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Giornate FAI di primavera 2025, i luoghi inediti da visitare in Italia il 22 e 23 marzo

Sabato 22 e domenica 23 marzo tornano le Giornate FAI di primavera 2025. Saranno 750 i luoghi aperti che si potranno visitare in 400 città d’Italia. Si tratta del più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico italiano, giunto quest’anno alla sua 33ª edizione. Una grande festa all’insegna dell’arte, della cultura e della natura, che quest’anno coincide con il 50° anniversario della nascita del FAI avvenuta nel 1975.

Giornate FAI di primavera: cosa vedere

Durante i due giorni di evento si può accedere a luoghi speciali, da Nord a Sud della Penisola, molti dei quali insoliti e solitamente inaccessibili o comunque poco conosciuti e valorizzati. Antichi palazzi, ville, castelli, teatri, chiese e collezioni d’arte, esempi di archeologia industriale e siti produttivi, ma anche laboratori artigiani, fari, cantieri navali e persino un piccolo aeroporto civile, a cui si aggiungono itinerari in borghi storici, percorsi in aree naturalistiche, orti botanici, parchi urbani e speciali visite sul tema della sostenibilità. Vengono riaperti anche alcuni luoghi particolarmente apprezzati e visitati nelle scorse edizioni.

Tra le aperture speciali dell’edizione 2025, per la prima volta apre al pubblico il Collegio Romano, collegio dei Gesuiti tra il 1584 e il 1870 e che oggi ospita il ministero della Cultura, dove i visitatori potranno ammirare tutti gli ambienti come la Sala Spadolini, che era l’ex refettorio, la Biblioteca della Crociera, la Sala Meteorologia, la Sala Secchi e la Chiesa di Sant’Ignazio accessibile tramite una porta rimasta chiusa per anni, che fa parte dell’edificio. Apertura speciale anche per Villa Rosebery a Napoli, costruita come residenza reale, una delle tre residenze ufficiali del Presidente della Repubblica Italiana, insieme al Quirinale e alla tenuta di Castelporziano. È un complesso monumentale, uno dei principali punti di riferimento del neoclassicismo a Napoli.

Sarà aperta in via del tutto eccezionale anche la Biblioteca lucchesiana Agrigento – proprio nell’anno in cui la città è Capitale italiana della cultura – un edificio del ‘700 che ospita più di 60.000 volumi, manoscritti, codici miniati. Eccezionale anche l’apertura dell’Asilo Sant’Elia Como, un edificio in stile razionalista progettato nel 1935 e realizzato nel 1937 da Giuseppe Terragni chiuso da anni dove ogni dettaglio è puro design.

In occasione delle Giornate FAI si possono visitare altri luoghi eccezionali del nostro paese, come l’Accademia di Belle Arti di Venezia, fondata da Giovanni Battista Tiepolo; la Scuola Mosaicisti a Spilimbergo, in Friuli-Venezia Giulia, fondata nel primo dopoguerra per offrire opportunità di studio e di lavoro ai giovani; il nuovo Museo Internazionale del Tappeto Antico (MITA) aperto da poco a Brescia e nato dalla riqualificazione di un’ex fonderia; la Corderia borbonica a Castellamare di Stabia, la più antica d’Italia, uno stabilimento militare voluto dal re di Napoli Ferdinando IV per avere un’officina specializzata nella produzione delle corde, essenziali per il sistema di navigazione a vela, usati ancora oggi per l’Amerigo Vespucci.

Ci sono anche degli interi borghi, come Aielli, in provincia dell’Aquila, che ha ritrovato un certo popolamento anche grazie a degli affreschi che dal 2017 ruota intorno a  un festival molto frequentato; Loreto Aprutino in provincia di Pescara, con il cosiddetto “ponte del Capello”, raffigurante al di sopra di un fiume di pece un ponte che si restringe fino a diventare della consistenza di un capello sottil; Nocera Terinese in provincia di Catanzaro, che ha recuperato la sua notorietà grazie a un conservatorio in quanto 900 su 4000 abitanti sono gli studenti del conservatorio del borgo. Il contributo per visitare i luoghi del FAI è libero.

Cosa sono le Giornate FAI di primavera

Le Giornate FAI di primavera sono un appuntamento entrato ormai nelle agende e nei cuori degli italiani, caratterizzato da una straordinaria partecipazione popolare. Sono stati oltre 13 milioni i visitatori delle 32 edizioni precedenti, segno di quanto sia riconosciuta la missione educativa del FAI che, dal 1975, si impegna a raccontare e a valorizzare le meraviglie e i tesori nascosti che ci circondano, promuovendone la conoscenza, la cura e la tutela da parte di tutti.

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Viaggio ad Ayutthaya, l’antica Capitale della Thailandia

Tutti conosciamo Bangkok come la Capitale della Thailandia, ma guardando indietro nel tempo basta poco per scoprire che non è sempre stato così: quando il Paese si chiamava Regno del Siam la città principale era Ayutthaya, che ha rivestito il ruolo di Capitale per ben quattro secoli. Da queste parti, oggi, sopravvivono ancora tantissime rovine che raccontano la sua gloriosa storia, quella di una località che sorge alla confluenza di tre importanti fiumi: il Chao Phraya, il Pa San e il Lopburi e che per la sua rilevanza storica ed archeologica è stata inserita fra i patrimoni dell’umanità UNESCO nel 1991.

Sono diversi i punti d’interesse da visitare, poiché in passato vantava ben 3 palazzi reali e quasi 400 templi. Oggi, purtroppo, sono rimasti in piedi molti meno ma con una gita di un giorno da Bangkok è davvero possibile ammirare tutto il meglio di questa antica città, attualmente trasformata in parco storico. Scopriamo insieme cosa vedere assolutamente.

Wat Phra Si Sanphet

Il Wat Phra Si Sanphet è una di quelle attrazioni che bisogna scoprire ad Ayutthaya obbligatoriamente: è il complesso più grande e importante dell’antica città, da molti ritenuto come il più bel luogo sacro dell’area. Distrutto in parte durante la conquista birmana del 1767, in passato ospitava anche una veneratissima statua del Buddha alta 16 metri ricoperta d’oro, mentre oggi si distingue per la presenza di tre peculiari edifici a punta, così incredibili che hanno persino ispirato il modello per la costruzione del Palazzo Reale di Bangkok.

Wat Phra Mahathat

Non è di certo da meno il Wat Phra Mahathat, che anzi incuriosisce perché qui è custodita un’opera dedicata al Buddha assai bizzarra: la testa di questa importante figura spirituale e religiosa è conservata tra i rami e le radici di un albero di banyan, come se fosse diventata tutt’uno con la natura. Inoltre, questo è anche uno dei monumenti più datati dell’antica Capitale della Thailandia e persino un edificio nato per rappresentare il Buddha stesso.

Wat Phra Mahathat, Thailandia

Fonte: iStock

La testa del Buddha nel Wat Phra Mahathat

Di notevole interesse sono anche le antiche torri (dove sono stati rinvenuti un gran numero di oggetti preziosi), la pagoda ottagonale, la base in gesso di un’immagine del Buddha, il Prang con dipinti sulla vita del Buddha, la sala adibita a residenza del Patriarca supremo buddista e altri piccoli Viharn.

Wat Chaiwatthanaram

Il nome tradotto è “Tempio della Prosperità e della Vittoria”, e ancora oggi il Wat Chaiwatthanaram è considerato uno dei più grandiosi ed imponenti templi di Ayutthaya. Oltre ad avere un’affascinante posizione, colpisce per la presenza di una grandiosa torre centrale che raggiunge i 35 metri di altezza e per le sue 8 torri decorate con 120 statue di Buddha seduti (decapitati).

Wat Ratchaburana

Poi ancora il Wat Ratchaburana, conosciuto nella storia come il luogo in cui i due fratelli del re Boromaraja si affrontarono in combattimento per la successione al trono. Lo scontro finì con la morte di entrambi, e per questo il sovrano fece costruire il tempio, quindi con il preciso scopo di custodirne le ceneri. Il visitatore non può che rimanere incantato dall’alto Prang centrale, uno dei più incredibili della città, circondato da quattro statue del Buddha in piedi e con intarsi in stucco di fiori di loto e creature mitologiche. Si ha anche l’opportunità di andare all’interno della torre e scendere fino alla piccola cripta con una volta affrescata.

Wat Lokayasutharam

Non si hanno molte informazioni precise sul Wat Lokayasutharam, se non che venne distrutto durante l’invasione birmana del 1767. Quel che resta oggi, infatti, è il Prang principale alto 30 metri, la Ubosot (Sala dell’Ordinazione), tre Viharn una a fianco dell’altra e un enorme Buddha sdraiato (è lungo ben 42 metri ed alto 8 metri).

Wat Lokayasutharam, Atuttaya

Fonte: iStock@Goldquest

Il Buddha sdraiato del Wat Lokayasutharam

Wat Phanan Choeng Worawihan

L’ultimo luogo di Ayutthaya che vale la pena scoprire durante una visita giornaliera è il Wat Phanan Choeng Worawihan, che comprende tre strutture principali:

  • Viharn: con una statua del Buddha di ben 19 metri in altezza considerata una delle immagini sacre più belle ed antiche della Thailandia;
  • Ubosot: con tre immagini del Buddha;
  • Santuario Cinese: realizzato in onore della principessa Soi Dok Mak.

Come arrivare ad Ayutthaya da Bangkok

Ayutthaya sorge a circa 80 km di distanza da Bangkok, e per questo (e anche per i facili ed economici collegamenti) è spesso inserita nel proprio itinerario come meta per una gita in giornata. A disposizione dei viaggiatori ci sono diversi mezzi di trasporto, come autobus, treno e traghetto. Il più gettonato è il treno in partenza da Bangkok, che richiede circa due ore di tempo per raggiungere Ayutthaya dalla stazione di Hua Lamphong.

I convogli partono ogni 30-60 minuti, ma è assolutamente consigliato controllare gli orari sul sito delle ferrovie thailandesi. In alternativa, si possono organizzare anche gite con minivan o tour privati comprensivi di guida turistica.

Come visitare Ayutthaya

Ayutthaya è molto grande e per tale motivo (soprattutto se si vogliono ottimizzare i tempi) non è consigliato visitarla a piedi. Tra le soluzione più amate dai viaggiatori c’è il noleggio di una bicicletta, anche perché il parco è tutto in pianura. È bene sapere, però, che occorre far salire la due ruote su una barca utile ad attraversare la sponda di un fiume, pagando un pedaggio di qualche centesimo di euro, per poi arrivare all’ingresso del parco archeologico.

Wat Chaiwatthanaram, Ayuttaya

Fonte: iStock

Il maestoso Wat Chaiwatthanaram

Oppure, è possibile affittare un motorino o utilizzare i pittoreschi tuk-tuk. Altre informazioni da sapere per visitare Ayutthaya sono che ognuno dei templi ha un costo diverso (il massimo a cui si arriva è di circa 50 bath, che corrispondono a 1,30 euro) e che si può optare anche per degli “abbonamenti” per più attrazioni a 200 bath (poco più di 5 euro). Infine gli orari di visita, ovvero dalle 8:30 del mattino fino alle 6 del pomeriggio, ma anche in questo caso vi consigliamo di visitare i siti di ufficiali.

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Vacanze a 1 euro, è possibile in Sicilia: ecco come partecipare

In Italia le bellezze sono infinite, alcune sono famose, altre hanno bisogno di un po’ d’aiuto per farsi conoscere e mostrare i propri splendori ai turisti. Una di queste si trova in Sicilia: stiamo parlando di Siculiana, il borgo della provincia di Agrigento che ha lanciato un’iniziativa interessante per far scoprire il suo territorio ricco di storia, cultura e sapori autentici.

Si chiama “Vacanza a 1 euro” e permetterà ai vincitori di partecipare a un’esperienza immersiva tra storia, mare e gastronomia in un borgo storico ricco di suggestioni. Qui potrete passeggiare tra le strade del centro, dove le radici arabe ed ebraiche rivivono tra scorci, viuzze e cortili, oppure respirare l’aria del mare a Siculiana marina e alla riserva naturale di Torre Salsa, tra spiagge incontaminate e scenari mozzafiato.

Se vi piacerebbe provare a vincere la vacanza a 1 euro a Siculiana, qui vi raccontiamo l’iniziativa e come partecipare!

Vacanza a 1 euro: l’iniziativa del borgo di Siculiana

Se quest’anno volete visitare luoghi meno noti e poco battuti dal turismo di massa, questa è l’iniziativa adatta a voi. Promossa dal Comune di Siculiana in collaborazione con Siculiana Turistica e gli operatori turistici locali, “Vacanza a 1 euro” vi permetterà di scoprire il borgo di Siculiana nel weekend del 4-6 aprile 2025 dove gli unici costi a carico dei partecipanti saranno 1 euro per la tassa di soggiorno e il viaggio per raggiungere il paese.

Tutto il resto, come l’alloggio, i pasti, le visite guidate e le attività sono interamente coperti dagli organizzatori. Il programma, infatti, prevede un itinerario dove sono previsti tour culturali tra le stradine del centro storico, percorsi naturalistici tra la splendida spiaggia di Siculiana Marina e la riserva naturale di Torre Salsa, oasi del WWF, e visite ai musei, come quello dedicato alle origini siculianesi di Ayrton Senna. In questa mostra-museo sono raccolti documenti e cimeli del campione di Formula 1, offrendo ai visitatori un viaggio nella storia di uno dei più grandi miti dell’automobilismo mondiale.

Una parte dell’itinerario è dedicata anche alle specialità gastronomiche, con degustazioni dei piatti della tradizione preparati dalle sapienti mani delle massaie locali.

Come partecipare all’iniziativa

Per vincere la vacanza a 1 euro in questo borgo storico della Sicilia vi basterà essere una coppia maggiorenne e inviare, entro il 15 marzo, un breve video di massimo 30 secondi via WhatsApp al numero che troverete sul sito ufficiale. Nel video dovrete raccontare con originalità il motivo per cui desiderate vivere questa esperienza.

Nel messaggio dovete includere anche i nomi e cognomi dei partecipanti, l’età e la città di residenza e il contatto telefonico ed e-mail. Una volta ricevuti i video, le candidature verranno valutate da una commissione che premierà originalità, entusiasmo e voglia di scoprire Siculiana. I vincitori saranno annunciati il 20 marzo.

Si tratta di un’ottima opportunità per conoscere una Sicilia meno nota in un anno particolarmente importante per la provincia di riferimento. Quella di Agrigento, infatti, di cui fa parte Siculiana, è Capitale Italiana della Cultura 2025. Se non ci siete mai stati, questa è l’occasione perfetta per unire la visita al borgo alle bellezze del territorio, una su tutte la Valle dei Templi.

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L’aeroporto di Fiumicino è inarrestabile: ecco perché è il migliore d’Europa per l’ottava volta

Il 2025 è l’anno dell’aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino che, dopo le tante novità annunciate e i progetti per renderlo ancora più smart, moderno e sostenibile, ottiene per l’ottava volta il riconoscimento come miglior aeroporto d’Europa in diverse categorie.

Questo secondo i risultati ottenuti dal sondaggio Airport Service Quality (ASQ) condotto dall’associazione internazionale di categoria degli aeroporti di tutto il mondo, Airports Council International (ACI) World, in collaborazione con Amadeus, azienda leader nel settore delle tecnologie per il settore travel.

Per selezionare i vincitori sono stati intervistati 700mila passeggeri in oltre 360 aeroporti di tutto il mondo, portando non solo Fiumicino, ma anche altri aeroporti italiani, a ottenere dei riconoscimenti.

Fiumicino, il miglior aeroporto d’Europa per l’ottavo anno consecutivo

L’aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino si conferma il migliore d’Europa per l’ottavo anno consecutivo, un riconoscimento che non stupisce considerando i vari progetti che lo riguardano, pensati per migliorarne i servizi, la capienza, l’innovazione e la sostenibilità.

Tra le categorie vincenti, c’è quella che riconosce gli aeroporti con il punteggio di soddisfazione generale più alto del 20%, suddivisi per dimensione e regione alla partenza: qui, l’hub di Roma ha ottenuto il premio nella sottocategoria dedicata agli aeroporti che ospitano oltre 40 milioni di passeggeri all’anno.

Inoltre, ha ottenuto un premio anche nelle categorie “Airport with the Most Dedicated Staff in Europe”, “Easiest Airport Journey in Europe”, “Most Enjoyable Airport in Europe” e “Cleanest Airport in Europe”. In generale, tra tutti i 119 aeroporti europei partecipanti al sondaggio, è l’unico insieme a Singapore ad aggiudicarsi tutte le categorie di premi.

Marco Troncone, amministratore delegato degli Aeroporti di Roma, ha commentato così i riconoscimenti: “Anche quest’anno gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino vengono premiati insieme a livello internazionale per la qualità e i servizi offerti ai passeggeri: un riconoscimento sempre più importante, non scontato, che ancora una volta testimonia la dedizione, passione e impegno delle nostre persone e di tutti i colleghi delle aziende, enti ed istituzioni che lavorano sinergicamente nei nostri scali”.

Inoltre, ha dichiarato anche: “Guardando alle previsioni di traffico per quest’anno e per i prossimi, siamo consapevoli che, per poter continuare a garantire questo livello di qualità e servizi sempre più innovativi, sia urgente poter sviluppare, in modo pienamente sostenibile, le infrastrutture di Fiumicino, grazie a importanti investimenti autofinanziati già pronti, con l’obiettivo di competere al livello degli altri grandi hub geograficamente più prossimi, con prospettive di sviluppo già tracciate”.

Gli altri aeroporti italiani premiati

Quello di Fiumicino non è l’unico aeroporto italiano premiato. Sempre nella categoria che tiene in considerazione la dimensione e la posizione geografica, troviamo Roma Ciampino nella sottocategoria dedicata agli hub che accolgono tra i 2 e i 5 milioni di passeggeri all’anno, e Milano Linate nella sottocategoria tra i 5 e 15 milioni di passeggeri all’anno.

Nella categoria “Airport with the Most Dedicated Staff in Europe” troviamo, oltre a Fiumicino, anche Roma Ciampino e l’aeroporto di Torino. Questo riconoscimento premia il 5% degli aeroporti leader per regione in base al lavoro svolto da figure chiave e dallo staff nei diversi punti di controllo.

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La Milano di Leonardo Da Vinci, i luoghi del Genio

Il legame tra Leonardo e Milano è indissolubile. È qui che il Genio creò alcune delle sue opere più importanti, dai dipinti come la celebre Ultima cena – tuttora presente nel refettorio di Santa Maria delle Grazie – e la Dama con l’ermellino, ai codici Atlantico e Trivulziano, compresi tutti i progetti ingegneristici che hanno cambiato l’aspetto della città (vedi i Navigli) ai tempi di Ludovico il Moro e che sono stati d’esempio per molte altre opere di riqualificazione nel resto del mondo.

Insomma, tutto è partito da Milano ed è da qui che si deve partire per scoprire la sua grandiosa opera. Vi portiamo dunque in un tour vinciano di Milano, tra i luoghi più rappresentativi che testimoniano il passaggio di quel Genio di Leonardo Da Vinci.

La Chiesa di Santa Maria delle Grazie

Il viaggio di scoperta non può che partire dal convento di Santa Maria delle Grazie in corso Magenta. È qui che il Genio italiano ha dipinto una delle opere più famose al mondo: “L’ultima cena”. Fu l’allora Duca di Milano, Ludovico Maria Sforza, detto Ludovico il Moro, a commissionare a Leonardo di dipingere il refettorio. Le visite libere al Museo del Cenacolo Vinciano durano 15 minuti e si possono prenotare online.

Santa Maria delle Grazie

Fonte: iStock – Ph: bennymarty

Il Museo del Cenacolo Vinciano

La Vigna di Leonardo

Non molto distante dalla chiesa, nella stessa via milanese, c’è un altro luogo dove Leonardo ha lasciato un segno indelebile: la Vigna di Leonardo. Donata nel 1498 all’artista da Ludovico in segno di riconoscimento per l’affresco realizzato in Santa Maria delle Grazie, la vigna aveva originariamente una forma rettangolare e si estendeva su di un’area di oltre 8mila metri quadrati. Si trova sul retro della Casa degli Atellani, una splendida dimora progettata da Pietro Portaluppi e acquistata nel 2023 dal gruppo Lvmh. Non è ancora ben chiaro cosa ne sarà della villa e della vigna, ma per ora non è visitabile.

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Fonte: 123RF

La Vigna di Leonardo a Milano ora chiusa al pubblico

Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia

Non lontano da corso Magenta c’è poi il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci (ingresso da via San Vittore, 21). Nelle sue sale, che occupano la bellezza di 40mila metri quadrati, si trova un’altra importante testimonianza della presenza di Leonardo a Milano in quanto ospita una vasta collezione di modelli storici, realizzati grazie ai disegni leonardeschi.Museo-Nazionale-Scienza-e-Tecnologia--Milano

Le sale del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano

Il Castello Sforzesco

Tra i monumenti più celebri di Milano, il Castello Sforzesco è una delle più belle testimonianze della presenza di Leonardo Da Vinci alla corte degli Sforza. Qui l’artista decorò la Sala delle Asse con un finto pergolato, dove i rami intrecciati danno vita all’emblema vinciano (il nodo che forma un cerchio che inscrive a sua volta una doppia croce).

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Fonte: 123RF

Il Castello Sforzesco di Milano

La Conca dell’Incoronata

Visitabile sempre perché all’aperto è la Conca dell’Incoronata, ciò che resta del Naviglio della Martesana, all’interno della cerchia delle antiche mura spagnole di Milano in fondo a via San Marco, in pieno quartiere Brera. La Conca dell’Incoronata celebra il Genio di Leonardo nell’ambito dell’ingegneria idraulica. Costruita nel 1496 durante il ducato di Ludovico il Moro, la direzione dei lavori venne affidata agli ingegneri Giuliano Guasconi e Bartolomeo della Valle, supportati dalla consulenza di Leonardo. Tra il 1929 e il 1930, questo tratto di canale fu interrato per la chiusura della Cerchia dei Navigli.

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Fonte: Getty Images

La Conca dell’Incoronata a Milano

La Veneranda Biblioteca Ambrosiana

Raccoglie i manoscritti vinciani la Veneranda Biblioteca Ambrosiana. Qui, al civico 2 di piazza Pio XI, a due passi da Duomo, è possibile ammirare lo splendido “Codice Atlantico”, la più ampia raccolta esistente di scritti e disegni di Leonardo da Vinci, 1119 fogli che rappresentano la più vasta raccolta al mondo di disegni e scritti autografi di Leonardo Da Vinci, con argomenti che vanno dall’anatomia alla matematica, dalla geografia all’architettura.

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Fonte: Getty Images

La Veneranda Biblioteca Ambrosiana a Milano

Piazza Scala

Chi visita Milano inevitabilmente scatta una foto alla centralissima piazza Scala, non soltanto perché vi si affaccia il teatro dell’opera più famoso del mondo, ma perché è dominata dalla statua di Leonardo. Realizzata dallo scultore Pietro Magni nella seconda metà del XIX secolo, rappresenta il Genio toscano insieme ai quattro suoi allievi: Marco d’Oggiono, Salaino, Cesare da Sesto e Giovanni Antonio Boltraffio.

Il Leonardo3 Museum

In piazza Scala, all’ingresso della Galleria Vittorio Emanuele, si trova il Leonardo3 Museum – Il Mondo di Leonardo, nato nel 2013 come mostra permanente ma museo vero e proprio solo dal 2023. Ospita le ricostruzioni delle macchine e i restauri dei suoi dipinti. Il Leone meccanico, la Balestra veloce, l’Aquila meccanica, il Grande Organo Continuo e l’Architronito sono solo alcune delle opere in mostra. I visitatori possono ammirare anche la ricostruzione fisica dell’Ultima cena e del refettorio di Santa Maria delle Grazie ai tempi di Leonardo. Il Comune di Milano vorrebbe spostare il museo dai locali in cui si trova, quindi non è detto che l’indirizzo sarà sempre quello.

Il Cavallo di Leonardo

Nella periferia Ovest, a due passi dallo Stadio Meazza (meglio noto come San Siro) si trova l’Ippodromo Snai di San Siro, all’ingresso del piazzale dello Sport. Qui si può ammirare una tra le più grandi sculture equestri al mondo: il Cavallo di Leonardo, realizzata dalla scultrice statunitense Nina Akamu su ispirazione dei disegni originali di Leonardo Da Vinci, datati 1482 e realizzati su commissione di Ludovico il Moro che voleva dedicare l’opera alla memoria del padre Francesco.

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Fonte: Getty Images

Il Cavallo di Leonardo all’Ippodromo di Milano

Il glicine di Leonardo

Alla periferia Sud di Milano, invece, c’è un luogo leonardesco che, a primavera, diventa meta di pellegrinaggio di turisti ma anche degli stessi milanesi. Si tratta del glicine di Leonardo, una pianta antichissima che, quando è in fiore, regala ai passanti uno spettacolo unico per gli occhi. Si calcola che abbia più di 700 anni e, secondo gli esperti di botanica, le sue radici sono ormai così lunghe da arrivare a misurare circa due chilometri. Pare sia uno dei più antichi d’Italia. Si dice che, proprio all’ombra delle sue coloratissime e profumatissime fronde, venisse lo stesso Leonardo Da Vinci a meditare e a escogitare i suoi tanti progetti rivoluzionari per il Naviglio di Milano che dista poche centinaia di metri. Il Genio italiano era solito ritirarsi in questo angolino tranquillo della città, all’epoca alle porte di Milano, per meditare, spesso in compagnia di Ludovico. Dicono che durante una delle sue soste sotto il glicine avrebbe meditato il progetto della Conca Fallata del Naviglio Pavese. Il glicine si trova al civico 2 di via Bernardino Verro, angolo via dei Fontanili, all’interno di un cortiletto aperto da dove tutti lo possono ammirare.

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Fonte: @Claudia Santi

Il glicine di Leonardo
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Il London Eye compie 25 anni: storia e cosa sapere sul simbolo di Londra

Il London Eye, uno dei simboli più rappresentativi della capitale britannica, celebra un importante traguardo: il 9 marzo spegne 25 candeline. Dal giorno della sua inaugurazione, la maestosa ruota panoramica è diventata un punto di riferimento imprescindibile dello skyline londinese, tra modernità, innovazione e un tocco di magia che continua ad affascinare milioni di visitatori ogni anno.

Per festeggiare l’evento è stato realizzato il cortometraggio Turning 25: London’s Eye, una produzione che unisce filmati d’archivio e contemporanei per raccontare l’evoluzione della città e della ruota panoramica nel corso degli ultimi 25 anni.
Diretto da Nate Camponi e prodotto da Chief Productions, il film raccoglie le testimonianze di Julia Barfield, l’architetta che ha contribuito alla realizzazione del progetto, insieme agli attori britannici David Harewood e Russell Tovey, senza dimenticare le storie delle persone comuni che hanno vissuto momenti indimenticabili su questa straordinaria attrazione.

La storia

Il London Eye, conosciuto anche come “Ruota del Millennio“, nasce da un’idea ambiziosa che affonda le sue radici nel 1993, quando gli architetti David Marks e Julia Barfield proposero il progetto in occasione di un concorso per celebrare l’arrivo del nuovo millennio. Sebbene il concorso non ebbe successo, la loro visione lasciò il segno e portò alla realizzazione della ruota panoramica.

I lavori di costruzione iniziarono nel 1998 e si conclusero nel 1999, con un costo totale di 75 milioni di sterline. Sebbene l’inaugurazione ufficiale sia avvenuta il 31 dicembre 1999, presieduta dal Primo Ministro Tony Blair, la ruota aprì al pubblico solo il 9 marzo 2000, a causa di alcuni ritardi tecnici.

Inizialmente concepita come un’attrazione temporanea con una durata prevista di cinque anni, il London Eye si rivelò subito un successo incredibile. Nel luglio 2002, ben 8,5 milioni di persone avevano già compiuto un giro sulla ruota.

Il suo impatto fu tale che il Lambeth Council concesse lo status di attrazione permanente nel 2002, garantendole un posto fisso nello skyline di Londra.

Lo stile architettonico

Il London Eye si distingue per il suo design moderno e innovativo, che sa far convivere funzionalità ed estetica in una struttura elegante e armoniosa. L’ispirazione dietro la ruota panoramica proviene da varie fonti, tra cui la Torre Eiffel e gli alberi maestosi delle grandi navi, e le conferisce un aspetto avveniristico e al tempo stesso inconfondibile.

Una delle caratteristiche più sorprendenti è l’uso del vetro trasparente e rinforzato per le capsule, che garantisce una vista a 360 gradi sulla capitale. Inoltre, si distingue per il suo sistema di illuminazione a LED, che ogni notte si accende con colori diversi e dà vita a uno spettacolo suggestivo che rende la ruota ancora più affascinante.

Nel complesso, il London Eye è un perfetto equilibrio tra ingegneria e arte, e simboleggia la capacità di Londra di innovarsi senza perdere il legame con la propria storia.

Gli interni

Ogni dettaglio del London Eye è stato progettato per offrire ai visitatori un’esperienza confortevole e irripetibile. Le 32 capsule, ciascuna in grado di ospitare fino a 25 persone, sono dotate di aria condizionata e panche per garantire il massimo comfort durante il giro, che dura circa 30 minuti.

Ma il vero protagonista di questa esperienza è il panorama senza pari che si apre davanti agli occhi: grazie alle pareti in vetro trasparente, è possibile ammirare alcuni dei monumenti più celebri di Londra, dal Big Ben alla Torre di Londra, fino alla Cattedrale di St. Paul.

A rendere ancora più coinvolgente l’esperienza ci pensano le funzioni interattive presenti a bordo: ogni capsula è dotata di schermi tattili e audio-guide multilingua che permettono di approfondire la conoscenza dei vari punti di interesse visibili dall’alto.

Curiosità sul London Eye

Il London Eye non è soltanto una meraviglia dell’ingegneria, ma anche un’attrazione ricca di curiosità.

Con i suoi 135 metri di altezza e una circonferenza di 424 metri, è la ruota panoramica a sbalzo più grande del mondo. Ciò che la rende unica è la sua struttura innovativa, sostenuta da un telaio a forma di “A” su un solo lato, una caratteristica che la differenzia dalle tradizionali ruote panoramiche.

Nel corso degli anni, il London Eye ha attratto milioni di turisti da tutto il mondo. Oggi, con una media di 3,5 milioni di visitatori all’anno, continua a essere una delle attrazioni più amate della Gran Bretagna.

Dal punto di vista tecnologico, la ruota ha subito diversi aggiornamenti. Nel 2006, il sistema di illuminazione è stato rinnovato con luci LED colorate per migliorare l’effetto visivo notturno. Inoltre, ha cambiato più volte sponsor: inizialmente supportato da British Airways, è passato sotto la sponsorizzazione di EDF Energy e, più di recente, di Coca-Cola.

Oltre a essere un’attrazione turistica, il London Eye è un vero e proprio simbolo della modernità e dell’innovazione architettonica di Londra nel nuovo millennio. A distanza di 25 anni, la ruota continua a girare, raccontando storie, regalando emozioni e donando una vista eccezionale sulla città che non smette mai di sorprendere.

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Cosa vedere a Sorrento: guida alla perla della Costiera Sorrentina

Sorrento è la regina incontrastata della Costiera Sorrentina, una città magica fin dai tempi antichi. Grazie ai panorami da cartolina sul Golfo di Napoli, alle stradine acciottolate del centro storico, alle marine pittoresche e all’inconfondibile profumo degli agrumeti, è una delle mete più amate dal turismo internazionale.

La sua storia affonda le radici in epoche lontane, quando la leggenda racconta che le sirene ammaliassero i naviganti con il loro canto. Oggi, Sorrento continua ad affascinare chiunque vi arrivi con il suo mix perfetto di arte, cultura, tradizioni artigiane e un’offerta gastronomica d’eccellenza.

Di giorno e di notte, in qualsiasi stagione, accoglie chi è in cerca di sole, mare, storia e divertimento, e regala un’esperienza che non si può dimenticare.

Dove si trova Sorrento

Sorrento si trova in Campania, a sud di Napoli, su un promontorio che si allunga verso il Mar Tirreno e chiude a sud il Golfo di Napoli. La città è il cuore della Penisola Sorrentina, tanto da darle il nome, ed è considerata la porta d’accesso alla spettacolare Costiera Amalfitana.

Molti turisti scelgono di soggiornare a Sorrento per poi esplorare gli inconfondibili borghi della costiera, come Positano, Amalfi e Ravello. Da qui, in soli venti minuti di aliscafo, è possibile raggiungere Capri, l’isola simbolo del jet set internazionale, mentre a breve distanza si trovano anche le meraviglie archeologiche di Pompei ed Ercolano.

Piazza Tasso

Il cuore pulsante della città delle sirene è Piazza Tasso, attraversata dal vivacissimo Corso Italia. Fulcro della vita cittadina e simbolo della vocazione turistica di Sorrento, la piazza ha una storia interessante. Un tempo si chiamava Largo del Castello, per via di una fortificazione fatta costruire nel XV secolo da Ferdinando d’Aragona. Con la trasformazione urbanistica del XIX secolo, il castello e l’antica cinta muraria scomparvero, dando spazio alla piazza che oggi conosciamo.

La piazza è intitolata al celebre poeta Torquato Tasso, nato proprio a Sorrento, e ospita un monumento dedicato a lui, opera dello scultore Gennaro Calì. Tra i palazzi storici che la ombreggiano, vanno menzionati Casa Correale, la Chiesa di Santa Maria del Carmine con la sua facciata barocca, e il Grand Hotel Vittoria, noto per aver ospitato Enrico Caruso. Fu proprio in una suite di questo hotel che Lucio Dalla compose la sua celebre canzone “Caruso”.

Una delle particolarità della piazza è la terrazza che si affaccia su una gola di tufo, donando una vista impareggiabile, e che conduce, tramite una stradina, alla Marina Piccola.

Duomo di Sorrento

La Cattedrale dei Santi Filippo e Giacomo è una delle chiese più importanti. La struttura attuale appartiene al XV secolo, anche se nei secoli ha subito numerosi interventi di restauro che ne hanno modificato l’aspetto originario. L’unico elemento antico rimasto è il portale laterale in marmo del 1479, decorato con gli stemmi della casa d’Aragona e di Papa Sisto IV.

All’interno, il Duomo presenta una pianta a croce latina con tre navate ornate da straordinarie tele barocche. Tra le opere più importanti spicca il pulpito cinquecentesco con la “Madonna col Bambino e i due San Giovanni” di Silvestro Buono, oltre al magnifico coro ligneo che rappresenta uno degli esempi più raffinati di tarsia sorrentina.

A pochi passi dalla Cattedrale si erge il campanile a cinque piani, la cui parte inferiore risale all’XI secolo, mentre la parte superiore con l’orologio in ceramica è stata realizzata nel Settecento.

Basilica di Sant’Antonino

Interno della Basilica di Sant’Antonino

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Affreschi della Basilica di Sant’Antonino

Sant’Antonino è il santo protettore di Sorrento e della penisola, venerato per aver salvato la città da calamità ed epidemie. La basilica a lui dedicata si trova nell’omonima piazza ed è un’importante testimonianza della storia religiosa del territorio.

Costruita probabilmente nell’XI secolo su un oratorio preesistente, la chiesa ha subito molti rimaneggiamenti fino ad assumere il suo attuale aspetto barocco. All’ingresso, due enormi ossa di cetaceo ricordano uno dei miracoli più famosi del santo: il salvataggio di un bambino che era stato inghiottito da una balena.

All’interno, le navate sono impreziosite da colonne di spoglio provenienti da antiche ville romane, mentre il soffitto è decorato con tele settecentesche raffiguranti episodi della vita del santo. Nella cripta da vedere sono l’altare con la statua di Sant’Antonino e una collezione di ex voto donati dai marinai scampati ai naufragi.

Chiesa di San Francesco

A pochi passi dalla Villa Comunale merita una sosta il Chiostro di San Francesco, incantevole complesso composto dalla chiesa, dal monastero e dal chiostro trecentesco, un perfetto esempio di fusione di differenti stili architettonici.

Gli archi intrecciati, le colonne in tufo e i capitelli decorati rendono il chiostro un luogo di incomparabile bellezza, spesso scelto come location per mostre d’arte ed eventi musicali estivi.

Piazza della Vittoria

Vero e proprio balcone panoramico affacciato sul Golfo di Napoli, Piazza della Vittoria è l’ideale per una passeggiata rilassante tra storia e bellezza. Al centro da notare è il monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale, opera di Francesco Jerace, mentre all’orizzonte si staglia la sagoma imponente del Vesuvio.

In questa zona sorgono alcuni degli hotel più esclusivi di Sorrento, come l’Imperial Hotel Tramontano, dove soggiornarono artisti e letterati di fama mondiale, tra cui Henrik Ibsen, che qui scrisse la sua celebre opera teatrale Spettri.

Vallone dei Mulini

Suggestivo Vallone dei Mulini

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Veduta aerea del Vallone dei Mulini

Una delle attrazioni più misteriose di Sorrento è senza dubbio il Vallone dei Mulini, una gola naturale formatasi circa 35.000 anni fa a seguito di un’eruzione vulcanica.
Da ammirare, i resti di un antico mulino ad acqua, attivo fino agli inizi del Novecento e ormai avvolto da una fitta vegetazione che conferisce al luogo un’aura quasi spettrale.

Il Vallone è un sorprendente angolo di natura selvaggia nel cuore della città e disegna uno spettacolo emozionante, soprattutto al tramonto, quando i giochi di luce tra la roccia e il verde lo rendono ancora più suggestivo.

Marina Grande

Marina Grande è il cuore autentico e tradizionale di Sorrento. Antico borgo marinaro, caratterizzato da casette colorate, piccole barche ormeggiate e reti stese al sole, ha mantenuto intatta la sua atmosfera di villaggio di pescatori, nonostante l’afflusso turistico.

Raggiungibile a piedi seguendo una stradina a gradoni di pietra e attraversando l’antica Porta Greca, la marina ha ispirato registi e scrittori, tanto da essere scelta come set cinematografico per il celebre film Pane, amore e… con Sophia Loren e Vittorio De Sica.

Il lungomare è punteggiato da ristorantini tipici dove gustare piatti a base di pesce fresco, mentre il 26 luglio il borgo si illumina a festa per celebrare Sant’Anna, patrona dei pescatori, con processioni e spettacolari fuochi d’artificio che si riflettono sul mare.

Marina Piccola

Marina Piccola è il fulcro dei collegamenti marittimi della città, il punto da cui partono gli aliscafi e i traghetti diretti a Capri, Ischia, Napoli e alla Costiera Amalfitana. In una favolosa insenatura, è stata completamente trasformata nei primi anni del Novecento per adattarsi alle esigenze di un porto turistico.

Oltre ad essere il punto di imbarco per escursioni e mini crociere, Marina Piccola pullula di stabilimenti balneari costruiti su palafitte sul mare, perfetti per una giornata di relax tra sole e acqua cristallina. Fiore all’occhiello è poi la piccola cappella di Santa Maria del Soccorso, uno degli ultimi segni dell’aspetto originario della marina, prima della sua modernizzazione.

Museo Correale di Terranova

Chi desidera conoscere la storia e la cultura sorrentina non può perdersi una visita al Museo Correale di Terranova, ospitato in una splendida villa settecentesca abbracciata da un incantevole giardino con vista sul Golfo di Napoli.

Il museo, nato dal lascito dei conti Alfredo e Pompeo Correale, è considerato uno dei più importanti della Campania e vanta una mirabile collezione di opere d’arte.

Camminando tra le ventiquattro sale espositive, distribuite su tre piani, si possono ammirare preziosi mobili d’epoca, delicate porcellane di Capodimonte, dipinti del Seicento legati allo spirito della Controriforma e suggestive vedute della Scuola di Posillipo.

La biblioteca custodisce antichi manoscritti e documenti che raccontano la storia del Regno di Napoli, mentre il giardino, ricco di piante esotiche e terrazze panoramiche, offre un angolo di pace perfetto per concludere la visita.

Cosa vedere in un giorno

Scorcio di Marina Grande a Sorrento

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Scorcio di Marina Grande

Se avete poco tempo a disposizione e visitate Sorrento in un solo giorno, potete partire da Piazza Tasso, per immergervi subito nella vivacità cittadina, e poi proseguire con una visita al Vallone dei Mulini.

Passeggiando lungo Corso Italia e via San Cesareo, fate tappa per scorgere il Duomo e il campanile prima di visitare la Basilica di Sant’Antonino.

Una sosta al Chiostro di San Francesco regala un momento di tranquillità prima di scendere a Marina Grande per un pranzo vista mare.

Nel pomeriggio, la Villa Comunale vanta uno dei panorami più belli della città, mentre una passeggiata serale sul lungomare chiude la giornata in modo perfetto.

Cosa fare a Sorrento in ogni stagione

Sorrento è una meta ideale in qualsiasi periodo dell’anno, grazie al clima mite e alla varietà di esperienze che mette a disposizione. Ogni stagione incarna un’atmosfera differente, ma sempre entusiasmante. Ecco alcune proposte da tenere in considerazione.

Cosa fare in primavera

La primavera è il momento perfetto per vivere Sorrento lontano dal caldo intenso dell’estate. Uno dei luoghi più suggestivi da visitare è la Villa Comunale, giardino panoramico custode di una delle viste più toccanti sul Golfo di Napoli.

Fare due passi tra i viali alberati, lasciarsi incantare dalle aiuole fiorite e sedersi sulle panchine che guardano il blu è un’esperienza rigenerante e romantica. Al tramonto, il panorama diventa un sogno, con il cielo che si tinge di rosa e arancio e si riflette sulle onde.

Cosa fare in estate

L’estate è la stagione ideale per godersi il mare e il sole di Sorrento. A questo proposito, non può mancare una giornata ai Bagni della Regina Giovanna, un’incantevole piscina naturale racchiusa tra le scogliere.

Legati alla leggenda della regina Giovanna di Napoli che qui amava trascorrere il tempo libero, sfoggiano acque cristalline perfette per nuotare e un panorama che rimane impresso. Inoltre, si possono vedere le rovine di una villa romana risalente al I secolo, che si affaccia direttamente sul mare.

Cosa fare in autunno

In autunno, dopo una giornata di escursioni, non c’è nulla di meglio che immergersi nelle acque termali dalle proprietà benefiche o concedersi un massaggio rilassante alle terme di Sorrento per ricaricare le energie.

Oltre alle terme, questo periodo è ottimale per scoprire la gastronomia locale: i ristoranti propongono menu a base di tartufo e funghi porcini, mentre nelle botteghe artigiane si possono acquistare i famosi limoni di Sorrento, ingrediente base del celebre limoncello.

Cosa fare in inverno

Sorrento d’inverno si trasforma in un luogo magico, grazie alle luminarie natalizie che decorano le strade del centro storico e alla gioiosa atmosfera festiva.

Durante il periodo natalizio, la città ospita mercatini, spettacoli teatrali, concerti e presepi artistici, mentre Piazza Tasso si illumina con un enorme albero di Natale, che incanta grandi e piccini.

Infine, il Capodanno a Sorrento è un evento imperdibile, con fuochi d’artificio sul mare e feste nei locali del centro.

Come arrivare a Sorrento

Raggiungere Sorrento è piuttosto semplice e offre diverse opzioni di viaggio, sia per chi si sposta in auto che per chi preferisce i mezzi pubblici.

Per chi arriva in auto da nord, il percorso più rapido è attraverso l’autostrada E45/A1, con uscita a Castellammare di Stabia. Da qui, seguendo le indicazioni per Sorrento e percorrendo la suggestiva SS145, si arriva a destinazione tra panorami mozzafiato a picco sul mare.

Un’alternativa comoda, consigliabile ed economica è il treno. Da Napoli, infatti, la linea Circumvesuviana collega direttamente il capoluogo a Sorrento con un viaggio della durata di circa un’ora e mezza. Si tratta di uno dei mezzi più pratici per raggiungere la penisola senza dover affrontare il traffico.

Chi preferisce viaggiare via mare può optare per un traghetto o un aliscafo in partenza dal porto di Napoli: Marina Piccola dista circa una quarantina di minuti.

Per chi invece proviene dalla Costiera Amalfitana o dall’aeroporto di Napoli, il servizio autobus rappresenta un’ulteriore possibilità. La compagnia SITA offre collegamenti frequenti tra Sorrento e le principali località della costiera, mentre i bus Curreri effettuano corse dirette tra l’aeroporto di Capodichino e il centro città.

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Il Teatro Massimo di Palermo: il cuore pulsante della lirica in Sicilia

Nel cuore della Sicilia, in una Palermo che tra Ottocento e Novecento sognava di imporsi come capitale della cultura e delle arti, nasceva un colosso dell’architettura teatrale: il Teatro Massimo Vittorio Emanuele, ormai noto come “Teatro Massimo”.

Conosciamolo meglio.

La storia del Teatro

Inaugurato nel 1897 dopo oltre vent’anni di lavori, il maestoso edificio rappresenta il più grande teatro lirico d’Italia e il terzo in Europa dopo la Staatsoper di Vienna e l’Opéra National di Parigi, ed è simbolo indiscusso di prestigio e grandiosità che ancora oggi affascina chiunque varchi la sua soglia.

Il progetto prese vita nel 1864 grazie all’architetto Giovanni Battista Filippo Basile, che immaginò un teatro in grado di competere con i più importanti del Vecchio Continente. Alla sua morte, fu il figlio Ernesto a portare a termine l’opera, riuscendo a fondere classicismo e innovazione in una struttura senza precedenti. Il 16 maggio 1897 il sipario si alzò per la prima volta sulla rappresentazione del Falstaff di Giuseppe Verdi: era la nascita di un nuovo tempio della lirica.

Nei primi decenni del Novecento, il Teatro Massimo conobbe un periodo di assoluto splendore, sostenuto dalle famiglie aristocratiche e borghesi palermitane, tra cui i Florio e i Whitaker. Fu un’epoca dorata in cui la città si fece palcoscenico di rappresentazioni di altissimo livello. Ma nel 1974, dopo una storica esibizione del Nabucco, il teatro chiuse i battenti per lavori di restauro che si prolungarono per ben ventitré anni. Solo nel 1997, in occasione del centenario della sua inaugurazione, il sipario si riaprì e Palermo ritrovò così uno dei suoi gioielli più preziosi.

Il Teatro Massimo di Palermo: un vero capolavoro architettonico

Cupola del Teatro Massimo

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Sontuosa cupola del Teatro Massimo

Varcare la soglia del Teatro Massimo significa ritrovarsi in un universo di raffinata bellezza. La grandiosità della sua struttura si impone già all’esterno, con la scalinata monumentale e il maestoso portico che richiama i templi dell’antichità classica. Ma è all’interno che l’incanto si fa tangibile.

La sala principale, coronata da una cupola affrescata da Ettore De Maria Bergler e Rocco Lentini, è un tripudio di eleganza neoclassica, impreziosita da decorazioni dorate e velluti rossi. Il palco reale, riccamente decorato, domina lo spazio con la sua ampiezza, mentre i cinque ordini di palchi, ognuno lavorato nel dettaglio, creano un effetto scenografico unico.

L’acustica, studiata con una precisione quasi maniacale, garantisce una resa sonora impeccabile e fa del Teatro palermitano la cornice perfetta per l’opera e la musica sinfonica.

A rendere ancora più suggestivo cotanto scrigno della musica contribuiscono gli ambienti di rappresentanza, i saloni e il grandioso foyer, dominato dal busto di Vincenzo Bellini, omaggio a uno dei più grandi compositori italiani.

Dove si trova

Il Teatro Massimo si staglia nel centro di Palermo, in Piazza Verdi, un punto strategico che permette di raggiungere a piedi alcuni dei luoghi più importanti della città.

A pochi minuti di cammino troviamo, infatti, la vivace Piazza Ruggero Settimo e il pittoresco mercato del Capo, mentre in circa dieci minuti si raggiungono i Quattro Canti, uno dei simboli barocchi di Palermo.

La Cattedrale, il porto e la stazione centrale distano appena un quarto d’ora.

Info utili per visitarlo

Il Teatro Massimo apre le porte ai visitatori tutti i giorni dalle 9:30 alle 18:00, con l’ultima visita consentita alle 17:20. È possibile acquistare i biglietti direttamente in biglietteria, oppure online tramite TicketOne e Get Your Guide. Per i gruppi di almeno dieci persone è consigliata la prenotazione anticipata, contattando il teatro.

La visita guidata permette di scoprire ogni angolo della struttura, dalla platea al palco reale, fino ai suggestivi ambienti nascosti che raccontano oltre un secolo di storia e spettacolo. Un’occasione speciale per chi ama l’arte e la cultura.

Il Teatro Massimo di Palermo nei libri e in TV

Il Teatro Massimo non è soltanto un luogo di musica e rappresentazioni, ma anche un’icona che ha trovato spazio nella letteratura e nel cinema. Il suo profilo inconfondibile è entrato nell’immaginario collettivo grazie a Il Padrino – Parte III di Francis Ford Coppola, con Al Pacino nei panni di Michael Corleone. La scena finale, girata sull’imponente scalinata, è una delle più drammatiche della storia del cinema: un colpo di pistola spezza la vita di Mary Corleone, figlia del protagonista, mentre il padre assiste impotente, condannato a un’esistenza di dolore e rimorso.

Ancora, il Teatro Massimo è anche parte integrante della storia della famiglia Florio, raccontata nei romanzi di Stefania Auci I leoni di Sicilia e L’inverno dei leoni. I libri, best seller in tutta Italia, hanno riportato alla luce l’epopea di una dinastia che contribuì a rendere Palermo una città d’arte e cultura.

Dalle pagine al piccolo schermo, la storia dei Florio è anche protagonista della fiction I leoni di Sicilia, con Miriam Leone e Michele Riondino nei ruoli principali.

Prossimi appuntamenti al Teatro Massimo

La stagione 2025 del Teatro Massimo promette emozioni indimenticabili, con un cartellone che spazia dalla grande opera al balletto:

  • Faust di Charles Gounod (19-25 marzo 2025), con la direzione di Daniel Oren e la regia di Fabio Ceresa;
  • L’Elisir d’Amore di Gaetano Donizetti (11-18 aprile 2025), con Gabriele Ferro sul podio e la regia di Ruggero Cappuccio;
  • Anna di Paolo Buonvino (6-8 maggio 2025), una produzione originale che fonde musica e danza;
  • Salome di Richard Strauss (20-27 maggio 2025), con la direzione di Omer Meir Wellber e la regia di Bruno Ravella;
  • Giselle di Adolphe-Charles Adam (14-20 giugno 2025), un capolavoro del balletto classico che torna in scena in una nuova produzione.
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Cosa fare a Roccaraso per vivere la montagna in ogni stagione

Il grazioso borgo medievale di Roccaraso è una meta che incanta in ogni periodo dell’anno, grazie alla felice unione di paesaggi naturali, sport all’aria aperta e testimonianze storiche.

Apprezzata per il comprensorio sciistico tra i più importanti dell’Appennino, sa tuttavia offrire molto più di piste innevate e impianti di risalita. Escursioni, avventure in bicicletta, trekking tra i boschi, storia e cultura rendono viva e attrattiva una località abruzzese che non smette mai di sorprendere.

Dove si trova Roccaraso

Nel cuore dell’Appennino abruzzese, Roccaraso sorge a 1.236 metri di altitudine, incastonata tra due aree naturali a dir poco straordinarie: il Parco Nazionale della Maiella e il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

A 100 chilometri da L’Aquila, 200 da Roma e 143 da Napoli, la sua posizione la rende facilmente raggiungibile sia dal centro che dal sud Italia, con una viabilità che consente di accedere in tutta comodità a un simile paradiso montano in ogni stagione dell’anno.

Cosa fare a Roccaraso

Roccaraso, uno dei centri dell’Altopiano delle Cinque Miglia, grazie all’invidiabile patrimonio naturalistico e alle moderne infrastrutture, sa venire incontro a ogni esigenza e preferenza.

Se l’inverno è il regno dello sci e degli sport sulla neve, la primavera, l’estate e l’autunno svelano una natura incontaminata, ideale per il trekking, le escursioni in mountain bike e le esperienze all’aria aperta.

Le attività da non perdere in inverno

L'inverno a Roccaraso

Fonte: iStock

Il borgo di Roccaraso in inverno

Quando la neve ricopre le montagne, il borgo abruzzese si trasforma in un vero e proprio paradiso per gli appassionati degli sport invernali. Il comprensorio sciistico dell’Alto Sangro, di cui fa parte, vanta oltre 110 chilometri di piste, con discese adatte a tutti gli sciatori, dai principianti ai più esperti.
In più, gli impianti di risalita collegano Roccaraso a Rivisondoli-Monte Pratello, per una vacanza sulla neve varia e avvincente.

Anche gli snowboarder trovano il loro spazio lungo le piste attrezzate, mentre chi ama le discipline nordiche può cimentarsi negli anelli dedicati allo sci di fondo, percorrendo tragitti immersi in scenari che tolgono il fiato. Le alternative non mancano neanche per chi desidera “qualcosa di diverso”: le emozioni del snowkite sono ricche di adrenalina, mentre lo sci escursionistico permette di esplorare il lato più selvaggio dell’Appennino.

Uno dei luoghi simbolo della stagione invernale è poi l’area di Pizzalto, che si estende dai 1.500 ai 2.195 metri di altezza e ospita il Rifugio Toppe del Tesoro, il più alto del comprensorio. Qui, tra il candore delle vette e il sole che illumina i pendii, si può gustare un pasto all’aria aperta, ammirando un favoloso panorama che si perde all’orizzonte.

Infine, per una giornata da trascorrere lontano dalle piste non manca il Palaghiaccio “Giuseppe Bolino“, una moderna struttura che ospita eventi internazionali di pattinaggio e hockey, ma che è perfetta anche per semplici momenti di svago sui pattini.

Cosa fare in primavera, estate e autunno

Nel momento in cui la neve lascia spazio ai verdi pascoli e ai fitti boschi, Roccaraso cambia volto e rivela il suo lato più avventuroso. Chi desidera cimentarsi in rigeneranti percorsi da trekking troverà ad attenderlo una vasta rete di sentieri che attraversano paesaggi idilliaci, alcuni facili e adatti alle famiglie, altri più impegnativi e riservati agli escursionisti esperti.

Uno degli itinerari più affascinanti è il sentiero n°102, che porta tra le vestigia di postazioni belliche della Seconda Guerra Mondiale, per una prospettiva inedita su storia e natura. Per chi, invece, cerca un’esperienza più rilassante, la seggiovia dell’Ombrellone è attiva anche nei mesi estivi e conduce al Rifugio Belisario, punto di partenza privilegiato per passeggiate panoramiche e tour in mountain bike.

A questo proposito, per i ciclisti Roccaraso è una destinazione da mettere in lista. Non a caso, il Bikepark propone tracciati per freeride e downhill, regalando entusiasmanti discese tra i boschi, mentre la rete sentieristica è ottima per conoscere da vicino la zona con mountain bike ed e-bike. Itinerari come quello ad anello tra Roccaraso e Rivisondoli sono il top per un’escursione su due ruote immersi nella tranquillità della natura.

Per chi viaggia con bambini, il Parco Avventura di Roccaraso è la prima scelta per trascorrere una giornata tra ponti sospesi, percorsi sugli alberi e giochi all’aria aperta: il divertimento si unisce alla scoperta e dona ai più piccoli la gioia di un’avventura che non potranno dimenticare.

Infine, u’esperienza dal forte valore storico e simbolico è la salita al Monte Zurrone, dove si trova il Sacrario ai Caduti Senza Croce, memoriale dedicato a coloro che persero la vita durante il conflitto senza ricevere una degna sepoltura. La vista dalla cima è impareggiabile, un panorama a 360 gradi che abbraccia le vette dell’Appennino e racconta la storia di un territorio segnato dal passato, ma proiettato verso il futuro.

Cosa vedere a Roccaraso

Oltre alla vocazione sportiva e naturalistica, Roccaraso custodisce un patrimonio storico e culturale che merita di essere scoperto.

La Chiesa di San Rocco

Chiesa di San Rocco, Roccaraso

Fonte: Ph @lucamato – iStock

Interno della Chiesa di San Rocco

L’unico edificio storico sopravvissuto ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale è la Chiesa di San Rocco, costruita nel 1656 come ex voto per la fine della peste. La facciata in pietra, sormontata da un timpano spezzato, conserva lo stemma del paese e un’iscrizione del 1743 che testimonia la devozione della comunità.

All’interno, un’abside semicircolare e un coro ligneo fanno da sfondo alla statua di San Rocco, protettore del borgo.

La Chiesa di San Bernardino

Secondo la tradizione, San Bernardino da Siena avrebbe fatto tappa a Roccaraso durante i suoi viaggi apostolici. La chiesa a lui dedicata è un luogo di pace e raccoglimento, dove l’arte sacra e la spiritualità si incontrano in un ambiente semplice ma suggestivo.

La Chiesa di Santa Maria Assunta

Ricostruita negli Anni Cinquanta dopo i danni subiti in guerra, la Chiesa di Santa Maria Assunta conserva ancora oggi il fascino della sua struttura originale del XVI secolo.

I pregevoli affreschi e le decorazioni architettoniche raccontano una storia di fede e rinascita e la rendono una delle soste obbligate per chi visita Roccaraso.

Il Museo del Parco

Per chi vuole scoprire le tradizioni locali, il Museo del Parco è una tappa fondamentale, dove vedere con i propri occhi le antiche arti e mestieri, la vita dei pastori e il legame indissolubile tra l’uomo e queste terre meravigliose.

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Cosa fare e vedere a Victoria, città britannica del Canada

La città di Victoria è la capitale della Columbia Britannica, caratterizzata da un fascino unico che combina storia e modernità, offrendo ai suoi visitatori un’esperienza unica nel cuore della costa occidentale canadese. Ma cosa fare a Victoria, vivace città britannica del Canada?

Dove si trova Victoria

Questa magnifica città si trova nell’estremità meridionale di Vancouver Island, lungo la costa ovest del Paese, dalla quale è possibile raggiungere la più famosa Vancouver in circa 4 ore 30 minuti. Si trova in una posizione decisamente strategica, che la rende facilmente accessibile via mare, con traghetti che la collegano, appunto, alla città di Vancouver e alle principali città portuali di Canada e Stati Uniti, come, ad esempio, Seattle. Allo stesso tempo, grazie alla presenza dell’aeroporto internazionale di Victoria, anche via aerea, con la presenza di numerosi collegamenti con diverse destinazioni nordamericane ed europee.

Cosa vedere a Victoria

Victoria è una cittadina accogliente e ospitale, che conserva da sempre un’atmosfera signorile e raffinata tipica della vecchia Inghilterra. Passeggiando per la città, è possibile osservare splendide costruzioni storiche e strade fiancheggiate da innumerevoli case in stile vittoriano, giardini lussureggianti, gallerie d’arte e affascinanti sale da tè. Qui sono presenti diversi punti di interesse turistico, che per chi visita Victoria sono da non perdere.

Il Parlamento della Columbia Britannica

Si tratta di un maestoso edificio in stile neoclassico, che domina l’Inner Harbour di Victoria, il porto cittadino che vanta una lunga storia, che durante i mesi estivi diventa il centro vivace di festival, spettacoli e musica.

Il Parlamento della Columbia Britannica, oltre a essere la sede del governo provinciale, è un edificio ricco di storia, visitabile attraverso tour guidati gratuiti, che permettono ai visitatori di scoprire la storia politica della regione. Di sera, l’edificio si illumina con migliaia di luci, creando un’atmosfera davvero suggestiva.

Il Royal BC Museum

Per gli appassionati di storia naturale e cultura, visitare il Royal BC Museum di Victoria vuol dire fare un viaggio nel tempo. Al suo interno, infatti, è possibile approfondire la storia locale e, soprattutto, riuscire ad avere uno sguardo approfondito sulle tradizione delle Prime Nazioni, ovvero i popoli indigeni o autoctoni dell’odierno Canada, che non sono né Inuit né Meticci, o Métis, che abitarono per primi questi territori.

I giardini botanici di Butchart Gardens

Per immergersi completamente nella natura, si consiglia di visitare i Butchart Gardens, un paradiso botanico che si trova a circa 30 chilometri dal centro di Victoria e che si estende su un territorio di 55 ettari. Ogni stagione è in grado di offrire una nuova esplosione di colori e profumi, che rendono le visite al parco davvero uniche. Inoltre, durante il periodo estivo, all’interno dei Butchart Gardens vengono ospitati spettacoli pirotecnici e concerti all’aperto.

Giardini dei Butchart Gardens, una delle attrazioni da vedere a Victoria, città britannica della Columbia Occidentale, Canada

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Giardini all’interno dei Butchart Gardens, Victoria

Lo storico Castello di Craigdarroch

Non può mancare una visita allo storico castello di Craigdarroch, di epoca vittoriana, del Diciannovesimo Secolo. Per gli appassionati di storia, passeggiare e scoprire le sale di questo castello consente di scoprire lati nascosti della vita dell’élite canadese dell’epoca, grazie anche alla presenza di interni sontuosamente arredati, con vetrate colorate, che testimoniano l’opulenza di quel periodo storico.

Infatti, il barone Dunsmuir richiese la creazione di questo edificio con un totale di 39 camere. In totale, il progetto, ha richiesto un esborso circa 500.000 dollari, con l’utilizzo di granito della British Columbia, piastrelle di San Francisco e una scala in quercia prefabbricata a Chicago.

Il villaggo di Fisherman’s Wharf

Infine, un’ultima attrazione turistica che si consiglia di visitare è il pittoresco villaggio galleggiante di Fisherman’s Wharf, ideale per chi vuole passare una giornata o, semplicemente, una serata all’insegna del relax. Qui sono presenti diverse case galleggianti colorate e ristoranti di pesce fresco. Inoltre, i più fortunati saranno in grado di avvistare le foche, motivo per cui questo villaggio è anche una delle attrazioni più amate di Victoria.

Cosa fare a Victoria

Victoria è una città ricca di storia, che regala la possibilità di vivere esperienze indimenticabili e tradizionali del posto. Ecco allora cosa fare a Victoria!

Partecipare al tè pomeridiano al Fairmont Empress

Un must per chi si reca in vacanza in questa città è la degustazione del tè pomeridiano presente nel famoso e affascinante albergo Fairmont Empress. Questa struttura in passato ha accolto ospiti illustri e sovrani provenienti da tutte le diverse parti del mondo.

Partecipare al tè pomeridiano è una tradizione antica che nasce con proprio con l’inizio dell’attività, ovvero il 20 Gennaio del 1908. Si affaccia sul porto interno di Victoria ed è un edificio decisamente suggestivo, caratterizzato da mattoni e pietre, progettato per rappresentare l’essenza e la maestosità dell’architettura britannica.

Foto del Fairmont Empress di Victoria, uno degli hotel dove partecipare al té pomeridiano

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Fairmont Empress, Victoria, dove partecipare al té pomeridiano

Avvistamento delle balene

Le acque al largo di Victoria sono molto famose per la presenza di orche e balene grigie. Proprio per questo, qui sono presenti numerose compagnie che offrono tour guidati, permettendo ai visitatori delle città di osservare da vicino i maestosi cetacei nel loro habitat naturale, soprattutto nel periodo compreso tra Marzo ed Ottobre.

Passeggiata nel Beacon Hill Park

Il vasto parco urbano di Beacon Hill Park è molto popolare sia tra i turisti, che tra la popolazione locale. Infatti qui è possibile passeggiare fra i suoi sentieri che passano tra i boschi e si snodano lungo la costa, sullo Stretto di Juan de Fuca. Inoltre, al suo interno si trovano due parchi giochi, un parco acquatico, diversi campi da gioco, come tennis e pickleball, uno zoo con animali da compagnia e diversi stagni e giardini molto curati. È il luogo ideale dove rilassarsi e fare picnic

Esplorare il quartiere di Chinatown

Famoso è anche il quartiere di Chinatown, che è anche il più antico del Canada. Si tratta di un luogo dalla ricca storia culturale, caratterizzato da viuzze strette e suggestive, tra cui la famosa Fan Tan Alley, nota per essere la strada commerciale più stretta del Nord America, essendo larga meno di 90 centimetri nel punto più stretto. Il quartiere è ricco di negozi, ristoranti e templi, che raccontano la storia della comunità cinese nella città di Victoria.

Victoria è una città che offre una combinazione perfetta di storia, cultura e bellezze naturali. Meta ideale per chi è appassionato di architettura storica, ma anche della natura, ed è in cerca di un’esperienza unica ed indimenticabile. Una località che va inserita sicuramente in un itinerario alla scoperta del Canada.