tesoro sottomarino non c’è, ma è certo che il mare lo custodisca ormai da tantissimi anni. La foresta pietrificata, infatti, oltre a essere rara pare poter essere stata realizzata dai gasteropodi durante il Pleistocene, scavando le proprie tane.

Un’intervista su Telerama riporta il fatto che si tratta di sedimenti che hanno formato “il calco di una tana”, che potrebbe essere stata realizzata da un crostaceo di grandissime dimensioni.: una volta che il buco è rimasto vuoto, questo potrebbe essersi riempito di sedimenti. Poi l’erosione avrebbe lasciato questi sedimenti, eliminando il “calco”. Oppure potrebbe essere il risultato del lavoro e delle tane di conchiglie bivalvi o gasteropodi che vivevano sul fondo del mare.

Quello che è certo è che la foresta pietrificata nasce da un lavoro che è durato migliaia di anni, che ha dato vita a uno spettacolo unico al mondo e che è visibile non solo per i sub esperti, ma anche per chi ha voglia di fare una piccola esplorazione sottomarina.

Cosa vedere nei dintorni della foresta pietrificata

La Puglia è uno scrigno di tesori di incomparabile bellezza e Torre Ovo è uno di quelli. In una gita alla scoperta della foresta pietrificata deve essere inserita anche questa costruzione datata 1473, realizzata per difendere questo luogo dagli attacchi dei Saraceni. Edificio affascinante, si affaccia a picco sul mare da un’altezza di 15 metri.

E poi, oltre alle Dune di Campomarino, si può ammirare il piccolo comune di Maruggio (di cui Campomarino è la frazione sul mare): un borgo medievale salentino, con il suo bellissimo centro storico, le architetture religiose, le costruzioni militari (Torre Ovo), i suoi palazzi e gli edifici rurali.  Senza dimenticare i suoi prodotti tipici che sono un’esplosione di gusto e sapori.

Maruggio, borgo vicino a quel mare dove c'è la foresta pietrificata in Puglia

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Maruggio, comune vicino al mare dove c’è la foresta pietrificata in Puglia
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Cosa vedere nel Terai, un Nepal altamente soprendente

La regione del Terai, nell’estremo sud del Nepal, al confine con l’India, è un’area di straordinaria biodiversità, ricca di storia e tradizioni, che merita di essere esplorata da chi vuole scoprire un volto diverso del Nepal. L’inserimento nella guida Best in Travel 2025 di Lonely Planet ha portato alla ribalta quest’angolo del paese asiatico ancora poco conosciuto, spesso oscurato dalla fama delle vertiginose vette dell’Himalaya che di solito attraggono i visitatori.

Al contrario, il Terai è caratterizzato da vaste pianure, foreste tropicali e vivaci comunità locali, che convivono in armonia con una natura rigogliosa e un patrimonio culturale millenario. La regione offre un’alternativa unica al classico itinerario di trekking nepalese, con il contrasto tra le terre basse del Terai e le montagne circostanti  che rende l’esperienza ancora più affascinante.

Avventurosi safari nel Chitwan National Park

Uno dei luoghi più incantevoli del Terai è il Chitwan National Park, primo parco nazionale del Nepal e sito Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 1984. Con un’estensione di oltre 950 chilometri quadrati, è un vero santuario per numerose specie animali, tra cui il rinoceronte unicorno, la tigre del Bengala e il coccodrillo gaviale, una rarità locale.

Le fitte foreste e le pianure erbose di Chitwan sono lo scenario perfetto per avventurosi safari in jeep per avvistare i rinoceronti, escursioni a dorso d’elefante, e passeggiate nella natura con le guide locali. Gli appassionati di birdwatching trovano qui un paradiso naturale con oltre 500 specie di uccelli, tra cui il raro trogone dalla testa rossa e il bucero maggiore.

Le gite in canoa sul fiume Rapti, che scorre placido tra le foreste, sono l’occasione ideale per osservare da vicino gli animali che vivono lungo le sponde: con un po’ di fortuna si potranno scorgere coccodrilli gaviali che riposano al sole o uccelli acquatici che sfiorano l’acqua.

Chitwan National Park, Nepla

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Duele elefanti presso il Chitwan National Park

Il remoto Bardiya National Park

Meno conosciuto di Chitwan, ma altrettanto affascinante, è il Bardiya National Park. Con i suoi 968 chilometri quadrati, Bardiya è la più grande area protetta del Terai e offre un’esperienza immersiva in una natura incontaminata e lontana dalle principali rotte turistiche. La sua posizione remota lo rende una meta ideale per chi cerca un contatto autentico e profondo con la natura.

Il parco è attraversato dal fiume Karnali, le cui acque limpide sono perfette per il rafting e per avvistare delfini d’acqua dolce e coccodrilli. Bardiya è inoltre famoso per le maggiori probabilità di avvistamento della tigre del Bengala rispetto a Chitwan, grazie a un vegetazione più diradata e ai numerosi punti d’acqua.

Le escursioni guidate a piedi o in jeep regalano emozioni forti, soprattutto per gli appassionati di fotografia naturalistica. Le specie che abitano il parco sono simili a quelle di Chitwan, ma qui si possono anche osservare elefanti asiatici, sciacalli e rare specie di cervi. Bardiya è il luogo perfetto per chi cerca un’esperienza di safari meno turistica e più intima, in un ambiente dove la natura sembra dominare incontrastata.

Lumbini, culla del Buddha

La spiritualità è un’altra caratteristica distintiva del Terai, e nessun luogo ne è un esempio migliore di Lumbini, la città natale di Siddhartha Gautama, il Buddha. Questo importante sito di pellegrinaggio, riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, attira fedeli da tutto il mondo e offre ai visitatori un’atmosfera di profonda serenità e raccoglimento.

Tempio a Lumbini, Terai

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Area monastica di Lumbini, Terai

L’area monastica di Lumbini è un luogo unico, dove le comunità buddiste di diversi paesi hanno costruito templi e monasteri che riflettono le loro tradizioni culturali. Dalla pagoda giapponese della pace al tempio dorato del Myanmar, ogni edificio è un omaggio alla diversità dell’architettura buddista globale. Al centro di Lumbini sorge il Tempio di Mayadevi, che custodisce il sito esatto in cui si ritiene sia nato Buddha, vicino allo stagno sacro di Pushkarini dove, secondo la leggenda, il Buddha venne immerso dalla madre subito dopo la nascita.

Passeggiando tra i templi, immersi nel verde e circondati da stagni e prati, è facile incontrare monaci e pellegrini in meditazione, un’esperienza che tocca nel profondo, indipendentemente dalla propria fede religiosa.

Il Terai rappresenta l’altra faccia del Nepal, un invito a scoprire un paese che non è solo montagne e trekking, ma anche natura lussureggiante e spiritualità profonda. Viaggiare nel Terai significa immergersi in un paesaggio dove la tradizione si fonde con la natura, creando un equilibrio unico.

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Cosa vedere a Lione, la città francese tra i due fiumi

Elegante e romantica, ricca di scorci suggestivi e monumenti che ne raccontano la storia millenaria, Lione è la meta ideale per una breve vacanza o un fine settimana non distante dal confine italiano, complice anche la sua tranquillità. Infatti, rispetto a tante località che sono soggette all’overtourism, Lione è molto meno affollata, nonostante sia la città più grande della Francia, dopo Parigi e Marsiglia.

Andiamo alla scoperta di tutte le meraviglie da non perdere in un viaggio in questa città incantevole costruita sulla confluenza del Rodano e della Saona. Scopriremo così il suo caratteristico centro storico, la collina Croix-Rousse, e la collina Fourvière, le tre aree in cui può essere suddivisa la città. Non mancano, poi, le specialità enogastronomiche offerte dalle trattorie site tra le viuzze che si snodano tra i palazzi antichi e moderni.

Il centro storico di Lione, la “Città Vecchia”

È proprio il centro storico il luogo perfetto da cui iniziare la propria visita a Lione: la sua “Città Vecchia“, recuperata con cura ed oggi tutelata dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità, è tutta un susseguirsi di vicoli e di piazzette, di chiese e di palazzi storici. Ed è casa di ristorantini tipici che invitano a sedersi ai loro tavolini in ferro battuto. Ecco cosa vedere nel centro storico di Lione.

Place des Terreaux

Partiamo dalla penisola di La Presqu’ile, quel lembo di terra centrale che spicca tra i due fiumi di Lione, il Rodano e la Saona, che è il cuore pulsante della città.

Qui, l’ideale è passeggiare senza meta alla scoperta degli angoli più suggestivi della zona, ma c’è un luogo che è davvero imperdibile: è la Place des Terreaux, il cui nome deriva dal fatto che anticamente fosse parte del fiume, ma che venne riempita di terra per trasformarla in quella che oggi è la piazza più importante del centro cittadino.

Sulla Place des Terreaux si affacciano il Municipio (Hotel de Ville) e il Museo delle Belle Arti, e sorge la splendida fontana di Bartholdi, lo scultore della Statua della Libertà. Sembra che questa fontana fosse destinata alla città di Bordeaux, ma che non potendosela permettere venne terminata da Lione, dove si trova tutt’oggi.

Vale la pena, infine, una visita al Museo delle Belle Arti per la sua eccezionale collezione di monete (sono circa 50.000) e le opere d’arte dei più grandi esponenti europei, tra cui gli italiani Perugino, Tintoretto e Veronese.

Places de Terreaux, piazza principale di Lione

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Places de Terreaux, Lione

Quai St-Vincent e Quai de la Pecherie

Esplorando La Presqu’ile, non può mancare una passeggiata lungo il Quai St-Vincent, da cui ammirare i tipici palazzi variopinti sulla sponda del fiume Saona, per giungere fino al Quai de la Pecherie, che nel weekend vede riempirsi di vecchi librai. Lì si trova anche un palazzo la cui facciata è totalmente affrescata con libri e citazioni che ricordano gli scrittori di Lione, tra cui Rabelais, Stendhal ed Antoine de Saint-Exupery, il celebre autore de “Il Piccolo Principe“.

Il Muro dei Lionesi

Lione è ricca di splendidi murales e lo dimostra anche la facciata di uno stabile situato nella Presqu’Ile, e più precisamente in Rue de la Martinière. L’enorme dipinto murale, chiamato “Muro dei Lionesi”, che si apre alla vista rappresenta i personaggi tipici della città, alcuni dei quali famosi in tutto il mondo. Alcuni esempi? Potrete vedere l’Imperatore Claudio, Joseph-Marie Jacquard e i fratelli Lumière.

Muro dei Lionesi, un palazzo di Lione

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Muro dei Lionesi, Lione

Place Bellecour

Un altro luogo simbolo della Città Vecchia di Lione è Place Bellecour, raggiungibile con una breve camminata da Place Terreaux. È enorme (310×200 metri), tanto da detenere il titolo di piazza pedonale più grande della Francia e d’Europa.

In questa piazza, in cui avvengono tutti gli avvenimenti più importanti della città e in cui si incontrano molte attività, negozi e locali, si trovano più statue: quella equestre di Luigi XIV, quella del “Guardiano di pietra” e quella dedicata ad Antoine de Saint-Exupery.

La grandissima Piazza Bellecour di Lione

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Piazza Bellecour, Lione

I Traboules di Lione

Al di là delle sue grandi architetture, religiose e non, Lione è una città da scoprire piano piano. I suoi traboules, ad esempio, ne costituiscono la vera anima: sono i tipici passaggi coperti costruiti tra i palazzi, che permettono di attraversare gli edifici senza dovervi girare attorno. Sono particolari opere architettoniche che hanno avuto origine nel progetto dell’architetto Philibert Delorme, che costruì un passaggio che riuniva due palazzi in Rue Juiverie, nel 1800.

Ancora oggi la città custodisce diversi Traboules, ma non tutti sono visitabili. Dove poterli attraversare? Ad esempio da rue St Jean 54 verso rue du Boeuf 27 si trova il traboule più lungo di Lione, mentre da rue St Jean 27 verso rue des Trois Maries 6 se ne trova un altro accessibile. La regola è sempre quella di rispettare coloro che vivono nei palazzi restando in silenzio durante la traversata.

Tipico Traboule di Lione, che attraversa i palazzi

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Tipico Traboule di Lione

La Cattedrale di Saint Jean

Dopo una passeggiata nella parte della Città Vecchia che sorge sulla penisola di Lione, il consiglio è di raggiungere la Cattedrale di Saint Jean, dedicata a Santo Stefano e San Giovanni Battista. Costruita a partire dal 1100, con lavori che durarono ben 300 anni, è uno tra i migliori esempi in Europa di transizione dal romanico al gotico.

Per costruire questa chiesa larga 80 metri, furono sottratte le pietre usate per i monumenti romanici della città: oggi, una visita qua è d’obbligo. Anche al suo interno, dove è custodito uno degli orologi astronomici più antichi del continente. Passate qui alle 12.00, alle 14.00, alle 15.00 o alle 16.00, quando l’orologio si attiva e va in scena un vero e proprio spettacolo della meccanica.

Cattedrale di Saint Jean, Lione

Fonte: 123RF

Cattedrale di Saint Jean, Lione

La collina di Fourvière

Un’altra splendida area della città di Lione è senza dubbio la collina di Fourvière, raggiungibile a piedi o con una colorata funicolare che parte dalla Cattedrale. Dall’alto di questo colle, che tocca i 254 sul livello del mare, si gode di una vista spettacolare sull’intera città e anche oltre, vino ad avvistare, nelle giornate più terse, anche le Alpi con il Monte Bianco.

Quella di Fourvière viene chiamata la “collina che prega” per via dell’alta concentrazione di chiese, conventi e luoghi religiosi che qui sorgono.

Basilica di Fourvière

Sulla collina di Fourvière merita sicuramente una visita la splendida Basilica di Fourvière, il luogo sacro più importante della città. Costruita nel 1870, la sua strana forma ricorda quasi un elefante rovesciato e al suo interno custodisce una navata in mosaico che racconta la vita della Vergine Maria. A colpire è la mescolanza di stili utilizzati: all’esterno si possono vedere le influenze gotiche, classiche, bizantine che si uniscono armoniosamente.

Basilica di Fourvière, Lione

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Basilica di Fourvière, Lione

La zona archeologica romana e il Museo della Civiltà Gallo-Romana

Sulla collina di Fourvière si incontrano diverse testimonianze della storia antica di Lione e della Gallia, legata alla colonia romana Lugdunum, che qui prosperò diventando la più grande città dell’Ovest d’Europa, nonché zecca imperiale di Roma, e che diede i natali a due imperatori romani: Claudio e Caracalla. Tutt’oggi si possono ammirare il Teatro Antico, tra i più grandi di Francia, e l’Odeon.

A colpire è anche il Museo della Civiltà Gallo-Romana, sia per le opere conservate che ripercorrono la storia di Lione, sia per l’architettura stessa di questo luogo, ideato dall’architetto Zehrfuss. La struttura museale è completamente integrata nella collina su cui sorge il Teatro Antico, e presenta grandi aperture finestrate che regalano scorci di incredibile bellezza sui resti romani e sul paesaggio circostante.

La collina della Croix-Rousse

Diversamente da Fourvière, la collina della Croix-Rousse (Croce Rossa) viene chiamata la “collina che lavora”. Qui infatti si concentravano le produzioni di seta e le botteghe artigiane. Se vi va di camminare, consigliamo di salire lungo la Montèè della Grande Cote, la strada che un tempo era abitata dai Canuts, (operai della seta). Tra scivoli e scalini, si raggiunge uno dei punti panoramici su Lione più belli e mozzafiato.

Palazzo dei Voraces

Deviando per pochi metri dalla strada Montèè della Grande Cote che risale la collina, si raggiunge uno dei palazzi storici e simbolo delle organizzazioni operaie dei lavoratori della seta in città: la Cour des Voraces (Palazzo dei Voraci), famosa per la sua grande scalinata di sei piani e per essere un imponente traboule, con uscite su varie vie laterali.

Anfiteatro delle Tre Gallie

Uno dei primi anfiteatri costruiti al mondo è proprio quello che sorge sulla collina della Croix-Rousse: l’Anfiteatro delle Tre Gallie. Risale al 19 a.C. ed oggi ne restano soltanto alcuni elementi, ovvero una parte dell’arena, le fondamenta e certi tratti di muro.

Enogastronomia nei Bouchons

È proprio così che Lione va vissuta: camminando senza una precisa destinazione, pronti a lasciarsi stupire dai suoi monumenti, dalle sue vie, dal suo spirito. E come le chiese e le testimonianze storiche, anche le tradizioni culturali ne raccontano la personalità. Un viaggio alla scoperta di Lione, infatti, non può prescindere dal tuffarsi nel suo ricco patrimonio enogastronomico.

Nella Città Vecchia, e non solo, ci si può fermare in uno dei tanti ristorantini e trattorie che offrono i piatti della tradizione lionese. Si chiamano “Bouchon lyonnais” e sono caratterizzati da un’atmosfera accogliente e conviviale (sono riconoscibili da un’apposita insegna all’entrata del locale). Lione vanta infatti la migliore cucina francese, e provarla nei luoghi in cui è nata e si è radicata non ha prezzo.

Bouchon, tipico ristorante e trattoria di Lione

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Un Bouchon, tipico ristorante e trattoria di Lione
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Cosa vedere in Lowcountry, affascinante regione statunitense

Spiagge, paludi, città cosmopolite e una scena gastronomica vivace e interessante: siamo nella regione statunitense di Lowcountry, in South Carolina e Georgia. È una zona dove natura, storia e cultura si incontrano partendo dalle sue città principali, Savannah e Charleston, immerse in un’atmosfera dinamica che guarda al futuro, soprattutto dal punto di vista del cibo, ma con un occhio rivolto al passato. Questa regione, infatti, è stata una delle prime a veder arrivare gli schiavi africani, la cui storia viene oggi ricordata nel museo di recente apertura, l’International African American Museum.

Cosa vedere in Lowcountry e come scoprire questa affascinante regione statunitense? Questi tutti i nostri consigli di viaggio.

Charleston, una città ricca di storia

Charleston è una delle città più popolose di Lowcountry e una tappa imperdibile per chiunque stia viaggiando in questa regione degli Stati Uniti d’America. Qui non solo si respira un’atmosfera europea, soprattutto nel Quartiere Francese, dove potrete ammirare diverse architetture e dimore storiche, e nel rione Rainbow Row, contraddistinto dalle classiche case dalle tonalità pastello. Charleston vi permetterà anche di approfondire una parte del passato statunitense non così affascinante, legato alle piantagioni e alla schiavitù.

Potete visitare l’Old Slave Mart Museum, il museo sorto in quella che è stata la più grande casa d’asta per vendere uomini, donne e bambini africani deportati negli Stati Uniti, oppure una piantagione. Molte di queste hanno cambiato forma diventando splendidi giardini, mentre altre hanno conservato gli ambienti storici in cui vivevano e lavoravano gli schiavi, come Bone Hall Plantation. Qui è possibile visitare le capanne degli schiavi, trasformate in musei, e approfondire quella che rappresentava la loro vita quotidiana nella tenuta.

La cultura gullah

Strettamente legata al passato schiavista statunitense, un’altra esperienza che vi consigliamo di fare nella regione di Lowcountry è approfondire la cultura gullah. I gullah sono i discendenti degli schiavi deportati dall’Africa occidentale che, a partire dal XVI secolo, vissero nelle comunità sulla costa della South Carolina. Il tragico passato di cui sono stati protagonisti non ne ha scalfito l’identità, tutt’altro: sia prima che soprattutto dopo l’abolizione della schiavitù, gli afroamericani hanno dato vita a una loro cultura contraddistinta da lingua, arte, musica e gastronomia proprie. Per scoprirla vi basterà prenotare una delle esperienze offerte a St Helena Island o a Beaufort, la seconda città più antica del South Carolina dove ogni anno viene organizzato il Gullah Festival.

L’atmosfera vivace di Savannah

Savannah vanta uno dei più grandi distretti storici degli Stati Uniti ed è stata citata dal Best in Travel 2025 di Lonely Planet come tappa da non perdere per chi visita la regione di Lowcountry. Il centro della città è composto da piazze, strade acciottolate e una miriade di monumenti ed edifici del XVIII e XIX secolo, ma non è l’unica attrazione principale della città. Ad attirare l’attenzione dei viaggiatori è soprattutto la zona di Midtown, dove tanti giovani imprenditori, artisti e studenti della SCAD (Savannah College of Art and Design) conferiscono modernità e un tocco bohémienne al tessuto urbano. Non perdetevi lo Starland District, ricco di murales, di street art, di negozi vintage e caffè.

Savannah Lowcountry

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La città di Savannah al tramonto

Relax alle Sea Islands

Una zona poco battuta dal turismo nostrano, ma assolutamente da inserire nel vostro itinerario su cosa vedere in Lowcountry, è quella delle Sea Island. Si tratta di uno dei patrimoni storici e naturalistici più importanti della regione che conta ben 68 isole, molte delle quali selvagge e disabitate. Se amate le attività all’aria aperta, qui troverete tantissime riserve naturalistiche, paludi e le classiche querce (live oaks) della Virginia. Non mancano anche attrazioni culturali e storiche come dimore, piantagioni, chiese e musei. Tra le isole più belle, soprattutto per chi vuole avvistare i delfini, consigliamo Hilton Head Island, mentre se cercate semplicemente relax potete optare per le spiagge di Isle of Palms.

Beaufort e il tour del cinema

Amate il cinema? Sarete felici di sapere che nella zona di Beaufort sono stati girati alcuni dei film più belli e amati al mondo, come Forrest Gump e Soldato Jane. Per scoprire le location di queste e altre pellicole potete prenotare uno dei tour proposti che, oltre a offrirvi la possibilità di approfondire la storia della città, vi porterà nei luoghi che sono entrati a far parte del nostro immaginario, come il negozio che produce la famosa scatola di cioccolatini di Forrest o il “ponte sul Mississippi River” che il personaggio attraversa alla fine della sua corsa.

Beaufort, situata sull’isola di Port Royal, è anche una deliziosa cittadina dove ammirare dimore storiche con le famose querce simbolo del profondo Sud degli Stati Uniti.

Beaufort Lowcountry

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La graziosa cittadina di Beaufort

Congaree National Park

Seppur non sia la prima immagine che viene alla mente quando si pensa alla regione di Lowcountry, famosa soprattutto per le sue attrazioni sulla costa, il Congaree National Park è ideale per chi vuole aggiungere un po’ di natura al proprio viaggio. Attraversato dal fiume Congaree, il parco nazionale custodisce la più vasta foresta vergine di latifoglie degli Stati Uniti abitata da tantissime specie animali come cervi, coyote, linci e rapaci. Il parco, aperto tutti i giorni e a ingresso gratuito, può essere scoperto con un’escursione a piedi, resa agibile grazie alla presenza di passerelle in legno, o in kayak e canoa, percorrendo il fiume ed esplorando la zona da un punto di vista privilegiato.