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Isola di Saona, un luogo dalle spiagge immacolate

Se per voi il paradiso ha l’immagine di candide e soffici spiagge immacolate, orlate da palme, accarezzate da onde di un colore intenso che va dal verde smeraldo al turchese e immerse in una natura ancora selvaggia, esiste un luogo che lo rappresenta appieno: è l’Isola di Saona, una delle più apprezzate delle Antille, in Repubblica Dominicana.

Nella zona di Bayahibe, a metà strada tra Punta Cana e Santo Domingo, conta soltanto un piccolo villaggio con circa 500 residenti e nessuna struttura ricettiva: ciò le ha permesso di conservare intatta la sua bellezza che non può fare a meno di incantare durante un’emozionante escursione di una giornata.

Isola di Saona, l’Eden è qui

Chiamata in origine Andamay dagli indiani Taino che la colonizzarono, venne raggiunta nel 1494 da Cristoforo Colombo che la ribattezzò “Bella Savonese” per rendere omaggio al grande navigatore e amico Michele da Cuneo che, in viaggio con lui durante la seconda esplorazione alla volta del Nuovo Mondo, consigliò di ripararsi sulle ancora misteriose sponde dell’isola per fuggire a una forte tempesta.

Il nome deriva, quindi, dalla città ligure di Savona (con cui è gemellata) per poi trasformarsi più tardi in “Saona”.

Parte del Parco Nazionale dell’Est, è zona protetta dal 1975, un santuario per numerose specie di uccelli, di pesci e per le tartarughe marine (è presente un centro di accoglienza dove incontrare i piccoli che nascono sull’isola).

Saona è la meta perfetta per godersi ogni attimo: una visita al bosco di mangrovie, lo snorkeling per ammirare gli incantevoli e bassissimi fondali del mare tropicale, il sapore della frutta esotica e poi, certo, le lunghe e spettacolari spiagge che sono vere e proprie piscine naturali come Playa del Gato e Canto de La Playa, quest’ultima così abbagliante da assomigliare a un dipinto.

Ma non è tutto.

L’Isola di Saona ospita anche il grazioso villaggio di Mano Juan, abitato da pescatori, l’unico centro vero e proprio, con le case in legno color pastello e un’atmosfera fuori dal tempo, che si può sperimentare soltanto qui: oltre a un mercatino tipico di prodotti artigianali, piccoli negozi e bar da cui si diffonde musica caraibica, spicca la spiaggia più estesa di tutte con fondali talmente trasparenti che consentono di scorgere delicati esemplari di stelle marine con grandi bande rossastre.

Come arrivare a Saona e quando andare

Saona è una meraviglia raggiungibile via mare grazie a moltissimi tour organizzati da Punta Cana, Bayahibe, Juan Dolio, Boca Chica e Bavaro.

Il viaggio avviene con catamarani che possono accogliere dalle 40 alle 50 persone e che arrivano a destinazione in circa mezz’ora: le escursioni sono prenotabili presso tutti i tour operator e gli alberghi della zona e di solito partono al mattino presto per sfruttare il più possibile la giornata a disposizione.

Per quanto riguarda, invece, il periodo migliore per intraprendere questo “viaggio della vita”, consideriamo che il tempo in Repubblica Dominicana è buono in particolare nei mesi di febbraio, marzo e aprile senza escludere anche gennaio, novembre e dicembre.

Da evitare i mesi più piovosi ovvero maggio, luglio e agosto.

In fatto di temperature, rimangono piuttosto elevate durante tutto l’anno anche se la carezza dei venti nordorientali dona un piacevole refrigerio.

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Yas Island, esplora l’isola del divertimento da casa con un tour virtuale

Magici paesaggi desertici e oasi di pace in lontananza si alternano a grattacieli e a eleganti quartieri dedicati all’intrattenimento: questa è Abu Dhabi e, siamo certi, non ha bisogno di presentazioni. La capitale degli Emirati Arabi Uniti, infatti, è un concentrato di meraviglie che incanta e sorprende a ogni passo e che consente ai viaggiatori di immergersi in uno scenario urbano mozzafiato che guarda al futuro senza mai dimenticare il passato.

Organizzare un viaggio ad Abu Dhabi è sempre un’ottima idea. Lo skyline scintillante, i grattacieli ultra moderni, le cupole di marmo e la Grande Moschea di Sheikh Zayed, il luogo di culto più importante dell’intero Paese: questi sono solo alcuni degli hot spot più significativi della capitale degli Emirati Arabi Uniti che meritano di essere visti almeno una volta nella vita.

Ma c’è un altro motivo per raggiungere l’emirato, e questo porta il nome di Yas Island. Stiamo parlando di una straordinaria isola artificiale che è stata trasformata nella capitale del divertimento e dell’intrattenimento. Questa, infatti, ospita la pista di Formula 1 più costosa del mondo, un parco a tema della Warner Bros, un parco acquatico e un parco dedicato alla Scuderia Ferrari (il Ferrari World). E ora, potrete accedere a tutto questo, e da qualsiasi parte del mondo, grazie a un tour virtuale e immersivo che vi catapulterà nell’isola delle meraviglie.

Benvenuti a Yas Island

Parchi a tema, piste lussuose e intrattenimento per ogni età: questa è Yas Island, ed è l’isola che lascia il segno. Le cose da fare e da vedere qui sono tantissime e tutte sono destinate al divertimento. Oltre ai parchi divertimento e a tema già menzionati, l’isola ospita la Etihad Arena, una strepitosa area dedicata a concerti, spettacoli e manifestazioni di vario genere.

Le cose da fare sull’isola sono tantissime e, questo è chiaro, nessuna vi annoierà. Se l’idea di visitare Yas Island con la famiglia o con gli amici vi ha già conquistato, vi farà piacere sapere che adesso è possibile sbarcare virtualmente su questo lembo di terra e avere un accesso privilegiato alle attrazioni più importanti dell’intero emirato.

Grazie alla collaborazione tra il Dipartimento della Cultura e del Turismo di Abu Dhabi (DCT Abu Dhabi), Aldar, Miral, twofour54 ed Ethara, i viaggiatori di tutto il mondo potranno esplorare virtualmente uno dei più importanti centri di intrattenimento e di svago nel mondo. E magari farlo proprio in occasione dell’Abu Dhabi Grand Prix che si terrà tra il 24 e il 26 novembre. Non vi resta che scegliere il vostro avatar e prepararvi al viaggio.

Un viaggio virtuale e immersivo

Vi basterà un device e una connessione a internet per iniziare un viaggio straordinario alla scoperta dell’isola del divertimento. Tutto quello che dovete fare è collegarvi al sito dell’esperienza (Yas Island Roblox) e mettervi comodi.

L’avatar scelto inizierà l’avventura esplorando i luoghi più celebri dell’isola. Tra questi troviamo il regno oceanico del SeaWorld, il circuito di Formula 1 Yas Marina, l’Etihad Park e Aldar Square. Sarà inoltre possibile spostarsi ad Abu Dhabi per visitare alcune attrazioni turistiche iconiche come il Louvre o Mamsha Saadiyat, la passeggiata sul lungo mare.

Non è tutto perché oltre a passeggiare, a interagire con gli altri e a visitare i punti di interesse e di intrattenimento, i viaggiatori potranno vivere virtualmente le esperienze che l’isola offre. Un giro a bordo di un auto da corsa, per esempio, o uno spettacolo all’interno di un parco a tema. Sarà possibile, inoltre, anche cimentarsi nella costruzione di case sull’isola.

La vostra avventura a Yas Island comincia adesso. Buon viaggio!

Il tour virtuale di Yas Island

Fonte: Ufficio Stampa

Il tour virtuale di Yas Island
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Natale nell’Isola che non c’è: una fiaba magica da vivere

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio in Inghilterra, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni. Il Paese del Regno Unito, infatti, è un concentrato di meraviglie che incantano e sorprendono a ogni passo compiuto e che meritano di essere scoperte e riscoperte. Patria di Shakespeare e dei Beatles, è sede di una delle capitali europee più affascinanti del mondo intero e poi, ancora, del grande e suggestivo complesso di Stonehenge e delle terme romane di Bath.

Raggiungere il Paese, dicevamo, è sempre un’ottima idea. Ma farlo adesso vuol dire concedersi una delle esperienze più straordinarie di una vita intera. All’ombra della capitale scintillante, che già a partire da novembre si è abbigliata a festa per celebrare l’Avvento, esiste infatti un castello delle meraviglie che è stato trasformato nella sede di una delle storie più belle che hanno influenzato la nostra infanzia.

Ci troviamo a Castle Howard, una meravigliosa residenza di campagna che con gli anni si è trasformata in una delle attrazioni turistiche più popolari della contea del North Yorkshire. È proprio qui che la fiaba di Natale ha preso vita nel castello: l’esperienza è davvero magica.

Peter Pan è arrivato a York

Se avete in mente di organizzare un viaggio al di fuori dell’ordinario in occasione dell’arrivo di Natale, allora non potete non inserire nel vostro itinerario di viaggio una visita alla contea del North Yorkshire. Ci troviamo a venti chilometri da York, al cospetto di una delle più grandi dimore private di tutta l’Inghilterra che affonda le sue origini nel XVIII secolo.

Stiamo parlando di Castle Howard, una residenza di campagna che non è propriamente un castello, anche se le sue fattezze monumentali richiamano proprio gli edifici che da sempre popolano l’immaginario fiabesco. Se vi sembra di aver già visto l’edificio non vi sbagliate: la residenza, infatti, ha fatto da sfondo a diverse pellicole e serie televisive britanniche, nonché alla prima stagione di Bridgerton dove è apparsa come Clyvedon House, dimora del duca Hastings.

Perché vi consigliamo di visitare Castle Howard, durante il periodo dell’Avvento, è presto detto. A quanto pare, infatti, la piccola fata alata Campanellino, fedele amica di Peter Pan, ha sparso la polvere fatata sulle stanze della casa trasformando il castello in una fiaba di Natale tutta da vivere e da condividere.

Christmas in Neverland, Christmas in Neverland, l'isola che non c'è a Castle Howard

Fonte: Getty Images

Christmas in Neverland, Christmas in Neverland, l’isola che non c’è a Castle Howard

Natale nell’Isola che non c’è: una fiaba da vivere

Christmas in Neverland, è questo il nome dell’evento più magico e suggestivo di questo Natale, quello che ha già preso vita all’interno delle stanze della residenza di campagna del North Yorkshire. Il nome, altro non è che un preludio all’esperienza che si andrà a vivere: grandi e bambini potranno vivere una favola straordinaria nell’Isola che non c’è.

Per l’occasione, la casa si è trasformata nel regno di Peter Pan. Decorazioni sontuose, luci scintillanti, installazioni creative e proiezioni evocano tutti quegli scenari che ci hanno accompagnato durante l’infanzia e che renderanno reale un mondo che, fino a questo momento, è sempre stato confinato solo alla fantasia.

Un’esperienza unica e straordinaria che passa per percorsi che travolgono e sconvolgono i sensi e che al contempo consentono di immergersi in tutta la magia del Natale. Sì perché a Castle Howard non ci sono solo Peter Pan, Campanellino, Wendy e Capitan Uncino ad attendere gli ospiti, ma anche Babbo Natale con la sua corte presente con un unico scopo: quello di trasformare i sogni di grandi e bambini in realtà.

L’evento, inaugurato l’11 novembre, durerà fino al 7 gennaio. I biglietti partono da 20 euro a persona. Per raggiungere il castello fatato vi basterà prendere la seconda stella a destra e proseguire dritto fino a Castle Howard.

Christmas in Neverland, la fiaba di Natale a  Castle Howard

Fonte: Getty Images

Christmas in Neverland, la fiaba di Natale a Castle Howard
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In Sardegna al lavoro la prima rete di bike hotel

Quando si pensa ad una vacanza in Sardegna, una delle prime immagini che ci vengono in mente è una spiaggia meravigliosa, poco affollata e lambita da acque cristalline: in realtà, l’isola ha molto altro da offrire, e non solo durante la stagione estiva. È, ad esempio, la meta perfetta per fare eco-turismo, concedendosi un’esperienza slow in sella alla propria bici. A questo proposito, nasce la prima rete di bike hotel per accogliere tutti quei visitatori che vogliono andare su due ruote alla scoperta delle località più suggestive della Sardegna.

La rete di bike hotel in Sardegna

Sempre più spesso, i turisti scelgono di viaggiare in modo più responsabile e sostenibile, riducendo le proprie emissioni senza però rinunciare alla bellezza della scoperta. E la bici è il mezzo di trasporto ideale: economico, green e persino divertente, permette di raggiungere distanze anche piuttosto lunghe ammirando nel contempo paesaggi meravigliosi. In Sardegna, nasce adesso la prima rete di bike hotel per soddisfare proprio questa esigenza in crescita. Si tratta di 25 strutture ricettive, sparse tra la costa occidentale e l’entroterra sardo, dedicate proprio all’accoglienza di coloro che viaggiano in bici.

Ma che cosa significa, nello specifico, prenotare un soggiorno presso un bike hotel? È un’esperienza a tutto tondo, realizzata proprio per poter vivere una vacanza all’insegna della scoperta del territorio su due ruote, senza doversi preoccupare di null’altro che pedalare. Le strutture che aderiscono all’iniziativa si fanno carico infatti di tutto quello di cui c’è bisogno: dal trasporto in navetta al ricovero delle bici, dall’organizzazione degli itinerari adatti a ciascun ospite ai suggerimenti sulle esperienze da fare nei dintorni. E se non avete un mezzo di trasporto con cui muovervi, potrete noleggiare una bici in loco e godervi l’avventura.

Le località da visitare

Al momento, la rete di bike hotel include 25 strutture che coprono una buona parte della Sardegna occidentale. Una delle zone senza dubbio più affascinanti è quella che copre la provincia di Sassari, dove si snodano alcuni dei sentieri migliori da affrontare in sella alla propria bici. È il caso del tour tra le mura di Castelsardo, grazioso borgo affacciato sul mare che vanta un centro storico di stampo medievale: dura tre ore e ha un dislivello di 500 metri, perfetto dunque per chi ha un minimo di praticità sulla due ruote.

Per chi ama la natura incontaminata, c’è poi il tour dell’isola dell’Asinara: dopo aver lasciato il traghetto, ci si immerge nel verde del Parco Nazionale dell’Asinara, ammirando la fauna selvatica e i panorami più suggestivi – tra cui una vista mozzafiato sulla famosa spiaggia di Stintino. Un po’ più impegnativo è il tour di 7 giorni tra i borghi del nord-ovest della Sardegna, che attraversa città magnifiche come Alghero, Bosa, Sassari e Castelsardo: si possono scoprire non soltanto paesaggi da sogno, ma anche antiche tradizioni e culture che rendono quest’isola così speciale.

È invece in provincia di Oristano che ci si può concedere il tour della Penisola del Sinis, tra spiagge incantevoli e selvagge. Si tratta di un’intera giornata passata in sella, alla scoperta di un’oasi dall’aspetto paradisiaco, immersa nella macchia mediterranea. Mentre l’itinerario del benessere, che conduce proprio verso la città di Oristano, è un’esperienza di una settimana che offre la possibilità di vivere paesaggi meravigliosi ed esperienze di ogni tipo, dalle degustazioni enogastronomiche al viaggio attraverso le testimonianze dell’antica civiltà nuragica.

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Le Seychelles sono il vero paradiso terrestre moderno

Quello delle Seychelles è uno degli arcipelaghi più belli al mondo e se non ci siete ancora stati vi convinceremo che è il momento giusto per organizzare un viaggio in una delle splendide isole.

Le Seychelles sono isole che vivono di turismo e i loro punti di forza sono l’ambiente incontaminato e le meravigliose spiagge. Gli italiani le amano, tanto che quest’anno sono aumentati del 5 per cento i nostri connazionali che ci sono andati.

Sostenibili Seychelles

E, proprio per mantenere intatto il paesaggio, di recente è stato avviato un progetto intitolato “Sustainable Seychelles” che ha l’obiettivo di garantire che le Seychelles rimangano una destinazione incontaminata ed ecologicamente consapevole, promuovendo la cooperazione e il coinvolgimento attivo di tutti, al fine di preservare questo paradiso per le generazioni future.

La Digue, l’isola car free

Uno dei più importanti esempi di sostenibilità delle Seychelles è l’isola di La Digue, da anni ormai car free e dove ci si muove solo in bicicletta. Un piccolo paradiso in Terra, dove non esiste inquinamento e “dove trascorrere una vacanza rigenerante”, ha spiegato Bernadette Willemin, Direttrice Generale Marketing di Tourism Seychelles in occasione della fiera TTG del turismo che si è tenuta a Rimini lo scorso ottobre.

L’esempio di Denis Island

Altro esempio virtuoso è Denis Island, che incarna la straordinaria fusione tra la natura incontaminata e un impegno verso la sostenibilità. Situata a 90 chilometri a Nord-Est di Mahé, questa gemma delle Seychelles è un paradiso terrestre di bellezze naturali senza pari. E per mantenere il suo aspetto, da qualche mese ha completato l’espansione fotovoltaica, che ha visto il parco solare dell’isola più che triplicato in dimensioni e capacità.

L’isola oggi è in grado di generare circa 720.000 KWh di elettricità all’anno e funziona quasi esclusivamente con energia verde. Questa iniziativa non solo ha notevolmente ridotto l’impronta di carbonio dell’isola, ma l’ha anche trasformata in un modello per il turismo sostenibile.

È spuntata una nuova isola

E un altro segnale che il governo delle Seychelles sta andando nella direzione giusta è arrivato da una notizia che ha fatto il giro del mondo a proposito della scoperta di una nuova isola che sarebbe emersa dopo un ciclone tropicale avvenuto nel 2016 nell’atollo di Farquhar e che starebbe continuando a crescere. A comunicarlo è stata la Island Conservation Society (ICS) mentre la Islands Development Company (IDC) ha chiamato questa nuova formazione Derrick’s Sandbank, prendendo spunto dal nome di una gru da carico proveniente da una nave naufragata nelle vicinanze.

Isole fuori rotta

Bernadette Willemin ha voluto ricordare però che, oltre alle isole più famose, come La Digue, Mahé, Praslin, ce ne sono molte altre che dovrebbero essere visitate perché non sono tutte uguali, ma ognuna con le proprie caratteristiche e particolarità. “Ci sono molti scorci poco conosciuti che meritano di essere scoperti”, ha raccontato “io consiglio vivamente di fare una crociera tra le isole interne e andare all’avventura.

Alcune isole sono paradisi dell’ornitologia, come Île St. Pierre, per esempio, una delle tante piccole isole al largo della baia di Côte d’Or e che fa parte dell’Area Marina Protetta del Curieuse Marine National Park. Le rocce di granito che emergono dal mare con la loro piccola corona di palme incarnano bene l’essenza di una tipica isola delle Seychelles”.

Gli atolli delle Seychelles

Ma non tutte le isole dell’arcipelago hanno lo stesso aspetto. “Meritano di essere scoperti anche gli atolli piatti, completamente diversi dall’immagine che si ha delle Seychelles, come Aldabra, Providence, Cosmoledo e altri ancora. Qui si ha proprio la sensazione di essere un moderno Robinson Crusoe. E non è necessario soggiornare in hotel di lusso, che certamente non mancano, anzi, ci sono molti cinque stelle, ma esistono alloggi per tutte le tasche, immersi nella natura e molto semplici”.

Non solo isole

Sostenibilità e autenticità sono quindi i mantra in questo splendido Paese circondato dall’Oceano Indiano, e in un viaggio alle Seychelles non deve mancare un’altra componente molto importante: “Consiglio vivamente di venire in contatto con la popolazione locale, con la sua cultura, visitando per esempio i mercati per scoprire spezie e manufatti, e di provare la gastronomia, di conoscere le ricette delle nonne che sono le più autentiche, specie nella Capitale Mahé”.

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Mogán, una meta da non perdere a Gran Canaria

Tra le mete preferite dagli europei (e non solo) in qualsiasi stagione dell’anno c’è senza ombra di dubbio Gran Canaria. Si tratta di un’isola di origine vulcanica davvero eccezionale: è nota come il “continente in miniatura” per via dei suoi paesaggi variegati e dei suoi forti contrasti. E proprio qui, in questo lembo di terra dal mare cristallino, sorge una cittadina turistica da visitare assolutamente: Mogán.

Mogán: la “piccola Venezia delle Isole Canarie”

Mogán è una graziosa cittadina che sorge nella parte Sud-Occidentale di Gran Canaria. È un vero e proprio gioiello accarezzato dal mare e protetto da alte montagne. Un posto speciale, quindi, e che include anche due città di pescatori: Arguineguín e Puerto de Mogán. Quest’ultimo, poi, è davvero particolare perché le fa vantare il soprannome di “piccola Venezia delle Isole Canarie” per via della presenza di alcuni curiosi canali e minuscoli ponti.

Certo, il paragone è piuttosto esagerato, ma ciò non toglie che sia una realtà molto pittoresca, uno dei gioielli più belli delle Isole Canarie.

Mogán, "la piccola Venezia"

Fonte: iStock

Uno scorcio di Puerto Mogán

Ci sono poi le spiagge, tantissime, che nel corso del tempo si sono sviluppate in sei centri residenziali: Arguineguín, Patalavaca, Anfi del Mar, Puerto Rico, Amadores, Tauro, Playa del Cura, Taurito e Puerto de Mogán. Insomma, Mogán ha davvero molto da offrire, una di quelle tappe da fare assolutamente se si vola a Gran Canaria.

Cosa vedere a Mogán

Senza ombra di dubbio, una delle maggiori attrazioni turistiche di questa città spagnola è Puerto de Mogán. Ma non c’è da sorprendersi: vanta una spiaggia dalla sabbia nera tipica dei vulcani, lambita da un mare cristallino e spesso anche riparato dai venti. In più, mette a disposizione un pittoresco porto che è in grado di ospitare piccole imbarcazioni e yacht di di lusso.

Passeggiando tra canali e ponti, è possibile scovare casette di calce bianca con porte e finestre colorate – nessuna con più di due piani perché il governo di Gran Canaria limita le nuove costruzioni che superino quell’altezza – che sembrano volersi arrampicare alla montagna scura che gli fa da cornice e che si getta nel mare.

Poi ci sono gli edifici religiosi come la Chiesa di Sant’Antonio da Padova, che vanta una copertura in legno lavorato. Molto interessante è anche il cosiddetto Molino Quemado, che tradotto vuol dire “mulino bruciato”. Un’attrazione davvero importante perché, nel 2002, è stata classificata come sito del patrimonio nella categoria etnologica.

Molino Quemado, di Mogan

Fonte: iStock

Il bellissimo Molino Quemado

In più, in questo grazioso comune sono presenti tre siti classificati come proprietà di interesse culturale nella categoria “zona archeologica”: Cañada de los Gatos o Lomo los Gatos (“valle dei gatti”), Cañada de la Mar (“valle del mare”), e la Cogolla de Veneguera.

Poi ancora Arguineguín, un tipico villaggio di pescatori, dove ogni martedì va in scena il mercato più grande dell’isola. Un luogo che, nonostante il grande sviluppo turistico, conserva ancora la sua essenza originale.

Spiagge e mare

Mogán si presta perfettamente per fare vacanze all’insegna del mare per via delle sue tante meravigliose spiagge. Una di queste si chiama proprio Playa de Mogán e si distingue per essere accogliente, riparata dai venti eccessivi ed ideale per tutta la famiglia: è ricca di servizi.

Molto interessante è anche Playa de Amadores che, nei fatti, è molto più tranquilla della precedente. Pur essendo un’insenatura artificiale protetta da due barriere, è bagnata da un mare che più volte si è meritato la Bandiera Blu. Inoltre, è perfetta per fare un bagno perché qui l’acqua è sempre calma e priva di onde.

C’è poi Playa de Taurito che rispecchia il vero e proprio significato della parola “tranquillità” perché è generalmente poco affollata e non invasa dalla vita notturna. In più, è composta di sabbia morbida e sottile e anche nel suo mare sventola la Bandiera Blu.

Pur essendo inserita in un contesto residenziale di lusso, la Playa de Anfi del Mar è aperta a tutti. Sfoggia una lunghezza di circa 80 metri in cui giace una sabbia bianchissima accarezzata da acque limpide e particolarmente calme. Sembra quasi di stare in piscina e non a caso è particolarmente frequentata dalle famiglie con i bambini.

Playa del Tauro si distingue per essere isolata e riservata e per presentarsi come una distesa di sabbia dorata che quasi trasmette la sensazione di prendere il sole sdraiati su una spiaggia caraibica.

Infine, la Playa de Puerto Rico che vanta sabbia dorata e che si estende per circa 300 metri. Ma non solo, perché questo è lo spot ideale per chi vuole divertirsi con gli sport acquatici: moto e sci acquatici, escursioni in barca, vela, pesca in alto mare, paracadutismo nautico e molto altro ancora.

Playa de Mogán, Gran Canaria

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La bellissima Playa de Mogán

La natura di Mogán

Mogán è molto interessante anche dal punto di vista naturale. Ad attirare l’attenzione sono, senza ombra di dubbio, il Macizo del Suroeste, con una grande ricchezza biologica e il Barranco de Veneguera che regala paesaggi desolati. Ai piedi di queste meraviglie della natura sorge una altro grande tesoro prezioso: la peculiare formazione rocciosa di Los Azulejos che fa innamorare per i suoi colori che riescono a sfumare dal rosso all’azzurro, passando per varie tonalità di giallo.

Mogán è anche la zona ideale per chi vuole solcare sentieri in mezzo alla natura, come i tragitti da fare tra le pinete del Parque Natural de Ojeda, Inagua e Pajonales, in cui risiede la Presa de Soria, un grande lago verde circondato da incredibili palmeti.

Feste e tradizioni

Infine, sappiate anche che Mogán è il posto perfetto anche per fare un viaggio all’insegna dell’autenticità perché è ricca di feste e particolari tradizioni. Da queste parti, infatti, si festeggia San Antonio de Padua el Chico il 13 giugno e San Antonio el Grande la prima domenica di agosto. Ma la cosa interessante è che si fa una festa che unisce tutti i municipi e nella quale viene intonato un particolare canto tradizionale, chiamato “de los Pajaritos”.

Arguineguín e Puerto de Mogán celebrano con molta vivacità la Vergine del Carmen dove è tradizione trasportare su barche le immagini della Vergine da un punto all’altro della costa del municipio.

Insomma, se si visita la sorprendente Gran Canaria non può di certo mancare una sosta presso la vibrante cittadina di Mogán.

Le spiagge di Mogán

Fonte: iStock

La magica Playa de Anfi del Mar
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Nassau, la pittoresca e colorata Capitale delle Bahamas

Nell’immaginario comune le Bahamas sono un insieme di isole che si rivelano dei vari paradisi tropicali: spiagge bianche, mare da sogno e natura scintillate. Ma la verità è che questo arcipelago corallino costituito di 700 isole e isolette ha tantissima storia alle sue spalle, e in più possiede anche una città che è una vera e propria metropoli caraibica.

Il posto in questione è Nassau, Capitale del Paese, che si distingue per essere una città brulicante di vita, dove prendersi calde pause in graziosi caffè, locali e ristoranti per poi andare a divertirsi grazie a una vita notturna eccitante. Ma non solo, perché qui ci sono anche la storia, l’arte e la cultura, tutte incorniciate da incantevoli spiagge che sono esattamente come abbiamo sempre sognato.

Dove si trova Nassau

Nassau è una colorata realtà di circa 250.000 abitanti che le valgono il titolo di città più popolosa delle Bahamas. Si trova sull’isola di New Providence ed è una località che colpisce sin dal primo istante per via del suo paesaggio colorato e ricco di architetture di epoca coloniale.

A rendere il tutto ancor più speciale è il suo clima tropicale che regala estati praticamente perenni, stagioni ideali per scoprire la pressoché infinite bellezze naturali di questo arcipelago che pare esser caduto in terra direttamente dal paradiso.

Cosa vedere in città

Mare e spiagge sicuramente, ma Nassau vale la pena visitarla anche per le altre bellezze che possiede. Uno dei suoi punti più pieni di vita è Bay Street, la via dello shopping e anche una delle più antiche strade transitabili dell’arcipelago delle Bahamas. Sarà come camminare in un sogno: in questa strada si affacciano le tipiche casette locali dai colori pastello, che trasmettono la sensazione di fare una passeggiata dentro un arcobaleno.

Un passo dopo l’altro si arriva allo Straw Market, dove poter ammirare (e comprare) curiosi oggetti di paglia. Tra palazzi con colonnati palladiani e chiese inglesi in stile gotico, si ha l’occasione di visitare l’Ardastra Garden, un giardino popolato di ben 300 specie di animali che dimorano in una natura lussureggiante.

Per fare un vero e proprio tuffo nella cultura e nella storia della città, il posto ideale è il  Museo dei Pirati di Nassau che è ricco di ricostruzioni di battaglie, armi e suppellettili della vita quotidiana dei pirati. Altri musei interessanti sono il Pompey Museum, dove conoscere più a fondo la storia degli schiavi e della loro liberazione; il National Art Gallery, dedicato agli artisti del luogo e l’Historical Library Museum.

Poi alzate gli occhi al cielo per ammirare le vette del Colle Bennet: vedrete svettare nell’azzurro il Fort Fincastle, costruito nel 1793 in pietra calcarea. La struttura è eccezionale, e in più permette di inebriarsi di una vista magnifica che spazia sul centro storico e sul porto della città.

Per arrivarci dovrete superare la Queen’s Staircase, vale a dire la Scala della Regina, costruita nella roccia tra il 1793 e il 1974 dagli schiavi e composta di 66 gradini. Infine, ricordatevi di fare visita al Parco Nazionale Retreat, il posto più verde della città, dove sopravvive una delle più ampie collezioni al mondo di palme rare ed esotiche insieme a tantissimi fiori tropicali multicolore.

Mare e spiagge

Non si può fare un viaggio a Nassau senza scoprire la bellezza del suo mare e la grandiosità delle sue spiagge. Purtroppo ci è impossibile raccontarvele tutte, ma tra le più belle c’è senza ombra di dubbio Cabbage Beach, un paradiso di sabbia bianca lambito da limpide acque turchesi.

Vale la pena fare un salto anche a Cable Beach che sorge nella zona dedicata al divertimento: casinò, parchi acquatici, boutique, bar e ristoranti sono il ritrovo dei locali e dei turisti provenienti da tutto il mondo.

La spiaggia migliore per le famiglie è Jaws Beach, perché offre acque poco profonde che si rivelano il top per far giocare in sicurezza i più piccoli.

Infine una spiaggia che possiede un nome che è tutto un programma: Love Beach, perfetto nido d’amore per tutte le coppie in viaggio a Nassau perché si trova fuori dal centro cittadino, rivelandosi particolarmente tranquilla e non troppo affollata.

Quel che è certo, è che qualsiasi spiaggia sceglierete vi permetterà di rilassarvi sotto l’ombrellone, prendere il sole, fare il bagno, snorkeling, andare al largo per le immersioni e persino nuotare con i delfini.

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C’è ancora speranza: nasce una nuova isola paradisiaca

Il cambiamento climatico è un vero e proprio dramma dei nostri tempi e i cui terribili frutti sono visibili costantemente da ognuno di noi. Eppure, a circa 1600 km dalla costa orientale dell’Africa e nel bel mezzo dell’Oceano Indiano occidentale, sta avvenendo qualcosa che va in una direzione completamente opposta: sta nascendo una nuova isola paradisiaca.

La nuova isola delle Seychelles

Ci troviamo alle Seychelles, straordinario arcipelago di 115 isole al largo dell’Africa orientale, dove sopravvivono pazzesche barriere coralline, spiagge da sogno e riserve naturali davvero uniche nel loro genere.

E proprio qui, e più precisamente nell’atollo di Farquhar, a seguito di un ciclone tropicale avvenuto nel 2016, è emersa una nuova isola che ancora oggi sta continuando a crescere. Ad affermare quanto appena detto è stata l’Island Conservation Society (ICS) che ha riferito anche che una nuova formazione è stata chiamata Derrick’s Sandbank dalla Islands Development Company (IDC). Una denominazione nata prendendo spunto dal nome di una gru da carico proveniente da una nave naufragata nelle vicinanze.

Si tratta di un sorprendente banco di sabbia che è sorto a circa 16 km a sud-ovest dell’insediamento dell’IDC sull’Isola Nord di Farquhar, e che a quanto pare in questi anni sarebbe cresciuto notevolmente: da 0,3 ettari nel 2015 a 7,8 ettari nel 2023.

L’ICS ha monitorato attentamente questa formazione utilizzando dispositivi GPS per misurare le dimensioni, registrando anche l’altezza delle piante e degli alberi presenti sul suo territorio.

Perché è un evento estremamente positivo

Gregory Berke, direttore per la conservazione e la scienza dell’ICS, ha sottolineato l’importanza di questa nuova nascita in un momento in cui i cambiamenti climatici stanno causando erosione costiera e innalzamento del livello del mare, in Italia come nel resto del mondo (Seychelles comprese).

La documentazione della formazione di una nuova isola, infatti, può fornire preziose informazioni che possono rivelarsi utili per affrontare le sfide legate al cambiamento climatico e alle misure di adattamento.

Il banco di sabbia è diventato terraferma alla fine del 2019, e nel giro di poco tempo si è trasformata della dimora di colonie di uccelli marini in riproduzione. Si tratta perciò di una vera e propria nuova terra, una sorta di nuovo  mondo – seppur attualmente non troppo esteso – privo di predatori come ratti e gatti. Per questo motivo, è oggi l’ambiente ideale per la nidificazione di specie di uccelli marini, tra cui sterne maggiori e sterne dal ciuffo.

Non è da sottovalutare assolutamente la presenza di questi animali, perché nei fatti contribuirà ad aumentare la fertilità delle sabbie e favorirà lo sviluppo della vegetazione, promuovendo la solidificazione della struttura dell’isola.

William McNeely, responsabile della conservazione dell’atollo di Farquhar, ha dichiarato che, sebbene sia difficile prevedere se l’isola rimarrà permanente, la crescita delle piante e altri processi potrebbero alla fine portare alla creazione di un’isola stabile e resistente all’erosione.

È una nuova importantissima scoperta che rappresenta un promettente sviluppo nella conservazione ambientale e offre un esempio di come la natura può adattarsi e prosperare anche in circostanze mutevoli. La Island Conservation Society continuerà a monitorare attentamente questa formazione e a studiare il suo impatto sull’ecosistema locale.

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Esperienze spettrali sull’Isola Verde: chi ha paura dei fantasmi?

Molto più di una tendenza di viaggio, il ghost tourism è un’avventura incredibile e straordinaria che lascia senza fiato, in ogni senso, e che è destinata solo ai viaggiatori più impavidi e coraggiosi. Il trend, nato in America e diffusosi rapidamente in tutto il mondo, compreso il Bel Paese, è un invito a scoprire e riscoprire case, edifici, quartieri e città le cui storie e leggende testimoniano l’esistenza di fantasmi e di presenze inquietanti.

C’è chi da questi luoghi si tiene a debita distanza e chi, invece, è disposto a raggiungere l’altro capo del mondo pur di vivere un’esperienza da brivido, sicuramente indimenticabile. Eppure, non c’è bisogno di allontanarsi poi così tanto dalle mete europee più frequentate dai turisti perché esiste un’isola, conosciuta per il suo incredibile fascino, che nasconde un lato misterioso e inquietante che in pochi conoscono.

Ci troviamo in Irlanda, tra scogliere mozzafiato e paesaggi verdeggianti che si perdono all’orizzonte, tra castelli, storie, leggende, passato e presente. Proprio qui, in un territorio di “Bellezza selvaggia” come lo definì Oscar Wilde, è possibile dormire con un fantasma e vivere altre esperienze spettrali di cui nessuno vi ha mai parlato.

Viaggio in Irlanda: chi ha paura dei fantasmi?

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio in Irlanda. L’Isola di Smeraldo, così chiamata per quel patrimonio paesaggistico caratterizzato da mille sfumature di verde, è un concentrato di meraviglie che passano per la storia, per la cultura, per l’arte e per la natura.

Sono tantissimi i viaggiatori, provenienti da ogni parte del mondo, che giungono qui durante l’anno per toccare con mano la grande bellezza di uno dei Paesi più affascinanti d’Europa. In pochi sanno, però, che all’ombra dei luoghi più iconici e delle tappe imperdibili irlandesi, si nascondono fantasmi e creature inquietanti legati a storie soprannaturali. Se tutto questo non vi spaventa, allora, prendete carta e penna e segnate gli indirizzi imperdibili per un tour da brivido sull’isola verde.

Kilkenny, fantasmi nella città medioevale

Fonte: Tourism Ireland

Kilkenny, fantasmi nella città medioevale

Esperienze spettrali in Irlanda: gli indirizzi da raggiungere

Se l’idea di girovagare in un castello in compagnia di un fantasma non vi spaventa e, al contrario, vi emoziona, allora l’Irlanda è la destinazione giusta da raggiungere. Meglio ancora se lo si fa ad Halloween, quando l’atmosfera diventa ancora più spettrale.

Tra gli indirizzi imperdibili di questo ghost tour irlandese, non possiamo non segnalare l’affascinante Ballygally Castle. Si tratta di un castello situato sulla Causeway Coast, in Irlanda del Nord, conosciuto per la sua bellezza scenografica, ma anche per un inquietante presenza che da secoli lo popola. Si tratta di Lady Isobel Shaw. La dama, dopo essere stata segregata dal marito nell’edificio perché non aveva dato alla luce un erede maschio, si lanciò nel vuoto dalla cima della torre. Oggi il castello è diventato un hotel frequentato da molti viaggiatori. Sono diversi gli ospiti che giurano di aver visto o sentito la presenza della lady irlandese.

Ci spostiamo ora a Kilkenny, una deliziosa città medievale situata in provincia di Leinster che da sempre affascina e attira gli amanti del turismo dell’orrore. Il suo nome, o meglio la sua fama, è collegato a Alice Kyteler, una donna accusata di stregoneria che riuscì a fuggire dal rogo, lasciando però morire la sua cameriera. Gli abitanti di Kilkenny sono certi che Alice, o meglio il suo fantasma, viva ancora in città. È stata avvistata a Kyteler’s Inn, la locanda fondata dalla stessa dama nel ‘300, e all’interno della cattedrale di San Canizio.

Raggiungendo la Wild Atlantic Way, uno dei percorsi più suggestivi e selvaggi dell’intera isola, è possibile udire le voci dei prigionieri della pirata irlandese Grace O’ Malley che ancora chiedono aiuto nelle segrete di Westport House, contea di Mayo.

Se siete amanti dei vampiri, invece, non potete assolutamente perdervi una visita al suggestivo Castello di Dublino. Qui non sono stati avvistati fantasmi, ma è bene ricordare che le stanze della fortezza hanno visto nascere uno dei più grandi capolavori del terrore di sempre: Dracula di Bram Stoker. Per celebrare il maestro dell’horror gotico, ogni anno la città di Dublino organizza il Bram Stoker Festival durante il periodo di Halloween. E quale occasione migliore, se non quella della notte più spaventosa dell’anno, per scoprire tutti i luoghi spettrali d’Irlanda?

Westport House, Co. Mayo

Fonte: Tourism Ireland

Westport House, Co. Mayo
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Isole di Andros, un meraviglioso angolo di Grecia alle Bahamas

C’è un posto del mondo che pare una fetta di paradiso caduto in terra. Delle isole – tutte comunemente chiamate con un unico nome pur avendone ognuna uno proprio – che sono un vero sogno selvaggio e rimaste praticamente intatte. Il posto in questione si chiama Andros, da molti considerato un meraviglioso angolo di Grecia alle Bahamas.

Cosa c’entrano le Bahamas con la Grecia?

È giusto porsi questa domanda, anche perché la pura bellezza delle Bahamas non ha di certo molto da invidiare all’altrettanto eccezionale Grecia. Eppure, in qualche modo, le loro storie sono intrecciate. In Grecia, infatti, esiste un’isola con lo stesso identico nome di questo paradiso delle Bahamas e, per questo motivo, secondo alcune teorie il nome Andros deriverebbe proprio dai pescatori di spugne provenienti dalla Grecia, che qui si stanziarono tantissimi anni fa per un lungo periodo.

Tuttavia, questa non è l’unica ipotesi. In molti sostengono che il nome Andros sia in onore di Sir Edmund Andros, comandante delle forze di Sua Maestà delle Barbados nel 1672 e successivamente governatore di New York, che si distinse per il suo ruolo nel crollo del dominio del New England.

Secondo altre ipotesi, invece, l’isola potrebbe aver preso il nome dagli abitanti dell’isola di Sant’Andrea (chiamata anche Sant’Andrea o San Andrés) al largo dell’Honduras perché, stando a quanto riferito, 1.400 migranti si stabilirono ad Andros nel 1787.

Non si hanno notizie chiare, quindi, sul motivo per cui questo angolo di Bahamas si chiami così, ma quel che è certo è che proprio qui, tra 1841 e il 1938, si stabilirono persone provenienti dalla Grecia per praticare la pesca delle spugne, per poi emigrare negli anni ’30 quando le spugne furono spazzate via da un’infestazione. Sicuramente, quindi, Andros conserva qualche piccolo dettaglio anche della cultura greca.

Cosa aspettarsi

Andros non è un arcipelago qualunque: è il più grande delle Bahamas, e infatti è composto da un totale di tre isole, ovvero North Andros, Mangrove Cay e South Andros, e tanti piccoli isolotti disabitati. Come è possibile intuire, si tratta di un lembo di terra con spiagge da sogno, un mare che per la sua limpidezza sembra brillare, e anche un pezzo di mondo con una delle barriere coralline più lunghe che esistano.

Ma non è finita qui, perché questo posto da favola è anche la culla di vegetazione rigogliosa ed è l’habitat perfetto di molte specie ornitologiche.

Un luogo rimasto praticamente intatto e che mette a disposizione innumerevoli avventure per gli amanti della vita all’aria aperta.

Cosa vedere

Sì, Andros è l’arcipelago più grande delle Bahamas, ma forse non ne avete mai sentito parlare perché sono le isole meno frequentate del Paese. Il motivo non è di certo da ritrovare nel fatto che sono meno belle di altre, perché è proprio la loro dimensione a rappresentare un “problema”: essendo particolarmente estese, non risultano propriamente comode per gli spostamenti che, in alcune circostanze, possono avvenire anche in aereo- anche nella stessa isola.

Ed è un peccato, perché davvero è un pullulare di meraviglie che non è facile trovare altrove. Ne è un esempio il villaggio di Red Bays che sorge sulla punta nord-occidentale di North Andros. Si tratta di un luogo abitato dai discendenti degli indiani seminole e degli schiavi fuggiti dalla Florida nel XVII e XVIII secolo che ancora si tramandano usi e costumi di un tempo per noi ormai andato. Sapete come si guadagnano da vivere? Intrecciando la paglia, attività che se catapultata nel nostro continente sembra distanti anni luce.

Decisamente affascinante è Conch Sound, un blue hole che è meraviglia geologica che lascia senza fiato e che si rivela il posto ottimale per gli amanti dello snorkeling. Non è di certo da meno Morgan’s Bluff, grotta e rifugio del temuto pirata Morgan dove, secondo il folklore, ci sarebbe un tesoro sepolto nell’oscurità, tra pipistrelli e stalagmiti. È bene specificare, tuttavia, che gli storici non hanno mai confermato che questa grotta sia stata il nascondiglio del pirata più spaventoso dei Caraibi.

Nei dintorni, tra le altre cose, ci sono meravigliose spiagge poco note, quei gioielli della natura che solo gli abitanti possono indicare ai visitatori.

Altri straordinari blu hole sorgono nell’isola di Mangrove Cay e sono tantissimi: circa una ventina, alcuni nascosti nella boscaglia e altri a due passi dalla costa. Ma del resto proprio qui, ad Andros, c’è la più grande concentrazione al mondo di queste incredibili doline marine.

Andros è anche territorio di parchi nazionali incantevoli come, per esempio, il Central Andros National Parks, situato proprio a Mangrove Cay. Oltre ai blue hole, qui sopravvivono una coloratissima barriera corallina, la terza più lunga del mondo con i suoi ben 306 chilometri, e numerose foreste di mangrovie. Gli amanti degli animali, invece, potranno avvistare le iguane bahamiane, moltissime specie di farfalle ed alcuni rari serpenti.

Chiudete gli occhi e pensate al paradiso, ecco che nella mente vi comparirà l’immagine di Congo Beach, senza che lo sappiate. Si tratta di una spiaggia dai colori argentei e lambita da un’acqua di un turchese sorprendente.

Infine, non può mancare una sosta a Crab Replenishment Reserve, un parco nazionale che occupa una superficie di 40.000 acri e in cui vivono milioni di granchi.

Curiosità e leggende

Andros è meravigliosa, ma anche pregna di curiosità e leggende. I misteri, infatti, non sono solo legati all’origine del suo nome o all’eventuale presenza di uno dei pirati più temuti di sempre. Tante questioni irrisolte sono relative anche alla sua scoperta: si narra che il primo uomo a esplorare quest’isola sia stato Amerigo Vespucci, ma in realtà non è ancora chiaro se questo fatto sia frutto o meno della fantasia popolare.

In più, questa sembrerebbe una terra abitata da straordinarie creature, come i Chickcharnees, che popolano le tante bellissime foreste di pini delle zona. Per metà uccelli e l’altra parte uomini, possiedono dei poteri che li aiuterebbero a proteggere questa isola dal male. Non a caso, sono considerati il portafortuna di tutte le Bahamas.

Ci sono poi le cosiddette Lusca, creature che sembrano draghi e che trascorrono il loro tempo nei magnifici buchi blu oceanici. Attenzione però perché, a differenza dei Chickcharnees, le Lusca non sono affatto buone: sono mostri in grado di risucchiare le loro vittime in quella profonda tana sottomarina.

Tra folklore e meraviglia, Andros deve essere una destinazione da inserire nella propria lista dei desideri.