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Cosa vedere a Niue, viaggio nel Paese più piccolo del mondo

Niue è una gemma nascosta situata nel vasto Oceano Pacifico meridionale, in grado di affascinare per la sua bellezza incontaminata e la sua cultura autentica. Quest’isola viene conosciuta anche come “The Rock”, la roccia, grazie alla sua conformazione geologica. Si tratta di una piccola isola del Pacifico, che offre un mix unico di avventura, relax e scoperta culturale, una piccola nazione situata a circa 2.400 chilometri a nord della Nuova Zelanda.

Niue è una delle isole coralline più grandi del mondo, con una superficie di circa 260 chilometri quadrati. Nonostante queste sue dimensioni ridotte, l’isola vanta una sorprendente varietà di paesaggi naturali, dalle scogliere mozzafiato alle grotte marine, dalle spiagge di sabbia bianca fino alle grandi foreste che ricoprono gran parte del suo territorio.

Cosa rende Niue il più piccolo Paese del mondo? Sicuramente, oltre che la sue ridotte dimensioni, sull’isola vive una popolazione di circa 1.600 abitanti, e ciò lo rende uno dei paesi meno popolati del mondo. Queste caratteristiche rendono l’isola un rifugio perfetto per chi cerca tranquillità ed intimità, lontano dalle folle turistiche. Niue è una nazione autonoma, ma in libera associazione con la Nuova Zelanda. Quindi, pur essendo indipendente, mantiene forti legami politici e culturali con questa fantastica terra.

Come arrivare a Niue

A causa della sua posizione, raggiungere Niue richiede un po’ di pianificazione, ma l’isolamento dell’isola è parte anche del suo fascino. L’unico aeroporto internazionale presente sull’isola è l’Aeroporto Internazionale di Niue, situato vicino al villaggio di Alofi, la capitale di Niue. L’unica compagnia aerea che opera voli regolari per Niue è Air New Zealand, con voli settimanali da Auckland.

Una volta atterrati, l’accoglienza dei locali e la bellezza naturale dell’isola ripagano ampiamente il viaggio e la fatica sostenuta per arrivare fino a qui. Inoltre, essendo i trasporti sull’isola limitati, la soluzione migliore per visitare questo angolo di paradiso del Pacifico è noleggiare un’auto.

Cosa vedere sull’isola di Niue?

Ecco quali sono le principali attrazioni e le attività imperdibili di Niue, per scoprire uno dei Paesi più piccoli del mondo.

Alofi, la capitale di Niue

Alofi è un incantevole villaggio che offre una la possibilità di immergersi nella quotidianità degli abitanti di Niue. Qui è possibile trovare alcuni dei principali servizi dell’isola, come diversi negozi, ristoranti ed alloggi. Per un’esperienza locale, il mercato settimanale di Alofi è la giusta occasione per scoprire i prodotti freschi dell’isola, prodotti artigianato locale ed acquistare souvenir. Tra i luoghi di interesse, visitate la cattedrale di Niue, una piccola ma affascinante chiesa cattolica, e il memoriale della seconda guerra mondiale. Alofi è anche il punto di partenza ideale per esplorare le altre attrazioni dell’isola.

Vista della costa di Aloifi e delle sue acque cristalline sull'isola di Niue

Fonte: iStock

Vista della costa di Aloifi e delle sue acque cristalline, Niue

Matapa Chasm, per gli amanti dello snorkeling

Matapa Chasm è una delle meraviglie naturali del piccolo Paese di Niue, un’insenatura nascosta tra alte scogliere calcaree. Questo luogo è perfetto per nuotare e per gli amanti dello snorkeling, grazie alle sue acque limpide e tranquille che rendono questo posto incantevole. La leggenda vuole che questa parte dell’isola fosse il luogo di balneazione dei diversi Re di Niue.

Le Talava Arches

Le Talava Arches sono un’imponente formazione rocciosa situata sulla costa nord di Niue. Questi archi naturali sono stati scolpiti dalle onde nel corso dei millenni ed offrono uno spettacolo mozzafiato, specialmente al tramonto. Per raggiungere questo luogo unico sull’isola di Niue è necessario percorrere un sentiero attraverso una fitta e verde vegetazione, che aggiunge un tocco di avventura all’escursione. Questo è il luogo ideale per gli amanti della fotografia, che al tramonto saranno in grado di regalarsi lo scatto perfetto.

Le piscine naturali di Niue: le Limu Pools

Le Limu Pools sono una serie di piscine naturali situate sulla costa settentrionale di Niue. Si tratta di un luogo molto famoso per le loro acque turchesi e la varietà di pesci colorati che le abitano. Le piscine naturali di Limu Pools sono ideali per lo snorkeling ed il nuoto, che per gli amanti delle immersioni, rappresenta sicuramente un’esperienza unica ed indimenticabile.

Le Limu Pools, piscine naturali che si sono formate sull'isola di Niue

Fonte: iStock

Le Limu Pools, piscine naturali sull’isola di Niue

Il villago di Hikutavake

Hikutavake è un piccolo villaggio situato sulla costa nord-occidentale di Niue. Questo villaggio è famoso sull’isola grazie alle sue spiagge spettacolari e le piscine naturali, che rendono questo territorio unico nel suo genere, come del resto l’isola di Niue.
Infatti, una delle principali attrazioni del villaggio di Hikutavake è la piscina naturale di Avaiki, un luogo magico dove le acque cristalline si incontrano con le scogliere calcaree che caratterizzano l’isola.

Le attività imperdibili a Niue

Niue è il Paese più piccolo del mondo, ma ciò non toglie il fatto che l’isola abbia molto da offrire, soprattutto per quanto riguarda le attività da fare sull’isola.

Niue, infatti, è un paradiso per gli amanti dello snorkeling e delle immersioni subacquee. Le acque che circondano l’isola sono cristalline ed ospitano una grande varietà di vita marina, come diverse specie di pesci tropicali, tartarughe marine e coralli colorati.

Inoltre, uno degli spettacoli naturali più emozionanti di Niue sono le balene. Da luglio a ottobre, le megattere migrano attraverso le acque di Niue, offrendo ai visitatori l’opportunità di avvistare questi maestosi giganti del mare. Ci sono numerosi punti di osservazione lungo la costa dove è possibile fare whale watching ed avvistare questi animali fantastici saltare e giocare nell’acqua.

Per scoprire l’isola e tutti i suoi angoli nascosti, sull’isola sono presenti numerosi sentieri escursionistici che attraversano foreste tropicali, si affacciano sulle scogliere e portano a grotte maestose ed affascinati. Esplorare Niue in bicicletta, poi, è un’esperienza fantastica. È possibile noleggiare biciclette nella capitale Alofi e partire alla scoperta dell’isola in modo ecologico e divertente attraversando le strade poco trafficate dell’isola, con viste spettacolari sull’oceano e sulla natura circostante.

Niue, con la sua bellezza naturale incontaminata e la sua cultura autentica, è una destinazione unica che merita di essere scoperta. Questa piccola isola nel cuore del Pacifico sarà in grado di offrire un’esperienza indimenticabile a tutti i suoi visitatori, amanti della natura, appassionati di avventura o semplicemente per coloro che sono alla ricerca di tranquillità. Un viaggio a Niue è un viaggio nel cuore di un paradiso ancora sconosciuto ai più, dove ogni angolo nasconde una nuova meraviglia da scoprire a poche ore di volo dalla Nuova Zelanda.

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L’isola di Procida, meraviglia campana

Le case colorate, le spiagge che sono piccoli scrigni di bellezza, il mare di un azzurro che leva il fiato e che si declina in tantissime sfumature differenti. Benvenuti a Procida, splendida isola campana, vulcanica e che ti accoglie con un’atmosfera d’altri tempi, con una cucina gustosa e con le sue dimensioni che la rendono un gioiello di autenticità tutto da scoprire.

È un’isola campana di rara bellezza che regala a chi la visita giornate lente, da trascorrere tra paesaggi incantevoli, scorci mozzafiato e piatti che hanno il sapore del Mediterraneo.

Se siete alla ricerca di un luogo di cui carpire l’anima più vera a ogni passo, in cui sentirsi subito a casa, dove dedicarsi a giornate di mare, passeggiate, tuffi ed esplorazioni, allora Procida è il posto che fa per voi.

Tutto quello che potete fare e vedere in questa perla a poca distanza da Napoli, in Campania.

Procida, cosa fare in questa isola campana tutta da scoprire

Se la si guarda dall’alto, in una cartina, si nota subito la sua forma inequivocabile: Procida ha la forma di un gatto. Ma la sua peculiarità non è solamente questa: infatti le sue coste molto frastagliate, sono anche tanto diversificate: ci si imbatte in punti a picco sul mare, dove sono le rocce e farla da padrone e altri che invece sono bassi e sabbiosi: fare un giro dell’isola con un natante permette di ammirare pienamente la diversità di questa isola campana di piccole dimensioni ma ricca si scorci da vedere.

Tra le altre peculiarità vi è senza dubbio l’architettura, di tipo spontaneo, il risultato sono case generalmente di piccole dimensioni e dipinte con colori pastello che rendono alcuni scorci dell’isola davvero indimenticabili.

Ad esempio, quando si arriva nel porto principale, quello di Marina Grande, l’impatto delle case colorate che si affacciano lungo la costa, è un momento davvero memorabile e che rimane tra i ricordi più belli. Qui ci sono tantissime attività e locali tipici, ma anche punti noleggio, negozi d’abbigliamento, di oggetti d’arte e souvenir.

Uno scorcio dell'isola di Procida, uno dei porti dell'isola campana

Fonte: iStock

Scorcio di Procida, spelndida isola campana

Oltre a qui, lo stesso effetto lo si può rivivere alla Corricella, altro piccolo porto e altra suggestiva passeggiata tra locali che offrono piatti tipici. Se si vuole ammirare nella sua visione d’insieme allora si deve salire e guardare d’alto. Se si raggiunge Terra Murata si può ammirare la parte più antica dell’isola, dove risuonano le gesta di un passato lontano.

Basti sapere che qui vi sono tantissime cose da ammirare, oltre alla vista straordinaria che si apre d’innanzi ai propri occhi, dal momento che si tratta di un punto molto alto dell’isola e che il panorama è straordinario. Bellissimi Palazzo d’Avalos, che nel passato è stato anche un carcere, e l’Abbazia di San Michele.

Merita una visita anche Chiaiolella: vi sono tantissimi locali per mangiare o soreggiare un drink, stabilimenti balneari e un piccolo porticciolo. Qui vi è il ponte che collega Procida a Vivara, un isolotto che è riserva naturale e dove non si può andare, ma che resta comunque suggestivo da osservare in tutta la sua bellezza.

Procida, le spiagge più belle dell’isola

Con una costa in gran parte rocciosa, le spiagge a Procida non sono numerosissime ma, quelle che ci sono, sono davvero belle e da scoprire. Vale la pena fare un salto alla spiaggia della Chiaiolella che si divide con quella di Ciraccio grazie a due faraglioni.

Oppure la spiaggia della Chiaia che si raggiunge dopo quella che – a tutti gli effetti – può considerarsi una piccola impresa: più di 180 gradini da scendere (e poi da risalire). Un’alternativa è arrivarci via mare. La spiaggia è di colore nero e si stende lungo la costa.

Imperdibile la spiaggia del Postino, il cui nome vero è del Pozzo Vecchio. Viene chiamata così perché ha fatto da set al celebre film con Massimo Troisi. Anche qui la natura regala scorci indimenticabili: le rocce che fanno da sfondo, la sabbia scura, il mare nelle sue tante sfumature di blu. Il tempo sembra passare con lentezza, regalando una sensazione di relax impareggiabile.

E se abbiamo parlato di cinema, non si possono dimenticare i libri: per chi ama leggere qui si può esplorare la bellezza del luogo con una guida molto speciale, ovvero attraverso le preziose pagine di uno dei romanzi italiani più belli: L’isola di Arturo di Elsa Morante, ambientato su questa piccola isola campana che si estende su una manciata di chilometri quadrati.

Procida: i sapori dell’sola campana

Se si pensa alla Campania, regione del sud Italia, saltano subito alla mente i sapori di questi luoghi: la cucina di questo territorio è ricca, saporita, golosa e un’esplosione di gusti per il palato.

Procida, ad esempio, è celebre per il limone e quindi, tutto ciò che è preparato con questo agrume, vale la pena di essere assaggiato. Ad esempio, la lingua, un dolce gustoso ripieno di crema, che avvolge con il suo sapore. Oppure il pesto al limone che regala alla pasta un sapore gradevole e particolare.

La lingua, dolce tipico dell'isola campana di Procida

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Nell’isola campana di Procida vale la pena provare la lingua, un dolce tipico

Immancabile il pesce che qui, essendo un’isola, è davvero speciale e fresco e il coniglio, anche questo tra le specialità da provare quando si visita l’isola.

Come arrivare e come muoversi a Procida

A Procida si arriva con i traghetti e con gli aliscafi, in base al porto di partenza ci si può mettere un’ora con i primi e circa 45 minuti con i secondi.

Una volta arrivati, girare l’sola è davvero semplice e si può fare tranquillamente a piedi (attenzione, però, perché il territorio dell’isola si estende tutto tra salite e discese). Comodissimi gli autobus che sono un’esperienza assolutamente da provare: si muovono nelle strade strette che caratterizzano tutta l’isola. E poi le bici elettriche o gli scooter, per potersi spostare con maggiore libertà e senza dover sottostare a orari. Ci sono anche i taxi.

Una volta sull’isola si può scegliere di fare tappa anche in un’altra isola campana celebre: infatti basti sapere che in circa 30 minuti si arriva a Ischia, un altro gioiello da visitare e scoprire.

Procida è il posto giusto in cui ricaricare le batterie e fare il pieno d bellezza, relax e gusto: sapori che resteranno indelebili e tra i ricordi più belli.

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Cosa vedere ad Adana, la Turchia delle meraviglie

Dove la storia incontra la modernità: benvenuti ad Adana, quarta città più grande della Turchia. Durante i suoi oltre 8000 anni di storia, la città ha ospitato numerose civiltà, dai Fenici agli Assiri, dai Persiani ai Macedoni, fino ai Romani, ai Bizantini e, naturalmente, all’Impero Ottomano. I segni del suo passato, visibili sulle rovine e sui palazzi del centro storico, convivono con il suo spirito moderno e dinamico: Adana offre un’atmosfera freneticamente animata e in costante crescita dal punto di vista economico.

Abitata fin dal paleolitico, è la città più antica della Cilicia: nel XIV secolo a.C. fu sotto il dominio degli ittiti e successivamente degli assiri e infine dei persiani. Alessandro Magno la battezzò Antiochia di Cilicia e nel I secolo divenne parte dell’impero romano con Pompeo Magno che la trasformò in una stazione militare. Bizantini, truppe del regno armeno, impero ottomano hanno poi segnato la storia di questa città, fino alla fondazione della moderna repubblica turca.

Situata all’estremità orientale del Mar Mediterraneo, Adana è raggiungibile tramite l’aeroporto Sakirpasa Havaalam, distante solamente cinque chilometri dalla città. Rappresenta un nodo stradale molto importante per raggiungere molte città della costa e, se state scoprendo le meraviglie della Turchia con un viaggio on the road, fate tappa anche qui per dare un’occhiata alle sue architetture o per provare una delle sue deliziose specialità gastronomiche.

Cosa fare ad Adana

Suddivisa in Kuzey Adana (Nord Adana, ossia la parte più antica) e Yeni Adana (Nuova Adana), la città ha meno attrazioni rispetto ad altre mete della Turchia e può essere scoperta in un pomeriggio. Potete cominciare il vostro itinerario passeggiando per le sue vie e visitando la Grande Moschea Sabanci Merkez Camii. La moschea vanta bellissimi marmi dove l’alternanza di strisce bianche e grigie scure ricordano un po’ le decorazioni delle chiese romaniche, tranne per lo stile prettamente orientale. Salite sul minareto per godere di un panorama molto bello sulle cupole della moschea e su tutta la città.

Proseguite la vostra camminata e dirigetevi verso la grande torre dell’orologio di epoca ottomana, chiamata Saat Kulesi, costruita nel 1882. In questa zona di Adana, attorno alla torre, si concentra il vecchio bazar coperto, pieno di colori e profumi di spezie. Date un’occhiata all’antico bagno turco risalente al 1519 (Bath of the Bazar) e attraversate il ponte romano Tas Kopru che congiunge le sponde del fiume Seyhan. Costruito durante il regno di Adriano nel II secolo, dei suoi 21 archi originali ne restano 14 e rappresenta uno dei simboli della città perché punto cruciale per i collegamenti commerciali con l’Anatolia e la Persia.

Assolutamente da non perdere è la parte vecchia della città, Tepebag, insieme a tre musei molto importanti: il Museo Archeologico, che conserva resti risalenti agli ittiti e ai romani; il Museo Etnografico, che documenta le fasi e le dominazioni nel corso della storia turca; e il Museo Culturale di Ataturk dedicato all’eroe nazionale fondatore della repubblica turca.

Moschea e ponte antico Adana

Fonte: iStock

Vista della moschea Sabanci e del ponte di Adana

Cosa vedere nei dintorni di Adana

Se dopo la frenesia delle strade di Adana avete voglia di atmosfere tranquille, tornate alla guida della vostra auto e andate a esplorare i dintorni. Qui troverete luoghi unici non solo ricchi di storia, ma ideali anche per momenti di relax in città meno conosciute, in mezzo alla natura o sulla costa.

Città storiche nelle vicinanze

A 70 chilometri a nord-est di Adana potrete visitare la città di Kozan, famosa per essere l’antica Sis, la capitale del regno armeno di Cilicia e il centro di una serie di castelli che dominano la vasta Piana di Çukurova, uno su tutti il Castello di Kozan risalente al regno di Leone II. Legata a doppio filo con la storia di Adana è la città di Mersin, in passato punto di riferimento come sbocco sul mare e oggi uno dei porti più grandi della costa mediterranea turca.

Se avete voglia di atmosfere diverse, dirigetevi verso Antakya, conosciuta anche come Antiochia. Situata sul confine siriano, questa città ospita popolazioni di fedi diverse – sunniti, alevi e cristiani ortodossi – e vanta un’atmosfera vivace e cosmopolita. Poco conosciuta dai turisti, Antakya rappresenta una piccola gemma della Turchia custode di un interessante museo archeologico e della Chiesa di San Pietro, meta di pellegrinaggi.

Immersione nella natura e relax al mare

Gli amanti della natura e del birdwatching non possono perdere i paesaggi offerti dall’Akyatan Gölü, noto anche come Lago di Akyatan. Si tratta di una laguna incontaminata che, con i suoi 14.700 ettari di ecosistema paludoso, fa da casa a una miriade di uccelli migratori, tra cui fenicotteri, aironi, cormorani e anatre. Chi preferisce rilassarsi, invece, la spiaggia di Yumurtalik offre sabbia bianchissima e acque cristalline, oltre che un castello in mezzo al mare. La località balneare è molto piccola, ma offre tutto il necessario per una giornata all’insegna del relax.

Cosa mangiare ad Adana

Non lasciate Adana senza aver prima assaggiato lo street food per eccellenza della Turchia. Qui nasce l’Adana kebap, considerato il kebap originale: il piatto è costituito da un salsicciotto arrostito di carne macinata e piccante meglio conosciuto come Kiyma Kebabi o Kiyma. Si distingue dagli altri kebap per la sua preparazione e per il gusto deciso: la carne utilizzata, infatti, è quella di agnello, macinata a mano con un coltello a mannaia chiamato “zırh” e poi mescolata con grasso di coda di agnello, peperoncino piccante, sale e talvolta altre spezie come il cumino e il sumac.

Adana kebap

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Il tradizionale Adana Kebap

Quando visitare Adana

Adana vi accoglierà con un clima continentale mitigato dal mare. In estate le temperature registrate oscillano in media tra i 32°C e i 34°C, mentre le minime non scendono sotto i 23°C. Le precipitazioni a carattere piovoso sono più presenti da novembre a marzo e le temperature subiscono un calo passando dagli afosi 34°C a valori compresi tra 15 e 20°C, mentre le minime si aggirano attorno ai 7-10°C. Il periodo migliore per visitare Adana è fra giugno e settembre evitando così che il vostro viaggio possa essere disturbato dall’afa estiva.

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La Spiaggia dei Conigli di Lampedusa, una delle più belle al mondo

Lampedusa, una delle Isole Pelagie, è uno di quei posti che per la sua bellezza sembra quasi difficile credere che sia vero. E proprio qui, dove il mare assume mille incredibili sfumature e dove la natura è selvaggia e sorprendente, sorge quella che viene spesso definita la spiaggia più bella del mondo (dai viaggiatori e dagli esperti del settore). Parliamo della Spiaggia dei Conigli, un posto così eccezionale che pare che sia caduto in terra direttamente dal paradiso.

Dove si trova la Spiaggia dei Conigli

L’affascinante Spiaggia dei Conigli sorge al largo della costa meridionale della Sicilia e si trova all’interno di una bellissima area protetta che prende il nome di Riserva naturale orientata di Lampedusa.

Nei fatti si tratta di una magnifica spiaggia che deve il suo toponimo a un suggestivo isolotto che si staglia di fronte ad essa, e che a sua volta è un’importante stazione di sosta per uccelli migratori  e uno dei pochi siti accertati di ovodeposizione della tartaruga Caretta Caretta che ancora sopravvivono in Italia.

Cosa aspettarsi

Chiudete gli occhi e immaginate i colori dei Caraibi impreziositi dalle mille sfumature della macchia mediterranea. Lo avete fatto? Bene, allora vuol dire che avete perfettamente capito cosa aspettarsi dalla Spiaggia dei Conigli: uno dei lidi più belli su cui l’uomo abbia mai avuto la fortuna di aver posato i suoi occhi.

La spiaggia si trova seminascosta in un vallone da cui è possibili intravedere anche la villa di Domenico Modugno. Il famosissimo cantautore italiano, infatti, se ne innamorò così follemente da definire questa baia “la piscina di Dio”. Un soprannome certamente importante ma che al contempo descrive al meglio l’incanto di questo luogo siciliano.

Per raggiungerla occorre fare circa venti minuti buoni di cammino, ma una volta giunti a destinazione si verrà coccolati da una sabbia morbida e bianca come il latte, un mare favoloso e una natura raggiante.

Ma perché si chiama proprio Spiaggia dei Conigli?

Ve lo abbiamo accennato poco sopra: questa magnifica spiaggia di Lampedusa prende il nome dall’isolotto che svetta di fronte alle sue rive. O meglio, si tratta di una specie di isola perché, quando le maree sono basse, emerge un istmo sabbioso che la collega alla terraferma. Ma cosa c’entrano i conigli se, come abbiamo detto in precedenza, questo lembo di terra è un santuario per i volatili? Forse perché ci sono anche questi buffi animali?

Isola dei Conigli, Lampedusa

Fonte: iStock

Veduta dell’iIsola dei Conigli

Sì, da queste parti vive una colonia di conigli, ma la realtà dei fatti è che l’etimologia del nome è controversa: fu l’ammiraglio britannico William Smith, nel 1894, che la definì “Rabit Island”. Il problema è che questo toponimo fu impropriamente tradotto dall’inglese (rabbit, quindi coniglio), poiché sembrerebbe in realtà riferirsi alla parola araba rabit, che può essere spiegato con “legame” o “collegamento”, probabilmente in riferimento all’istmo che compare durante la bassa marea.

Cosa fare

La classica vita da spiaggia: per preservare il suo straordianario paesaggio, questo angolo di paradiso è praticamente priva di servizi o stabilimenti balneari. C’è un piccolo punto di ristoro lungo la strada per raggiungerla, ma niente di più. Per questo motivo, uno degli aspetti più importanti da valutare è quello di portarsi teli da mare, ombrelloni e cibo, ma assicurandosi di non lasciare resti o spazzatura quando è giunto il momento di andarsene.

In sostanza, si viene qui per godersi un posto che pare uscito da un sogno, tanto da essere considerato la spiaggia più bella del mondo, prendersi gli ultimi scampoli di sole italiano (al largo di Lampedusa ci sono le coste africane) e fare un bagno in acque limpide e dai fondali preziosi.

Come arrivare alla Spiaggia dei Conigli

Lampedusa non è un’isola grandissima, e per questo è facile muoversi. Per la Spiaggia dei Conigli, a disposizione dei viaggiatori ci sono gli autobus locali, in particolare quello che viene chiamato “Circolare Blu”, che partono ogni ora dalla Piazza Comm. Brignone. In alternativa, con auto o scooter basta attraversare la strada che arriva a Capo Ponente.

Qualsiasi sia la vostra scelta, ci sarà comunque da fare un tragitto a piedi di circa 20 minuti. Si tratta di un sentiero, perlopiù agevole, che passo dopo passo regala un paesaggio di quelli che lascia senza fiato: a circa metà tragitto, ecco comparire una terrazza naturale da cui scorgere i colori della Tabaccara, una caletta famosa per l’acqua cristallina, poi quella che fu la casa di Domenico Modugno e infine la scintillante Spiaggia dei Conigli.

Spiaggia più bella di Lampedusa

Fonte: Getty Images

L’arrivo alla Spiaggia di Lampedusa

Quanto costa la Spiaggia dei Conigli?

La Spiaggia dei Conigli è gratuita, ma ci sono delle importanti regole da rispettare e che vi invitiamo a leggere anche sui siti istituzionali, in quanto di anno in anno possono cambiare.

Quello che però possiamo dirvi con certezza è che da un po’ di tempo a questa parte vi si può accedere solo su prenotazione, poiché per la sua ridotta estensione e la presenza di aree a rischio idrogeologico può ospitare un numero limitato di persone.

In genere, durante il periodo estivo, ci sono due turni di accesso (mattina 8.30-13.30, pomeriggio 14.30-19.30), per un numero massimo di 550 persone per volta. In più:

  • È possibile prenotare per un solo turno al giorno;
  • Al termine di ogni turno i visitatori presenti in spiaggia devono andarsene;
  • È possibile prenotare solo per una volta alla settimana;
  • Ogni prenotazione può includere massimo 2 persone;
  • In aggiunta alla prenotazione on line sono disponibili ulteriori 150 posti per turno tramite lista di ingresso, recandosi direttamente all’accesso della Riserva;
  • L’accesso è sconsigliato a persone con difficoltà motorie e/o di equilibrio, problemi cardiaci o respiratori, asmatiche o a rischio allergie (per pollini re/o punture di insetto);
  • Non sono presenti servizi di salvataggio, assistenza medica, punti ristoro, servizi igienici e punti d’acqua;
  • Non si possono occupare le aree vietate;
  • Occorre mantenere la quiete per il rispetto della natura e degli altri visitatori;
  • Non è consentito l’uso di apparecchi fonoriproduttori (se non in cuffia), giocare a pallone o con le racchette o similari e fare schiamazzi;
  • È proibito utilizzare sedie, sdraio, lettini, tende da sole, gonfiabili e similari;
  • Non è permesso l’accesso ai cani perché possono arrecare danni alla fauna (sono esclusi i cani guida per i non vedenti);
  • Non è consentito fumare;
  • È vietata l’attività di pesca e l’introduzione di qualsiasi tipo di arma e di attrezzi per la cattura (fucili subacquei, retini, etc);
  • Non è consentito l’utilizzo di droni;
  • Non si può accedere in bicicletta.
Mare di Lampedusa

Fonte: 123RF

I colori del mare della Spiaggia dei Conigli
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Cosa a vedere a Pescara: 8 meraviglie tra mare e d’Annunzio

Pescara si affaccia sul mare Adriatico, con una storia che fonde antichità e modernità, ed è una meta che riserva piacevoli sorprese ai suoi visitatori. Dalle spiagge dorate alle tracce del celebre poeta Gabriele d’Annunzio, Pescara offre un ricco mix di cultura, relax ed avventura. Ecco otto meraviglie da non perdere durante la visita di questa affascinante città abruzzese sul Mar Adriatico.

Le spiagge di Pescara

 

Lido di Pescara

Le spiagge di Pescara sono tra le più famose della riviera adriatica italiana. Il Lido di Pescara, ad esempio, con la sua sabbia finissima ed il mare cristallino, è perfetto per chi cerca una giornata o un weekend di relax e divertimento. Qui è possibile trovare stabilimenti balneari attrezzati con lettini, ombrelloni e bar sulla spiaggia dove gustare un aperitivo al tramonto.

La spiaggia di Montesilvano

A pochi chilometri dal centro di Pescara si trova la spiaggia di Montesilvano. Questo luogo è ideale per famiglie e bambini, grazie anche alla presenza di acque poco profonde e alla vasta offerta di attività per i più piccoli, come noleggiare pedalò o giocare a beach volley, oppure semplicemente rilassarsi sotto il sole.

Il museo casa natale di Gabriele d’Annunzio e Museo Cascella

Per gli amanti della cultura, una tappa quasi obbligatoria nella città di Pescara è la casa natale di Gabriele d’Annunzio, situata nel cuore del centro storico, dove il poeta trascorse la sua infanzia. Questa dimora ottocentesca, con interni e mobili ottocenteschi perfettamente conservati, è stata trasformata in museo e conserva numerosi oggetti personali, manoscritti e fotografie di uno dei più grandi scrittori italiani. Il museo offre un viaggio nel tempo, permettendo di scoprire la vita e le opere di uno dei più grandi letterati italiani.

Oltre alla collezione permanente, il museo ospita mostre temporanee ed eventi culturali che approfondiscono vari aspetti della vita e dell’epoca di d’Annunzio, offrendo sempre nuove ragioni per visitarlo.

Casa natale di Gabriele D'Annunzio a Pescara

Fonte: iStock

Casa natale di Gabriele D’Annunzio nel cuore di Pescara

In città, inoltre, è presente il Museo Cascella, struttura che nei suoi locali ha visto passare intellettuali come D’Annunzio, Grazia Deledda, Luigi Pirandello e Giovanni Pascoli. Per mezzo secolo questo museo è stato al centro di un’intensa produzione artistica e grafica italiana ed ospita le opere di cinque generazioni di artisti della famiglia Cascella con 12 sale e oltre 500 tra mattonelle in ceramica, tele, dipinti e riviste d’arte che in venivano stampate agli inizi del secolo scorso in questo edificio.

Il Museo delle Genti d’Abruzzo

Per scoprire le tradizioni abruzzesi, bisogna assolutamente visitare il Museo delle Genti d’Abruzzo, un museo in grado di offrire un viaggio affascinante attraverso la storia e le tradizioni della regione italiana. Si trova all’interno di un antico edificio nel centro storico di Pescara ed espone reperti archeologici, costumi tradizionali, strumenti agricoli ed artigianali, che raccontano la vita quotidiana degli abruzzesi nel corso dei secoli.

Il museo offre anche laboratori didattici e attività interattive per famiglie e bambini, permettendo ai più piccoli di imparare divertendosi. È un’ottima occasione per comprendere meglio la cultura e le radici di questa affascinante regione italiana, all’insegna del divertimento.

Il Ponte del Mare

Il Ponte del Mare è uno dei simboli di Pescara ed è un esempio straordinario di ingegneria moderna. Questa struttura pedonale e ciclabile, che venne inaugurata nel 2009, collega la riviera nord con quella sud, offrendo una vista spettacolare sul mare e sulla città. È il luogo ideale per una passeggiata romantica o una corsa mattutina, con il sole che sorge o tramonta sull’Adriatico.

Il ponte è lungo 466 metri e regala una splendida vista non solo sul porto di Pescara, ma anche sulla Majella e sul massiccio del Gran Sasso. Di notte, il suo inconfondibile tracciato curvilineo alla fine del lungomare di Pescara è illuminato da luci che cambiano colore.

La riserva naturale Pineta Dannunziana

Per gli amanti della natura, la riserva naturale Pineta Dannunziana è una tappa da non perdere assolutamente. Questo parco urbano, che si estende per circa 50 ettari, è un vero e proprio polmone verde nel cuore della città di Pescara. La riserva offre percorsi naturalistici, aree picnic e la possibilità di osservare diverse specie di fauna e flora locali. La pineta è anche un luogo ideale per chi ama le attività sportive all’aperto come jogging e ciclismo e durante l’estate ospita eventi culturali e musicali all’aperto, rendendo ancora più piacevole la visita durante i periodi estivi.

Il centro storico di Pescara Vecchia

Il centro storico di Pescara, noto come Pescara Vecchia, è un quartiere affascinante, che permette di passeggiare tra storia e modernità, dove si respira un’atmosfera d’altri tempi. Le stradine acciottolate, le piazze e gli edifici storici si mescolano con locali moderni, ristoranti e boutique di alta classe. Passeggiando per il centro storico di Pescara è possibile scoprire angoli nascosti, negozi di artigianato locale e gustare la cucina abruzzese in uno dei tanti ristoranti tipici presenti in zona.

La Cattedrale di San Cetteo

La Cattedrale di San Cetteo, dedicata al patrono della città di Pescara, è uno dei principali luoghi di culto di questa città dell’Abruzzo. La cattedrale venne costruita nel ventesimo secolo in stile neoromanico e colpisce tutt’oggi per la sua imponenza e bellezza. All’interno della struttura è possibile ammirare opere d’arte di grande valore, tra cui un dipinto del Guercino e una cappella dedicata a Gabriele d’Annunzio.

Il porto turistico Marina di Pescara

Il porto turistico Marina di Pescara è uno dei più grandi del Mar Adriatico ed è un punto di riferimento importante per gli appassionati di nautica. Qui è possibile noleggiare barche, partecipare ad escursioni in mare e praticare sport acquatici come la vela, il windsurf ed il diving. Il porto di Marina di Pescara offre anche una vasta gamma di servizi, tra cui diversi negozi, ristoranti e bar. È il luogo ideale per una passeggiata serale, con il fascino delle barche ormeggiate e l’atmosfera vivace dei locali di Pescara.

I romantici trabocchi

Un po’ simili a delle palafitte i trabocchi sono delle macchine da pesca da cui partono dei lunghi bracci che servono a sostenere le reti, che permettevano di catturare i branchi di pesci lungo la costa. Anche se i trabocchi più suggestivi sono quelli dell’omonima costa sul litorale della provincia di Chieti, anche a Pescara è possibile trovarne nella zona del porto. E se alcune strutture sono private, altre sono state trasformate in bar e piccoli ristoranti alla moda in cui gustare cucina marinara.

Vista di un trabocco a Pescara al tramonto

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Trabocco a Pescara al tramonto

Pescara è una città che sa sicuramente come conquistare il cuore dei suoi visitatori. Qui è possibile visitare spiagge incantevoli, godere delle sue ricchezze culturali e storiche e scoprire la città anche alle numerose attività all’aria aperta che è possibile svolgere. Non resta che preparare le valigie e partire alla scoperta di queste otto meraviglie che fanno di Pescara una meta perfetta per ogni tipo di viaggiatore, punto di partenza per scoprire le belle destinazioni che la regione dell’Abruzzo ha da offrire.

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Viaggio in Alsazia: Strasburgo, Colmar e la Strada dei Vini

L’Alsazia, piccola ma incantevole regione della Francia, è un territorio famoso per i suoi paesaggi pittoreschi ed i suoi affascinanti borghi antichi. La regione, situata al confine con Svizzera e Germania, lungo la sponda occidentale del Reno, è un vero e proprio paradiso per tutti gli amanti della natura e per chi cerca paesini da esplorare, che sembrano appena usciti dalle fiabe più famose. Con le sue vallate colorate, le sue colline ed i preziosi vitigni, dominata dai monti Vosgi, la regione dell’Alsazia è celebre per le sue due principali città più conosciute: Strasburgo e Colmar.

Questa regione è un mix unico di arte e storia, si tratta di una terra che, pur conservando le sue antiche tradizioni, accoglie al suo interno anche le influenze dei Paesi vicini, creando una regione senza eguali in Europa, per il suo mix di culture. Le case colorate a graticcio, conosciute con il nome di “colombages”, i suoi eccellenti vini e la ricca storia renderanno il viaggio in questa regione francese assolutamente indimenticabile.

Cosa vedere a Strasburgo

La città di Strasburgo è il capoluogo dell’Alsazia e sede del Parlamento Europeo e si trova al confine con la Germania, con una doppia influenza culturale, sia francese che tedesca, che le è valsa il soprannome di “città dalle due anime”. Strasburgo è una città in grado di affascinare i propri visitatori, provenienti da tutto il mondo, con il suo mix di modernità e tradizione.

Il centro storico e la Petite France

Il centro storico di Strasburgo è una zona completamente pedonale, che si affaccia sui canali che scorrono in città e lo rendono un luogo spettacolare da esplorare a piedi. Passeggiando tra le sue stradine, inoltre, si possono scoprire angoli davvero suggestivi, piazzette nascoste e viste mozzafiato sui canali. Un modo ancora più affascinante ed unico per scoprire la città è fare un giro in battello, ammirando i magnifici palazzi che incorniciano i corsi d’acqua, il giusto luogo per gli amanti della fotografia.

La Petite France è la parte più antica e pittoresca del centro storico ed è anche nota come il quartiere dei conciatori. Qui, tra case a graticcio colorate, si trova la famosa Maison de Tanneurs, uno degli edifici più antichi della città, oggi Patrimonio dell’Unesco. L’edificio originale a due piani presenta delle soffitte ventilate, che offrivano ai conciatori dell’epoca le condizioni ideali per la trasformazione del cuoio e l’essiccazione delle pelli.

La cattedrale di Notre Dame di Strasburgo e la sua piazza

C’è poi la Cattedrale di Notre Dame, uno dei monumenti più iconici della città di Strasburgo. Questa struttura venne definita da Victor Hugo come un “prodigio di grandezza e leggiadria”, ed è anche famosa per la sua guglia alta ben 142 metri, la facciata ornata da statue e le imponenti e colorate vetrate. All’interno si trova, inoltre, l’Orologio Astronomico, un capolavoro rinascimentale del sedicesimo secolo. L’Orologio attira soprattutto per il gioco dei meccanismi che, ogni giorno, a mezzo giorno e mezzo, si mettono in moto contemporaneamente, quando si possono vedere le diverse età della vita, che sfilano davanti alla morte. Più in alto, invece, sfilano davanti a Gesù gli apostoli, il cui passaggio è segnato dal canto e dal battito d’ali di un grande gallo.

Foto della città di Strasburgo all'alba con la cattedrale sullo sfondo

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Vista della città di Strasburgo, Francia

Durante il periodo natalizio, la Piazza della Cattedrale di Strasburgo, conosciuta anche come la capitale del Natale, si trasforma in un magico regno delle fiabe con i suoi mercatini natalizi, tra i più antichi d’Europa e conosciuti in tutto il mondo. In questa piazza è possibile trovare anche Maison Kammerzell, situata in Piazza della Cattedrale, una delle più antiche ed importanti case della città di Strasburgo, conosciuta anche per la sua facciata in legno, unica, decorata con diverse figure che rappresentano: I cinque sensi, I segni zodiacali, Scene sacre e profane I quattro stadi della vita.

Piazza della Repubblica nel quartiere tedesco

Piazza della Repubblica è una delle più importanti della città di Strasburgo ed è situata nel quartiere tedesco della città. Questa piazza è ricca di edifici amministrativi e culturali, tra cui il Palais du Rhin, il Palazzo della Giustizia ed il Teatro Nazionale di Strasburgo. Si tratta della piazza più grande di Strasburgo, un luogo ideale dove potere fare shopping e gustare un caffè in uno dei suoi numerosi locali.

Arte e cultura a Strasburgo

Per gli amanti di storia, cultura ed appassionati di arte, Strasburgo è una città che ha molto da offrire. Tra i musei da visitare, si consigliano ai visitatori sicuramente il Museo di arte Moderna e contemporanea, uno dei più grandi dell’intera Francia, ed i Musei di Palazzo Rohan, che ospitano al loro interno il Museo Archeologico, il Museo delle Arti Decorative ed il Museo delle Belle Arti. C’è poi anche il famoso Museo dell’Opera di Notre-Dame, conosciuto per la sua collezione di arte decorativa e plastica della regione del Reno.

Cosa mangiare a Strasburgo?

Strasburgo è una città da scoprire anche attraverso i suoi gusti e la sua cucina. Tra i piatti tipici dell’Alsazia spiccano sicuramente la Tarte Flambée, una sorta di pizza con cipolla, formaggio, pancetta e uova, la Choucroute, un piatto a base di carne di maiale con verza e cavolo e, infine, i Pretzel, un pane salato a forma di cuore o fiocco. Da non perdere, poi, il Foie Gras, patè di fegato d’oca, e i croissant di ogni tipo, che sono una specialitá del Paese.

Cosa vedere a Colmar?

Colmar è una piccola cittadina che incanta con le sue casette colorate a graticcio, le sue chiesette gotiche, i piccoli ponti ed i canali, fra le città più incantevoli d’Europa, anche grazie al suo aspetto medievale. È conosciuta anche come “Petite Venice”, la Piccola Venezia, per la presenza di numerosi e affascinanti canali che ricordano Venezia. Passeggiare per le vie di Colmar offre un’atmosfera fiabesca, con le sue botteghe artigianali e le deliziose pasticcerie.

È anche capoluogo dell’alto Reno e fu fondata durante il Sacro Romano Impero. Colmar, grazie anche alla sua posizione, ha una doppia anima, francese e tedesca, ed il suo nome deriva probabilmente dal latino columbarium, dovutato alla presenza dell’allevamento delle colombe del Re ai tempi di Carlo Magno.

La Collégiale Saint-Martin e gli edifici storici di Colmar

La Collégiale Saint-Martin è il luogo di culto principale di questa città dell’Alsazia e si tratta di un maestoso esempio di architettura gotica tipica della regione alsaziana. Passeggiando fra le vie così suggestive di Colmar, è possibile ammirare numerosi edifici storici e caratteristici. Fra questi spiccano sicuramente la Maison des Tetes e la Maison Pfister, due case storiche rinascimentali: la prima è famosa per le 106 teste scolpite che decorano la facciata e la seconda per la tipica finestra sporgente “erker” e gli affreschi presenti sulle sue facciate.

Un’altra attrazione turistica della città di Colmar è la sua vecchia dogana, con i suoi tetti spioventi e le maioliche colorate, che oggi è sede del mercato degli artigiani. La città è anche famosa per la Statua della Libertà e il Museo Bartholdi, dedicato allo scultore che progettò la statua di New York. Inoltre, il museo del giocattolo è un luogo magico ed unico, dove scoprire l’evoluzione dei giocattoli dal diciannovesimo secolo ad oggi, adatto a tutti, adulti e bambini.

I mercatini di Natale a Colmar

Durante il periodo natalizio, Colmar si trasforma in un vero e proprio villaggio di Babbo Natale, con strade, piazze, ponti e canali addobbati con luci e decorazioni natalizie. A Colmar sono presenti cinque mercatini di Natale, in grado di offrire un’esperienza unica, con casette colorate, dolci, giocattoli e tanto divertimento per grandi e piccini.

Route des Vins d’Alsace, la strada dei vini

Il territorio dell’Alsazia è molto conosciuto a livello internazionale anche per le sue specialità enogastronomiche, oltre che per i suoi spettacolari paesaggi. In questo territorio è presente la Route des Vins d’Alsace, un vero e proprio itinerario enogastronomico che si estende per circa 170 chilometri ed attraversa l’intera regione, fra le regioni vinicole migliori d’Europa

Questa strada del vino, che venne creata ufficialmente nel 1953, parte da Marlenheim, a nord di Strasburgo, fino a Thann, vicino a Mulhouse, passando attraverso diversi territori. È una delle più antiche vie del vino in Francia ed offre un’esperienza unica tra vigneti storici, villaggi pittoreschi e famosi vini pregiati.

Lungo la strada dei vini dell’Alsazia si possono visitare piccoli villaggi come Riquewihr, noto per la sua architettura medievale e le case colorate, Eguisheim, spesso votato come uno dei più bei villaggi di Francia e Obernai, villaggio situato vicino a Strasburgo, una città affascinante con una ricca storia e numerose cantine da esplorare.

Distesa di vigneti nelle colline francesi dell'Alsazia

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Vigneti nelle colline francesi dell’Alsazia, in Francia

A livello internazionale, l’Alsazia è rinomata per i suoi vini bianchi freschi e aromatici, come il Riesling, il Gewurztraminer, il Pinot Grigio ed il Muscat e per assaporarli, lungo la via dei vini, è possibile effettuare numerose attività ed esperienze, come tour guidati e degustazioni nelle cantine locali, o anche passeggiare tra i vigneti durante i diversi festival di vino locali. Questo percorso non solo celebra i vini eccellenti dell’Alsazia, ma offre anche un’immersione completa nella cultura, nella storia e nelle tradizioni di questa affascinante regione francese.

Un viaggio in Alsazia, alla scoperta di Strasburgo, Colmar e la Strada dei Vini è sicuramente un’esperienza indimenticabile, ricca di storia, cultura, paesaggi mozzafiato e prelibatezze culinarie, che renderanno la visita in questa regione della Francia un’esperienza indimenticabile, anche dal punto di vista dei sapori.

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Bratislava Europa Idee di Viaggio itinerari culturali Slovacchia Viaggi

Tutto quello che devi sapere sul Castello di Bratislava

La capitale della Slovacchia, Bratislava, incanta per il suo matrimonio perfetto tra storia e modernità. Crocevia culturale soggetto a influenze austro-ungariche che si fondono con quelle slovacche, è una città che merita di essere esplorata in lungo e in largo. A contrastare la rigidità degli edifici socialisti che punteggiano la città c’è il maestosissimo Castello di Bratislava, una struttura imponente arroccata in cima alla città e che domina il paesaggio circostante poiché visibile da ogni angolo della capitale. Il castello è molto di più di un semplice punto di riferimento visivo, è anche una chiave di volta nella lettura della storia slovacca e della città di Bratislava. Ecco tutto quello che devi sapere sul Castello di Bratislava per organizzare al meglio la tua visita.

La storia del castello di Bratislava

Per comprendere appieno perché il Castello di Bratislava è così importante per la storia della città, è fondamentale salire su una macchina del tempo e ripercorrere le tappe fondamentali dalla sua nascita fino ad arrivare ai giorni nostri.

Le origini

Le prime tracce di insediamenti sulla stessa collina che oggi ospita il castello risalgono all’età del Bronzo e, nello specifico, i primi abitanti di questo luogo furono i celti seguiti subito dopo dai romani. Per vedere la costruzione del castello fatto e finito, però, dobbiamo aspettare il IX secolo, con la costituzione di uno dei primi stati slavi dell’Europa centrale: il regno del Grande Moravia.

Con l’arrivo del X secolo, Bratislava divenne una parte indispensabile del crescente stato ungherese e, in questo periodo, il castello subì un rinnovamento: completamente ricostruito in pietra, divenne un’importante e strategica fortezza. Nel corso dei secoli, subì varie trasformazioni e ampliamenti e, infine, durante il regno di Sigismondo di Lussemburgo, il castello fu ulteriormente modificato e fortificato per resistere agli attacchi hussiti.

L’epoca d’oro del castello

Nel XVI secolo, il Castello di Bratislava divenne una residenza reale e una delle principali fortificazioni dell’Ungheria, acquisendo lentamente l’aspetto rinascimentale che in parte conserva ancora oggi. Durante il periodo asburgico il castello continuò a svolgere la funzione di residenza diventando un importantissimo centro amministrativo. Maria Teresa d’Austria, una delle figure più importanti dell’epoca moderna europea, commissionò diversi interventi di restauro apportando modifiche di stile – portandolo verso il barocco -e di ampliamento ulteriormente del complesso, trasformandolo in una residenza imperiale di grande sfarzo.

Il declino e la rinascita del castello

Sotto l’imperatore Giuseppe II, a fine ‘700, il castello perse la sua funzione residenziale e venne convertito in un seminario teologico fino a cadere in completo disuso. A peggiorare la situazione, nel 1811, un devastante incendio distrusse l’intero castello lasciandolo in completa rovina per oltre un secolo. Fu solo negli anni ‘50 del ‘900 che il governo decise di ricostruire il castello avviando dei lavori di restauro che durarono per diversi decenni e che avevano la missione di riportare il castello al suo antico splendore.

Il Castello di Bratislava oggi

Oggi, il Castello di Bratislava è un importante luogo di interesse storico e culturale e ospita il Museo Nazionale Slovacco: un museo che espone collezioni d’arte, storia e archeologia. Grazie alla sua posizione strategica sopra la città, il castello è diventato anche un vero e proprio Belvedere offrendo panorami mozzafiato e splendide vedute sulla città lambita dalle acque del Danubio.

Cosa vedere al Castello di Bratislava

Castello di Bratislava di sera
Le luci del Castello di Bratislava illuminano il Danubio

Come dicevamo, il Castello di Bratislava ospita alcune collezioni del Museo Nazionale Slovacco con vari pezzi di grande valore: dagli splendidi dipinti di Maria Teresa e Maria Antonietta ai gioielli, manufatti e altre opere d’arte. Girare per il castello significa anche assaporare l’eco della vita di corte dell’epoca, eco che risuona particolarmente nella Sala Ungherese, nella Sala degli Specchi e, infine, nella Sala della Musica.

La Torre della Corona merita una menzione speciale tra le cose da vedere nel castello poiché rappresenta la struttura più antica della fortezza conservatasi intatta fino ai giorni nostri. La torre prende il proprio nome dal ruolo passato che ha avuto, quando al suo interno venivano custoditi i gioielli della corona ungherese. Durante la visita del museo è possibile salire su questa torre, dalla quale è possibile godere di splendide viste panoramiche sulla città di Bratislava, il Danubio e, in lontananza, sui paesi vicini come Austria e Ungheria.

Il Castello di Bratislava ospita anche diversi eventi culturali durante tutto l’anno, come rappresentazioni teatrali organizzate nella splendida cornice del castello, concerti di musica classica, ma anche mercati dell’artigianato ed eventi di beneficenza. Inoltre, a Natale la corte del castello si accende di magia con i mercatini natalizi che vendono, per tutto il periodo delle feste, prodotti tipici e di artigianato locale.

Castello di Bratislava: le informazioni che devi sapere

Per organizzare al meglio la tua visita ti suggeriamo di visitare sempre in anticipo il sito ufficiale dell’ente turistico della città, in questo modo avrai sempre le informazioni più aggiornate. Ad ogni modo, ecco alcune informazioni utili per la tua visita al Castello di Bratislava:

  • Apertura al pubblico: nella stagione invernale il castello è aperto tutti i giorni dalle 9.00 fino alle 17.00 con l’ultimo ingresso alle 16.00. Nella stagione estiva, invece, l’edificio è aperto tutti i giorni dalle 10.00 fino alle 18.00 con l’ultimo ingresso alle 17.00.
  • Come arrivare: il castello è facilmente raggiungibile a piedi partendo dal Duomo di San Martino e passando sotto il Ponte Nuovo; in auto seguendo la strada Palisady fino al parcheggio vicino al castello; con i mezzi pubblici come autobus e tram che ti faranno scendere alle fermate più vicine al castello.
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Le ricette tradizionali di Lubiana, quali provare

Lubiana, la città del drago,  ti porta a credere di nuovo nelle favole. Nominata Capitale Verde Europea nel 2016 per i suoi alti standard ambientali e per l’impegno nello sviluppo sostenibile, (oltre il 70% del suo territorio è costituito da aree verdi), vanta ampi parchi cittadini, come il Tivoli, uno dei più grandi del continente, e incentiva gli abitanti alla mobilità dolce con una fitta rete di piste ciclabili. Colpita da due devastanti terremoti, uno nel 1511 e l’altro nel 1895, che l’hanno completamente distrutta, la città è risorta dalle sue ceneri ogni volta, diventando sempre più bella: il suo centro storico è arricchito da architetture medievali e barocche, con diversi musei interessanti e un’atmosfera accogliente. Inoltre, è una città estremamente giovane, grazie alla popolazione studentesca della tante università presenti, e dunque piena di eventi e locali alla moda. E si mangia benissimo! Uno dei motivi per visitare la capitale della Slovenia è proprio per assaggiare le sue ricette tipiche, quelle che gli abitanti cucinano a casa o che ordinano nelle famose Gostilna, le trattorie dove si servono piatti tradizionali preparati con prodotti locali.

Lubiana street food

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L’offerta gastronomia di Lubiana è adatta ad ogni gusto

L’offerta gastronomica di Lubiana: le ricette tradizionali da provare

La tradizione culinaria di Lubiana è ricca di sapori e riflette la sua storia. Risente, inoltre, della posizione geografica della capitale slovena, all’incrocio tra culture dell’Europa centrale, mediterranea e nordica, con influenze della cucina austriaca, ungherese e italiana. Se ti trovi in città, cerca i ristoranti con il simbolo Gostilna slovenska per provare un’esperienza gastronomica autentica, accompagnando il tutto con del buon vino locale, risultato di una lunga tradizione vinicola che porta a bottiglie di ottima qualità.

Come molte altre città del mondo, anche Lubiana vanta una serie di ricette particolari, tipiche di diversi periodi della sua storia. Oggi sono il punto di partenza per i cosiddetti Piatti di Lubiana, che sono ovviamente adattati alla cucina e alle abitudini alimentari contemporanee. La prima lista in assoluto è stata compilata nel 2006 nell’ambito dello sviluppo della Strategia Gastronomica della Slovenia. È stata poi ampliata nel 2012, quando è stato condotto uno studio che ha ulteriormente integrato l’elenco dei piatti e dei prodotti alimentari tradizionali che si sono sviluppati a Lubiana. Alcuni di essi affondano le radici nella storia, altri sono il risultato della creatività culinaria e della commistione di diverse influenze culturali diverse di data recente, ma tutti fanno parte della della vivace vita culinaria di Lubiana.
Sono inclusi nella dieta quotidiana e festiva della popolazione locale e contribuiscono a dare forma alla ricca scena culinaria della capitale slovena, parte di una dieta sana che nutre il corpo e l’anima. I sapori raccontano i secoli di storia della città, ma anche dell’impegno e dell’innovazione culinaria di oggi. I piatti tipici di Lubiana possono essere visti come veri e propri manoscritti che narrano l’identità culinaria della città.

Quindi, quando visiterai Lubiana, assicurati di assaggiare alcune delle delizie locali. Quando sfoglierai il menu dei ristoranti, cerca le pagine
con il logo Taste Ljubljana. In alcuni ristoranti troverai solo uno di piatti o delle bevande tipiche inseriti nell’elenco, mentre in altri l’offerta sarà più estesa, ma in ogni caso l’accoglienza sarà sempre calorosa e l’esperienza autentica. Lubiana inoltre ha anche due squisiti birrifici: Union, fondata nel 1864, e Kratochwill, che porta avanti la tradizione dei birrifici boemi. Per avere un quadro completo della cultura alimentare e gastronomica della città, visita il bel Mercato Centrale di Lubiana, opera del famoso architetto sloveno Jože Plečnik, che tradizionalmente è dove i cittadini si incontrano per fare due chiacchiere, oltre che la spesa. Come avrai capito, Lubiana merita assolutamente di essere visitata. Ama davvero il cibo e lo dimostra con un’offerta gastronomica pensata per ogni gusto e adatta a tutte le tasche. Come la sua città, è antica e giovane, familiare e cosmopolita allo stesso tempo.

Sai che Lubiana ha un suo menù di pranzo tipico? Il menù tipico è stato introdotto nel XIX secolo, quando i cittadini iniziarono a recarsi nelle Gostilnas alla periferia della città, il sabato e la domenica, per pranzare. La composizione del menù è rimasta invariata fino ai giorni nostri ed è ancora legata all’usanza di riunire le famiglie nei fine settimana. Consiste in diversi piatti, a cominciare dalla lingua di manzo affumicata e bollita, una zuppa di manzo con con tagliatelle o “bleki” (quadrati di pasta), coda di bue bollita o un altro taglio di manzo con patate saltate, servita con salsa all’uovo con erba cipollina e rafano con panna o mele, e un’insalata che prende il nome da Valentin Vodnik, l’autore del primo libro di cucina in lingua slovena, risalente al 1799. Per dessert, se non si è ancora sazi, si può scegliere tra frittelle di ricotta con dragoncello e strudel di mele. Dopo di che, tutto ciò che serve è un buon bicchiere di vino, un tintinnio e un “Cheers”!

Pražen krompir: patate saltate

Sono il piatto di patate sloveno più popolare, serviti la domenica e nelle occasioni di festa e un punto fermo nei menù dei ristoranti. Nel 2002 è stata addirittura fondata una società per il riconoscimento delle patate saltate come piatto unico.

Prazen Krompir

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Un piatto amatissimo a Lubiana, il Prazen krompir

Šmarnogorski ričet: stufato d’orzo di Šmarna gora

Un famoso stufato di orzo perlato con verdure e carne servito dalla tradizionale gostilna in cima alla collina di Šmarna gora (669 m), una popolare meta escursionistica alla periferia di Lubiana.

Gulasch di Lubiana

Negli anni ’30, diverse ricette di gulasch di Lubiana sono state pubblicate negli Stati Uniti, sulla rivista Zarja – The Dawn, la pubblicazione ufficiale dell’Unione delle donne slovene d’America. Le ricette, scritte da diversi collaboratori della rivista, testimoniano il fatto che gli emigranti sloveni non hanno perso il legame con le abitudini culinarie della terra d’origine.

“Malo mešano”: Gulasch e stufato di trippa

Da mangiare alla Gostilna Šestica (colloquialmente “Pri zeksarju”) di fronte al grattacielo di Nebotičnik, una delle più antiche Gostilna di Lubiana. Le sue origini risalgono addirittura al 1776. Popolare e apprezzata per due ricette in particolare, il gulasch e la trippa, i suoi avventori erano soliti ordinare mezza porzione dell’uno e dell’altra: così il piatto iniziò ad essere chiamato “Malo
mešano” (un po’ di tutto) ed è ancora oggi una delle specialità tra le offerte culinarie di questa gostilna.

Mušelni: capesante finte gratinate

Un delizioso piatto di carne gratinata servito in conchiglie di capesante per imitare le capesante gratinate. Un esempio di
imitazione di piatti tradizionalmente consumati dalle famiglie di Lubiana in passato.

Salsiccia Kranjska

Una deliziosa salsiccia preparata secondo una ricetta registrata nel 1896. La salsiccia è originaria della Slovenia e viene venduta con il nome di “kranjska klobasa” (salsiccia di Kranjska) almeno dalla fine del XVIII secolo.

Salsiccia Kranjska

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Una pila di tradizionali salsicce Kranjska

Animelle di vitello fritte con piselli verdi

Nell’ex ristorante Fiala di Lubiana, il 30 novembre 1912 venne celebrata una cena di gala dopo una rappresentazione teatrale. Il menù prevedeva ostriche, zuppa in tazza, branzino con salsa tartara e animelle di vitello fritte con piselli verdi, ricetta poi ripetuta e ormai considerata parte della tradizione.

(Unione) Hopel popel

Una varietà di un piatto unico berlinese preparato dall’Hotel Union di Lubiana a partire dal 1920 con patate, uova, carne di maiale (o di vitello) e uova, prosciutto o salsiccia kranjska.

Piatto a base di uova di Lubiana

Un delizioso piatto, menzionato per la prima volta in un libro di cucina del 1868, a base di uova al forno con spugnole ed erbe miste, servito come antipasto o piatto principale.

Štokfiš o štokviš: merluzzo a strati con patate

Un piatto popolare di baccalà a strati con patate comunemente preparato per la Quaresima e in inverno, tradizionalmente servito con crauti saltati o brasati.

Cosce di rana

Una specialità locale tradizionalmente famosa. Le cosce di rana sono comunemente impanate e fritte o arrostite. Un posto perfetto per assaggiarle è la Gostilna Pri Žabarju di Lubiana.

Žganci volanti: pollo fritto

Bacchette e ali di pollo fritte, un tempo molto popolari tra i lavoratori del porto cittadino che, in modo umoristico, chiamavano questo piatto come “žganci volanti”. Lo žganci” è un piatto quotidiano a base di farina bollita, comunemente associato alla povertà e alla lotta per la sopravvivenza.

Cappone arrosto

I capponi, o galli castrati, venivano originariamente serviti solo nei castelli. Gradualmente, iniziarono a essere consumati anche nelle città.  Questo valeva anche per Lubiana, soprattutto in occasione di feste delle famiglie più ricche e come piatto incluso nei menu festivi di numerosi ristoranti. Dopo la seconda guerra mondiale, l’allevamento di capponi è diminuito e non sono stati utilizzati per la preparazione di piatti. Negli ultimi anni, l’allevamento di capponi è stato rilanciato e la loro carne è tornata ad essere presente nelle offerte culinarie e nei menu delle famiglie.

Pollo con gamberi ripieno

Kuharske bukve, il primo libro di cucina mai scritto in lingua slovena, riporta nel suo terzo capitolo anche una ricetta, la numero 22, intitolata “pollo con granchiin salsa di bacche di ginepro”. Sulla base della ricetta originale pubbicata nel 1799 sul libro di Valentin Vodnik, a cui è dedicata la statua presso il mercato centrale di Lubiana, gli chef Luka Jezeršek eAna Šušteršič del ristorante Dvor Jezeršek hanno adattato l’antica ricetta per preparare il pollo ripieno di gamberi di fiume.

Il burek di Lubiana

La vita nell’ex Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, in risposta alle migrazioni post-seconda guerra mondiale di persone provenienti dai vicini Balcani verso la Slovenia, ha portato all’introduzione del burek come piatto popolare negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso  Si tratta in realtà di un pasticcio di pasta fillo con un ripieno di ricotta, di carne o di verdure. I produttori di burek a Lubiana sono noti anche come gli inventori di un nuovo piatto, che è una sintesi di due ricette tipiche del cibo di strada. Negli anni ’90 infatti hanno iniziato a preparare il burek alla pizza.

Burek sloveno

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Il favoloso Burek alla pizza sloveno

Všenat zele: crauti con semola di miglio

I crauti con le semole di miglio sono deliziosi sia come piatto a sé stante o come contorno a vari piatti di carne, soprattutto vari piatti a base di carne, in particolare lo stinco arrosto di maiale o di vitello.

Janška vezivka: pane dolce festivo

Le focacce festive splendidamente decorate del villaggio di villaggio di Janče, alla periferia orientale di Lubiana.

Štruklji : rotoli di pasta fillo

Bolliti o cotti al forno con ripieno, comunemente preparati a Lubiana dal XVII secolo. Oltre 80 diverse varietà di štruklji,
sia dolci che salate, sono preparate in Slovenia e spesso vengono serviti come simbolo di ospitalità.

Frittelle al dragoncello

Frittelle gratinate il cui sapore particolare è dovuto al fatto che il ripieno di formaggio è a base di dragoncello.
In Slovenia, a differenza di altre parti del mondo, il dragoncello è tipicamente utilizzato in piatti dolci, invece che in quelli salati.

Potica slovena

Il dolce più caratteristico della Slovenia, menzionato per la prima volta nel 1575 dallo scrittore protestante Primož Trubar. La potica viene preparata con innumerevoli ripieni diversi, anche salati, e viene cotta in una speciale teglia chiamata “potičnik”. La varietà più tradizionale slovena è quella con il dragoncello, la più popolare quella con le noci.

Potica slovena

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Uno dei dolci più buoni di Lubiana, la Potica

Potica del drago

Questa insolita varietà di potica è disponibile solo in un negozio di souvenir a Zvonček, vicino al Triplo Ponte di Lubiana. La ricetta della Dragon potica è segreta ed è stata inventata dalla governante di un ricco commerciante di vini di Lubiana, viziato dalla lei con questo delizioso dessert.

Torta di Lubiana

Un dolce tipico di Lubiana legato alla storia di un cuoco che deliziò la figlia del signore del castello di Lubiana con un’eccezionale torta e fu ricompensato con la sua mano. Al banchetto nuziale si mangiò solo questa torta, che è tuttora una caratteristica speciale nella selezione di Lubiana. La ricetta della torta di Lubiana è sempre stata un segreto strettamente custodito, e quindi questa prelibatezza viene offerta solo in selezionati ristoranti. È composta da ingredienti tipici dell’area alpina slovena, ovvero farina di grano saraceno, castagne, zucca, fichi, miele, mandorle e zucca, fichi, miele, mandorle e cioccolato.

Prekmurska gibanica

Torta a strati tipica della regione del Prekmurje, composta da diversi strati di pasta sfoglia ripieni di noci, semi di papavero, ricotta e frutta secca.

Kremšnita

La celebre torta alla crema di Bled, composta da uno strato di pasta sfoglia croccante, una crema pasticcera alla vaniglia e panna montata.

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Come muoversi in metro a Varsavia

La metropolitana di Varsavia (Metro Warszawskie), tra le più moderne d’Europa, è un mezzo di trasporto efficiente e comodo per spostarsi nella capitale polacca. Con due linee che si intersecano nel centro, per una lunghezza complessiva di circa 41 km e un totale di 39 stazioni, copre gran parte delle zone turistiche e offre collegamenti veloci con i quartieri periferici.

I treni circolano dalle 5:00 alle 00:00 durante la settimana e fino alle 3:00 nei fine settimana. La frequenza delle corse varia a seconda dell’ora del giorno, con un intervallo di circa 2-3 minuti nelle ore di punta, di 5-10 minuti durante le altre fasce orarie e di circa 15 minuti negli orari serali. Su entrambe le linee i treni impiegano circa 30 minuti per viaggiare da un capolinea all’altro.

La linea M1 è la prima linea della metro di Varsavia. È stata inaugurata nel 1995 e l’ultima estensione risale al 2008. È lunga 23 km e ha 21 stazioni (più 2 in progetto), la cui distanza media, l’una dall’altra, è di circa 1 km. La linea M1 attraversa la città da nord a sud, collegando le stazioni di Kabaty e Młociny, attraversando i quartieri di Bielany, Żoliborz, Śródmieście, Mokotów e Ursynów.
La linea M1 non passa direttamente sotto il centro storico di Varsavia, la principale attrazione turistica della città, che ha pochi collegamenti con i trasporti pubblici, ma la fermata più prossima si trova a circa 600 metri a ovest del centro. Inoltre non si collega direttamente alla stazione ferroviaria centrale di Varsavia, la cui fermata più vicina si trova a oltre 400 metri a est.

La linea M2 attraversa la città da est a ovest, dalle stazioni di Brodno a quella di Bemowo, per un totale di 18 stazioni. Le due linee si intersecano alla stazione Świętokrzyska.

Biglietti e Tariffe

La metro utilizza lo stesso sistema tariffario a zone di autobus e tram, pertanto lo stesso biglietto è valido per tutti e tre i mezzi di trasporto. I biglietti per la metro di Varsavia possono essere acquistati nelle stazioni nei Passenger Service Points, alle macchinette automatiche, presso le biglietterie, a bordo degli autobus (solo con carta di credito), nei chioschi o in alcuni negozi di alimentari, oppure tramite le app autorizzate come Mobilet, Mpay, Jakdojade, Skycash o Gopay:

• Biglietto da 20 minuti: 3,40 zł (circa 0,80 €) valido per 20 minuti dalla convalida
• Biglietto unico da 75 minuti: 4,40zł (circa 1 €) valido per 75 minuti dalla convalida
• Biglietto unico da 90 minuti: 7 zł (circa 1,60 €) valido per 90 minuti dalla convalida
• Biglietto giornaliero (24 ore): 15zł (circa 3,50€ ) consente viaggi illimitati per 24 ore dalla convalida
• Biglietto 3 giorni (72 ore): 36 zł (circa 8,40€) valido per 72 ore dalla convalida
• Biglietto del fine settimana: 24zł ((circa 5,60 €) consente viaggi illimitati dal venerdì alle 19:00 al lunedì alle 8:00.

Quando si viaggia in metropolitana, per accedere al binario è necessario convalidare il biglietto e passare attraverso i tornelli, oppure utilizzare l’obliteratrice disponibile accanto all’ascensore. Tutti i biglietti e le franchigie della tariffa ZTM sono validi nella zona dei biglietti della metropolitana.
I passeggeri con biglietti acquistati su un veicolo o su un’applicazione mobile possono accedere alla piattaforma utilizzando i varchi dotati di lettori di codici QR che ne consentono l’apertura.

Metro di Varsavia

Fonte: iStock

Metro di Varsavia, Polonia

Come trovare le stazioni della metro di Varsavia

E’ facile individuare le stazioni della metro, segnalate dalle insegne rotonde con il logo M rosso in campo giallo e il nome della stazione. Di solito sono posizionate agli incroci, quindi dispongono di diverse entrate e uscite, spesso in corrispondenza delle fermate del tram e dell’autobus.
All’interno di ogni stazione, oltre ai distributori automatici di biglietti, è possibile trovare dei minimarket dove acquistare generi di prima necessità, in quelle più grandi anche negozi, bar e caffetterie.

In tutte le stazioni si trova uno schema della linea metropolitana, utile per orientarsi. La maggior parte dei treni sono dotati di annunci audio e quelli più recenti dispongono anche di schermi che riportano il nome della stazione successiva in polacco e in inglese. All’uscita dalla stazione potrebbero trovarsi dei tornelli, ma non è necessario convalidare nuovamente il biglietto.

Norme di sicurezza

La metro di Varsavia è generalmente considerata sicura, ma come in tutte le grandi città è consigliabile prestare attenzione ai propri effetti personali, evitare di portare con sé oggetti di valore non necessari e non lasciare oggetti incustoditi, soprattutto durante le ore di maggiore affollamento.
In caso di comportamenti sospetti o situazioni di emergenza, rivolgersi al personale di sicurezza presente nelle stazioni o sui treni.
Durante le ore di punta i vagoni possono essere affollati, soprattutto nelle stazioni centrali, se possibile è quindi consigliabile viaggiare in orari meno trafficati.
Se si hanno molti bagagli, potrebbe essere più comodo utilizzare gli ascensori presenti in tutte le stazioni, oppure prendere gli autobus o i tram, che dispongono di maggior spazio.
E’ buona norma prestare attenzione alle mappe e alle indicazioni presenti nelle stazioni per orientarsi correttamente, seguire le indicazioni e i regolamenti affissi nelle stazioni, e in caso di dubbi o difficoltà, non esitare a chiedere aiuto al personale di stazione.

Consigli utili

La metropolitana di Varsavia è accessibile ai disabili con ascensori e percorsi tattili e in caso di necessità, è possibile richiedere assistenza al personale di stazione. E’ consigliabile avere con sé una mappa della metropolitana per orientarsi facilmente, disponibili gratuitamente presso le stazioni. Inoltre, alcune app di navigazione, come Google Maps o Jakdojade, possono essere un valido aiuto per pianificare il viaggio in metro e fornire indicazioni in tempo reale.

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Termesso, l’antica città che Alessandro Magno non riuscì a conquistare

Termesso è un’antica città della Turchia che sorge su una collina dell’attuale provincia  di Adalia. Si tratta di un luogo poco noto ai turisti ma che racconta di un passato glorioso e di cui è possibile ancora oggi ammirarne le tracce: Alessandro Magno provò a conquistarla nel 333 a.C. ma fallì. Fu probabilmente per questo che i romani accettarono la loro richiesta di rimanere indipendenti e alleati, nel 70 a.C.. Coloro che la abitavano all’epoca, infatti, erano pisidiani, ovvero un popolo particolarmente feroce e bellicoso. Di questo importante passato sono ancora oggi visibili numerosi resti, spesso deserti perché i viaggiatori che raggiungono questa città, situata a circa 1600 metri di altitudine, sono davvero pochi.

Termesso, cosa aspettarsi

Fu Bellerofonte a fondare la preziosa città di Termesso, un luogo altamente straordinario al punto che Alessandro Magno la paragonò ad un nido d’aquila. Gli storici dell’epoca che raccontarono la fallita impresa del re di Macedonia, infatti, descrissero Termesso come una località piena di insormontabili barriere naturali.

Nel momento in cui diventò alleata di Roma, gli fu concesso lo status di “indipendente” dal senato, secondo cui venivano garantiti la sua libertà ed i suoi diritti. Un’indipendenza importantissima e che fu mantenuta per lungo tempo, quasi fino al suo abbandono che concise con la distruzione dell’acquedotto a causa di un terremoto, che tolse il rifornimento d’acqua a chi la abitava.

Oggi Termesso è uno spettacolare gioiello archeologico, una delle città antiche più impressionanti della Turchia. Un luogo decisamente fuori dal comune in quanto riesce a fondere in armonia storia e paesaggio, panorami e silenzio, natura e distruzione.

Termesso, Tuchia

Fonte: iStock

Termesso, dove la natura si fonda con la storia

La vegetazione cerca ogni giorno di riprendersi il suo posto, oggi occupato (in parte) dai resti di giganteschi mausolei, vaste cisterne sotterranee, templi, imponenti mura cittadine e un teatro mozzafiato arroccato su una collina che offre panorami che si estendono per chilometri.

Ma non solo, perché tra queste rovine dimora anche un’insolita abbondanza di specie animali e vegetali rare, protette all’interno del Parco Nazionale di Mount Güllük-Termessos.

Cosa vedere

Termesso inizia a sorprendere sin da subito: le prime (e affascinanti) rovine che si incontrano risiedono in quello che oggi è il suo parcheggio. Da lì in poi, però, bisogna armarsi di abbondante acqua e forza di volontà, perché per raggiungere la altre numerose meraviglie ben conservate occorre intraprendere una salita abbastanza ripida e sentieri spesso irregolari. Uno sforzo che, certamente, verrà ripagato in quanto l’antica città di Termesso è uno dei pochi siti che è stato lasciato nel suo stato originale.

Passeggiando sulla via principale

Passeggiando sulla via principale si incontra una strada a gradini che porta in città, ma non senza perdere lo sguardo tra antiche meraviglie. Proprio da qui, infatti, si può ammirare il famoso passo Yenice, nel quale scorre l’antica via che i Termessiani chiamavano “Via del re”, le imponenti mura fortificate del periodo ellenista, cisterne e tantissimi altri resti pieni di iscrizioni.

L’antica piazza

La piazza principale dell’antica città di Termesso è un concentrato di vecchi (e preziosi) edifici, tra cui spicca senza ombra di dubbio l’agorà con le sue peculiari caratteristiche architettoniche e con cinque grandi cisterne scavate nella roccia. Una zona da visitare con interesse e con calma, soprattutto perché ideale per godersi un po’ d’ombra.

Uno sguardo al teatro

Ad est dell’agorà riposano i resti del teatro che, molto probabilmente, era l’edificio più straordinario della città. Le caratteristiche sono quelle di un teatro romano, pur mantenendo il progetto del periodo ellenista. La sua capacità totale era di circa 4000/5000 spettatori, mentre sotto al palco si trovavano cinque piccole sale in cui erano tenuti gli animali selvatici.

A 100 metri di distanza dal teatro ecco l’ odeon, ancora ben conservato in tutte le sue parti, che mostra la grande qualità dell’edilizia con pietre tagliate. Il piano superiore è decorato in stile dorico, quello inferiore è invece privo di decorazioni.

I tantissimi templi

Sui templi, a Termesso, c’è davvero l’imbarazzo della scelta: ce ne sono di varie dimensioni e tipi. Quattro di questi sorgono nei pressi dell’odeon. Il primo, di cui è rimasto solo un muro alto cinque metri, colpisce per lo splendido stile edilizio con cui è stato edificato e si ritiene che fosse dedicato al dio protettore della città, Zeus Solimeo.

Il secondo sorge invece vicino all’angolo sud-occidentale dell’odeon e sembrerebbe intitolato ad Artemide e datato alla fine del II secolo. Ad est di quest’ultimo ci sono i resti di un tempio dorico che si ritiene fosse il più grande di Termesso e, come l’altro, dedicato ad Artemide.

I templi di Termesso

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Le rovine di un bellissimo tempio di Termesso

Ci sono poi le rovine di un altro piccolo tempio costruito su una terrazza scavata nella roccia. Di particolare interesse è che, contrariamente alle regole architettoniche classiche, l’entrata si trova a destra, ad indicare che potrebbe essere stato dedicato ad un semidio o ad un eroe. Infine altri due templi di ordine corinzio e di tipo prostilo costruiti in onore di divinità sconosciute.

I grandi cimiteri

Oltre le città dei vivi, Termesso ospita anche quelle dei morti, quindi dei cimiteri. All’interno delle mura sono conservate aree di tombe scavate nella roccia, che si pensa abbiano ospitato anche Alcetas, uno dei generali di Alessandro Magno, la cui tomba è stata però saccheggiata.

Oltre a questo, sono presenti diversi sarcofagi che sono rimasti nascosti per secoli tra il groviglio di alberi, insieme a ciò che rimaneva dei corpi dei poveri che venivano sepolti in semplici pietre, argilla o legno. Le tombe di famiglie ricche, invece, erano poste in strutture straordinariamente decorate e modellate per assumere la forma del morto. Ne veniva persino riportata la genealogia, o i nomi di coloro che avevano il permesso di essere sepolti insieme a chi vi stava all’interno. Ma non è tutto, perché vi sono anche iscrizioni che annunciavano vendette divine contro chi avrebbe profanato la tomba e rubato gli oggetti.

Le altre meraviglie da scoprire

Visitando le antiche rovine di Termesso si scoprono anche altri edifici civili e religiosi particolarmente notevoli. Una delle strutture più interessanti somiglia ad una casa del periodo romano poiché vi è un’iscrizione che riporta che il sui proprietario era il fondatore della città. Quasi sicuramente non è così, perché è molto più probabile che sia un regalo fatto al proprietario per servigi straordinari resi alla comunità. Ci sono poi le antiche terme, il cosiddetto Gymnasium e una bellissima e grande tomba ornata da un elaborato rilievo di leoni.

Infine, non dimenticate di trascorrere un po’ di tempo presso il Parco Nazionale di Güllükdağı Termessos che circonda il sito, in quanto ricco di fauna selvatica, con ben 680 specie di piante e anche con il piccolo Museo della Flora e della Fauna che risulta davvero particolare e interessante.

Termesso è un segreto ben custodito della Turchia, un luogo dalla storia eccezionale e che meriterebbe ben più turismo di quello che effettivamente ha.