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Alla scoperta dell’isola di Gorgona, scrigno mediterraneo

Gorgona è la più piccola isola dell’arcipelago toscano e, insieme a Capraia, Pianosa, Elba, Giglio, Giannutri e Montecristo, costituisce il Parco nazionale arcipelago toscano. COme tutte le isole, anche questa si può visitare. Ma ci sono delle regole e delle limitazioni severissime.

Un po’ dovute alla tutela ambientale del luogo, essendo Gorgona famosa per essere ancora un’isola piuttosto selvaggia. Un po’ per tutelare i suoi abitanti che sono alquanto particolari…

Paradiso naturalistico

Lungo la sua costa, s’incontrano insenature suggestive e deliziose piccole baie, come Cala Scirocco, con la Grotta del bove marino, un tempo rifugio delle foche monache. Verso ponente, la costa si fa più aspra e cade a picco sul mare, mentre se ci si dirige verso levante digrada formando tre piccole cale: Cala Maestra, Cala Marcona e Cala Scirocco. Una più bella dell’altra. Un paradiso naturale. Da salvaguardare.

La presenza umana

Sull’isola di Gorgona ci sono anche tracce della presenza dell’uomo, A partire dal piccolo porto attorno al quale s’è sviluppato l’abitato principale. Borgo di pescatori, oggi conta meno di dieci abitanti che vivono stabilmente nel paese

Benché l’isola sia ancora piuttosto incontaminata, vi si trovano anche due antiche fortificazioni: la Torre Vecchia e la Torre Nuova. Più in alto c’è poi Villa Margherita, costruita sui resti romani.

Fu scelta nel V secolo come luogo ideale dai monaci eremiti che edificarono il Monastero di Santa Maria e di San Gorgonio dei quali oggi abbiamo solo alcuni resti. Della Chiesa di San Gorgonio, invece, si possono ammirare i restauri effettuati nel XVIII secolo e i vicini magazzini utilizzati dai monaci per il trattamento e la conservazione delle acciughe sotto sale, una risorsa primaria dell’isola fino al secolo scorso.

L’ultima isola-carcere

I veri abitanti dell’isola sono coloro che vivono rinchiusi nel carcere. Gorgona è, infatti, l’ultima isola-carcere attiva in Europa nonché la più piccola. La ricchezza naturalistica, unita al fascino di un luogo modello di recupero sociale (qui i carcerati coltivano le vigne e gli ulivi imparando così un mestiere), la rendono una tra le isole-carcere più amate dai visitatori.

Visitare l’isola di Gorgona

Il parco, in collaborazione con l’Amministrazione penitenziaria, programma nella bella stagione escursioni per far conoscere questo territorio protetto, seppure con alcune limitazioni dovute da una parte al regime carcerario e dall’altra alla tutela della biodiversità del luogo.

Dal 2 marzo sono aperte le prenotazioni online per visitare Gorgona. Le visite iniziano il 19 marzo partendo da Livorno. La visita consiste in un’escursione trekking con una guida lungo il percorso autorizzato. Le escursioni possono essere effettuate solo se si è dotati di scarpe da trekking con suola scolpita.

L’itinerario escursionistico è lungo 6 chilometri, con un dislivello di 250 metri, quindi piuttosto semplice, per una durata di circa tre ore.

Info utili

Per la conferma della prenotazione è necessario compilare, almeno una settimana prima, un modulo completo di tutti i dati anagrafici che verranno trasmessi alla Polizia Penitenziaria per i necessari controlli.

In base alle disposizioni dell’Amministrazione Penitenziaria, durante la visita è obbligatorio seguire tutte le indicazioni della guida, non è possibile muoversi individualmente, non è consentito l’uso di apparecchi fotografici né di telefoni cellulari. Chi visita l’isola non potrà non restare abbagliato dalle acque smeraldine che invogliano a tuffarsi. Invece è severamente vietato.

Il costo di partecipazione all’escursione a Gorgona è di 45 euro per gli adulti, 36 euro i ragazzi dai 5 ai 12 anni mentre è gratuito per bambini da 0 a 4 anni. Il costo è comprensivo di trasporto marittimo da Livorno a/r, ticket di accesso all’area protetta e servizio guida. Le info a questo link.

gorgona

L’isola di Gorgona nell’Arcipelago toscano ©R. Ridi

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Tra divinità, natura e magia: l’isola nascosta della Grecia

Meravigliosa è la Grecia, già destinazione prediletta di viaggiatori e vacanzieri di tutto il mondo, con le sue isole e gli isolotti sparsi per il Mar Egeo e il Mar Ionio. Secondo l’ente del Turismo greco sono circa 6000 i lembi di terra che affiorano dal mare, e che conservano un patrimonio storico, culturale e naturale immenso.

Ed è proprio tra questi che c’è un’isola segreta, quasi nascosta alla stregua di un tesoro prezioso. Essa sorge nel mare Egeo settentrionale, a pochi chilometri dalla linea di confine con la terra di Turchia ed è meravigliosa.

Già meta frequentata dagli appassionati di archeologia, l’isola di Samotracia è celebre anche per la sua Nike, la scultura alata trovata proprio sull’altare dei Grandi Dei nel 1863 e ora esposta all’interno del museo del Louvre a Parigi. Ma è anche l’isola della natura selvaggia, degli scenari lussureggianti e delle cascate. Un’isola da scoprire per innamorarsi, ancora una volta, della Grecia.

Cascate di Samotracia

Cascate di Samotracia

Samotracia, l’isola del Mare Egeo

A Samotracia non ci sono le casette bianche con le finestre blu, non ci sono neanche tutti quei turisti a godere del clima da vacanza perfetta e della movida che le altre isole della Grecia offrono. Ci sono però i tetti rossi, le influenze turche e i balconi in legno che si affacciano dalle case in pietra. Ci sono i massicci montuosi che circondano le spiagge, quelle dalle quali è è possibile raggiungere i boschi e scoprire fiumi, laghi e cascate, piscine naturali all’interno delle quali rigenerarsi e meravigliarsi.

Un vero e proprio paradiso di serenità, un’oasi di pace che ha preso in presto dalla natura i suoi colori più belli per dipingere l’isola intera. Il verde e l’azzurro sono gli assoluti protagonisti di questo scenario incantato, come se gli antichi dei avessero plasmato questo luogo immaginandolo come una dimora paradisiaca in cui vivere eternamente.

Non ci sono locali notturni e discoteche, neanche nei villaggi più turistici. Ma la loro assenza è ripagata dai torrenti, dai fiumi e dalle cascate, dalla natura silenziosa che scandisce i ritmi nuovi del tempi, quelli che scorrono lentamente. Le spiagge sono poche, ma quelle che ci sono bastano a godere della grande bellezza dell’isola.

Samotracia

Samotracia

Cosa vedere e cosa fare a Samotracia

Negli ultimi anni Samotracia è stata scelta come meta di vacanza per un turismo alternativo, hippie e fuori dall’ordinario, ma anche come destinazione per scoprire il perfetto connubio esistente tra storia e natura. L’itinerari sull’isola comincia dal monte Fengari, dalla sua cima per ammirare tutto lo splendore del territorio, per poi scendere tra sentieri e canyon, vallate e gole.

È proprio percorrendo questi sentieri che si aprono davanti allo sguardo degli scenari da fiaba: sono le cascate e le piscine naturali che si trovano sui fiumi Arapis, Platia e Agistros. La più celebre, la cui fotografia è spesso utilizzata per raccontare la grande bellezza di Samotracia, è la cascata Gria Vathra. Qui il paesaggio è in continuo movimento tra salti d’acqua e fruscio delle foglie: uno spettacolo inebriante in cui immergersi e perdersi.

La vita cittadina, o meglio turistica, si svolge a Loutrá. È questo il punto di partenza per la gran parte dei viaggiatori che scelgono di scoprire l’isola. Nonostante la presenza dei turisti, però, la località mantiene la sua intatta atmosfera isolana, quella fatta di cose semplici come taverne, locali all’aperto e passeggiate tra la natura.

Imperdibile è anche Hora, il capoluogo dell’isola, nonché una pittoresca cittadina protetta naturalmente da due falesie che incorniciano una visione idilliaca. Ovviamente, immancabile, è una tappa al Santuario dei Grandi Dei, lì dove si trovano gli enigmi mai risolti, dove è conservato tutto il fascino di culti e riti antichissimi che sembrano fissare un legame eterno e indissolubile con l’isola greca.

Santuario dei Grandi Dei

Santuario dei Grandi Dei

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Esiste un’isola dove puoi recarti per discutere e poi fare pace

Il mondo che abitiamo non smette mai di stupirci e proprio quando crediamo di aver visto tutto, ecco che nuove e inedite realtà ci confermano che sono tante le cose che non conosciamo. Come quella piccola isola situata vicino a Eilean Munde, che molti di noi non conoscono, dove le persone in un tempo neanche troppo lontano si incontravano per discutere e per poi fare pace con formaggio e whisky.

Ci troviamo a Loch Leven, uno degli oltre 30.000 laghi della Scozia, è qui che esiste la più conosciuta e disabitata Eilean Munde, o Mhunna, al fianco della quale emerge dalle acque un piccolo lembo di terra – l’isolotto di Eilean a’ Chombraidh – conosciuto agli abitanti del Paese come l’Isola della Discussione.

Il nome evocativo conferma quello che possiamo immaginare: questo luogo era utilizzato dalle persone che dovevano risolvere problemi, conflitti e controversie. E, una volta fatta pace, ecco che si poteva raggiungere il vicino isolotto di Eilean na Bainne, noto altresì come Isola dell’alleanza. È qui, infatti, che venivano redatti gli accordi ufficiali di pace.

La piccola isola scozzese dove puoi litigare e fare pace con formaggio e whisky

È una storia bizzarra quella di Eilean a’ Chombraidh che sembra uscita da un libro di fiabe per bambini, da un romanzo o un film, eppure è reale. Provate a chiedere alle persone che abitano le sponde del lago scozzese di Loch Leven, vi confermeranno, attingendo dalla loro memoria, che un tempo l’isola assolveva proprio questa funzione.

È qui che le persone che incorrevano a dispute e controversie si recavano, per trovare accordi e compromessi. E in quella cornice naturale, autentica e selvaggia di cui la Scozia è orgogliosa protettrice, tutto diventava più facile. Fu questa l’intuizione che dovettero avere le popolazioni locali quando iniziarono a mandare i cittadini su quella che poi venne ribattezzata l’Isola della Discussione.

Ma non erano lasciati soli al loro destino. Per rendere la permanenza più piacevole, e permettere di far pace in condizioni decisamente più appaganti, alle persone inviate sull’isola venivano lasciati whisky, formaggio e torte di avena. Perché a pancia piena si sa, gli accordi sono molto più soddisfacenti.

Eilean a’ Chombraidh

Secondo alcune fonti, Eilean a’ Chombraidh avrebbe svolto la funzione di Isola della Discussione per almeno 1500 anni. Leggenda o realtà? Sono molte le storie popolari che si raccontano, la maggior parte delle quali hanno a che fare con i clan che vivevano sull’isola Eilean Munde, e confermano quindi che l’isola aveva uno scopo ben preciso e anche nobile se vogliamo.

Le regole erano piuttosto semplici: quando tra i membri del clan nascevano discussioni o litigi, le persone che avevano dato vita al conflitto venivano portare sull’isola e lì dovevano restare, da sole, fino a quando il problema non era risolto. Una volta trovato l’accordo, invece, potevano raggiungere l’isola vicina per sigillarlo e poi raggiungere le loro comunità. E a quanto pare funzionava dato che in più di un secolo le battaglie tra clan sono state per lo più inesistenti, o comunque pacifici.

E allora viene da chiedersi se vale la pena prendere esempio dai clan scozzesi e recarci su un’isola remota anche noi, con formaggio, whisky e torte d’avena alla mano s’intenda, per fare pace.

Eilean Munde e la vicina Isola della Discussione

Eilean Munde e la vicina Isola della Discussione, Scozia