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Come le Maldive: anche l’Italia ha le sue spiagge gentili

La gentilezza conquisterà il mondo? La “rivoluzione”, se così vogliamo chiamarla, è iniziata. Dopo le Maldive (nello specifico Nika Island) anche l’Italia ospita le sue spiagge gentili, posti che hanno abbracciato una filosofia che sta prendendo piede in diversi luoghi del mondo e che ha alla sua base dei valori importanti come gentilezza, erica, accoglienza e rispetto dell’ambiente circostante.

Ma dove si trovano queste spiagge? Nello specifico si tratta di un lido che da poco più di un mese ha aderito al Movimento Italia Gentile (nato nel 2020) e alla sua espressione internazionale, l’International Kindness Movement, che ha preso il via grazie al biologo naturalista Daniel Lumera e viene promosso dall’organizzazione di volontariato My Life Design.

La rivoluzione è iniziata anche sulla sabbia e si parte da Fregene, vicino a Roma, dove il Singita Miracle Beach è stata proclamata a luglio 2023 la prima “Spiaggia gentile”.

Spiagge gentili, dove si trovano

Da Fregene, dove si trova il Singita Miracle Beach, fino alle altre due spiagge che fanno parte del gruppo (il brand ha aderito al Movimento) e che sono Singita Marina di Ravenna, in Italia, e poi a Malta nei pressi del villaggio di Mgarr.

Luoghi in cui è stato accolto lo spirito del progetto; infatti, nel corso della serata di adesione, che è andata in scena i primi di luglio, anche l’azienda titolare del marchio Singita, ha sottoscritto il Manifesto dell’Impresa Gentile a “conferma dell’impegno quotidiano e continuativo che va oltre la stagione estiva – si legge su Ansa -. E da Fregene, la gentilezza si espande anche a Marina di Ravenna e a Malta, luoghi che ospitano le altre due spiagge Singita; in queste tre location la biologia dei valori prende forma e la gentilezza viene declinata in quattro ambiti di espressione: persone, natura, arte e filosofia be kind”.

Uno dei metodi? In tutti e tre i lidi si trovano delle lavagne con citazioni che aiutano a riflettere.

Se a questo si aggiunge la bellezza delle location, l’esperienza della spiaggia gentile è senza dubbio da provare almeno una volta nella vita. Si tratta di siti bellissimi, in cui vivere attimi che restano per sempre, posti in cui, già da prima dell’adesione al Movimento, si poteva godere del fascino di un contesto unico focalizzato su una grande attenzione all’accoglienza, ma anche all’ambiente. A Fregene la spiaggia è chiara, la sabbia fine, il mare cristallino che si espande verso l’orizzonte. Questa è la prima spiaggia gentile d’Italia, in cui ritagliarsi momenti di relax e di profonda bellezza.

“Una spiaggia “gentile” è un luogo che forma le persone alla gentilezza verso se stesse, verso il turista educato al “kind tourism”, con il luogo che si visita che deve essere lasciato migliorato rispetto a quello che si trova, ed al rispetto dell’ambiente – aveva detto Daniel Lumera in occasione dell’adesione del lido al movimento -: atti concreti e progetti sociali che curino le relazioni e l’ambiente. Il Singita sosterrà progetti educativi Odv nelle scuole del territorio”.

La gentilezza conquista il mondo

Ad aprile Nika Island è diventata la prima isola gentile del mondo, con una cerimonia di proclamazione che l’ha vista aderire all’International Kidness Movement. Dopo le Maldive ora l’Italia, grazie all’adesione al movimento della Singita Miracle Beach.

È dal primo lockdown del 2020, si legge sul sito di My Life Design, che cittadini, associazioni, attività e istituzioni hanno realizzato progetti mirati al diffondersi della gentilezza in tutta Italia, prendendo come ispirazione il libro Biologia della Gentilezza scritto da Daniel Lumera e Immaculata De Vivo.

I progetti, viene elencato nel sito, sono declinati in diversi settori che riguardano educazione, giustizia, salute, integrazione sciale, economia consapevole e ambiente.

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Cala Llonga, capolavoro di Ibiza

Ibiza è una di quelle mete che è difficile non sognare, una località entrata a far parte dell’ immaginario turistico collettivo, l’isola del divertimento, del sole, del mare, in grado di soddisfare tutte le esigenze di vacanza.

Tra le tante meraviglie, va scoperta la piccola e famosa Cala Llonga, a soli dieci minuti di auto da Ibiza città e dall’elegante porto turistico di Santa Eulalia, un autentico capolavoro perfetto per un soggiorno da favola per le famiglie con i bambini ma anche per le coppie.

La spiaggia di Cala Llonga, paradiso di Ibiza

È davvero splendida la spiaggia che caratterizza Cala Llonga, una delle più ampie di Ibiza, fantastico arco di sabbia dorata che vanta un’estensione di 200 metri e una lunghezza di 100: c’è davvero moltissimo spazio per godersi il relax e il sole senza interferenze.

Confina con una baia che è altrettanto magnifica, nell’abbraccio di alte colline ricoperte di pini che proteggono la spiaggia e, in qualche modo, “concentrano” i raggi del sole, rendendola ideale per chi desidera un’abbronzatura top!

Ancora, sono presenti varie passerelle di legno per arrivare in acqua senza scottarsi i piedi sulla sabbia rovente, e speciali pompe subacquee realizzate per depurare l’acqua.

I fondali digradano con dolcezza e sono ottimi per i più piccoli che qui troveranno anche un’area gioco proprio sulla sabbia e un piacevole parco divertimenti con auto elettriche, trampolini, autoscontri e tanto altro per trascorrere ore di svago a due passi dal mare.

Non mancano certo bar che offrono bevande e snack direttamente sulla spiaggia, caffè e ristoranti per una pausa golosa tra un tuffo e una nuotata e per assaggiare il meglio della cucina tipica (tra cui paella, piatti di pesce e carne) a prezzi contenuti.

Inoltre, Cala Llonga dispone di piccoli supermercati, raffinate boutique, negozi di souvenir e numerosi appartamenti e hotel (molti dei quali affacciati mare), ed è punto di partenza per i traghetti che conducono a Ibiza Città, a Santa Eulalia, a Es Caná e a Formentera: il chiosco per i biglietti e il molo si trovano sul lato sinistro della spiaggia, alla fine del lungomare.

Le attività da non perdere a Cala Llonga

Sole, mare, tuffi e relax: certo, Cala Llonga è un paradiso balneare che fa la gioia di tutti coloro che sognano una vacanza di questo tipo.

Ma sono molte le attività che si possono svolgere, a partire dallo shopping: sebbene non vi siano moltissimi negozi (a differenza di altre località isolane) c’è tutto ciò di cui si può avere necessità e, durante l’estate, il giovedì sera si svolge il mercato sul lungomare con bancarelle che vendono “di tutto un po’”.

Gli appassionati di sport all’aria aperta potranno dedicarsi al beach volley, alle escursioni nei dintorni, oppure praticare snorkeling e immersioni per sondare le acque cristalline o noleggiare pedalò e trascorrere rigeneranti ore cullati dalle onde.

E la vita notturna? Cala Llonga dispone di efficienti mezzi di trasporto per raggiungere alcune tra le migliori discoteche di Ibiza, tra cui il Pacha di Ibiza città e l’Ushuaïa di Playa d’en Bossa, veri must della movida isolana.

Tuttavia, la località stessa offre intrattenimento nei bar e negli hotel aperti fino a tarda notte con una vasta gamma di spettacoli dal vivo.

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Spiaggia di Nisporto, tesoro dell’Isola d’Elba

L’Isola d’Elba, situata nel Mar Tirreno, è davvero una gemma scintillante con il suo mare azzurro profondo e le sue bellezze naturali. Le colline ondulate sono ricoperte da una vegetazione mediterranea lussureggiante, che include alberi come i pini marittimi, i lecci e i cipressi.

Queste piante si fondono con i profumi inebrianti delle erbe selvatiche, creando un’atmosfera magica e suggestiva. Nell’entroterra sono percorribili numerosi sentieri panoramici tutti da esplorare, che permettono di immergersi completamente nella natura incantevole del territorio. Gli scenari mozzafiato e la serenità del luogo la rendono una meta ideale per gli amanti della natura e delle vacanze rilassanti.

Nascosta tra le bellezze naturali dell’Isola d’Elba, si trova un vero e proprio paradiso selvaggio. È la Spiaggia di Nisporto, una baia dorata che invita a rilassarsi e godersi la serenità che solo la natura può offrire, lontano dalle mete affollate. Un luogo in cui l’atmosfera intima e accogliente rende questa località il rifugio ideale per coloro che cercano una pausa dalla frenesia della vita moderna.

La spiaggia di Nisporto, un’oasi di tranquillità

Nisporto, Isola d'Elba

Fonte: iStock

Nisporto, Isola d’Elba

La Spiaggia di Nisporto si estende per circa 200 metri, offrendo uno scenario incantevole di ghiaia, sabbia e splendidi ciottoli multicolori. Un autentico mosaico naturale che si fonde in armonia con le sfumature del mare cristallino.

La parte occidentale è caratterizzata da un paesaggio aspro e selvaggio. Al contempo, la zona centrale, con la sua sabbia fine, è il posto ideale per i giochi dei più piccoli e per coloro che amano trascorrere il tempo sulla spiaggia.

Questa perla dell’Isola d’Elba non solo incanta con la sua bellezza incontaminata, ma è anche il luogo perfetto per ripararsi dal caldo torrido. La sua conformazione geografica, infatti, garantisce una protezione naturale dagli intensi raggi solari. Questo, insieme alla piacevole brezza marina, rende le giornate estive estremamente piacevoli.

Inoltre, la Spiaggia di Nisporto offre una varietà di servizi per assicurare un’esperienza confortevole ai visitatori. Per coloro che amano l’avventura, è possibile noleggiare pedalò e piccole imbarcazioni, il modo ideale per scoprire le numerose spiagge circostanti, come ad esempio Nisportino e Bagnaia, che meritano senza dubbio di essere visitate.

Sulle tracce del passato nell’affascinante borgo di Rio nell’Elba

Situato nelle vicinanze della spiaggia di Nisporto, il borgo di Rio nell’Elba è una località da non perdere assolutamente. Uno dei villaggi più antichi, le cui origini risalgono all’età del bronzo e che conserva importanti tracce del suo passato, che testimoniano la sua storia ricca e affascinante.

Nei dintorni, tra i punti principali da visitare, vi consigliamo il Castello del Volterraio, un’imponente fortezza costruita nel X secolo, che sovrasta il paese regalando una vista panoramica mozzafiato sulla costa circostante.

Con le sue possenti mura, torri e bastioni, il castello è un autentico simbolo del suggestivo passato dell’isola. Inoltre, è possibile esplorare le sale, ammirare gli affreschi e le architetture che ancora oggi raccontano le storie di tempi lontani.

Lungo la strada che collega Nisporto a Rio, vi suggeriamo di visitare un’altra affascinante testimonianza storica della zona. Si tratta dell’Eremo di Santa Caterina, costruito nel XVII secolo e caratterizzato da un bellissimo campanile.

Passeggiando nel centro del paese, invece, si può ancora respirare la tipica atmosfera medievale. Attraversando le strette stradine si possono ammirare, infatti, le splendide fontane, i maestosi archi e gli antichi edifici in pietra che evocano racconti di epoche passate.

L’atmosfera del borgo è autentica e suggestiva. Che siate appassionati di storia, amanti della natura o alla ricerca di un luogo per rigenerarvi, resta senza dubbio una tappa imperdibile nel vostro viaggio all’Isola d’Elba.

Rio nell'Elba

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Rio nell’Elba, Arcipelago Toscano
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Cnosso, il più importante sito archeologico di Creta

L’isola di Creta, la più grande e la più popolosa della Grecia, oltre a essere un vero e proprio gioiello del Mediterraneo è anche un fazzoletto di terra dalla storia molto antica. Tantissime sono le testimonianze del suo passato che possono essere ammirate ancora oggi, ma c’è un sito che riveste un’importanza fondamentale, un luogo leggendario e in qualche modo profondamente legato ai miti antichi. Parliamo di Cnosso, il sito archeologico più famoso di Creta e anche uno dei più prestigiosi di tutto il nostro pianeta.

La sua contestata scoperta

Cnosso è un sito archeologico che risale all’età del bronzo, e quindi un importante centro della civiltà minoica (la civiltà cretese dell’età del bronzo). Della sua esistenza lo si sapeva già da tempo, ma solo nel 1878 Minos Kalokairinos, un antiquario e commerciante, fece una prima importante scoperta: riportò alla luce due magazzini del palazzo di Cnosso.

All’epoca, tuttavia, i padroni del terreno lo costrinsero a fermare le ricerche: Creta era sotto il dominio dell’Impero Ottomano che richiedeva ingenti somme di denaro per lavori come questi. Bisogna quindi arrivare al 1900, anno in cui Sir Arthur Evans, archeologo e direttore dell’Ashmolean Museum di Oxford, decise di intraprendere con l’aiuto del suo assistente, l’archeologo inglese Duncan Mackenzie, alcuni scavi sistematici lungo questo territorio.

Fu così che, più o meno verso la fine del 1903, quasi tutto il palazzo venne riportato alla luce. Evans continuò poi con i suoi scavi fino al 1931, facendo emergere dalle viscere della terra monumenti e affreschi che ancora oggi incantano i visitatori per via delle loro ottimali condizioni e dei vividi colori.

Cnosso, isola di Creta

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Un angolo di Cnosso, Creta

Tuttavia, lo scopritore di questo immenso tesoro non fu esente da critiche: scelse di ricostruire alcune parti del palazzo con l’ausilio di abbondante cemento armato, e quindi con l’uso di materiali estranei all’architettura minoica.

Seppur contestato – probabilmente a ragione – è impossibile non ammettere che si deve comunque a lui – e in grandissima parte – la scoperta del mondo minoico poiché, fino a quel momento, era ritenuta solamente pura mitologia greca. Al giorno d’oggi gli scavi di questo prezioso angolo della Grecia continuano, ma per mano della Scuola Britannica di Atene.

La storia del palazzo

La spettacolare isola di Creta presenta diversi palazzi che sono stati edificati per ospitare i suoi quattro re. E, come tutti gli edifici che svettano nel territorio, anche il palazzo di Cnosso fungeva da centro politico, religioso ed economico dell’impero marittimo minoico, oltre a possedere un carattere sacro.

Sito archeologico Cnosso

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Cnosso vista dall’alto

Secondo le ricostruzioni, occupava una superficie di 22.000 metri quadrati, aveva più piani e una pianta molto complessa e intricata. Una struttura mastodontica: pare che potesse ospitare fino a 12.000 persone nelle sue 1.300 stanze, sale per il culto e per i ricevimenti, alloggi del re, della regina e dei funzionari dell’amministrazione.

Si sostiene, inoltre, che fu raso al suolo da un drammatico terremoto che avvenne intorno al 1628 a.C., e per questo all’inizio del XVI secolo a.C fu eretto un “secondo palazzo”. Questa seconda struttura era ancor più complessa della prima, tanto da essere considerata il famigerato labirinto del mito del Minotauro e del filo di Arianna.

Cosa c’è nel Palazzo di Cnosso?

Dalle premesse fatte, è abbastanza palese che parliamo di un sito archeologico di eccezionale importanza e bellezza. Le cose da vedere nel Palazzo di Cnosso sono davvero numerose, ma di certo non si possono non menzionare i due pozzi di forma circolare in cui venivano gettati oggetti sacri e da dove partivano due corridoi: il primo conduceva al Propileo Occidentale, luogo in cui il re riceveva i visitatori, mentre l’altro è noto come Corridoio della Processione per via degli affreschi che raffigurano processioni di sacerdoti, uomini e donne.

Più che straordinaria è la Sala del Trono in cui il tempo sembra non essere passato mai: è ancora splendidamente affrescata. Poi c’è il Megaron della Regina, dove sono stati rinvenuti gli affreschi più belli di tutta la Grecia arcaica, che conduce alla Sala da Bagno della Regina che anche ai giorni nostri presenta vasca e gabinetto.

È inoltre interessante sapere che, secondo studi approfonditi, sarebbero i bagni più avanzati di tutta l’antichità poiché erano presenti canalizzazioni sotterranee, fogne, canali di scarico ed acqua calda sempre disponibile. Per l’epoca, quindi, una sorta di miracolo.

Molto interessante è anche l’Area dei Magazzini che a dirla tutta è stata anche la prima sezione del parco ad essere stata scoperta. Si tratta di una zona di enorme importanza perché aiuta a comprendere più a fondo lo stile di vita della civiltà minoica.

Infine, ma ci teniamo a specificare che in queste poche righe abbiamo menzionato solo alcune delle cose che è possibile visitare presso Cnosso, l’Area Teatrale che all’epoca poteva ospitare fino a 500 persone.

Sala del Trono, Cnosso

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La splendida Sala del Trono

I meravigliosi affreschi

Arrivare a Cnosso vuol dire immergersi in un microcosmo di straordinari affreschi: i cretesi dipingevano sulle pareti del palazzo opere pregiate seguendo la visione di profilo dell’arte egizia. Molte di queste opere sono attualmente conservate e gelosamente protette presso il museo archeologico di Candia, mentre altre sono ancora osservabili presso questo meraviglioso sito archeologico.

È il caso dei dipinti che tuttora impreziosiscono il Corridoio della Processione e che raffigurano uomini e donne che trasportano doni come vasi, anfore e coppe. Tra i più noti c’è il Principe dei Gigli, ovvero un affresco che rappresenta un giovane sacerdote che indossa un copricapo fatto di gigli e piume di pavone.

Da queste parti è possibile visitare anche l’affresco più emblematico di Cnosso: il Toro in un Paesaggio con Ulivi. Situato sul muro del balcone occidentale, rappresenta questo possente animale immerso in un tipico paesaggio locale, un affresco che inevitabilmente ha contribuito ad alimentare la Leggenda del Labirinto di Cnosso.

Straordinario è anche l’Affresco della Taurocatapsia che raffigura un toro durante l’evento più popolare tra i cretesi e in tutte le fasi della gara: la presa del toro per le corna, il salto e persino l’atterraggio.

Infine, da non perdere è l’affresco che è stato definito il più poetico di tutta l’area archeologica: quello dedicato ai delfini e posto nel Megaron della Regina.

Affresco dei Delfini, Cnosso
L’Affresco dei Delfini

Il labirinto di Cnosso e la leggenda del Minotauro

Non si più parlare del Palazzo di Cnosso senza raccontare del Labirinto e dell’affascinante Leggenda del Minotauro. Si narra che il re di Creta, il mitico Minosse, decise di far costruire un labirinto – che corrisponderebbe a questo sito archeologico –  per catturare e chiuderci dentro il mostruoso Minotauro, ovvero una creatura nata dall’unione di sua moglie, Pasifae, con un toro: aveva la testa di questo animale e il corpo di uomo.

Stando al curioso racconto, l’intricatissimo labirinto fu progettato dall’architetto ateniese Dedalo e dal figlio Icaro. Ciò che crearono fu talmente complesso che, una volta terminata la costruzione, loro stessi ne rimasero prigionieri. Fu così che Dedalo decise di produrre delle ali che attaccò con la cera alle loro spalle: in questo modo riuscirono a fuggire, ovvero volando.

Il re Minosse aveva un figlio di nome Androgeno ma che purtroppo morì per mano di alcuni ateniesi. Per questo motivo, decise di vendicarsi e proprio usando lo spaventoso Minotauro: ordinò che Atene avrebbe dovuto inviare a Creta, ogni nove anni, sette fanciulli e sette fanciulle da offrire in pasto a questa mitologica creatura.

La leggenda a questo punto narra che il massacro terminò solo quando Teseo, figlio del re ateniese Egeo, si offrì di uccidere il Minotauro. Fu Arianna, figlia di Minosse e Pasifae, ad aiutare l’eroe greco a ritrovare la via d’uscita dal labirinto utilizzando un gomitolo rosso che, una volta srotolato, gli avrebbe permesso di seguire a ritroso i propri passi.

Teseo, quindi, riuscì a trovare il Minotauro, ucciderlo e grazie al “filo di Arianna” evase da questo complesso labirinto. Se vi state chiedendo se questa struttura costruita in modo tale che risulti difficile per chi vi entra trovare l’uscita esista, la risposta è no. Si narra di essa solo nella mitologia e nelle leggende.

Tuttavia, quando Evans riportò alla luce questo straordinario sito assai complesso a livello architettonico – in particolare per l’epoca a cui apparteneva – lo ricondusse al mito del Minotauro. Ma non solo, c’è anche un riferimento morfologico lessicale che si connette al famigerato labirinto: il simbolo del palazzo era un’ascia bipenne, il cui nome in greco antico corrisponde alla parola labyrinthos, ovvero labirinto. Quel che è certo, quindi, è che si tratta di un sito altamente importante e sorprendente.

Toro in un Paesaggio con Ulivi, Cnosso

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Il Toro in un Paesaggio con Ulivi, l’affresco che contribuì alla Leggenda del Minotauro

Dove si trova e come arrivare

Sì, almeno una volta nella vita bisogna visitare Cnosso. Tale complesso è situato a circa a 6 chilometri a sud della moderna città di Heraklion e per questo risulta facilmente raggiungibile dal centro principale di Creta.

È stato edificato sulle alture del piccolo villaggio di Kefala, non troppo distante dal sacro Monte Ida, luogo dove secondo la leggenda si sarebbe nascosto Zeus per non farsi uccidere dal padre Crono.

Se non si ha a disposizione un’automobile, si può usufruire dell’autobus numero 2 che collega il porto di Heraklion al Palazzo più o meno ogni 20 minuti. Nel caso in cui si arrivi comodamente con mezzi propri, è disponibile un parcheggio a pagamento vicino all’ingresso.

Non resta che fare un viaggio a Creta e dedicare un giorno al mito e alla storia antica visitando le maestose rovine di Cnosso.

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Symi, l’isola della Grecia dove sono nate le Tre Grazie

Che la Grecia nasconda delle località che sono dei piccoli tesori è noto praticamente a tutti. Ma molto probabilmente in molti non sanno che proprio qui si nasconde un’isola speciale, ben differente dal classico immaginario del Paese ellenico, dove sono venute al mondo le Tre Grazie e in cui le meraviglie da scoprire sono davvero numerose: Symi.

Isola di Symi, la terra delle Tre Grazie e delle spugne

No, non ci riferiamo alla colorita e simpatica espressione che sta ad indicare qualcosa di ovvio ma alle Charites, ovvero le Grazie, tre divinità della Grazia che erano, probabilmente, legate al culto della natura e della vegetazione e anche le dee della gioia di vivere. Il nome dell’isola, infatti, deriverebbe dalla bella ninfa Syme.

Oltre a essere la culla delle Tre Grazie, l’Isola di Symi (o Simi) è anche conosciuta come la terra delle spugne perché il suo territorio pullula di spugne marine che in qualche modo hanno segnato la sua storia, organismi sopratutto acquatici che possono vivere sia vicino alla superficie che a 4.500 metri di profondità.

Dove si trova

L’Isola di Symi è un incanto del Mar Egeo che fa parte dell’arcipelago del Dodecaneso. Si trova a 41 chilometri a Nord dalle coste dell’Isola di Rodi e a pochi chilometri di distanza dalla Turchia.

È un vero e proprio fazzoletto di terra pregno di meraviglie: pur avendo un’estensione di soli 58,1 chilometri quadrati, oltre a spiagge incantevoli, natura lussureggiante e villaggi che sembrano rimasti fermi nel tempo, conserva ben oltre trecento monasteri e chiese.

Symi, isola della Grecia

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Un angolo dell’Isola di Symi

Cosa aspettarsi

Se si decide di fare un viaggio a Simi si deve partire dal presupposto che questa è una Grecia diversa. Qua a dominare non sono gli edifici costruiti in calce bianca e con decorazioni blu, ma casette colorate che si arrampicano sulle sue pendici. In stile neoclassico, sono tutte dipinte con colori vivaci e affacciate su spiagge lambite da acque cristalline.

Un’isola pittoresca, quindi, in cui inebriarsi dei profumi mediterranei come quelli dell’origano e del rosmarino e che sfoggia fiera il suo passato fatto di storia navale. Il posto ideale per gustarsi ottimi piatti in meravigliose taverne sul mare.

Cosa vedere

La prima cosa che vi consigliamo di vedere presso l’Isola di Symi è la sua cittadina principale che prende il nome di Simi. Si tratta di un fiorente villaggio dall’architettura neoclassica italiana che sembra voler rimanere attaccato alle colline e scendere con un fare poetico fino alle limpide acque del porto Gialos, uno degli angoli più suggestivi di tutta la Grecia.

Il borgo medievale di Simi, chiamato Horio o Ano Simi, si può raggiungere tramite due suggestive scalinate che conducono a un intrigato labirinto di vicoli stretti e in cui case color pastello si alternano ad antiche rovine, come quelle del castello costruito dai Cavalieri di San Giovanni.

Assolutamente degno di interesse è anche il Monastero di San Michele Arcangelo di Panormitis che, oltre a essere sontuoso e appoggiato su una caletta che fa emozionare, è anche uno degli avamposti della linea retta leggendaria e misteriosa che unisce tutti i luoghi consacrati a San Michele, vale a dire quella che ha inizio a in Irlanda e termina in Israele, attraversando la Cornovaglia, la Normandia, il Piemonte, la Puglia e anche la Grecia, per l’appunto.

Monastero di San Michele Arcangelo di Panormitis, presso Symi

Fonte: iStock – Ph: Polaris17

Veduta del Monastero di San Michele Arcangelo di Panormitis

Poi ancora la chiesa dedicata ai Santi Constantinos ed Eleni dove lasciarsi incantare da giardini, terrazze e un pozzo; il monastero di Sotiris Megalos che regala una vista a dir poco emozionante; le sessantaquattro cappelle sparse in ogni angolo dell’isola e visitabili percorrendo stupendi sentieri. Infatti, un’altra attività che non bisogna assolutamente mancare presso l’Isola di Symi è del sano trekking attraverso i suoi tragitti che dall’entroterra conducono sulla costa, e viceversa.

Le spiagge di Symi

Una vacanza in Grecia non può di certo prescindere dal mare e l’Isola di Symi in questo è davvero eccezionale. Tra angoli frastagliati e calette sabbiose, questo fazzoletto di terra del Dodecaneso mette a disposizione lidi facilmente raggiungibili e attrezzati e altri magnifici spot più selvaggi e in cui attraccare solo via mare.

Tra le migliori non possiamo non nominarvi la spiaggia di Agios Nikolaos che è composta di sabbia e ghiaia fine. Perfettamente attrezzata, regala anche ombra naturare grazie alla presenza di diversi alberi.

Vale la pena fare un salto anche presso la baia di Pedi dove si sviluppano diverse minute spiagge molto amate dai viaggiatori che raggiungono questa suggestiva isola. Da queste parti, tra le altre cose, sopravvivono ancora i resti delle prime chiese cristiane e la chiesa di Agios Gerogios.

Agia Marina è una spiaggia che regala un’acqua così trasparente da sembrare un miraggio, una zona ideale per chi adora indossare maschera e boccaglio per fare snorkeling.

Poi ancora Emporios, il secondo porto dell’isola che offre una graziosa spiaggia di ciottoli. Altrettanto affascinante è la baia di Nanou che si fa spazio tra maestose scogliere.

Non si può dire di aver visitato l’Isola di Symi se non si è andati alla scoperta di Nimborios, una grande baia con una spiaggia di ciottoli e perfettamente servita. Ci sono poi la spiaggia Nos, così speciale da essere conosciuta anche come ‘Paradise Beach’; Agios Vasilios, isolata e senza strutture a modificare il bellissimo territorio; Agios Georgios Dysalonas, la più emozionante per via della presenza di una scogliera che arriva fino a 300 metri di altezza; Dysalonas, accessibile solo via mare ma dalle acque limpide e spettacolari.

Baia di Nanou, spiagge più belle di Symi

Fonte: iStock

Veduta della magnifica baia di Nanou

Come arrivare all’Isola di Symi

Pur non essendo dotata di aeroporto, arrivare all’Isola di Symi non è complesso. Per andare alla scoperta di questo angolo di Grecia che sembra un arcobaleno, occorre semplicemente imbarcarsi dal porto del Pireo di Atene: da qui il viaggio dura dalle 11 alle 18 ore (scali compresi) a seconda dell’imbarcazione.

Oppure, è ancor più semplice atterrare nell’aeroporto della sua meravigliosa “sorella maggiore”, l’Isola di Rodi, e salire a bordo di uno dei battelli che partono dal porto di Mandraki e che con due ore circa navigano verso la bella Symi.

In alternativa, si può usufruire anche di collegamenti marittimi da e per le isole di Naxos, Astypalea, Mykonos, Leros, Parmos, Santorini, Amorgos, Syros, Kalymnos, Kos, Nissiros e Tilos.

Non resta che correre alla scoperta di questo angolo di Grecia altamente speciale.

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Falasarna, una lunga spiaggia da sogno

Con la sua spessa sabbia bianca lambita da acque turchesi, un paesaggio che sembra un acquerello tropicale e i tramonti più belli dell’isola, la spiaggia di Falasarna è considerata una delle più belle di Creta. All’estremità settentrionale di questo piccolo paradiso ci si imbatte in un’altra attrazione imperdibile: le rovine di un’antica città greco-romana.

Falasarna, un sogno di sabbia bianche e acque turchesi

Situata vicino alla punta nordoccidentale di Creta, a 59 chilometri ad est della città di Chania e e a quasi 17 km a ovest di Kissamos, Falasarna (o Falassarna) è dal 2000 un’area protetta, famosa non solo per la sua straordinaria bellezza ma anche per la sua ricca fauna.

Si estende su una vasta area e consiste in realtà in cinque spiagge consecutive, di cui le due più centrali sono tra le più famose della Grecia. La principale, più a sud, si chiama Pachia Ammos (Sabbia Grossa). Questa spiaggia, lunga circa 1 km, attira il maggior numero di visitatori della zona, ma grazie alle sue vaste dimensioni non risulta mai troppo affollata. Vi troverete anche servizi per gli sport acquatici e campi da beach volley, oltre ad alcuni snack bar e caffè.

Spostandosi a nord, ci si imbatte in un’altra lunga spiaggia di 800 metri, identica a quella principale, divisa a metà da una duna di sabbia e da alcune rocce. È più tranquilla di Pachia Ammos e non offre servizi, l’ideale per chi vuole rilassarsi in uno scenario più intimo e selvaggio. Nelle vicinanze, si trovano la graziosa cappella di Agia Paraskevi e una sorgente di acqua dolce.

Se cercate un luogo ancora più appartato, dovete recarvi ancora più a nord, nei pressi del sito archeologico, dove si vede apparire una piccola insenatura ghiaiosa, con un fondale roccioso. Un’ottima scelta anche quando i venti soffiano da ovest. A sud di Pachia Ammos, a Livadi, si trova, invece un’altra lunga spiaggia con arenile sabbioso e fondale roccioso, perfetta per gli amanti dello snorkeling. Livadi è circondata, inoltre, da un’importante zona umida con stagni che ospitano molti uccelli in inverno.

Per la sua esposizione ai venti che creano onde perfette per gli amanti della tavola, la spiaggia di Falasarna è una calamita per i surfisti. L’area che la circonda è una magnifica riserva naturale protetta, che la rende ancora più suggestiva. Se siete dei romantici, non potete perdervi il tramonto da queste dune, considerato il migliore di Creta. Quando fa buio, invece, potreste avere la fortuna di partecipare a una delle numerose feste in spiaggia organizzate durante l’estate.

L’antica città greco-romana

L’antica città portuale greco-romana di Falasarna fiorì durante il periodo ellenistico all’estremità occidentale di Creta. I resti attualmente visibili includono imponenti torri e bastioni in arenaria, con centinaia di metri di mura di fortificazione che proteggono la città e un porto protetto su tutti i lati. Tra i ritrovamenti di rilievo nell’area portuale vi sono strade pubbliche, pozzi, magazzini, un altare e vasche.

L’acropoli sorge su un promontorio che si erge per 90 metri sopra il porto e si protende nel mare, e conserva anche un tempio dedicato alla dea cretese Diktynna. Un sogno la valle che si estende dietro la spiaggia, costellata di uliveti e serre dove si coltivano soprattutto pomodori. Vi troverete anche alcuni alberghi e ristoranti a conduzione familiare, per un soggiorno autentico e indimenticabile.

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Le location esotiche della serie Tv “Delitti ai Caraibi”

Mélissa Sainte-Rose è comandante della Police Nationale ed è alle dipendenze del capitano Gaëlle Crivelli, due donne caratterialmente agli antipodi ma, fortunatamente, complementari nella risoluzione dei casi al centro delle loro indagini. Originaria dei Caraibi l’investigatrice viene trasferita, con i due figli adolescenti, dalla Francia continentale a Fort-de-France, la Capitale di una magnifica isola del Mar dei Caraibi.

Fin da subito, i rapporti tra le due donne sono piuttosto tesi. Hanno, infatti, in comune Franck, ex marito della prima (e padre dei due figli, Chloé e Lucas) ma anche ex amante della seconda. Le indagini che le vedono coinvolte nella serie Tv “Delitto ai Caraibi” si svolgono in un luogo a dir poco paradisiaco, che a tutto fa pensare che a qualcosa di brutto: la Martinica.

Le splendide location della Martinica

La serie televisiva francese è girata nella Capitale dell’isola, nel cuore dell’arcipelago delle Piccole Antille, o Iles au Vent, “isole del vento”, un puntino fra il Mar dei Caraibi a Ovest e l’Oceano Atlantico a Est. Il sole dei Tropici ne fa l’isola dell’eterna estate. Il clima qui è perfetto tutto l’anno: 28°C di temperatura media e tutto i venti alisei che soffiano dall’oceano e rinfrescano l’aria.

E poi ci sono le spiagge di sabbia finissima. Le acque trasparenti come non mai. E la foresta tropicale che fa ombra e rinfresca nelle ore più calde. Un paradiso vero.

Fort-de-France – che un tempo si chiamava Fort-Royal, poi ribattezzata da Napoleone – è la location principale dove è ambientato “Delitto ai Caraibi“. Si riconosce la grande piazza-giardino, la Savane, e la biblioteca Schoelcher, opera dell’architetto francese Henri Picq, che ha realizzato anche la cattedrale di Saint-Louis e il mercato coperto.

Ma non mancano le immagini della splendida costa caraibica e dei villaggi colorati, tipici di queste latitudini. Iconico è il villaggio di Anses d’Arlet, nel Sud dell’isola, che si raggiunge percorrendo una strada molto tortuosa. Ha un centro abitato molto caratteristico che si affaccia su una spiaggia di sabbia bianchissima con un mare cristallino molto amato da chi pratica immersioni.

Un pittoresco villaggio di pescatori è invece Grand’Rivière, sulla costa settentrionale, anch’esso non semplice da raggiungere per la sua posizione su gole vertiginose con alberi giganteschi. Per la sua posizione isolata, è come se fosse sospesa nel tempo, avendo conservato perfettamente l’atmosfera del secolo scorso. Allineati sulla piccola spiaggia di sabbia vulcanica si possono ammirare pescherecci di vari colori.

Il tipico villaggio caraibico molto pittoresco che sembra uscito da una cartolina è poi Sainte-Anne, un luogo vivace, che mantiene intatto il suo charme di villaggio caraibico. Tra i più amati dai turisti. A La Trinité si trovano le rovine della Fortezza Dubuc, un’antica residenza appartenuta a un pirata che depredava le navi di passaggio che lui stesso faceva affondare contro gli scogli disorientandole con la propria lanterna.

Poi ci sono gli isolotti sparsi intorno all’isola principale. Come il Tombolo, che nei mesi invernali si può raggiungere a piedi in quanto l’oceano magicamente si “apre” offrendo una traversata inattesa del mare. O come l’Ilet Loup-Garou, un vero e proprio angolo di paradiso fuori dal mondo, dove si possono vedere le tartarughe che depongono le uova.

L’isola dell’eterna estate

Quattrocentomila abitanti vivono in questa società meticcia: una varietà che rispecchia la storia dell’isola, le varie occupazioni di popoli, le mescolanze di genti e di culture che arrivano dall’Africa e dall’India. Fu scoperta da Cristoforo Colombo nel 1502, durante il suo quarto viaggio verso il Nuovo Mondo. A questi tempi, l’isola era abitata dagli Indiani dei Caraibi, gli Arawaks, originari della Valle dell’Orinoco, ed era conosciuta con il nome di Madinina che, nella lingua indigena, significa “isola dei fiori”.

Divenne una colonia francese nel 1635 sotto il comando di Pierre Belain d’Esnambuc, un mercante ma anche un po’ pirata. Qui, i francesi seminarono piantagioni di canna da zucchero e di caffè e importarono gli schiavi provenienti dall’Africa. Rimase sotto il dominio francese fino al 1946, quando divenne semplicemente una regione dell’Oltremare francese, così come la Guadalupa, dove è stata girata un’altra serie Tv poliziesca francese, “Delitti in paradiso“, la Guyana francese, l’isola di Mayotte e l’isola della Réunion.

Ancora oggi, i monumenti storici presenti sull’isola riflettono la sua ricchezza culturale. Il savoir-vivre creolo fa degli abitanti della Martinica un popolo caloroso e accogliente. Quelli che apparentemente sembrano paradossi in realtà sono deliziosi contrasti, che contribuiscono a creare il fascino di questo luogo a dir poco incantevole che sono la testimonianza della storia e dell’anima dell’isola. Il momento più rappresentativo di questo mix culturale è il Carnevale, che ufficialmente dura tre giorni, ma che in realtà diventa una festa di strada che colora l’isola per un mese intero.

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Fonte: @Mediaset

Una scena della serie Tv “Delitti ai Caraibi”
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La splendida isola finlandese dove quest’anno si fa “digiuno digitale”

Disconnettersi, staccare la spina, godersi la vacanza senza essere disturbati da squilli e notifiche degli smartphone. Utopia? Non sull’isola finlandese di Ulko-Tammio, che questa estate punta a diventare la prima meta turistica al mondo libera dai telefoni. Se desiderate una vera ‘disintossicazione digitale’, questo è il posto giusto per voi.

Ulko-Tammio, l’isola dove si stacca letteralmente la spina

I viaggiatori che vogliono letteralmente staccare la spina dai loro dispositivi troveranno l’aspra isola disabitata in Finlandia, con la sua interessante fauna selvatica e il fascino della costa baltica, una destinazione perfetta dove avranno ampie opportunità di prendersi una pausa dallo stress del lavoro e della vita quotidiana.

Qui, infatti, si viene incoraggiati a mettere via volontariamente i propri telefoni e a concentrare tutti i sensi sulla natura in cui si è immersi. “È un’ottima iniziativa che potrebbe essere attuata anche in altre destinazioni naturalistiche e ricreative”, spiega Joel Heino, del Parks and Wildlife Finland.

Situata al largo della costa di Hamina, Ulko-Tammio è una delle splendide isole del Parco Nazionale del Golfo di Finlandia orientale. Questo gioiello ospita soltanto uccelli, piante rare e una natura davvero impressionante. Se pensate che tutto questo possa essere noioso e farvi rimpiangere subito i social, sappiate che non è cosi.

Questo è infatti il luogo perfetto per ritrovare il contatto con la natura e anche con se stessi, scattando fotografie solo mentali di ciò che vi circonda. È possibile fare escursioni lungo sentieri ben segnalati, che si snodano intorno alla costa rocciosa, mentre una torre per il birdwatching offre una magnifica vista sul parco nazionale. Vi troverete un rifugio e un’area camping dove pernottare in tende o bungalow. Unica anche la sua storia, testimoniata da disegni rupestri risalenti al 1800 e da ciò che resta dell’epoca in cui l’isola fu fortificata come avamposto di osservazione durante la guerra d’inverno, nota anche come guerra russo-finlandese.

“Vogliamo esortare i vacanzieri a spegnere i loro dispositivi intelligenti e a fermarsi e godersi davvero le isole”, chiosa Mats Selin, esperto di turismo insulare a Visit Kotka-Hamina. La speranza dei promotori dell’iniziativa è che questa incoraggi le persone a prendersi una pausa dai social media e dai dispositivi anche al di fuori della selvaggia Ulko-Tammio.

Qui l’estate è la stagione del digiuno digitale

La tecnologia fa parte della nostra vita quotidiana e per molti è difficile non passare il tempo davanti a uno schermo anche in vacanza. Condividere le proprie esperienze sui social media può sembrare più importante che godersi semplicemente il momento. Le vacanze estive, invece, potrebbero essere una fantastica opportunità per prendersi una pausa dalla tecnologia e per vivere esperienze autentiche. Ulko-Tammio offre proprio questa possibilità, promuovendosi come prima isola phone-free.

Inoltre, il lato orientale del Golfo di Finlandia ospita un gruppo di isole uniche che non si trovano altrove. L’interesse per questi paradisi è in aumento anche tra i turisti finlandesi alla ricerca di una meta per una vacanza vicina.

Come detto, i visitatori che visitano Ulko-Tammio saranno invitati a mettere via i telefoni durante la loro permanenza, per godersela senza distrazioni. Tuttavia, se temete di non riuscire a portare a termine l’esperimento di disintossicazione dai vostri smartphone, niente paura: la partecipazione al digiuno digitale è volontaria e l’isola è coperta da una rete mobile funzionante.

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Isola di Porquerolles, cosa fare e come organizzare il viaggio

Chiamata anche “l’Isola d’oro”, Porquerolles è un eccezionale fazzoletto di terra che fa parte dell’altrettanto affascinante arcipelago delle Isole di Hyères. Ci troviamo in Europa, ma in un angolo del vecchio continente i cui colori ricordano quelli dei Caraibi, anche se per arrivarci basta una semplice carta d’identità valida per l’espatrio e meno ore di viaggio.

Dove si trova l’Isola di Porquerolles

L’Isola di Porquerolles si torva in Francia e in una regione quasi per niente distante dall’Italia: fa parte della sinuosa e colorata Provenza. Lambita dalle eccezionali e invitanti acque del Mar Mediterraneo, appartiene all’arcipelago di Hyères, nel dipartimento del Var.

Si tratta della più grande delle tre Isole d’Oro e si sviluppa in quello che viene chiamato il Parco Nazionale di Port-Cros, un luogo altamente tutelato per via della sua incredibile biodiversità. Chi decide di visitarla ha la fortuna di ritrovarsi catapultato in un vero e proprio angolo del nostro continente ancora quasi del tutto intatto e dove scovare spiagge di sabbia bianca, insenature selvagge, pinete sempreverdi, una vita marina strabiliante e dei vini che possono deliziare qualsiasi palato.

Cosa visitare

La natura di Porquerolles invita a scoprire il suo territorio a suon di escursioni di diversa difficolta e a inebriarsi del suo scintillante sole in una delle tante spiagge che offre. Ma la verità è che questa isola nasconde anche tanti tesori dai profili più o meno antichi che vale certamente la pena visitare una volta che che la si sceglie come meta di viaggio.

C’è da fare però una piccola premessa: da queste parti ci si può muovere esclusivamente a piedi, o al massimo con l’ausilio di una bicicletta a noleggio. Consapevoli di questo, il primo punto di interesse da non perdere è il suggestivo faro di Porquerolles. Per ammirarlo bisogna raggiungere la sua più estrema punta meridionale, ma una volta approdati il panorama è più che emozionante: sorge a 84 metri sul livello del mare.

Porquerolles è anche un poetico susseguirsi di fortificazioni militari assai rilevanti. Il primo che vi segnaliamo è il Forte di Santa Agatha che è il più antico di tutta l’isola. Proprio qui ogni anno ha luogo il Porquerolles Jazz Festival (per il 2023 le date sono 9-12 luglio) che attira tantissimi turisti. Inoltre, ospita un’interessante mostra permanente sul patrimonio naturalistico e storico dell’isola.

Forte di Santa Agatha a Porquerolles

Fonte: Getty Images – Ph: Gerard SIOEN

Veduta del Forte di Santa Agatha

Vale la pena fare un salto anche presso il Forte de l’Alycastre che, pur essendo attualmente chiuso al pubblico, mette il visitatore di fronte a incantevoli panorami. Ma non solo: questo è un luogo dell’isola particolarmente speciale perché proprio qui nacque la leggenda di Porquerollaise che racconta che un valoroso cavaliere vi naufragò, riuscendo però ad essere soccorso dalla gente del posto. Per ringraziarli di averlo salvato decise di uccidere il mostro che viveva nella baia, nella tana di Alycastre, dalla quale usciva solo per divorare gli abitanti dell’isola.

Classificata come monumento storico e con ingresso totalmente gratuito è la Chiesa di Sainte-Anne de Porquerolles, un edificio particolarmente interessante da visitare poiché al suo interno è custodita una ricostruzione in legno massello di noce delle quattordici stazioni della Via Crucis.

Poi ancora il Mulino du Bonheur, di cui è possibile conoscere la storia grazie a speciali visite guidate, e la Fondazione Carmignac, un antico casale che oggi è un museo pregno di opere di grandi artisti di epoche diverse come Botticelli e Warhol. Affascinante è anche il giardino in cui si sviluppa: è popolato di circa quindici pregevoli sculture.

Vacanze a Porquerolles: a tutta natura

Durante una vacanza a Porquerolles si viene automaticamente catapultati in un’oasi di pace: a dominare sono i canti delle cicale e i profumi della macchia mediterranea che ben si mescolano a quelli prodotti dalle onde del mare. Una sorta di paradiso di natura nella sua forma più pura, tutta da scoprire tramite tante intense escursioni di diversa difficoltà e piste ciclabili ben tenute e segnalate.

Escursioni presso l'isola di Porquerolles

Fonte: iStock

L’incanto della natura presso l’Isola di Porquerolles

Un luogo da assaporare necessariamente a passo lento e al ritmo del canto degli uccelli, melodie che celebrano una biodiversità di straordinaria importanza. Ben 70 chilometri di sentieri conducono tra i favolosi vigneti del rosè Côtes de Provence, pianure coltivate, frutteti, boschi di pino e spiagge che sembrano un sogno a occhi aperti.

Su due ruote (ma ricordiamo esclusivamente quelle della bicicletta) si possono solcare otto circuiti ad anello che dirigono al cospetto della Calanque de L’Indienne, un punto panoramico fatto di scogliere che sono di un’altezza impressionante, e delle Gorges du Loup che, grazie al loro paesaggio dove svettano diverse rocce aguzze, sembrano provenire da un lontanissimo pianeta.

Le spiagge più belle

Cos’è una vacanza a Porquerolles se non ci si va a rilassare sulle sue spiagge più belle? E da queste parti una cosa è certa: c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Non stiamo affatto scherzando perché l’isola possiede due anime completamente diverse tra loro ma assolutamente eccezionali: il lato meridionale è un’esplosione di ripide scogliere e insenature appartate; il lato nord è un paradiso di spiagge dalla sabbia fine lambite da acque turchesi che nulla hanno da invidiare a quelle dei tropici.

Ne è un valido esempio la Spiaggia de la Courtade, la più lunga dell’isola e che ben si presta alle famiglie con i bambini per via dei suoi fondali che degradano dolcemente. Fatta di sabbia e ciottoli, presenta anche alcune calette riparate dal vento di levante e in cui proteggersi dal sole in un delizioso bosco di eucalipti.

Porquerolles, spiagge più belle

Fonte: iStock – Ph: Michael Mulkens

L’affascinante Spiaggia de la Courtade presso l’Isola di Porquerolles

C’è poi la Spiaggia di Notre-Dame, così eccezionale che nel 2015 è stata persino eletta “la spiaggia più bella d’Europa”.  E a dirla tutta non c’è da soprendersi: è composta di sabbia fine accarezzata da un mare più che trasparente. A far innamorare è anche la pineta da cui è abbracciata, alberi sempreverdi che le conferiscono un profilo ancor più magico.

Arriviamo poi alla Spiaggia di Langoustier che si presenta con morbida sabbia bianca. Un po’ complessa da raggiungere, ha le forme di una caletta riparata e dai fondali poco profondi. Un posto in cui arrivare mettendo in conto della fatica che verrà però ampiamente ripagata dalla sua bellezza.

Impossibile non parlare di Plage d’Argent che senza ombra di dubbio conquista il titolo di “una delle spiagge più belle e incantevoli dell’isola”. Il mare è cristallino e poco profondo, mentre la sua sabbia si distingue per essere particolarmente bianca e fine.

Da un arenile in cui sembra di stare sulle nuvole a un angolo di Porquerolles che prende il nome di Spiaggia nera di Langoustier. Come si può intuire, è chiamata così proprio per il colore della sua sabbia che è dovuto alle scorie versate nel XIX secolo da un’antica fabbrica di bibite. Nonostante questo, rimane comunque un angolo dell’isola che merita una visita.

Come arrivare e le regole da seguire

Organizzare il viaggio dall’Italia a Porquerolles non è affatto complicato. Questa angolo di natura genuina, pura e sorprendente è facilmente raggiungibile dal nostro Paese, purché si salga a bordo di uno dei tanti battelli che effettuano più tratte al giorno: essendo uno dei luoghi più salvaguardati del nostro pianeta, qui non ci sono e non ci saranno mai aeroporti, e quindi bisogna necessariamente giungere via mare.

Occorre perciò dirigersi verso il porto di Giens – La Tour Fondue e salire su una delle imbarcazioni che impiegano circa 15 minuti per approdare in questo angolo di meraviglie. Da qui le partenze hanno luogo durante tutto l’anno, mentre da altre città della Costa Azzurra come Tolone, Saint Mandrier, Les Sablettes e La Londe si può salire su un traghetto per l’isola solo durante la bella stagione. In sostanza, d’estate non è affatto complesso organizzare un viaggio verso l’Isola di Porquerolles.

Una volta arrivati in questa isola dei sogni è però importante tenere a mente che ci sono alcune regole che occorre rispettare:

  • prenotare in anticipo perché le strutture in cui alloggiare si esauriscono rapidamente;
  • sono assolutamente vietati tutti i veicoli a motore, quindi anche i motorini;
  • non si può fumare, l’unico posto in cui lo si può fare è il pittoresco villaggio di Porquerolles;
  • i nostri amici a quattro zampe non possono accedere nelle spiagge;
  • non è possibile edificare;
  • non è permesso inquinare;
  • non si può campeggiare;
  • le biciclette sulle spiagge sono assolutamente interdette;
  • bisogna proteggere la vegetazione, i pesci e tutto il fantastico territorio in generale.

Parliamo perciò di divieti molto importanti e che vanno necessariamente rispettati in quanto hanno lo scopo di evitare che si ripeta un terribile episodio accaduto nell’ormai lontano 1897: durante quell’anno, i 2/3 della superficie dell’isola furono distrutti a causa del diffondersi di un terribile incendio.

Per questo motivo, il meraviglioso territorio di Porquerolles è tutto completamente protetto: la fauna, la flora e i fondali marini, che sono attualmente in uno stato di conservazione eccezionale.

Porquerolles è un’isola a poca distanza dall’Italia che vale assolutamente la pena scoprire, un posto in cui ci si sposta senza auto e dove tutto scorre al ritmo del relax: probabilmente la definizione stessa di paradiso.

Plage d'Argent a Porquerolles

Fonte: iStock

L’incantevole Plage d’Argent presso l’isola di Porquerolles
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Non solo movida: quest’isola è la capitale degli hippie

Ibiza è una terra magica, un luogo dove la bellezza naturale si fonde con la vivacità della cultura locale. Quest’ isola è un vero paradiso ed è famosa in tutto il mondo per la sua vibrante vita notturna.

Questa perla del Mediterraneo, infatti, vanta alcuni dei migliori club al mondo, dove i DJ più famosi si esibiscono ogni sera, creando una atmosfera festosa e coinvolgente. Ma Ibiza non è solo un posto per i festaioli notturni, offre molto altro. Ci sono spiagge mozzafiato, cale appartate, lagune cristalline e acque turchesi.

Ma forse quello che rende Ibiza davvero speciale è la sua anima artistica e hippie, con i suoi mercatini locali che permeano ogni angolo dell’isola. Qui, gli artigiani offrono una vasta gamma di prodotti, dal cibo alle opere d’arte, che riflettono l’anima creativa del luogo.

Camminare tra le bancarelle è un’esperienza unica e avvincente, che invita a immergersi nella cultura locale e a scoprire il vero spirito di Ibiza.

I mercatini hippie di Ibiza: tra colori, profumi e culture diverse

Mercato Ibiza

Fonte: Getty Images

Mercato hippie nell’isola di Ibiza, Spagna

I mercatini di Ibiza sono uno degli elementi distintivi dell’isola e rappresentano una vera e propria attrazione per i turisti che la visitano. Qui gli artigiani locali espongono i loro prodotti, creando un’atmosfera vibrante e incantata. Ma quali sono i mercatini più famosi di Ibiza?

Il mercato hippie di Punta Arabi è senza dubbio uno dei più conosciuti dell’isola. Situato nella località di Es Canar, questo mercato rappresenta un vero e proprio paradiso per coloro che amano l’artigianato locale. Qui, si possono trovare abiti, gioielli, prodotti alimentari e tutto ciò che si possa immaginare.

Il mercato è aperto ogni mercoledì ed è possibile trascorrere ore a gironzolare tra le bancarelle alla ricerca di oggetti unici. Esiste anche un’area dedicata ai più piccoli, che possono prendere parte a laboratori di riciclo, imparare a disegnare una maglietta unica o addirittura creare una corona di fiori speciale. Non dimenticare di fare anche un salto al bar per assaggiare la deliziosa paella casereccia.

Un altro mercato imperdibile di Ibiza è il mercato Las Dalias. Questo mercato hippie si trova nella località di San Carlos, è aperto tutto l’anno e vanta una storia di oltre trent’anni.

Ogni sabato più di 200 bancarelle prendono vita tra i giardini e offrono una vasta gamma di articoli: tele, abiti fatti a mano, gioielli e prodotti artigianali. L’atmosfera è coinvolgente ed è possibile trovare qualcosa per tutti i gusti.

Il mercato hippie di Sant Jordi è un altro must-see di Ibiza. Aperto ogni sabato, è una vera e propria istituzione del luogo ed è diventato negli anni un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono scoprire l’essenza autentica dell’isola.

Le bancarelle offrono una vasta gamma di prodotti, tra cui abbigliamento, gioielli, decorazioni per la casa e molto altro. Ma ciò che lo rende davvero speciale è la sua atmosfera vivace e creativa.

Infine, per immergerti completamente nell’artigianato locale, ci sono due mercati che ti consigliamo di visitare: il San Rafael, situato nell’entroterra, e il Sant Joan de Labritja, a nord dell’isola. In questi luoghi potrai trovare non solo prodotti agricoli della zona, ma anche deliziosi alimenti biologici.

Ibiza e l’autentica cultura hippie

Ibiza è una delle isole più famose del Mediterraneo dove la cultura hippie degli anni ’70 è ancora ben presente nell’aria, con i suoi colori vivaci e la sua filosofia di libertà e pace.

Qui è possibile praticare yoga sulla spiaggia al tramonto, gustare mojito a volontà in un chiringuito sulla spiaggia e visitare gli antichi villaggi di pescatori, dove il tempo sembra essersi fermato.

Uno dei posti imperdibili, in cui respirare l’atmosfera autentica hippie dell’isola, è la spiaggia di Benirràs, dove ogni domenica si svolge una delle celebrazioni più suggestive: il rituale dei tamburi.

A soli 8 km da Sant Miquel de Balansat, qui si crea un momento condiviso in cui il sole scompare all’orizzonte. Il tutto accompagnato da musica chill out e tribale, in particolare la domenica. Si accendono falò e ci si lascia trasportare dal ritmo delle percussioni, in una atmosfera che sembra scivolare oltre il tempo.

Se stai cercando, invece, un locale davvero hippie a Ibiza, non puoi non visitare il Bar Anita. Situato nel pittoresco villaggio di Sant Carles, questo bar ha una storia che risale agli anni ’60 ed è diventato un punto di riferimento per la cultura hippie dell’isola.

Il locale è rinomato per la sua incantevole terrazza dove poter gustare una deliziosa colazione, fare un pranzo sfizioso oppure godersi un momento di relax immersi nella natura. Inoltre, è famoso per i suoi liquori artigianali realizzati con erbe aromatiche coltivate dai contadini locali.

Ma l’anima hippie di Ibiza è molto più di una cultura del passato: è un modo di vivere e di pensare che continua a ispirare persone di tutto il mondo, che giungono sull’isola per scoprire la sua magia e per abbracciare la sua filosofia di vita.

Spiaggia di Benirras, Ibiza

Fonte: Getty Images

Spiaggia di Benirras, Ibiza, Spagna