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Piatti tipici dell’Albania: quali gustare in un viaggio a Tirana

Fortemente influenzati dalla Turchia, i piatti tipici dell’Albania non hanno solo nomi esotici, la colonizzazione da parte dell’Impero Ottomano ha influenzato la tradizione culinaria albanese, ma anche l’Italia ha contribuito portando sulle tavole albanesi pasta e riso. La posizione geografica dell’Albania è felice, con la vicinanza anche della Grecia infatti moltissimi dei loro piatti più comuni rispecchiano quelli della tradizionale dieta mediterranea.

E con questo goloso preambolo, entriamo nel centro del discorso per raccontarvi quali sono i piatti tipici dell’Albania e di Tirana consigliandovi quali provare, pronti?

Byrek e tavë kosi

Probabilmente uno dei piatti tipici dell’Albania tra i più amati e richiesti c’è il byrek si tratta di una deliziosa torta salata preparata con pasta fillo a strati in cui, tra uno strato e l’altro vengono posizionati formaggio e spinaci oppure con formaggio e carne macinata. Preparato in tutta l’Albania, ne esistono ovviamente più varianti casalinghe. La sua particolarità è la forma triangolare, ‘’a fetta’’ ed è considerato una sorta di streetfood, è reperibile infatti in moltissime panetterie.

Un altro piatto tipico da gustare a Tirana e dintorni è il tavë kosi, si tratta di uno sformato o pasticcio di carne di agnello, uova, farina, riso e yogurt. Non a caso la traduzione di questo piatto è proprio teglia di agnello e yogurt. Si tratta di un piatto unico essendo molto sostanzioso e viene preparato per lo più in occasioni speciali come le feste pasquali ad esempio o la fine del Ramadan.

Byrek piatto tipico albanese

Fonte: iStock

Il gustosissimo Byrek, un piatto tipico di Tirana

Lakror

In albanese ghego Laknor, in arbëreshë Lakruar, il lakror è un piatto tipico albanese che viene tramandato dalle donne di famiglia in famiglia. Il lakror è una torta rustica di pasta fillo, farcita con una combinazione di ingredienti quasi infiniti: la versione vegetale prevede spinaci, zucche, cipolle, ma anche ortiche e cipolle; l’altra versione prevede anche la carne di manzo o agnello combinati con pomodoro e cipolla o spinaci con formaggio.

Speca të mbushura e paçe plansash

Peperoni, ricotta, spezie e riso a volte miscelati alla carne macinata di vitello sono gli ingredienti di Speca të mbushura un piatto  balcano. Fa parte dei piatti tradizionali e come per la versione italiana, sono ottimi caldi appena sfornati ma sono deliziosi anche gustati freddi. Altrettanto amato il paçe plansash, o forse dovremmo parlarne al femminile considerato che si tratta di una versione albanese della trippa. E viene cucinata proprio come la nostra trippa, usando trippa, cipolla, aglio, pomodoro, pepe e olio evo insieme ad un bicchierino di aceto.

Qofte

Come non citare le qofte tra i piatti tipici albanesi? Anche perché noi italiani in fatto di qofte, che poi sono polpette, ma in questo caso di carne di agnello, oppure manzo o pollo miscelate a feta, aglio, cipolle e foglioline di menta, ne conosciamo a bizzeffe. Vengono cotte principalmente fritte o in alternativa alla griglia e come nel caso del Byrek, ne esistono molte varianti, un po’ come in Italia insomma.

i Qofte tipici di Tirana

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I Qofte, uno dei secondi di carne più amati in Albania

Tullumba

Una carrellata di delizie albanesi che non può che terminare con almeno uno dei tantissimi dolci dell’Albania, i tullumba. Si tratta di biscotti ma in versione fritta e croccante. La ricetta prevede farina, uova, acqua, burro e olio per friggere, mentre per lo sciroppo si miscelano acqua e zucchero. I tullumba una volta fritti vengono immersi nello sciroppo e degustati come accompagnamento al caffè.

Piatti tipici di Tirana

Se la regione prevede una varietà immensa di piatti tradizionali che hanno visto la contaminazione turca, greca e italiana, Tirana capitale dell’Albania non è da meno con una varietà di piatti che riflettono sia la tradizione gastronomica albanese che l’influenza cosmopolita della città stessa. Di seguito vi segnaliamo alcuni tra i più amati.

Dolma e Tasqebap

Tipici anche della cucina libanese e greca, gli yaprak dolma sono involtini di foglie di vite che sono poi farciti con riso, carne macinata e spezie orientali. A Tirana vengono serviti sia tiepidi che freddi accompagnati da una deliziosa salsa allo yogurt. Se si parla di piatti tipici di Tirana, potremmo dire che il tasqebap sia il piatto tradizionale perfetto. Un piatto che non manca mai nei menù dei ristoranti tradizionali albanesi e che ogni casa si vanta di avere come ricetta originale. Il tasqebap è uno spezzatino a base di carne di vitello, cipolla, alloro, aglio, sale e pepe, vino bianco, salsa di pomodoro e miele.

dolma di Tirana

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I dolma, deliziosi involtini di foglie di vita ripieni di riso

Tavë dheu e Meze

Uno dei piatti più famosi di Tirana è sicuramente il tavë dheu, la ricetta tradizionale viene rispettata totalmente a partire dal contenitore che viene previsto per la cottura: una terrina di terracotta proseguendo con la carne che deve essere espressamente di vitello, sia la carne che il fegato; gli altri ingredienti che compongono questo piatto sostanzioso sono la ricotta salata, cipolla, pomodoro, peperoni e aglio.

Un antipasto che deve le sue origini alla Turchia e alla Grecia ma che Tirana ha fatto suo e che ha tutto per essere un piatto unico. Si tratta infatti più che di un piatto, di una serie di mini portate selezionate e disposte per essere degustate accompagnate da una salsa a base di yogurt e svariati purè di verdure tra cui soprattutto pomodori e fave in abbinamento ad olive e formaggi. Un antipasto che apre l’appetito alle altre portate.

I dolci della tradizione albanese

Ipercalorico e dolcissimo il baklava è il dolce di Tirana, anche se le sue origini sono essenzialmente turche e greche: pasta fillo, frutta secca e uno sciroppo a base di acqua, zucchero e miele sono gli ingredienti per questa dolcissima delizia che non vi lascerà indifferenti. In fatto di dolci, in Albania e a Tirana soprattutto, sanno il fatto loro! Le petulla sono deliziose ciambelline fritte, gli ingredienti sono semplici: farina, uova, lievito, latte e zucchero, una volta fritte nell’olio bollente si degustano così in semplicità oppure intinte nel miele, nella marmellata o nel cioccolato.

baklava albanesi

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Tra i dolci più amati dell’Albania ci sono i baklava

Bevande tipiche albanesi

E dopo tutto questo parlare di cibo, non possiamo certo lasciarvi… a bocca asciutta! Vi sarete chiesti come noi, ma in Albania e a Tirana cosa si beve? Lo Shesh i Zi, un vino rosso autoctono è tra le bevande più amate, lo Shesh i Bardhe vino a bacca bianca albanese. Ma la bevanda nazionale è sicuramente la Raki, bevanda ricavata dalla distillazione della frutta fermentata molto simile alla grappa.

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Le strade più famose d’America: la Route 66 e non solo

Quando si parla di strade iconiche negli Stati Uniti, la prima che viene in mente a chiunque è sicuramente la leggendaria Route 66. Conosciuta anche come “Mother Road“, questa autostrada – famosa anche sul grande e piccolo schermo – che attraversa il centro del Paese è diventata un simbolo della cultura americana del XX secolo. Inaugurata negli Anni Venti, la Route 66 connetteva Chicago con Los Angeles, attraversando numerose città e paesaggi mozzafiato. Tuttavia, la Route 66 non è l’unica strada degna di nota negli Stati Uniti. 

Infatti, per i viaggiatori più intraprendenti che volessero avventurarsi negli USA in self drive per un viaggio on the road come si deve – d’altronde il Paese a stelle e strisce è molto godibile in questa modalità – ci sono molte altre possibilità e numerose strade da imboccare per esplorare le meraviglie di tutti gli Stati Uniti.

La Route 66, vero simbolo USA

Un tempo, lungo il suo percorso, la Route 66 attraversava piccole cittadine del Midwest, deserti dell’Arizona e montagne della California, offrendo ai viaggiatori una finestra sui paesaggi e sullo stile di vita tipici dell’America più autentica. Sebbene gran parte della Route 66 sia oggi stata dismessa e sostituita da autostrade più moderne, il suo fascino e la sua importanza storica rimangono intatti. Ancora oggi, percorrere la “Mother Road” è un’esperienza unica che permette di immergersi nella storia e nell’iconografia della cultura statunitense.

Route 66

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L’iconica Historic Route 66

Oggi in realtà questa strada esiste con il nome di Historic Route 66, parte da Chicago e finisce a Santa Monica, in California, attraversando otto Stati per 3.755 km. Il sogno di molti è quelllo di percorrerla a bordo di una Harley Davidson o noleggiando un enorme camper americano.

La California State Route 1

Spostandoci sulla costa occidentale, troviamo la spettacolare California State Route 1, anche nota come Highway 1 o Pacific Coast Highway. Questo panoramico percorso costiero attraversa scogliere mozzafiato, piccoli villaggi pittoreschi e località famose come Big Sur. Si tratta di un’autostrada statale che percorre da Nord a Sud buona parte della costa pacifica della California per 198 km. Parte da Monterey e finisce a Morro Bay. Questa highway è famosa per le bellezze panoramiche che possono essere osservate percorrendola e perché attraversa la contea di Los Angeles e quella di San Francisco.

California State Route 1

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La California State Route 1 a Monterey

La Road to Paradise

Un’altra strada imperdibile sulla West Coast è la Road to Paradise che sale sul vulcano Mount Rainier nello Stato di Washington, regalando scorci suggestivi sui ghiacciai e sulle cime innevate. Si tratta della strada che attraversa anche le isole Keys, nel Sud della Florida, per 170 chilometri partendo dalla fine dell’Everglades National Park per concludersi a Key West. Alcuni punti sono strettissimi, con il Golfo del Messico da un lato della strada e il Mar dei Caraibi dall’altro.

La Blue Ridge Parkway

Spostandoci sulla costa orientale, non possiamo non menzionare la Blue Ridge Parkway, una strada panoramica che attraversa Virginia e North Carolina regalando viste mozzafiato sui Monti Appalachi e collegando lo Shenandoah National Park e le Great Smoky Mountains per 755 km. Sempre sulla East Coast, un’altra strada degna di nota è il Natchez Trace Parkway, un percorso storico che collega Natchez, in Mississippi, a Nashville, in Tennessee.

Blue Ridge Parkway

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Vista sulla Blue Ridge Parkway

L’Acadia Scenic Byway

Procedendo verso nord, troviamo l’Acadia Scenic Byway nel Maine, un pittoresco percorso che costeggia il Parco Nazionale di Acadia. Percorrendo questa strada degli Stati Uniti continentali, dalla quale si gode una vista spettacolare sull’Oceano Atlantico e sulle isole dell’arcipelago di Acadia, si possono raggiungere numerosi sentieri escursionistici e aree ricreative all’interno del parco nazionale, offrendo infinite possibilità di immergersi nella natura incontaminata del Maine. Percorrere questa strada panoramica è un’esperienza imperdibile per chiunque voglia scoprire la bellezza selvaggia della costa orientale degli Stati Uniti.

La Columbia River Gorge Scenic Byway

Spostandoci verso ovest, la Columbia River Gorge Scenic Byway in Oregon offre panorami spettacolari sulla gola scavata dal fiume Columbia. Questo tratto stradale offre ai viaggiatori una finestra privilegiata sulla maestosa bellezza naturale della regione, caratterizzata da alte scogliere, cascate imponenti e foreste pluviali. Uno dei punti salienti della Columbia River Gorge Scenic Byway è senza dubbio la famosa Multnomah Falls, una cascata a doppio salto alta oltre 190 metri. Percorrere la Columbia River Gorge Scenic Byway è un’esperienza unica per immergersi nella natura incontaminata dell’Oregon occidentale e ammirare da vicino uno dei paesaggi più suggestivi della regione.

Columbia River Gorge Scenic Byway

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Vista sulla Columbia River Gorge Scenic Byway

La Creole Nature Trail

Il Creole Nature Trail è una meravigliosa strada panoramica che attraversa la Louisiana sud-occidentale, offrendo ai visitatori uno sguardo esclusivo sulla bellezza e sulla ricca cultura di questa regione. Lunga circa 180 miglia (290 km), questo percorso ha inizio a Cameron e attraversa le parrocchie di Calcasieu, Jefferson Davis e Cameron, raggiungendo il confine con il Texas. Il percorso attraversa una varietà di ecosistemi affascinanti, tra cui paludi, estuari, lagune, praterie costiere e spiagge incontaminate. Il trail è anche noto per l’incredibile biodiversità, con oltre 400 specie di uccelli, alligatori, delfini, tartarughe e una ricca vegetazione tipica delle zone umide.

La regione attraversata dal trail ha una forte identità culturale Creola, con comunità che preservano tradizioni culinarie, musicali e artigianali uniche. Lungo il percorso si trovano musei, parchi naturali, santuari per la fauna selvatica e diverse opportunità per praticare attività all’aria aperta come birdwatching, kayak e pesca.

La Natchez Trace Parkway

La Natchez Trace Parkway è una strada nazionale che attraversa 444 miglia (715 km) dal centro-sud degli Stati Uniti, collegando la città di Natchez, in Mississippi, a Nashville, in Tennessee. Questa pittoresca strada panoramica segue un antico percorso di pista usato dai nativi americani e dai primi pionieri europei. Il paesaggio che circonda la Natchez Trace Parkway è estremamente vario, spaziando da dolci colline, praterie e boschi decidui a ripide scogliere e impenetrabili foreste. Il percorso offre numerosi punti panoramici, siti archeologici, aree naturalistiche e antiche fattorie, permettendo ai visitatori di immergersi nella ricca storia e cultura della regione. Guidare lungo la Natchez Trace Parkway è considerato uno dei modi migliori per scoprire il fascino dell’America rurale del Profondo Sud.

Natchez Trace Parkway

Fonte: iStock

Veduta della Natchez Trace Parkway

La Scenic Byway 12

La Scenic Byway 12 è una celebre strada panoramica che attraversa lo spettacolare paesaggio dell’Utah meridionale. Questo tratto stradale di circa 122 miglia collega Torrey a Bryce Canyon National Park, passando per alcune delle più affascinanti aree naturali dello Stato dello Utah. Il percorso si snoda tra canyon scavati dall’erosione, foreste di pini e abeti, altopiani deserti e pittoresche cittadine storiche. Alcuni dei punti salienti della Scenic Byway 12 sono Capitol Reef National Park, con le sue imponenti formazioni rocciose rosse, e Grand Staircase-Escalante National Monument, caratterizzato da panorami mozzafiato su canyon e altopiani. Guidare lungo questa strada è considerato uno dei modi migliori per ammirare la bellezza  diversificata del sud dell’Utah, offrendo uno scorcio privilegiato su uno dei paesaggi più spettacolari degli Stati Uniti occidentali.

La Hana Highway

L’Hana Highway è una celebre strada panoramica situata nell’isola di Maui, nelle Hawaii. Questo tortuoso percorso di circa 100 chilometri collega la città costiera di Kahului con la pittoresca cittadina di Hana, attraversando una delle zone più remote e suggestive dell’isola. Il tratto stradale serpeggia tra foreste pluviali, cascate e spiagge incontaminate, offrendo ai viaggiatori uno spettacolo naturale mozzafiato. Lungo l’Hana Highway si incontrano inoltre numerose attrazioni, come i Pools of ‘Ohe’o, un insieme di piscine naturali alimentate da cascate, e Wailua Falls, una cascata alta oltre 80 metri. Il viaggio lungo l’Hana Highway richiede tempo e pazienza, ma percorrere questa strada è considerato uno dei must per i visitatori dell’isola di Maui, che hanno l’opportunità di ammirare i paesaggi più spettacolari e incontaminati dell’arcipelago.

Hana Highway

Fonte: iStock

La Hana Highway

La Route 50

La U.S. Route 50 attraversa il Nevada da est a ovest, tagliando in due l’immensa distesa desertica dello stato. Soprannominata “la strada più solitaria d’America”, questo tratto stradale di oltre 400 miglia attraversa paesaggi lunari, piccoli centri abitati abbandonati e vasti spazi quasi completamente disabitati. Il percorso sembra quasi interminabile, con pochi segnali di vita visibili all’orizzonte. Nonostante la sua apparente desolazione, la U.S. Route 50 offre un’esperienza di viaggio unica, permettendo di immergersi nella vastità e nella solitudine della desertica Great Basin. Percorrere questa strada è considerato quasi un rito di passaggio per gli amanti delle strade secondarie meno battute, che vogliono mettersi alla prova in un ambiente aspro e inospitale eppure affascinante.

L’Alaska Route 9

Infine, non possiamo dimenticare l’Alaska Route 9, un remoto percorso che attraversa paesaggi selvaggi dell’Alaska, regalando scorci unici sulla natura. Si tratta di una strada lunga 201 chilometri che collega Seward ad Anchorage e permette di scoprire luoghi bellissimi come la Kenai Peninsula, la Chugach National Forest, Turnagain Arm e le Kenai Mountains.

La Dinosaur Diamond Scenic Byway

Ed ecco una vera e propria chicca: stiamo parlando della Dinosaur Diamond Scenic Byway, una particolarissima strada panoramica di circa 512 miglia (823 km) che attraversa il nord-est dello Utah e il nord-ovest del Colorado. Questo itinerario circolare è uno dei migliori modi per esplorare una delle regioni più ricche di fossili di dinosauri negli Stati Uniti.

Il percorso, infatti, passa vicino a numerosi siti paleontologici importanti, tra cui il Dinosaur National Monument (un parco nazionale che ospita una famosa parete di ossa fossili di dinosauri), il Cleveland-Lloyd Dinosaur Quarry (un sito di scavo che ha restituito una delle maggiori concentrazioni di fossili di Allosaurus) e la Fruita Paleo Area (un’area protetta con numerosi ritrovamenti di fossili di dinosauri e altri animali preistorici).

Oltre ai siti paleontologici, la Dinosaur Diamond Scenic Byway attraversa paesaggi di incredibile bellezza naturalistica che regalano veri e propri scenari da cartolina, come canyon, fiumi selvaggi, foreste e altopiani deserti. Lungo il percorso ci sono musei e numerose opportunità per i viaggiatori di fare escursioni e attività all’aria aperta.

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Il Nord del Marocco in 5 tappe imperdibili

Pochi italiani, anzi pochissimi. I turisti dall’Italia preferiscono visitare il Marocco con destinazione Marrakech, vivendo un’esperienza nel deserto o con un tour delle città imperiali; ma a Nord ci vanno poco. Ed è un vero peccato, perché la zona settentrionale regala un Marocco inaspettato, vicino e forse ancora più facile, anche culturalmente. Ecco 5 tappe per scoprire il Nord, passando da Tangeri, Chefchaouen, Asilah, Tétouan, per concludere con la città spagnola di Melilla.

5 motivi per visitare il Nord del Marocco

  1. Comodità: il Nord del Marocco è una meta di viaggio vicina e comoda. Il volo diretto per Tangeri impiega meno di 3 ore da Milano e Roma.
  2. Varietà: dalle spiagge del Mediterraneo alle correnti oceaniche, passando per la montagna del Rif e toccando le Medine ricche di storia e cultura, il viaggio nel Nord del Marocco è completo e molto vario, capace di soddisfare ogni esigenza.
  3. Tempo: a seconda del tempo a disposizione si possono pensare itinerari differenti, più o meno lunghi e lenti. Si ha a disposizione un weekend lungo? È più che sufficiente per vedere Tangeri e dintorni!
  4. Autenticità e tradizione: nonostante sia una meta vicina, il Nord del Marocco è un vero e proprio viaggio immersivo in una cultura e tradizione diverse dalla nostra, in un paesaggio totalmente nuovo. L’atmosfera unica del Souk, il tradizionale rito dell’Hammam, un Tajine a tavola bastano ad avere la sensazione di aver staccato completamente.
  5. Facilità: il viaggio nella parte settentrionale del Marocco è abbastanza facile, adatto anche a viaggiatori ancora inesperti, a giovani esploratori o famiglie con bambini. Offre tutti i servizi di cui si ha bisogno, dal Wi-Fi ai trasporti, e si sta lavorando molto nel settore turistico e dell’accoglienza.

Tangeri, l’incontro tra Mediterraneo e Atlantico

Porta del Marocco settentrionale e dell’Africa per chi arriva dalla Spagna, Tangeri stupisce i visitatori per la sua vivacità e vivibilità, per la pulizia e il verde impeccabili, per quanto stia crescendo e investendo in termini di qualità della vita. Per vivere Tangeri in modo autentico, il consiglio è quello di perdersi nelle stradine della Medina (il centro antico), di lasciarsi andare alla contrattazione nel Souk, il mercato, con i suoi banchi di spezie, alimenti e abbigliamento tipico.

Tangeri si comprende davvero sorseggiando un the in piazza 9 aprile 1947, centro nevralgico della città, magari al bar dello storico Cinema Rif; o al tramonto in uno dei suoi giardini o nella panoramica place de France con la sua “terrazza dei pigri”, proprio perché qui ci si ferma a riposare e guardare la città vecchia dall’alto. Da Tangeri, merita una gita fuori porta a Cap Spartel (a 15 km), con il suo faro da cui osservare l’incontro tra Oceano Atlantico e Mar Mediterraneo. Poco lontano dal faro, sulla costa atlantica, la Grotta di Ercole è un vecchio granaio berbero dove, secondo la leggenda, si riposò Ercole dopo le sue dodici fatiche.

cap spartel, cartello

Fonte: AS

A Cap Spartel, Mediterraneo e Atlantico si incontrano

La città blu di Chefchaouen

Chefchaouen, Patrimonio UNESCO, è la cartolina indiscussa dal Marocco. La città blu arroccata sulla montagna del Rif è una tappa imperdibile per chi visita il Nord del Paese o per chi arriva in Marocco via mare o terra dalla Spagna. Ci si arriva da Tangeri (anche in bus) con un paio d’ore di strada e merita almeno due giorni di visita per poterne assaporare l’atmosfera e le sfumature. Oggi il turismo ha un grande impatto sulla vita di questa cittadina conosciuta in tutto il mondo; ma ancora nelle stradine della Medina e immersi nel Souk si ritrovano squarci della tradizione più autentica. Da non perdere un the nella piazza principale, dove si affacciano la moschea e la Kasbah. Ci sono diverse teorie che provano a spiegare il colore delle case. Intanto in pochi lo sanno, ma Chefchaouen  è blu da poco tempo, perché solo nei primi anni del 2000 l’intonaco si è dipinto di azzurro. Secondo alcuni è stata ripresa una tradizione ebraica; secondo altri il colore serviva ad allontanare gli insetti o a rendere le pareti bianche delle case meno accecanti e fastidiose alla vista. Per i più però il blu ha origini molto meno poetiche: è stata una trovata social, che con Instagram ha visto il successo di Chefchaouen nel mondo.

Un consiglio? Camminare e perdersi, provando a dimenticare per un po’ la voglia di foto e selfie, per godere davvero di ogni squarcio e panorama.

Chefchaouen, cosa vedere

Fonte: AS

Scorcio della Medina blu di Chefchaouen

Asilah: la perla dell’Atlantico

A 40 km circa da Tangeri, raggiungibile anche in treno, Asilah è considerata la perla dell’Atlantico ed è stata riscoperta turisticamente in questi ultimi anni. Non a caso, perché è davvero bellissima. La cittadina fortificata si affaccia su una spiaggia molto ampia e sono tre le porte di accesso alla Medina antica: la Porta del Mare, verso il porto; la Porta di Terra, verso la zona nuova; e la porta verso Nord. Le case del centro storico sono bianche e blu, decorate dagli artisti locali che hanno reso Asilah un museo a cielo aperto e che si ritrovano qui ogni anno in occasione dell’Asilah Art Festival. Le viuzze sono strette e animate giorno e sera con laboratori artigianali e bar, e si aprono di tanto in tanto in qualche piazzetta da cartolina. Fuori le mura, verso la città più nuova, ci sono diversi ristoranti con dehor.

Asilah, Marocco del nord

Fonte: AS

Medina di Asilah

Sempre nella parte esterna alle fortificazioni, la mattina è allestito un grande mercato locale e non turistico, con banchi alimentari, di abbigliamento e prodotti per la casa e la persona. L’influenza spagnola è evidente: oltre a Tajine e Cous Cous, si mangia comunemente paella, churros con cioccolata e si parla spagnolo praticamente ovunque. La spiaggia di Asilah si trova immediatamente sotto le mura, e qui troverete cavalli e carrozze addobbate per un giro nei dintorni o per raggiungere la zona nuova e la stazione.

squarcio di asilah

Fonte: AS

Le case di Asilah sono decorate e abbellite dagli artisti locali

Tétouan, la città bianca del Nord del Marocco

Tétouan si trova sulla costa mediterranea, a metà strada tra Tangeri e Chefchaouen. Nonostante sia una città piuttosto grande e con un porto vivace, la Medina della città bianca è senza tempo, Patrimonio UNESCO dal 1997, con il suo dedalo di vie strette, il Souk e le mura che la proteggono su tre lati. Sette le porte di ingresso, trentasei edifici sacri tra santuari e moschee, oltre ai musei che ne raccontano la storia e tradizione.

Tétouan

Fonte: AS

Tétouan, una delle 5 tappe imperdibili nel Nord del Marocco

Da dove iniziare? Con un the in piazza Mulay Mehdi, frequentatissima con bar e palme ombrose, o in  piazza Hassan II, su cui affaccia il Palazzo Reale, storica residenza del Sultano. Poco lontano da Tétouan, M’diq è una località balneare e per le vacanze, apprezzatissima da turisti marocchini e stranieri tutto l’anno.

Tétouan, cosa vedere

Fonte: AS

Scorcio della città bianca di Tétouan

L’Europa nel continente africano. Alla scoperta di Melilla

Sulla costa mediterranea del Marocco, Melilla è a tutti gli effetti Spagna. Con una posizione unica e con la sua fortificazione inespugnabile, questa enclave spagnola in Africa è un mix culturale, storico, architettonico e enogastronomico. L’incontro delle tradizioni spagnole, berbere, ebraiche e hindú la rende estremamente affascinante. La Melilla la Vieja, il centro storico, racconta proprio la sua storia di confine, accoglienza e tolleranza, da scoprire visitando i musei, le grotte e i tunnel voluti a difesa della città, ora aperti al pubblico. Ma non solo: in pochi lo sanno, ma Melilla é la seconda città spagnola con più edifici modernisti dopo Barcellona, grazie a l’eredità di un architetto catalano, Enrique Nieto, discepolo di Gaudí. E per la sua posizione sul mar Mediterraneo, qui si trovano spiagge di acqua cristallina, meta ideale per il relax tutto l’anno.

Melilla, spagna

Fonte: @Javier Ramírez

Melilla, l’enclave spagnola in Marocco

Info pratiche

Come arrivare per visitare il Nord del Marocco

È senz’altro Tangeri il punto di arrivo per visitare la regione Nord del Marocco, raggiungibile dall’Italia con voli diretti da Bergamo e Roma o via mare da Genova (con fermata a Bercellona) o dai porti di Gibilterra e Tarifa dalla costa spagnola. A parte la città di Melilla, per entrare in Marocco c’è bisogno del passaporto.

Quando andare in Marocco

Per un viaggio nel Nord del Marocco è bene evitare la stagione più calda, anche se la costa è sempre piuttosto ventilata. Il periodo migliore è quello di primavera e autunno, perché invece in inverno l’escursione termica è alta e la sera potrebbe essere freddino (oltretutto non tutte le strutture sono dotate di riscaldamento). Da evitare il mese del Ramadan, il mese di preghiera e digiuno, durante il quale molte attività sono chiuse e le persone meno operative e disponibili. Sarebbe inoltre molto imbarazzante bere, mangiare e fumare durante il giorno davanti a loro che non possono farlo.

The marocchino

Fonte: AS

Da non perdere: the alla menta in un Riad della Medina

Dove dormire nel Marocco del Nord

Il Marocco del Nord è attrezzatissimo per accogliere e ospitare i turisti con ogni esigenza e gusto. L’esperienza più immersiva e affascinante è certamente pernottare in un Riad nelle Medine, tra le stradine vecchie e il fermento del Souk. I Riad in tutte le cittadine sono restaurati, confortevoli e con tutti i servizi necessari. Per chi si sposta in treno o bus, può essere utile cercare base vicino alle stazioni. Per chi invece è rassicurato dalle catene internazionali, non ha che l’imbarazzo della scelta: soprattutto a Tangeri si trovano diverse soluzioni anche per i più pretenziosi, specialmente nella zona nuova della Marina e sul lungomare.

Enogastronomia e prodotti tipici

La zona settentrionale del Marocco è un vero e proprio mix di culture, con una spiccata influenza europea e spagnola. Sulla costa si mangia molto pesce, ma la carne è senz’altro l’alimento principale della cucina marocchina. Il Cous Cous è nei menù del venerdì (non fidatevi dei ristoranti che lo propongono sempre, potrebbero essere troppo turistici); mentre i Tajine prendono il nome dal piatto con coperchio conico su cui vengono serviti, e sono di pollo, carne, pesce o verdure. La cucina è molto saporita e speziata, ma non particolarmente piccante. Nel Nord del Marocco si trovano alcolici e vini locali. L’acqua è potabile, ma meglio bere quella in bottiglia.

Tajine del Marocco

Fonte: AS

Uno dei piatti tradizionali è il Tajine di carne

Nei banchi al mercato troverete molti prodotti sfusi, sia alimentari che per la cura del corpo: i datteri augurano fertilità; ottime idee regalo sono l’olio di Argan (verificate la qualità), il sapone nero per l’Hammam e il Kajal in polvere.

sapone nero hammam

Fonte: AS

Sapone nero per Hammam

Come spostarsi per visitare il Marocco del Nord

Per girare la regione, i bus arrivano praticamente ovunque e i treni raggiungono solo le destinazioni più grandi.  È possibile noleggiare un’auto per essere più autonomi e comodi negli spostamenti, e ultimamente sono tanti  i viaggiatori che visitano il Marocco in bicicletta, evitando i mesi più caldi. Per chi viaggia con mezzi propri: al porto i controllori doganali chiedono passaporto e libretto del mezzo per procedere a stampare un documento di “importazione temporanea del mezzo” per la durata di 6 mesi. Nulla di compromettente, ma guai a perdere il documento! Prima di spostarsi, informatevi prima sulla strada da fare e sulle sue condizioni (le strade N sono quelle nazionali e dovrebbero essere tutte confortevoli). Le autostrade sono comode e pressoché nuove, libere o economiche. Mille occhi per guardare ovunque ovviamente, specialmente nei pressi delle città più grandi, e ci si metterà un pochino a prendere le misure per la guida. Per parcheggiare, ci sarà sempre qualcuno disposto a dare un occhio all’auto in cambio di qualche moneta; mentre per chi viaggia in camper, nessun pericolo particolare ma non è consentito pernottare in libera.

costa atlantica Marocco

Fonte: AS

La costa atlantica di Cap Spartel
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Casinò di Montecarlo, cosa vedere e costi

Il Casinò di Montecarlo è uno fra i simboli più iconici del Principato di Monaco e, probabilmente, di tutta la Costa Azzurra.
Questo maestoso edificio, conosciuto per la sua eleganza senza tempo e la caratteristica atmosfera lussuosa, attrae visitatori da tutto il mondo.

La Storia e il fascino del Casinò di Montecarlo

Il Casinò di Montecarlo venne inaugurato nel 1863, progettato dall’architetto Charles Garnier, famoso per aver creato anche l’Opéra di Parigi. L’edificio è stato costruito in stile barocco, ricco di affreschi e dai dettagli unici, con un mix di elementi di Belle Époque e Neoclassico, per un ambiente elegante e raffinato.

Nel corso degli anni il casinò è diventato sinonimo di lusso in Europa e nel mondo, ospitando celebrità, nobili e diversi uomini d’affari, ma anche registi di numerosi film americani e non.

Il Casinò di Montecarlo non è solo un luogo per il gioco d’azzardo, ma anche un punto di riferimento culturale. Le sue sale decorate e le opere d’arte esposte al suo interno creano un’atmosfera unica che unisce allo stesso tempo intrattenimento e cultura. Visitare il Casinò di Montecarlo vuol dire fare un tuffo nella storia e nel glamour del passato.

Situato nel cuore di Montecarlo, il casinò offre una vista spettacolare sul Mediterraneo e sui giardini che circondano l’edificio. Il Casinò di Montecarlo è solo uno dei tanti monumenti che hanno reso la città di Monaco la migliore meta europea del 2024.

Il Casinò di Montecarlo: cosa c’è da sapere

L’edificio che ospita il Casinò di Montecarlo è caratterizzato dalla sua eleganza, dal lusso e dal design, interno ed esterno, che lo distinguono dai casinò più belli ed iconici del mondo, uno fra tanti il Casinò di Venezia.

Al suo interno sono presenti diverse sale da gioco con soffitti dipinti, colonne dorate e maestosi candelabri, che creano un’atmosfera unica per i visitatori.

Sono tre le sale principali: le Salon Rose, la Sala delle Rose, la più moderna, con una vista unica sul Mar Mediterraneo, la Salle Europe, la Sala dell’Europa, con i suoi affreschi storici e i dettagli in stucco, che rendono questa sala il cuore del casinò, o la Salle Blanche, una sala privata dalla vista spettacolare.

Orologio del Casinò di Montecarlo

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Orologio esterno all’ingresso del Casinò di Montecarlo

L’ingresso al Casinò di Montecarlo

Ci sono diverse opzioni per visitare il Casinò di Montecarlo.

Una di queste soluzioni è la visita guidata, della durata di circa 40 minuti, dell’edificio con audioguida, una visita in cui è possibile tentare la fortuna ai tavoli da gioco o, infine, un breve giro gratutio della struttura, ma con accesso limitato.

La visita con audioguida ha un prezzo di 18€ per gli adulti, per i ragazzi tra i 13 e i 17 anni di 12€ e 8€ per i bambini dai 6 ai 12 anni. Le visite, inoltre, sono ammesse dalle 10.00 del mattino alle 13.00.

Le regole che prevedono l’ingresso alle sale da gioco, dalle 14.00 alle 4.00 del mattino, sono molto ferree, soprattutto per quel che riguarda il dress code.

Infatti, per poter entrare nelle sale da gioco è necessario indossare un completo elegante e non sono pertanto ammessi jeans o bermuda, ad esempio, ma anche t-shirt, felpe e scarpe da ginnastica. L’ingresso è a discrezione della direzione e del personale del Casinò, che potrà ammettere o meno i giocatori all’interno.

Chiaramente questo vale per tutte le aree gioco, mentre per l’atrio principale ed il bar o, comunque, durante la visita guidata, l’abbigliamento è libero.

Per entrare al Casinò è necessario essere in possesso di un documento d’identità ed aver compiuto almeno 18 anni. L’ingresso per le sale da gioco ha un costo di 19€ e comprende un buono del valore di 10€, che potrà essere utilizzato presso il bar del Casinò o al tavolo o slot machine.

Tavolo da Roulette

Fonte: iStock

Tavolo verde da Roulette

Sebbene sia una delle attrazioni più popolari del Principato di Monaco, nessun cittadino monegasco può entrare o giocare al casinò, che sia o meno parte della famiglia reale.
Una legge approvata nel 1987, infatti, vieta l’ingresso ai cittadini per evitare che i croupier possano imbattersi nei membri della loro famiglia al tavolo e quindi favorire la vincita.

Come Arrivare al Casinò di Montecarlo

In Auto:

Il Casinò di Montecarlo è facilmente raggiungibile in auto da Nizza, seguendo l’autostrada A8 e prendendo l’uscita per Monaco.

Il casinò dispone di un parcheggio privato sotterraneo. In alternativa, è possibile utilizzare i numerosi parcheggi pubblici presenti nelle vicinanze.

In Treno:

La città di Monaco è ben collegata con la rete ferroviaria francese. È possibile raggiungere il Principato di Monaco, infatti, utilizzando i treni regionali TER da Nizza e Cannes. La stazione ferroviaria di Monaco-Montecarlo è situata a breve distanza dal casinò, raggiungibile con una piacevole passeggiata nella capitale, di circa 15 minuti.

In Aereo:

L’aeroporto più vicino è l’Aeroporto di Nizza-Costa Azzurra, situato a circa 30 km da Monaco. Dall’aeroporto è possibile prendere un taxi, un servizio navetta o un treno diretto a Monaco.

Per tutti coloro che sono alla ricerca di un’esperienza indimenticabile nel Principato, esistono servizi di elicottero privato che collegano l’aeroporto con la città di Monaco. Un viaggio unico, che dà la possibilità ai passeggeri di godere una vista unica, e da una posizione privilegiata, della Costa Azzurra.

Perché vale la pena visitare il Casinò di Montecarlo?

Il Casinò di Montecarlo è molto più di un semplice luogo per il gioco d’azzardo.

Sono molti i motivi per cui vale la pena visitare questo iconico edificio della Costa Azzurra e del Principato di Monaco. Fra tutti la cultura e la storia che contraddistinguono questo edificio ottocentesco, che danno al visitatore la possibilità di catapultarsi nel passato, tra architettura e design unici. Oltre che la possibilità di vivere un’esperienza unica e di lusso, in una posizione iconica.

Oltre ad una vasta gamma di tipologie di gioco, il Casinò ospita regolarmente una serie di eventi esclusivi e spettacoli di gala, occasioni uniche per immergersi nell’atmosfera glamour della città monegasca.

Il Casinò di Montecarlo è un’icona di lusso, storia e cultura che merita una visita, sia che siate appassionati di gioco, amanti dell’architettura o semplicemente curiosi di vivere un’esperienza unica.

E oltre a questa icona, Monaco ha molto altro da offrire. Proprio per questo è importante pianificare il viaggio con cura, per visitare la capitale del Principato di Monaco e tutti i suoi segreti. Buon viaggio e buona fortuna!

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Scottsdale, l’oasi glamour nel deserto dell’Arizona

Nel bel mezzo del deserto dell’Arizona sorge una delle città più cool e di tendenza degli Stati Uniti: Scottsdale. Lo è diventata soprattutto da quando molti sportivi e celeb (Rihanna ha comprato casa dopo avervi trascorso la luna di miele ed essersene innamorata) hanno deciso di lasciare la patinata California per trasferirsi a vivere in uno dei luoghi più rilassanti, meno affollati e con il maggior numero di giornate soleggiate (ben 330 l’anno) degli USA.

Circondata dal deserto di Sonora, con un’infinita varietà di cactus (tra cui il gigantesco saguaro, che cresce solo qui e che può raggiungere anche i 15 metri d’altezza, e il famoso “cuscino della suocera”), agave, aloe e tante altre specie autoctone, e dalle riserve indiane, Scottsdale offre tantissime opportunità di divertimento, dai numerosi campi da golf agli spa resort, ma è anche un importante centro artistico-culturale e della vita notturna.

Scottsdale, l’ex Old Wild West

La Old Town, dove resistono alcuni storici edifici di legno con le insegne in stile western, i portici di legno, la chiesa costruita dai messicani e gli ingressi dei saloon lungo la Main Street, è il quartiere più caratteristico di Scottsdale, con locali, ristoranti, negozi di artigianato che vendono manufatti realizzati dai nativi americani nel Native Art Market, di capi in pelle e boots lavorati e di souvenir. È qui che si respira ancora l’atmosfera del vecchio West dove diverse culture, quelle degli yankee, dei nativi americani e dei messicani di confine, si sono fuse per creare la modernissima città che è oggi Scottsdale. Ma è anche il quartiere dove sono sorte gallerie d’arte e atelier di arredamento e di design.

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Fonte: 123RF

Nella Old Town di Scottsdale, Arizona

Ed è proprio quest’ultimo l’aspetto che più colpisce di Scottsdale. In poco più di cent’anni, questa città è passata dalle piantagioni di cotone con il pony express che portava la posta a cavallo – e che viene ricordato ogni anno con un acclamatissimo evento, l’Hashknife Pony Express, che attraversa i territori Navajo – alle installazioni di public art (la più famosa delle quali è il Soleri Bridge) e i murales sparsi per tutta la città e ai numerosi musei tra cui quello di arte contemporanea SMoCA, ricavato in un vecchio cinema, il Museum of the West e quello dei nativi americani Heard, fondamentali da visitare per capire l’evoluzione di questa città e di tutta questa parte d’America.

Design e architettura a Scottsdale

Design e architettura fanno parte del tessuto sociale di Scottsdale da sempre. Negli Anni ’20 del 900 venne chiamato per realizzare un grande progetto uno dei più importanti architetti americani dell’epoca, Frank Lloyd Wright. Famoso per aver sviluppato la teoria dell’architettura organica, in cui gli edifici realizzati sono un tutt’uno con l’ambiente che li circonda, è stato un pioniere della moderna bioarchitettura. In Arizona trovò l’ambiente ideale in cui esprimersi tanto da restarci fino alla fine dei suoi giorni. La più rappresentativa di tutte le opere realizzate da Lloyd Wright qui è la sua casa-museo che si trova appena fuori Scottsdale, Taliesind West, iscritta nella lista dei patrimoni Unesco. Negli Anni ’30, fu un laboratorio artistico che ospitava la comunità di quello che oggi è considerato una tra le figure più influenti nella storia dell’architettura contemporanea. Tra le sue opere più celebri c’è il museo Guggenheim di New York City.

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Fonte: @Jill Richards – Experience Scottsdale

La casa museo di Frank Lloyd Wright, Taliesin West appena fuori Scottsdale

Ma di arte e design è pieno ogni angolo della città. Oltre alle numerose gallerie d’arte in centro, ci sono installazioni artistiche di public art per le strade e diversi hub che ospitano laboratori e atelier, come Cosanti Original, il laboratorio artistico fondato dall’architetto italo-americano Paolo Soleri che ancora oggi realizza le famose campane del vento fatte di ceramica e bronzo. L’edificio fatto di cemento armato, con spazi aperti e cunicoli, merita una visita. Soleri è famoso per aver fondato negli Anni ‘70, nel bel mezzo del deserto, a una settantina di chilometri da Phoenix, Arcosanti, una cittadina che è un importante esempio di “arcologia”, un sistema urbano incredibilmente all’avanguardia che unisce architettura ed ecologia dove viveva (e ancora oggi vive) una comunità. Un posto pazzesco che merita una gita in giornata da Scottsdale.

Un altro centro artistico molto interessante, che forse neppure gli abitanti di Scottsdale conoscono, è il Cattle Track Art Compound, un grosso complesso che comprende diversi edifici a cinque minuti dal centro che, fin dagli Anni ’30, ospita laboratori artistici e, talvolta, anche gli artisti stessi. Qui convivono artigiani, pittori, musicisti, attori, ballerini, scrittori, fotografi e persino fabbri. Ogni sorta di espressione artistica, insomma, e lo si può visitare dietro appuntamento, mentre sono aperte a tutti le mostre temporanee e gli eventi serali a suon di musica.

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Fonte: @Cloth & Flame Winona Grey

Cosanti, la casa museo di Paolo Soleri a Scottsdale

Divertimenti a Scottsdale

Scottsdale è stata eletta miglior destinazione dove festeggiare l’addio al nubilato. Ogni weekend, orde di ragazze si danno appuntamento negli hotel, a bordo piscina e nei saloon storici della Old Town per fare festa prima di convolare a nozze. Ma non solo: ogni anno a primavera nei tanti stadi dislocati in tutta la città si allenano le squadre di baseball nazionali per lo Spring Training, l’allenamento di primavera, che attira milioni di americani che vengono ad assistere agli incontri, spesso gratuiti o a prezzi popolari, prima dell’inizio della stagione della Major League. Ogni squadra ha il proprio stadio.

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Fonte: @Hotel Valley Ho

Scottsdale, regina dell’addio al nubilato

Per la varietà dell’offerta gastronomica, Scottsdale è la perfetta foodie destination. Ci sono steak house ovviamente ma anche tanti locali gourmet, ottimi ristoranti vegetariani, eleganti bistrot dove provare i tanti modi di servire tacos e un numero infinito di wine tasting dove provare l’ottimo vino che viene prodotto proprio in alcune zone dell’Arizona.

Non mancano opportunità per fare shopping, di capi tradizionali stile Western, dagli stivali a punta decorati ai cappelli da cowboy personalizzati con piume, perline e chi più ne ha più ne metta, ma anche negozi di stilisti locali. Gli indirizzi migliori sono sulla Fifth Avenue e su Fashion Square nella Old Town e Kierland Commons e Scottsdale Quarter a una ventina di minuti di auto dal centro.

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Fonte: 123RF

Le insegne stroriche nella Old Town di Scottsdale

Il deserto di Sonora

È uno dei deserti più estesi del Nord America (circa 311mila km quadrati) e si trova a cavallo tra l’Arizona, la California e lo Stato messicano di Sonora. È anche uno dei luoghi più caldi degli Stati Uniti, ma non per questo nel deserto non c’è nulla, al contrario. Qui crescono alcune specie endemiche come i cactus più alti, i saguaro, che possono raggiungere altezze anche oltre i dieci metri, il cosiddetto “cactus a canne d’ organo” con spine nere pericolosissime e altre specie vegetali particolarmente resistenti alle alte temperature e alla siccità.

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Fonte: @Four Seasons Resort Scottsdale

Osservare le stelle nel deserto dell’Arizona

Nel deserto di Sonora non piove quasi mai tranne due mesi all’anno – luglio e agosto – quando si può assistere a fitti acquazzoni che fanno fiorire subito tutte le piante trasformandolo in un posto meraviglioso. Qui vivono tantissime specie animali, dalla lince alla tartaruga al giaguaro per non pelare poi delle circa 350 specie di uccelli, cento di rettili e mille di insetti. da Scottsdale il punto più vicino del deserto è il Pinnacle Peak Park, più di 600mila metri quadrati di parco attraversato da sentieri dove fare trekking, andare a cavallo, in mountain bike e che culminano su una collina di circa 400 metri sulla quale ci si può anche arrampicare da cui si può ammirare gran parte di questo meraviglioso deserto dove ci si aspetta di vedere passare un cowboy a cavallo da un momento all’altro.

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Fonte: @Jake DeBruyckere

Il Desert Botanical Garden a Scottsdale

Tante le attività che vengono organizzate nel deserto, dalle escursioni alle lezioni di yoga e meditazione all’osservazione delle stelle quando cala la sera per ammirare uno dei cieli più belli che mai.

Se il deserto di Sonora è meraviglioso visto dal basso, lo è ancor più se lo si ammira dall’alto di una mongolfiera che vola a 1500 metri d’altezza. Provare l’esperienza di volare in modo lento e silenzioso godendosi la bellezza di questo luogo all’alba o al calar del sole è davvero incredibile.  Chi non ha voglia di stancarsi troppo o di indossare le scarpette da trekking, può comunque avere un assaggio della natura del deserto dell’Arizona visitando il Desert Botanical Garden, un enorme giardino nato oltre ottant’anni fa tra Scottsdale e Phoenix dove crescono 50mila specie di piante che si possono scoprire percorrendo diversi sentieri tematici.

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Fonte: @ESPN

Sul deserto di Sonora a bordo di una mongolfiera

Come arrivare e muoversi a Scottsdale

Non ci sono voli diretti per Scottsdale. Dall’Italia bisogna fare almeno uno scalo in una città degli Stati Uniti come New York, Washington o Atlanta. L’aeroporto internazionale più vicino è quello di Phoenix Sky Harbor che dista solo mezz’ora dalla città. Una volta giunti in città, si può noleggiare un’auto oppure appoggiarsi a Uber che funziona benissimo e arriva ovunque, anche in mezzo al deserto.

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Casa Casuarina, Miami: come visitare la reggia di Versace

Da casa dei sogni a scena di un omicidio, fino a diventare uno degli hotel più belli al mondo. Casa Casuarina, conosciuta come la villa di Versace o ‘Versace Mansion’, come la chiamano a South Beach, Miami, è un luogo visitato ogni anno non solo da turisti facoltosi, ma anche da curiosi e appassionati di arte e moda. L’hotel di lusso, vinto all’asta dal Victor Hotel Group nel 2013, vanta 10 suites e un ristorante italiano chiamato Gianni’s, allestito con cura nell’ex sala da pranzo dello stilista.

Come visitare la famosa reggia di Versace e provare sulla propria pelle quella esperienza di lusso che celebrità quali Jon Bon Jovi, Elton John, Oliver Stone e Madonna hanno vissuto varcando una delle dimore più famose al mondo? In questo articolo spieghiamo ogni cosa: dalla storia della villa a come visitarla durante un viaggio in quest’area glamour degli Stati Uniti.

La storia di Casa Casuarina, la villa di Gianni Versace

Dal gusto eccentrico e stravagante, Gianni Versace acquistò la villa al 1116 di Ocean Drive nel 1992. Con estro creativo e in linea con il suo stile, Versace trasformò quello che inizialmente era un complesso residenziale composto da 24 appartamenti in una reggia di tre piani con suite vista mare e stanze curate in ogni dettaglio. Una curiosità? Le camere da letto sono state arredate con letti talmente grandi da aver bisogno di lenzuola su misura! Per la realizzazione della piscina, caratterizzata da piastrelle in oro 24 carati, del rigoglioso giardino, ricco di statue, mosaici e arredi outdoor, e di una parte della casa, invece, acquistò l’adiacente Art Deco del Revere Hotel.

La villa, squisitamente barocca, è stata creata seguendo lo stile mediterraneo d’ispirazione italiana, mentre la piscina è circondata da palme, un richiamo a Miami e alla città che divenne la sua seconda e ultima casa. Ultima perché fu proprio qui, nel 1997, che Gianni Versace venne assassinato di fronte al cancello della sua dimora, in circostanze mai del tutto chiarite, per mano di Andrew Cunanan. Tutto intorno alla Casa Casuarina si incontrano tantissimi edifici costruiti nella stessa epoca secondo il gusto dominante, detto Streamline Moderne, e ispirato alle macchine più moderne e all’aerodinamica.

Come visitare la villa di Versace

Tra opere d’arte particolari, selezionate con particolare attenzione, e abbondanti richiami alla medusa, logo del marchio Versace, Casa Casuarina affascina i visitatori con la sua eleganza e il lusso sprigionato da ogni angolo. Ma come poterla ammirare dal vivo? Le opzioni sono tre: prenotare un tavolo nel ristorante Gianni’s, soggiornare in una delle meravigliose suite o prenotare un tour speciale della villa.

Il boutique hotel vanta 10 suite e garantiscono un’esperienza unica nel suo genere. La stanza più prestigiosa è sicuramente l’ex camera da letto di Gianni Versace, con le pareti affrescate, un letto double king-size e due balconi affacciati sulla Ocean Drive. Le tariffe? Si parte dagli 800 dollari in su a notte!

Il ristorante, invece, propone piatti ispirati alla cucina mediterranea in un’atmosfera raffinata tra mosaici e scalinate in ferro battuto finemente decorate. L’executive chef di Gianni’s è Valter Mancini che, impiegando il 95% di ingredienti provenienti da fornitori italiani, offre un’esperienza gastronomica di alto livello in uno scenario di pura bellezza.

Casa Casuarina è un patrimonio tutelato dalla Miami Design Preservation League, grazie alla quale è possibile partecipare anche a tour guidati.

La villa sul piccolo schermo

Per chi fosse interessato ad ammirare gli interni della Mansion Versace, ma non ha in programma un viaggio a Miami, può farlo seduto comodamente dal proprio divano. Casa Casuarina, infatti, è stata impiegata come location nella serie tv American Crime Story per raccontare la storia dell’assassinio di Gianni Versace. La produzione, firmata da Ryan Murphy, ha potuto utilizzare gli spazi della villa per girare i 9 episodi della serie dove compare un cast stellare composto da Penelope Cruz nei panni di Donatella Versace ed Édgar Ramírez in quelli di Gianni Versace. Non l’avete ancora vista? Da recuperare subito!

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Il Museo Oceanografico di Monaco: un gioiello marittimo del Mediterraneo

Nel cuore del Principato di Monaco è situato il Museo Oceanografico di Monaco, una destinazione imperdibile per gli amanti del mare e della natura.

Il Museo fu fondato nel 1889 dal Principe Alberto I di Monaco ed è conosciuto a livello mondiale non solo per le sue collezioni marine e per le attività, ma anche per l’impegno della fondazione nella conservazione degli oceani.

Questo articolo vi guiderà attraverso le meraviglie del museo, offrendo informazioni dettagliate su come arrivarci, i costi dei biglietti, orari di apertura e consigli utili per una visita indimenticabile.

Storia del Museo

Il Museo Oceanografico di Monaco nasce come un centro di conservazione e di studi con laboratori, collezioni e acquari della flora e della fauna selvatica dei fondali marini del Mediterraneo, dalla biologia marina alla tecnologia subacquea. Non è quindi, solamente, una sola attrazione turistica, ma un vero e proprio istituto scientifico, che si pone l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico verso l’oceano.

La struttura, grazie alla sua posizione, offre una vista spettacolare sul Mediterraneo, rendendo la visita un’esperienza unica per i visitatori.

Come arrivare al Museo Oceanografico di Monaco

In Auto:

La città di Monaco, da poco riconosciuta come la migliore meta europea del 2024, è facilmente raggiungibile in auto dall’Italia.
Il Principato dista circa 30 minuti da Nizza, percorrendo l’autostrada A8. Dall’uscita Monaco bisogna seguire le indicazioni per il centro città. Il Museo dispone di un parcheggio nelle vicinanze, che durante l’alta stagione potrebbe essere affollato. Si consiglia di utilizzare i parcheggi pubblici, come Parking des Pêcheurs o Parking de la Digue, distanti pochi minuti a piedi.

In Treno:

La città di Monaco è ben collegata con la rete ferroviaria francese. I treni TER, i treni regionali francesi, partono regolarmente da Nizza e Cannes e impiegano, rispettivamente, 30 minuti e un’ora circa.

Una volta giunti alla stazione di Monaco-Monte Carlo, il museo è facilmente raggiungibile a piedi in circa 20 minuti. In città ci sono a disposizione i bus locali per una salita meno faticosa.

In Bus:

Da Nizza, è possibile arrivare a Monaco Città utilizzando le linee 602 e 607, per un viaggio della durata di circa 50 minuti.

In Aereo:

L’aeroporto più vicino è l’Aeroporto di Nizza-Costa Azzurra, a circa 30 km da Monaco. Dall’aeroporto di Monaco è possibile raggiungere la città tramite un taxi, un servizio navetta o treno diretto a Monaco. Per chi è alla ricerca di un’esperienza unica ed indimenticabile nel Principato di Monaco, è possibile usufruire del servizio di elicottero, che collega l’aeroporto con la città di Monaco, offrendo una vista mozzafiato della Costa Azzurra.

Ingresso al Museo Oceanografico

Fonte: iStock

Ingresso del Museo Oceanografico di Monaco

Quanto costa il biglietto del Museo Oceanografico di Monaco?

Per l’ingresso al Museo Oceanografico di Monaco è necessario essere in possesso del biglietto, acquistabile anche online sul sito ufficiale del Museo.

Prezzi dei biglietti

  • Adulto (dai 18 anni in su): 19€
  • Studente (tessera valida da presentare alla biglietteria): 12€
  • Bambino: (dai 4 ai 17 anni inclusi): 12€
  • Bambino sotto i 4 anni: gratuito
  • Persona con disabilità: 9€ Gli accompagnatori entrano gratis. È sufficiente presentarsi alla biglietteria.

Il biglietto dà diritto all’accesso a tutte le aree: acquari, museo, collezioni, Odissea delle tartarughe (sezione all’aperto) e mostre permanenti e temporanee

Acquistare i biglietti online è altamente consigliato, specialmente durante l’alta stagione. Questo permetterà di evitare lunghe attese e di iniziare subito la visita del Museo.

Orari di ingresso

Il Museo Oceanografico di Monaco è aperto tutto l’anno, con orari che variano a seconda della stagione. Il periodo che va da Ottobre a Marzo dalle 10.00 alle 18.00, da Aprile a Giugno dalle 10.00 alle 19.00, Luglio e Agosto dalle 9.30 alle 20.00 e Settembre dalle 10.00 alle 19.00

Cosa vedere all’interno del Museo

In circa due ore i visitatori avranno la possibilità di interagire con il mondo marino e le specie maestose che lo popolano all’interno del Museo Oceanografico di Monaco.

Si tratta di un’immersione totale nel mondo degli oceani nel cuore della Rocca di Monaco, dove sono previste anche numerose attività a tema marino per completare la visita con stile!

Ecco cosa è possibile vedere all’interno del Museo Oceanografico di Monaco.

Acquari

Al suo interno il Museo ospita uno dei più grandi e maestosi acquari d’Europa, con oltre 6000 specie marine. Le vasche tematiche danno la possibilità di osservare diversi ecosistemi marini, come quello Mediterraneo o dei Tropici.

Sono stati ricreati quattro ecosistemi al suo interno:

  • La laguna degli squali
    Una piscina panoramica che permette ai visitatori di trovarsi faccia a faccia con questi maestosi esemplari di squalo. Si tratta di una piscina alta 6 metri, con pareti di vetro che permettono di ammirare al suo interno, oltre agli squali, ha varie specie di animali tra cui tartarughe marine, razze e addirittura la barriera corallina.
  • Il bacino del Mediterraneo
    Il Grande Blu, il Mar Mediterraneo. In questa parte del Museo sono stati ricreati i tesori del Mediterraneo, per far vivere l’esperienza al visitatore in modo educativo e divertente. È possibile osservare centinaia specie diverse di pesci ed invertebrati.
    Polpi, cicale di mare, granchi, pesce cinghiale, cavallucci marini e tante altre specie.
  • Il Mare Tropicale
    In questa sezione è stato ricreato l’ecosistema adatto a coralli ed animali marini, alghe e barriere coralline tipiche del mare tropicale, che rendono questa parte del mondo uno degli ecosistemi più colorati e attivi.Sono presenti pesci colorati che grazie ai loro colori e forme, creano uno spettacolo mozzafiato per tutti, adulti e bambini.
    Fondale marino Tropicale

    Fonte: iStock

    Fondale marino con barriera corallina e pesci tropicali

     

  • L’odissea delle Tartarughe Marine
    Nel Museo Oceanografico di Monaco è possibile raggiungere la piscina all’aperto: la Turtle Odyssey.In questo spazio si possono ammirare le tartarughe marine soccorse dal CMSEM, il Centro Monegasco per la cura delle specie marine, che si occupa, appunto, della salvaguardia delle specie marine a rischio estinzione.Il Museo Oceanografico di Monaco offre anche altre diverse aree tematiche, che rendono la visita dell’Istituto un’esperienza ricca e variegata.

Tre aree tematiche all’interno del Museo

La prima area è denominata “Monaco e l’Oceano” ed è dedicata alla connessione tra la città di Montecarlo e l’oceano. In quest’area, attraverso mostre interattive ed installazioni multimediali, è possibile conoscere l’impegno che la famiglia Reale di Monaco ha sostenuto per la salvaguardia dell’ambiente marino.

La seconda area è “Oceanomania”, creata dall’artista Mark Dion. Si tratta di una collezione di oggetti rari e curiosità legati all’esplorazione marina. Ci sono reperti storici, modelli di animali marini e diversi manufatti, tutti oggetti di fondamentale importanza per la rappresentazione della biodiversità oceanica.

Infine, non solo per i più piccoli, è presente l’area interattiva “Immersione” che simula una vera e propria immersione nella Grande Barriera Corallina. I visitatori, grazie all’utilizzo della tecnologia, possono esplorare l’ecosistema corallino, vivendo un’esperienza coinvolgente.

Il Museo Oceanografico di Monaco è una tappa obbligatoria per chiunque decida di organizzare un viaggio alla scoperta della Capitale del Principato di Monaco. Grazie alla combinazione di bellezza naturale, storia affascinante e impegno per la conservazione marina, il museo offre un’esperienza unica ed indimenticabile, per grandi e bambini. Pianificare la visita con cura è fondamentale per godersi un viaggio all’interno del mondo marino e scoprire di più sulle fantastiche specie che lo popolano.

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Le spiagge più belle e famose tra Campania e Lazio

Le regioni del Lazio e della Campania vantano alcune delle più affascinanti spiagge d’Italia, invitando i visitatori a immergersi in un paradiso di sabbia dorata, acque cristalline e paesaggi mozzafiato. Queste destinazioni costiere offrono una combinazione perfetta di relax, divertimento e bellezze naturali, rendendole mete ideali per le vacanze estive.

Che tu sia un turista in cerca di una vacanza rilassante o un avventuriero desideroso di esplorare nuovi luoghi, le spiagge tra Lazio e Campania hanno qualcosa da offrire a tutti. Gaeta, Formia, Sabaudia, Baia Domizia, San Felice Circeo e Sperlonga sono solo alcune delle destinazioni che fanno di questa regione un vero paradiso per gli amanti del mare. Ogni spiaggia ha il suo fascino unico, che va dalla sabbia dorata alle acque incontaminate, dalle dune sabbiose alle grotte marine. Inoltre, queste località offrono un’ampia scelta di attività, dalla tintarella al relax, dagli sport acquatici all’esplorazione della natura circostante.

La costa di Gaeta

Situata nel Lazio, Gaeta è celebre per la sua costa spettacolare e le acque cristalline. La spiaggia di Serapo è la più rinomata, con la sua ampia distesa di sabbia fine e dorata, ideale per prendere il sole e fare lunghe passeggiate. I visitatori possono anche esplorare la splendida cittadina di Gaeta, con la sua storia millenaria e i tesori architettonici.

La cittadina di Gaeta si trova lungo la litoranea Via Flacca e ha altre spiagge rinomate: San Vito, Arenauta, Ariana, Quaranta Remi, Sant’Agostino. In questi lidi è approdato l’eroe greco Enea che qui ha sepolto la sua nutrice Caieta la quale, secondo la leggenda, ha dato il nome alla città.

Spiaggia di Serapo a Gaeta

Fonte: iStock

La spiaggia di Serapo a Gaeta

La spiaggia a Formia

Situata sul lato settentrionale del Golfo di Gaeta, Formia è un vivace ed elegante centro balneare. Altro gioiello costiero del Lazio, Formia vanta infatti diverse spiagge incantevoli. La leggenda narra che qui fece tappa Ulisse durante il suo interminabile viaggio. E qui, ai tempi dei Romani veniva a riposarsi Cicerone, che costruì per la sua famiglia una grande villa vicino al mare.

La spiaggia di Vindicio è una delle più popolari e offre un’ampia gamma di servizi e un mare limpido e incontaminato. Gli amanti dello snorkeling e del diving apprezzeranno le acque ricche di vita marina. Formia è anche famosa per la sua ricca storia romana e medievale, che si può scoprire visitando il suggestivo centro storico.

La bellissima Sabaudia

Nel bellissimo Parco Nazionale del Circeo, nel Lazio, sorge la splendida Sabaudia. Sabaudia, le cui acque hanno ricevuto la Bandiera Blu, è situata nel cuore dell’Agro Pontino, a 90 chilometri da Roma e 25 da Latina. Il territorio pianeggiante è caratterizzato dal litorale di dune sabbiose, da zone a foresta e da quattro laghi costieri. Questa zona è diventata di moda grazie al “rumore” fatto dai molti vip che ogni estate affollano le sue belle spiagge. Il nome “Sabaudia” è elogiativo e rievocativo dell’antica casa reale italiana. La sua meravigliosa spiaggia, caratterizzata da dune di sabbia e pinete, offre un’esperienza unica a contatto con la natura. I visitatori possono godersi il sole, fare lunghe passeggiate sulla spiaggia e ammirare lo spettacolo del tramonto sul mare.

Spiaggia di Sabaudia

Fonte: iStock

La spiaggia di Sabaudia

La spiaggia di Baia Domizia

Spostandoci in Campania, troviamo la rinomata Baia Domizia, una località turistica balneare al confine con il Lazio che affascina per la sua sabbia fine e le acque cristalline. Il suo nome deriva dalla sua posizione geografica che si trova al centro della baia del Golfo di Gaeta e sul litorale Domizio. Qui, i turisti possono rilassarsi al sole, partecipare a sport acquatici emozionanti o semplicemente godersi una tranquilla passeggiata lungo la costa. Baia Domizia offre anche una vasta gamma di strutture ricettive e di svago, rendendola una meta ideale per le famiglie.

San Felice Circeo

San Felice Circeo è una perla nascosta della costa laziale che merita di essere scoperta: nonostante sia una zona molto elitaria, è anche una delle località più attraenti del litorale Pontino. La sua spiaggia sabbiosa, bagnata da un mare incantevole e frequentata prevalentemente da romani, è ideale per trascorrere giornate di relax e godersi il panorama mozzafiato. Questa località offre anche numerose opportunità per esplorare la natura circostante, come le grotte marine e il promontorio del Circeo, con i suoi sentieri panoramici. Inoltre, San Felice Circeo ha una storia antichissima che inizia con gli uomini di Neanderthal, tutta da scoprire dedicandosi a escursioni nei dintorni.

San Felice Circeo

Fonte: iStock

La costa di San Felice Circeo

Sperlonga

Infine, non si può parlare delle spiagge più famose tra Lazio e Campania senza menzionare Sperlonga. Sperlonga, paese arroccato sulla lingua di terra tra Terracina e Gaeta, deve il suo nome alle sue grotte naturali (speluncae) che si aprono lungo la sua costa. Sperlonga ha ricevuto la Bandiera Blu della Fee, simbolo di alta qualità delle acque e dei servizi ai turisti. Il paese, infatti, conserva intatto il suo nucleo originario dal sapore mediterraneo: questo affascinante comune costiero vanta una delle spiagge più belle dell’intera regione.

Sperlonga

Fonte: iStock

Veduta di Sperlonga

La spiaggia di Sperlonga è celebre per la sua sabbia bianca e fine, le acque cristalline e le grotte marine che si aprono sul mare. Sperlonga è anche nota per il suo centro storico pittoresco, che offre un’atmosfera suggestiva e un’ampia scelta di ristoranti e negozi.

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grotte Idee di Viaggio parchi naturali Puglia Salento vacanza natura Viaggi

Salento: alla scoperta del Parco naturale di Porto Selvaggio

Nel cuore del Salento, il Parco naturale regionale di Porto Selvaggio e Palude del Capitano è un’oasi di natura incontaminata: 7 km di costa selvaggia, roccia a strapiombo sul mare cristallino, sentieri più o meno tortuosi, torri di guardia e grotte carsiche assolutamente da non perdere.

Vi presentiamo il Parco

Il Parco naturale regionale di Porto Selvaggio e Palude del Capitano si estende per un’area di 1.122 ettari, dei quali 432 di costa e 300 occupati da pineta grazie a un’importante opera di rimboschimento del Corpo Forestale negli anni Cinquanta. Questa vasta distesa di pini d’Aleppo rappresenta un vero polmone verde per l’intera zona, che si estende tra la località di Santa Caterina, frazione del Comune di Nardò, e la località di Torre Inserraglio. L’area già dal 1980 è un Parco naturale istituito dalla Regione Puglia.

Cosa vedere nel Parco naturale di Porto Selvaggio

L’interno del parco è tutto da esplorare, a seconda del tempo a disposizione, degli interessi e della voglia di camminare per sentieri (non sempre facilissimi).

Spiaggia di Porto Selvaggio

La spiaggia principale del parco è un vero paradiso. Situata in una baia incastonata tra alte scogliere e pinete ombrose, la spiaggia di Porto Selvaggio è caratterizzata da ciottoli levigati e acque trasparenti basse. Per i tuffi dagli scogli, invece, il consiglio è quello di allontanarsi un pochino dalla baia e cercare angoli più profondi. Un bagno in queste acque regala un’esperienza rinfrescante, mentre la bellezza naturale circostante offre un perfetto sfondo per rilassarsi e godersi il sole.

La Baia di Uluzzo

Caratterizzata da alte scogliere e acque cristalline, la Baia di Uluzzo offre uno scenario mozzafiato che attrae sia gli amanti del mare che gli appassionati di escursioni. È probabilmente il punto più suggestivo del parco, ma anche quello più difficile da raggiungere, seguendo i sentieri escursionistici del parco, abbastanza impervi e scoscesi. La Baia di Uluzzo ospita diverse grotte come la Grotta di Uluzzo, Grotta Cosma e Grotta del Cavallo, famosissima per i reperti che testimoniano circa 120mila anni di storia.

Grotta del Cavallo

Merita un cenno a sé la Grotta del Cavallo, una delle grotte più famose del parco,  nota per i suoi importanti reperti archeologici. Gli scavi hanno rivelato tracce di insediamenti umani risalenti al Paleolitico, rendendola un luogo di grande interesse storico e culturale. L’accesso alla grotta richiede una breve escursione attraverso i sentieri del parco, ma la fatica sarà ricompensata dalla visita a un luogo davvero unico. Un paio di curiosità sulla grotta: il nome deriva da un masso sull’estremità che ricorda la testa di un cavallo; e poi secondo alcune leggende locali, la Grotta del Cavallo sarebbe stata abitata da creature mitiche.

Serra Cicoria

Un po’ più a nord rispetto a Torre Uluzzo, anche Serra Cicoria è un sito archeologico di notevole interesse, dove sono state ritrovate numerose testimonianze come vasi di terracotta e strumenti tipici del Neolitico.

Le Torri del Parco di Porto Selvaggio

Come in diverse località della costa ionica, il parco ospita diverse torri di avvistamento. Torre dell’Alto e Torre Uluzzo sono state costruite nel Cinquecento con la funzione di controllare e difendere la costa. Torre dell’Alto è senz’altro una delle torri costiere più scenografiche e pittoresche della costa. Situata su un promontorio roccioso, domina il paesaggio del parco e offre una vista panoramica mozzafiato sul mare. È il luogo ideale per ammirare il tramonto.

Palude del Capitano

Questa area umida è una zona protetta e il luogo perfetto per chi ama il birdwatching o chi desidera esplorare un ambiente naturale unico. Passeggiando lungo i sentieri che attraversano la palude, si possono osservare numerose specie di uccelli e piante acquatiche. E l’origine del nome? Probabilmente è dovuto alla presenza, in epoca passata, di un capitano militare che venne a trascorrere nella riserva gli ultimi anni della sua vita.

Cosa Fare nel Parco naturale di Porto Selvaggio

Escursioni e trekking

Il parco offre una rete di sentieri ben segnalati che attraversano boschi di pini, macchia mediterranea e coste rocciose. Uno dei percorsi più popolari è il sentiero che conduce dalla Torre dell’Alto alla spiaggia di Porto Selvaggio. Questo itinerario offre viste spettacolari sul mare e la possibilità di scoprire la flora e la fauna locali.

Snorkeling e immersioni

Le acque limpide e le baie nascoste del parco sono ideali per lo snorkeling e le immersioni. La zona offre una ricca vita marina, con fondali ricchi di pesci colorati e vegetazione subacquea. Diversi punti di immersione sono accessibili direttamente dalla costa, rendendo facile esplorare il mondo sottomarino di Porto Selvaggio. La Grotta delle Corvine, in località Torre Uluzzo, è una delle più grandi cavità subacquee della costa: dall’ingresso molto ampio, a 12 metri di profondità, si percorre l’ampia apertura e si arriva in una grande sala sommersa al centro della quale ci sono delle bolle d’aria in cui è possibile emergere per ammirare le spettacolari concrezioni delle pareti. Per andare sul sicuro, meglio affidarsi a scuole e centri della zona che organizzano escursioni marine e immersioni.

Picnic e relax

Il parco è anche un luogo ideale per un picnic in mezzo alla natura. Le pinete offrono ombra e frescura durante le calde giornate estive, mentre le aree attrezzate permettono di godersi un pasto all’aperto con vista sul mare. È un’opportunità perfetta per rilassarsi e ricaricare le energie.

Natura: il Pino d’Aleppo

Uno degli alberi simbolo del parco è il Pino d’Aleppo, una specie tipica della macchia mediterranea. Questi pini, con le loro forme contorte e i rami che si estendono verso il cielo, creano un paesaggio unico e suggestivo. Sono anche fondamentali per l’ecosistema del parco, offrendo habitat e nutrimento per molte specie di animali.

Info pratiche per visitare il Parco di Porto Selvaggio

Come arrivare

Il Parco naturale di Porto Selvaggio si trova nel comune di Nardò, in provincia di Lecce, tra Gallipoli e Porto Cesareo. È facilmente raggiungibile in auto, seguendo la strada provinciale SP286. Per chi arriva in aereo, l’aeroporto più vicino è quello di Brindisi, da cui è possibile proseguire in auto o in autobus fino a Nardò. Da qui, il parco è a pochi chilometri di distanza. Chi viaggia in treno può arrivare alla stazione di Lecce e proseguire con i mezzi pubblici o con un’auto a noleggio.

Ingressi al Parco

Il Parco naturale di Porto Selvaggio dispone di diversi ingressi. L’ingresso più popolare è quello vicino alla Torre dell’Alto, da cui partono molti sentieri escursionistici per scendere alla spiaggia o per la visita al parco. In alternativa, si può prendere la strada di collegamento fra Santa Caterina e Sant’Isidoro, fino alla contrada Cucchiara e parcheggiare per poi imboccare un sentiero più agevole che si addentra nel cuore del parco. Ogni ingresso è ben segnalato e servito.

Come muoversi all’interno del parco

Una volta entrati, ci sono numerosi sentieri ben mantenuti che collegano i vari punti di interesse del parco. I visitatori possono scegliere tra percorsi più brevi e facili, ideali per famiglie con bambini, e sentieri più lunghi e impegnativi per escursionisti esperti. È comunque consigliabile indossare scarpe comode e portare con sé acqua e protezione solare, soprattutto durante i mesi estivi.

Quando andare

Il periodo migliore per visitare il parco è da maggio a settembre, ma la primavera e l’inizio dell’autunno sono ideali per chi preferisce temperature più miti e vuole evitare la folla estiva. Durante l’estate, sono organizzate diverse visite guidate e attività, come escursioni naturalistiche e snorkeling.

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Come raggiungere la casa di Heidi con il Trenino Rosso del Bernina

“Al piede d’una fila di monti dalle cime frastagliate che guardano minacciose giù verso la valle dell’Alto Reno, c’è un paese come in Svizzera ce ne sono tanti: con la chiesa dal campanile a punta e la scuola, il mulino, il fabbro e il calzolaio. Quando il treno si ferma alla piccola stazione, il capotreno grida: «Maienfeld!».” Questo è l’incipit di un libro con protagonista una bambina svizzera molto amata, Heidi, un personaggio nato dalla penna di Johanna Spyri (1827-1901). Vi piacerebbe provare sulla vostra pelle l’inizio di questo libro? Se la risposta è sì, vi basterà salire sopra il Trenino Rosso del Bernina, che prevede una sosta proprio nella casa di Heidi e della scrittrice.

Questo non è un treno qualunque, ma un viaggio da vivere almeno una volta nella vita, soprattutto insieme ai propri bambini. La tratta ferroviaria, dichiarata Patrimonio UNESCO, parte da Tirano, in Valtellina, e arriva a St. Moritz attraverso paesaggi mozzafiato, 196 tra ponti e viadotti e 55 tra tunnel e gallerie. Per raggiungere la casa di Heidi, però, bisogna andare oltre e, una volta arrivati a St. Moritz, proseguire verso Maienfeld, nel Canton Grigioni, e arrivare a Heididorf, il paese dove la scrittrice trascorreva il tempo nella casa di vacanza dei nonni, la stessa diventata oggi la casa-museo di Heidi. 

Il Trenino Rosso del Bernina è un’esperienza che può essere fatta in ogni stagione perché regala panorami unici dai colori sempre diversi, ma per visitare i luoghi dedicati al personaggio sarà necessario salirci d’estate o in autunno, perché questi sono aperti solo da metà marzo a metà novembre. Di seguito scopriamo nel dettaglio come organizzare al meglio questo viaggio, perfetto per un weekend in famiglia!

Breve storia del Trenino Rosso del Bernina

Viaggiare in treno porta con sé tanta magia, sia nei grandi che nei più piccoli, ma il Trenino Rosso del Bernina, inizialmente, non è nato per regalare esperienze speciali. Il suo scopo era prettamente funzionale, ossia quello di collegare l’Italia con la Svizzera in una zona considerata estremamente importante come crocevia per il commercio in tutta Europa. Siamo nel 1910, anno in cui venne inaugurata la ferrovia insieme al suo trenino color giallo composto da 9 carrozze.

No, non abbiamo sbagliato scrivendo, lo sappiamo che il nome è “Trenino Rosso”, ma in origine il colore era proprio il giallo. Questo divenne successivamente verde e infine rosso, tonalità scelta perché capace di far risaltare il mezzo nei paesaggi naturali attraversati. La tratta classica, quella che collega Tirano a St. Moritz, dura 5 ore, ed esistono due tipi di treni: regionali ed Express (detti anche panoramici). Entrambi offrono un passaggio in prima e seconda classe, mentre la prenotazione a pagamento del posto è richiesta solo per i treni Express, i quali vantano ampi finestrini che, anche se non possono essere abbassati, permettono di ammirare il paesaggio a 360 gradi.

Trenino Rosso del Bernina

Fonte: iStock

Passeggeri affacciati ai finestrini del Trenino Rosso del Bernina

Come raggiungere la casa di Heidi

Viso al finestrino, fuori sfrecciano i paesaggi meravigliosi del Nord Italia e della Svizzera lungo un percorso di 60 chilometri tra foreste e borghi che condurrà a St. Moritz e, infine, a Heididorf. Per giungere in questa cittadina del Canton Grigioni bisogna salire a bordo della Ferrovia dell’Albula, una ferrovia di montagna che attraversa paesaggi da cartolina e incredibili opere di ingegneria, come il famoso Viadotto Landwasser. Per raggiungere la casa-museo sarà necessario scendere a Maienfeld, l’ultimo abitato del Canton Grigioni, proprio al confine con il Principato del Liechtenstein e vicino all’Austria, due destinazioni ricche di castelli degni di una favola della Disney.

Dalla cittadina di Maienfeld al borgo che ospita la casa di Heidi la distanza è breve e si può raggiungere tranquillamente a piedi seguendo il sentiero che parte proprio dalla stazione e attraversa il centro della cittadina, fino ad arrivare al villaggio. Il sentiero è perfettamente segnalato e può essere percorso da tutti, anche dalle famiglie con passeggini.

Cosa vedere a Heididorf

Ad Heididorf è possibile visitare il museo dedicato alla pastorella svizzera, uno chalet in miniatura risalente al 1880 dove è presente il soggiorno insieme ai personaggi, Heidi e Peter, realizzati a misura reale, e la camera di Heidi con tanti oggetti d’epoca. Come nella storia, anche qui sono presenti le immancabili caprette, che possono essere accarezzate entrando nell’apposito recinto.

Tuttavia questa non è l’unica attrazione presente. Qui si può fare una sosta speciale presso l’ufficio postale, dove è possibile inviare cartoline a tema Heidi in tutto il mondo, acquistare souvenir nel negozio dedicato o i libri, tradotti in oltre 40 lingue, oltre che fare una pausa in un ristorante specializzato nella preparazione di piatti tipici alpini.

Per chi ha voglia di camminare e scoprire le bellezze naturali circostanti, dal villaggio parte un sentiero che, in circa un’ora e mezza, attraversando paesaggi idilliaci, conduce all’Ochsenberg. Qui si trova la baita di Heidi, dove trascorreva le estati insieme al nonno e dalla quale si gode di una vista mozzafiato sul paesaggio. La particolarità di questo sentiero, accessibile anche ai meno esperti, è la segnaletica che racconta, con graziose illustrazioni, le vicende di Heidi in relazione ai luoghi che si sta attraversando. Oltre agli spazi dedicati a questo personaggio, è possibile passeggiare nel centro storico di Maienfeld, tra stradine di ciottoli ed eleganti edifici ottocenteschi, o visitare i castelli di Brandis e Salenegg.