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Tonga: 170 isole che sono un sogno a occhi aperti

Avete mai sentito parlare di Tonga? O meglio, del Regno di Tonga? Ve lo chiediamo perché è un Paese lontanissimo, spesso al di fuori del radar dei viaggiatori italiani per i costi necessari per raggiungerlo e per il tempo che ci vuole, ma che in realtà è un posto da fiaba, uno di quelli da visitare almeno una volta nella vita: è composto da 170 isole che sono una più bella dell’altra.

Dove si trova Tonga

Il Regno di Tonga è uno straordinario Stato insulare che sorge in Oceania, più precisamente in Polinesia. Lambito dall’Oceano Pacifico meridionale, prende vita a sud delle Samoa e a est delle Fiji.

Solo 36 delle sue bellissime 170 isole sono abitate, incredibili fazzoletti di terra che a loro volta sono divisi in tre gruppi principali, ovvero Vava’u, Ha’apai e Tongatapu. Ciò non toglie che anche le altre siano dei paradisi in terra fatti di spiagge bianche, barriere coralline e poi ancora foreste tropicali.

Nel 2022 sono state, purtroppo, colpite da una violenta eruzione vulcanica sottomarina che ha generato uno spaventoso tsunami che a sua volta ha comportato diversi danni. Per fortuna, ormai tutto questo è solo un lontano ricordo e Tonga è tornata ad essere l’Eden che è sempre stato, come anche le “isole degli amici”, un soprannome che questo Regno si è profondamente guadagnato per via del vibrante e accogliente carattere dei suoi abitanti.

Tongatapu, l’isola principale

Tongatapu è l’isola principale di questo meraviglioso angolo di mondo ed anche il bellissimo fazzoletto di terra in cui sorge la Capitale, Nuku’alofa, che offre un affascinante palazzo reale che illumina il lungomare. Tale edificio venne costruito nel 1867 in Nuova Zelanda in puro stile vittoriano, per poi venire trasportato sull’isola. Purtroppo non è visitabile all’interno, ma ciò non toglie che si possa facilmente ammirare l’esterno.

Nuku’alofa, Tonga

Fonte: iStock

Il lungomare di Nuku’alofa

La struttura è affiancata da un parco pubblico, il Pangao, in cui può capitare persino di assistere a cerimonie ufficiali e feste colorate. Ma le gioie sono anche per gli sportivi: qui il sabato mattina si può partecipare con entusiasmo e tifo ad una partita di calcio o di rugby. Quest’ultimo, tra l’altro, è anche lo sport nazionale.

Molto interessanti sono le tombe reali e le varie chiese della città, come la Basilica di Sant’Antonio da Padova, al cui interno le stazioni della croce sono state create con il legno della palma da cocco e impreziosite da intarsi in madreperla.

Chi vuole conoscere più a fondo la cultura del luogo deve invece dirigersi presso il mercato di Talamahu, pieno di prodotti agricoli locali, o il mercato delle pulci per gli oggetti d’artigianato.

L’isola di Tongatapu ha una forma che ricorda un triangolo e lungo la sua superficie regala numerosi punti panoramici, di interesse storico e anche spiagge che sembrano cadute direttamente dal paradiso.

Il posto ideale per scappare dalla routine, per dedicarsi alle vacanze di mare e agli sport acquatici, perché qui è davvero possibile passare le proprie giornate in spiaggia, godendo del sole e delle acque cristalline dell’oceano. E poi si può fare snorkeling e ammirare la diverssissima vita, rispetto alla nostra, degli abitanti della zona.

Le meravigliosa Vava’u

Non è di certo da meno Vava’u, un arcipelago che in molti potrebbero definire come uno dei luoghi più belli che si possano visitare al mondo. Formato da un’isola principale e una cinquantina di isole minori separate da tantissimi canali, trova uno dei suoi luoghi più eccezionale nella baia principale di Neiafu, Port of Refuge, ovvero uno dei più caratteristici golfi di approdo del sud Pacifico.

Vava'u, Tonga

Fonte: iStock

Una veduta della meravigliosa Vava’u

Uno posto davvero peculiare perché è una sorta di lungo porto circondato da numerose isole che sono disposte intorno e che lo proteggono dai venti. Si tratta anche di un luogo ideale per alloggiare, così come per fare snorkelling e diving grazie ai suoi fondali scintillati. Non mancano le possibilità di effettuare attività come kajak o crociere di più giorni su splendidi yacht.

L’Arcipelago di Ha’apai

Anche Ha’apai è un magnifico arcipelago del Regno di Tonga, come anche il luogo che rappresenta il centro geologico e geografico del Paese.

Circa 50 delle sue isole si distinguono per essere dei piatti atolli corallini e poi così, d’improvviso, ecco svettare nei cieli i vulcani Tofoa e Kao che permettono di fare un’immersione nella natura più ruvida e primordiale.

Gli abitati sono particolarmente cordiali e genuini, un popolo ospitale che vive in isole idilliache fatte di eccezionali lagune e chilometri di sabbia bianca accarezzate da un oceano limpido.

Per il resto, da non perdere sono anche le grotte del Regno di Tonga, così come vale assolutamente le pena fare un’escursione a piedi nella foresta pluviale per arrivare al cospetto di laghi vulcanici e bocche eruttive.

Infine, sappiate che è possibile scendere sulle pareti delle scogliere marine, aggrappandosi a delle corde che vi sono state appositamente posizionate.

Insomma, il Regno di Tonga è uno di quei posti che occorre visitare almeno una volta nella vita.

Ha'apai, Tonga

Fonte: iStock

Una bellissima veduta di Ha’apai
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In questa bellissima isola d’Europa gli abitanti si ribellano ai turisti

Gli abitanti di un’isola spagnola molto amata dai vacanzieri, italiani inclusi, hanno esortato i visitatori ad andarsene, per gli impatti negativi che il turismo di massa ha sull’ambiente e sul loro stile di vita. E spunta anche l’ipotesi di introdurre una “eco-tassa”. Ecco che succede.

Tenerife contro i visitatori: “Turisti tornatevene a casa”

“Turisti tornatevene a casa”. La scritta ‘shock’ comparsa da qualche tempo sui muri di Tenerife, oltre che su una delle sue più belle spiagge, la Tejta, è il grido lanciato dai residenti, stanchi ed esasperati dal turismo di massa che, a detta loro, sta rendendo l’isola invivibile. Nella soleggiata perla delle Canarie, i vacanzieri, quindi, sembrerebbero non essere più i benvenuti.

I manifestanti sono scesi in strada per chiedere un intervento contro quelli che considerano “danni irreparabili” causati dal turismo di massa nei principali centri dell’isola, come la moderna e cosmopolita Santa Cruz de Tenerife, e San Cristóbal de La Laguna, l’unica città dell’isola a essere stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

Secondo quanto riportato dalla testata locale Canarian Weekly, associazioni e ambientalisti hanno sventolato cartelli con le scritte “le Canarie non sono più un paradiso” e “le Canarie non sono in vendita“. Il malcontento degli abitanti del posto deriva dagli impatti negativi che le folle di turisti hanno su ambiente e stile di vita. Per questo motivo, chiedono di ridurre il numero di visitatori e di introdurre una “eco-tassa” per finanziare progetti di conservazione ambientale.

Le lamentele si estendono ai problemi riguardanti le fuoriuscite di liquami, i lunghi ingorghi e i danni causati dall’eccessivo turismo e dalla costruzione di nuovi complessi alberghieri lungo le popolari spiagge del sud di Tenerife, che stanno iniziando a intaccare le meraviglie naturali dell’isola. Le Canarie, però, non sono le uniche isole spagnole a voler respingere le folle di turisti. Anche le Baleari, tra cui Maiorca e Ibiza, hanno imposto un giro di vite ai visitatori indisciplinati, implementando nuove regole per i vacanzieri, come ad esempio il limite di sei drink nei resort all-inclusive.

L’impegno di Tenerife per ridurre le emissioni

Nell’ambito della gestione dell’impatto ambientale, il Ministero del Turismo e dell’Occupazione delle Isole Canarie ha partecipato alla COP28 a Dubai, ed è stata l’unica destinazione turistica spagnola a farlo. Alla conferenza, la ministra Jéssica de León ha illustrato una tabella di marcia per ridurre l’impronta di carbonio, tra cui uno strumento digitale gratuito per le imprese turistiche per misurare e ridurre le proprie emissioni.

Secondo Statista, nel 2022 più di 5,8 milioni di turisti si sono recati a Tenerife. Quasi tre milioni di questi provenivano da località al di fuori della Spagna. Un portavoce dei manifestanti ha affermato che gli spazi naturali dell’isola vengono distrutti dal turismo di massa, lamentando la costante presenza di cantieri che deturpano l’ambiente e la crescita vertiginosa dei costi degli immobili, in parte dovuta alla domanda di affitti per le vacanze.

Le richieste degli abitanti sono molteplici. Tra queste, che venga limitato il numero di coloro che si trasferiscono a tempo pieno sull’isola, così come gli acquisti di una seconda casa. Si chiede, inoltre, oltre all’introduzione dell’eco-tassa, anche quella di un tetto al numero di turisti che arrivano sull’isola. Tenerife, però, non è l’unica a voler mettere un freno al turismo di massa. Anche Lanzarote ha recentemente sconvolto i visitatori, quando ha annunciato di volersi spostare al turismo di qualità, mentre Barcellona ha visto aumentare le proteste contro l’alto numero di persone che visitano la città.

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Isole di Luce: l’Italia regala uno spettacolo mai visto

Natale è un periodo coloratissimo in tutta Italia: da Nord a Sud, passando per le isole, il Paese si accende di luci e brilla di magia. Ma quest’anno c’è qualcosa di ancora più speciale, un incredibile spettacolo che è un evento mai visto prima d’ora. Si chiama “Isole di Luce”, e ora scopriremo insieme di cosa si tratta e quando vi è è possibile partecipare.

La“nuova luce” alle storiche costruzioni lacustri

I laghi Maggiore e d’Orta sono due vere perle preziosissime del nostro Paese. Tra le loro placide acque sorgono delle meravigliose isole che quest’anno beneficiano di un nuovo progetto che mira fortemente a promuovere e a valorizzare il patrimonio turistico e culturale locale. In che modo? Dando “nuova luce” alle storiche costruzioni lacustri – tra pesca e fede – presenti su entrambe le isole tramite due prestigiosi spettacoli di luce di cui i visitatori potranno godere durante tutto il periodo delle festività.

Francesco Gaiardelli, Presidente del Distretto Turistico dei Laghi, Monti e Valli dell’Ossola, tramite comunicato stampa ha fatto sapere che: “per i nostri eventi si è pensato di prediligere nuovamente una tipologia di spettacolo a basso impatto ambientale, che fosse silenzioso e suggestivo allo stesso tempo, perfetto per ricreare un’ambientazione natalizia unica nel suo genere”.

In sostanza, già in questi giorni le luci stanno ricoprendo di colori i palazzi, i monumenti più belli e gli angoli più suggestivi delle due isole. Il risultato è uno skyline eccezionale, con mille colori scintillanti che si riflettono nell’acqua e che vanno a creare una sorta di presepe galleggiante.

A partire da martedì 12 dicembre, con accensione quotidiana dalle ore 17.00 alle ore 1.00, e per tutto il periodo delle festività, palazzi e monumenti saranno valorizzati da incantevoli illuminazioni che a loro volta ricreeranno un’ambientazione magica.

Le isole scelte per questi eventi rappresentano anche due “borghi d’eccellenza” e che si prestano a meraviglia pure per la loro particolare suggestione: l’Isola dei Pescatori, uno spettacolo della provincia del Verbano-Cusio-Ossola che si affaccia sul Lago Maggiore, e l’Isola di San Giulio, unico fazzoletto di terra “galleggiante” del Lago d’Orta e vero e proprio gioiello della provincia di Novara

Lo spettacolo sull’Isola dei Pescatori

Una serie di proiettori hanno già iniziato a modificare radicalmente l’isola che è proprio adesso protagonista di un’atmosfera di festa riflessa sull’acqua. Lente animazioni danno vita a centinaia di combinazioni di colore sempre diverse che coinvolgono tutta la superficie.

L’Isola dei Pescatori, infatti, è un affascinante borgo lacustre d’eccellenza e persino l’unica isola dell’arcipelago Borromeo ad essere stabilmente abitata.

Quando ci si arriva ci si ritrova di fronte un borgo da cartolina che pare dipinto sull’acqua, per poi perdersi nello spettacolare dedalo di vicoli acciottolati, lungo i quali ci si sposta rigorosamente a piedi e si ammirano le caratteristiche case colorate a più piani.

Appartenente al territorio del Comune di Stresa, offre un lungolago contornato da eleganti alberghi, dove poter assaggiare anche i biscotti tipici di Stresa, le Margheritine sfornate per la prima volta nel 1857 dal pasticciere stresiano Pietro Antonio Bolongaro e che fecero innamorare la Regina Margherita; proprio in onore della sovrana, ai fragranti biscotti venne dato il suo nome.

L’amministrazione della Città di Stresa ha accolto con grande entusiasmo l’evento “Isole di Luce” e ha ringraziato il Distretto Turistico dei Laghi per l’iniziativa che mira ad attrarre il turismo di prossimità nel periodo invernale, e quindi anche con l’obiettivo di prolungare la stagione.

Stresa, tra le altre cose, è già stata la Città del Natale dal 2021 e questa iniziativa si rivelerà un ulteriore occasione per aumentare l’interesse e la visibilità della cittadina che, in contemporanea, offrirà anche iniziative di videomapping, luminarie natalizie, mercatini di Natale, giostre, giochi creativi e altre importanti appuntamenti per grandi e piccoli.

Lo spettacolo sull’Isola di San Giulio

Non sarà di certo meno protagonista l’illuminazione presso l’affascinante e unica Isola di San Giulio, dove lo spettacolo è iniziato venerdì 15 dicembre e continuerà per tutte le festività con accensione quotidiana dalle ore 17.00 alle ore 1.00.

Da non perdere sono le stelle di Giotto con un’installazione che unisce poesia, spettacolo e misticità. L’isola è infatti dipinta di toni blu chiaro e scuro con alcuni elementi giallo oro.

L’Isola di San Giulio, sul Lago d’Orta, è di competenza amministrativa del Comune di Orta San Giulio ed è la costruzione più alta edificata sull’antico castello, il Seminario del 1844, oggi abbazia di monache benedettine “Mater Ecclesiae”. Altrettanto incredibile è la Basilica di San Giulio, fondata nel IV secolo, così come lo sono l’Ambone ricavato da un monolito in serpentino grigio-verde di Oira e la cripta con la teca argentea (1697) con le spoglie di San Giulio. Una strada percorre ad anello tutta l’isola, la cosiddetta “Via del Silenzio e della Meditazione” a seconda di come la si percorra.

“Nel silenzio della notte, la magia dei colori che illumina di Luce l’Isola di San Giulio, rende l’atmosfera del Lago d’Orta un piccolo scrigno di bellezza e di armonia. Fa sognare ed emozionare. Allo sguardo della Stella Cometa l’anima si riempie di Pace e lo Spirito resta ricco di Gioia e di Speranza.”, ha dichiarato il sindaco di Orta San Giulio, dott. Giorgio Angeleri.

“È un vero onore continuare la collaborazione con il Distretto Turistico dei Laghi ” ha poi commentato Cristiano Pigino, CEO Proietta SRL, sottolineando che: “Sull’ Isola di San Giulio abbiamo scelto un tema in sintonia con il luogo, sede di un antico e attivo monastero di clausura, per celebrare Giotto, genio e Maestro che ha letteralmente rivoluzionato la pittura. Le sue stelle, uniche e riconoscibili, insieme ai caratteristici toni di blu e giallo, “dipingono” l’isola nel contesto dello straordinario paesaggio naturale che la circonda. L’installazione natalizia realizzata sull’isola dei Pescatori invece vuole essere un segnale di serenità attraverso luci e colori in un momento di grandi tragedie internazionali. L’obiettivo è quello di trasmettere emozione attraverso il continuo mutare delle cromie generato da tanti piccoli proiettori led posizionati in punti strategici dell’isola. Grazie per la fiducia e l’opportunità di far parte di questi nuovi stimolanti progetti”.

Insomma, queste due spettacolari isole italiane ci regaleranno un Natale davvero unico nel suo genere.

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Benvenuti nell’isola abitata più remota del mondo

Qual è l’insediamento abitato più remoto al mondo? Non può che trattarsi di un’isola, ovviamente sperduta nel bel mezzo dell’oceano. In particolare, si tratta di Tristan da Cunha: un nome che, probabilmente, alla maggior parte delle persone dice ben poco. Il posto più vicino dove trovare stabilmente altri esseri umani è ad oltre 2.000 km di distanza, e i contatti sono ridotti all’osso anche a causa delle carenti infrastrutture. Scopriamo qualcosa in più su questo vero e proprio eremo.

Tristan da Cunha, un luogo sperduto

Geograficamente parlando, Tristan da Cunha è un piccolo arcipelago situato nel cuore dell’oceano Atlantico, tuttavia è anche il nome con cui viene conosciuta l’isola più grande – nonché l’unica abitata. Le altre (l’isola Inaccessibile, le isole Nightingale e l’isola Gough) sono dei fazzoletti di terra del tutto inospitali, ed è qui che la natura ha preso il sopravvento. Ma torniamo a Tristan da Cunha: è un’isola vulcanica attiva, dal profilo piuttosto montagnoso, la cui vetta più alta è il Picco della Regina Maria che raggiunge i 2.000 metri di quota.

L’unica zona pianeggiante è anche quella che ospita la città di Edinburgh of the Seven Seas, capitale dell’arcipelago, ed è qui che si concentrano i poco più di 250 abitanti che vivono permanentemente sull’isola. La sua caratteristica principale è la lontananza dal resto del mondo: il primo insediamento abitato più vicino è l’isola di Sant’Elena, che si trova a quasi 2.400 km di distanza. Se parliamo invece della città continentale più vicina, dobbiamo arrivare nientemeno che a Città del Capo, in Sudafrica: sono ben 2.800 km di navigazione.

Oltre alla lontananza, la difficoltà principale nei collegamenti consiste nel fatto che Tristan da Cunha non possiede né un aeroporto né un porto. La si può raggiungere solo via mare, in 5-7 giorni di navigazione con partenza dal Sudafrica, e in ogni caso occorre sbarcare al largo e poi arrivare alla costa con piccole imbarcazioni da pesca. Senza contare che, se le condizioni climatiche sono avverse, l’isola può rimanere del tutto inaccessibile anche per mesi. Insomma, siamo davvero di fronte al luogo abitato più remoto del mondo.

La storia e le condizioni di vita a Tristan da Cunha

L’isola venne scoperta nei primi anni del ‘500 dal navigatore portoghese Tristão da Cunha, che le diede il suo nome – senza tuttavia esservi mai sbarcato. Le prime spedizioni avvennero solamente più di un secolo e mezzo dopo, ma non ci fu alcun vero tentativo di colonizzare l’isola fino all’800, quando gli inglesi vi spedirono una settantina di persone: solamente quattro di esse decisero di rimanere, tra cui William Glass, che viene considerato il vero fondatore dell’insediamento. Pian piano, altri coraggiosi si aggiunsero al piccolo centro abitato, sino ad arrivare ai poco più di 250 residenti attuali.

Vivere a Tristan da Cunha non è certo facile: l’isolamento è quasi totale, e la popolazione vive principalmente di pesca, agricoltura e allevamento. C’è però tutto quello di cui si può aver bisogno, tra cui un ospedale, due chiese, una scuola e un paio di locali di ritrovo. Curiosità: sull’isola è vietata l’immigrazione, sebbene i turisti siano ben accetti – almeno i pochi coraggiosi che sono pronti ad affrontare la traversata – e ci sia la possibilità di trasferirsi momentaneamente per lavoro. Naturalmente, i problemi non mancano. A partire dalla scarsità di risorse per arrivare alla salute: studiosi hanno notato una particolare diffusione di malattie genetiche dovute alla riproduzione in un ambiente estremamente ristretto di persone.

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Eigg, l’isola “smeraldo” tutta da scoprire

A circa 24 chilometri dalla terraferma, l’isola di Eigg fa parte di un gruppo di isole delle Ebridi Esterne chiamate “Piccole Isole“: infatti, tutte insieme, Eigg, Canna, Sanday, Rùm e Muck hanno una popolazione di appena 150-200 persone.

Ed è proprio Eigg a essere la più abitata, con una comunità di 110 residenti che ha saputo farsi carico del suo futuro all’insegna della sostenibilità e dell’attenzione all’ambiente: qui, i rifornimenti arrivano via traghetto alcune volte alla settimana, un aspetto che concorre a rendere le persone consapevoli di ciò che stanno utilizzando e azzera gli sprechi.

Il vivace senso di comunità e la vita all’aria aperta di Eigg

Appena si scende dal traghetto, è An Laimhrig, il centro del molo ampliato e ristrutturato di recente, ad accogliere i visitatori, il vero fulcro della vita comunitaria: ospita l’unico negozio di alimentari dell’isola, che funge anche da ufficio postale, il bar, un negozio di artigianato, un noleggio di biciclette, un lavatoio che fornisce servizi igienici e docce per chi soggiorna in camper, e il monumento che ricorda l’acquisizione dell’isola da parte della comunità nel 1997.

Anche se i turisti sbarcano per svariati motivi, la piccola isola è ideale per chi è in cerca di vacanze attive all’aria aperta: i suoi principali punti di interesse sono, infatti, la spiaggia di Singing Sands, a nord, che “scricchiola” a ogni passo sulla sabbia di quarzo, e il gigantesco blocco di roccia nera di An Sgurr a est, una delle colline più spettacolari della Scozia da cui si gode di un panorama eccezionale verso Rùm, Skye e la terraferma, formatosi circa 58 milioni di anni fa a seguito di un’eruzione vulcanica.

Tutt’intorno, il paesaggio è plasmato da aspre pianure, brughiere, boschi, chilometri di costa e spiagge di sabbia bianca dall’atmosfera caraibica, e persino da una piccola porzione di foresta pluviale temperata.

Eigg è rimasta in gran parte incontaminata e al riparo dalle industrie che hanno modificato, invece, le campagne della Gran Bretagna: non esiste agricoltura intensiva né pesca commerciale e la costa, le spiagge e il mare vantano acque limpide e pulite.

Parola d’ordine: sostenibilità

A proposito di sostenibilità ambientale, la comunità dell’isola di Eigg è stata la prima al mondo a lanciare, nel 2008, un sistema elettrico off-grid alimentato da energia eolica, idrica e solare: i tre sistemi si completano a vicenda in modo che quasi tutte le condizioni atmosferiche siano favorevoli alla produzione di elettricità.

Certo, esistono ancora generatori di riserva per garantire l’approvvigionamento ma il 90% dell’energia proviene ormai da fonti rinnovabili e i benefici, per i residenti e per l’ambiente, sono numerosi: dal miglioramento della vita quotidiana senza i “grattacapi logistici” di quando l’isola dipendeva dai generatori diesel fino all’autosufficienza e, con la crisi energetica globale che fa salire i prezzi in tutto il mondo, anche un modo per proteggere Eigg dall’aumento del costo della vita.

Ma l’impegno per l’ambiente non si ferma: l’isola smeraldo è coinvolta in un ulteriore studio di fattibilità per verificare come potrebbe diventare “carbon neutral” ed è in cantiere la prova delle pompe di calore ad aria (che funzionano al di fuori dalla rete elettrica) per verificare quanto sono efficienti.

E, siccome per il riscaldamento la maggior parte degli isolani per ora utilizza la stufa a legna, Eigg sta portando avanti un progetto di silvicoltura sostenibile ripiantando ed espandendo i boschi per favorire la riforestazione.

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Come visitare il più grande vulcano attivo sulla terra

Le sue rocce più antiche hanno oltre 200.000 anni, si pensa che sia emerso dal mare 400.000 anni fa ed è il più grande vulcano attivo sulla Terra: stiamo parlando del Mauna Loa, le cui pendici costituiscono metà del territorio di Big Island, la più grande isola dell’arcipelago delle Hawaii. La cosa più importante da sapere? È visitabile e scoprirlo è un’esperienza unica, assolutamente da fare.

Come raggiungere il Mauna Loa

Andiamo subito alle indicazioni pratiche: il Mauna Loa si trova all’interno del Parco Nazionale dei Vulcani alle Hawaii, che può essere raggiunto dalla città di Hilo (Big Island) guidando lungo Saddle Road. Questa strada permette di raggiungere sia il Mauna Loa che il Mauna Kea, dunque per visitare il primo dovrete a un certo punto svoltare su Mauna Loa Observatory Road e continuare pioi a seguirla fino all’Osservatorio atmosferico NOAA di Mauna Loa, che si trova appena sotto la vetta.

Mauna Loa, vulcano alle Hawaii

In alternativa, venendo dalla città di Kailua, si può guidare lungo la Central Saddle Road e attraversare le colline in roccia lavica fino a quando non ci si ritroverà sempre di fronte a Mauna Loa Observatory Road. Gli esperti di escursioni di tutto il mondo, su forum specializzati, suggeriscono di pianificare la visita in primavera o in autunno, quando l’afflusso di turisti è minore e quando le condizioni climatiche consentono anche di ammirare un meraviglioso cielo stellato.

Consigli pratici per l’escursione

La vetta del vulcano può essere raggiunta solo a piedi. Una volta arrivati all’Osservatorio sarete indirizzati verso due percorsi, ma preparatevi perché entrambi sono considerati faticosi a causa del terreno accidentato e dell’alta quota. Il lato positivo è che entrambi i percorsi conducono a cabine posizionate ad hoc dov’è possibile ristorarsi e non solo: se lo si desidera è possibile pianificare escursioni che durano un paio di giorni ed è proprio all’interno di cabine debitamente attrezzate che si può soggiornare.

Mauna Loa, vulcano alle Hawaii

Le escursioni di più giorni richiedono appositi permessi che vanno ottenuti contattando il Parco Nazionale. Riguardo all’attrezzatura, gli esperti consigliano scarpe da trekking particolarmente robuste e un abbigliamento che tenga conto del fatto che sul vulcano può fare freddo e può tirare vento. Alcune aree sono anche dotate di passaggi pedonali accessibili con sedia a rotelle e passeggini, oltre che di servizi igienici.

Le osservazioni vulcaniche (e la loro importanza)

Naturalmente, tutte le visite al Mauna Loa vanno programmate dopo aver consultato i pareri, i dati e i risultati dell’International Association of Volcanology and Chemistry of the Earth’s Interior e del The United States Geological Survey. Gli esperti di questi enti si occupano infatti dell’osservazione e del monitoraggio dei vulcani delle Hawaii e hanno un occhio di riguardo per il Mauna Loa, che al netto della sua attuale inoffensività è considerato come uno dei vulcani in grado di causare grandi eruzioni distruttive.

Vulcani delle Hawaii

Diverse sezioni del vulcano sono considerate protette dall’attività eruttiva, ma gli esperti hanno più volte suggerito che uno dei maggiori rischi delle visite al vulcano è l’eventuale improvviso e massiccio collasso dei fianchi, che può però verificarsi solo nel caso in cui l’attività aumenti esponenzialmente. Dunque prima di programmare il vostro viaggio ricordatevi sempre di consultare i siti autorizzati e di raccogliere tutte le informazioni, o quando arriverete nei paraggi non vi sarà neanche concesso pensare di avvicinarvi.

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Fakarava: un’isola che è un autentico paradiso terrestre

Nell’immaginario comune gli atolli sono delle fette di sabbia, dalla forma più o meno circolare, immersi in un oceano limpido e impreziosito da spiagge bianche in cui rilassarsi a dovere. Ma la verità è che il nostro magnifico mondo non smette mai di sorprendere, tanto che ci ha donato un atollo curiosamente rettangolare e che sembra un vero e proprio paradiso in terra: Fakarava.

Dove si trova Fakarava

Fakarava è proprio tutto ciò che avete sempre sognato: spiagge idilliache di sabbia bianca e rosa e un mare che per le sue tantissime sfumature di blu pare finto. Fa parte del gruppo delle isole Tuamotu, ed è il secondo atollo più esteso della Polinesia Francese.

Situato a 450 km a nord-est di Tahiti, è un posto così bello che si fa fatica a credere che sia vero, anche grazie alla sua laguna dalla forma rettangolare che misura ben 60 chilometri per 21 chilometri.

Ma non solo, perché Fakarava è anche parte di una riserva di biosfera classificata dall’Unesco, e non a caso il suo nome significa “bella”, un aggettivo che gli calza a pennello ma che in realtà descrive solo in parte le sue qualità e caratteristiche.

Fakarava, Polinesia

Fonte: iStock

Una delle magnifiche spiagge di Fakarava

Cosa aspettarsi

Questo angolo di terra meraviglioso riesce a entrare dritto nel cuore dei suoi visitatori per la purezza della sua laguna, l’eleganza della fauna marina, la tranquilla vita nei piccoli villaggi, le luminose chiese di corallo, le tante minute pittoresche abitazioni, panetterie, caffetterie e ristoranti. Per non parlare delle sue acque cristalline che inviterebbero a fare un tuffo anche i più paurosi.

Non ci credete? Allora sappiate che il famoso pittore francese, Henri Matisse, avrebbe detto che i colori di questa terra sono stati creati per rendere libero l’uomo. L’artista, infatti, negli anni ’30 del secolo scorso trascorse tre mesi a Tahiti  e visitò anche l’atollo di Fakarava, dove fu colpito dalle infinite sfumature di blu della laguna.

Un’emozione fortissima la sua, tanto che decise di sperimentare una nuova fase del suo percorso artistico, ovvero quella del “Bleu Matisse”.

Cosa fare

La prima cosa da sapere su Fakarava è che qui sorgono due villaggi principali: Rotoava, il più grande e dove si trova l’aeroporto, e Tetamanu, con qualche bungalow qua e là. Nonostante le sue minute dimensioni, in questo secondo villaggio sorge la prima chiesa cattolica dell’isola, costruita in corallo nel 1874.

Rotoava, invece, è piena di casette particolarmente curate che si affacciano su spiagge in grado di togliere il fiato. Non è infatti un caso che a Fakarava si possano fare le immersioni più belle della Polinesia: ci vuole un attimo ad avvistare centinaia di squali, pesci di barriera, pesci spada, delfini, mante, aquile di mare e persino un giardino di coralli davvero unico nel suo genere.

Le attrazioni da non perdere

Sicuramente Fakarava è una meta da visitare se nel propio piano vacanziero c’è il mare. Ciò non toglie che ci sono anche altre deliziose attrazioni da scoprire che rendono il soggiorno ancor più speciale. Il villaggio di Rotoava, per esempio, è un piacere per gli occhi grazie alle sue case molto curate da conoscere in sella a una bici. Altrettanto carina è la chiesetta del villaggio, così come lo sono le botteghe che vendono frutta fresca e succhi. Non passano inosservati anche i curiosi alberi che si trovano ai lati della strada.

C’è poi la passe Garuae, un tratto in cui le lingue di sabbia scompaiono per lasciare un passaggio diretto tra oceano e laguna. È la più grande di tutta la Polinesia e sembra catapultare in un altra dimensione. Attenzione però: le correnti sono molto forti, e per questo non è assolutamente consigliato fare il bagno.

Poi ancora il vecchio faro di Taputavaka che fa la guardia all’oceano da più di 80 anni. Vanta un forma a piramide ed è il custode di una graziosa spiaggia con una piccola laguna di acqua bassa così trasparente da lasciare senza parole.

Faro di Topaka Fakarava

Fonte: iStock

L’antico faro di Topaka dalla curiosa forma di una piramide

L’intero atollo di Fakavara è famoso per la coltivazione delle perle nere, e per questo un’altra attrazione da non perdere è una visita all fattoria delle perle che si trova a Rotoava. Si tratta di una casetta bassa e rosa con tante boe intorno in cui ammirare la produzione e poter acquistare tanti bellissimi prodotti.

Il mare e la natura

Vi è mai capitato di non riuscire a trovare le parole per descrivere qualcosa? Ecco, questo è quello che succede quando si arriva alla spiaggia del PK9, vale a dire al Point Kilométrique 9 della strada che attraversa Rotoava a Fakarava nord.

Si tratta di una spiaggia che è una vera e propria meraviglia della natura e che, se si è particolarmente fortunati, è anche quasi deserta. Inoltre, nelle giornate di mare calmo permette di avvistare tantissimi e coloratissimi pesci.

Bellissima è anche la Lagon Bleu, raggiungibile tramite un’escursione organizzata, dove poter fare un po’ di snorkeling, per poi andare verso il motu Teahatea dove si sviluppa una laguna interna alla laguna piena di banchi di sabbia bianca e palme da cocco.

Dal villaggio di Tetamanu si può invece arrivare, sempre tramite escursione organizzata, presso la passe Tumakohua che è puntellata di deserti di sabbia rosa con in cima un po’ di verdissima vegetazione: quelle classiche immagini da cartolina che quando le vediamo nelle foto crediamo che siano frutto di qualche modifica di troppo.

Ci sono delle escursioni, infine, che possono condurre fino all’atollo vergine di Toau, a circa 20 km a nord-ovest di Fakarava. Qui prendono vita due passe che sono considerate fra le più belle della Polinesia. In più, da queste parti è possibile avvistare gli squali tigre, martello e persino tantissimi delfini. Durante i mesi che vanno da luglio e settembre, non è da escludere la possibilità di osservare anche delle grandi balene.

Come è possibile intuire, queste sono solo alcune delle spiagge e delle meraviglie naturali di Fakarava, perché questo atollo è probabilmente uno di quei luoghi che più si avvicina alla definizione di paradiso terrestre.

motu Teahatea, Fakarava

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Immagine dal drone del motu Teahatea, la laguna nella laguna
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C’è una nuova isola nel mondo: ha la forma di un cuore

Viviamo in un mondo meravigliosamente vario e infinitamente sorprendente, un pianeta che continua a stupirci con nuove destinazioni tutte da esplorare. Questa è la vera magia del viaggio, l’emozione di scoprire l’ignoto e di rimanere senza parole di fronte a panorami mai visti prima.

In un mondo sempre più urbanizzato, la bellezza naturale sembra essere ormai difficile da trovare. Ma ogni tanto, l’ingegno umano e la creatività riescono a creare qualcosa di veramente straordinario. È esattamente quello che è successo nella comunità di Luhu a Chengdu, nella provincia del Sichuan, dove un drone ha ripreso dall’alto un’isola artificiale di nuova costruzione che ha rivelato un dettaglio sorprendente: i ponti pedonali su entrambe le estremità del territorio formano il disegno di una “freccia nel cuore“.

L’intero progetto rappresenta una visione audace e innovativa del futuro dell’ingegneria urbanistica. È un esempio di come possiamo creare spazi che non solo rispettano l’ambiente, ma lo migliorano, rendendolo più bello e accogliente. Una freccia che punta verso un domani in cui la tecnologia e la natura possono coesistere in armonia, offrendo a tutti noi nuove mete da scoprire e nuovi orizzonti da esplorare.

E così, mentre il pianeta continua a svelarci i suoi segreti, continuiamo a viaggiare, guidati dalla curiosità e dall’emozione. Perché ogni viaggio è un regalo, un’opportunità per vedere il mondo con occhi nuovi e per scoprire che, non importa quanto pensiamo di sapere, c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare, da vedere e da amare.

La misteriosa isola che punta dritto al cuore

Chengdu

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Chengdu, Sichuan

Nel cuore della provincia del Sichuan, la città di Chengdu ha rivelato un tesoro nascosto che ha entusiasmato coloro che hanno avuto la fortuna di vederlo. Una ripresa aerea effettuata da un drone ha svelato una nuova isola artificiale nella comunità di Luhu, un gioiello urbano che ha catturato l’attenzione di tutto il mondo.

Ma non è solo la novità di quest’isola a stupire, bensì il suo design unico e affascinante. I ponti pedonali su entrambe i lati dell’isola formano, infatti, il disegno di una freccia nel cuore. Questo simbolo d’amore, incastonato tra l’acqua scintillante del lago e il verde rigoglioso degli alberi, crea un paesaggio davvero unico, di straordinaria bellezza.

Non è solo un meraviglioso esempio di ingegneria, ma è anche un luogo dove la frenesia della vita urbana si fonde con la tranquillità della natura, creando un’oasi di pace in mezzo alla città. Soprattutto, un luogo che ricorda a tutti noi l’importanza del più puro dei sentimenti: l’amore.

Inoltre, l’isola artificiale nella comunità di Luhu è diventata un importante punto di riferimento non solo per gli abitanti locali, ma anche per i visitatori provenienti da altre parti del Paese e del mondo. La sua crescente popolarità, infatti, sta attirando sempre più persone in cerca di nuove esperienze, per connettersi con gli altri, con la natura e con sé stessi.

Qui, i visitatori possono percorrere i sentieri immersi nel verde, ammirare la vista incantevole del paesaggio urbano circostante o semplicemente sedersi e godersi la tranquillità del luogo.

Chengdu: dove la modernità incontra la tradizione

Chengdu, un gioiello incastonato nel cuore della provincia del Sichuan, una città che si distingue per la sua straordinaria fusione di modernità e tradizione. Mentre i grattacieli scintillanti e le infrastrutture all’avanguardia testimoniano il suo progresso tecnologico, le sue radici profonde nella cultura tradizionale cinese continuano a pulsare vibranti sotto la superficie.

Situata nel cuore dell’omonima pianura, questa vivace metropoli è un importante centro economico e culturale ricco di vita ed energia. Tra le principali attrazioni vi è senza dubbio il famoso parco dei panda, un luogo incantevole che offre ai visitatori l’opportunità unica di osservare da vicino questi grandi animali, simboli indimenticabili della fauna selvatica cinese.

Ma la città è anche un punto di riferimento per l’innovazione e il progresso, come dimostra la recente apertura della più grande fattoria automatica di verdure al mondo, un esempio straordinario di come l’agricoltura urbana stia prendendo piede in Cina.

Inoltre, quest’anno Chengdu ha raggiunto un altro traguardo significativo, diventando la Capitale Culturale dell’Asia Orientale. Questo riconoscimento ha segnato l’inizio di un periodo ricco di attività e celebrazioni che hanno valorizzato la vivace cultura artistica e creativa della città.

Uno dei progetti più affascinanti è stato senza dubbio il nuovo museo “fluttuante“, una struttura futuristica che sembra uscita direttamente da un romanzo di fantascienza. Questo edificio straordinario, infatti, con la sua architettura audace e innovativa, simboleggia perfettamente lo spirito di Chengdu: una città orientata al futuro che non dimentica la sua storia.

Chengdu

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Chengdu, Sichuan
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Apre per la prima volta un’isola privata: un Natale da re

Avete mai pensato di passare il Natale al caldo, su una spiaggia tropicale lambita da un mare da favola e, soprattutto, su un’isola privata? Bene! Se questo è uno dei vostri desideri, sappiate che può diventare realtà perché è ora possibile trascorrere questo Natale come se si fosse dei re: è aperta al pubblico per la prima volta a dicembre Necker Island, la famosa isola privata di Sir Richard Branson.

Necker Island, cos’è e dove si trova

Nell’ormai lontano 1979 Richard Branson, imprenditore britannico, fondatore del Virgin Group e un uomo con un patrimonio che nel 2020 ammontava a circa 4,3 miliardi di dollari, decise di acquistare Necker Island, facendola diventare di fatto un’isola privata.

Necker Island è un paradisiaco fazzoletto di terra delle Isole Vergini Britanniche che sorge poco a nord di Virgin Gorda. Acquistata all’epoca per 120.000 dollari, Branson fu obbligato a farne un’isola di lusso e di costruirvi un complesso turistico da lì a un massimo di quattro anni. Ci impiegò 3 anni e 10 milioni di dollari, e questo luogo diventò un bellissimo resort privato esclusivo.

Da quel momento in poi, in questo angolo di paradiso sono passati tantissimi personaggi famosi: nel dicembre 2007, Larry Page, cofondatore di Google, celebrò qui il suo matrimonio; il 22 agosto 2011 una delle ville dell’isola fu completamente distrutta da un incendio provocato da un fulmine della tempesta tropicale Irene, e tra le ospiti c’era la splendida attrice premio Oscar Kate Winslet; nel febbraio 2017, Barack Obama visitò Necker Island, ospite di Sir Richard Branson.

Fino ad arrivare al 6 settembre dello stesso anno, giorno in cui l’Uragano Irma distrusse la maggior parte dell’isola. Ma Brenson non si buttò di certo giù, e infatti fece partire dei lavori di ricostruzione che continuarono fino ad aprile 2018.

Oggi Necker Island è più bella che mai e, fino a poco tempo fa, prenotabile solo in buy-out. Ma a quanto pare Sir Richard Branson ha deciso di cambiare le cose.

Come passare un Natale (e non solo) da re a Necker Island

Da qualche tempo a questa parte è possibile effettuare soggiorni individuali nel corso dell’anno, per periodi limitati di tempo, presso Necker Island. Ciò vuol dire che i viaggiatori possono prenotare una camera anziché tutta l’isola. Ma la novità più grande del 2023 è la seguente: quest’anno, per la prima volta, anche a dicembre sarà possibile effettuare questo tipo di prenotazioni, proprio durante le feste.

Coloro che decideranno di farsi questo regalo, potranno prenotare una o più camere individuali tra l’11 e il 26 dicembre 2023. Ma non è finita qui, perché nel periodo che va dal 20 al 26 dicembre il soggiorno sarà impreziositi da tantissime attività tipicamente natalizie: costruzione di una casa di marzapane presso The Great House, ‘Carol-oke, karaoke di canzoni natalizie, degustazione di ottimo rum, l’immancabile incontro con Babbo Natale, olimpiadi sulla spiaggia e molto altro ancora.

Il prezzo? Purtroppo non alla portata di tutti, ma sicuramente un ricco regalo di Natale: la camera più economica costa circa 3.600 euro a notte. Tuttavia, quel che è certo è che si potrà scoprire l’incanto di una delle isole private più esclusive al mondo e si potranno anche fare avventure infinite, compreso il partecipare a una serie di eventi a tema natalizio in grado di fare felici gli ospiti di qualsiasi età.

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La Graciosa, l’isola delle Canarie priva di strade asfaltate

A solo mezz’ora da Lanzarote, nello scenario insuperabile delle Canarie, tranquilla, piccola e senza strade asfaltate né inquinamento, si trova La Graciosa, un nome una garanzia, un paradiso terrestre perfetto per chi è in cerca di assoluto relax, solitudine e di un ritrovato e rigenerante legame con la natura.

Qui tutto invita al riposo, alla calma, a godersi il clima eccezionale in ogni momento dell’anno, a prendere il sole sulla morbida sabbia dopo un tuffo in acque cristalline, a degustare il meglio della cucina caraibica e a scoprire senza fretta ogni angolo a piedi oppure in bicicletta.

La Graciosa, un eden da sogno

Non si tratta di una meta da “turismo di massa” bensì di un luogo ameno e protetto che attende i viaggiatori che amano il silenzio, la pace e che vogliono poter camminare anche a piedi nudi e visitare una spiaggia differente al giorno.

Sì perché la Graciosa, la meno conosciuta dell’arcipelago, è un vero e proprio eden balneare dove è impossibile dimenticare il costume da bagno, e le spiagge solitarie e selvagge, di sabbia candida, dorata oppure di roccia vulcanica e lambite da un eccezionale mare turchese, sono la sua attrazione principale.

A seconda del periodo, alcune sono più frequentate e altre meno, venendo incontro alle singole preferenze ma tutte vantano meravigliosi fondali che fanno la felicità degli appassionati di snorkeling grazie alla variegata e ricca presenza di flora e fauna nonché di paesaggi vulcanici sottomarini plasmati da tunnel e grotte.

E poi è davvero straordinario partire alla scoperta dei 29 chilometri quadrati dell’isola sulle due ruote, il modo migliore per esplorarla grazie a un turismo lento e a un mezzo di trasporto amico dell’ambiente, perfettamente in linea con l’ambiente protetto: le poche strade e i sentieri conducono, attraverso il paesaggio esotico, al cospetto di scorci impagabili.

Ma anche gli escursionisti e gli amanti del trekking possono trascorrere ore piacevoli percorrendo i quattro itinerari principali che svelano spiagge favolose e i maggiori punti d’interesse dell’isola: una passeggiata al tramonto è qualcosa che non si può dimenticare.

Infine, vale davvero la pena di ammirare La Graciosa dal mare prenotando un’escursione in barca e navigando in acque calme vicino alla costa: su un moderno catamarano, con il pranzo incluso, la tiepida carezza del sole e quella rinfrescante della brezza, lo sguardo si perde lungo la spiaggia la Cocina, la spiaggia Montaña Amarilla e gli isolotti disabitati dell’Arcipelago Chinijo.

La sorprendente ricchezza naturale dell’arcipelago protetto

Siamo in un paradiso terrestre, lo abbiamo detto: e, a riprova di ciò, la Graciosa è parte della Riserva Marina dell’Arcipelago Chinijo, la riserva marina più grande in Europa con i suoi 70.700 ettari.

Realizzata nel 1995 per assicurare una gestione sostenibile della pesca, vanta un ambiente marino tra i più ricchi e vari delle Canarie dal punto di vista biologico dove, finora, sono state catalogate ben 304 specie di macroalghe.

Le risorse delle limpide acque attirano moltissimi uccelli marini tra cui la berta maggiore (l’esemplare più diffuso) e, tra le specie più rare e a rischio, l’uccello delle tempeste facciabianca, il falco della Regina e il falco pescatore.

Altro punto forte della riserva è la reintroduzione della foca monaca, oggi in serio pericolo di estinzione a livello mondiale.