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Ci sono più di 600 isole in questo paradiso terreste. Quale scegli per la prossima vacanza?

La verità è che tutti ci meritiamo una vita vista mare, e non abbiamo bisogno delle evidenze scientifiche per capire motivazioni e benefici che si nascondono dietro questo desiderio. E quando questo non può essere realizzato allora ecco che sono i viaggi e le vacanze a far sì che questi sogni prendano vita, a patto che si realizzino proprio lì, tra le spiagge bianche che brillano al sole, tra le distese di acque limpide e cristalline che si perdono all’orizzonte e con quello si fondono, in quei paradisi terrestri che da sempre sono in cima alle nostre travel wish list.

E quando parliamo di paradisi terrestri, non possiamo non pensare alle Bahamas, l’arcipelago corallino circondato dalle splendide acque dell’Oceano Atlantico a nord del resto dei Caraibi. È qui, tra le 690 isole coralline, abitate e disabitate, popolate da resort lussuosi e da villaggi di immensa bellezza, che è possibile vivere quella vacanza da sogno che tutti ci meritiamo almeno una volta nella vita.

Eleuthera, l’isola di Cat e Long Island, e poi ancora San Salvador, Exuma, Crooked Island, queste sono solo alcune delle isole e isolette si snodano nell’oceano ospitando spiagge paradisiache, natura lussureggiante e panorami che incantano la vista e conquistano il cuore. Ma siamo sicuri di saper scegliere quella giusta per il prossimo viaggio?

Bahamas

Bahamas

Bahamas: in viaggio verso il paradiso sospeso tra cielo e mare

Un viaggio alle Bahmas può davvero trasformarsi in un’esperienza unica, una di quelle che rimane nel cuore in maniera indelebile. Un’avventura da vivere tra le grandi meraviglie incontaminate del mondo, proprio lì dove è preservata la grande bellezza del pianeta che abitiamo. Ma scegliere la giusta isola da raggiungere per la prossima vacanza può diventare un affare davvero complicato.

690 isole, dicevamo, di cui però solo una trentina sono abitate. La più famosa, nonché una delle più grandi, è sicuramente Grand Bahama che troviamo a settentrione dell’arcipelago. Poi ci sono le Isole Abaco, mentre a sud est troviamo Eleuthera, l’isola di Cat, Long Island, San Salvador, Exuma, Crooked Island, Acklins, Mayaguana. A sud c’è la Great Inagua, mentre la capitale Nassau si trova sull’isola di New Providence. Le più popolate dai turisti sono soprattutto Grand Bahama e Paradise Island, è qui che si trovano le più celebri strutture ricettive che si dividono in resort, villaggi e hotel di lusso per una vacanza davvero regale.

Gli amanti dello snorkeling e delle attività subacque, invece, probabilmente già conoscono Andros e la sua splendida barriera corallina che si estende per oltre 300 chilometri. Rigogliosa, colorata e straordinaria, è una vera e propria attrazione per tutti coloro che sognano di fare immersioni. Un’altra tappa imperdibile per tutti i viaggiatori affascinati dalle meraviglie che si trovano sott’acqua è Bimini, già rifugio preferito di Hemingway, caratterizzato da barriere coralline, grotte, caverne e relitti da scoprire tra un’immersione e una nuotata.

Impossibile, poi, non menzionare le isole Exuma celebri per quelle acque così intense e brillanti, dalle mille sfumature di blu, che sono visibili anche dallo spazio. È proprio qui che si svolge una delle attività più curiose e bizzarre del mondo: l’immersione con i maiali a Pig Beach.

Se è la solitudine che cercate, per una vacanza all’insegna del relax, allora dovete mettervi alla ricerca delle isole più disabitate dell’arcipelago come Mayaguana, una delle più selvagge di tutte le Bahamas, o St. Andrews, la più grande isola privata di questo territorio caratterizzata da 9 chilometri di spiaggia bianca bagnata da uno dei mari più belli del mondo.

Harbour Island

Harbour Island

Bahamas: la tua prossima destinazione

Come abbiamo visto, ogni isola che compone l’arcipelago è un universo a sé, un microcosmo fatto di flora, fauna, mare e spiagge, di esperienze tutte da vivere. Per affinare ancora di più la scelta, ci siamo affidati alle preferenze dei viaggiatori espresse in occasione del World’s Best Awards di Travel + Leisure. Le isole Bahamas, infatti, sono apparse per ben quattro volte nella lista delle destinazioni migliori al mondo.

La preferita, in assoluto, è Harbour Island nota per le sue spiagge di sabbia rosa e gli edifici contraddistinti dall’architettura georgiana. Seguono poi Eleuthera, le Isole Abacos e Exuma.

Exuma

Exuma

 

 

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eventi isole itinerari culturali Notizie Procida Viaggi

Cosa fare/vedere a Procida nell’anno della Capitale della Cultura

È Procida la Capitale Italiana della Cultura di questo 2022, un’isola che non è un’isola e che è anche un’icona esemplare di dinamiche relazionali, di pratiche di inclusione nonché di cura dei beni naturali. Ma quali sono gli eventi che si terranno in questo luogo straordinario del nostro Paese?

I 150 eventi di Procida

Saranno ben 150 gli eventi che avranno luogo a Procida, e tutti distribuiti in 300 giorni di programmazione. Verranno coinvolti anche 350 artisti di 45 Paesi differenti. Le parole chiave che ispireranno il programma saranno: legami, co-creazione, dimensione internazionale, inclusione ed ecosostenibilità e con la logica delle 6 “i”: Procida include, insegna, impara, ispira, inventa, innova.

Tra gli eventi da non perdere ci saranno laboratori, concerti, mostre, itinerari e percorsi, scuole per bambini e adulti, fino a un Festival letterario, Festival di Teatro e arti performative, un laboratorio di citizen science, installazione sonore, uscite in barca a vela, battute di pesca e anche una mostra del maestro Mimmo Jodice.

Tutti gli eventi di Procida 2022 saranno organizzati col presupposto del coinvolgimento della popolazione locale e per generare un progetto di sviluppo a base culturale in grado di produrre effetti anche dopo il 31 dicembre di quest’anno attirando attenzioni su un luogo che custodisce tantissime ricchezze” ha dichiarato Agostino Riitano, direttore di Procida 2022.

Il cartellone delle iniziative entra nel vivo il 15 aprile, con l’arrivo della Settimana Santa.

Come arrivare a Procida

Per celebrare l’anno di Procida come Capitale Italiana della Cultura, Trenitalia conferma l’impegno del Gruppo FS a favore della cultura e del turismo accanto a grandi istituzioni e manifestazioni.

Acquistando un unico biglietto combinato Trenitalia + SNAV, si può raggiungere Napoli partendo dalle principali stazioni italiane a bordo di Frecce, Intercity, Intercity Notte e treni regionali per poi imbarcarsi sui traghetti veloci verso l’isola.

Un viaggio intermodale che è garantito anche dalle soluzioni treno più bus fino al molo di Napoli Beverello realizzate in collaborazione con Alibus.

Procida, cosa vedere oltre agli eventi

Il 2022 è quindi l’anno perfetto per visitare Procida e suoi mille colori. Da non perdere è certamente Marina Grande, un insieme di casette ricche di sfumature pastello e dominate dalla cornice merlata del Palazzo Montefusco, edificato nel XII secolo.

Lungo Via Roma ci sono negozi, boutique e botteghe di artigianato, ma anche testimonianze storiche ed edifici religiosi come la Chiesa della Pietà che vanta un inconfondibile campanile Barocco, e il crocifisso ligneo del 1845, in Piazza Sancio Cattolico.

Da non perdere anche Casale Vascello, un insieme di abitazioni racchiuse in una corte interna creati a Procida a partire dal ‘500 al di fuori del nucleo storico. Il tutto con lo scopo di proteggersi dalle incursioni saracene.

Incredibile anche Marina della Corricella, un borgo affacciato sul mare che si distingue per essere il più antico di Procida, oltre che per aver ospitato il set cinematografico del film “Il Postino” con Massimo Troisi. Impossibile non innamorarsi delle sue case dei pescatori con i tipici “Vefi”, i balconi coperti da archi di origine araba.

Poi le spiagge, di cui Procida è ricca. La maggior parte di essere si raggiungono a piedi o in autobus, mentre alcune si scoprono via mare. La Spiaggia di Chiaia, per esempio, è una delle più belle dell’Isola. Non da meno è la spiaggia di Ciraccio, la più lunga di Procida e molto frequentata per via dei campeggi vicini.

Infine, ma di certo le esperienze da fare a Procida non sono finite qui, vale la pena fare un salto a Vivara e l’Area Marina protetta di Procida. Qui, oltre ad ammirare una zona straordinaria, è possibile fare una serie di attività come il Whale Watching, visite guidate in barca, immersioni ed escursioni alla scoperta di bellezze uniche tra cui la colonia di delfini più importante del Mediterraneo e i reperti archeologici disseminati sui fondali di Procida.

Insomma, Procida ci aspetta a braccia aperte, tra bellezze uniche al mondo e un programma ricco di eventi (che potete visionare qui).

Procida eventi 2022

Procida vista dall’alto

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Dove si trova la vera Monkey Island del videogame

Sin dagli Anni ’90, è considerato un capolavoro dagli appassionati di videogame. Ai tempi, questo gioco girava su Amiga, IBM e sui primi Mac. Prodotta da LucasFilm Games (oggi LucasArts), la saga di “Monkey Island”, forse la più amata degli ultimi trent’anni, comprende cinque videogiochi già pubblicati, più uno, attesissimo, “Return to Monkey Island”, che è appena stato annunciato e che uscirà nel 2022.

Come dice il titolo, il videogioco è ambientato su un’isola. Ovviamente si tratta di un luogo di fantasia, ma per ispirarsi i creatori di “Monkey Island”, l’isola delle scimmie, hanno trovato alcune location perfette come sfondo in cui ambientare le avventure del protagonista, Guybrush Ulysses Threepwood.

Le vere location di “Monkey Island”

Ambientato durante l’età d’oro della pirateria, la location non poteva che essere quella del Mar dei Caraibi, con le sue migliaia di isole tra le quali perdersi, con i loro covi segreti, le grotte dove nascondere preziosi bottini e tunnel misteriosi.

I primi quattro videogame della serie (“The Secret of Monkey Island” del 1990, “Monkey Island 2: LeChuck’s Revenge” del ’91, “The Curse of Monkey Island” del ’97 ed “Escape from Monkey Island” uscito nel 2000) sono ambientati in un fantasioso arcipelago nel Mar dei Caraibi: l’Area delle tre isole ovvero Mêlée (la Capitale), Booty e Plunder. “Tales of Monkey Island”, il quinto gioco, invece, è ambientato nel fittizio Golfo di Melange, che comprende Flotsam Island e le Jerkbait Islands.

Ma dove si trova la vera isola delle scimmie? Secondo gli esperti si tratterebbe di un’isola al largo di Portorico chiamata Cayo Santiago, popolata da esemplari di Macachi mulatti, una specie originaria dell’Asia e importata in Centro America nella prima metà del ‘900. L’isola altrimenti è disabitata. Solo gli studiosi e i ricercatori possono approdare sull’isola. Di tanto in tanto vengono condotti i turisti con la barca per poter osservare i primati.

Scimmie a parte, l’isolotto di Cayo Santiago, che misura 600 metri da Nord a Sud, è un vero paradiso, perfetto come covo dei pirati. La sabbia candida, il mare cristallino, la foresta tropicale: ci sono tutti gli ingredienti. La spiaggetta di Small Cay è collegata da una lingua di sabbia al Big Cay.

La punta meridionale è un meraviglioso banco di sabbia dal fondale basso chiamato Bajo Evelyn. Piatta per quasi tutto il territorio, l’unica collina, chiamata a El Morrillo, è alta solo 35 metri, sufficienti per poter avvistare galeoni e distanza di chilometri.

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Cayo Santiago, Portorico, l’isola di “Monkey Island”

 

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Rurutu: l’isola emersa dalle acque è un sogno da vivere

Il mondo che abitiamo non smette mai di sorprenderci perché è ricco di meraviglie ancora da esplorare che sono in grado di farci vivere esperienze straordinarie e indelebili. È questo il motivo che ci spinge a metterci in viaggio ogni giorno, per visitare quei paradisi terrestri che hanno rubato forme, sembianze e colori all’Eden. Come l’isola di Rurutu, una delle più remote e incantevoli dell’arcipelago delle Australi.

Lontano da Tahiti, e dai sentieri più battuti dal turismo di massa, questa isola caratterizzata da paesaggi vulcanici, vegetazione lussureggiante e barriere coralline, appare agli occhi dei viaggiatori come una visione eterea e incantata.

Una vera e propria destinazione della felicità per fare il pieno di bellezza, per ammirare la natura selvaggia e autentica e osservare i movimenti spontanei delle creature che la popolano. Benvenuti sull’isola delle meraviglie, benvenuti a Rurutu.

Rurutu

Rurutu

L’isola delle meraviglie emerse dall’oceano

Situata nel cuore dell’Oceano Pacifico, l’isola dell’arcipelago delle Australi, è un vero e proprio sogno a occhi aperti, il luogo che ci meritiamo di vivere almeno una volta nella vita. Remota e incantevole, l’isola racconta le sue straordinarie origini attraverso il suo nome.

Rurutu, infatti, vuol dire scoglio che emerge in polinesiano e fa riferimento al fatto che l’isola è nata grazie a fenomeni vulcanici che oggi caratterizzano in maniera univoca l’intero territorio. Intorno a questo lembo di terra, trattato come un tesoro da proteggere, meravigliose scogliere coralline si snodano tutto intorno.

Appare così un paesaggio che lascia senza fiato, caratterizzato da rocce basaltiche, montagne insolite e stalattiti e stalagmiti intorno che estendono sulla barriera corallina.

Sono circa duemila gli abitanti di questa isola remota e pochi i turisti che durante l’anno si spingono fin qui. Questo ha permesso a Rurutu di mantenere intatto il suo paesaggio incontaminato e lussureggiante impregnato di natura, storia, cultura e tradizione.

Nella fitta vegetazione che caratterizza l’isola, infatti, sono presenti diversi resti archeologici che raccontano le sue origini. Proprio lì dove si nascondono alcune delle leggende più suggestive del territorio che sono conservate e tramandate dagli abitanti del luogo.

stalattite della caverna e stalagmite Rurutu

Stalattite e stalagmiti in una caverna a Rurutu

Rurutu: cosa fare e cosa vedere sull’isola

Non ci sono locali notturni, non c’è traffico e neanche grandi vie dello shopping, ma ci sono le tradizioni, antiche e mai dimenticate, preservate dagli abitanti dell’isola. Come quella relativa all’artigianato che diventa il mezzo per creare vere e proprie opere d’arte come i pē’ue e i tīfaifai, rispettivamente tappeti e coperte dai filari intrecciati e dai colori brillanti presi in prestito dalla natura.

Non mancano ovviamente le spiagge bianche e deserte bagnate da acque cristalline, valle lussureggianti e campi coltivati che si estendono fino all’orizzonte, e lì si perdono.

Tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, inoltre, nuovi e speciali abitanti giungono su quest’isola regalando ai viaggiatori emozioni uniche. Si tratta delle megattere, balene costiere, che arrivano fin qui per accoppiarsi e partorire tra le acque limpide e incontaminate del luogo. Un evento imperdibile per tutti gli amanti della natura e per gli appassionati di snorkeling che possono nuotare insieme ai giganti dell’oceano.

Balene a Rurutu

Balene a Rurutu

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Croazia Europa isole Posti incredibili Viaggi

Esiste un’isola profumata da scoprire e annusare

L’isola Lussino o Losinj conosciuta anche come “Isola profumata” è una meta sempre più amata dai turisti. Si trova in Croazia, nella parte settentrionale del Quarnero ed è costeggiata da numerose baie e insenature, le sue particolarità non finiscono mai. Il luogo perfetto per una vacanza rilassante, per staccare la spina e godersi a ritmo lento la vita. La vera specialità di quest’isola è la natura che ha regalato a Lussino 1018 specie di piante, rendendola così un luogo profumato e suggestivo.

Lussino e le sue caratteristiche

Lussino vanta una posizione favorevole e un microclima particolarmente accogliente, mite e perfetto per godersi la natura. Circondata dal mare cristallino del Quarnero e coperta da una lussureggiante vegetazione, l’isola di Lussino è il posto dei sogni per coloro che amano i profumi. Infatti, è piena di piante medicinali che riempiono l’aria di fragranze da favola.

L’isola di Lussino, non è solo natura e piante. Con i suoi due centri Lussinpiccolo (Mali Lošinj) e Lussingrande (Veli Lošinj), è un’isola animata e ricca di attrattive. Inoltre, è semplice da raggiungere dalla terraferma. Una vera chicca per gli amanti della Croazia.

Lussinpiccolo

Lussinpiccolo è il principale centro turistico dell’isola. In estate la cittadina è gremita di turisti che affollano la vivace baia principale dove si trovano negozi e ristoranti. A rendere unico questo luogo sono le caratteristiche case dalle facciate color pastello. Tra le vie di Lussinpiccolo è possibile ammirare la chiesa della Natività della Vergine con la sua piazza lastricata e l’art Collection, un museo dedicato alle collezioni d’arte delle famiglie Mihilcic e Piperata.

lussinpiccolo isola di Lussino

Le case color pastello di Lussinpiccolo

Lussingrande

A soli 4 km da Lussinpiccolo sorge Lussingrande una cittadina meno affollata, più tranquilla. Con un bellissimo porto sul quale si affacciano negozi e gelaterie, tutto circondato da case colorate alte e strette. Non può mancare l’incantevole passeggiata che va dal fianco alla chiesa di Sant’Antonio fino ad ad arrivare alla scogliera, da cui ammirare un mare selvaggio. Perdersi tra i vicoli caratteristici è essenziale per assorbire l’anima di questa perla croata.

I profumo di Lussino

Un’isola famosa per la sua aria profumata, le piante selvatiche che la popolano e l’atmosfera rarefatta che si respira passeggiando tra la natura locale. Non potete perdervi l’originale degustazione delle piante spontanee della flora. Lussino è l’isola dove tutto profuma di rosmarino, di limone, d’arancia. Non vi bastano? L’aria ha l’odore magico di lavanda e mirto, di perpetuino e salvia, di timo e pino, ciclamini, zafferano e violette… Lussino affascina tutti con i suoi aromi e invita gli ospiti a rilassarsi, abbandonando i sensi. Un luogo unico davvero.

isola di lussino croazia

La bellezza selvaggia dell’isola di Lussino

Il mare della Croazia

L’isola Lussino è famosa anche per il mare e le spiagge. Offre una grande varietà: ci sono baie di sabbia bianca con mare poco profondo, ciottoli bianchi piatti sul versante occidentale, scogliere piatte affacciate sul mare profondo dai colori blu e turchese. La costante è il mare pulito e l’ambiente rilassante, con un panorama mozzafiato.

Lussino è davvero un’isola dei sogni, tra cittadine dai vicoli stretti e antichi, profumi che volano nell’aria, fino al mare cristallino. Ci siete mai stati?

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castelli Idee di Viaggio isole Viaggi

La fortezza marina costruita su un’isola

‘C’era una volta un misterioso castello’. Passano tali parole per la testa quando ci si trova di fronte questa incredibile fortezza. Situata in mezzo al mare, sembra svettare verso il cielo con fierezza ed eleganza, mentre osservandola si capisce sin da subito che tra quelle possenti mura nasconde anche storie di gloria e prestigio.

La fortezza di Murud-Janjira: dove si trova e la sua storia

Ci troviamo in India e più precisamente su un’isola nella costa di Konkan, vicino alla città marittima di Murud nel distretto di Raigad nel Maharashtra. Un’imponente costruzione che si erge su una roccia di forma ovale situata al largo della costa del Mare Arabico.

Paliamo della fortezza di Murud-Janjira, considerata una delle più potenti fortezze marine dell’India. Costruita dalla comunità Siddi, un gruppo etnico dell’India e del Pakistan discendente dei Bantu della regione dei Grandi Laghi in Africa, fu attaccata nel corso del tempo più volte, ma nonostante i diversi tentativi nessuno è mai riuscito a conquistarla.

Un castello, quindi, che si distingue per essere stato una delle più incredibile fortezze marittime dei Siddi e con la fama di essere inespugnabile, anche durante il declino del potere marittimo degli stessi Siddi. Ma nonostante questo, la fortezza ha continuato a essere un centro indipendente, persino nel diciottesimo secolo.

Edificato nel XV secolo, rimase imbattuto fino a quando non divenne parte del territorio indiano dopo l’indipendenza dagli inglesi nel 1947.

Murud-Janjira, cosa vedere

Si accede al forte Janjira da Rajapuri, un piccolo villaggio situato sulla costa. Dopo un breve viaggio in barca, è possibile farvi ingresso attraverso l’entrata principale. Vi ritroverete davanti ben 26 bastioni arrotondati, ancora tutti intatti. Passeggiandovi scoprirete diversi cannoni di fabbricazione autoctona ed europea.

Al suo apice era un vero e proprio forte che conteneva tutte le strutture necessarie come palazzi, alloggi per ufficiali, una moschea, due piccoli pozzi profondi, ancora funzionanti, e così via. Sul muro esterno, che fiancheggia la porta principale, è possibile ammirare la scultura di un animale simile a una tigre che tra i suoi artigli trattiene degli elefanti.

Il muro, alto circa 12 metri, vanta 19 portici o archi arrotondati, alcuni dei quali possiedo ancora i cannoni montati su di essi. Un tempo qui c’erano ben 572 cannoni, tra cui  Kalalbangdi, Chavri e Landa Kasam, 3 armi davvero gigantesche. Un’altra porta a ovest è rivolta verso il mare, chiamata Darya Darwaza.

Sulla riva svetta una lussuosa struttura dalla cima a una scogliera: il Palazzo dei Nawab. Costruito dall’antico Nawab di Janjira, regala al visitatore un bellissimo panoramica sul Mar Arabico e sul castello inespugnabile. C’è anche un’altra fortezza, chiamata Ghosalgad, che si trova in cima a una collina a circa 32 km a est di Murud-Janjira, una struttura che fungeva da avamposto per i governanti di Janjira.

Accedere a quest’ultima non è possibile, poiché è necessario un permesso speciale da parte delle autorità indiane.

Insomma, Murud-Janjira è un forte particolarmente interessante per il la sua posizione nel mezzo del Mare Arabico, per la sua imponenza e anche per la sua storia che racconta le glorie dei Siddi. Un posto da scoprire in poco più di due ore, ma che regala un’avventura d’altri tempi e un vero e proprio viaggio nel patrimonio indiano.

Janjira fortezza cosa vedere

La fortezza di Janjira

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Quest’isola resta un paradiso (nonostante i Famosi)

Cambiano i concorrenti dell’”Isola dei Famosi”, ma la location resta immutata. Nonostante siano sette anni ormai che i concorrenti del reality – e almeno una cinquantina di addetti ai lavori – la colonizzano per mesi per girarvi il noto programma televisivo, quest’isola resta comunque un paradiso terrestre.

Stiamo parlando di Cayos Cochinos, l’isola dell’arcipelago dell’Honduras a 10mila chilometri dall’Italia. Due sono le isole principali, abitate dalle popolazioni locali, Cayo Cochino Mayor e Cayo Cochino Menor.

Poi ci sono 14 isolotti corallini che ne fano parte ma che sono disabitati. Il copione del programma Tv prevede che i naufraghi dovranno spostarsi da una spiaggia all’altra. Tra le clausole del regolamento per partecipare al reality c’è quella che prevede di impegnarsi a “rispettare l’ambiente naturale in cui vivranno i naufraghi, salvaguardando le specie autoctone vegetali e animali”.

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Floriana Secondi, Jovana Djordjevic ed Estefania Bernal all’Isola dei Famosi 2022

L’arcipelago di Cayos Cochinos

Conosciuto anche come Hog Cays, è un piccolo arcipelago situato a Nord-Est di La Ceiba. Sono le isole dei “garifuna” (gli indigeni), un popolo dedito soprattutto alla pesca. Divenute riserva biologica per proteggere una delle porzioni di barriera corallina più rara dei Caraibi (assieme a quella del Belize), nonché il secondo reef per estensione a livello mondiale, appartengono amministrativamente al gruppo Isla de la Bahia, con capoluogo Roatan, famoso anche per essere il paradiso dei sub.

Vi si trova anche qualche struttura ricettiva. Come il Plantation Beach Resort, a Cochino Mayor, uno storico resort che offre diverse attività legate al mare come diving, snorkeling e le escursioni in kayak attorno alle isole limitrofe.

Chi cerca un tipo di vacanza più economica e spartana (stile “Isola dei Famosi”, insomma) può trovare una sistemazione nel villaggio dei garifuna a Chachauate, dove è possibile dormire e mangiare con soli 100 lempira, l’equivalente di 3,7 euro.

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L’arcipelago di Cayos Cochinos in Honduras

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L’isola dei fari e delle tempeste nell’Oceano Atlantico

C’è un luogo sospeso tra il mare e il cielo che è costantemente in balia di correnti spaventose e tempeste che sembrano presagire la fine del mondo. Temuto dai marinai e dagli uomini di mare, si trova nel bel mezzo del passaggio navale più frequentato al mondo e si fregia di una pessima reputazione causata della sua pericolosità.

Sono tante, infatti, le storie di naufragi, di morti, ma anche di salvataggi avventurosi. Uomini e donne che hanno messo a repentaglio la loro vita per salvare quella degli altri. Un esempio è Rose Heré che, all’inizio del Novecento, sentì le grida dei naufraghi della Vesper che si era schiantata contro gli scogli. Per questo si buttò tra le onde con una corda, riuscendo a tenere in vita di centinaia di persone.

Isola di Ouessant, dove si trova

Il posto in questione è la mistica Isola di Ouessant, un incredibile pezzo di terra posto a circa 30 chilometri al largo delle coste della Bretagna, in Francia. È lunga circa 8 chilometri, per una larghezza massima che si aggira intorno ai 4, e attualmente la popolazione conta circa 800 abitanti.

Un luogo che presenta una curiosa forma che sembra assomigliare a un granchio, le cui chele corrispondono alle due penisole presenti sul suo versante occidentale. Tra l’Isola di Ouessant e la Bretagna scorre il Mar d’Iroise, da sempre considerato uno dei passaggi più pericolosi al mondo. Non a caso, pare esserci un numero impressionante di relitti, ma anche tantissimi fari che circondano l’Isola, molti dei quali antichi di secoli, e che fungono da segnali per aiutare i navigatori.

ouessant cosa vedere

Un angolo di Ouessant

Ouessant, cosa vedere

C’è un unico villaggio che arricchisce gli angoli di Ouessant. Il suo nome è Lampaul e si trova adagiato su una piccola baia, protetta dai due promontori che corrispondono alle chele del granchio. Decisamente affascinante anche Penn ar Ru Meur, da dove è possibile godere di un suggestivo panorama verso Keller, un isolotto privato e inaccessibile ai visitatori, fatta eccezione per i mesi di luglio ed agosto.

Da qui si dirama anche un piccolo sentiero che conduce a Port de Yusin, un molo utilizzato soprattutto in estate. Proseguendo potreste scorgere il faro di Creac’h e un ripido e affascinante susseguirsi di rocce. Presente anche una lunga spiaggia ricoperta da scogli che affiorano esclusivamente durante la bassa marea.

Ouessant villaggio

La Chiesa nell’isola di Ouessant

Chi è in cerca di un luogo ancor più remoto e selvaggio dell’intera isola, può dirigersi verso Cadoran (o Kadoran), un aspro promontorio esposto per tre lati su ripide falesie, piccole gole rocciose e uno strettissimo canale di pochi metri che separa il promontorio da un un minuscolo isolotto, che porta lo stesso nome: Ile de Kadoran.

Particolare anche la penisola di Penn ar Lan dove è presente un sentiero che segue per intero il suo perimetro. Bellissimo il panorama, prima sul porto e sul faro di Stiff, e poi sul minuscolo molo di Porz ar Lan. Svetta, inoltre, una croce in pietra bianca dove si trova un cromlech, ossia un gruppo di monoliti risalenti alla preistoria disposti in modo da formare un’ellissi.

I fari da non perdere sull’Isola di Ouessant

In questa particolare isola francese non ci sono auto, non c’è inquinamento e non ci sono fabbriche. Tuttavia, si innalzano nei cieli diversi fari utili a favorire la navigazione. Dei veri e propri giganti che sono lì a vegliare sul mare e sulla sua forza con l’obiettivo di trasmettere ai marinai la sensazione di “casa”.

Scegliere quali visitare, soprattutto se si ha poco tempo a disposizione, potrebbe risultare difficile. Noi abbiamo fatto per voi una selezione di quelli imperdibili.

Il faro di Stiff, il più antico della Bretagna

Imponente e intrigante è il faro di Stiff che si distingue per essere il più antico di tutta la Bretagna. Domina la parte nord-occidentale dell’isola ed è composto da due torri accoppiate, una per il faro e gli alloggi dei guardiani, un’altra per la scala e il deposito del carbone.

Il suo nome è dovuto alla falesia di Stiff, ovvero il punto in cui sorge. È stato costruito nel 1689 e dal 1978, insieme alla moderna Torre Radar, veglia su questo “spaventoso” tratto di mare.

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Il faro di Stiff

Il faro di Creac’h, con la maggior portata luminosa d’Europa

Essendo, quello dell’Isola di Ouessant, un punto molto rischioso del nostro pianeta, i fari sono tutti di un certo livello. Come quello di Creac’h che vanta la maggior portata luminosa d’Europa. Basti pensare che è visibile fino a una distanza di 32 miglia marine.

Ha una forma cilindrica a bande bianche e nere. Alla base sono presenti degli edifici disposti a ferro di cavallo. All’interno è molto elegante, in legno pannellato e intarsiato, e vi si trova anche il sistema che regola e controlla l’attività degli altri fari presenti sull’isola. Infine, nella sua vecchia centrale elettrica è stato creato il Museo dei Fari e delle Boe.

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Il faro di Creac’h

Il faro di Jument, il più celebre di tutti

Terminiamo questo viaggio tra i “protettori del mare” presso il faro di Jument. Differente dai due di cui vi abbiamo appena parlato per un motivo specifico: non è situato sulla terraferma, ma su una roccia chiamata Ar Gazek-Coz (La Vecchia Giumenta).

Un tratto di mare caratterizzato dalla presenza di fortissime correnti, a tal punto da essere considerato uno dei luoghi più pericolosi del litorale. Molte sono le tragedie avvenute qui, come quella del 1896 che costò la vita a 250 persone.

Fu eretto tra il 1904 e il 1911 e originariamente era abitato da tre guardiani e un cuoco. Nel luglio del 1991 venne definitivamente abbandonato in quanto completamente automatizzato e posto sotto il controllo del computer del faro di Créac’h.

Oggi è anche celebre a livello internazionale grazie al fotografo Jean Guichard che lo ha immortalato durante l’arrivo di un’onda che lo travolse completamente, mentre alla porta del faro si affacciava una persona. Inoltre, nel 1948 il regista francese Jean Epstein realizzò un film documentario dedicato propio a questo gigante del mare che si oppone, costantemente, alla forza dell’Oceano.

Insomma, l’Isola di Ouessant si presenta come un grosso scoglio in mezzo all’Oceano ed è l’ultimo avamposto francese. Allo stesso tempo è anche un luogo dalle lunghe coste frastagliate che riservano scorci mozzafiato su piccoli promontori sorvegliati da maestosi fari, di cui alcuni sono fra i più antichi e potenti d’Europa.

faro di Jument ouessant

Il faro di Jument avvolto dalla nebbia

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Le isole italiane poco affollate ma straordinarie

Sono tante e non smettono mai di stupirci, stiamo parlando delle meraviglie del mondo che abitiamo, quelle che muovono turisti provenienti da ogni parte del mondo pronti a contemplare e a immortalare, con lo sguardo e con lo smartphone, la grande bellezza.

La verità, però, è che attraversando quelli che sono i sentieri più battuti dal turismo di massa, spesso e volentieri ci ritroviamo a rinunciare alle esperienze più autentiche, quelle che ci permettono di riconnetterci alla natura e alla bellezza più selvaggia di un determinato territorio.

Niente è impossibile, però, perché esistono dei luoghi di straordinaria bellezza che si trovano, per nostra fortuna, lontani dai circuiti del turismo di massa. Destinazioni che sembrano sospese nel tempo e nello spazio, dove la vita scorre lenta e la natura è lasciata a regnare, come una sovrana generosa. Piccoli tesori semi nascosti che si trovano proprio qui, nel nostro Paese.

Le isole meno frequentate d’Italia: piccole oasi di pace

Per vivere esperienze uniche in quelli che sembrano dei veri e propri paradisi naturali, non abbiamo bisogno di raggiungere l’altra parte del globo perché il Paese che abitiamo è un vero e proprio forziere delle meraviglie. All’interno di questo ecco che sono preservate quelle piccole isole italiane che, essendo poco frequentate, conservano tutta la loro perfetta autenticità.

Si tratta di lembi di terra, più o meno grandi, che emergono dal nostro mare e che prendono in prestito dalla natura i colori più belli per vestirsi e incantare. Luoghi dove gli abitanti, anche se pochi, continuano a preservare le tradizioni antiche e a tramandarle, vivendo senza caos e stress, ma seguendo solo i ritmi del tempo scandito dalle onde del mare.

Isola di Pianosa

Isola di Pianosa

Relax in Sicilia

La Sicilia è probabilmente una delle regioni del BelPaese più amata dai turisti e come dargli torto? L’immenso patrimonio artistico e culturale si incontra e si scontra con la storia del territorio e con le meraviglie naturali. Eppure, nonostante questa sia una delle mete più ambite dai vacanzieri, esistono alcune isole che si tengono ben lontane dal turismo di massa.

C’è Linosa, la meravigliosa isola di origine vulcanica che sorge proprio al centro del Mediterraneo. Qui non ci sono discoteche o locali notturni per venire incontro alla voglia di movida, ma ci sono le splendide spiagge selvagge e nere, dovute alla presenza di sabbia vulcanica, e i vulcani spenti da contemplare. Non ci sono aeroporti in questa piccola isola di appena 5,43 chilometri quadrati, ma è facilmente raggiungibile via mare.

E poi c’è Alicudi, la più selvaggia delle isole Eolie. Un vero e proprio paradiso terrestre dove è possibile ammirare le atmosfere mediterranee e i magici contrasti dati dalla terra e dalle acque trasparenti e cristalline del mare. Dimenticate le auto e il traffico, sulla piccola isola ci si muove a piedi o in sella a un mulo.

Alicudi

Alicudi

Pace e relax tra Toscana e Lazio

Ci spostiamo ora al centro nel nostro stivale per scoprire altri due tesori nostrani sospesi tra cielo e mare. Al largo dell’arcipelago Toscano troviamo Pianosa, l’isola pianeggiante facilmente raggiungibile dall’isola d’Elba. Fino al secolo scorso questo lembo di terra è stato la sede di un carcere di massima sicurezza che ha reso per molto tempo inagibile il territorio. Oggi Pianosa conserva uno dei patrimoni naturali più incredibili del nostro Paese, nonché fondali straordinariamente ricchi di tesori da esplorare.

Nel Lazio, invece, troviamo la piccola e selvaggia Palmarola situata a pochi chilometri da Ponza. Questo lembo di terra lungo appena tre chilometri è straordinariamente ricco di grotte, calette, scogliere a picco sul mare e scorci di immensa bellezza. Dormire su quest’isola deserta e selvaggia è un’esperienza davvero unica, ma bisogna prenotare con largo anticipo vista la presenza di un solo e unico affittacamere.

Isola di Palmarola

Isola di Palmarola

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Alla scoperta dell’isola di Gorgona, scrigno mediterraneo

Gorgona è la più piccola isola dell’arcipelago toscano e, insieme a Capraia, Pianosa, Elba, Giglio, Giannutri e Montecristo, costituisce il Parco nazionale arcipelago toscano. COme tutte le isole, anche questa si può visitare. Ma ci sono delle regole e delle limitazioni severissime.

Un po’ dovute alla tutela ambientale del luogo, essendo Gorgona famosa per essere ancora un’isola piuttosto selvaggia. Un po’ per tutelare i suoi abitanti che sono alquanto particolari…

Paradiso naturalistico

Lungo la sua costa, s’incontrano insenature suggestive e deliziose piccole baie, come Cala Scirocco, con la Grotta del bove marino, un tempo rifugio delle foche monache. Verso ponente, la costa si fa più aspra e cade a picco sul mare, mentre se ci si dirige verso levante digrada formando tre piccole cale: Cala Maestra, Cala Marcona e Cala Scirocco. Una più bella dell’altra. Un paradiso naturale. Da salvaguardare.

La presenza umana

Sull’isola di Gorgona ci sono anche tracce della presenza dell’uomo, A partire dal piccolo porto attorno al quale s’è sviluppato l’abitato principale. Borgo di pescatori, oggi conta meno di dieci abitanti che vivono stabilmente nel paese

Benché l’isola sia ancora piuttosto incontaminata, vi si trovano anche due antiche fortificazioni: la Torre Vecchia e la Torre Nuova. Più in alto c’è poi Villa Margherita, costruita sui resti romani.

Fu scelta nel V secolo come luogo ideale dai monaci eremiti che edificarono il Monastero di Santa Maria e di San Gorgonio dei quali oggi abbiamo solo alcuni resti. Della Chiesa di San Gorgonio, invece, si possono ammirare i restauri effettuati nel XVIII secolo e i vicini magazzini utilizzati dai monaci per il trattamento e la conservazione delle acciughe sotto sale, una risorsa primaria dell’isola fino al secolo scorso.

L’ultima isola-carcere

I veri abitanti dell’isola sono coloro che vivono rinchiusi nel carcere. Gorgona è, infatti, l’ultima isola-carcere attiva in Europa nonché la più piccola. La ricchezza naturalistica, unita al fascino di un luogo modello di recupero sociale (qui i carcerati coltivano le vigne e gli ulivi imparando così un mestiere), la rendono una tra le isole-carcere più amate dai visitatori.

Visitare l’isola di Gorgona

Il parco, in collaborazione con l’Amministrazione penitenziaria, programma nella bella stagione escursioni per far conoscere questo territorio protetto, seppure con alcune limitazioni dovute da una parte al regime carcerario e dall’altra alla tutela della biodiversità del luogo.

Dal 2 marzo sono aperte le prenotazioni online per visitare Gorgona. Le visite iniziano il 19 marzo partendo da Livorno. La visita consiste in un’escursione trekking con una guida lungo il percorso autorizzato. Le escursioni possono essere effettuate solo se si è dotati di scarpe da trekking con suola scolpita.

L’itinerario escursionistico è lungo 6 chilometri, con un dislivello di 250 metri, quindi piuttosto semplice, per una durata di circa tre ore.

Info utili

Per la conferma della prenotazione è necessario compilare, almeno una settimana prima, un modulo completo di tutti i dati anagrafici che verranno trasmessi alla Polizia Penitenziaria per i necessari controlli.

In base alle disposizioni dell’Amministrazione Penitenziaria, durante la visita è obbligatorio seguire tutte le indicazioni della guida, non è possibile muoversi individualmente, non è consentito l’uso di apparecchi fotografici né di telefoni cellulari. Chi visita l’isola non potrà non restare abbagliato dalle acque smeraldine che invogliano a tuffarsi. Invece è severamente vietato.

Il costo di partecipazione all’escursione a Gorgona è di 45 euro per gli adulti, 36 euro i ragazzi dai 5 ai 12 anni mentre è gratuito per bambini da 0 a 4 anni. Il costo è comprensivo di trasporto marittimo da Livorno a/r, ticket di accesso all’area protetta e servizio guida. Le info a questo link.

gorgona

L’isola di Gorgona nell’Arcipelago toscano ©R. Ridi