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Isola di Santa Catalina, dalla bellezza commovente

Nell’immaginario comune, la California è il vero simbolo dell’American Dream. Le spiagge senza fine che si perdono all’orizzonte, le città vivaci e l’energia creativa che alimenta l’innovazione e l’arte, rendono questo luogo un autentico paradiso per coloro che desiderano realizzare i propri sogni.

Una terra magica, dove l’impossibile diventa possibile e che non smette mai di sorprendere. Da Hollywood alla Silicon Valley, da Los Angeles a San Francisco, la California continua a ispirare i turisti di tutto il mondo.

Oggi ci troviamo a soli 35 km al largo della costa meridionale. Più precisamente, siamo sull’Isola di Santa Catalina, un piccolo paradiso naturale e incontaminato. Con le sue acque cristalline e i sentieri che si snodano sulle colline ricoperte di fiori selvatici, è un’oasi di pace che offre rifugio dal caos frenetico di Los Angeles. È un’isola meravigliosa dal carattere mediterraneo, una destinazione che ti conquisterà al primo sguardo.

In viaggio alla scoperta di Catalina

Avalon

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Avalon, Santa Catalina, California

L’isola di Santa Catalina fa parte dell’arcipelago delle Channel Islands, è una combinazione perfetta tra natura incontaminata e lusso. Custodisce solamente due piccoli centri abitati: Avalon e Two Harbors.

Avalon è senza dubbio la meta più popolare. Qui i visitatori possono passeggiare lungo la spiaggia, ammirando una vista spettacolare sull’oceano, esplorare i negozi locali e deliziarsi con le prelibatezze culinarie nei caratteristici ristoranti.

Il Casinò dallo stile Art Déco regna sovrano sul porto con eleganza e fascino. Quest’edificio iconico non solo offre un ambiente per il gioco e l’intrattenimento, ma accoglie anche un museo dedicato alla storia dell’isola. Al suo interno, i visitatori possono scoprire le origini e gli eventi significativi che hanno plasmato la comunità locale nel corso degli anni. Inoltre, rende omaggio ai divi del cinema, in particolare a Marilyn Monroe, che ha vissuto in questi luoghi per molto tempo.

Situata a circa 30 km a nord di Avalon, si trova Two Harbors, il luogo perfetto per coloro che desiderano un’esperienza autentica nella natura incontaminata dell’isola. I più avventurosi avranno l’opportunità di esplorare i diversi sentieri escursionistici che conducono alle spiagge remote del territorio. La costa è principalmente rocciosa e si tuffa a picco nell’acqua cristallina, regalando uno scenario imperdibile su una miriade di pesci dai colori vivaci.

Sono molti, infatti, gli appassionati di snorkeling e diving, che raggiungono l’isola per esplorare le meraviglie sottomarine della zona. Ma non è tutto: è possibile praticare anche altri sport acquatici, come sci nautico, canoa, barca e fare escursioni in sommergibile.

Inoltre, Catalina ha una caratteristica particolare: i turisti non possono utilizzare le auto per spostarsi. Questa politica è stata implementata per preservare l’ambiente circostante e mantenere un’atmosfera tranquilla. In alternativa, si può attraversare l’isola a piedi o noleggiare biciclette, ciclomotori o golf car per esplorarla in modo eco-friendly.

L’isola di Catalina: la terra dei bisonti

Santa Catalina è un luogo davvero speciale che ospita la Catalina Island Conservancy, una delle aree protette più antiche della California meridionale.

Con un’ampia superficie pari all’88% dell’isola, questa organizzazione no-profit fondata nel 1972, si dedica alla protezione e alla conservazione della biodiversità locale. Al suo interno sono presenti oltre sessanta specie endemiche di piante e animali che rendono l’area un vero e proprio tesoro ecologico.

Nella riserva si possono trovare, infatti, molte specie rare come la volpe di Santa Catalina, con il suo manto rosso, il citello della California, uno scoiattolo terricolo e il toporagno, un piccolo mammifero tipico di queste zone. Questi animali convivono in armonia con i bisonti americani, che sono stati portati sull’isola negli anni ’20 durante le riprese di un film.

Negli anni successivi, questa specie ha continuato a diffondersi in modo significativo. Attualmente, il numero viene monitorato attentamente e si stima che siano presenti circa 100-150 esemplari. Questa gestione mirata supporta la conservazione dell’habitat e assicura che tutte le specie abbiano spazio sufficiente per prosperare nella riserva, conservando al meglio l’equilibrio ecologico dell’isola.

Isola di Santa Catalina

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Isola di Santa Catalina, California
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Questa splendida isola-fortezza torna ad accogliere i turisti

Non è solamente uno splendido isolotto circondato da acque cristalline (quelle della Grecia, uno dei luoghi più belli al mondo), ma una vera e propria opera di architettura dall’immenso valore, che per troppo tempo è rimasta in stato d’abbandono. Stiamo parlando dell’isola-fortezza di Bourtzi, gioiello greco che dista pochissimo dalla capitale, e che finalmente torna ad accogliere i visitatori. Scopriamo insieme le sue meraviglie e come raggiungerla.

La storia del castello di Bourtzi

Situata nelle acque del Golfo Argolico, a due passi dall’affascinante città greca di Nauplia, l’isola-fortezza di Bourtzi ha una lunga storia che ne fa un preziosissimo sito archeologico. Il castello, che in linea d’aria si trova ad appena 500 metri dalla costa, venne costruito dai veneziani nella seconda metà del ‘400, proprio a difesa di Nauplia – che ai tempi era un importante centro marinaro – dalle invasioni e dagli attacchi dei pirati. Questo capolavoro architettonico porta la firma del celebre artista bergamasco Antonio Gambello.

Dopo aver servito fedelmente la città, proteggendola per secoli, il maniero svolse un ruolo fondamentale nella sua liberazione dal dominio turco, nel corso della guerra d’indipendenza greca (nei primi anni dell’800). Fu così che Nauplia, finalmente riconquistata, divenne la prima capitale della Grecia moderna, rimanendo tale fino al 1834. Negli anni seguenti, Bourtzi visse vicende alterne. Dapprima venne riconvertito in carcere, dove soggiornavano i condannati alla pena capitale in attesa di esecuzione.

Nel 1922, il castello venne proclamato monumento nazionale: diventato un’importante attrazione turistica, il governo lo trasformò in un hotel di lusso attorno agli anni ’30. Lo rimase per alcuni decenni, fin quando, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, restò in piedi solamente il ristorante e, poco dopo, venne definitivamente chiuso. Da quel momento, dell’isola-fortezza di Bourtzi nessuno si occupò più: pian piano cadde in stato di abbandono, anche per via delle controversie dovute alla doppia giurisdizione sul territorio. Ma oggi è tornata al suo splendore originario.

L’isola-fortezza di Bourtzi riapre al pubblico

Dopo tanti anni di incuria, l’isola-fortezza di Bourtzi – che viene gestita dal ministero della Cultura di Atene – è diventata il focus principale di un progetto di recupero che l’ha riportata ai suoi antichi fasti. Ci sono voluti ben due decenni, durante i quali l’accesso al castello è stato precluso ai turisti, ma finalmente l’obiettivo è stato raggiunto. Nell’agosto 2023, il governo ha annunciato la riapertura del maniero al pubblico, come “monumento accessibile di cultura e ricreazione”. Le operazioni di restauro, ormai concluse, hanno ridato nuova vita a Bourtzi, e ora i visitatori potranno ammirarne lo splendore.

Come arrivare all’isola-fortezza? Raggiungerla è davvero semplicissimo: da Atene, sono meno di due ore di auto. Una volta giunti a Nauplia, un luogo fantastico – esso stesso merita assolutamente una visita -, non resta che prendere un’imbarcazione e navigare per appena una decina di minuti. C’è persino chi si cimenta in una lunga nuotata, vista la distanza davvero irrisoria dell’isola dalla costa greca. Il castello apre poi le sue porte ai turisti, per consentire loro di scoprire le splendide stanze e i grandi saloni di cui è costituito. E naturalmente qui si può ammirare un panorama davvero fantastico.

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Boracay: l’isola più incredibile delle Filippine

Alle volte, sfogliano depliant o leggendo articoli che si trovano su internet, capita di imbattersi in immagini talmente tanto belle che è quasi difficile credere che siano vere. Ai tempi di oggi, infatti, non è di certo impossibile che determinate foto siano state migliorate con l’uso dei filtri. Ciò non toglie che, per fortuna, nel nostro mondo ci sono delle località in cui non c’è bisogno di fare niente di tutto questo, dei posti così splendidi che per via dei loro colori non hanno bisogno di essere ritoccati. Ne è un esempio Boracay, probabilmente l’isola più incredibile delle Filippine.

Dove si trova Boracay

Boracay è una piccola ma eccezionale isola delle Filippine che sorge all’estremità settentrionale dell’isola di Panay, nella provincia di Aklan che ha per capoluogo Kalibo, nella Visayas Occidentale. In sostanza è una vera e propria appendice della grande isola di Panay da cui è separata da uno stretto tratto di mare.

Lambita ad Est dal Mar di Sibuyan e a Ovest da quello di Sulu, vanta una curiosa forma a rettangolo al cui centro dello stesso svetta un rilievo alto circa 100 metri, che corrisponde al punto più alto di tutta l’isola.

Boracay, isola delle Filippine

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Un angolo di Boracay visto dall’alto

Cosa aspettarsi

L’Isola di Boracay è piuttosto piccola: ha una superficie di poco più di 10 chilometri quadrati, quindi è lo scenario perfetto di l’isola tropicale che tutti (o quasi) abbiamo cercato di raggiungere almeno una volta nella vita.

Data la sua innegabile bellezza, è una delle più importanti mete turistiche delle Filippine, complice anche la vegetazione tropicale tipica di cui è ricoperta che si specchia su un mare a dir poco sublime

Un lembo di terra eccezionale, ma in cui purtroppo l’arrivo del turismo ha mostrato anche i suoi lati negativi. Per questo motivo nel 2018 (ben prima delle chiusure causate dalla pandemia), Boracay non ha permesso alcun accesso ai suoi desiderosi visitatori per ben 6 mesi.

A seguito di questo periodo, il  sistema fognario è stato migliorato, mentre le spiagge sono state ripulite dall’immondizia e modificate in fatto di posizione di ombrelloni, sdraio e chiringuito.

A mutare sono stati anche alcuni dettagli che riguardano le varie forme di intrattenimento: moto ad acqua e banana boat non partono più dalla riva. Per divertirsi con loro occorre raggiungere una piattaforma che si trova a centinaia di metri di distanza.

Al contempo, sono state bandite bottiglie di plastica e sigarette, e non è nemmeno più permesso organizzare feste in spiaggia. Ad essere controllato è anche il numero dei viaggiatori che possono fare ingresso sull’ isola e sta diventando sempre più frequente l’uso di risciò elettrici.

Boracay è un’isola che desidera e che sta lavorando per diventare sostenibile poiché l’interesse che ha ottenuto sul fronte del turismo internazionale sta minacciando il suo originale ecosistema. Un ambiente dalla bellezza divina e che regala veri angoli di paradiso in terra.

Com'è il mare di Boracay

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Gli incredibili colori di Boracay

Cosa fare

Oltre a rilassarsi su spiagge da sogno e bagnarsi in acque color diamante, Borocay è anche uno spot ideale per fare immersioni. Yapak, tra spiagge incontaminate e hotel di tutti i livelli, nei suoi fondali permette di ammirare coralli pregni di colori che dimorano su una roccia che scende fino a 65 metri di profondità.

A disposizione dei viaggiatori c’è anche la possibilità di noleggiare tutta l’attrezzatura, poiché sull’isola esistono numerosi centri specializzati.

Chi è invece in cerca del panorama più emozionante che quest’isola può regalare, deve dirigersi verso il Monte Luho, ovvero l’unico rilievo di Boracay. Nonostante i suoi appena 100 metri di altezza, permette di ammirare un panorama struggente sulle sue magnifiche spiagge e le acque circostanti dalle mille sfumature di blu. Meta popolare per gli escursionisti, con il suo paesaggio entra direttamente nel cuore dei suoi visitatori.

Un’altra cosa da fare a Boracay sono gli sport acquatici e, in particolare, presso Bulabog Beach che sorge nella costa orientale. Battuta dal vento tra i mesi di dicembre e marzo, permette di praticare divertenti sessioni di windsurf e kitesurf grazie alla brezza che arriva da nord-est e conosciuta con il nome di amihan.

Infine, l’escursione più particolare a cui si può partecipare sull’isola: quella che conduce alla scoperta della Bat Cave, nella zona occidentale. È bene sapere che le condizione all’interno della grotta non sono delle migliori a causa della presenza di rocce scivolose, profili aguzzi e la possibilità di imbattersi in serpenti e pipistrelli.

Monte Luho, panorama

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Una parte del panorama dalla cima del Monte Luho

Le spiagge da non perdere

Questo angolo delle Filippine è un vero paradiso, seppure in alcuni ambienti troppo “umanizzato”, che conserva spiagge che fanno emozionare. Tra i suoi lidi più suggestiie non si può non nominare la famosa White Beach, probabilmente la più conosciuta di tutta l’isola.

Si tratta di una lunga lingua di sabbia fine in cui però sorgono diverse attività commerciali e molte infrastrutture turistiche. Tuttavia, è culla di un arenile bianco come latte, acque turchesi cristalline e tramonti di quelli che non lasciano di certo indifferenti.

Molto bella è anche Puka Shell Beach, una spiaggia che si fa spazio nel versante settentrionale dell’isola. A colpire profondamente è una sua peculiare caratteristica: lungo la sua riva sono presenti tantissime conchiglie che riposano su sabbia bianca accarezzata da acque cristalline. A differenza della spiaggia precedente, qui l’atmosfera è tranquilla e unica, tanto da sembrare una sorta di tempio del relax a cielo aperto.

Un’altra spiaggia da non perdere è Ilig-Iligan Beach che regala persino una vista su diversi isolotti colmi di vegetazione tropicale. Il momento più emozionante per venirci, manco a dirlo, è quello del tramonto. Caratterizzata da un ambiente incontaminato, sabbia bianca e acque azzurre, è anche un luogo ottimale per avventurarsi ad osservare la ricca flora e fauna dell’isola e fare snorkeling.

Infine, Manoc-Manoc Beach che appare agli occhi del visitatori come un luogo unico e incontaminato.

Puka Shell Beach, Boracya

Fonte: iStock

La bellissima Puka Shell Beach

Quando andare

Il clima di Boracay è di tipo tropicale, quindi caldo e molto umido. Le stagioni sono tre: quella calda da marzo a maggio; la stagione della piogge che va da giugno a novembre; e la fredda che è invece tra dicembre e febbraio.

Tuttavia, non si verificano mai grossi sbalzi di temperatura tra i diversi mesi, tanto che le minime non scendono al di sotto dei 27°centigradi.

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Vacanza sugli atolli: i paradisi terrestri da affittare per vivere un sogno

Resort di lusso, distese di sabbia bianca e finissima, mare turchese e cristallino che si perde all’orizzonte e si confonde col cielo: è così che immaginiamo i paradisi terrestri, luoghi che hanno preso in prestito dalla natura i suoi colori e le sue forme più belle per trasformarsi in un sogno a occhi aperti.

E se parliamo di eden, questo è chiaro, non possiamo non menzionare l’arcipelago delle Isole della Società, quello composto dalle Isole del Vento e del Sottovento, lembi di terra appartenenti alla Polinesia Francese e circondati completamente dalle acque limpide dell’Oceano Pacifico.

Trascorrere del tempo qui, tra tutte le meraviglie naturali e selvagge che appartengono a questi territori, è un’esperienza che tutti meritiamo di vivere almeno una volta nella vita. Ma nelle Isole di Tahiti si può fare di più: si possono affittare gli atolli per avere un accesso privilegiato a questi eden in terra.

Isole private e resort esclusivi

Remote, solitarie, selvagge e idilliache: queste sono le Isole di Tahiti, destinazioni uniche e sbalorditive la cui bellezza non si può descrivere a parole, ma solo toccare con mano. Si tratta di veri e propri eden terrestri, tropicali e lussureggianti, che permettono di vivere un sogno a occhi aperti.

Ma su questi lembi di terra si può fare di più. Nel gruppo delle Isole di Tahiti, infatti, esistono alcune isole private che offrono sistemazioni uniche ed esclusive, destinate solo a pochi e privilegiati viaggiatori. È questo il caso di Tetiaroa, un atollo situato a 50 km a nord di Papeete e raggiungibile esclusivamente con un volo privato da Tahiti. Ma non è l’unico.

The Brando

Fonte: Tahiti Tourisme/Jeremy Austiin

The Brando

Tetiaroa

L’isola di Tetiaroa ha un solo abitante, si tratta di Simon Teihotu Brando, figlio dell’attore Marlon Brando e della sua terza moglie, l’attrice Tarita Teriipia. Fu proprio suo padre, nel lontano 1965, ad acquistare questo lembo di terra con l’intenzione di costruire un resort. Un sogno, questo, che è stato realizzato nel 2014 e che ha visto la nascita del The Brando.

La struttura, oggi, è composta da 35 ville che affacciano direttamente sulla laguna offrendo un panorama mozzafiato. Le dimore di lusso sono dotate di ogni comfort, non mancano poi una piscina privata per ogni alloggio e l’accesso diretto sulla spiaggia.

Nukutepipi

Un’altra destinazione imperdibile, per chi vuole vivere un’esperienza straordinaria ed esclusiva, è quella che ci conduce direttamente sulle Isole Tuamotu, proprio lì dove esiste uno dei più remoti e sconosciuti atolli dell’arcipelago. Stiamo parlando di Nukutepipi, una piccolissima isola 6.000 chilometri dalla terra ferma che si snoda su una superficie di appena 5,6 km.

Sull’atollo c’è solo una struttura ricettiva, un resort di lusso dall’omonimo nome che ospita 13 bungalow posizionati sulla spiaggia, due piccole ville e una dimora Master.

Motu Nao Nao

C’è un altro luogo da scoprire, da vivere e da condividere nell’arcipelago delle Isole della Società e, siamo certi, anche questo vi lascerà senza fiato. Il suo nome Motu Nao Nao ed è un atollo privato di appena 75 acri incastonato nella suggestiva laguna di Raiatea.

Qui, tra barriere coralline di immensa bellezza e panorami selvaggi dove la natura è assoluta protagonista, è possibile soggiornare all’interno di tre alloggi incredibili, ville progettate dal designer locale Alain Fleurot. L’isola è raggiungibile solo e in motoscafo privato o in elicottero, un viaggio questo che consente l’accesso esclusivo a un paradiso terrestre e a una vacanza da sogno.

Motu Nao Nao

Fonte: Tahiti Tourisme/motunaonao.com

Motu Nao Nao

 

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Isola di Havelock, avvolta nel mistero

Ci sono dei luoghi del mondo che sono in grado di preservare ancora il loro fascino primordiale. Esistono anche posti nel nostro pianeta che sono così inesplorati che, in qualche modo, ci sembrano avvolti nel mistero. È il caso di quel meraviglioso lembo di terra conosciuto come Isola di Havelock, un piccolo paradiso che si fa spazio nel mare delle Andamane, e più precisamente nel Golfo del Bengala, tra India e Birmania.

Isola di Havelock o Swaraj Dweep?

Potrebbe sembrare una domanda banale, ma in realtà non lo è: seppur conosciuta da tutti come Isola di Havelock, il suo nome è Swaraj Dweep, o almeno dal 2018 a questa parte.

La denominazione Havelock, infatti, le era stata precedentemente data in onore di un generale britannico, Sir Henry Havelock, che prestò servizio in India. Tuttavia, nel dicembre 2018, il primo ministro, Narendra Modi, da deciso di ribattezzarla Swaraj Island in omaggio a Subhas Chandra Bose.

Bose è stato un politico e militare indiano e anche una figura centrale della lotta per l’indipendenza dell’India. Si tratta di colui che aveva issato la bandiera indiana a Port Blair il 30 dicembre 1943 e che aveva proclamato le Isole Andamane e Nicobare liberate dal dominio britannico.

Cosa aspettarsi

L’isola di Havelock si presenta incontaminata, impreziosita da una lussureggiante foresta tropicale (circa l’80% di questo territorio è ricoperto da rigogliosa vegetazione), con spiagge bianchissime e acque turchesi che invitano a fare tutti i bagni possibili. Vi basti sapere che il Time, prestigiosa rivista americana, in un articolo di qualche anno fa descrisse una spiaggia di questo lembo di terra come la più bella dell’Asia.

Havelock, cosa fare

Fonte: iStock

Una delle spiagge dell’Isola di Havelock

Chiusa al turismo fino al 1992, è il posto perfetto per tagliare i ponti con la terraferma e liberarsi di tutti i dispositivi tecnologici che caratterizzano la nostra quotidianità.

Cosa fare

Visitare Havelock vuol dire scoprire spiagge che sembrano fatte di borotalco e incorniciate da una fittissima giungla. Al contempo, è concedersi la possibilità di immergersi in un mare cristallino e fare snorkeling o diving in fondali dai mille colori.

Di attività ce ne sono anche per chi desidera stare in movimento sulla terraferma: le sue foreste sono pregne di interessanti sentieri per avventurarsi nel trekking.

Con particolare attenzione all’ecoturismo, è il luogo per eccellenza per rilassarsi e per staccare completamente con la vita frenetica e mondana.

Tra campi di riso e distese di terreni verdi con le mucche al pascolo, ogni passo è accompagnato dal canto degli uccelli e dai richiami delle scimmie. Qui dimorano ben 218 tipi di volatili, tra cui il rarissimo piccione delle Nicobare, 62 mammiferi, 300 farfalle, 2200 varietà di piante e 110 di orchidee.

Il mondo sottomarino non è da meno: pesci pagliaccio, napoleone, farfalla, coralli purtroppo morti a causa dell’innalzamento della temperatura dell’oceano, il raro dugongo, o mucca di mare e molto altro ancora.

L’esperienza di nuotare con gli elefanti

Sì, avete letto bene: presso l’Isola di Havelock, oltre che con dolci tartarughe marine che qui nidificano, è possibile nuotare con gli elefanti. Questo prezioso lembo di terra, infatti, è l’appartato rifugio di pachidermi che si immergono indisturbati nelle limpide acque di questa magnifica costa.

Gli elefanti sono gli abitanti per eccellenza dell’isola: passeggiano sul bagnasciuga, cercano refrigerio nell’acqua e si tuffano mediamente due volte al giorno, lasciandosi avvicinare dai sub. Qualcosa a cui è davvero difficile credere.

Havelock, fare il bagno con elefanti

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Un elefante che fa il bagno presso l’Isola di Havelock

Le spiagge da non perdere

In settima posizione, secondo il Time Magazine, tra le spiagge più belle del mondo, è Radhanagar Beach che è di una bellezza surreale, uno di quei posti che tocca le corde dell’anima e del cuore.

Dalla sabbia bianchissima e da un mare che sembra un diamante che brilla alla luce del sole, ha la forma di una falce di luna che si allunga per 2 chilometri e si allarga per circa 30-40 metri.

Mai affollata dai vacanzieri, offre una sabbia bianca e finissima incorniciata da alberi verdi. È il posto migliore, ta le altre cose, per godere di un tramonto mozzafiato e per immergersi e scoprire meravigliosi giardini di corallo e fenomenali terrazze vulcaniche piene di vita marina.

Non è da meno Elephant Beach, lo spot scelto dai pachidermi per venire a rifocillarsi. Attenzione, non è da escludere che qualcuno possa utilizzare questi affascinanti animali per far fare passeggiate ai turisti in sella ai loro possenti corpi, uno sfruttamento che è decisamente il caso di evitare.

Al di là di questa terribile pratica, si tratta di una spiaggia protetta da una fitta foresta e accarezzata da un mare dalle incredibili sfumature di blu. Vi ci si può attraccare in barca, oppure percorrendo un sentiero che un tempo usavano gli stessi elefanti per trasportate i tronchi fino al mare.

Poi ancora la Spiaggia di Kalapathar dove la sabbia bianca si fonde con rocce nere per poi brillare grazie ai colori del suo mare, sotto un caldo raggio di sole. Perfetta per rilassarsi in mezzo alla natura più autentica, è il posto ideale per scoprire il significato di “spiaggia esotica”.

Per ultima, ma non per importanza e bellezza, Vijaynagar Beach che è molto probabilmente il lembo di morbida sabbia più vicina alle strutture turistiche presenti sull’isola. Molto amata da coloro che praticano il birdwatching, consente anche di dedicarsi a diversi sport acquatici, tra cui il surf.

Dall’acqua incontaminata, è ben collegata con la terraferma e affollata dai viaggiatori che raggiungono questa isola remota.

Spiaggia di Kalapathar, Havelock

Fonte: iStock

La bellissima Spiaggia di Kalapathar

Quando andare e come arrivare

Per arrivare presso la magnifica Isola di Havelock bisogna prima volare a Port Blair, Capitale dell’arcipelago nell’isola di South Andaman. Da qui occorre salire a bordo di una barca che con circa un’ora e mezza di navigazione conduce nel colorato porticciolo dell’isola. Un metodo alternativo, ma sicuramente più costoso, è arrivarci in elicottero.

Per quanto riguarda il quando andare, è importante sapere che da queste parti il clima è di tipo tropicale. Ciò vuol dire che ci sono due stagioni: quella secca e quella delle piogge. Il periodo migliore per visitare Havelock è quello va da gennaio ad aprile, il momento dell’anno meno piovoso e in cui il sole brilla tutti i giorni.

Mentre l’intervallo più critico è quello che riguarda i mesi che vanno da maggio a ottobre. Particolari difficoltà si riscontrano ad agosto a causa delle piogge più frequenti e molto abbondanti, con il cielo che spesso è nuvoloso.

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Cala Salada e Cala Saladeta, vere e proprie meraviglie di Ibiza

Ciò che più sorprende arrivando a Cala Salada e a Cala Saladeta – separate da un’affascinante scogliera – dopo una breve avventura lungo le strette strade che si percorrono per raggiungerla, è la trasparenza delle loro acque. Tanto che dai promontori che le incorniciano si possono distinguere perfettamente gli spettacolari fondali di entrambe. Anche per questo motivo, sono due delle spiagge più amate di Ibiza, ciascuna con le sue particolarità: più famosa e affollata la prima, più piccola e tranquilla la seconda. Entrambe imperdibili. Scopriamole.

Cala Salada, una delle spiagge più affascinanti di Ibiza

Cala Salada è lunga appena 200 metri e larga circa 25 metri, sempre tenendo conto delle maree. È esposta a sud-ovest, quindi in estate è il luogo ideale per trascorrere un pomeriggio caldo e soleggiato. Questa spiaggia di sabbia dorata offre anche alcuni dei più bei tramonti di Ibiza.

Questo gioiello è circondato da una fitta pineta che si arrampica tra le scogliere e le sue acque sono considerate le più azzurre e limpide delle Isole Baleari. Per questo motivo, è consigliabile venire qui con maschera e un boccaglio, così da ammirare la ricchezza subacquea di questa spiaggia.

Qui potrete usufruire di numerosi servizi, tra cui noleggio di lettini e ombrelloni, docce e servizi igienici, parcheggio, bagnino e accessibilità per le persone disabili. Considerate, però, che essendo così ambita da residenti e turisti, c’è il rischio che la troviate particolarmente affollata durante i fine settimana estivi, specialmente in agosto, quando è consigliabile arrivare molto presto per trovare un buon posto dove sistemarsi e godere appieno di questo meraviglioso angolo naturale.

Cala Saladeta, la sorella minore di Cala Salada

Solo un piccolo costone roccioso e alcune baite di pescatori separano Cala Salada da Cala Saladeta. In realtà, finché la marea non è troppo alta, si può camminare da una all’altra. I più temerari scelgono un percorso abbastanza complicato, scalando le rocce. Tuttavia, nella parte superiore c’è un sentiero più comodo e sicuramente meno rischioso. Inoltre i percorsi ben battuti che conducono alle colline sono famosi per le emozionanti passeggiate in questa zona incontaminata.

Molto più piccola della sua rinomata ‘sorella’, è lunga appena 100 metri e, sebbene la sua superficie sia ricoperta di sabbia bianca e fine, anche la distanza tra la costa e le rocce è minore. Ciò significa che lo spazio in cui lasciare il proprio asciugamano è notevolmente ridotto. Pertanto, se si intende trascorrere lunghe ore su questa spiaggia, è consigliabile alzarsi abbastanza presto in estate per trovare un posto comodo e godersi una fantastica esperienza.

Un dettaglio da tenere presente è che, a causa della sua posizione geografica e durante la stagione estiva, nel tardo pomeriggio è ombreggiato dal promontorio vicino. Questo può essere un deterrente per gli amanti del sole fino a tardi. Se si ha la fortuna di raggiungere Cala Saladeta in barca, si può ammirare anche la bellezza della vicina cala di Punta Galera. Entrambe hanno acque di un azzurro impressionante, che contrastano con il verde dei pini che compongono la foresta costiera che ricopre gran parte di questa zona.

Come raggiungere Cala Salada e Cala Saladeta

Entrambe le baie si trovano nel comune di Sant Antoni, situata nella costa ovest dell’isola, e si possono raggiungere in auto facilmente, seguendo i cartelli stradali in direzione Santa Agnes. In alternativa, potete approdare a questi due paradisi imperdibili durante una vacanza a Ibiza anche via mare, attraverso un suggestivo tour in barca.

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Barbati Beach, spiaggia eccezionale della Grecia

Per una vacanza all’insegna del mare spettacolare e di panorami che non si possono dimenticare a pochi passi dall’Italia, le isole greche sono una destinazione eccezionale.

Tra queste, spicca senza dubbio Corfù, raggiungibile in meno di due ore con l’aereo, un’isola straordinaria ponte tra due popoli e due culture che hanno in comune l’amore per il sole, le acque cristalline, e la buona tavola.

Si tratta di una delle perle delle isole Ionie, la cui costa è impreziosita, su ogni lato, da spiagge fantastiche, accessibili e balneabili, per tutti i gusti e le esigenze: rocciose, sabbiose, di ciottoli e ghiaia, solitarie, affollate, per giovani, coppie, famiglie…

Oggi andiamo a conoscere meglio Barbati Beach, a una ventina di chilometri a nord della città di Corfù.

Il paradiso della Spiaggia di Barbati

Non lontana dal capoluogo dell’isola, lungo la costa orientale, Barbati Beach si fa notare in primis per gli ulivi argentati che si spingono fino al mare, turchese e trasparente come il mare greco sa essere, insignito del riconoscimento Bandiera Blu a dimostrazione della qualità delle sue acque.

Conosciuta anche come la “riviera”, è un’idilliaca striscia di sabbia e sassolini bianchissimi contornata da una rigenerante area verde dove rilassarsi al sole senza più pensieri, finalmente lontani dalla frenetica routine di tutti i giorni, base di partenza privilegiata per andare alla scoperta delle altrettante bellezze di Corfù e meta ambita per gli appassionati di snorkeling grazie ai limpidi fondali dove c’è vita, con graziosi pesciolini neri e viola e, sul fondo, le spigole.

La temperatura dell’acqua è sempre piacevole, fresca ma non gelata, ottima per donare refrigerio nelle giornate più calde e sono molte le attività acquatiche che si possono praticare.

Oppure, semplicemente, qui è davvero il top godersi una vacanza balneare di totale relax, noleggiando ombrellone e lettino e usufruendo delle docce e dei servizi in loco.

Ma non basta perché vengono organizzate, giornalmente, piacevoli escursioni in barca che consentono di scorgere anche le calette più nascoste del litorale, sullo sfondo delle colline ricoperte dai verdi boschi.

Il paese è poi immerso in un’atmosfera tranquilla e riservata ma non mancano negozi che vendono souvenir, supermarket, alimentari, taverne vicine al mare o lungo la strada costiera dove gustare il meglio della cucina tipica e una scelta di hotel, appartamenti e ville sparsi lungo i declivi collinari per una vista a dir poco meravigliosa.

Come arrivare a Barbati Beach

Il paese di Barbati è servito dagli autobus che percorrono la strada costiera: nel dettaglio, fanno servizio la linea A4 (Corfù-Kassiopi), la linea A5 (Corfù-Barbati-Nissaki) e, durante il periodo estivo, anche la linea S6 (Nisaki-Paleokastritsa) che consente di raggiungere anche una delle spiagge più famose dell’isola, Paleokastritsa appunto, e le altre spiagge della costa est.

Arrivando invece in auto, si può arrivare alla spiaggia deviando per Akti Barbati oppure, poco più avanti, a Riviera: scendendo ad Akti Barbati, dal parcheggio  guardando verso il mare, sulla destra è a disposizione la spiaggia libera, mentre andando a sinistra ecco la spiaggia attrezzata con due bar (uno a Barbati-Riviera e uno ad Akti Barbati) per una golosa pausa ristoro.

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Spiaggia della Padulella, incastonata tra bianche pareti

Una vacanza estiva e balneare senza eguali è quella che offre l’Isola d’Elba, con il mare cristallino, un paesaggio ricco di natura e percorsi oudoor, un fitto calendario di eventi, luoghi di cultura e storia, e la bellezza delle sue spiagge.

Oltre 147 chilometri di costa, infatti, consentono di vivere il mare secondo tutti i gusti e le esigenze: sono moltissime le cale, le calette e le spiagge, ognuna differente dall’altra, selvagge, glamour, ideali per famiglie, romantiche oppure paradisi dello sport.

E, tra loro, spicca senza dubbio la Spiaggia della Padulella, un’assoluta meraviglia naturale dell’isola, amata e apprezzata a livello nazionale e internazionale, un autentico gioiello del Tirreno che oggi andiamo a scoprire.

Spiaggia della Padulella, incanto di Portoferraio

Candida spiaggia a cui gli ebani e i turisti sono irrimediabilmente affezionati, la Spiaggia della Padulella si dona lungo la costa nord non lontano dalla pittoresca cittadina di Portoferraio, a est rispetto alla Punta di Capo Bianco che la ripara dai venti e separata, sulla destra, dalla Spiaggia di Cala dei Frati e dalla Spiaggia delle Ghiaie da una piccola scogliera.

Lunga circa 170 metri, è una sorpresa da ammirare e godere almeno una volta nella vita: le limpide e azzurre acque creano un felice contrasto con il bianco delle maestose falesie che la incorniciano e con i piccoli e levigati ciottoli di ghiaia e, a periodi (in seguito a forti mareggiate) con tratti di posidonia spiaggiata.

Un dipinto, un gioco di colori, e la carezza dei caldi venti meridionali che mettono in risalto la trasparenza del mare che, grazie al candore dei fondali, assume incantevoli gradazioni cangianti che vanno dal turchese, al verde acqua fino all’azzurro: siamo di fronte a una località unica e inimitabile, impreziosita ancora di più dalle selvagge e brulle colline tutt’intorno, nel profumo della vegetazione mediterranea.

Come se non bastasse, la Spiaggia della Padulella fa parte della Riserva Marina di Tutela Biologica dello Scoglietto, favolosa oasi realizzata nel 1971 che include anche la Spiaggia delle Ghiaie e la Cala dei Frati: l’area protetta va dalle abbaglianti scogliere di Capo Bianco, che si tuffano nel Mar Tirreno, fino a Punta Falcone e, al largo, allo Scoglietto.

Grazie in particolare alle secche situate alla destra, il tratto di mare della Riserva ammalia con straordinarie sfumature dal blu intenso al verde smeraldo, ed è un vero eden per lo snorkeling: sono innumerevoli le specie di flora e di fauna che dimorano in questo angolo davvero speciale.

Non mancano, poi, anche i servizi: stabilimento attrezzato con possibilità di noleggio pedalò, lettini e ombrelloni, bar, ristorante, scuole di surf e vela e, nelle vicinanze, strutture ricettive.

Come arrivare in quest’angolo di paradiso

Sono due i punti di accesso alla Spiaggia della Padulella, entrambi raggiungibili seguendo la strada che da Portoferraio porta alle Ghiaie e poi le indicazioni per “Pedulella ed Enfola”.

Oltrepassata la Spiaggia delle Ghiaie, dopo 300 metri sulla destra, si apre una stradina pedonale con sbarra che vieta il transito alle auto: da qui, un breve tratto a piedi porta alla Padulella donando un eccezionale panorama della costa e delle imponenti antiche mura di Portoferraio.

Il secondo accesso, invece, lo si incontra procedendo lungo la strada principale a senso unico per ancora 200 metri, seguendo l’indicazione “Capo Bianco” fino ad arrivare a un parcheggio a pagamento: lasciata l’auto, sulla destra dello spiazzo una stradina prosegue per qualche decina di metri e arriva nel paradiso dell’Elba.

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Quest’isola giardino è un eden terrestre: ti farà innamorare

Le Hawaii, un arcipelago di isole vulcaniche incastonate nel mezzo dell’Oceano Pacifico, sono una meta che tutti sognano almeno una volta nella vita.

Basta chiudere gli occhi per immaginare spiagge di sabbia bianca e acque cristalline, e non c’è da meravigliarsi che rappresentino una delle mete turistiche più ambite al mondo.

Situata più a nord di tutte le altre, c’è un’isola che si è guadagnata il titolo di “Isola Giardino” per la sua rigogliosa foresta tropicale che abbraccia gran parte del territorio, creando un’atmosfera di piacevole tranquillità. Stiamo parlando di Kauai, l’area più antica dell’arcipelago.

Le verdi vallate e le avvolgenti montagne regalano viste panoramiche spettacolari. I fiumi che attraversano il territorio creano bellissimi scenari fluviali e conducono alle maestose cascate che si tuffano nelle acque turchesi.

Kauai è una meta da favola, pronta a stregare chiunque si avventuri alla sua scoperta.

Kauai: l’isola delle meraviglie nell’arcipelago delle Hawaii

Costa di Na Pali a Kauai

Fonte: iStock

Costa di Na Pali, Kauai, Hawaii

Con solo 1450 km quadrati di superficie, Kauai custodisce una straordinaria varietà di ecosistemi, che vanno dalle maestose scogliere della costa di Na Pali alle immense foreste pluviali del Waimea Canyon State Park.

Nonostante sia meno turistica rispetto ad altre isole, offre un’ampia varietà di attrazioni e attività da scoprire, come gli antichi templi, i profondi canyon e i giardini botanici che vale la pena esplorare.

La caratteristica più affascinante di questa destinazione è la sua innata purezza. Molte delle sue zone restano ancora inesplorate e difficilmente accessibili. Alcuni luoghi dell’isola sono così remoti che possono essere raggiunti solo in aereo o elicottero. Non sorprende, infatti, che Kauai sia stata scelta come location per girare alcune scene del famoso film “Jurassic Park“. Gli incredibili paesaggi e la natura selvaggia dell’isola hanno fornito lo sfondo perfetto per creare un ambiente preistorico.

Qui la vita si svolge a un ritmo più lento e le città sono più simili a villaggi che a metropoli affollate.

Kauai è famosa, inoltre, per il suo fiume navigabile Wailua, che offre un’opportunità unica per praticare il river kayaking. I più coraggiosi possono godersi una divertente avventura navigando le acque del fiume ed esplorando il panorama circostante.

Infine, si possono prenotare diversi tour in barca per ammirare la costa, le grotte marine e le spiagge che caratterizzano la regione. Avrai l’opportunità di fare snorkeling nelle limpide acque dell’oceano e di incontrare simpatici delfini, tartarughe marine e maestose balene durante i mesi invernali.

Le splendide spiagge di Kauai

Le Hawaii sono famose in tutto il mondo per le loro spiagge paradisiache di sabbia bianca e soffice, le palme che ondeggiano e le acque che sfoggiano splendide tonalità turchesi.

Le acque che circondano queste incredibili isole sono un vero tesoro di biodiversità marina, pronto per essere esplorato. Le coste di Kauai si annoverano tra le più spettacolari del mondo, e non è difficile capirne il motivo.

Se stai cercando una spiaggia da sogno, te ne suggeriamo alcune imperdibili, come Anini Beach, con acque tranquille e poco profonde, perfetta per nuotare e fare snorkeling.

Un altro luogo di straordinaria bellezza è Tunnels Beach, dove la barriera corallina ti aspetta per regalarti un’esperienza subacquea indimenticabile.

Infine, lasciati catturare da Hanalei Bay. Questa celebre baia, con la sua forma a mezzaluna, è incorniciata dalle maestose montagne circostanti, creando un eden terrestre destinato a restare per sempre nel tuo cuore.

Il suo fascino è così irresistibile che non potrai fare a meno di scattare una foto e condividerla con il resto del mondo.

Tunnel Beach a Kauai

Fonte: iStock

Tunnels Beach, Kauai, Hawaii
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Isole Salomone: il paradiso all’improvviso

I veri paradisi, quelli fatti di terre praticamente vergini, di panorami quasi privi di barriere architettoniche e di natura alla stato puro sono generalmente complessi da raggiungere. È il caso delle spettacolari Isole Salomone che, nonostante l’avventura necessaria per attraccarvi, accolgono il visitatore con una magnificenza tale che qualsiasi fatica provata diventa solo un lontano ricordo.

Dove sono le Isole Salomone

Le Isole Salomone si trovano nell’Oceano Pacifico meridionale, ad Est della Papua Nuova Guinea. Sono un arcipelago composto di circa 1000 isole che complessivamente coprono una superficie di 28.000 chilometri quadrati e che in alcune circostanze arrivano a richiedere anche 70 ore di viaggio per essere raggiunte dall’Italia.

Purtroppo sono dei posti dal passato sanguinoso e che hanno visto scontri anche recentemente. In accordo con l’ultimo aggiornamento che si può leggere sul sito della Farnesina, ViaggiareSicuri, qui attualmente c’è un: “quadro di sicurezza stabile. Non è tuttavia da escludere che episodi di violenza possano manifestarsi, come avvenne a fine 2021. Si consiglia, pertanto, di valutare con molta attenzione la partecipazione ad eventi pubblici o ad assembramenti che potrebbero assumere carattere violento, di usare la massima prudenza, di attenersi alle istruzioni delle Autorità locali e di tenersi informati attraverso i media”.

La situazione in questi paradisi incontaminati appare complessa, ma ciò non toglie che, nonostante secoli di sfruttamento e di prepotenze, gli abitanti delle Salomone siano di norma estremamente accoglienti e vogliosi di illustrare la loro storia ai visitatori.

Tribù delle Isole Salomone

Fonte: iStock – Ph: Michael Zeigler

Donne che danzano nelle Isole Salomone

Perché possiedono questo nome bizzarro

La storia del loro nome, che in inglese sarebbe Solomon Islands, è alquanto curiosa. Per conoscerla occorre fare un salto indietro nel tempo, fino all’ormai lontanissimo 1568.

Fu in questo periodo, infatti, che il navigatore spagnolo Álvaro de Mendaña scoprì questo enorme arcipelago. Quando però si trovò dinnanzi a una meraviglia come questa pensò di aver trovato il biblico regno di Ofir (Libro delle Cronache), sede delle miniere di re Salomone. Ma come è chiaro capire, prese un grosso abbaglio.

Cosa aspettarsi

Dimenticatevi la vita moderna che conoscete: le Isole Salomone sono ricoperte – per circa il 90% del loro territorio – di fitta giungla. Ciò non toglie che siano dei fazzoletti di terra in cui è possibile percepire sin da subito un’abbondante diversità culturale.

Questa situazione è dovuta al fatto che nel corso dei secoli sono state terre di incontro dei flussi migratori di popoli provenienti da vari luoghi del mondo che si mescolavano con la scarsa popolazione indigena locale. Ci sono melanesiani, polinesiani, asiatici, micronesiani e persino occidentali. Per questo motivo, sono sede di un peculiare patrimonio di tradizioni, unico in tutta l’area del Pacifico.

Di origine vulcanica, vantano un patrimonio naturale che emoziona profondamente, oltre a essere uno dei tre migliori luoghi del mondo per gli appassionati di immersioni subacquee, snorkelling e pesca.

Le isole più importanti

Le Isole Salomone in totale sono 922 e in realtà il loro Stato Sovrano e è composto da due arcipelaghi distinti: l’Arcipelago delle Isole Salomone e il più piccolo Arcipelago delle Isole Santa Cruz.

Caratterizzate da un clima equatoriale, umido e spesso piovoso, presentano temperature pressoché stabili nel corso di tutto l’anno, con massime intorno ai 30/31 gradi da novembre ad aprile.

Guadalcanal, la più estesa dell’arcipelago

Oltre a essere l’isola più estesa dell’arcipelago, Guadalcanal è anche il luogo dove sorge la Capitale delle isole: Honiara. Oltre a ciò, in questo fazzoletto di terra immerso nel Pacifico svetta fiero il Monte Popomanaseu che, con i suoi 2.335 metri, è la cima più alta dell’isola e dell’arcipelago.

Honiara, Isole Salomone

Fonte: iStock

Veduta di Honiara

Si tratta di un’isola quasi interamente ricoperta dalla foresta pluviale, ma che nella sua Capitale nasconde anche tante tracce legate alla Seconda Guerra Mondiale: è stata oggetto della prima invasione su larga scala delle forze statunitensi e proprio qui avvenne una feroce battaglia, sia su terra che su mare, che continuò fino al gennaio 1943 quando le truppe giapponesi lasciarono l’isola, dichiarata sicura solo il successivo 9 febbraio.

Per comprendere più a fondo questo drammatico passato, occorre dirigersi presso il National Museum & Cultural Center dove sono conservati alcuni manufatti e testimonianze, come reperti archeologici, armi, e ornamenti rituali, sculture, dipinti e residui del conflitto.

C’è poi l’US War Memorial che, oltre a permettere di ammirare una splendida vista della città e dell’intera isola, conserva alcune targhe di marmo con le indicazioni per riconoscere i luoghi delle battaglie. Molto interessante è anche il Vulu War Museum, un museo dove sono protetti i resti dell’artiglieria giapponese e parti della flotta aerea americana. Poi ancora il Solomon’s Peace Memorial, il monumento alla pace dedicato ai caduti giapponesi.

Su quest’isola remota non manca di certo la natura nella sua forma più autentica, come quella che regala un’escursione che conduce presso le Mataniko Falls che si tuffano dall’alto dentro una grotta utilizzata durante la guerra come rifugio dai giapponesi.

Poi ancora le spiagge, e in particolare quelle che sorgono presso la costa a ovest di Honiara. Una di queste ha il nome di Kakabona Beach e si distingue per essere una lunga striscia di sabbia bianca lambita da acque calme e cristalline. Paradisiaca è anche Turtle Beach che, oltre a sabbie morbide incorniciate da una folta vegetazione tropicale, offre acque smeraldo. Poi ancora le spiagge di Bonege I e Bonege II nei cui fondali dimorano due relitti di navi da trasporto giapponesi.

Florida, l’isola dell’antica Capitale

Non molto distante da Guadalcanal sorge Florida, l’isola dove risiede la città di Tulagi che è stata anche l’antica Capitale delle Salomone.

Chiamata anche Nggela, è luogo ideale per gli amanti delle immersioni grazie alla presenza di tantissime meravigliose lagune riparate dalle correnti oceaniche.

Anche questa località, purtroppo, è stata sede di una sanguinosa battaglia durante la Seconda Guerra Mondiale, e per questo è ricca di testimonianze storiche dell’epoca.

Florida, Isola Salomone

Fonte: Getty Images-Ph:ullstein bild

Veduta di Florida

New Georgia Island e le isole satellite

New Georgia Island, insieme alle isole satellite, si distingue per essere un vero e proprio paradiso naturale. Da queste parti, tra le altre cose, sorge Munda, ovvero una serie di villaggi che si estendono per 6 km, nell’esatto punto in cui si congiungono le lagune di Vonavona e di Roviana.

Qui sono tante le cose da non perdere, come le Holupuro Falls, delle cascate di 10 metri che scrosciando danno vita a una piscina di acqua chiara dove è possibile fare il bagno, e il sito archeologico di Nusa Roviana in cui ancora sopravvivono i resti della Stone Dog, una statua totemica dedicata al cane Tiola, divinità protettrice.

Poi ancora la Skull Island, un luogo particolare e misterioso perché popolato dai teschi dei guerrieri sconfitti dai cacciatori di teste e un sacrario, in cui riposano le spoglie dei capi tribù.

Certamente imperdibile è la Marovo Lagoon, da molti considerata la più bella laguna del mondo, così come la sua barriera corallina è tra le più incredibili del pianeta. Sono presenti anche delle grotte particolarmente amate dai viaggiatori perché pregne di atmosfere mistiche e bellezze naturali.

Isola di Rennell, regno della biodiversità

Decisamente interessante è anche l’Isola di Rennell che è il secondo atollo corallino più esteso al mondo. Tra le altre cose, qui riposa placido il il lago Tegano che con i suoi 15.500 ettari è il più grande dell’Oceano Pacifico.

Ma non solo: la sua parte più Sud-Orientale è dal 1998 Patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

Le isole Tinakula e Vangunu

Tinakula e Vangunu sono due isole su cui dimorano ancora due vulcani attivi. Il vulcano Tinakula è alto poco meno di 900 metri e tale caratteristica gli consente di essere ben visibile anche dalle altre isole.

Si tratta di uno stratovulcano che sorge su un’isola morfologicamente simile alla nostra Stromboli e nel 2012, tramite immagini satellitari, sono stati individuati un piccolo pennacchio di fumo ed evidenti anomalie termiche.

Kavachi, dal canto suo, è un vulcano sottomarino di Vangunu che regala periodiche eruzioni: è uno dei vulcani sottomarini più attivi del Pacifico.

Tetepare, isola selvaggia

Tetepare è un meraviglioso mondo a parte: si trova all’interno del Triangolo dei Coralli, una delle oasi di biodiversità più preziose del nostro pianeta grazie alle oltre duemila specie di pesci che vi nuotano, il 76% delle specie di coralli esistenti al mondo e 6 delle 7 specie di tartarughe marine a oggi conosciute.

Un posto selvaggio e in cui si può realizzare il sogno di soggiornare su un’isola deserta poiché l’unica opzione possibile è accomodarsi in una tipica capanna di foglie, senza acqua (a esclusione di quella piovana) né elettricità.

Isole Salomone alloggi

Fonte: iStock

Abitazioni tipiche delle Isole Salomone

Santa Isabel, la più lunga

Santa Isabel è invece l’isola più lunga delle Salomone e anche qui ci sono diverse cose da visitare. Una di queste è Buala con il suo museo provinciale che ospita una vasta collezione di manufatti culturali e storici della zona. Poi ancora la Spiaggia di Maringe, considerata una delle più belle dell’isola e la Cattedrale di Santa Maria, una delle attrazioni architettoniche più importanti della zona.

Decisamente interessanti sono i Laghi di Isabel che sono una rilevante attrazione ecologica dell’isola dove ammirare la flora e la fauna locale ed esplorare i dintorni con una guida turistica.

Insomma, le Isole Salomone sono lontane da raggiungere, ma sono ancora paradisi incontaminati in cui sopravvivono riti e tradizione di tantissime differenti tribù.