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Viaggio in Marocco: le regole culturali di cui tenere conto

Il Marocco, con i suoi colori vivi e una cultura millenaria fatta di tradizioni e religione, è un luogo dal fascino unico: una meta sempre più scelta dai turisti provenienti da tutto il mondo. Ci vuole poco per lasciarsi incantare dalle meraviglie del mercato notturno di Marrakech (Djemaa el-Fna) e dalle infinite distese desertiche del Sahara. Ma anche le città sono luoghi vibranti in cui si respira tutta l’autenticità della vita marocchina, come Fès, Tangeri, Marrakech, Rabat o Casablanca.

Prima di partire, però, è opportuno portare con sé anche un piccolo bagaglio di conoscenze della cultura locale: un viaggio non è soltanto una visita ad un museo o a un sito storico, ma è l’immersione nelle usanze e nei costumi di coloro che lo vivono, abbracciandone la cultura per scoprire l’anima più vera e autentica del luogo.

Ecco tutte le regole e le convenzioni sociali da conoscere prima di arrivare in Marocco, in modo da vivere al meglio l’esperienza di viaggio, a contatto con le persone e con i luoghi che ne fanno parte.

Come vestirsi in Marocco

Uno dei principali consigli che vengono dati alle persone che vogliono visitare il Marocco è quello di vestire in maniera modesta e tenere le spalle coperte.

Secondo la tradizione marocchina, gli uomini indossano i tradizionali abiti lunghi e coprenti (chiamati djellaba o dishdasha), spesso sopra i pantaloni, mentre le donne portano il caftano o il “boubou”, i tipici abiti lunghi e colorati. Inoltre, i capelli sono spesso raccolti in lunghe trecce e vengono coperti con un velo.

Date queste tradizioni nel vestiario, i turisti dovrebbero vestirsi in modo coprente, in particolare se ci si addentra in aree rurali o nelle moschee. Le donne dovrebbero indossare gonne e abiti larghi e lunghi, meglio se in lino per rimanere più fresche in estate, in modo da coprire braccia, gambe e testa. È consigliato anche portare un cappello o una sciarpa, che aiutano a ripararsi dal sole. Si possono quindi indossare anche pantaloni lunghi, ma non attillati: quelli in lino o in tuta andranno bene. Anche gli uomini dovrebbero indossare capi che coprano sia braccia che gambe.

Come comportarsi nei mercati

La pratica della contrattazione è molto diffusa in tutti i souq (mercati) marocchini. È una prassi, infatti, contrattare sul prezzo dei prodotti scambiati in tutti i mercati tradizionali del Marocco, tra i quali uno dei più famosi è il Grand Socco di Tangeri. Tra prodotti artigianali, frutta e verdura, tessuti, spezie e abbigliamento, se non si contratta con il venditore può risultare un comportamento offensivo. Ma attenzione: è importante stare attenti anche a non commettere l’errore opposto, ossia contrattare troppo, risultando maleducati.

Come visitate una moschea

Il Marocco è ricco di palazzi storici e moschee contraddistinte da un fascino senza tempo. Molte moschee sono vietate a coloro che non sono musulmani, ma esistono alcune eccezioni aperte al pubblico in generale.

Il comportamento da tenere all’interno di questi luoghi di culto è dettato da regole e tradizioni antiche. Per esempio, gli uomini e le donne hanno aree dedicate separate per la preghiera ed entrambi devono vestirsi in maniera decorosa: gli uomini indossano dei pantaloni che arrivino almeno sotto al ginocchio e una maglia che sia almeno a maniche corte, ma è molto meglio se si coprono interamente le braccia. Le donne devono coprire gambe, braccia e capo (con un fuolard), come nel resto dei luoghi pubblici.

Inoltre, non si può entrare nella moschea mentre si stanno svolgendo preghiere o cerimonie religiose ufficiali, e prima di varcare la soglia è obbligatorio togliere le scarpe.

Regole di comportamento negli spazi pubblici

Come in ogni Paese del mondo, il comportamento che si tiene in pubblico è influenzato dalla cultura, dagli usi e dai costumi di una popolazione. Esistono sempre atteggiamenti che risultano adatti a un contesto sociale e altri che invece è meglio evitare.

In Marocco, se si vuole fotografare una persona in un luogo pubblico, è essenziale chiedere il permesso prima di agire, ed è anche consuetudine offrire del denaro per ottenere il consenso a scattare l’immagine. Inoltre, un altro consiglio importante è quello di non fermarsi mai a fare foto dove lo spazio per camminare è già ridotto: è maleducazione.

Oltre a questo, le donne dovrebbero evitare di trovare posto a sedere vicino agli uomini sconosciuti, indossando sempre un velo o foulard. Anche che le effusioni amorose in pubblico sono sconsigliate.

Quando si cammina per i vicoli di Medina, invece, è bene ricordare sempre di tenere la destra. Motorini e scooter sfrecceranno accanto a voi in stradine molto strette e anguste, ed è importante lasciare libero il passaggio per tutti.

Gesti scortesi da evitare

Spesso i gesti che in Italia hanno un intento innocuo, in altri Paesi del mondo possono significare tutt’altro, dando vita a incomprensioni e fastidi che potrebbero essere facilmente evitati, se ci si informasse sugli usi e costumi di un luogo prima di partire.

In Marocco, per esempio, toccare la testa e i capelli di una persona, oppure l’hijab di una donna, è ritenuto molto scortese. Ma anche indicare con il dito una persona mentre di parla o fare un gesto che allude a qualcuno che non si conosce vicino a noi è considerato irrispettoso: sono gesti da segnare nella lista di atteggiamenti da evitare in questo Paese.

Come si saluta in Marocco

Davanti ad uno straniero, i marocchini tendono ad assumere un comportamento molto formale. Per loro, è consuetudine scambiarsi informazioni riguardanti lo stato di salute della famiglia e darsi la mano, quando si incontrano. Il saluto tipico vede l’usanza di stringere la mano, o dei due baci sulla guancia (partendo dalla sinistra) quando si tratta di individui dello stesso sesso. Nel caso di uomo e donna, sarà la donna a tendere la mano per prima se vuole essere salutata. In caso non lo facesse, l’uomo potrà comunque piegare la testa per porgere i suoi omaggi.

Inoltre, può essere utile conoscere le parole arabe usate per salutare: buongiorno e buonasera si dice “salam alekum” (tradotto significa “la pace sia con te”), mentre arrivederci o ciao si dice “ma’asalama”. Ecco allora che nei luoghi in cui si incontrano le persone, come in strada, nelle piazze, o nei luoghi di culto, è buona norma salutare con una stretta di mano e un “salam alekum”.

Come comportarsi da ospiti in una famiglia marocchina

Quando si viene invitati a cena a casa di una famiglia marocchina, si sarà invitati a togliere le scarpe. È buona usanza portare un regalo come pasticcini, fichi, datteri, nocciole o succhi freschi. Evitate l’alcool quando non specificamente richiesto.

Aspettatevi di cenare seduti a terra, su un tappeto, con un tavolo alla vostra altezza. Quasi certamente vi verrà offerto un bis, di cui è buona norma accettarne almeno un po’ come segno di riconoscenza. Qualora foste troppo pieni, toccatevi la pancia e scuotete la testa dicendo “La, shukrran” (No, grazie). La loro insistenza è una forma di rispetto e generosità di cui sentirsi onorati.

È bene tenere a mente che l’istituzione della famiglia, in Marocco è molto importante e generalmente i marocchini sono molto cordiali e ospitali. Per questo se si viene invitati a cena, c’è da aspettarsi una ricca tavola imbandita attorno alla quale socializzare anche per ore, approfondendo le varie sfaccettature della cultura nordafricana e arricchendo così il bagaglio personale di chi ha la fortuna di vivere quest’esperienza.

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A due passi dal Lago di Garda c’è una cascata nascosta

Sapevate che il Lago di Garda nasconde una perla segreta che in pochi conoscono? Si tratta di una spumeggiante cascata ben riparata dagli sguardi indiscreti, che può essere raggiunta solamente via acqua: proprio per la sua inaccessibilità, è rimasta per lungo tempo ignorata dai turisti. Ed è un vero peccato, perché sembra davvero un posto paradisiaco che vale la pena esplorare, a costo di un po’ di fatica. Scopriamo dove si trova e come arrivarci.

La Cascata del Ponale, un angolo segreto

Forse non l’avete mai sentita nominare, eppure la Cascata del Ponale è una delle più belle del Trentino Alto Adige: non ha nulla a che vedere con i panorami alpini e le fresche acque dolomitiche che solitamente ricordano la regione, bensì con il Lago di Garda. Questo piccolo tuffo d’acqua si trova infatti lungo le rive del bacino, in una posizione pressoché nascosta e irraggiungibile via terra. Per questo motivo, i turisti praticamente non la conoscono e sono in pochi ad aver avuto la possibilità di ammirare la sua incredibile bellezza.

Ma scopriamo qualcosa in più: la cascata si trova a poca distanza dal borgo di Riva del Garda, situato lungo la sponda settentrionale del lago. Non è altro che uno scrosciante getto d’acqua che si tuffa tra le rocce, dando vita ad un piccolo laghetto fresco e trasparente. La cascata è incastonata lungo una parete ripida, che la protegge dagli sguardi dei più curiosi. Impossibile arrivarci, se non affrontando un piccolo tratto in acqua: forse è proprio questo a renderla così speciale, dal momento che bisogna meritarsi la vista del suo panorama mozzafiato.

Come raggiungere la cascata

Vediamo allora come raggiungere la Cascata del Ponale. Come abbiamo anticipato, occorre per forza arrivare via lago: si parte da Riva del Garda, dove ci sono diversi punti di noleggio per poter trovare tutta l’attrezzatura che vi servirà per questa avventura. Tenendo la sponda sulla vostra destra, dovrete spostarvi verso il centro del borgo e attraversare il suo porticciolo, facendo attenzione alle barche in movimento. Proseguite poi verso sud, ammirando nel frattempo il panorama maestoso che si apre ai vostri occhi: quello del paesino colorato cinto dalle montagne a picco sul Lago di Garda.

Vi servirà circa un’ora per giungere ad un vecchio hotel ormai abbandonato, chiamato Casa della Trota: qui troverete un piccolo ponticello in pietra. Non vi resta che passarvi sotto ed entrare in una piccola insenatura naturale che si apre tra le rocce. Ecco che vi imbatterete improvvisamente nello spettacolo della Cascata del Ponale, dove potervi fermare a riposare un po’, per recuperare le forze per il viaggio di ritorno. Potete infatti scendere a terra e godervi la meraviglia, facendo un tuffetto nelle acque cristalline che si raccolgono ai piedi del tuffo.

La cascata è raggiungibile con svariati mezzi: potete optare per il kayak, la canoa, il surf e addirittura il sup. Dovrete attrezzarvi bene per compiere l’esplorazione, soprattutto se avete intenzione di farla nei mesi più freddi – noleggiando ad esempio una muta. Inoltre, il momento migliore per mettersi in marcia è il mattino, quando il vento è a vostro favore e vi aiuterà spingendovi delicatamente verso l’insenatura in cui si nasconde la cascata. Nel primo pomeriggio, quando le correnti soffieranno in senso contrario, potrete agevolmente tornare verso casa.

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Benvenuti all’Albergo Ristorante Poli, sulla via degli Dei

Nel cuore dell’incantevole scenario dell’Appennino Tosco-Emiliano, l’Albergo Ristorante Poli rappresenta una tappa obbligata lungo l’antica via degli Dei. In un luogo così suggestivo è possibile vivere un’esperienza autentica, immersa nel verde, in cui poter vivere momenti di puro relax lontani dal trambusto della vita quotidiana.

L’ambiente è accogliente, caratterizzato da un design minimalista e l’atmosfera che si respira è familiare, intima ed è accompagnata da un’accoglienza professionale e attenta. L’Albergo Ristorante Poli è dotato di un rigoglioso giardino e di un ampio parcheggio privato per i clienti, un’area sosta per campeggiatori con doccia e servizi annessi completamente gratuiti. Ogni dettaglio è curato con attenzione per garantire un’esperienza di soggiorno indimenticabile.

Appennino Tosco emiliano - Albergo Ristorante Poli

La cucina emiliana è un vero e proprio viaggio di sapori genuini nella tradizione locale e anche bolognese: tra i numerosi assaggi tipici del territorio è impossibile non menzionare le tagliatelle preparate a mano, i gustosi tortelloni ripieni, la polenta, le crescentine, la carne e i salumi locali; ogni assaggio è indimenticabile e un’occasione unica per deliziare il palato. I piatti sono preparati con cura e raccontano una storia fatta di tradizione e passione autentica.  Gli ingredienti provengono dai produttori locali e ciò a testimonianza dell’assoluta freschezza e genuinità della materia prima utilizzata. L’Albergo Ristorante Poli si impegna a valorizzare e promuovere i prodotti dei produttori locali. Funghi e tartufi di stagione, sono infatti raccolti direttamente nelle immediate vicinanze dei boschi circostanti e la maestria con cui vengono sapientemente cucinati conferisce un tocco di eleganza ai piatti, regalando un’esperienza culinaria unica e inconfondibile.

Appennino Tosco emiliano - Albergo Ristorante Poli

Non solo un rifugio confortevole e intimo, l’Albergo Ristorante Poli è anche un palcoscenico perfetto per eventi speciali come feste di compleanno, matrimoni, anniversari e pranzi aziendali. Per coloro che desiderano esplorare i dintorni è possibile avventurarsi nella natura circostante attraverso passeggiate rigeneranti ed escursioni in mountain bike. Le opzioni sono infinite per chi desidera trascorrere del tempo all’aria aperta e godere della bellezza paesaggistica e suggestiva dei dintorni.

Calore, cucina tradizionale e comfort ineguagliabili: cosa aspetti a vivere un’esperienza memorabile?  Lasciati trasportare in un viaggio di autenticità e benessere nel cuore pulsante dell’Appennino Tosco Emiliano.

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Ponta Delgada, la perla delle Azzorre

Le isole Azzorre, cinte dalle fresche acque dell’oceano Atlantico, sono un vero e proprio paradiso tropicale in Europa: amministrativamente rappresentano una delle regioni autonome del Portogallo, ma sembra quasi di andare dall’altra parte del mondo. Uno dei luoghi più belli da esplorare è sicuramente Ponta Delgada, il capoluogo situato sull’isola di São Miguel. Scopriamo la sua storia e le attrazioni migliori da visitare.

Dove si trova Ponta Delgada

Avete mai visitato le isole Azzorre? L’arcipelago di origine vulcanica si trova nel cuore dell’oceano Atlantico e costituisce una delle due regioni autonome del Portogallo. È composto da nove isole principali e da alcuni isolotti più piccoli: una delle più conosciute è quella di São Miguel, dove ha sede il capoluogo delle Azzorre. Stiamo parlando della città di Ponta Delgada, che oggi ospita la sezione esecutiva dell’autorità locale (quella legislativa e quella giudiziaria sono rispettivamente ripartite tra Horta e Angra do Heroísmo).

La città, che conta quasi 70mila abitanti, è situata lungo la costa meridionale dell’isola di São Miguel, in un panorama naturale di grande suggestione. Il territorio è prevalentemente vulcanico, caratterizzato da aspre rocce basaltiche originarie delle vicine aree di Monte Picos e del massiccio Sete Cidades – quest’ultimo contenente un vulcano ancora attivo. Ponta Delgada è una cittadina dal clima mite, dovuto alla presenza della corrente del Golfo che le permette di vivere un’eterna primavera, con tuttavia un tempo abbastanza instabile nelle stagioni intermedie. L’estate rimane dunque il periodo ideale per visitarla.

Le Portas de Cidade, Ponta Delgada

Fonte: iStock

Le Portas de Cidade e la Torre do Rélogio

Ponta Delgada, la storia

L’origine della città di Ponta Delgada non è certissima: il centro abitato nacque attorno al 1450, quando Pêro de Teive fondo un piccolo villaggio di pescatori all’interno di un’insenatura protetta dell’isola di São Miguel. All’epoca, quest’ultima era caratterizzata da numerosi insediamenti sparsi che, con il passare del tempo, si unirono e iniziarono ad ingrandirsi. Non sappiamo quindi con precisione quando Ponta Delgada assunse le fattezze di una vera e propria città. Ciò che è certo, tuttavia, è che in quel periodo Vila Franca di Campo – situata lungo la costa centro-meridionale dell’isola – era il centro abitato maggiore.

La città di Vila Franca, la più fiorente dal punto di vista economico, venne quindi scelta come capoluogo dell’arcipelago. Ma nel 1552 un violento terremoto scosse la terra e provocò una frana devastante, che distrusse gran parte del centro abitato e fece circa 5.000 vittime. I portoghesi furono così costretti a spostare il capoluogo nella città di Ponta Delgada, che in quell’epoca stava diventando sempre più grande ed economicamente importante, trasformandosi nel porto principale dell’isola (e dell’intero arcipelago).

Nel corso dei secoli successivi, Ponta Delgada visse un notevole sviluppo su tutti i fronti. Dal punto di vista economico, divenne sempre più importante grazie all’esportazione di agrumi verso il Regno Unito e all’apertura di imprese di mercanti ebrei nel centro storico. L’800 fu il suo periodo più florido, con un’attenzione particolare anche alla vivibilità della città e al “rinverdimento” della comunità. Ponta Delgada divenne così la terza città del Portogallo per numero di residenti e per ricchezza: la sua importanza è ancora oggi rilevante, nonostante l’inevitabile decrescita del settore agricolo e rurale. Merito anche del turismo, visto che la città è una delle più visitate dell’arcipelago delle Azzorre.

Il municipio di Ponta Delgada

Fonte: iStock

La Câmara Municipal de Ponta Delgada

Le attrazioni più belle di Ponta Delgada

La città di Ponta Delgada offre davvero tantissime attrazioni da visitare: è un luogo dove si respira la vera atmosfera portoghese, e che vi lascerà senza dubbio incantati. La prima tappa non può che essere le maestose Portas da Cidade, tre archi realizzati in pietra basaltica che vennero costruiti verso la fine del ‘700, originariamente collocati presso il vecchio porto – e solo in seguito spostati nella posizione attuale. Da qui si arriva alla Chiesa di São Sebastião, la parrocchiale principale della città caratterizzata da pietre basaltiche nere e da una splendida Torre do Relógio, che svetta verso il cielo.

Addentrandosi tra le vie della città, si può ammirare l’autentica atmosfera di Ponta Delgado: qui si susseguono negozi d’artigianato, alcuni ancora ispirati alla tradizione locale, e bar pasticcerie dove assaporare tante prelibatezze tipiche. È l’ideale per chi vuole prendersi una piccola pausa dopo aver esplorato in lungo e in largo la città. A non molta distanza si trova il municipio, la Câmara Municipal de Ponta Delgada, affiancata dall’imponente Torre Sineira. Quest’ultimo ospita una scala a chiocciola di ben 106 gradini, al termine della quale si giunge sulla cima del campanile e si può ammirare un panorama mozzafiato sull’intero centro abitato.

Tra i monumenti più visitati c’è poi il Convento e la Capela de Nossa Senhora da Esperança, complesso monastico risalente al ‘500 e ancora oggi abitato dalle suore dell’Ordine di São Francisco. Al suo interno, ci sono diverse splendide opere d’arte da visitare, tra cui il tesoro di Nostro Signore Cristo dei Miracoli. L’intera cappella è un vero gioiello, costituita da intagli dorati e bellissime piastrelle in stile portoghese risalenti al XVIII secolo. Per chi ama il verde, non si può fare a meno di scoprire la piantagione di ananas Augusto Arruda: l’accesso è libero e ci si può immergere tra le coltivazioni.

Piantagione di ananas a Ponta Delgada

Fonte: iStock

La piantagione di ananas Augusto Arruda

Non meno affascinante è l’orto botanico José do Canto, istituito nel corso dell’800 da colui che per lungo tempo fu l’uomo più ricco dell’isola – e di cui il giardino porta il nome. Dalla sua realizzazione, l’area verde ha ospitato più di 6.000 specie botaniche: oggi purtroppo non è più così ricco come un tempo, ma conserva ancora delle preziose collezioni di piante esotiche e diversi esemplari notevoli provenienti da ogni angolo del mondo, come gli eucalipti dell’Australia, gli alberi della canfora del Giappone e le magnolie dell’America settentrionale.

Infine, per scoprire il volto più autentico di Ponta Delgada bisogna passeggiare sul suo lungomare: tra bar e ristoranti dove fermarsi a riposare, c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Molto bella è la piscina Oceânica, dove fare un tuffo ammirando l’oceano. Mentre a poca distanza dal porto si trova il Forte de São Brás, la più grande fortezza situata sull’isola di São Miguel, che ospita il Museo Militare delle Azzorre. Per i più avventurosi, un giro in barca si rivela poi una splendida occasione per fare whale watching e ammirare i giganti del mare.

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Vacanze in Islanda: i consigli per un viaggio low cost

L’Islanda è una meta fiabesca e meravigliosa, con imponenti ghiacciai contrapposti a impetuosi vulcani attivi, paesaggi naturali selvaggi e incontaminati, accompagnati da cieli notturni infiammati dall’aurora boreale.

Ma c’è un dettaglio che, spesso, fa desistere chi vorrebbe esplorarla in tutta la sua bellezza: l’Islanda è molto costosa. Il costo della vita in Islanda è molto più alto rispetto ad altre mete europee e confrontato anche con l’Italia: nella ricerca di alloggi, voli e trasporti, trovare un’alternativa economica può essere difficile. Ci sono però alcuni accorgimenti che permetteranno a chi è più avventuroso di visitare la terra del ghiaccio e del fuoco risparmiando.

Nulla è impossibile e, con qualche semplice trucco, riuscirete a contenere il budget per l’organizzazione di un viaggio in questa splendida isola, godendosi una splendida vacanza a contatto con la natura più autentica: ecco tutti i consigli più utili per visitare l’Islanda con un viaggio low cost.

Voli low cost per l’Islanda

Una delle voci di costo più pesanti per un viaggio fuori dall’Italia è spesso il trasporto aereo. Volare in Islanda dall’Italia non è particolarmente economico, nonostante diverse compagnie abbiano aperto tratte verso quest’isola rendendo più competitivi i prezzi applicati. Tra le compagnie low cost che praticano voli diretti da Roma e Milano sono WizzAir ed easyJet.

Con qualche accorgimento è possibile risparmiare anche centinaia di euro sul costo del volo per l’Islanda. Ecco come:

  • Prenotate i biglietti aerei con un buon anticipo per riuscire a spuntare prezzi e offerte migliori.
  • Evitate l’alta stagione: in estate i prezzi sono molto più elevati, soprattutto nel mese di agosto; se potete, scegliete il periodo tra settembre e ottobre in modo da risparmiare sul prezzo del biglietto.
  • Valutate l’opzione di fare uno scalo: spesso i voli diretti costano di più rispetto a due voli più brevi (nonostante sia una scelta eticamente meno corretta poiché più inquinante).
  • Viaggiate leggeri: partendo con un bagaglio a mano, rispetto a quello più pesante da stiva, risparmierete sul costo del trasporto.

Noleggiare l’auto

Una volta arrivati in Islanda, la scelta quasi obbligata per potersi muovere verso il primo alloggio e per esplorare l’isola è il noleggio dell’auto. Il consiglio generale è quello di prenotare anche il mezzo con largo anticipo, in modo da spuntare prezzi migliori.

Un’alternativa più economica al noleggio, e che vi permette di socializzare con altre persone, è il carpooling islandese Samferda. Sul sito ufficiale troverete tutte le corse in auto disponibili, che potrete condividere per un viaggio in compagnia: un ottimo modo per risparmiare, fare nuove conoscenze e inquinare meno.

Alloggiare in Islanda spendendo poco

Anche il pernottamento è un costo fisso che incide in buona misura sul budget di una vacanza in Islanda. La sistemazione in hotel, in questo Paese, è piuttosto cara rispetto agli standard italiani. Inoltre, le strutture ricettive sono poche e, durante l’alta stagione, esauriscono velocemente le stanze disponibili. Se volete risparmiare anche sul cibo, l’hotel non sarà la scelta più adatta, poiché non avendo una cucina vi costringerà a pranzare e cenare fuori, spendendo più soldi.

Quali sono le alternative più economiche, rispetto al classico hotel, per dormire in Islanda? In generale, vi consigliamo di costruire il vostro itinerario partendo proprio dalla ricerca di alloggi e sistemazioni economiche. Inoltre, potete scegliere tra diverse alternative: fattorie, ostelli, guesthouse, tenda o camper in campeggio. Vediamole tutte.

Fattorie, ostelli e guesthouse in Islanda

Le fattorie, gli ostelli e le guesthouse sono la soluzione migliore per chi cerca un buon rapporto qualità-prezzo, ma senza rinunciare alla comodità di una camera. Diversamente da quanto si possa pensare, si tratta di luoghi con stanze molto pulite e adatte a qualsiasi tipo di viaggiatore.

Il consiglio è quello di prenotare queste sistemazioni con largo anticipo, poiché sono spesso piene, soprattutto nel periodo estivo. E se volete risparmiare ulteriormente, vi consigliamo di portare con voi un sacco a pelo e un asciugamano personale, in modo da evitare l’eventuale costo extra di coperte e altri tessuti messi a disposizione dagli ostelli.

Cercate, inoltre, strutture che mettano a disposizione una cucina privata o condivisa con gli altri ospiti. In questo modo potrete risparmiare sul cibo cucinando in autonomia pranzi e cene. In tal caso, una catena economica di supermercati, in cui potersi recare per comprare gli alimenti, è Bonus.

Infine, se volete alloggiare in una fattoria e togliervi comunque qualche sfizio, sceglietene una che offra la colazione inclusa nel prezzo della camera: potrete gustare squisiti prodotti freschi locali, per un viaggio alla scoperta dei sapori islandesi.

In Islanda in campeggio: la soluzione più economica

Siete viaggiatori avventurosi e abituati a restare a contatto con la natura? Allora la soluzione perfetta ed economica per visitare l’Islanda in estate è il campeggio. Ce ne sono molti in tutta l’isola, con piazzole di prato nelle quali montare la propria tenda (che può essere noleggiata facilmente), cucina e bagni in comune con doccia e acqua calda, oltre a una sala lavanderia (in certi campeggi).

A Reykjavik troverete numerosi servizi di noleggio, che offrono anche tessere e abbonamenti, dove procurarvi tenda e sacchi a pelo perfettamente igienizzati, oltre a pentole e fornelli per cucinare. Questa è una scelta adatta anche per coloro che organizzano un viaggio nella terra dei ghiacci all’ultimo minuto: le tende e i campeggi sono sempre disponibili e non c’è bisogno di prenotare con largo anticipo.

Viaggiare in camper in Islanda: un’alternativa valida

C’è un altro modo piuttosto smart e avventuroso per dimezzare le spese di alloggio e pasti per un tour dell’Islanda meraviglioso e a stretto contatto con la natura: noleggiare un camper. Come anticipato, l’Islanda è ben attrezzata in tema di camping ma, a differenza di chi punta a dormire in tenda, se scegliete il camper sarà necessario prenotare in anticipo la piazzola di sosta.

Sia all’aeroporto di Keflavik sia a Reykjavik troverete numerosi noleggi di auto e camper: confrontate le diverse compagnie e prenotate con anticipo il camper per trovare i prezzi più bassi, valutando sempre la convenienza rispetto al noleggio di un’auto unita al pagamento di una struttura ricettiva per il pernottamento.

Un’alternativa simile, ma ancor più economica rispetto al camper, sono le auto dotate delle cosiddette “roof tent”, le tende da posizionare sul tetto del mezzo e nelle quali poter pernottare.

Mangiare in Islanda spendendo poco

Anche il cibo in Islanda è più caro rispetto all’Italia. Per risparmiare, il consiglio è quello di acquistare alimenti nei supermercati. tra i più economici troverete le catene Bonus, Netto e kronan, sebbene siano comunque più care rispetto allo standard italiano. Se avete scelto una sistemazione con cucina, potrete preparare qualche gustosa pietanza risparmiando ulteriormente visto che potrete evitare di spendere di più per piatti già pronti.

Se portate con voi una valigia molto capiente, potreste anche pensare di portare una certa quantità di cibo dall’Italia, come il caffè, la pasta e altro cibo precotto in scatola. In questo modo tagliereste una buona parte dei costi per l’acquisto di alimenti al supermercato.

Ma come ogni viaggio che si rispetti, anche le tradizioni culinarie rappresentano un aspetto culturale importante da scoprire e andrebbero provate almeno una volta. Per risparmiare, potreste optare per uscire a pranzo, piuttosto che a cena, poiché è più comune che i ristoranti e i bistrot effettuino sconti sui pasti del giorno, rispetto alla sera. Inoltre, se optate per locali che offrono pranzi e cene a buffet, il prezzo sarà più contenuto.

Un altro consiglio per risparmiare soldi riguarda l’acqua: non serve acquistarla, poiché quella del rubinetto è potabile e buona. Vi basterà portare con voi una borraccia da riempire prima di uscire.

Viaggio in Islanda: altri consigli pratici per risparmiare

Abbiamo visto come risparmiare per dormire, mangiare e muoversi in Islanda, ma i consigli non finiscono qui. Ecco altri trucchi per organizzare un viaggio low cost nelle terre selvagge islandesi, dai suggerimenti sui metodi di pagamento fino alle escursioni e alle visite turistiche:

  • Limitare lo shopping: non acquistare in loco capi di abbigliamento tecnici e costosi, meglio portare tutto l’occorrente in valigia sin dalla partenza.
  • Pagare con carta di credito: l’isola è ben organizzata per i pagamenti con carte, anche per gli importi più bassi, perciò si può evitare di prelevare molti contanti o cambiarli all’arrivo, poiché i tassi di cambio e le commissioni sono più sfavorevoli.
  • Relax nelle piscine termali naturali gratuite: godetevi un po’ di sano relax senza spendere un euro nelle piscine formatesi naturalmente che costellano la terra del ghiaccio. Potete trovare sorgenti di acqua termale trasformate in centri benessere, ma anche piscine gratuite completamente immerse nella natura, come quelle nello splendido parco di Landmannalaugar o le Foss di Akureyri, dove rilassarsi nell’acqua alla temperatura di circa 38°C.
  • Prenotare escursioni guidate solo se necessario: quello dell’Islanda è un territorio quasi totalmente incontaminato e libero. Potete visitare moltissime bellezze naturalistiche senza spendere soldi, con poche eccezioni a pagamento.
  • Visitare Reykjavík, la capitale, e altre città vi permetterà di avere più scelta di locali in cui mangiare a prezzi bassi; potrete anche valutare di acquistare una card che comprenda più escursioni ed entrate in musei e luoghi di interesse a pagamento, risparmiando decine di euro.

Un paradiso naturale vi aspetta: con questi consigli non vi farete trovare impreparati e riuscirete a godere di tutte le meraviglie dell’Islanda senza spendere una fortuna.

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Le terme più belle da visitare in Repubblica Ceca

Se si pensa alla Repubblica Ceca sicuramente il primo sito di interesse che viene in mente è la sua ammaliante e romantica capitale, Praga, una città ricca di cultura, storia e con un fascino gotico che conquista al primo sguardo.

Eppure, oltre alle passeggiate sul Ponte Carlo della capitale, il Paese dell’Europa Centrale ha altre attrazioni da offrire ai viaggiatori: infatti, la Repubblica Ceca vanta una tradizione termale secolare, che affonda le sue radici già in epoca romana.

Le sorgenti d’acqua curativa sparse sul territorio sono molteplici ed è per questa ragione che oggi la Repubblica Ceca è indubbiamente una delle mete predilette da chi desidera concedersi una vacanza all’insegna del benessere e del relax.

Il costo delle terme in Repubblica Ceca non è alto, anzi, le città termali della Boemia Occidentale sono tra le più economiche in Europa: il prezzo può variare tra le 10 e le 60 euro circa.

Il triangolo termale della Repubblica Ceca: Karlovy Vary, Mariánské Lázně e Frantiskovy Lázně

Nella regione della Boemia Occidentale, le città termali sono davvero numerose, eppure esiste un vero e proprio “triangolo d’oro”, rappresentato da tre località estremamente famose tra i viaggiatori che ricercano il benessere termale nel Paese.

Le città di Karlovy Vary, Mariánské Lázně e Františkovy Lázně rappresentano infatti tre siti inseriti nella lista del Patrimonio Unesco, tra le città termali più belle d’Europa.

Colonnato Karlovy Vary Repubblica Ceca

Fonte: iStock

Dettaglio sul colonnato di Karlovy Vary.

Hotel di lusso e temperature bollenti nelle terme di Karlovy Vary

Karlovy Vary è uno dei centri termali più antichi del Paese. Fin dai tempi del Medioevo, questa località attirava visitatori da tutta Europa, viaggiatori desiderosi di sperimentare le proprietà terapeutiche delle sue acque minerali.

Ancora oggi la città di Karlovy Vary, con il suo centro storico costellato di eleganti e sontuosi palazzi che si snoda attorno al fiume Teplá, ospita grandi hotel di lusso e offre trattamenti termali all’avanguardia.

La sorgente termale più calda della città ha una temperatura che raggiunge i 72°C e vicino alle fonti si ergono le tipiche “colonne di vapore”, strutture in cui i visitatori possono bere e inalare l’acqua termale, ricca di minerali come lo zolfo. Da non perdere, è una visita al neorinascimentale Colonnato del Mulino che ospita anche il raffinato Petra Restaurant.

Oltre agli splendidi colonnati in giro per il centro storico e ai trattamenti di benessere che offrono l’ottocentesca Stazione Termale, a Karlovy Vary vale la pena scoprire anche i suoi prodotti locali. Il Becherovka è un liquore alle erbe soprannominato come la “13esima fonte”, ma la città è famosa anche per le finissime porcellane e i vetri e i cristalli Moser.

Mariánské Lázně, bagni rigeneranti, Art Nouveau e romantiche melodie

Come nella tappa precedente, anche a Mariánské Lázně nei secoli sono stati di passaggio numerosi personaggi illustri dell’arte e della politica, tutti lì diretti per godere dei benefici delle sue numerose sorgenti termali.

Meglio nota come Marienbad, la città termale Patrimonio Unesco è costruita attorno a diverse sorgenti e il suo centro storico vanta un’architettura in stile Art Nouveau che ben si sposa con le ampie zone di verde e i parchi sempre in fiore.

Oltre alle sorgenti calde, la città ospita circa cinquanta sorgenti di acqua fredda note per le loro proprietà curative nei confronti di diverse patologie, come i disturbi renali, respiratori, urinari e digestivi.

Mariánské Lázně, Repubblica Ceca

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Vista del colonnato nella città termale di Mariánské Lázně.

A poca distanza dalla cosiddetta Sorgente della Croce, imperdibile è una visita alla Fontana Canterina: allo scoccare di ogni ora, questa fontana allieta i passanti con il suono delle più famose opere classiche – non dimentichiamo che in città, infatti, ogni estate si tiene il festival internazionale di Fryderyk Chopin.

E dopo una romantica sessione di musica classica e un bagno termale rigenerante, la città potrà stupirvi con la sua architettura nei siti del palazzo di Kynžvart e del monastero di Teplá, risalente al XII secolo.

Frantiskovy Lázně, il “paradiso in terra” di Goethe

In questa tranquilla ed elegante città termale della Repubblica Ceca, fondata nel XVIII secolo dall’imperatore Francesco I, persino Johann Wolfgang von Goethe ebbe il piacere di soggiornare e di innamorarsene al punto da definirla un vero e proprio paradiso terrestre.

La città di Frantiskovy Lázně è famosa soprattutto per le sue 20 sorgenti minerali fredde, ideali per curare patologie dell’apparato deambulatorio, malattie cardiache e – si dice – persino l’infertilità femminile. A tal proposito, una leggenda urbana dice che la donna che tocca l’iconica statua del ragazzino con in mano un pesce – la statua del Franceschino, ormai simbolo della città, situata vicino alla Sorgente di Francesco – riceve subito la “grazia” di restare gravida.

Ma Frantiskovy Lázně offre altre attrazioni ai turisti che la visitano per godersi un po’ di meritato relax e rigenerare corpo e mente: tra queste, antichi e maestosi palazzi come la Casa Beseda, la Casa Sassone e la Casa ai Tre Gigli (proprio quella in cui abitò Goethe).

Františkovy Lázně Repubblica Ceca

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Vista di un centro termale a Františkovy Lázně.

Jeseník e Teplice, altre destinazioni termali in Repubblica Ceca

Oltre al rinomato triangolo termale, la Repubblica Ceca offre altre località in cui godere delle sorgenti di acqua calda.

Nella Moravia Settentrionale, incastonate tra il verde lussureggiante dei Monti Frassini, le terme di Jeseník sono un punto di riferimento per gli appassionati di balneoterapia. Oltre alle terme, la città è piacevole da scoprire tra i suoi palazzi che mixano l’architettura Anni Venti allo stile barocco.

Infine, Teplice, la città termale più antica d’Europa (e il secondo centro termale dopo Karlovy Vary, per grandezza): questa località ha sei diversi edifici termali, tra cui il più famoso che è dedicato a uno degli ospiti più illustri che hanno visitato questa parte della Boemia, cioè Ludwig van Beethoven (crocevia di personaggi di spicco tanto da essere rinominata la “Piccola Parigi” della Repubblica Ceca).

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Aurora boreale, i mesi dell’anno in cui si vede meglio e dove

Quando le luci fluorescenti iniziano a danzare nel cielo notturno punteggiato di stelle, prende vita lo spettacolo dell’aurora boreale. Con quei colori che variano dall’azzurro allo smeraldo, con sfumature di viola e rosso, questo evento naturale, da ammirare con lo sguardo rivolto al cielo, affascina e incanta chiunque.

Ma quali sono i mesi in cui si vede meglio l’aurora boreale? E dove si può assistere a questo spettacolo che infiamma il cielo? Sono le domande più gettonate quando si parla della suggestiva aurora boreale.

Lo spettacolo dell’aurora boreale

Ammirare l’aurora boreale almeno una volta nella vita è il sogno nel cassetto di moltissime persone. Sembra un gioco di magia, ma in realtà le striature colorate nei cieli notturni hanno una spiegazione scientifica chiara.

In parole semplici, il sole genera tempeste solari (chiamate geomagnetiche) che giungono fino alla terra. Le particelle colpiscono il campo magnetico terrestre, al polo nord e al polo sud, ed entrano in contatto con la nostra atmosfera, generando quei giochi di luci variopinte che tutti vorremmo poter guardare dal vivo.

Il periodo migliore per avvistare l’aurora boreale

L’aurora boreale non è però sempre visibile. Esistono periodi dell’anno nei quali è più probabile assistere allo spettacolo. Quali sono allora i mesi migliori per vederla? In generale, il periodo più adatto per avvistare le sfumature suggestive dell’aurora boreale ricade tra i mesi di settembre e ottobre e tra la fine gennaio e marzo.

I fattori che determinano una maggior probabilità di avvistamento dell’aurora sono molteplici. Dipende sia dall’attività del sole, che varia e in certi anni è più intensa di altri, ma anche dalle basse temperature, dalle ore di buio e dal cielo, che è più pulito e limpido in certi mesi.

Dove vedere l’aurora boreale e quando

Sono tante le persone che organizzano viaggi alla ricerca dell’aurora boreale che illumina i cieli. Esiste, infatti, un turismo incentrato su questo spettacolo naturale, nel quale vengono proposte anche escursioni organizzate e location mozzafiato in cui dormire con vista sull’aurora boreale.

Quali sono i luoghi migliori in cui assistere a tale spettacolo e quando andarci? A seconda di dove ci si trova, i mesi in cui si può avvistare più facilmente l’aurora boreale cambiano.

In Europa

In Islanda, uno dei luoghi perfetti per ammirare l’aurora nei cieli, il periodo migliore è l’inverno, tra gennaio e febbraio, con temperature più rigide: Anche i mesi autunnali, con un clima più piacevole per i turisti, sono un buon periodo dell’anno in cui vederla.

Altri Paesi classici in cui poter vedere l’aurora boreale sono quelli della Scandinavia: Norvegia, Svezia e Finlandia. Anche qui il periodo ottimale è tra gennaio e febbraio, sebbene si possa avvistare fin da settembre. In Finlandia, in particolare, la regione in cui recarsi è quella più a nord, ossia la Lapponia.

Sebbene il fenomeno dell’aurora boreale in altri luoghi meno vicini al polo nord risulti molto più raro, è stato possibile assistere a tale spettacolo anche in Scozia e sulle Dolomiti italiane.

Nel resto del mondo

Fuori dall’Europa, altri luoghi splendidi nei quali assistere allo spettacolo di luci color smeraldo sono l’Alaska, il Canada e la Groenlandia. In Alaska, in particolare nel Denali National Park, il fenomeno dell’aurora inizia solitamente già all’inizio di agosto, ma il mese migliore è quello successivo, ovvero settembre.

Anche in Canada, agosto e settembre sono i periodi perfetti per assistere all’aurora boreale. Qui il punto più famoso, in cui tutti gli appassionati si recano, è Yellowknife, una cittadina a nord del Great Slave Lake. Per ben 300 notti l’anno, le luci colorano anche i cieli sopra Churchill, nella Baia di Hudson.

In Groenlandia, invece, più vicina al Circolo Polare Artico, l’aurora boreale è maggiormente visibile in primavera e nei mesi tra autunno e inverno, quando i cieli sono tersi e diventano le tele perfette per dipinti di luce dall’incredibile bellezza.

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Livesanta Green torna a Santa Margherita Ligure per la sua seconda edizione

Dopo il successo e l’interesse suscitato lo scorso anno, torna la seconda edizione di Livesanta Green, una giornata di sensibilizzazione e proposte sostenibili, per una mobilità verde, ecologica e rispettosa dell’ambiente. L’appuntamento è fissato per sabato 27 aprile, anche quest’anno sulla Banchina Sant’Erasmo. Due gli spazi clou della giornata aperti al pubblico: il Green Village espositivo, visitabile dalle 9 alle 18; e la tavola rotonda a partire dalle ore 16.

La Santa, sempre più green

La Santa, così i locali e residenti chiamano Santa Margherita Ligure, da tempo mette in atto politiche green e di sostenibilità, cercando di informare e coinvolgere i suoi cittadini, ma anche i turisti e i vacanzieri che passano qui i fine settimana o le ferie estive.

Ma quali sono le reali alternative di una mobilità smart ed ecologica? Quali sono le soluzioni applicabili per una cittadina turistica della Riviera ligure? Di questo si è già discusso lo scorso anno e si torna a parlarne a Livesanta Green 2024.

Durante la giornata del 27 aprile vengono presentate le varie iniziative e proposte, dai bus elettrici per Portofino, al bike sharing che già lo scorso anno aveva raddoppiato il numero di utenti e noleggi. Ma soprattutto sarà l’occasione per i pescatori locali per presentare progetti importanti di sostenibilità, come l’abbandono dell’utilizzo del polistirolo per le cassette del pescato. Un incontro tutto da seguire.

Uno dei progetti green tra i più riusciti e apprezzati sul territorio è quello della Corrierina del mare, bus navetta gratuita da e per le spiagge a disposizione di residenti e turisti invitati a lasciare l’automobile per recarsi al mare, ora in versione elettrica.

la Santa
Vista su Santa Margherita Ligure

L’evoluzione della nautica

La sfida e la volontà di Santa Margherita Ligure, che si affaccia sullo splendido Golfo del Tigullio, sono quelle di sviluppare anche una nautica sostenibile. Questo settore è uno dei temi al centro della tavola rotonda, che già nella sua prima edizione ha presentato proposte pratiche e concrete, come il servizio di birò sharing o la barca elettrica del cantiere Capoforte.

Il Green Village

Lo spazio esterno del Green Village, allestito in banchina Sant’Erasmo e visitabile già dalla mattina, accoglie un’esposizione di mezzi di trasporto sostenibile, protagonisti del dibattito del pomeriggio e dei progetti che l’amministrazione sta portando avanti con decisione in questi anni. I protagonisti sono gli stessi che si confronteranno nella tavola rotonda del pomeriggio.

Il programma e gli ospiti di Livesanta Green

Alla tavola rotonda di questa seconda edizione di Livesanta Green partecipano tutti gli operatori privati che stanno collaborando con l’amministrazione per una mobilità più rispettosa dell’ambiente e del territorio. Si parte alle 16 con l’incontro Mi compro un mezzo elettrico… e lo uso” con Cesare Appari – Co-titolare Appari Moto, Simone Brescia – Presidente Portofinobike e Laura Adami – Comandante Polizia Locale SML.

“Mare blu, mare green… un mare di lavoro” è il titolo dell’appuntamento delle 16.20, a cui partecipano Benedetto Carpi – Presidente Cooperativa Motopescherecci SML, Andrea Benedetti – Commerciale Battagli Marine Hardware e Giacomo Luis Fantinuoli – Commerciale Maremoto. Alle 16.40 si parla di “Santa Green” insieme a T.V. Salvatore Amenta – Comandante Circomare SML, Ilaria Gavuglio – Presidente Amt e Filippo Agazzi – Amministratore delegato Aprica, che racconta al pubblico tutte le novità della raccolta differenziata in comune.

Si prosegue alle 17 con Gio Giacobbe – Ceo Acbc e Claudio Bertelli – Reparto sviluppo progetti Nautica Bertelli per discutere del “Il green (che) funziona”. Alle 17.20 circa la parola va a Paolo Donadoni, Sindaco di Santa Margherita Ligure, per le conclusioni di questo pomeriggio dedicato alla sostenibilità e più in generale a una condotta di vita più rispettosa dell’ambiente. Durante la manifestazione, l’Associazione PortofinoBike mette a disposizione alcune bici elettriche; mentre Maremoto propone delle dimostrazioni in mare.

 

Livesanta Green è un’iniziativa del Comune di Santa Margherita Ligure in collaborazione con Nautica Bertelli che ha il suo Boat Show in fondo a banchina Sant’Erasmo.

 

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Un viaggio nei sapori della tradizione napoletana

Napoli, è una città intrisa di storia, cultura e tradizione, ed è nota per i suoi luoghi incantevoli e per le sue esperienze culinarie indimenticabili.  Tra questi, il Borgo Marinari spicca nel Golfo di Napoli, di fronte al maestoso Castel dell’Ovo. Le sue strade, le barche pittoresche ormeggiate lungo la costa e i ristoranti che offrono autentiche delizie napoletane, creano un’atmosfera unica che affascina e delizia i visitatori di tutto il mondo. In questo contesto magico sorge il rinomato ristorante Donna Luisella, dove la passione per la buona cucina e l’amore per l’ospitalità si fondono per creare un’esperienza culinaria indimenticabile.

Napoli - ristorante - donna luisella
Il ristorante Donna Luisella

I piatti del ristorante Donna Luisella sono una celebrazione della ricchezza e della varietà della cucina napoletana: dei  classici spaghetti alle vongole al pescato del giorno preparato con maestria e freschezza, ogni boccone è un tributo alla qualità e all’autenticità degli ingredienti.

Al Ristorante Donna Luisella non mancano proposte innovative, come le tartare di salmone e spigola, che esaltano la freschezza e la qualità dei prodotti locali. E per gli amanti della terra, la mozzarella di bufala, la parmigiana di melanzane e i carciofi fritti sono solo alcune delle prelibatezze disponibili.

Donna Luisella - Spaghetti alle vongole
Un piatto della cucina di Donna Luisella

L’esperienza culinaria al Ristorante Donna Luisella di Napoli non sarebbe completa senza un bicchiere di vino selezionato con cura dalla nostra carta dei vini: dai vini bianchi e rossi della Campania, come il Greco di Tufo e il Taurasi, alle etichette di pregio delle altre regioni italiane, ogni sorso è un viaggio sensoriale che esalta i sapori della cucina napoletana.

Da quando ha aperto le porte, il ristorante è diventato un punto di riferimento per celebs e buongustai di Napoli. Tuttavia, nonostante il prestigio e il successo, propone un servizio cordiale e attento, in grado di far sentire ogni ospite come una celebrità. Dopo una deliziosa cena al Ristorante Donna Luisella, perché non prolungare l’esperienza soggiornando nell’accogliente Bed and Breakfast? Situato nel cuore del suggestivo Borgo dei Marinari, il B&B Donna Luisella offre camere arredate con gusto e dotate di tutti i comfort moderni.  Ogni camera è un’oasi di tranquillità e relax, dove gli ospiti possono rilassarsi dopo una giornata trascorsa a esplorare le meraviglie di Napoli.

Napoli - ristorante - donna luisella
Un piatto della cucina di Donna Luisella

Il Borgo Marinari di Napoli è molto più di una semplice meta turistica: è un luogo di autenticità, qualità e charme che incanta e sorprende i visitatori di ogni età. E nel cuore di questo incanto mediterraneo, il ristorante Donna Luisella offre un’esperienza culinaria e ospitale che rimane impressa nella memoria di chiunque lo visiti.

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Cosa fare e cosa vedere a Menfi, in Egitto

Menfi è l’antica Capitale d’Egitto, una città che ancora oggi ci regala un enorme spaccato di storia di questa terra dai mille misteri, tanto che ci permette di comprenderne più a fondo le radici. Visitarla è come passeggiare in un eccezionale museo a cielo aperto, pieno di monumenti funerari, tombe rupestri e rovine di templi che lasciano davvero senza fiato. Scopriamo insieme cosa visitare in questa città che ha certamente una lunghissima storia da raccontare.

Menfi, informazioni utili

Menfi ha ricoperto il ruolo di Capitale di Aneb-Hetch, primo nome del Basso Egitto, e Capitale dell’Antico Regno dalla costituzione, intorno al 2700 a.C., fino alla sua dissoluzione nel 2200 a.C. Durante il Medio Regno diventò, invece, Capitale del I nomo (distretto) del Basso Egitto.

Solo da queste poche informazioni sulla sua storia si capisce che è stato un luogo dall’importanza straordinaria, e che nei fatti non è nemmeno difficile da raggiungere perché si trova a circa 19 chilometri di distanza dalla Capitale attuale dell’Egitto, Il Cairo, sulla sponda occidentale del Nilo.

Chiamata anche ‘la bilancia delle due terre’ per via della sua grande importanza per quanto riguarda il traffico commerciale nel delta del Nilo e per la sua posizione a metà tra l’Alto ed il Basso Egitto, secondo gli studiosi è stata anche la città più popolosa del mondo fino al 2250 a.C.

Cosa vedere a Menfi

Dobbiamo essere onesti: pur essendo ricca di luoghi di interesse, Menfi non è il sito meglio conservato del Paese. Ciò non toglie che proprio qui risiedano alcuni dei monumenti più preziosi d’Egitto, e per questo vale assolutamente la pena farci farci un salto. Ne è un esempio la Sfinge di Menfi, simbolo indiscusso dell’antica Capitale e risalente, molto probabilmente, al periodo che va dal 1700 al il 1400 a.C.

Sfinge di Menfi

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La Sfinge di Menfi, sontuosa opera in alabastro

Come molte opere che si trovano in Egitto, anche in questo caso non ci sono informazioni certe sul significato di questa sontuosa opera dell’uomo: non possiede iscrizioni per comprendere a quale faraone sia dedicata. Secondo alcuni studiosi, i tratti del suo volto rimanderebbero al faraone Amenhotep II o Hatshepsut, ma purtroppo non vi è alcuna certezza.

Ad essere privo di misteri è invece il fatto che questa costruzione rappresenta la più grande scultura in alabastro dell’antico Egitto: è lunga oltre 8 metri e alta 4 metri. Tali misure la rendono più piccola della Grande Sfinge che troneggia sulla necropoli di Giza, ma ciò non toglie che sia una delle maggiori sculture in alabastro arrivate fino ai giorni nostri.

Straordinario è anche il Colosso di Ramses II, un’enorme statua realizzata in pietra calcarea: raggiunge un’altezza di circa 10 metri e, pur non avendo più in parte una gamba e il piedistallo originale su cui era poggiata, è ancora in un ottimo stato di conservazione. Attualmente si trova ancora all’interno del museo all’aperto di Mit Rahina (lo stesso in cui riposa anche la Sfinge in alabastro), ma non appena possibile verrà spostato al Nuovo Museo Egizio di Giza.

Il Mit Rahina rappresenta la parte più moderna dell’insediamento dell’antica capitale d’Egitto, ma anche uno dei più grandi musei all’aperto di tutto il Paese. Oltre alla Sfinge e al Colosso di Ramses II, qui il visitatore può immergersi in un ambiente fatto di colossi rupestri che rappresentano il faraone Ramses II, tavolette con geroglifici, colonne decorate e molto altro ancora. Di particolare interesse sono grandi letti di pietra utilizzati per la mummificazione degli Apis, i tori sacri.

Infine le rovine del tempio di Hut-ka-Ptah, dedicato al culto di Ptah. In passato era uno dei templi più importanti di Menfi e di tutto il Regno ed era impreziosito anche dalla presenza di altri santuari dedicati alla moglie di Ptah, Sekhmet, e al figlio Nefertem.

Colosso di Ramses II

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L’incredibile Colosso di Ramses II

La piramide di Djoser e la necropoli di Saqqara

Un’escursione a Menfi è spesso abbinata alla visita di due altri incredibili luoghi di interesse: la piramide di Djoser e la necropoli di Saqqara.

Saqqara rappresenta il sito archeologico più vasto di tutto il Paese e storicamente uno dei più rilevanti: qui sono rappresentate tutte le principali dinastie faraoniche. Se Menfi fu infatti la capitale del Regno Antico, Saqqara fu la necropoli reale almeno fino alla III dinastia – quindi il luogo deputato al risposo delle spoglie dei sovrani – e continuò ad esserlo per circa 3000 anni dopo l’avvento di Giza e Tebe.

In sostanza, Saqqara è l’antico cimitero di Menfi e arriva a coprire un’area di 7 chilometri nel deserto occidentale al di sopra dell’area coltivata della valle del Nilo. I faraoni dell’antico regno sono stati inseriti all’interno delle 11 piramidi maggiori, mentre i loro sudditi sono stati sepolti nelle centinaia di tombe più piccole che si trovano sempre in questa zona. Particolarmente interessante è il Serapeum, ovvero la camera di sepoltura sotterranea dedicata al toro Apis.

Tra le piramidi più impressionanti c’è senza ombra di dubbio la piramide di Djoser, che è davvero unica nel suo genere perché è fatta a gradoni e perché è la più antica in Egitto: è stata eretta da Imhotep, il primo architetto riconosciuto della storia, per la sepoltura di Djoser, sovrano della III dinastia.

Costruita nel 2630 a.C., è lunga 140 metri, larga 118 metri e alta 60 metri, ed è caratterizzata dalla presenza di piccoli blocchi calcarei e di sei mastabe di dimensioni decrescenti, costruite una sull’altra. È bene sapere, tuttavia, che a differenza delle piramidi a Giza non è permesso visitare l’interno della piramide di Djoser.

Durante un viaggio in Egitto la città di Menfi viene spesso messa in secondo piano, ma la verità è che regala uno spaccato di storia davvero interessante e importante per chiunque voglia capire più a fondo le antiche (e affascinanti) origini di questo Paese.

Piramide di Djoser, Saqqara

Fonte: Getty

Il sito di Saqqara con la sua affascinante piramide di Djoser