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Isola di Iona, tra i luoghi più sacri della Scozia

La Scozia, magnifica e misteriosa, dona luoghi di rara suggestione e isole meravigliose e selvagge: una di queste è la mistica Isola di Iona, al largo delle Ebridi Esterne, quasi un piccolo scoglio che, però, ha molto da raccontare.

Fu, infatti, la culla del Cristianesimo nel Paese, il luogo dove il monaco Columba fondò, nel 563 d.C., il celebre Monastero di St. Columba, e da cui partì con i suoi 12 seguaci per convertire la Scozia allora pagana e buona parte del Nord Inghilterra.

La fama di Iona come centro di cultura e di missione si diffuse ben presto in tutta Europa e la rese luogo di pellegrinaggio nei secoli a venire nonché “l’isola sacra” in cui trovavano sepoltura i re della Scozia, della Norvegia e dell’Irlanda, una tradizione che ebbe inizio nell’860 d.C.

Oggi, la raccolta isola spazzata dal vento, trasmette a chiunque una profonda sensazione di pace e si fa apprezzare per i fiabeschi scenari da cartolina, le dolci colline e le spiagge di candida sabbia.

Cosa vedere sull’Isola di Iona

È piccola, certo, abitata da meno di 200 persone, e si scopre rigorosamente a piedi o in bicicletta ma è una di quelle mete che non si dimenticano e che racchiudono tesori e bellezza che attraggono oltre 130.000 visitatori all’anno da tutto il mondo.

E non è difficile capire il perché: Iona è natura, verdi distese intervallate da campi in fiore, dolci colline dove pascolano gli animali, spiagge sabbiose plasmate da dune e vegetazione.

Il ritmo è lento, la vita scorre senza frenesia, a contatto con la natura e con il paesaggio, un’oasi speciale dove riposarsi, rilassarsi e ricaricare le energie.

Perfetta per una gita di un giorno, già bellissima mentre la si scorge in lontananza con il traghetto dalla vicina Isola di Mull, Iona ha un piccolo centro abitato, Baile Mor, caratteristico villaggio con un’unica fila di cottage che si specchiano sul mare, la scuola, l’hotel principale, gli uffici pubblici, la chiesa, il ristorante e negozi di artigianato e souvenir.

Dopo una breve passeggiata dal porticciolo, ecco le rovine del Convento delle Monache Agostiniane, il Nunnery, del XIII secolo, fondato forse contemporaneamente all’Abbazia di St. Columba, il cuore spirituale dell’isola, vicinissima al mare e aperta su tutti i lati.

Di sicuro interesse sono la Chiesa abbaziale, in stile gotico, a unica navata, e il Chiostro, luogo di silenzio dove spiccano numerose pietre tombali di origine medievale.

Sulla destra, uno sguardo alla Cappella e al Cimitero di San Orano, la costruzione più antica, risalente al XII secolo.

L’ex casa parrocchiale ospita lo Iona Heritage Centre, con una significativa mostra sulla storia dell’isola negli ultimi 200 anni: tra i reperti di spicco, la poppa della Guy Mannering, nave postale tra New York e Liverpool che qui affondò nel 1865.

Ancora, sulla strada che porta all’Abbazia, merita una sosta la MacLean’s Cross, cinquecentesca croce celtica alta tre metri con alla base l’effigie di un guerriero armato.

Infine, da non perdere la piccola cappella a sinistra dell’entrata principale dell’Abbazia, la St. Columba Shrine, e la Cima Dum I, il punto più elevato dell’isola, a 101 metri sul livello del mare da cui il panorama è a dir poco mozzafiato.

Come arrivare a Iona

L’isola più mistica della Scozia si raggiunge comodamente prendendo il traghetto a Fionnphort sulla vicina Isola di Mull.

Le corse vengono effettuate tutti i giorni e la traversata dura una decina di minuti.

In alternativa, è possibile partire da Oban, perla marittima della Scozia, sbarcando a Craignure, il porto principale di Mull: da qui, o in auto o con l’autobus 496, si arriva all’imbarco a Fionnphort, sulla punta sud-ovest.

Da sapere che numerose compagnie organizzano tour giornalieri da Oban che, in poche ore, consentono anche di scoprire Iona.

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Lago della Montagna Spaccata, oasi d’Abruzzo

Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è un vero spettacolo della natura, custode di paesaggi che rimangono nel cuore e di piccole gemme nascoste che conquistano al primo sguardo: una di queste è il Lago della Montagna Spaccata, un’oasi di blu, verde e tranquillità a 1600 metri di altitudine, nell’omonima località alle pendici delle colline che scendono dalle catene del Greco e della Meta.

Siamo in provincia dell’Aquila, nel suggestivo territorio del comune di Alfedena, grazioso borgo medievale tra i meglio conservati, da cui lo specchio lacustre dista circa due chilometri.

Tutta la meraviglia del Lago della Montagna Spaccata

Nell’abbraccio di una natura intensa e magnifica, il lago artificiale nasce negli anni Cinquanta dallo sbarramento del Fiume Rio Torto per la produzione di energia elettrica e vanta una superficie di circa 46 ettari con una profondità di 68 metri.

Ricco di rivelli, cavedani e trote, dalle limpide acque che vanno dallo smeraldo al turchese, è una delle attrattive più apprezzate del territorio, grazie alla sua bellezza e a un paesaggio incontaminato plasmato da fitti boschi dove non è raro avvistare lupi, volpi, cinghiali, tassi, cervi, orsi, faine, camosci e il volo del falco pellegrino.

Infatti, a differenza del vicino e celebre Lago di Barrea, o del Lago di Scanno, ha conservato, negli anni, un aspetto immutato senza la presenza di lidi: si tratta, quindi, di un luogo di pace dove immergersi appieno nella natura del Parco e lasciarsi alle spalle lo stress, i pensieri negativi e la frenesia della vita di tutti i giorni in città.

Non distante dal confine con il Molise, l’area attorno al Lago della Montagna Spaccata è uno scrigno di bellezza che sa unire il paesaggio delle due regioni in un ideale abbraccio, caratterizzato da sorgenti e dal tipico habitat delle zone umide dove svettano pioppi e salici.

Sedersi sulla riva e ammirare, semplicemente, il gioco della luce solare sull’acqua, il limitare del bosco e le vette tutt’intorno è un regalo da fare a sé stessi.

Per migliorare l’accesso all’acqua in tutta sicurezza, tuttavia, è stata realizzata una pedana galleggiante, parte integrante del progetto di valorizzazione del bacino nel pieno rispetto del suo ambiente.

I suoni della natura qui sono di casa

Se il lago è un gioiello, non da meno è lo splendido e fresco bosco misto che accoglie i visitatori allontanandosi dalle rive.

È proprio il caso di dire che assomiglia a uno scenario delle fiabe, dove i suoni e i silenzi della natura sono assoluti protagonisti e non si faticherebbe a credere alla presenza di gnomi e fate.

Come accennato, questo è un ambiente ideale per la fauna selvatica che non è poi così difficile avvistare all’ombra dei noccioli, carpini, maggiociondoli, aceri e cerri.

Proseguendo nella piacevole e rigenerante passeggiata, lo sguardo si posa sugli avvallamenti in cui scorrono le acque dopo il disgelo: sono frammenti della vita del bosco che fanno stare bene.

Come arrivare al lago

Il lago si raggiunge dal borgo di Alfedena, seguendo l’apposita segnaletica.

Ci si arriva comodamente a piedi dal centro oppure è possibile parcheggiare l’auto nelle immediate vicinanze.

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Cala del Gesso, la spiaggia da sogno dell’Argentario

Il litorale toscano è custode di perle bellissime, tra spiagge e calette da favola dove concedersi una giornata di serenità sotto i raggi del sole. Al di là della rinomata Versilia, che ospita località molto amate dai vip, c’è una natura selvaggia che vi aspetta: si tratta delle coste frastagliate dell’Argentario, una splendida montagna a picco sul mare incastonata nel verde rigoglioso della Maremma Grossetana. È qui che sorge una minuscola insenatura protetta dalle rocce, una delle spiagge più belle di tutta la Toscana. Andiamo alla scoperta di Cala del Gesso.

Cala del Gesso, un’oasi paradisiaca

Se siete alla ricerca di un lungo litorale sabbioso dove arrivare comodamente in macchina, per godervi ore di relax in completa solitudine, allora questa non è la spiaggia che fa per voi. Ma se, al contrario, amate i luoghi incontaminati e non temete l’idea di fare una bella escursione prima di rilassarvi sugli scogli, allora Cala del Gesso vi riserverà grandissime sorprese. Si tratta infatti di una piccola insenatura incastonata tra le ripide scogliere del monte Argentario, proteso sulle acque turchesi del mar Tirreno. Ben protetta dai venti, è il luogo ideale per chi pratica snorkeling e vuole andare alla scoperta dell’affascinante mondo sottomarino che si dipana al largo delle coste della Toscana.

Ma non solo: le sue rocce offrono il punto d’appoggio perfetto per prendere un po’ di sole, mentre la sottile lingua di sabbia mista a ciottoli è la scelta migliore per chi non vuole rinunciare alla comodità anche al mare. Il panorama, poi, è da sogno. Alle spalle della spiaggia, un’imponente scogliera rocciosa fa ombra alle acque cristalline. A nord, invece, si erge imponente Torre Cala del Gesso, un’antica torre di avvistamento spagnola risalente al XV secolo – una delle tante che campeggiano su tutto il monte Argentario. Mentre davanti ai vostri occhi si dipana spettacolare la vista dell’isola del Giglio e del ben più piccolo isolotto roccioso dell’Argentarola.

Naturalmente, Cala del Gesso è una spiaggia ad accesso libero e non attrezzata: se avete intenzione di trascorrervi tutta la giornata – cosa assolutamente consigliata, visto che il tramonto qui offre uno spettacolo mozzafiato – dovrete portare con voi tutto l’occorrente per le tante ore al sole. Infatti il luogo è particolarmente isolato, e non è facile raggiungere qualche punto di ristoro. Importante dunque avere dietro una buona scorta d’acqua e qualcosa da mangiare, ma anche un paio di comode scarpe da scoglio per non rischiare di farvi male durante la vostra passeggiata sino alla spiaggia.

Come raggiungere Cala del Gesso

Cala del Gesso è infatti incastonata in una posizione non proprio facilissima da raggiungere. Situata nel territorio di Porto Santo Stefano, dovrete superare il centro abitato e poi proseguire lungo la costa sino a Cala Moresca, un’altra località meravigliosa che merita assolutamente una visita. Nei dintorni c’è un comodo parcheggio a pagamento – meglio usufruirne, visto che lasciare l’auto lungo la strada vi mette a rischio di spiacevoli sorprese al vostro ritorno. A questo punto non vi resta che affrontare una lunga camminata sino alla spiaggia.

Seguendo dapprima Via dei Pionieri e addentrandovi poi in una stradina privata in discesa, vi troverete ben presto davanti una scalinata immersa nella natura, che vi condurrà attraverso le rocce fino all’arenile di Cala del Gesso. Ovviamente c’è un’altra soluzione per chi vuole godere del panorama di questa spiaggetta senza fare fatica: basta arrivare via mare, affittando una barca da Porto Ercole – o sfruttando il servizio taxi nella stagione estiva. In questo modo avrete la possibilità di ammirare la bellezza della costa dell’Argentario, avvicinandovi pian piano alla caletta.

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Ulm, tra le mete più romantiche della Germania

Da Berlino a Monaco di Baviera, passando per i paesaggi incontaminati della Foresta Nera e i suoi borghi fantastici: in Germania ci sono moltissime località da esplorare, ma chi davvero vuole vivere un’esperienza diversa non può lasciarsi sfuggire l’opportunità di visitare Ulm, una città romantica e bizzarra situata nel meridione del Paese. Perché questa è una meta così speciale? Scopriamolo insieme.

Ulm, la città “dei geni e dei record”

Chi ama la tipica atmosfera tedesca, rimarrà incantato tra le stradine di Ulm, ammirando i suoi monumenti storici e le tante attrazioni che l’hanno resa famosa. In Germania, è conosciuta come la città dei geni: qui nacquero alcune delle menti più brillanti dei secoli passati, a partire dal celebre fisico Albert Einstein, “papà” della relatività. In effetti, passeggiando per il centro storico è facile imbattersi in una fontana sormontata da una testa bronzea che ha le fattezze del geniale scienziato (con la lingua di fuori, ovviamente). È un memoriale che – non tutti lo sanno – sorge nel punto in cui un tempo si trovava la casa natale di Einstein, distrutta dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.

Ma il fisico non fu l’unico brillante personaggio famoso che vide la luce ad Ulm: si ricordano anche Max Bentele, ingegnere meccanico che diede un enorme contributo nella realizzazione delle prime turbine aeree, e Albrecht Berblinger, che invece fu il primo uomo a volare su un deltaplano. Al di là delle sue incredibili menti, la città è anche conosciuta per i numerosi primati che accoglie – alcuni decisamente bizzarri. E sono proprio i detentori di tali record i primi luoghi da visitare per poter apprezzare le meraviglie di Ulm, una destinazione tanto romantica quanto curiosa.

Cosa vedere a Ulm

Nel centro storico della città, svetta imponente la Cattedrale Ulmer Münster: la sua costruzione ebbe inizio nel 1377, ma ci vollero ben 500 anni prima di vederla completata. È un capolavoro in stile gotico, una delle chiese più grandi d’Europa – e la seconda della Germania, subito dopo il Duomo di Colonia. Eppure, nonostante la sua grandiosità, a detenere un primato è solamente il suo campanile, che si innalza per ben 161,5 metri, ottenendo il titolo di più alto del mondo. Quasi sulla cima si trova una terrazza panoramica da cui si gode di una vista mozzafiato, il premio offerto ai coraggiosi che osano sfidare gli oltre 700 ripidi scalini necessari per raggiungerla.

La città di Ulm, che sorge sulla confluenza del fiume Blau con il celebre Danubio, ha un bellissimo quartiere di pescatori dove si respira un’atmosfera davvero romantica. Camminando lungo le sponde dei canali, si arriva facilmente a quello che è diventato il simbolo della città: stiamo parlando di Schiefes Haus, che accoglie un hotel di lusso. Le sue pareti pendenti gli hanno permesso di guadagnarsi il primato come albergo più sbilenco del mondo. Impossibile resistere alla tentazione di scattargli una foto.

Ma c’è ancora un record da scoprire: è quello dedicato alla scultura zoomorfa più antica, affidato ad una piccola statuina d’avorio risalente all’Alto Paleolitico, ovvero a ben 30mila anni fa. Rappresenta l’Uomo Leone, ed è esposta presso l’Ulm Museum, una delle istituzioni più importanti della città. Prima di lasciare questo luogo fantastico, ci sono tante altre meraviglie da visitare. Tra le tappe imperdibili ci sono Rathaus, splendido palazzo comunale del ‘300, e – per gli animi più romantici – la passeggiata sulle mura rosse della città.

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La spiaggia di Torre Guaceto, tra le più amate della Puglia

Una delle regioni più amate del nostro Paese per le vacanze estive è la Puglia. Situata nel “tacco” dello Stivale, è conosciuta in tutto il mondo per i borghi dal caratteristico intonaco bianco, per la campagna dal sapore antico, ma soprattutto per le sue paradisiache spiagge. Proprio per questo motivo abbiamo deciso di portarvi a scoprire uno degli arenili più apprezzati della regione: la Spiaggia di Torre Guaceto.

Come si arriva alla Spiaggia di Torre Guaceto?

La meravigliosa spiaggia di Torre Guaceto si trova a Carovigno, in provincia di Brindisi, e più precisamente in Contrada Pennagrossa, all’interno della Riserva Naturale di Torre Guaceto.

Arrivare è piuttosto semplice: basta percorrere la SS 379. Da questa strada si hanno poi due opzioni, ovvero uscire a Serranova e seguire le indicazioni stradali per Punta Penna Grossa, oppure scegliere la deviazione per Apani. In entrambi i casi, si raggiunge un grande parcheggio a pagamento da cui si può usufruisce del servizio navetta o del noleggio di biciclette. All’interno della riserva, come è possibile immaginare, non si possono utilizzare mezzi propri.

Caratteristiche

La Spiaggia di Torre Guaceto inevitabilmente vi farà innamorare: dalla forma stretta e lunga, è una morbida distesa di sabbia bianca e dorata. Sono presenti anche delle dune di sabbia che la separano dal resto del litorale. Il mare, turchese e cristallino, è una sorta di sogno a occhi aperti, mentre i suoi fondali sono un turbinio di flora e fauna colorata. A colpire il visitatore sono anche delle scogliere, alcune a pelo d’acqua, che creano un interessante contrasto per via del loro colore scuro.

Il mare di Torre Guaceto

Fonte: iStock

I colori della Riserva di Torre Guaceto

In questa bellissima striscia di sabbia è possibile di usufruire di ombrelloni e lettini, così come fare lunghe passeggiate e/o andare in bici. La Spiaggia di Torre Guaceto è anche attrezzata per le persone con disabilità in quanto è presente una pedana solarium che facilità gli spostamenti in carrozzina.

C’è da fare però un po’ di attenzione: data l’importanza naturalistica della zona, alcuni tratti non sono accessibili. Ne è un esempio la Spiaggia delle Conchiglie, così chiamata perché vi dimorano tantissime piccole conchiglie, in cui vige il divieto di balneazione. Questo particolare arenile si trova in quella che, all’interno della Riserva, viene chiamata zona A e dove è possibile fare escursioni subacquee soltanto dopo aver ricevuto un’autorizzazione.

Le spiagge accessibili al pubblico sono quelle della zona B, ovvero la parte che comprende il litorale della Spiaggia di Punta Penna Grossa, e la zona C nei pressi della Spiaggia di Apani.

Infine, sappiate che questa spiaggia è così chiamata per un preciso motivo: la torre aragonese che qui svetta e che veniva utilizzata per avvistare l’arrivo delle navi saracene nel XVI secolo.

Cos’altro visitare nella Riserva

La meravigliosa Riserva Naturale di Torre Guaceto è stata dichiarata Area Naturale Marina nel 1991 e si estende per circa 8 chilometri. Visitarla vuol dire ritrovarsi nel tipico, ma assolutamente affascinante, paesaggio della macchia mediterranea.

Tale riserva, inoltre, è suddivisa in due parti: quella marina in cui si fanno spazio ben 5 isolotti, e quella terrestre dove a dominare è senza ombra di dubbio una lussureggiante vegetazione.

Nella parte marina ci sono le tre zone, A B e C, di cui vi abbiamo parlato sopra. La prima, dove è possibile esclusivamente fare snorkeling, regala fondali ricchi di posidonia, alghe, pesci e crostacei. La seconda è invece balneabile e navigabile e si possono persino praticare corsi di vela e di immersione subacquea. La terza è destinata alla pesca ecosostenibile dei soli pescatori professionisti.

La zona della Riserva terrestre è invece l’habitat di tre ambienti naturali diversi. C’è la macchia mediterranea accanto alla quale prende vita una parte paludosa che si affaccia sull’area costiera in cui svettano dune alte fino a 10 metri. Qui si può fare un po’ di trekking attraversando percorsi stabiliti che conducono alla torre, passeggiare in bicicletta e persino fare un tour con il Trenino del Mare. Al contempo si può anche percorre la zona umida fino per giungere alla torre e alla sorgente del Gawsit.

Torre aragonese in Piglia

Fonte: iStock

La bellissima torre aragonese

Visitare Carovigno

Se si passa da queste parti vale la pena fare un salto anche a Carovigno: il bel borgo dai profili completamente bianchi dista solo 5 chilometri dal mare. Il suggestivo centro cittadino sorge su una piana impreziosita da mandorli, frutteti e uliveti ed è ricco di interessanti monumenti, oltre a essere spesso animato da imperdibili eventi.

Il paese sembra sospeso tra passato e presente ed è caratterizzato da un insieme di stradine e piazze che gli donano un fascino altamente autentico. Tantissime sono le architetture religiose che incantano il viaggiatore, ma a lasciare senza parole è la Chiesa Madre del XIV secolo, intitolata a Maria Assunta.

Nel punto più alto del borgo si erge invece un maestoso castello composto di tre torrioni che possiedono una forma strutturale diversa. Chiamato Castello Dentice di Frasso, prende il nome dagli ultimi nobili che vi soggiornarono. Il forte possiede anche dei sotterranei in cui ci sono le “segrete”. Al suo interno, tra le altre cose, è possibile visitare il museo delle tradizioni popolari, così come le sue bellissime stanze tra cui le sale da pranzo, la biblioteca, l’ampio salone e il caminetto.

Accanto al maniero si trova la Chiesa di Sant’Anna che aveva la funzione di cappella per i feudatari del castello.

Leggermente più distante, e per essere precisi su un rilievo collinare a 100 metri di altezza, svetta il Santuario Madonna del Belvedere che regala pace e tranquillità. Da qui la vista è davvero eccezionale: spazia su una distesa di olivi secolari e arriva fino al mare limpido che lambisce la Puglia.

Al suo interno ci sono invece due cavità (cripta superiore e cripta inferiore), messe in relazione tra loro e con la navata del tempio dalla “scala santa” composta da 47 gradini. Altrettanto interessanti sono gli affreschi dove viene ritratta principalmente la Madonna del Belvedere.

Insomma, vale assolutamente la pena concedersi una giornata di relax presso la Spiaggia di Torre Guaceto per poi scoprire la vibrante natura della Riserva in cui si trova e terminare il viaggio tra la storia antica del bellissimo borgo di Carovigno.

Cosa vedere a Carovigno

Fonte: iStock

Il borgo di Carovigno
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In Provenza, sulle orme di Francesco Petrarca

Villaggi d’altri tempi, castelli, palazzi e città fortificate. E poi, infinite distese di profumatissima lavanda che, d’estate, colorano tutto il paesaggio di viola. I motivi per innamorarsi di questi luoghi nel Sud della Francia evidentemente erano così tanti da ammaliare persino uno dei nostri poeti più grandi di tutti i tempi: Francesco Petrarca.

Ebbene sì, il Petrarca passò proprio di qua. Arrivò in Provenza per la prima volta da bambino all’età di otto anni. Il poeta fu infatti costretto a lasciare la propria terra natìa, la Toscana, per partire alla volta di Avignone. Suo padre era impiegato nei mestieri della curia papale, e quando questa si era trasferita ad Avignone, anche lui e la sua famiglia dovettero spostarsi.

Il villaggio provenzale di Petrarca

Petrarca, memore di quei luoghi così incantevoli, ci tornò una trentina di anni dopo e, nel 1337, si trasferì nel villaggio di artigiani di Fontaine-de-Vaucluse (il paese che dà il nome a tutto il dipartimento), dove visse circa vent’anni. Fu proprio in questa regione che, all’età di 23 anni, in visita alla Chiesa Sainte Claire di Avignone, incontrò Laura, la donna che gli stravolse la sua vita (e la carriera) e che lasciò un segno profondo nei suoi scritti e nel suo cuore.

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Fonte: 123rf

Il borgo provenzale che ispirò Francesco Petrarca

A Laura, Petrarca dedicò numerosi sonetti del celebre “Canzoniere”, l’opera più nota e importante che scrisse e che ancora oggi studiamo a scuola come modello di eccellenza stilistica oltre che specchio del Rinascimento.

Nel Vaucluse, Petrarca trovò ispirazione per numerose delle sue opere, ma lasciò anche una forte impronta letteraria. Fu infatti fonte d’ispirazione per moltissimi poeti e letterati contemporanei e successivi, non solo in Italia ma anche in Francia. Molti i personaggi che nel corso dei secoli si sono recati in pellegrinaggio letterario nel villaggio per avvicinarsi alla figura di Petrarca. Da Casanova a Stendhal, da Alphonse de Lamartine a François-René de Chateaubriand fino a George Sand.

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Fonte: 123rf

Il villaggio provenzale di Fontaine de Vaucluse

Ancora oggi sono moltissimi i letterati e gli studiosi che visitano il Musée-Bibliothèque François Pétrarque che si trova a Fontaine-de-Vaucluse. Il museo, aperto nel 1927, è interamente sviluppato attorno a quella che molto probabilmente era la residenza del poeta. Conserva bozze di alcune opere, effetti personali e diversi memorabilia.

Nel centro del villaggio c’è una colonna eretta nel 1804 per commemorare il 500° anniversario dalla nascita del poeta e un bellissimo giardino lungo il fiume intitolato a Petrarca dove rilassarsi e ammirare il borgo.

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Fonte: 123rf

Fontaine-de-Vaucluse attraversato dalla Sorgue

Un luogo incantevole

“Chiare, fresche e dolci acque”. Queste celebri liriche del “Canzoniere” di Petrarca potrebbero essere state ispirate dal ribollire delle acque della Sorgue, il fiume che attraversa il villaggio di Fontaine-de-Vaucluse, che proprio in questo punto, a primavera, regala uno spettacolo di rara intensità che attira moltissimi curiosi.

Il paese si sviluppa attorno alle vestigia di un castello del XII secolo, Château des Évêques de Cavaillon. Ancora oggi è famoso per essere il borgo degli artigiani e molti visitatori vengono proprio per scoprire le botteghe artigiane dove si lavora l’argilla, il vetro, il legno, il cuoio per realizzare bijoux, oggetti decorativi e vetrate decorate.

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Fonte: 123rf

La fonte della Sorgue che avrebbe ispirato il Petrarca
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Matala Beach, la spiaggia monumentale della Grecia

Ogni anno in cui arriva l’estate alcuni dei viaggiatori di tutto il mondo cominciano a sognare una destinazione specifica per le loro vacanze: la Grecia. Del resto parliamo di un Paese che in molti suoi angoli è un sogno a occhi aperti, e per questo è spesso preso d’assalto dai turisti. Consapevoli di questo, abbiamo deciso di raccontarvi di una sua spiaggia monumentale, una sorta di paradiso in terra che vale la pena scoprire: Matala Beach.

Dove si trova Matala Beach

Matala è un grazioso villaggio greco situato sull’Isola di Creta e lambito dalle splendide acque del Mar Libico. Facente parte della provincia di Heraklion, oltre a possedere una spiaggia meravigliosa è anche una sorta di rifugio di quella che un tempo era la cultura Hippy e che, a dirla tutta, fa parte anche dei giorni nostri.

Il motivo di tutto ciò è molto semplice: Matala Beach incanta per via delle sue grotte scavate nella roccia, le stesse che negli anni ’60 e ’70 erano la dimora estiva di molti Hippy. Cavità in cui, tra le altre cose, soggiornavano persino delle celebrità, come per esempio Joni Mitchell, la cui canzone “Carey” è ispirata alla spiaggia. Poi ancora Bob Dylan, Cat Stevens, Joan Baez, Janis Joplin e molti altri ancora.

Tuttavia, ben prima delle star di fama mondiale, queste incantevoli grotte furono anche la dimora di civiltà della preistoria, mentre in epoca romana e cristiana vennero utilizzare come tombe.

Ma l’importanza di questa distesa di sabbia non è di certo finita qui: Matala Beach è persino una spiaggia leggendaria in quanto, secondo la mitologia, fu proprio da queste parti che Zeus, sotto le sembianze di toro, approdò con Europa prima di portarla a Gortina e renderla madre di Minosse, colui che sarebbe diventato il futuro re.

Spiaggia di Matala, Grecia

Fonte: iStock

Matala Beach vista da una grotta

Come arrivare a questa spiaggia

Matala Beach prende vita a circa 70 chilometri di distanza da Heraklion ai margini della pianura di Messarà (“tra le montagne”). Essendo però una località estremamente importante per la sua innegabile bellezza e per la tanta storia che ha da raccontare, raggiungerla è davvero semplice: ci si può arrivare sia con l’automobile che con i mezzi pubblici.

Nei pressi della spiaggia ci sono anche diversi parcheggi, alcuni sono a pagamento mentre altri gratuiti.

Informazioni utili

Inutile girarci intorno: Matala Beach è una sorta di capolavoro caratterizzato da sabbia mista a ciottoli e lambita da un mare a dir poco cristallino che degrada dolcemente. Ma a rendere la zona ancora più bella sono le grotte da cui è abbracciata, le scogliere di pietra, i tamerici e la vegetazione che crea anche dei piacevoli spazi d’ombra in cui rifugiarsi nel momento del bisogno.

La Spiaggia di Matala si rivela una scelta eccezionale anche per chi ama i tuffi perché verso la costa nord della baia è presente una grande roccia da cui gettarsi in acqua in libertà. Tanto divertimento è garantito anche per chi è solito praticare sport acquatici: i vari stabilimenti presenti in tutta la sua lunghezza mettono a disposizione pedalò, moto d’acqua, e molto altro ancora. I suoi fondali, visto l’incanto della zona, sono perfetti anche per praticare lo snorkeling.

Volgendo lo sguardo al largo è inoltre facile notare la presenza di due isolotti chiamati Paximadia, angoli paradisiaci e in cui si fanno spazio piccole spiagge piene di ciottoli dove, secondo la leggenda, nacquero Apollo e Artemide. Infine da non perdere assolutamente è il magico momento del tramonto che qui dà spettacolo.

Matala al tramonto

Fonte: iStock

Il tramonto di Matala Beach

Le grotte di Matala Beach

È praticamente impossibile andare a Matala Beach e non visitare le sue maestose grotte. La verità però è che nessuno sa con sicurezza a quando risalgono realmente. Quel che è certo è che al loro interno ancora sopravvivono cuscini scolpiti in pietra, letti e finestre intagliate.

Sono a pagamento e si visitano grazie a un piacevole sentiero scavato nella roccia. Arrivando sempre più in alto si può invece godere di un panorama davvero appagante. Alcune di esse si possono raggiungere esclusivamente in barca, mezzo che permette di visitare anche resti archeologici di mura e palazzi, le rovine di una fortezza, di un faro e molto altro ancora.

Cosa visitare nel villaggio

Molto affascinante, oltre alla spiaggia, è anche il villaggio di Matala. Scegliere di fare una vacanza da queste parti è come catapultarsi in un posto che sembra rimasto fermo del tempo e dove uno dei sentimenti prevalenti è una sorta di nostalgia ricca di colori. In questo villaggio si respira ancora un senso di pace, anche se durante il mese di giugno tutto si infuoca perché prende vita il Matala Beach Festival: appuntamento in cui le vie del villaggio si colorano e la musica risuona in ogni angolo.

Dopo lo stop dovuto dalla pandemia, in questo 2023 il festival ripartirà insieme a una vasta gamma di attività coinvolgenti ed emozionanti. I giorni della kermesse saranno il 23, 24 e 25 giugno, mentre una settimana prima ci sarà il famoso Matala Street Painting.

Villaggio di Matala

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Il colorato villaggio di Matala

Le altre spiagge di Matala

Oltre a questa spiaggia monumentale in grado di evocare un passato pregno di storia, il villaggio di Matala offre anche altri lidi che senza ombra di dubbio vale la pena scoprire.

Una di queste è Red Beach, in greco Kokkini Ammos, una delle più belle spiagge di tutta l’Isola di Creta. Per raggiungerla è necessaria una camminata, per alcuni tratti in salita, che conduce in un magnifico arenile dalla sabbia rossa e finissima in cui spuntano dei caratteristici massi. Perfetta anche per i naturisti, è attrezzata e assolutamente speciale.

Po ancora la spiaggia di Kommos che si distingue per una così grande estensione che in molti potrebbero pensare che sia infinita. Ideale per le famiglie con i bambini, è un’ottima meta anche per i più giovani, per le coppie e per coloro che vogliono dedicarsi al nudismo. Ma questa spiaggia è sede di un incredibile evento a cui è impossibile resistere: sono presenti aree recintate dove le mitiche tartarughe caretta caretta depongono le loro uova.

Matala Beach è quindi una spiaggia monumentale dell’isola di Creta, forse una delle più belle in assoluto. Un posto in cui l’atmosfera è davvero unica e in grado di evocare ricordi del passato che sembrano rivivere tra incantevoli grotte e peculiari viette.

Grotte Hippy a Matala

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Alcune delle grotte di Matala
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Questo lago rosa sembra uscito da una fiaba. E non è l’unico che puoi trovare qui

Il mondo che abitiamo è un luogo meraviglioso, lo sanno bene tutti quei viaggiatori che non perdono occasione per girare il globo in lungo e in largo e per raggiungere tutte quelle destinazioni che sono state trasformate da Madre Natura nel palcoscenico di spettacoli mozzafiato.

Foreste incantate, boschi lussureggianti, anfiteatri naturali e montagne variopinte: questi sono solo alcuni dei capolavori visivi che compongono un patrimonio naturalistico di immensa bellezza che merita di essere scoperto viaggio dopo viaggio.

Ed è proprio per esplorare una di queste meraviglie naturali che oggi vogliamo portarvi dall’altra parte del mondo, al cospetto di un parco nazionale strabiliante che ospita un lago rosa che sembra uscito da una fiaba e che non è l’unico esistente in quest’area. Se siete pronti a partire, allora, preparate i bagagli: si vola in Australia.

Dentro il Murray-Sunset National Park: bentornati in Australia

Il nostro viaggio di oggi ci conduce tra le terre selvagge e sconfinate dell’Australia, e più precisamente nel territorio di Victoria. Proprio qui, infatti, esiste il Murray-Sunset National Park, uno dei più grandi parchi nazionali del Paese, un ecosistema delle meraviglie che ospita numerosi esemplari di flora e di fauna e che è caratterizzato da paesaggi mozzafiato.

Il parco si snoda su una superficie di 633.000 ettari e dista da Melbourne poco più di 400 chilometri. Sono molte le persone che, proprio partendo dalla capitale, decidono di intraprendere questo viaggio per andare alla scoperta di un’area naturale ancora poco battuta dal turismo di massa.

Il Murray-Sunset National Park, a oggi, ospita oltre 600 esemplari di piante che, durante le diverse stagioni, esplodono in tutta la loro bellezza trasformando l’area in un tripudio di colori. Il parco, inoltre, è l’habitat di oltre 300 specie di uccelli, un santuario dei volatili che appassiona tutti gli amanti del birdwatching.

Ma c’è qualcosa di ancora più sorprendente che spinge gli amanti della natura a raggiungere questo luogo, ed è quel paesaggio che si apre davanti agli occhi di chi guarda e che assomiglia, per forme e lineamenti, a uno scenario fiabesco. Il Murray-Sunset National Park, infatti, comprende anche il Pink Lakes State Park, un’area caratterizzata da diversi specchi d’acqua che assumono la caratteristica colorazione rosa.

Tra questi laghi, che sembrano dipinti da un pittore, spicca il Crosbie Lake, uno dei più famosi e fotografati della zona, ma non è l’unico. All’interno del parco, infatti, è possibile trovare altri bacini rosa, e tutti sono destinati a lasciare senza fiato.

Il lago rosa che sembra una fiaba

La caratteristica nuance che colora il lago Crosbie, e tutti gli altri che si snodano all’interno del Murray-Sunset National Park, è data dalla presenza dell’alga Dunaliella salina che, nel periodo estivo, tinge di meraviglia l’acqua restituendo allo sguardo un paesaggio incantato.

Alla fine dell’estate, poi, i laghi evaporano sotto i raggi infuocati del sole, facendo emergere delle croste di sale rosa che consentono ai viaggiatori di camminare sulle acque.

Passeggiare all’interno del Murray-Sunset National Park, e raggiungere la zona dei laghi, è un’esperienza davvero imperdibile per tutti gli amanti della natura. Ma non è l’unica che si può vivere qui. Proprio nei pressi del lago Crosbie, il più grande e suggestivo dei Pink Lakes, è stato inaugurato un campeggio che permette ai visitatori di dormire sotto il cielo stellato e di risvegliarsi davanti a una distesa rosa che si perde all’infinito.

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Spiaggia di Berchida, tra le più belle del Mediterraneo

Terra di spiagge bellissime, la Sardegna è una delle mete preferite dai turisti quando si tratta di mare: ce n’è davvero per tutti i gusti, dai lunghi arenili sabbiosi alle piccole calette nascoste, raggiungibili solo dopo un lungo tragitto nella vegetazione. E le sue acque cristalline sono uno spettacolo per gli amanti dello snorkeling, perché invitano a dare un’occhiata all’incredibile mondo sottomarino. In tutto questo, c’è però un angolo di paradiso che è davvero speciale: si tratta della spiaggia di Berchida, scopriamola insieme.

La spiaggia di Berchida, una vera perla

La costa orientale della Sardegna è una meraviglia ancora in gran parte incontaminata. Ben più a sud della vivace Costa Smeralda, ci sono tante piccole spiagge dove la natura regna incontrastata, luoghi bellissimi per chi cerca un po’ di relax sotto il sole. La spiaggia di Berchida è uno di essi: situata in provincia di Nuoro, è immersa in una cornice davvero suggestiva. Stiamo parlando di un lungo letto di sabbia candida, che si estende per circa 5 km di pura bellezza. Alle sue spalle, dune ricoperte di vegetazione e ginepri secolari, che offrono un po’ di ombra ai bagnanti ormai surriscaldati da una giornata trascorsa all’aperto.

È qui, al confine con un’altra incantevole spiaggia, che sfocia il rio Berchida: nel tuffarsi tra le acque cristalline del Tirreno, forma un piccolo stagno che funge da habitat per diverse specie animali, soprattutto volatili. Un’altra splendida sorpresa è il fondale sabbioso che digrada dolcemente, permettendo così anche ai più piccini di divertirsi a riva in tutta sicurezza (ma sempre sotto l’occhio vigile di mamma e papà!). Tanto che la spiaggia è stata insignita della Bandiera Verde, il riconoscimento assegnato dai pediatri ai litorali perfetti per i bambini.

In un’oasi dove la natura selvaggia la fa ancora da padrona, c’è spazio anche per chi ama gli arenili attrezzati: sebbene la spiaggia di Berchida sia interamente ad accesso libero, nei suoi 5 km di lunghezza si possono trovare lettini e ombrelloni messi a disposizione da due piccoli stabilimenti balneari, oltre a chioschi per fare uno spuntino, servizi igienici, docce e luoghi dove noleggiare canoe o pedalò, per vivere un’avventura in mare aperto. Senza contare che un comodo parcheggio permette di arrivare a due passi dalla sabbia, una vera fortuna per chi non ama particolarmente camminare sotto il sole.

Cosa vedere nei dintorni

La spiaggia di Berchida, anche in estate, non è mai troppo affollata: essendo così grande, lascia ampio spazio a tutti i suoi bagnanti. Ma se il mare vi sta stretto e volete andare ad esplorare i dintorni, allora potrete scoprire di avere davvero l’imbarazzo della scelta. Una lunga camminata verso nord vi conduce verso le dune di Capo Comino, dove svetta un vecchio faro che incrocia il profilo della piccola Isola Rossa, a poca distanza dalla riva. È invece in direzione opposta che potrete ammirare l’Oasi di Biderosa, molto più di una spiaggia: è una vera e propria foresta costiera, paradiso per chi ama fare bird watching o semplicemente ammirare gli splendidi fenicotteri rosa.

Lasciando invece la costa e addentrandovi un po’ oltre la vegetazione mediterranea, ecco spuntare ben due siti archeologici, i suggestivi nuraghi di Conca Umosa e di Paule e’Luca. Altrettanto affascinante è il vicino Villaggio di Rempellos, anch’esso risalente all’epoca nuragica. Passeggiare tra le rocce ricoperte di vegetazione che caratterizzano questi luoghi è un po’ come fare un viaggio indietro nel tempo. Ed è assolutamente incantevole, un’esperienza estiva tutta da vivere per custodirne ricordi memorabili.

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Spiaggia della Lecciona, che preserva ancora il suo stato naturale

Che l’Italia conservi ancora delle spiagge autentiche e meravigliose è cosa risaputa. Ma oggi vogliamo portarvi a scoprire una distesa di sabbia davvero particolare, tanto che preserva anche adesso il suo stato naturale senza modificazioni antropiche. Si chiama Spiaggia di Lecciona e si trova tra Torre del Lago e Viareggio, in Toscana.

Spiaggia della Lecciona

La Spiaggia della Lecciona si sviluppa in un angolo incantato della provincia di Lucca. Vanta una lunghezza di ben sette chilometri e si distingue per i suoi profili selvaggi ma anche per l’imponenza delle Alpi Apuane che si stagliano sullo sfondo. Una bellezza altamente autentica, quindi, ma che è obbligatorio preservare, anche se purtroppo spesso non succede.

Questa distesa di sabbia si fa spazio all’interno dell’Ente-Parco Regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli, un’area protetta di ben 23mila ettari a terra a cui si aggiunge l’area marina protetta delle Secche delle Meloria, che occupa altri 9mila ettari.

Per questo motivo la si può scoprire solo utilizzando le passerelle ufficiali, camminamenti che servono per minimizzare l’impatto antropico nell’arenile.

Dal punto di vista ambientale, quello della Lecciona è uno dei pochi tratti di costa sabbiosa della Toscana rimasti allo stato naturale. Ciò vuol dire che conserva ancora intatte dune ricoperte di vegetazione che ne consente il consolidamento, opponendosi così all’erosione. Da queste parti, infatti, non c’è stata antropizzazione, vale a dire che non sono stati fatti particolari interventi di trasformazione dell’ambiente naturale da parte dell’uomo.

Ma non solo: tra il 2007 e il 2008 sono state ripristinate le zone umide e paludose tra le dune e la pineta.

Una spiaggia naturista

La bellissima Spiaggia della Lecciona negli ultimi decenni è sempre stata meta dei naturisti. Non a caso lo scorso anno è diventata spiaggia naturista ufficialmente riconosciuta dal Comune di Viareggio.

Tutto ciò è stato possibile grazie ad ANITA (Associazione Naturista Italiana) che dal 22 aprile 2022, con la Delibera n. 130 del Comune di Viareggio, nel tratto delimitato dai pali 13 e 15 ha fatto sì che sia possibile praticare il naturismo autorizzato senza rischiare alcuna sanzione amministrativa.

Un lavoro iniziato nel 2020 e che ha portato a raggiungere questo obiettivo solo due anni dopo.

Come raggiungerla

Come vi abbiamo accennato in precedenza, oltre a rispettare l’ambiente il più possibile, per raggiungere la Spiaggia della Lecciona è necessario seguire precisi percorsi segnalati.

L’obiettivo è preservare questo importantissimo e bellissimo tesoro del nostro Paese. Quello della Lecciona è infatti un parco di grande interesse naturalistico e ambientale. L’itinerario per raggiungerla si sviluppa lungo la fascia costiera ed è puntellato di passerelle in legno che si snodano tra ambienti dunali sabbiosi e zone umide retrodunali.

L’accesso si raggiunge da Via dei Tigli, tra Viareggio e Torre del Lago, all’altezza dell’ingresso di Villa Borbone. Un percorso adatto a tutti in quanto è facilmente accessibile anche con passeggini e carrozzelle, mentre nei tratti che passano tra stagni e zone paludose i camminamenti in legno sono ben protetti.

Un piccolo angolo di paradiso ancora intatto del nostro Paese e che certamente vale la pena scoprire. Ma bisogna ricordarsi – sempre, ma forse qui più che mai – che deve essere fatto nell’assoluto rispetto dell’ambiente circostante.