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Sagre ed eventi del weekend del 30 novembre e 1 dicembre 2024

Dal 30 novembre all’1 dicembre avranno luogo varie sagre ed eventi in tutta Italia. In programma diversi appuntamenti da nord a sud che celebrano il vino e le specialità gastronomiche di varie regioni unendo l’intrattenimento e la cultura con la cucina e la tradizione. In questo articolo abbiamo selezionato alcune iniziative previste per questo weekend tra cui scegliere in base alle proprie passioni e gusti.

Sagra della Polenta – Proceno

Dal 23 novembre all’1 dicembre 2024 a Proceno, in provincia di Viterbo, si può gustare la polenta in occasione della 7° edizione della sagra dedicata a questo alimento molto amato in tutta Italia. Un evento che unisce cibo, sport e intrattenimento per un weekend di festa che prevede un programma molto ricco di attività e degustazioni. Vista la cornice culturalmente preziosa si può approfittare anche per visitare il palazzo Sforza che oggi è la dimora della regione Lazio con stanze affrescate e il museo della civiltà contadina che permette di saperne di più sulle tradizioni locali. Per il 30 novembre è prevista in particolare una cena a partire dalle 19.30 con musica rock dal vivo della band Scirockati. Il 1° dicembre invece alle 9 di mattina si può visitare il palazzo Sforza e godersi una passeggiata tra le suggestive valli tosco-laziali per poi pranzare alle 12.30 accompagnati dal folklore del gruppo La mezza Befana con canti e balli popolari.

Festa dell’Olio Montisolano

Dal 23 al 30 novembre 2024 a Monte Isola, Siviano, si svolge la Festa dell’olio montisolano che prevede un ricco programma con degli stand che si possono visitare dalle 14 in Piazza del Comune, mentre alle 16 di pomeriggio è prevista una tavola rotonda dal titolo “L’olio e il suo futuro” nella Sala Consiliare del Municipio. A seguire saranno premiati i primi tre classificati della sfida dell’olio e alcuni alunni della scuola primaria che parteciperanno alle varie attività in occasione della Giornata dell’Uliveto. Si può ovviamente degustare l’olio di oliva locale con menù a tema nei ristoranti della zona che aderiscono all’iniziativa.

Orte in Cantina  – Orte

Dal 24 novembre all’1 dicembre il vino diventa protagonista a Orte per l’evento Orte in Cantina 2024 che prevede un percorso enogastronomico per tappe organizzato dall’Associazione The Grove in collaborazione con la Pro Loco Orte e il Comune di Orte. Il territorio viene celebrato attraverso il gusto di vino e cibo per un connubio ideale che esplora la cultura locale.

Fin dalla prima edizione nel 2007, Orte in Cantina è un evento molto seguito della Tuscia che ogni anno richiama molti visitatori e appassionati offrendo un’esperienza socio-culturale, oltre che enogastronomica. Si attraversa il centro storico per poi visitare le suggestive cantine del borgo fino a raggiungere la piazza centrale, Piazza della Libertà, dove si possono mangiare caldarroste e sorseggiare vin brulè. Musica live accompagna l’evento in tutte le date, insieme a bancarelle con prodotti tipici e visite culturali a musei, chiese e palazzi di pregio.

Panettone

Fonte: iStock

Concorso del Panettone

Una Mole di Panettoni

A Torino l’Hotel Principi di Piemonte celebra il panettone con due giorni di festa, dal 29 novembre all’1 dicembre 2024. Alcuni dei migliori pasticceri italiani si ritrovano nella città piemontese per proporre ai visitatori alcuni gustosi panettoni fatti con lievito madre senza conservanti e additivi chimici. Il programma del concorso prevede tre premi: Miglior Panettone Tradizionale scuola milanese, Miglior Panettone Tradizionale scuola piemontese e Miglior panettone Creativo. Chi vuole partecipare potrà assaggiare le creazioni al prezzo di 32 euro al kg e prendere parte a interessanti masterclass sull’argomento.

Artigiano in Fiera

A Milano dal 30 novembre all’8 dicembre si svolge Artigiano in Fiera con un’edizione coinvolgente e ricca di attività e stand. Oltre 2800 espositori da 90 paesi per un viaggio internazionale tra piatti tipici, sapori e odori svariati. Anche 28 ristoranti e 19 luoghi del gusto partecipano insieme ai produttori artigianali per offrire ai visitatori delle vere e proprie esperienze gastronomiche a cui è difficile resistere. L’appuntamento è alla FieraMilano e l’ingresso è gratuito su registrazione.

Fiera Internazionale dei Tartufi d’Abruzzo

Dal 29 novembre all’1 dicembre a Piazza del Duomo a L’Aquila c’è la terza edizione della Fiera Internazionale dei Tartufi d’Abruzzo, un evento che celebra il tartufo come patrimonio regionale. Oltre 50 aziende e 18 ristoranti sono presenti in loco per partecipare a questo evento con degustazioni, show cooking, masterclass e spettacoli dal vivo e momenti di approfondimento. L’ingresso è gratuito.

Spumanti dell’Etna

A Catania torna Spumanti dell’Etna, una rassegna dedicata alle bollicine del vulcano più alto d’Europa giunta alla sesta edizione. L’evento celebra le eccellenze tra i produttori di spumante del territorio con un programma ricco di degustazioni, talk show, visite a cantine della zona e cene preparate da chef stellati. Spumanti dell’Etna in Sicilia è organizzata dall’Associazione Spumanti dell’Etna con il sostegno dell’Assessorato regionale dell’Agricoltura e della Fondazione Italiana Sommelier Bibenda e si conclude al MF Museum & Fashion di Marella Ferrera con show cooking e assaggi vari. Parte del ricavato sarà devoluto a sostegno dell’Associazione Meter, per la lotta contro la pedofilia e gli abusi sui minori.

 

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Torino è la nuova Capitale europea del Turismo Intelligente 2025

Torino è una città protagonista di una vera trasformazione negli anni. Da polo industriale è diventata una vivace destinazione culturale ed è un esempio di rigenerazione urbana intelligente. Siti iconici come la fabbrica di automobili del Lingotto e le OGR-Officine Grandi Riparazioni sono stati riconvertiti in luoghi culturali, dimostrando l’impegno della città nel fondere la storia con l’innovazione moderna.

L’inclusione di Torino nel programma UNESCO Man and the Biosphere (MAB) evidenzia il suo impegno nel preservare le risorse naturali, promuovendo al contempo uno sviluppo sostenibile. Questo e altri elementi le sono valsi l’importante premio European Capital of Smart Tourism 2025, promosso dalla Commissione Europea. “Il riconoscimento viene infatti assegnato ogni anno alla città in Europa che più si distingue come destinazione turistica d’eccellenza a partire da quattro differenti criteri: sostenibilità, accessibilità, digitalizzazione del patrimonio culturale e creatività” come riporta il comunicato ufficiale. Un riconoscimento che arriva dopo il recente titolo di “Capitale europea dell’innovazione”.

Le azioni per il clima

Torino ha adottato misure per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2030 attraverso il suo Climate City Contract, un impegno per l’adattamento climatico e la mobilità a basse emissioni di carbonio. Le iniziative verdi della città, come la trasformazione di ex aree industriali in spazi verdi e il miglioramento del trasporto pubblico, dimostrano un approccio strategico al turismo sostenibile e alla pianificazione urbana. Un’iniziativa di spicco è il progetto Neighbourhood Houses, che coinvolge i residenti nella definizione delle loro comunità, rendendo il turismo e le esperienze culturali più inclusive.

Accessibilità per tutti

Il sistema di trasporto pubblico della città, con autobus e stazioni della metropolitana accessibili al 100%, è un modello di inclusività. I ​​musei di Torino co-creano esperienze sensoriali per i visitatori con disabilità, rendendo gli spazi culturali più accoglienti. La piattaforma Turismabile, lanciata nel 2007, è un ottimo esempio dell’impegno di Torino per i viaggi accessibili, fornendo informazioni multilingue e collaborando con organizzazioni per disabili per garantire che tutti i visitatori possano godere di ciò che la città ha da offrire.

Torino

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La città di Torino

Innovazione digitale

Come città lungimirante, Torino è all’avanguardia nell’uso della tecnologia per migliorare sia il turismo che la vita di tutti i giorni. Attraverso progetti come 5G-Tours e NETA (Navigation Exploring Tourist Assistance), Torino sta integrando l’intelligenza artificiale (AI) e la realtà estesa (XR) nella sua offerta culturale, consentendo ai visitatori di vivere la città in un modo unico e immersivo. Lo sviluppo di piattaforme digitali, come un’app di mobilità integrata, riflette ulteriormente l’impegno di Torino nel rendere sia la cultura che i servizi cittadini accessibili a tutti.

Cultura ed eventi

Torino custodisce un patrimonio culturale molto ricco, come il famoso Museo Egizio, il secondo più grande del suo genere a livello mondiale, che attira visitatori da tutto il mondo. La strategia culturale della città include numerosi festival che celebrano cinema, letteratura e musica, alcuni dei quali risalgono a decenni fa.

Con una forte enfasi sulla partecipazione della comunità, le industrie creative di Torino sono fiorite, offrendo una vasta gamma di esperienze, dalle mostre d’arte contemporanea alla conservazione di siti storici. Anche il Torino Film Festival 2024 ha dimostrato nuova linfa, chiamando tantissime star internazionali del cinema e coinvolgendo le persone in una decina di giorni animati da proiezioni, incontri e red carpet.

Il premio a Benidorm

Mentre Torino ha vinto European Capital of Smart Tourism 2025, la città spagnola di Benidorm ha conquistato il riconoscimento di European Green Pioneer of Smart Tourism per il suo impegno verso pratiche ecologiche che stanno migliorando l’esperienza dei turisti e la qualità della vita dei residenti.

In particolare, la città ha implementato un sistema di gestione intelligente dell’acqua che ha ridotto il consumo del 30% e ha diversificato l’offerta turistica per includere opzioni di salute, istruzione ed ecoturismo. Infine, per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, ha pensato alla costruzione di dighe e la riforestazione di alcune aree urbane con delle specie autoctone.

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Lugano a Capodanno: l’incanto delle feste sorprende e il divertimento è assicurato

Città elegante, accogliente, adagiata in uno scenario naturale davvero meraviglioso: Lugano conquista al primo sguardo e sin dalla prima volta che la si raggiunge. È una città che offre un mix vincente di due culture: quella italiana, dista infatti dal confine solamente pochi chilometri, e quella svizzera essendo parte del Canton Ticino. Si affaccia sull’omonimo lago, regalando scorci di impareggiabile bellezza, mentre è incorniciata dalle cime delle montagne: il San Salvatore e il Monte Bre.

Un luogo bellissimo in ogni momento dell’anno, che per le feste si accende di ulteriore magia, grazie a un programma ricco, diversificato e per tutti i gusti, ma anche a un’atmosfera perfetta per questo periodo così speciale. Lugano a Capodanno è la meta da raggiungere per tutti coloro che cercano un luogo elegante e accogliente, ricco di bellezza e di fascino, ma anche di cose da fare per divertirsi e trascorrere momenti spensierati, immersi in uno scenario alpino di rara bellezza.

Cosa fare a Capodanno 2025 a Lugano: gli eventi, le informazioni più utili, come muoversi in città, i locali da conoscere e le temperature, per partire preparati e godersi una vacanza da sogno.

Cosa fare a Capodanno a Lugano, tutti gli eventi

Il mese di dicembre a Lugano è davvero speciale: l’atmosfera della città diviene ancora più magica, basti pensare al fatto che questo luogo si snoda come un gioiello prezioso nel cuore di uno scenario che sembra proprio la perfetta scenografia per il Natale, incastonato tra alte montagne, mentre si affaccia su uno splendido lago.

Il programma degli eventi tra Natale e Capodanno è davvero ricco e si conclude il 7 gennaio del 2025, dando modo a tutti di vivere le tante proposte e rendere ancora più fantastico questo mese così speciale. Da non perdere, ad esempio, il mercatino di Natale che si sviluppa per tutto il centro e che rimane accessibile anche dopo il 25 dicembre. Nel dettaglio dal 27 dicembre al 7 gennaio si potrà ammirare in piazza Manzoni e il 31 dicembre dovrebbe rimanere aperto fino alle 19: potrebbe essere divertente fare un giro alla scoperta di tanti prodotti prima di apprestarsi a concludere l’anno.

Cuore pulsante delle feste, Capodanno compreso, sarà la suggestiva piazza della Riforma: si tratta del centro città, un luogo vivo e vivace, ricco di locali e di bellissimi palazzi. Lì si trovano gli Chalet gastronomici, i luoghi perfetti per assaggiare qualche specialità stagionale e sono aperti anche il 31 dicembre: sul sito ufficiale dedicato agli eventi viene segnalato che osserveranno l’orario 15 – l’una di notte, mentre il primo gennaio apriranno i battenti alle 11 per chiudere a mezzanotte.

Nella stessa location ogni sera dj set o musica, non è ancora specificato che tipologia di evento ci sarà in programma la notte di Capodanno, ma senza dubbio piazza della Riforma (come del resto accade ogni anno) sarà centrale. Quest’anno è previsto anche un brindisi per salutare l’arrivo del 2025 con RSI Rete Tre.

Un’altra esperienza che si potrà vivere il 31 dicembre, ma anche gli altri giorni primo gennaio compreso, è quella di mettersi alla prova con il pattinaggio sul ghiaccio: la pista è stata realizzata all’interno di uno degli splendidi parchi cittadini (Parco Ciani) e fa immergere in un’atmosfera fatata, complici le luci, l’ambientazione e la musica. La pista si può utilizzare gratuitamente, ha un costo – invece – l’utilizzo dei pattini o del supporto che si possono noleggiare. C’è anche un punto ristoro in cui deliziare il palato con cioccolata calda o vin brulè. L’orario di apertura che viene osservato l’ultimo giorno dell’anno e il primo gennaio è dalle 11 alle 21.

Per un pomeriggio dedicato ai bambini e alle famiglie, invece, il 31 dicembre e il primo gennaio, è aperto anche il Villaggio di Natale presso l’asilo Ciani, che sarà accessibile a partire dal 27 dicembre e fino al 7 gennaio. Orario per l’ultimo e il primo giorno dell’anno: 14 – 18. Con queste premesse Lugano è una di quelle mete perfette per trascorrere il Capodanno 2025.

Lugano durante le feste: gli eventi

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Lugano, gli eventi da non perdere a Capodanno

Musica, il concerto per chiudere l’anno a Lugano

Un appuntamento ormai entrato di diritto tra i più amati è quello con la musica ed è in programma il 31 dicembre a partire dalle 18 presso Lac – Sala teatro: il Concerto di San Silvestro con l’Orchestra della Svizzera italiana, in questa occasione insieme al mezzosoprano Marina Viotti, si conclude con un brindisi a cui è invitato anche il pubblico per chiudere l’anno in bellezza.

Il programma musicale è ricco e vedrà esibirsi questa artista, che è stata anche tra i protagonisti della Cerimonia d’apertura delle Olimpiadi di Parigi.

Il primo gennaio, appuntamento con la tradizione

È ormai tradizione consolidata iniziare l’anno nuovo con un corteo che da piazza della Riforma arriva al Palazzo dei Congressi, qui si tiene ogni anno un incontro con le autorità e le associazioni. La data è quella del primo gennaio 2025 e l’orario di inizio è previsto alle 11 del mattino. Il programma prevede auguri, musica e intermezzi artistici, oltre a un discorso del primo cittadino e alla presenza di un ospite speciale. Si chiude la cerimonia con un rinfresco che viene offerto ai presenti.

Vita notturna e discoteche a Lugano

In una città che offre tantissimo come la meravigliosa Lugano in Svizzera, non possono mancare i locali per chi ama la vita notturna, posti in cui trascorrere serate all’insegna del divertimento in un’atmosfera curata.

Ad esempio, si può scegliere Seven The Club, che si trova nel cuore della città nel medesimo stabile del Casinò. È aperto il venerdì e il sabato, dalla mezzanotte alle cinque del mattino. The Lounge, del medesimo gruppo, invece è aperto ogni giorno da mezzogiorno fino alla notte: offre vista lago, dj set e un menù per stuzzicare il palato.

Un altro locale da provare è il Jungle Club Lugano che si trova in via Cantonale. A quanto pare, il venerdì e il sabato sera apre i battenti a mezzanotte con serate all’insegna del divertimento. Oppure si può scegliere l’Underground Club che si trova in via Soave ed è aperto il venerdì e il sabato da mezzanotte, nel mese di dicembre 2024 anche il giovedì dalle 23.

Serate musicali con concerti o dj set al Bar Oops in via Buffi: offre una programmazione molto ampia di eventi diversificati e per tutti i gusti.

Questi sono solo alcuni dei club e dei locali che si possono trovare a Lugano, ma ce ne sono tanti altri tutti pronti a regalare serate divertenti e al ritmo di ottima musica.

Lugano, la vita notturna: dove andare

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Lugano, la vita notturna: alcuni indirizzi

Come muoversi a Lugano a Capodanno

Lugano è ben servita dai mezzi pubblici, infatti – come riporta il sito del comune – vi sono quattro società che hanno diverse linee che portano anche verso le zone più periferiche.

La TPL – Trasporti Pubblici Luganesi ha ben 16 linee che coprono centro e vie periferiche, mente AutiPostale collega centro e periferie con 14 percorsi, fa da legame tra i quartiere della zona nord con il cuore di Lugano, invece, la ARL – Autolinee Regionali Luganesi, mentre SNL – Società Navigazione del Lago di Lugano ha due linee che collegano la città rispettivamente a Campione d’Italia e Gandria. Non ci sono ancora dettagli in merito al funzionamento dei mezzi nella notte di Capodanno ma, negli anni passati, sono state pensate agevolazioni per favorire l’utilizzo dei mezzi pubblici.

Il centro città è ricco di spazi dedicati esclusivamente ai pedoni o aree a traffico limitato, quindi, vale la pena pensare di fare una camminata e di godersi il cuore di Lugano senzo lo stress dell’automobile. Diversamente si può optare per la bicicletta grazie ai percorsi ciclabili e al servizio di bikesharing con 116 postazioni.

Per chi lo desidera, poi, ci sono i taxi che operano in città: alcuni di questi con l’autorizzazione a fermarsi in attesa dei clienti nelle aree preposte. Il numero di prenotazione è +41 91 922 88 33.

È bene sapere che i turisti possono fare richiesta e utilizzare Ticino Ticket che permette – tra le tante cose – di viaggiare gratuitamente con il trasporto pubblico o di ottenere degli sconti speciali su quello turistico, si ottiene pernottando in uno degli oltre 500 alloggi partner dell’iniziativa.

Il clima di Lugano a Capodanno

Maglioni pesanti, giacche e cappelli: il clima di Lugano a Capodanno può essere davvero freddo, in perfetto stile Natale: infatti questa destinazione è un sogno ad occhi aperti per tutti coloro che amano le atmosfere incantante e gli inverni vissuti in un’ambientazione che somiglia in tutto e per tutto alle fiabe più belle.

Le temperature, però, non sono eccessivamente basse rendendo comunque gradevole la permanenza in questa meravigliosa città della Svizzera. In genere, infatti a minima di dicembre si attesta a due gradi, che scendono a uno nel mese di gennaio. La media è intorno ai quattro gradi, mentre la massima sui sette.

Si tratta anche di un periodo in cui le precipitazioni non sono numerose, per cui quello di Capodanno è senza dubbio un periodo magico per raggiungere Lugano. Un luogo che offre tantissimo, a partire dalla bellezza della natura, che vale la pena esplorare se ci si ferma qualche giorno in questa località, magari conoscendo il lago e i borghi che lo punteggiano, oppure le montagne che circondano la città.

E ancora il suo centro storico, dove vi sono anche dei portici, e i suoi parchi. Una città da vivere, anche a Capodanno 2025 per scoprire il fascino di un posto in cui la cultura italiana e quella svizzera si intrecciano.

Lugano, le temperature di dicembre

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Lugano, le temperature di dicembre: quali sono
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Il Palazzo Vecchio di Firenze apre delle stanze mai viste

Il Palazzo Vecchio è uno dei principali punti di interesse quando si visita Firenze. Si trova in Piazza della Signoria ed è anche la sede del Comune, oltre a rappresentare la migliore sintesi dell’architettura civile del ‘300. A partire da dicembre 2024 fino a giugno 2025 i visitatori avranno modo di esplorare nuove stanze di questo antico palazzo, grazie all’associazione Amici dei Musei e dei Monumenti fiorentini. Sono previsti sette appuntamenti con ingresso gratuito su prenotazione per approfittare di questa occasione e ammirare l’appartamento del barone Bettino Ricasoli, la Sala Rossa e altre sale di Firenze Capitale che non sono mai state aperte al pubblico fino a oggi.

Firenze è una città che non ha bisogno di scuse per essere scelta come meta di un viaggio o di una visita breve anche solo per un weekend, poiché ha molto da offrire. Le meraviglie architettoniche, i musei, i punti di interesse culturale, l’arte e le bontà gastronomiche invitano molti turisti da tutto il mondo tutto l’anno. Questa apertura straordinaria del Palazzo Vecchio è un ulteriore invito a visitarla per ammirare la sua eleganza e la personalità antica e moderna allo stesso tempo.

Un Palazzo Vecchio inedito

Poter visitare luoghi del palazzo comunale che non fanno parte del percorso museale ma che sono ricchi di fascino e storia è un’opportunità straordinaria per entrare nel cuore del Palazzo e conoscerne gli angoli meno noti“, ha  affermato l’assessore alla Cultura Giovanni Bettarini, che ha aggiunto: “Per questo, abbiamo voluto riproporre un calendario di appuntamenti offrendo l’opportunità di esplorare la storia politica di Firenze attraverso queste sale spesso poco conosciute. Gli Amici dei musei monumenti ci sostengono nell’impegno a rendere accessibile la storia ai cittadini, in modo da creare un legame prezioso tra passato e presente di Firenze, specie nelle giovani generazioni”.

Palazzo Vecchio Firenze

Fonte: Getty Images

Interno di Palazzo Vecchio a Firenze

Saranno quindi aperti al pubblico alcuni spazi che nel 1860 furono utilizzati per ricavarne l’appartamento del barone Bettino Ricasoli, Governatore della Toscana. Oggi in quelle stanze ci sono gli uffici della vicesindaci di Firenze Paola Galgani e le sale chiamate Firenze Capitale oggi sono sede degli uffici del Consiglio Comunale.

Politico, statista e rivoluzionario cattolico liberale, Ricasoli ha ricoperto anche la carica di sindaco di Firenze, nonché presidente del Consiglio del Regno d’Italia e fondatore del famoso quotidiano La Nazione. Una figura importante per la città toscana e per l’Italia che ha lasciato il segno ed è interessante da studiare e approfondire.

Come prenotare e altre info utili

Le visite alle stanze mai viste di Palazzo Vecchio, come anticipato prima, saranno gratuite ma organizzate secondo prenotazione, grazie al supporto dei volontari dell’associazione Amici dei musei e dei monumenti fiorentini. Sarà possibile partecipare dalle 15 alle 17 nelle giornate del 4 dicembre 2024, 8 gennaio, 5 febbraio, 5 marzo, 2 aprile, 7 maggio e 4 giugno 2025 prenotando al numero 055286465 o mandando un’email a: segreteria@amicideimusei.it

Pertanto, è bene pianificare in anticipo la visita per assicurarsi un posto, da soli o in gruppi più o meno numerosi. Queste aperture temporanee sono inviti a esplorare il patrimonio artistico e culturale dell’Italia nel presente, cogliendo l’attimo, pensando che non sia possibile poi ripetere l’esperienza molto presto.

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Scoperta in Egitto la porta di un antico tempio dedicato al dio della fertilità maschile

Dal 2012 sono in corso gli scavi per riportare alla luce un distretto templare dell’antico Egitto, costruito tra il 144 a.C. e il 138 d.C. Ora gli archeologi hanno trovato un ingresso segreto in un tempio egizio risalente a circa 2.100 anni fa. Il portale, sul lato occidentale dello storico sito di Athribis vicino a Sohag, Egitto, originariamente era alto fino a 18 metri e rappresenta uno straordinario esempio di “pilone” egizio, in cui due torri fiancheggiano un ingresso principale.

L’ingresso conduce a una camera precedentemente sconosciuta, probabilmente un deposito per utensili e anfore, grandi contenitori ovali con due manici. Inoltre, iscrizioni geroglifiche e intricate incisioni adornano la facciata esterna e le pareti interne della camera. I ricercatori sono certi che la camera conduca a un tempio, anche se saranno necessari ulteriori scavi per dimostrarlo. “Questa scoperta è particolarmente significativa in quanto segna il primo passo nella scoperta degli elementi rimanenti del tempio” ha affermato il Ministero egiziano del turismo e delle antichità in un post su Facebook.

Tempio antico Egitto

Fonte: Ufficio stampa Ministry of Tourism and Antiquities

Antico tempio in Egitto

Il tempio di Athribis torna alla luce

Gli esperti pensano che la struttura sia stata costruita ad Athribis, un tempo una fiorente città egiziana, durante il II secolo a.C. All’epoca l’Egitto era governato dalla dinastia tolemaica, una casa reale che controllò l’Antico Egitto fino alla sua incorporazione nella Repubblica Romana nel 30 a.C. L’ingresso e la camera sono stati scoperti dai ricercatori dell’Università di Tubinga, supportati dal Ministero egiziano del turismo e delle antichità. Il dott. Mohamed Ismail Khaled, segretario generale del Consiglio supremo delle antichità, ha descritto la scoperta come “il primo nucleo per svelare il resto degli elementi del nuovo tempio nel sito“, secondo Asharq Al-Awsat.

La camera, lunga circa 6 metri e larga 3, ha un ingresso decorato con rilievi e iscrizioni geroglifiche appena scoperti. Le iscrizioni raffigurano il dio egizio della fertilità Min e sua moglie Repit, comunemente raffigurata come una leonessa, e il loro figlio, il dio bambino Kolanthes. In un’iscrizione, queste divinità egizie stanno ricevendo sacrifici da un re, che i ricercatori affermano essere Tolomeo VIII del II secolo a.C. I ricercatori quindi pensano che il tempio di Athribis sia stato costruito durante il regno di Tolomeo VIII (morto nel 116 a.C.) come centro di culto per la venerata famiglia. Le figure sono anche circondate da strutture di simboli astronomici che agiscono come “stelle celesti” per misurare le ore della notte.

Nel frattempo, una seconda porta sulla facciata del pilone conduce a una scala precedentemente sconosciuta che saliva per almeno quattro rampe fino al piano superiore, ma ora è stata distrutta. Ulteriori scavi al tempio di Athribis si concentreranno ora sulla ricerca di tracce del presunto tempio che si trova oltre la camera, probabilmente un luogo di rifugio per gli abitanti della città. “La missione completerà il suo lavoro sul sito per scoprire completamente il resto del tempio durante le prossime stagioni di cava“, ha affermato il Ministero del Turismo e delle Antichità nella sua dichiarazione.

Interno antico tempio Egitto

Fonte: Ufficio stampa Ministry of Tourism and Antiquities

Interno del tempio Athribis in Egitto

La dinastia tolemaica

Nel suo periodo di massimo splendore, si pensa che il tempio si estendesse per 51 metri di larghezza e avesse torri a piloni, ciascuna alta fino a 18 metri. Oggi, rimangono solo circa 5 metri delle torri, che caddero vittime delle cave, probabilmente nell’VIII secolo d.C. Sebbene Athribis fosse occupata durante le dinastie successive, l’antica città egizia non acquisì vero potere fino all’inizio del regno tolemaico. La dinastia tolemaica fu l’ultima dell’Egitto prima che diventasse parte della Repubblica romana, che precedette l’onnipotente Impero romano.

La dinastia fu fondata nel 305 a.C. dopo che Alessandro Magno di Macedonia conquistò l’Egitto nel 332 a.C. e uno dei suoi generali, Tolomeo, divenne Tolomeo I. La leadership fu tramandata attraverso i discendenti di Tolomeo e terminò con Cleopatra VII, una delle regine più famose della storia. Cleopatra VII, nota sia come seduttrice con una personalità accattivante, usò il suo fascino per sedurre Giulio Cesare per cementare l’alleanza dell’Egitto con Roma, sia per sedurre il suo secondo in comando, Marco Antonio, che sposò.

Con l’arrivo del futuro imperatore romano Augusto, Antonio si suicidò nel 30 a.C. con la falsa impressione che lei fosse morta. Dopo averlo seppellito, la trentanovenne Cleopatra si tolse la vita, anche se non si sa come. Si pensa che la coppia condannata sia stata sepolta insieme, anche se il luogo in cui riposano è ancora un mistero.

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Azzorre Idee di Viaggio itinerari culturali patrimonio dell'umanità Viaggi

Azzorre: alla scoperta di Terceira, crocevia dell’Atlantico

Terceira, con i suoi 400 chilometri quadrati di superficie, è una delle isole principali delle Azzorre e ha avuto un ruolo centrale nella storia dell’arcipelago. Non solo natura incontaminata, perché Terceira, grazie alla sua posizione strategica in pieno Oceano Atlantico, è stata per secoli un porto di passaggio cruciale per le rotte commerciali che collegavano Europa, Africa e Americhe. Qui attraccavano navi cariche di spezie, metalli preziosi, tessuti e merci coloniali, dirette verso i grandi imperi marittimi di Portogallo e Spagna.

L’isola divenne presto una tappa obbligata per le flotte transatlantiche, offrendo riparo, rifornimenti e un punto di controllo per i commerci. Questo ruolo la rese un centro nevralgico non solo per gli scambi economici, ma anche per la difesa militare, come dimostrano le sue imponenti fortificazioni. La capitale, Angra do Heroísmo, oggi Patrimonio dell’Umanità, riflette questa storia di prosperità e importanza strategica, con il suo porto naturale che ha definito il destino dell’isola per secoli.

Angra do Heroísmo, Patrimonio UNESCO

Angra do Heroísmo è la capitale di Terceira (e punto di approdo all’isola, sia aereo che via mare). La città deve il suo nome all’eroismo dimostrato dai suoi abitanti durante le lotte politiche del XIX secolo, in particolare durante le guerre liberali portoghesi. “Angra” significa “insenatura”, in riferimento alla baia naturale che ha favorito lo sviluppo del porto, mentre “do Heroísmo” fu aggiunto in omaggio al coraggio dimostrato nella difesa della città contro le forze assolutiste.

Un po’ di storia

Gli abitanti dell’isola dicono che per comprendere Angra do Heroísmo si debba visitare prima il resto del mondo, dall’Europa all’Africa, perché qui c’è una sintesi di continenti lontani.

Fondata nel XV secolo, Angra divenne un punto chiave per le rotte transatlantiche grazie alla sua posizione strategica e al porto protetto, dove le navi si fermavano per rifornimenti e riparazioni. Pare infatti che la baia di Angra fosse spesso piena di caravelle e galeoni, e che questi scambi contribuirono al progresso della città e dei suoi abitanti, attirando ricchezze e culture diverse. La costruzione di una serie di manieri, conventi, chiese e fortificazioni militari ad Angra, edifici insoliti per il centro di un’isola relativamente piccola, sono la testimonianza del ruolo determinante che Angra ha svolto nella navigazione transatlantica per i portoghesi.

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Fonte: AS

Una delle vie colorate del centro storico di Angra do Heroísmo

La città fu totalmente distrutta da un devastante terremoto nel 1980. La ricostruzione fu meticolosa e riportò alla luce il fascino storico del centro che, nel 1983, fu dichiarato dall’ UNESCO Patrimonio dell’Umanità.

Passeggiata per il centro di Angra do Heroísmo

Il centro di Angra do Heroísmo è molto piacevole, con le sue casette basse colorate che portano alla piazza centrale del Municipio. Su una delle strade principali si trova la Sé Catedral de São Salvador, una delle più grandi cattedrali delle Azzorre, costruita nel XVI secolo.

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Fonte: AS

Vista sulla Sé Catedral de São Salvador

Tra gli edifici coloniali, spiccano anche il palazzo del Municipio e il centro culturale in Praça Velha (Piazza Vecchia) e il Palácio dos Capitães-Generais, un tempo residenza dei governatori.

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Fonte: AS

Il palazzo del Municipio di Angra do Heroísmo

Ideale per una pausa, il giardino botanico, realizzato nel XIX secolo, ospita una ricca collezione di piante esotiche e locali, disposte in terrazze collegate da vialetti curati in ogni dettaglio. Il giardino parte dal centro città e sale fino all’obelisco commemorativo eretto nel 1856 per rendere omaggio alla visita del re Dom Pedro IV sull’isola durante la Guerra Civile Portoghese. Qui si apre una terrazza panoramica sulla città e sulla baia. Il giardino ha orari di apertura e chiusura che variano a seconda della stagione.

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Fonte: AS

Vista panoramica su Angra do Heroísmo

Il Monte Brasil e le fortezze

Il Monte Brasil è uno dei luoghi più emblematici di Angra do Heroísmo e dell’isola di Terceira. Questo vulcano spento è un ottimo punto di partenza per comprendere la città e la sua storia, perché salendo e dall’alto la si scopre nella sua globalità. Dalla cima, raggiungibile anche in auto, la vista è incredibile. Il Monte Brasil è un’importante area naturale, ricca di flora e fauna endemiche, che ne fanno una riserva di biodiversità: una piacevole anteprima della natura dell’isola.

Oltre ai sentieri panoramici per raggiungere la cima, il monte ospita i resti della fortezza, costruita tra il XVI e il XVII secolo, a difesa della città di Angra durante le guerre marittime e le incursioni nemiche e dei pirati. La Fortaleza de São João Baptista ha infatti giocato un ruolo cruciale nella protezione della città, e oggi rappresenta uno degli esempi più significativi di architettura militare delle Azzorre. Dai suoi bastioni si scorge la seconda fortezza di Angra do Heroísmo:  la Fortaleza de Santa Catarina si trova all’ingresso del porto, e fu costruita nel XVI secolo. L’edificio ha subito diverse modifiche nel corso dei secoli, e ospita al suo interno un piccolo museo militare che racconta la storia delle difese di Angra e delle Azzorre.

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Fonte: AS

Vista sul porto naturale di Angra do Heroísmo da Monte Brasil

Il porto

Il porto di Angra do Heroísmo, naturale e strategicamente protetto dal Monte Brasil, è stato per secoli il cuore pulsante dell’isola di Terceira. Oggi è un porto turistico e commerciale, nel cuore della città e circondato da locali, bar e ristoranti. Dove c’era la storica porta di accesso alla capitale, oggi c’è una doppia scalinata che collega la Marina al centro storico. Queste porte rappresentano ancora oggi simbolicamente il legame tra il mare e la vita urbana di Angra. Sulla piazza dove una volta avevano luogo il mercato, i commerci e gli scambi, la statua di Vasco da Gama, in posizione panoramica sulla baia, commemora l’importanza delle esplorazioni marittime portoghesi. Il celebre navigatore che ha scoperto la rotta marittima verso l’India nel 1498 è considerato uno dei più grandi eroi nazionali del Portogallo ed è uno dei soggetti più selfati della città.

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Fonte: AS

La doppia scalinata che collega la Marina al centro storico

Trekking a Terceira

Come tutte le isole Azzorre, anche Terceira è famosa per il trekking. Esistono sentieri di diversi livelli di difficoltà e lunghezze, a partire dalla città.

Monte Brasil

Un percorso quasi cittadino, che parte dalla capitale Angra do Heroísmo, e che può essere percorso per intero (2 ore e mezza per poco più di 7 km) o parzialmente, con un cammino di 45 minuti circa. Il trekking completo è un percorso circolare che parte dal parco di Relvão, e sale fino in cima, aprendosi di tanto in tanto in terrazze panoramiche sulla città e sull’isola. Si incontra la Fortezza di São João Baptista, la cappella di Santo António e il Pico do Facho, accompagnati da una vegetazione locale piuttosto fitta e ricca. Il sentiero incrocia anche un punto per l’osservazione delle balene e un monumento al V Centenario dell’insediamento di Terceira.

Pedra Furada da Serra da Ribeirinha

Questo percorso circolare di 6,6 km (2 ore e mezza circa) inizia accanto al Centro Etnografico di Ribeirinha, che racconta il patrimonio culturale legato alle tradizioni della zona, e si sviluppa principalmente lungo la Serra da Ribeirinha, sul versante Sud-occidentale del vulcano Cinco Picos. Lungo il sentiero, si incontrano le caratteristiche case di Ribeirinha, disposte in modo perpendicolare alla costa, lungo le fonti d’acqua. Il paesaggio, prevalentemente agricolo, offre splendide vedute sulla baia di Angra do Heroísmo e sulla costa Sud, nonché su tre dei quattro principali complessi vulcanici dell’isola: Serra de Santa Bárbara, Guilherme Moniz e Cinco Picos. Il cammino attraversa alcune proprietà private, per cui è importante prestare attenzione alla presenza di bestiame o altri animali domestici e assicurarsi di chiudere tutti i cancelli lungo il sentiero.

Grande Rota do Oeste

Per chi cerca un’avventura più sfidante e lunga (tempo di percorrenza: 10 ore circa), questa grande rotta lineare di 31,2 km nella parte occidentale dell’isola collega la Riserva Forestale e il Parco Ricreativo di Lagoa das Patas alla Riserva Forestale e al Parco Ricreativo di Mata da Serreta. Il sentiero è suddiviso in due tappe, una di circa 22 km e l’altra di 9 km. È consigliabile pianificare l’escursione in base alla propria capacità fisica e al tempo a disposizione. Nella parte occidentale dell’isola ci sono strutture ricettive (alloggi locali e strutture di turismo rurale) dove pernottare, poiché il campeggio libero è vietato.

Malha Grande – Biscoitos

Un sentiero lineare di 14,2 km, per 3 ore e mezza circa, che collega la zona rurale di Rocha do Chambre alla rinomata area balneare di Biscoitos. Il sentiero inizia su una strada sterrata e attraversa boschi, pascoli e vecchi frutteti. Passando per il punto panoramico della Rocha do Chambre, con viste spettacolari sulla caldera del vulcano Pico Alto e sulla costa settentrionale dell’isola, lungo il percorso si trovano punti di interesse come la Gruta dos Balcões, residui di trincee della Seconda Guerra Mondiale e l’Area Protetta delle Vinhas dos Biscoitos, famosa per le sue coltivazioni di vino. L’escursione termina alle spettacolari piscine naturali di Biscoitos.

Algar do Carvão – Furnas do Enxofre

Questo percorso circolare di 6,2 km unisce due monumenti naturali iconici, l’Algar do Carvão e le Furnas do Enxofre in un’area protetta dell’isola. Si parte dal parcheggio di Algar do Carvão e si prosegue su sentieri immersi nella vegetazione autoctona, con panorami su Pico da Salsa e Pico Tamujo. Lungo il cammino, si attraversano campi di fumarole e si sale fino a una collina da cui si gode di una vista spettacolare, che nei giorni di buona visibilità si estende fino alle isole di São Jorge e Pico. Il sentiero termina al parcheggio di Algar do Carvão. Durata: 2 ore e mezza.

Mistérios Negros

Più impegnativo, per camminatori esperti, questo sentiero circolare di 4,9 km (2 ore e mezza) si snoda attraverso la Riserva Naturale della Serra de Santa Bárbara e il Parco Naturale dei Mistérios Negros. Partendo dalla Lagoa do Negro, il cammino attraversa pascoli e, circondati da vegetazione endemica, tra cui Erica azorica e Ginepro delle Azzorre, passa accanto a tre piccoli laghi. Lungo il percorso si possono ammirare il massiccio centrale dell’isola e il Pico do Gaspar. L’itinerario include anche una deviazione opzionale verso Pico Gaspar, e termina con la visita alla Gruta do Natal, un tunnel lavico di 697 metri.

Fortes de São Sebastião

Un sentiero facile che segue la costa Sud-Est dell’isola per 6,8 km, passando per le antiche fortificazioni marittime (XVI – XVII secolo) e termina nel pittoresco villaggio di São Sebastião. Lungo le pareti del massiccio vulcanico dei Cinco Picos, il percorso si apre con la vista sul faro di Contendas e prosegue verso i forti storici, come il Forte da Greta e il Forte do Bom Jesus, affacciati sulla Baía da Mina. Continuando attraverso boschi di Erica azorica e campi agricoli, il sentiero conduce al villaggio di São Sebastião, passando per antichi mulini e cappelle, fino alla piazza principale del villaggio. 2 ore circa di cammino.

Dove fare il bagno a Terceira

Nonostante ci si trovi nel pieno dell’Oceano Atlantico, ci sono diversi posti dove fare il bagno a Terceira, che siano spiagge di sabbia o piscine naturali e oceaniche.

Le spiagge di sabbia

Per chi cerca la sabbia,  Praia Grande, nel comune di Praia da Vitória, è la spiaggia più famosa dell’isola, all’estremità orientale. Una lunga distesa di sabbia dorata ideale per nuotare, prendere il sole e perfetta per famiglie con bambini: questa spiaggia è facilmente accessibile e con diversi servizi. Sempre a Praia da Vitória, conosciuta come Praínha, la spiaggia più piccola si trova a Est di Praia Grande, da cui è separata dalla Marina. Sullo stesso tratto di costa Praia da Riviera è solitamente meno affollata delle altre, ma altrettanto bella. Comoda alla capitale, la Zona Balnear da Prainha è la spiaggia sabbiosa situata nel centro storico di Angra do Heroísmo, all’interno della parrocchia (quartiere) di Sé.

Le piscine naturali e oceaniche

Le piscine naturali di Biscoitos sono uno dei luoghi più affascinanti dell’isola di Terceira, sulla costa settentrionale. Queste piscine naturali sono formate dalla lava solidificata, che ha creato delle vasche di diverse dimensioni protette dalle onde dell’oceano. Circondate da un paesaggio vulcanico quasi da film, le piscine sono attrezzate con passerelle, terrazze per prendere il sole e punti di accesso agevolato all’acqua.

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Fonte: AS

Le piscine naturali di Biscoitos sono uno dei luoghi più affascinanti dell’isola di Terceira

Il contrasto dei colori del nero, del blu intenso, del verde della vegetazione con il giallo di alcune scritte che invitano al relax e alla pulizia è incredibile. La prima piscina è più bassa e calma, apprezzata da bambini e anziani; la seconda verso l’oceano è quella meno protetta ma comunque sicura; mentre all’estrema destra guardando il mare c’è un punto per i tuffi più audaci.

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Fonte: AS

Il contrasto dei colori del nero, del blu intenso, del verde della vegetazione con il giallo di alcune scritte che invitano al relax e alla pulizia è incredibile.

Le piscine naturali di Porto Martins invece si trovano sulla costa Sud-orientale dell’isola, non troppo distanti da Angra do Heroísmo. Queste piscine sono formate da insenature naturali di origine vulcanica, che creano un’area protetta ideale per il bagno con acque calme e trasparenti, perfette per nuotare e fare snorkeling. L’area è attrezzata con piattaforme per l’accesso in acqua, terrazzamenti per rilassarsi e parcheggi.

Ci sono ancora le piscine oceaniche di Salgueiros, Silveira, Negrito, Quatro Ribeiras, sempre realizzate per essere riempite con l’acqua dell’oceano durante l’alta marea, e che diventano accessibili e sicure per il bagno quando la marea si abbassa.

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Fonte: AS

La piscina oceanica di Negrito

Avvistamenti e bagno coi delfini

A Terceira il legame con il mare è profondo tanto quanto quello con la terra vulcanica. L’isola è la meta ideale per chi cerca un contatto con la vita marina; per gli appassionati di immersioni; per tentare l’ebrezza e l’emozione di un bagno con i delfini. Per le immersioni, l’area marina protetta delle Ilhéus (isole) das Cabras, al largo della costa meridionale, vanta fondali spettacolari, con acque cristalline e una straordinaria varietà di fauna marina. Qui è possibile avvistare pesci colorati, polpi e persino murene, in un habitat naturale incontaminato. La visibilità sott’acqua è eccellente, rendendo l’attività adatta sia agli appassionati di snorkeling che ai principianti. I tour guidati partono solitamente da Angra do Heroísmo e includono soste in punti strategici per ammirare le bellezze subacquee. Il periodo migliore per lo snorkeling è tra la primavera e l’estate, quando le condizioni del mare sono ottimali e la biodiversità raggiunge il suo picco.

Per i bagni con i delfini, l’estate è il momento ideale, quando le acque calde attirano diverse specie di cetacei. È possibile nuotare accanto ai delfini tursiopi e striati in un ambiente naturale e sicuro. L’avvistamento delle balene, invece, è un’esperienza emozionante che può essere fatta tutto l’anno, ma è particolarmente fruttuosa in primavera, quando le balene migratrici, come le balenottere comuni e azzurre, attraversano l’arcipelago.

Per garantire la sicurezza e il rispetto degli animali marini, è consigliato affidarsi a guide esperte o operatori certificati locali, che organizzano tour sostenibili e rispettosi dell’ecosistema.

La produzione del vino a Terceira

Terceira si può scoprire anche a tavola; anzi, dal bicchiere. Il progetto Materramenta si concentra sulla produzione di vino di qualità, valorizzando le tecniche tradizionali, il territorio e il paesaggio. Con sede a Biscoitos, nel Nord dell’isola, Materramenta cerca di sviluppare un modello di turismo sostenibile intorno al vino e, oltre alle strutture ricettive per ospitare i turisti, organizza visite alla produzione vinicola, dai vigneti alla cantina per la degustazione. Una passeggiata guidata tra le viti permette di comprendere meglio il paesaggio e i suoi prodotti, perché accanto alla produzione verticale dei filari, a cui siamo abituati, si può ammirare la tecnica tradizionale, secondo la quale ogni pianta viene protetta dal un muretto di pietre che la protegge dal vento. Per tutta la sua crescita, la pianta viene accompagnata a svilupparsi orizzontalmente lungo il suolo. Qui ogni processo è artigianale; ogni grappolo è guidato personalmente e porta nel bicchiere il sapore di minerali, di oceano e di vulcano. Un viaggio a Terceira non può prescindere da una visita all’Area Protetta delle Vinhas dos Biscoitos.

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Fonte: AS

Visita nella zona Vinhas dos Biscoitos: metodo tradizionale di produzione di vino

Turismo rurale, il progetto

L’isola di Terceira, così come tutte le Azzorre, sta vivendo una fortissima crescita turistica, a cui sta cercando di rispondere in modo smart e sostenibile, proprio per tutelare un patrimonio naturale straordinario. Una bellissima iniziativa di turismo rurale è quella promossa dalla rete Casas Açorianas, un progetto che riunisce strutture di turismo rurale presenti in tutto l’arcipelago. Questa rete nasce con l’obiettivo di preservare e valorizzare il patrimonio architettonico, culturale e paesaggistico delle isole, offrendo esperienze autentiche in armonia con la natura. Il progetto a Terceira prende vita con Quinta do Martelo che ha riqualificato un antico borgo rurale. Nelle strutture originali degli edifici sono stati riprodotti ambienti, arredi e  dettagli che raccontano le abitudini del passato, come in un museo a cielo aperto. In questo angolo della capitale, non troppo lontano dal centro di Angra do Heroísmo e dalla costa Sud, sono rinate strutture ricettive e un ristorante, oltre che un centro culturale che organizza visite guidate, laboratori e dimostrazioni che permettono ai visitatori di tutte le età di scoprire le antiche tradizioni agricole e artigianali dell’isola. Cucina tradizionale Km0 e un forte impegno a sostenere la comunità locale, collaborando con produttori e artigiani dell’isola e contribuendo a promuovere un’economia circolare e a ridurre l’impatto ambientale.

Info pratiche

Come arrivare e muoversi a Terceira

Non esistono voli diretti dall’Italia a Terceira; ma c’è il collegamento diretto da Lisbona. In alternativa, si può volare sulla più grande delle Azzorre, São Miguel, e da qui prendere un volo interno, della durata di 40 minuti circa.

Per girare l’isola, la soluzione più comoda e comune è il noleggio dell’auto, per spostarsi in modo libero e autonomo. Ci sono diversi tour operator che organizzato visite guidate e escursioni, con guide che parlano inglese, spagnolo e qualcuno anche italiano.

Spostarsi da Terceira alle altre isole delle Azzorre, per una vacanza più lunga e itinerante, è possibile grazie ai collegamenti aerei e marittimi. La compagnia locale SATA Azores Airlines opera voli regolari tra le isole principali, con partenze dall’aeroporto di Lajes. I tempi di volo sono brevi, variando da 30 a 60 minuti, a seconda della destinazione. In alternativa, ma a seconda delle condizioni meteo e del mare, i traghetti di Atlânticoline collegano Terceira a isole vicine come São Jorge, Pico e Faial, soprattutto nei mesi estivi.

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Fonte: AS

La capitale Angra do Heroísmo riflette la storia di prosperità e importanza strategica dell’isola

Il clima di Terceira

I residenti dicono che a Terceira si vivono le quattro stagioni durante una sola giornata. Effettivamente il clima è variabile e i cambiamenti piuttosto repentini. Il clima dell’isola è oceanico e mite, caratterizzato da temperature piacevoli tutto l’anno, ma con precipitazioni frequenti soprattutto nei mesi invernali. Le temperature medie oscillano tra i 14-15°C in inverno e i 22-25°C in estate, con rarissimi estremi di caldo o freddo grazie all’influenza dell’Oceano Atlantico.

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Fonte: AS

Tratto di costa a Angra do Heroísmo

Quando andare a Terceira

Terceira può essere visitata tutto l’anno. I mesi estivi, da giugno a settembre, sono quelli più battuti, poiché le temperature sono perfette per fare snorkeling, immersioni, trekking e per un bagno nelle piscine naturali. Già maggio e poi ottobre sono altrettanto piacevoli: ideali per evitare la confusione e risparmiare un pochino. L’inverno è il periodo meno frequentato, con temperature comunque moderate, ma una maggiore possibilità di pioggia. Per chi cerca festa e folklore, a giugno la festa di São João a Terceira richiama visitatori da tutto l’arcipelago e porta in strada processioni, musica e fuochi.

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Mugello: la bellezza del Cimitero militare germanico della Futa in inverno

Cimiteri e turismo: non una novità. Un abbinamento forse a prima vista strano, ma dal Pere Lachaise e gli altri cimiteri monumentali di Parigi fino al Cimitero acattolico di Roma, sono tanti i luoghi amati e frequentati dai visitatori.

Si tratta di patrimoni di storia e storie, contenitori di beni culturali, di arte e di artigianato. Lo sono i cimiteri monumentali e i piccoli cimiteri di provincia, lo sono i cimiteri di guerra. Il cimitero di guerra americano a Colleville-sur-mer, in Normandia, riceve ogni anno circa un milione di visitatori.

Anche in Italia sono tanti i luoghi del genere, ma riveste un ruolo peculiare e particolare il Cimitero militare germanico della Futa: si tratta del più ampio cimitero militare tedesco in terra italiana, contenente oltre 30mila salme.

Si trova sul Passo della Futa, un valico naturale dell’Appennino tosco-emiliano. Si trova amministrativamente nel comune di Firenzuola, ma è pressoché equidistante dalla cittadina rispetto a Barberino del Mugello, trovandosi a 900 metri sul livello del mare.

Cimitero militare germanico della Futa

Fonte: Lorenzo Calamai

Il Cimitero della Futa con un velo di neve, in inverno

Il passo è stato uno dei luoghi chiave della Linea Gotica, il sistema difensivo eretto dalla Germania nazista durante l’occupazione in Italia per cercare di impedire la risalita della penisola alle truppe alleate. Qui gli scontri bellici furono particolarmente cruenti, lasciando peraltro un segno forte sulla popolazione locale.

Proprio qui si è deciso di costruire un monumento alla memoria dei caduti tedeschi, il più grande in Italia. Una decisione all’apparenza paradossale che oggi, a quasi ottant’anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, paga i suoi dividendi: il Cimitero militare germanico della Futa è oggi un luogo di memoria e di bellezza, di riflessione e contemplazione, grazie a una architettura unica che si fonde alla perfezione con il particolare contesto naturale nel quale è inserito.

Come arrivare al Cimitero militare germanico della Futa

Il Cimitero militare germanico della Futa si trova nel comune di Firenzuola, in provincia di Firenze, posto a pochi metri dal valico del Passo della Futa, lungo la Strada statale 65 che collega il capoluogo toscano con Bologna.

L’uscita autostradale più vicina è quella di Firenzuola Mugello, che si trova a pochi minuti dal Passo. Basta seguire le indicazioni al primo bivio dopo il casello ed è fatta.

Cimitero militare germanico della Futa

Fonte: Getty Images

La cripta commemorativa all’interno del corpo monumentale principale

In alternativa si può salire anche da Barberino di Mugello, dove una bella strada prende quota dalle rive del Lago di Bilancino, attraversando una bella campagna con eccellenti scorci panoramici e qualche piccolo abitato prima di inerpicarsi ulteriormente fra boschi di larici per raggiungere il Passo della Futa.

Un cimitero tedesco nel cuore della Linea Gotica

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale per la Germania post-nazista è difficile riuscire a curarsi dei corpi dei caduti tedeschi, in particolare nei paesi che hanno subito l’occupazione. Deve passare un decennio perché si arrivi a un passo in avanti: nel 1955 a Bonn, capitale della Germania democratica, viene firmato un accordo con l’Italia che sancisce la possibilità di costruire sacrari dedicati ai caduti germanici, tedeschi e austriaci.

Cimitero militare germanico della Futa

Fonte: Lorenzo Calamai

L’inverno dona al Cimitero

Nascono così una serie di monumenti funebri nei quali vengono raccolte le decine di migliaia di salme, fin lì disperse in sepolture provvisorie in circa 4mila luoghi differenti in tutto lo Stivale. Sul Passo Pordoi, a Merano, a Pomezia, a Cassino, nei pressi di Catania sorgono i primi cimiteri di guerra tedeschi relativi al secondo conflitto mondiale. Nel 1961 iniziano i lavori per quello della Futa, assegnato all’architetto Dieter Oesterlen. Sarà completato nel 1969, con una inaugurazione in tono minore per il timore di tensioni fra la popolazione locale, duramente colpita dalla guerra, e i tanti familiari dei caduti tedeschi e austriaci scesi in Italia per la sepoltura definitiva dei loro cari.

Per qualche anno, il Cimitero è stato vissuto come un corpo estraneo al tessuto sociale locale. Era luogo di un turismo della memoria proveniente dalla Germania e dall’Austria, ma visto con un occhio di sospetto dai locali. Eppure, fin dall’inizio, tutti i visitatori sono stati colpiti dalla sua austera bellezza.

Il cimitero, 12 ettari, è una sorta di spirale che sale lungo la collina su cui poggia fino ad arrivare alla sommità, dove si trova un memoriale con una alta torre dal profilo a bandiera, visibile da qualsiasi altro punto del cimitero. Le tombe sono disposte in insiemi quadrangolari, interrotti da alcune vasche circolari d’acqua che danno un’idea di serenità ed eternità. Qualche albero solitario completa lo scenario, mentre tutto intorno si apre uno splendido panorama sulla valle del Mugello: le colline boscose degradano dolci verso la pianura dove da qualche decennio è sorto l’invaso artificiale del Lago di Bilancino.

Cimitero militare germanico della Futa

Fonte: Lorenzo Calamai

Vista del cimitero innevato da una delle finestre della cripta

Sotto la torre si trova il cosiddetto cortile d’onore e una cripta, all’interno della quale sono commemorati i caduti di guerra dispersi. Dalla cripta, tre finestre si aprono sul cimitero, regalando una vista panoramica emozionante.

Il Cimitero militare germanico della Futa oggi

Ancora oggi sono pochi i turisti italiani che hanno avuto modo di visitare il Cimitero militare germanico della Futa.

Forse la sua condizione di cimitero di quelli che un tempo furono gli occupanti, i nemici, immerso nel cuore di uno dei luoghi che più ha sofferto a causa del conflitto ha portato a una certa diffidenza nei suoi confronti. Per fortuna, poi, questo sacrario è rimasto estraneo, al contrario di altri, a certi pellegrinaggi nostalgici di cui non si sente il bisogno.

Eppure nel corso degli ultimi venti anni attorno ai sepolcri della Futa si respira una atmosfera rinnovata. Il passare del tempo ha forse lenito le ferite e aperto i cuori e le menti. Oggi il Cimitero è un luogo di riflessione e di memoria, ma anche un luogo di monumentale bellezza, architettonica e naturale insieme.

Merito anche di Archivio Zeta, un gruppo di lavoro culturale che a partire dal 2003 ha portato nel Cimitero una serie di spettacoli teatrali che hanno utilizzato le strutture del cimitero come scenografie, per dare vita a spettacoli particolari, toccanti e degni di una riflessione. Non a caso tra i primi spettacoli allestiti al Cimitero ci furono i Sette contro Tebe di Eschilo e l’Antigone di Sofocle. Drammi classici dove al centro c’è il tema della sepoltura dei cari, malgrado le loro azioni: Antigone sfida il potere del re Creonte, che ha deciso di non dare sepoltura al fratello di lei, Polinice, reo di aver mosso guerra verso la propria patria, Tebe.

Cimitero militare germanico della Futa

Fonte: Lorenzo Calamai

Una scenografia perfetta

Insieme al lavoro di Archivio Zeta è arrivata una maggiore attenzione all’opera architettonica assai meritevole di Oesterlen e l’esplosione di turisti in cammino lungo la Via degli Dei, il trekking che unisce Bologna a Firenze, ha portato un nuovo sciame di visitatori sui prati che circondano l’alta torre centrale del Cimitero.

Oggi il Cimitero militare germanico della Futa si può dire nuovamente scoperto. Per di più, camminare tra i gradini, i sepolcri, i prati del Cimitero è un’esperienza che si tinge di un ulteriore tocco di austera bellezza in inverno. Gli alberi colorati di giallo e di bruno, i rami che si spogliano delle loro foglie, le occasionali chiome sempreverdi, le nuvole, la nebbia, l’occasionale neve donano una patina di emotività ulteriore alla collina su cui sorge il sacrario, e il profilo grigio della torre che domina il tutto assume un contorno ulteriormente monumentale.

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Cosa vedere a Poffabro, il borgo friulano dei presepi

Un luogo autentico, in cui il passato sembra essersi cristallizzato per arrivare nel presente, come testimonianza di una storia antica, interessante e le cui radici vanno cercate in tempi remoti.

Poffabro è un bellissimo borgo, incorniciato dalle montagne, immerso nella natura: sono le prealpi carniche della Val Colvera, e questo paese – con le sue case in pietra e i balconi in legno – accoglie in visitatori con il suo fascino incredibile e con una natura che fa da sfondo invitando a essere scoperta ed esplorata. Siamo in Friuli-Venezia Giulia, nella provincia di Pordenone, tra strade che sembrano sussurrare di un passato lontano e che recano ancora le tracce dell’Italia contadina e rurale. Un luogo autentico, da scoprire e da visitare: tutto quello che devi sapere.

Dove si trova Poffabro

Ci troviamo in Friuli-Venezia Giulia regione del nord est dell’Italia, in provincia di Pordenone, è qui nella Val Colvera che sorge Poffabro, frazione del comune di Frisanco. Posto a 525 metri di altezza, è uno dei Borghi più belli d’Italia, nominato come tale intorno ai primi anni Duemila. A fare da cornice alle sue case, alle strade e ai bellissimi edifici, le montagne e una natura che toglie il fiato al primo sguardo.

Dista circa una trentina di chilometri da Pordenone e si raggiunge facilmente con l’automobile o con l’autobus, poi si lascia l’auto per esplorarlo a piedi e scoprirne le sue tante peculiarità. Del resto, si tratta di un paese che sembra un presepe, come altri ne esistono in Italia, a testimonianza della bellezza dei piccoli borghi, in cui il passato risuona ancora a ogni passo.

I presepi di Poffabro

In un borgo che sembra un presepe la rappresentazione della Natività non può che essere davvero speciale. È in questo suggestivo luogo, infatti, che prendono vita tra ballatoi, strade, cortili e finestre, bellissimi presepi artigianali.

La visita è d’obbligo nel periodo delle festività, per poter assorbire la magia di un luogo sospeso nel tempo e in cui rivivere l’emozione del Natale attraverso gli occhi della creatività di tanti menti diverse.

E Poffabro presepe tra i presepi è un evento ormai tradizionale, basti pensare che nel 2024 ha raggiunto la sua 27esima edizione. Le date da segnare in agenda sono quelle che vanno dal primo dicembre 2024 al 12 gennaio 2025: la magia è assicurata grazie alla presenza di centinaia di presepi tutti da scoprire. In questo periodo sono previsti diversi eventi, oltre alla presenza di uno stand gestito dalla Pro Loco in cui assaporare qualcosa di gustoso.

Poffabro, i presepi

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Poffabro, tutto suoi suoi presepi

Cosa vedere a Poffabro

La storia del borgo di Poffabro è antica, basti pensare che la valle in cui sorge è stata un passaggio importante già in epoca romana, quando da qui passava la strada che da Julia Concordia andava verso il nord, attraverso le Alpi.

E se, quindi, la centralità di questo luogo è davvero antica, si deve fare un passo in avanti però per vederlo citato la prima volta. La parrocchia era inserita nei beni del vescovo di Concordia già nell’XI secolo, mentre è nel 1339 che di Prafabrorum si parla in una sentenza. Un’altra data importante nella storia di questo luogo è quella del 1810 quando, per mezzo di un decreto napoleonico, diventa frazione di Frisanco.

C’è anche una storia più inquietante ed è quella della Santa Inquisizione che in questo luogo ha celebrato un processo alle streghe, che si diceva si incontrassero per i loro sabba in un prato dietro al monte Ràut.

Qui vale la pena esplorare le vie, osservare la bellezza degli edifici in pietra che hanno una storia antica: sono strutturati su tre – quattro piani e hanno dei particolari balconi in legno.

Tra le costruzioni religiose da vedere vi sono la chiesa di San Nicola e il Santuario della Beata Vergine della Salute. Ma si deve ammirare e conoscere anche l’artigianato locale, ancora vivo.

Poffabro, cosa vedere

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Poffabro, cosa vedere nel borgo
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Alla scoperta di Nosy Be: dove incontrare i colori e l’anima del Madagascar

Nosy Be è conosciuta come l’isola profumata, per via dell’intenso aroma di ylang-ylang, vaniglia e spezie che si può percepire fin dai primi minuti di un viaggio in questa parte di mondo situato al largo della costa nord-occidentale del Madagascar che, senza ombra di dubbio, può essere definito un paradiso tropicale. Questo piccolo gioiello dell’Oceano Indiano viene apprezzato non solo per i suoi profumi: i colori della natura e la cultura locale con cui entrare in contatto sono altri due elementi che giocano fortemente a favore di Nosy Be.

Mare e spiagge che fanno sognare

Volendo e potendo fare una classifica delle ragioni che portano molti viaggiatori a fermarsi a Nosy Be, durante il proprio viaggio in Madagascar, mare e spiagge incredibili sono al primo posto. In tutta probabilità, se hai visto sul web una foto del litorale malgascio, questa ritrarrà Nosy Be. Capaci di mettere assieme sabbia chiarissima, acque che hanno lo stesso colore di una gemma preziosa e baie tranquille, le spiagge di Nosy Be sono un perfetto punto di incontro tra quest’isola e chi decide di conoscerla.

Considerando le baie, le spiagge principali e le calette più piccole sparse sull’isola e nelle sue vicinanze, Nosy Be offre circa 20 spiagge principali e numerose altre meno conosciute. Esse sono di varia natura: da quelle pronte ad accogliere i turisti in modo comodo e attrezzato fino a quelle dove l’aggettivo “selvaggio” trova il suo significato più bello e pronto a farsi ricordare.

Andilana Beach è una delle spiagge più famose, ideale per chi cerca un ambiente tranquillo ma vicino ai principali resort di Nosy Be. Le acque che lambiscono questa spiaggia sono calme e tranquille: nuotare sarà bello e anche molto facile.

Ambatoloaka è un luogo che rappresenta l’immagine ideale tipica della spiaggia tropicale, quella in cui le palme si piegano leggermente verso il mare e dove i colori preponderanti sono il bianco della sabbia, il blu del mare e il verde proprio delle palme. Questa spiaggia è considerata anche il cuore turistico di Nosy Be e qui potrai trovare di tutto: dai bar per un aperitivo al tramonto fino ai ristoranti dove provare la migliore cucina del Madagascar. Lungo tutta Ambatoloaka troverai anche i chioschi delle società che offrono la possibilità di fare sport acquatici di ogni tipo: ti basterà semplicemente scegliere l’attività più adatta a te.

Chi, invece, cerca un luogo più appartato e solitario, può considerare di passare una giornata sulla spiaggia di Nosy Sakatia: questo luogo è spesso scelto come casa dalla tartarughe marine e non manca di essere un punto perfetto dove tuffarsi e fare snorkeling.

Le spiagge di Nosy Be

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La celebre Nosy Iranja

L’arcipelago di Nosy Be e le isole da esplorare

Nosy Be è circondata da una costellazione di isole minori, ognuna con il suo fascino unico. L’arcipelago è un vero e proprio scrigno dove la bellezza marina del Madagascar si conserva in un modo incredibile. Le spiagge dell’arcipelago non sono di certo da meno di quelle dell’isola principale e possono essere un’ottima scelta per una giornata diversa che possa far scoprire sia il mare che la tanta e variegata fauna tipica del Madagascar. Tra le più spettacolari ci sono:

  • Nosy Komba: l’isola dei lemuri. Qui puoi incontrare da vicino questi animali simbolo del Madagascar, il tutto in un contesto naturale decisamente unico
  • Nosy Tanikely: si tratta di un parco marino protetto, perfetto per chi ama immersioni e snorkeling, Qui si trova una barriera corallina ricca di vita.
  • Nosy Iranja: chiamata anche l’isola delle tartarughe, famosa per la striscia di sabbia bianca che collega le due isole durante la bassa marea. È un luogo magico e davvero molto gettonato per scattare foto incredibili.
Nosy Be: dove avvistare i lemuri

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I lemuri del Madagascar

La Natura selvaggia di Nosy Be

Chiunque faccia un viaggio in Madagascar ha in mente il fatto che quell’isola dell’Oceano Indiano sia un vera e propria cattedrale per molte specie di animali. Nosy Be, infatti, non è solo un luogo speciale dove andare al mare. Il suo entroterra è un’esplosione di biodiversità, di natura protetta e di luoghi unici al mondo.

Un buon esempio è la Riserva naturale di Lokobe: una foresta pluviale dove si possono avvistare lemuri, camaleonti e numerose specie di uccelli endemici. La cosa migliore per visitare questa parte dell’entroterra di Nosy Be è acquistare un’escursione guidata: sono in vendita in tutti i resort dell’isola. La guida è necessaria proprio per comprendere bene sia l’ambiente naturale che gli animali che lo abitano.

Nosy Be ha anche una sua montagna: si tratta del Monte Passot. Questa altura raggiunge i 329 metri sul livello del mare ed è il punto più alto di Nosy Be. La sua modesta altezza lo rende facilmente accessibile e regala la possibilità di godere di una vista spettacolare sull’isola e sulle lagune circostanti. Il Monte Passot è un posto perfetto per godere di uno dei migliori tramonti di Nosy Be.

Infine, Nosy Be vanta anche dei laghi vulcanici: circondati da una vegetazione a dir poco magnifica, le sponde di questi laghi costituiscono un luogo ideale per passeggiate e birdwatching.

Cultura e Tradizioni Locali a Nosy Be

Nosy Be, come tutto il Madagascar, è un crocevia culturale, dove convivono influenze africane, arabe ed europee. Il mercato di Hell-Ville, la capitale dell’isola, è luogo giusto dove lasciarsi inondare dall’intensità dei colori e dalla persistenza dei profumi tipici del luogo. Questo è il luogo perfetto per acquistare spezie, artigianato locale e tessuti tradizionali. Quando si visita un mercato come quello di Hell-Ville non si può rinunciare ad assaggiare piatti tipici del Madagascar come il romazava, uno stufato di carne e verdure, oppure il pesce fresco cucinato con latte di cocco.

Cosa fare a Nosy Be: andare al mercato

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Un mercato a Nosy Be

Quando Visitare Nosy Be

Di norma, le stagioni del Madagascar sono due: quella secca e quella caratterizzata da maggiori piogge. Il periodo migliore per visitare Nosy Be va da aprile a dicembre, durante la stagione secca. All’interno di questa finestra temporale, i mesi tra luglio e ottobre sono particolarmente indicati per chi è desideroso di avvistare ed entrare in contatto con la fauna marina. Questo è il momento ideale per chi, per esempio, vuole fare Whale Watching e ammirare le balene.

Come Arrivare

Nosy Be è servita dall’aeroporto di Fascene, con voli internazionali e collegamenti da Antananarivo, la capitale del Madagascar. Una volta sull’isola, puoi muoverti facilmente in tuk-tuk, taxi o noleggiando uno scooter.

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La Cittadella di Amman: dove l’archeologia della Giordania diventa magia

Un luogo capace di essere una vera e propria sorpresa da visitare in inverno è la Giordania. Amman, la sua capitale, si rivela di sovente una città attiva e moderna, capace però di ricordare la propria storia e mostrarla come si fa con la migliore delle foto che si tiene in casa. Una  perla da scoprire ad Amman è la Cittadella: uno dei luoghi storici più importanti e significativi della Giordania.

Situata su una delle sette colline originarie di Amman, è conosciuta localmente come Jabal al-Qala’a. Quello che si può ammirare visitandola è un insieme affascinante di storia, archeologia e cultura testimoni di millenni di civiltà giordana. Oltre al suo essere preziosa, la Cittadella di Amman è anche un luogo chiave per ammirare dall’alto la stessa capitale e scattare foto incredibili.

La Storia della Cittadella

La Cittadella di Amman è abitata fin dal periodo neolitico. Questo dato storico la rende uno dei siti continuamente occupati più antichi del mondo. I principali resti visibili oggi risalgono alle epoche romana, bizantina e al periodo definito Omayyade, momento storico che va dal VII al VIII Secolo d.C. Oltre al fatto di trovare dei resti storici di alcuni momenti preponderanti, questo luogo potrebbe da solo raccontare tutta la storia passata della Giordania, grazie anche all’occupazione dell’area da parte di molte altre civiltà, tra cui ammoniti, assiri, babilonesi e persiani.

Durante il dominio romano, Amman (allora conosciuta come Filadelfia) era parte della Decapoli, un gruppo di dieci città-stato che prosperarono in Epoca Imperiale. La Cittadella era un simbolo di vita attiva e di luogo di incontro di genti e culture. Più tardi, sotto il dominio islamico omayyade, la Cittadella assunse anche un importante significato religioso.

La mano di Ercole nella Cittadella di Amman

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La celebre Mano di Ercole

Cosa vedere nella parte antica della Cittadella

Visitare la Cittadella durante un viaggio ad Amman è un’attività particolarmente apprezzata da parte di tutti quei viaggiatori che amano l’archeologia. Sono molte le cose sulle quali concentrarsi durante una giornata in quell’area. Se viaggi in inverno, ti sarà molto più facile goderti la vista ai resti storici della Cittadella: in questo momento dell’anno, il clima e la temperatura di Amman renderanno più affrontabile la tua visita, benché il freddo possa non mancare mai. In estate, infatti, risulta molto più difficile date le alte temperature. Su cosa concentrarsi?

  • Tempio di Ercole
    Questo imponente tempio risale al II secolo d.C. e, come è facile comprendere dal nome, è dedicato a Ercole. Di particolare interesse sono le enormi colonne corinzie ancora in piedi e i resti di una mano che, un tempo, apparteneva a una statua colossale di Ercole stesso. Data la misura di quella mano, quello che si pensa è che statua misurasse più di 12 metri d’altezza. Questo monumento è una delle testimonianze più significative del periodo romano della Giordania.
  • Palazzo Omayyade
    Risalente all’VIII secolo, questo palazzo è un esempio della raffinata architettura islamica. Il complesso comprende una sala di ricevimento, residenze e un’imponente cupola ricostruita. Gli archi e i dettagli decorativi mostrano l’influenza delle tradizioni artistiche persiane e bizantine integrate nella cultura islamica.
  • Chiesa Bizantina
    Situata accanto al Tempio di Ercole, questo antico luogo di culto risale al VI o VII secolo. Anche se oggi rimangono solo alcune colonne e basi in marmo, il sito è un esempio dell’importanza del cristianesimo in Giordania durante il periodo bizantino.
  • Museo Archeologico della Giordania
    All’interno della Cittadella, è presente un museo che raccoglie e custodisce molti dei tesori archeologici ritrovati nell’area della Cittadella stessa. Questo museo, infatti, ospita una collezione di reperti che vanno dal neolitico fino all’inizio dell’epoca islamica. Tra i tesori più celebri ci sono le famose statue di Ain Ghazal, risalenti a oltre 9.000 anni fa, che rappresentano alcune delle sculture antropomorfe più antiche del mondo.
  • Mura Fortificate
    Come ogni cittadella che si rispetti, anche quella di Amman è chiamata così perché presenta, ancora al giorno d’oggi, alcuni elementi di difesa militare come, per esempio, delle grandi mura. Esse racchiudono l’intero complesso archeologico e risalgono a diversi periodi storici, mostrando le stratificazioni culturali del sito.
  • Un panorama indimenticabile
    Oltre ai monumenti, la Cittadella è uno dei luoghi che offre la migliore vista su Amman. La città si mostra, guardandola da là, con le sue caratteristiche case bianche che si susseguono fino a occupare le colline circostanti. Questo luogo è particolarmente suggestivo al tramonto, quando la città entra in quella che potremmo definire la Golden Hour e tutto sembra dipinto d’oro.

Come raggiungere la Cittadella di Amman

La Cittadella è facilmente raggiungibile dal centro di Amman, con mezzi di trasporto differenti, a seconda di come preferisci spostarti.

Amman è una città in cui i taxi non mancano e i prezzi vanno concordati col guidatore, a seconda della destinazione. Solitamente il viaggio dura circa un quarto d’ora e si possono usare anche i taxi prenotabili tramite le più diffuse app che coprono questo servizio. Ti potrebbero essere molto utile durante la tua vacanza in Giordania, perché semplificano le comunicazioni con gli autisti.

Non c’è una linea di autobus diretta verso la Cittadella di Amman ma, in città, sono disponibili dei minibus il cui itinerario va sempre concordato. Il viaggio può durare di più di quello di un taxi e potrebbe risultare più scomodo per la presenza di altri viaggiatori e la necessità di altre fermate.

Se ami camminare, sappi che è possibile seguire un itinerario da fare a piedi che, dal Teatro Romano di Amman, porta dritto alla Cittadella. Il percorso si copre in circa una mezz’ora, a seconda del tuo allenamento. Tieni conto che gran parte della strada sarà in salita: indossa scarpe e abbigliamento adeguati.

Organizzare la visita alla Cittadella di Amman

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Le rovine della Cittadella

Orari e costi per visitare la Cittadella di Amman

Questo sito archeologico giordano è aperto tutti i giorni e può essere visitato con orari leggermente diversi tra estate e inverno:

  • Inverno (ottobre-marzo): dalle 8 alle 17
  • Estate (aprile-settembre): dalle 8 alle 19

L’ora del tramonto è sempre molto gettonata ma anche il mattino presto ha il suo perché. Informati bene su eventuali chiusure anticipate, nel caso la tua visita si svolgesse di venerdì, ovvero nel giorno preposto per la preghiera dei musulmani. Lo stesso vale per le festività islamiche: controlla bene il calendario.

Per quanto riguarda i costi, infine, l’ingresso alla Cittadella di Amman costa circa 4€ per i viaggiatori che non risiedono in Giordania. Questa attrazione culturale è inclusa nel Jordan Pass, una tessera turistica che include le più importanti attrazioni di tutta la Giordania come, per esempio, il Wadi Rhum.