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Vacanze a New York: il sogno americano low cost

Visite ai musei, spettacoli e gallerie, nella città che non dorme mai le cose da vedere sono talmente tante che a volte non si ha il tempo e il budget a disposizione per visitarle tutte. New York è una città affascinante, ma anche molto costosa, però non c’è bisogno di svuotare il conto in banca per vivere in pieno l’atmosfera della Grande Mela, ci sono parchi, edifici ed eventi che possono essere gustati gratuitamente.

Le attrazioni immerse nel verde

Verde ed edifici urbani possono convivere tranquillamente e New York lo dimostra con luoghi immersi nella natura. Con aree gioco per i bambini, laghi e statue, Central Park è l’attrazione a costo zero in cui scoprire un angolo della metropoli. Uno dei simboli è lo Strawberry Field Memorial, un giardino dedicato a John Lennon, in cui accanto a piante e fiori è possibile ammirare un mosaico con la scritta “Imagine” in stile pompeiano. Per le famiglie l’associazione che gestisce il parco mette a disposizione un’escursione di circa 90 minuti totalmente gratis in cui scoprire i paesaggi e gli ecosistemi presenti nel luogo.

Central Park non è l’unica attrazione immersa nel verde, Governors Island, raggiungibile attraverso un traghetto che costa pochi dollari, nei suoi 70 ettari ospita aree dedicate al minigolf, percorsi ciclabili e permette di fare il classico pic-nic. Nella zona nord-orientale di Prospect Park, c’è poi il Brooklyn Botanic Garden con giardini, serre, fiori e meravigliosi laghetti, che da marzo a novembre può essere visitato gratuitamente il venerdì.

Veduta dall'alto di Central Park

Fonte: iStock

La bellezza e la natura di Central Park

Alla scoperta della vera New York

Per ammirare le opere d’arte presenti nella Grande Mela non bisogna andare necessariamente in un museo, ma ci si può recare nella Grand Central Terminal. Non è una semplice stazione ferroviaria, ma la più grande del mondo, con tanto di soffitti affrescati e l’orologio che è diventato il simbolo di questo posto con le sue quattro facce. Lo stesso discorso vale per la New York Public Library, una delle più frequentate della città americana. All’interno sono presenti libri antichi e introvabili, oltre ad esposizioni particolari, come ad esempio quella dedicata a Winnie-the-Pooh, il celebre orsetto dei cartoni animati. E che dire del Brooklyn Brewery? A New York anche un birrificio può trasformarsi in un’esperienza indimenticabile. Il tour all’interno dell’edificio termina con la degustazione di una buona birra artigianale, spendendo pochi dollari. Il bere può essere accompagnato poi dalla buona musica, meglio ancora se quella jazz del Barbès di Brooklyn che permette ogni sera di assistere a sessioni completamente gratuite.

Il Memorial costruito dopo l'11 settembre

Fonte: 123RF

Il Memorial dell’11 settembre

Quando si parla di musica, però, viene subito in mente un’altra forma d’arte, la pittura. Nella zona di Chelsea sono presenti numerose gallerie d’arte, tutte a ingresso gratuito e che fanno capire cosa significa la vita culturale a New York. Il National September 11 Memorial con le due grandi fontane costruite dove una volta sorgevano le Torri Gemelle è un’altra tappa fissa da accompagnare a una visita al vicino Memorial Museum dell’11 settembre, gratuita ogni martedì a partire dalle 17:00.

Infine, un viaggio a New York non può fare a meno di uno dei suoi simboli, la Statua della Libertà. Grazie ai traghetti gratuiti della linea Staten Island Ferry, si può ammirare questo inconfondibile monumento che domina il paesaggio newyorkese.

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La spiaggia italiana con un fiume che si getta in mare

Cosa succede quando le acque turchesi di un piccolo fiume si riversano nel mare? Solitamente ha origine un bellissimo panorama naturale, ma c’è almeno un caso in cui quella che nasce è una vera e propria oasi unica al mondo, una meraviglia che lascia tutti senza fiato.

La spiaggia di Chidro, paradiso naturale

Il Salento è una terra dalle mille sorprese, dove si incontrano paesaggi incantevoli e un’antichissima tradizione fatta di arte, cultura e saporitissime prelibatezze. Da sempre tra le mete preferite dai turisti per le vacanze estive, vanta una lunga serie di spiagge meravigliose che sono diventate celebri in tutto il mondo, e che nulla hanno da invidiare ad alcuni paradisi esotici – non a caso alcune di queste località prendono il nome di Maldive del Salento. È nel tratto di costa pugliese affacciata sul mar Ionio che la natura ha dato vita ad una bellezza incredibile, perlopiù sconosciuta a chi viene da fuori (e che per questo mantiene ancora intatto il suo fascino).

Stiamo parlando della spiaggia di Chidro, che prende il nome dall’omonimo fiume da cui ha avuto origine. Questo breve corso d’acqua nasce nel cuore della regione, a metà strada circa tra Taranto e Lecce: per la maggior parte della sua lunghezza, scorre sotto terra in un ambiente che ha un immenso valore storico e naturalistico. Non solo è l’habitat di numerose specie ittiche, alcune delle quali molto rare, ma è anche il sito in cui sono stati scoperti dei preziosi sarcofagi marmorei risalenti all’epoca romana. È una vera perla per chi ama le immersioni subacquee, perché nei suoi 13 km scavati nelle profondità della terra regala visioni mozzafiato.

Ma è nel suo emergere alla luce del sole che il fiume compie qualcosa di straordinario. Gli ultimi 500 metri del suo corso si dipanano in superficie, in una breve ma suggestiva fuga verso il mare. Ed è qui che nasce una spiaggia deliziosa, in una cornice naturale fatta di fitte canne, verde vegetazione lussureggiante e sabbia bianchissima. Le acque del Chidro, fredde e cristalline, si mescolano con quelle molto più calde dello Ionio e creano una piccola zona dove la temperatura è perfetta per trovare il giusto refrigerio durante le roventi giornate estive.

La splendida spiaggia del fiume Chidro

Fonte: iStock | Ph. simona flamigni

La spiaggia del fiume Chidro

Il fiume Chidro, tra storia e leggenda

Il fiume Chidro, seppure brevissimo nel suo tratto fuori terra, è racchiuso in un panorama incantevole. La Riserva Naturale che ha avuto origine dalla sua foce include la bellissima spiaggia dove grandi e piccini si recano per giocare in acque fresche e godersi un paesaggio da sogno. Ma non tutti sanno che questo luogo meraviglioso nasconde un’antica leggenda. Si narra che San Pietro Apostolo, nel viaggio per mare che lo avrebbe condotto a Roma, fece scalo proprio in Puglia per rifornire di acqua la sua nave. Pare che sia proprio la sorgente del fiume Chidro ad aver visto i primi battesimi effettuati dal santo.

Ma la leggenda ha diverse varianti: una di esse racconta che San Pietro attraversò il fiume piangendo, e che le sue lacrime si trasformarono immediatamente in conchiglie. Per questo motivo gli antichi abitanti di questa zona erano soliti raccogliere conchiglie e conservarle, per omaggiare l’Apostolo e preservare le sue lacrime pietrificate. Un’altra versione vuole invece che San Pietro giunse in questa località e si fece il segno della croce davanti ad una statua raffigurante Zeus, la quale andò in mille frantumi davanti al suo gesto.

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Come in un quadro: in viaggio dentro l’urlo di Munch

L’arte ha la caratteristica di stupire, di anticipare i tempi e di mostrare l’interiorità con pochi colpi di pennello ed Edvard Munch in tutto questo era un vero e proprio maestro. Il pittore norvegese attivo tra fine Ottocento e inizio Novecento ha dato vita a opere cariche di soggettività, segnando un punto di svolta nella storia dell’arte.

La sua fonte di ispirazione è stata spesso Oslo, la capitale della Norvegia che con la sua luce nordica e i misteriosi panorami è stata immortalata nell’iconico dipinto “L’Urlo”. Per rivivere le stesse sensazioni vissute dal pittore, la tappa alla collina di Ekeberg è d’obbligo.

L’incantevole collina di Ekeberg

Quello che contraddistingue Oslo rispetto alle altre città è la natura rigogliosa che si esprime al meglio attraverso colline, isole e penisole che la circondano. Per godere al meglio della vista di questa località, non bisogna salire su un grattacielo ma addentrarsi nella natura e visitare l’incantevole collina di Ekeberg. Definirla semplicemente una collina è limitativo, Ekeberg è molto di più. Di sicuro è molto cambiata rispetto al periodo in cui Munch era solito frequentarla, ma tutte le sensazioni provate dal pittore sono ancora vive.

Arrivare in cima a questa collina non è difficile, basta addentrarsi in uno dei sentieri circondati dal verde che partono dalla Città Vecchia oppure prendere il tram e scendere alla fermata intitolata al parco di Ekeberg (Ekerbergparken). Oltre al verde, la vista viene immediatamente catturata da sculture realizzate da artisti di fama internazionale come Dalì, Rodin e Renoir, che è possibile incontrare passeggiando nel parco e che fanno da cornice al panorama. Anche un semplice pasto nel parco di Ekeberg diventa l’occasione per respirare altra arte e altra storia. È qui infatti che sorge il Ristorante Ekeberg che può essere considerato un vero e proprio monumento del Neoclassico e da cui è possibile godere di una delle viste migliori e più romantiche della città.

Una veduta di Oslo dall'alto

Fonte: iStock/Vladislav Mavrin

Uno scorcio di Oslo dalla collina di Ekeberg

Cosa vedere ad Oslo

Oslo però non è soltanto il parco di Ekeberg. Dalla collina è possibile ammirare alcuni dei simboli di questa città, come ad esempio il Palazzo dell’Opera che emerge dall’acqua in tutta la maestosità del vetro e del marmo bianco, oppure il Museo Munch, realizzato in onore di uno dei concittadini più illustri. Se poi si vuole andare alla ricerca della Oslo più autentica, non può mancare una tappa alla Fortezza di Akershus, un monumento che è conosciuto più semplicemente come “Castello”. Esiste dal 1200 e quindi può “raccontare” molto della storia della capitale norvegese.

Le luci di Oslo

Fonte: iStock

Una romantica veduta di Oslo

La ricerca di edifici storici a Oslo non può fare a meno della Chiesa del Nostro Salvatore, la cattedrale barocca della città che incanta per le sue vetrate istoriate e per il soffitto in cui sono raffigurati episodi del Nuovo e Vecchio Testamento. Ultimo ma non meno importante è il Parco di Vigeland, un vero e proprio museo a cielo aperto con sculture in granito e bronzo, anche se la vera attrazione è il Monolite, una colonna di 17 metri composta da figure umane “intrecciate” tra loro, resa ancora più spettacolare e romantica dal tramonto.

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Croazia Europa Idee di Viaggio parchi naturali vacanza natura Viaggi

Scopriamo la Lika-Senj! Riposa la mente nella natura incontaminata

National Park Plitvice Lakes archive

La Croazia è una terra piena di meraviglie, molte delle quali si trovano nella sua regione dalla superficie più grande – quella della Lika e di Segna (Ličko-senjska županija). Qui si possono ammirare meravigliosi altopiani caratterizzati da campi attraversati da fiumi sotterranei e montagne che si fondono con il cielo e il mare. Mentre dalle cime si gode di una vista mozzafiato sulle isole.

Motorcycle and islands – TB Lika-Senj County

Nonostante sia la regione croata con la superficie più grande, la Lika è contemporaneamente quella meno popolata. Chi volesse esplorare i suoi luoghi d’interesse naturale e culturale potrà farlo senza affollamenti. In ogni angolo di questa regione, caratterizzata da due parchi nazionali, regna infatti un’atmosfera tranquilla. Con una delle montagne più alte e più belle al suo centro, il Velebit, la regione della Lika e di Segna, è come una barriera che protegge l’Adriatico dal freddo clima continentale. Se non conoscete la regione della Lika e di Segna, lasciatevi ispirare da quest’ambiente e scoprite quale personaggio geniale vi nacque.

Un parco nazionale in ogni angolo

Una delle tante meraviglie della natura in questo territorio sono i laghi e le cascate che rappresentano un connubio affascinante tra Carso e acqua. Il Parco nazionale dei laghi di Plitvice fa parte della lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. I suoi sedici laghi di colore verde-azzurro creano un panorama assolutamente indimenticabile ed è impossibile decidere se questa meraviglia, con la sua ricca flora e fauna, sia più affascinante in una giornata serena o di neve. I ponticelli di legno conducono a piedi attraverso questo fantastico parco mentre i laghi si possono visitare con un battello turistico oppure con un trenino.

View from Velebit mountain to Adriatic cost and Islands – TB Lika-Senj County

“Una vita non basta per il Velebit”: gli appassionati di questa montagna descrivono così la sua rigogliosa maestosità. Il Parco nazionale del Velebit settentrionale è solamente una fra le perle di questa catena montuosa che comprende anche il Parco nazionale di Paklenica. Il Parco nazionale del Velebit settentrionale presenta una moltitudine di diversità naturali con i suoi boschi, i prati, le rocce e gli animali, ma anche le tracce della presenza umana con i muretti a secco e le tradizionali dimore dei pastori. Oltre all’escursionismo e al trail running, il Velebit suscita emozioni anche per ciò che si trova al di sotto. Provate lo speleoturismo ed esplorate il suo sottosuolo alla scoperta di grotte, caverne, corridoi, fiumi e laghi sotterranei.

In bicicletta o a piedi attraverso la natura, la storia e le leggende

Cycling on Velebit – TB Lika-Senj County

Dal Velebit al Podgorje, sino a Novalja, sull’isola di Pago (Pag) ci sono numerosi percorsi ciclabili. La varietà del terreno e del paesaggio offrono a ciclisti ricreativi e professionisti la possibilità di vivere interessanti escursioni sia in biciletta da corsa che in mountain bike.

Fra i percorsi a disposizione anche i sentieri di Winnetou, il personaggio principale del leggendario romanzo. Infatti, il Velebit è stato scelto per le riprese dell’omonimo film proprio grazie a un ambiente che si adatta perfettamente allo scenario di un classico film western. Il territorio della Lika è ideale da percorrere a piedi, praticando attività come il trail running, il trekking o l’escursionismo. In questo modo potrete ammirare il paesaggio, respirando a pieni polmoni.

In quest’ambiente, che invita a passeggiare, è nato il Festival croato della camminata che si svolge a Gospić e Otočac su due percorsi di varia lunghezza. Sull’isola di Pago potete percorrere uno dei percorsi trekking più belli della Croazia, quello in cui si svolge la gara trail Life on Mars. Il vostro impegno per ogni chilometro percorso verrà ripagato da un panorama stupendo. Perché la gara si chiama proprio così? Questo dovrete scoprirlo da soli!

Cratia walking festival – TB Lika-Senj County

L’adrenalina sgorga anche dall’acqua: potete sentirla durante le varie attività acquatiche come il rafting o il torrentismo. Infatti, proprio la natura incontaminata offre le condizioni migliori per praticare degli sport estremi e adrenalinici. Per ammirare la Lika dall’alto c’è il parapendio, mentre per un ottimo team building – oltre alle attività già nominate – ci sono lo sci, la fotografia e altri sport adrenalinici.

Sapori di montagna e di mare

Traditional food – National Park Plitvice Lakes archive

La Regione della Lika e di Segna sono il luogo in cui s’incontrano i profumi del mare, della salvia, delle olive e della bora, ma anche quelli dell’erba, del fieno e del bosco. Nel litorale o sull’isola di Pago potete assaporare il pesce, il sale, l’olio d’oliva, il rosmarino e la salvia, accompagnati dal prosciutto crudo stagionato al vento di bora e dai formaggi locali. Nell’entroterra troverete invece il latte fresco, i formaggi come lo “škripavac”, la carne d’agnello allo spiedo o cotta sotto il coppo, le patate arrostite, il cavolo cappuccio, la trota del fiume Gacka, il granoturco e la farina. E ancora le prugne e i funghi che giungono dalla parte continentale della regione. Molte ricette provengono da una cucina tradizionale e contadina e testimoniano le usanze e il modo di vivere di un tempo, mantenendo così la tradizione e sperimentando tutte le meraviglie della Lika.

Un ambiente che ispira

La tranquillità e la natura incontaminata fanno di quest’ambiente una fonte d’ispirazione. Infatti, un piccolo paese della Regione della Lika e di Segna è il luogo in cui nacque Nikola Tesla, uno dei più grandi visionari del XX secolo che, con le sue riflessioni e invenzioni, cambiò e segnò per sempre la storia. Il Centro memoriale di Nikola Tesla è costituito da edifici tradizionali e da strutture nuove, fra questi ll casa natale in cui si trova un’esposizione multimediale. Il centro si trova a Smiljan, un paese vicino a Gospić: in questa destinazione meravigliosa potrete scoprire tutto sul genio che ha cambiato il mondo.

Nikola Tesla – TB Lika-Senj County

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Venezia secondo i gondolieri: gli itinerari consigliati

Chi meglio di loro conosce Venezia, ne ha esplorato ogni canale e ogni angolo, è passato sotto ogni ponte e remato sotto ogni palazzo. Ecco perché i gondolieri di Venezia sono le migliori guide turistiche che si possano trovare in città, a cui chiedere qualunque informazione e i segreti, anche più reconditi, che la città ancora nasconde.

Ma soprattutto, se si cercano itinerari insoliti, fuori dalle classiche rotte e dalle orde dei turisti che ogni giorno sbarcano in laguna, luoghi che spesso neppure i veneziani conoscono, o anche quelli imperdibili, sono solo i gondolieri, che per anni hanno portato i turisti sulle loro gondole, che possono indicare al meglio i luoghi dove andare.

Gli itinerari fuori rotta sono stati raccolti in una guida intitolata “Venezia. La guida officiale dei Gondolieri”, edita dalla casa editrice Lineadacqua e redatta insieme all’Associazione gondolieri di Venezia con il supporto di Terrazza Aperol. Gli itinerari sono sei, per andare alla scoperta degli scorci e dei luoghi più affascinanti e intimi della Laguna. Scegliete il tour che preferite.

Venezia: itinerario dei gondolieri no. 1

Come i veneziani. Dalla stazione al traghetto di Santa Sofia.

Tappe:

– La Chiesa e il Giardino degli Scalzi
• Chiesa degli Scalzi
• Giardino Mistico dei Carmelitani Scalzi

– Il campo e la chiesa dei Santi Geremia e Lucia

– Palazzo Labia

– Il Ghetto di Venezia
• Ponte delle Guglie
• Campo del Gheto Novo
• Fondamenta degli Ormesini
• Fondamenta della Misericordia
• Campo dei Mori

– Madonna dell’Orto
• Campo della Madonna dell’Orto e la sua chiesa
• Palazzo Mastelli detto del Cammello

– Scuola Grande di Santa Maria della Misericordia
• Scuola Grande Santa Maria della Misericordia
• Ca d’Oro

Da non perdere: il Ghetto ebraico, Madonna dell’Orto, la Ca’ d’Oro.

Venezia: itinerario dei gondolieri no. 2

Nel cuore di Venezia. Dal Mercato di Rialto a Riva del vin.

Tappe:

– Rialto l’isola del mercato
• Campo della Pescheria
• Campo San Giacomo di Rialto
• Erbaria
Ponte di Rialto

– Verso Ca’ Pesaro
• San Giovanni Elemosinario
• Chiesa di San Cassiano
• Ca’ Pesaro

– La chiesa di San Stae e Palazzo Mocenigo
• Chiesa di San Stae
• Scuola dei Tiraoro e Battioro
• Palazzo Mocenigo

– Campo San Giacomo dell’Orio
• Campo San Giacomo dell’Orio
• Chiesa di San Giacomo Maggiore
• Museo di Storia Naturale

– Campo San Polo
• Campo San Polo
• Chiesa di San Polo

– Verso la Gondola di Riva del Vin
• Campo di Sant’Aponal
• Chiesa di San Silvestro

Da non perdere: il Mercato di Rialto, Campo San Giacomo dell’Orio, Campo San Polo.

Venezia: itinerario dei gondolieri no. 3

Venezia eclettica. Da Riva del Carbon a San Tomà.

Tappe:

– Da Riva del Carbon a Santa Maria dei Miracoli
• Ca’ Farsetti
• Campo San Bortolomio
• Fontego dei Tedeschi
• Corte Del Milion
• Chiesa di Santa Maria dei Miracoli

– Campo Santi Giovanni e Paolo
• Campo Santi Giovanni e Paolo
• Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo

– Scuola Grande di San Marco

– Campo Santa Maria Formosa
• Campo Santa Maria Formosa
• Chiesa di Santa Maria Formosa
• Scuola dei Casseleri

– Fondazione Querini Stampalia
• Palazzo Querini Stampalia

– Da San Bartolomeo a Palazzo Fortuny
• Chiesa di San Salvador
• Scuola di San Teodoro
• Teatro Goldoni
• Campo San Luca
• Campo Manin
• Palazzo Contarini del Bovolo
• Palazzo Fortuny
Palazzo Grassi

Da non perdere: Campo Santi Giovanni e Paolo, Campo Santa Maria Formosa, Scala del Bovolo.

Venezia: itinerario dei gondolieri no. 4

La Venezia dei campi. Da San Tomà a Santa Maria del Giglio.

Tappe:

– Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari
• Basilica dei Frari
• Archivio di Stato
• Scuola Grande di San Giovanni Evangelista
• Campo San Rocco

– La Scuola Grande di San Rocco

– Scuola Grande di San Marco

– Da Campo Santa Margherita a San Sebastiano
• Campo Santa Margherita
• Ponte dei Pugni
• Campo San Barnaba
• Ca’ Rezzonico
• Chiesa di San Sebastiano

– Le Zattere e lo squero San Trovaso
• Le Zattere
• Squero San Trovaso

– La Galleria e il Ponte dell’Accademia
• Galleria dell’Accademia
• Ponte dell’Accademia
• Campo Santo Stefano (dove si trova anche la Terrazza Aperol)

– Campo Santo Stefano (o Morosini)
• Conservatorio di Musica Benedetto Marcello

– Verso La Fenice e la gondola
• Campo Sant’Angelo
Gran Teatro la Fenice
• Santa Maria del Giglio

Da non perdere: le Gallerie dell’Accademia, la Scuola Grande di San Rocco, Campo Santa Margherita.

Venezia: itinerario dei gondolieri no. 5

Venezia d’artista. Da Santa Maria del Giglio a parada Dogana.

Tappe:

– Collezione Peggy Guggenheim

– Campo San Vio e Palazzo Cini
• Campo San Vio
• Palazzo Cini

– Incurabili e Spirito Santo
• Ex Ospedale degli Incurabili
• Scuola dello Spirito Santo
• Giudecca

– Basilica del Redentore
• Basilica del Redentore
• Isola di San Giorgio
• Chiesa di San Giorgio
• Magazzini del Sale
• Fondazione Emilio e Annabianca Vedova

– Basilica della Madonna della Salute

– Punta della Dogana

Da non perdere: la Collezione Peggy Guggenheim, la Basilica della Salute, Punta della Dogana.

Venezia: itinerario dei gondolieri no. 6

San Marco e oltre. Da parada Dogana a San Pietro di Castello.

Tappe:

– Dai Giardini Reali alle Procuratie
• Giardini Reali
• Biblioteca Nazionale Marciana
• Procuratie Vecchie
• Procuratie Nuove
• Procuratie Nuovissime
• Museo Correr

– Dai Giardini Reali alle Procuratie
Piazza San Marco
• Campanile di San Marco

– Palazzo Ducale e la piazzetta
• Colonne di Marco e Todaro
• Palazzo Ducale

– Ponte dei Sospiri e le prigioni

– Verso Castello
• Campo San Zaccaria
• Chiesa di San Giorgio dei Greci
• Scuola Dalmata dei Santi Giorgio e Trifone, o degli Schiavoni

– L’Arsenale e via Garibaldi
• Arsenale di Venezia
• Via Garibaldi
• San Pietro di Castello

Da non perdere: piazza San Marco, l’Arsenale di Venezia, San Pietro di Castello.

Venezia: itinerario lagunare

Alla scoperta delle isole. Tra artigianato, cultura e natura.

Tappe:

– Torcello
Burano
– Murano
– Lido
– Sant’Erasmo
– Vignole
– San Lazzaro degli Armeni

Da non perdere: le spiagge del Lido, le case colorate di Burano, la basilica di Torcello.

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Selvaggia, solitaria e romantica: la tua isola da sogno è italiana

Ci sono posti nel mondo che non ci stancheremmo mai di visitare perché ospitano attrazioni iconiche e celebri, siano esse create da Madre Natura o dall’uomo. Sono le stesse che ogni giorno spingono migliaia di viaggiatori ad attraversare il globo pur di vederle, ammirarle e fotografarle.

Eppure questi luoghi, per quanto straordinariamente affascinanti, pagano lo scotto della loro popolarità trasformandosi in località affollate dai turisti, soprattutto durante l’alta stagione. Le stesse che spesso vogliamo evitare per goderci un’esperienza off radar all’insegna della pace e del relax.

Per fortuna, però, il mondo è pieno di meraviglie ancora poco esplorate. E per scoprire la prossima destinazione lontana dalla folla non dobbiamo andare poi così lontano perché in Italia esiste un’isola selvaggia, solitaria e romantica, un luogo da sogno in cui perdersi e immergersi. Questo posto si chiama Levanzo ed è bellissimo.

Benvenuti a Levanzo

Ci troviamo nel cuore delle Egadi, sulla più piccola dell’arcipelago siciliano situato tra basso Tirreno e canale di Sicilia. È qui che possiamo esplorare un’isola da sogno che sembra uscita da una fiaba. Un luogo dove il tempo sembra fermo e sospeso, immune da tutte le leggi che scandiscono la nostra quotidianità.

Un piccolo lembo di terra bagnato da acque turchesi e cristalline che brillano al sole e che si infrangono su baie e calette nascoste tutte da scoprire. Un paradiso terrestre solitario, e ancora incontaminato, che è così bello e suggestivo da sembrare un sogno. E invece è reale ed è bellissimo.

Sull’isola vivono appena 200 anime le cui vite sono scandite da ritmi lenti che seguono l’andamento del mare, le stesse che ci spingono a vivere un’esperienza slow e indimenticabile. In questo piccolo angolo di Sicilia, infatti, ci si muove a piedi o in bicicletta. Ci si rilassa sotto il sole o si osservano le golden hour più belle del nostro Paese. Ma si esplorano anche i fondali e le grotte e ci si spinge al largo per ammirare quel paesaggio che sembra uscito da una cartolina.

Questo luogo estremamente romantico è diventato con il tempo la meta ideale per le vacanze romantiche, ma anche per le fughe dalla città e, in generale, per tutte le persone che desiderano vivere una vacanza all’insegna della pace e del relax.

Il cuore del paese, invece, è caratterizzato da un gruppo di casette bianche che affacciano sul porticciolo e che viste da lontano sembrano ricreare un piccolo e suggestivo presepe.

Sono solo 5 i chilometri quadrati che caratterizzano il territorio di Levanzo, eppure questi bastano a racchiudere su questa terra splendide meraviglie naturali che convivono alla perfezione con la storia antica collegata alla sua nascita. L’isola, infatti, ha ricoperto un ruolo fondamentale durante la battaglia delle Egadi per la conquista del Mediterraneo nel 241 a.C., come dimostrano le numerose testimonianze ritrovate proprio nelle acque che bagnano Levanzo.

Levanzo

Fonte: iStock

Levanzo

Una vacanza solitarie e bellissima su un’isola italiana

Se è una vacanza da sogno e lontana dalle mete più battute dal turismo di massa, quella che desiderate vivere, allora Levanzo è il posto giusto.

Ci sono le calette e le spiagge solitarie, quelle raggiungibili a piedi dalle vie principali o dai sentieri nascosti, oppure in barca. E poi c’è la Grotta del Genovese, una delle risorse più preziose dell’isola nonché importante testimonianza testimonianza preistorica in Sicilia.

Qui non ci sono fast food, né catene di grandi negozi. Non ci sono auto, né traffico e nemmeno discoteche. Ma c’è la bellezza assoluta della natura, del mare e della montagna. Quella osservabile da Pizzo Monaco, il promontorio che svetta a un’altezza di 270 metri caratterizzando l’intero paesaggio o dal Faro di Capo Grosso. Fermatevi a osservare ogni centimetro di questi cinque chilometri quadrati e godetevi gli scorci che si spalancano passo dopo passo: la vista, da qui, è meravigliosa.

Levanzo

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Levanzo
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Benvenuti nella città greca dove non sembra di stare in Grecia

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio in Grecia in qualsiasi periodo dell’anno. Del resto le cose da fare e da vedere sono tantissime: le acque turchesi e cristalline che circondano tutto intorno le isole, i siti archeologici, storici e leggendari, e le tradizioni meravigliose che si tramando da secoli. La verità è che questo Paese non smette mai di stupire, affascinare e incantare i viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

Eppure c’è un luogo qui che non ha nulla a che fare con quegli scenari da cartolina che ben conosciamo. Qui non ci sono le casette bianche o le cupole blu che tanto ci piace fotografare, non ci sono neanche le stradine acciottolate dove si affacciano botteghe, ristorantini e piccole chiese. Qui non c’è neanche il mare.

Eppure Ioànnina, così insolita e diversa, è una città straordinaria che merita di essere scoperta. Un luogo lontano dai sentieri più battuti dal turismo di massa che conserva una storia incredibile che vive e sopravvive in quelle ricchissime testimonianze che caratterizzano le strade e i quartieri, tutto il territorio. Pronti a partire?

Benvenuti a Ioànnina

Un viaggio a Ioànnina si traduce in un’esperienza al di fuori dell’ordinario, un’avventura sicuramente insolita che non assomiglia a nessun’altra. Questa città, immersa nella Grecia Continentale, ha una storia affascinante, seducente e suggestiva legata indissolubilmente alla figura di un eccentrico sovrano e dell’Impero Ottomano.

Lontano dalle Isole Cicladi, che distano da Ioànnina migliaia di chilometri, e dalla capitale del Paese, questa città non offre un’esperienza standardizzata come quelle che troviamo negli altri luoghi turistici, ma offre un itinerario storico e culturale, affascinante e seducente che ci catapulta in un mondo lontano e diverso da quello che conosciamo.

La città, come abbiamo anticipato, non è bagnata dal mare, ma sorge sulle rive del lago Pamvotida che crea uno scenario quasi fiabesco. Capoluogo della regione dell’Epiro, Ioànnina è circondata tutto intorno dalla natura che regna sovrana. L’azzurro delle acque lascia il posto al verde lussureggiante e selvaggio che si alterna a canyon, ai fiumi e ai laghi.

E a proposito di fiumi, da qui è possibile andare alla scoperta dell’Acheronte, il corso d’acqua che nella mitologia greca veniva attraversato da Caronte per trasportare le anime dei morti dell’aldilà.

Rovine della biblioteca ottomana, Ioànnina

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Rovine della biblioteca ottomana, Ioànnina

Cosa fare e cosa vedere

Ioànnina è legata indissolubilmente alla figura di Alì Pascià Tepeleni, politico e militare albanese che creò, tra Grecia e Albania, un regno quasi indipendente dall’Impero Ottomano. La sua fama era così tanta che furono molti i personaggi illustri che giungevano a corte, tra cui anche Napoleone. La sua figura è descritta anche nel romanzo Il conte di Montecristo.

Sotto il suo controllo Ioànnina conobbe il massimo del suo splendore, ma tanto era il potere del sovrano che il sultano Mahmud II decise di stroncare la sua ascesa. Ali Pascià fu così ucciso e la sua testa consegnata al sultano. I resti del suo corpo, oggi, sono conservati in città. A lui è dedicato anche un Museo sul vicino isolotto di Nissi.

La storia, suggestiva e anche un po’ tragica, ci porta quindi nel cuore di Ioànnina che oggi pulsa ancora all’interno della cerchia muraria. È qui che sono ospitati tutta una serie di tesori del passato come le rovine della biblioteca ottomana, l’antica sinagoga e le case storiche che sono state trasformate in boutique hotel.

Tutto intorno, invece, è possibile ammirare visioni straordinarie che offrono prospettive sul passato e sul presente. E a proposito di scorci meravigliosi, imperdibile è il lago Pamvotida che caratterizza l’intero panorama della città.

Il lago, che affonda le sue origini in oltre 20000 anni fa, offre degli scorci fiabeschi e incredibili che si possono ammirare passeggiando tra le strade che lo circondano. Lo stesso lago, però, si può anche attraversare per raggiungere la piccola isola di Nissi che ospita alcune dei monasteri bizantini più belli del territorio.

Moschea Fethiye, tomba di Ali Pasha. Ioànnina

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Moschea Fethiye, tomba di Ali Pasha. Ioànnina
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Un parco artistico magico colora l’entroterra calabro

Nel cuore della Calabria, a Mammola, nella parte più a sud della provincia di Reggio Calabria e nascosto ai piedi dell’Aspromonte c’è MuSaBa, un parco museo a cielo aperto immerso nella vallata del Torbido e a circa una decina di chilometri dalle acqua cristalline del Mar Ionio. Un progetto nato nel 1969 per opera di due artisti visionari, Nick Spatari e Hiske Maas che, dopo diverse collaborazioni di pregio con personaggi di spicco del panorama artistico contemporaneo, tra cui Picasso, Sartre, Le Corbusier, Jean Cocteau, Max Ernst, ecc., decisero di donare una nuova vita a un posto abbandonato della Locride, sul versante Ionico della Calabria. Nel cuore di un’area dalle bellezze mozzafiato.

Un parco museo e laboratorio di arte contemporanea, nato intorno ai resti di un antico monastero del X secolo. E un luogo che unisce tra loro il moderno all’antico, in un turbinio di emozioni da vivere e in cui immergersi totalmente sperimentando in prima persona l’arte e l’universo di colori, materie, forme, tecniche e genialità creativa che lo caratterizzano.

La storia

MuSaBa, Parco Museo Laboratorio Santa Barbara, nasce sul finire degli anni ’60 inizialmente come associazione Museo Santa Barbara per poi diventare, nel corso del 2014, MuSaBa Fondazione Spatari/Maas. Un sogno che è stato reso reale dalla volontà di due giovani artisti, Nick Spatari, di origine calabrese e nato proprio a Mammola (scomparso a 91 anni nel 2020) e la moglie e artista olandese Hiske Maas, conosciuta nel periodo in cui i due vissero a Parigi.

Dopo qualche anno trascorso a Milano, dove aprirono la Galleria Studio Hiske, accessibile ad artisti e non, i due decisero di tornare al paese natale di lui, appunto Mammola e ritrovandosi immersi in un luogo in cui la natura aveva preso il sopravvento, piena di bellezza, energia e mistero. E fu esattamente qui che, ammaliati dal posto, decisero di stabilirvisi e di iniziare la realizzazione di un progetto visionario, audace ma carico dei sogni di entrambi, il Museo Santa Barbara, pensato per essere un mix tra parco-museo-scuola e laboratorio d’arte.

Un progetto che di fatto, riporta l’artista alle sue origini, nel luogo in cui si sviluppò la sua vena artistica che proprio qui si mostra in tutta la sua forza e creatività.

Il progetto

Inizialmente, quando i due giovani arrivano nel 1969, quello che trovarono non era altro che un insieme di resti abbandonati, testimonianza di un’epoca passata e, fino a quel punto, dimenticata. Un rudere, certo, ma carico di storia, di fascino e di magia.

Circondato dalla natura selvaggia ma anche di un’atmosfera magnetica e di straordinaria potenza di cui i due artisti si innamorano all’istante, decidendo di donare nuova vita alla zona e iniziando la promozione un progetto di recupero durato circa cinquant’anni. L’obiettivo era quello di realizzare delle iniziative culturali per la promozione del patrimonio architettonico e ambientale calabrese e che oggi si snoda all’interno di bellissimo parco di 7 ettari in cui poter ammirare le opere realizzate nel corso del tempo da Nik e Hiske e da altri artisti contemporanei internazionali.

Il tutto in un museo d’arte a cielo aperto dal fascino suggestivo e dall’alto valore artistico immerso in un contesto naturale di pura bellezza e tra i ruderi del monastero sul quale è nato.

Cosa vedere a MuSaBa

Un piano ampio, che si sviluppa in un concentrato d’arte a 360° e che, tra le altre, ha visto la creazione di opere e progetti volti all’arricchimento di tutti.

Come la foresteria, una delle opere più imponenti del MuSaBa, nata per assolvere alle diverse esigenze funzionali del parco museo. Un luogo realizzato ispirandosi alla vita monastica, in cui sono presenti delle stanze o “celle”, con ben 22 posti letto, decorate secondo il genio creativo dell’artista. Qui, nel chiostro della foresteria stessa, è possibile ammirare il Mosaico Monumentale ad opera dello stesso Spatari. Un produzione artistica carica di colori (segno distintivo dell’artista), architettura e geometrie, e che raffigura una serie di scene tratte dalla tradizione cristiana e alla civiltà sumera.

Un’opera magistrale e in cui le migliaia di piastrelle colorate utilizzate per la composizione del mosaico danno vita a uno spettacolo senza fine che vi rimarrà nel cuore per sempre.

Musaba mosaico

Fonte: Wikipedia

Il Mosaico Monumentale

All’interno del chiostro, poi, è possibile vedere anche L’Ombra della sera, una scultura alta ben 15 metri realizzata interamente in ferro che raffigura la sagoma di un uomo sottile, come una sorta di guardia posta a difesa del museo e dell’arte tutta.

Altra opera da non perdere e che rende MuSaBa un luogo carico di vitalità, energia, magia e avanguardia artistica, poi, è il laboratorio di sperimentazione artistica realizzato dal recupero dell’ex stazione ferroviaria Santa Barbara. Patrimonio per artisti e per chiunque voglia cimentarsi nell’arte e dar sfogo alla propria creatività. Ma non solo. Perché le opere da ammirare a MuSaBa sono davvero tante e una più affascinante dell’altra.

Come, per esempio, La farfalla, un’opera iconica posta all’esterno della foresteria, il Concetto universale che nelle forme richiama una piramide, così come la chiesa di Santa Barbara, dove fermarsi ad ammirare rapiti Il sogno di Giacobbe, opera di Spatari che ricopre quelle che un tempo furono l’abside e la volta della chiesa e la Rosa dei Venti, l’ultimo grande lavoro di Nik e Hiske che venne ultimata nel corso del 2013.

Oltre alle innumerevoli opere dei due creatori del luogo e di altri numerosi artisti del panorama internazionale. Che nel corso degli anni hanno visitato, abitato e donato il loro contributo, lasciando al parco museo opere e interventi artistici di puro splendore e che potete trovare disseminate in tutto il parco.

Un viaggio nella bellezza, che racconta la storia d’amore vissuta dai due artisti e l’amore e totale devozione verso l’arte, in ogni sua forma, colore o dimensione. E di cui, grazie al MuSaBa e alla determinazione di chi ne ha consentito la nascita, è possibile godere in un’esperienza emozionale e visiva a 360°. Lasciandosi trasportare dalle sensazioni che solo il connubio armonioso tra arte e natura sanno suscitare. Il tutto unito dallo spirito libero di entrambe e dalla magia della terra che le ospita.

Non resta che correre a vistare questo luogo dai tratti surreali.

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Il Canyon delle Timpe Rosse, opera della natura modellata dal tempo e dall’acqua

Mare, sole e tante spiagge stupende: la Calabria è una meta perfetta per l’estate, e il turismo balneare in effetti è una delle sue prerogative più celebri. Tuttavia, basta addentrarsi un pochino per scoprire che le bellezze di questa regione non si limitano assolutamente solo all’incantevole litorale. La natura offre il meglio di sé tra suggestivi parchi ricchi di vegetazione e impetuosi corsi d’acqua che si snodano in un paesaggio da favola. Ed è proprio la forza dell’acqua ad averci regalato un piccolo capolavoro assolutamente da esplorare: il Canyon delle Timpe Rosse.

Canyon delle Timpe Rosse, bellezza della natura

Immaginate un piccolo torrente dalle acque cristalline, che scorre vivace in mezzo ad una rigogliosa vegetazione, attraversando per pochi chilometri l’entroterra calabrese per poi gettarsi nel mar Ionio lungo quel bellissimo tratto di litorale chiamato Costa degli Aranci. Ecco, questo è il torrente Uria: uno dei tantissimi brevi corsi d’acqua che affollano questa regione, ma che si distingue per una particolarità. Nei millenni, il suo incessante lavorio sulla roccia ha dato vita al Canyon delle Timpe Rosse, una perla quasi sconosciuta e dal fascino rarissimo.

Qui i colori sono incantevoli, una visione che toglie il fiato. L’area è caratterizzata dalla presenza di imponenti rocce di arenaria rossa, la cui sfumatura così particolare è dovuta alla ricchezza di ferro nel terreno. Il contrasto con il verde della natura lussureggiante che circonda il canyon è davvero suggestivo: una meraviglia che si amplifica al tramonto, quando gli ultimi raggi tiepidi del sole riflettono ancor di più il rosso delle rocce facendole sembrare quasi in fiamme. E ad aver dato origine a questo spettacolo unico al mondo è stato proprio il torrente Uria, che ha modellato le pareti in geometrie bizzarre e ricche di fascino.

Canyon delle Timpe Rosse

Fonte: Wikimedia | Ph. Timpano Gianfranco

Il Canyon delle Timpe Rosse

Escursione al Canyon delle Timpe Rosse

Il Canyon delle Timpe Rosse offre un’escursione assolutamente imperdibile, ma decisamente ardua. Si tratta di un percorso breve, che si può effettuare in circa un paio d’ore, ma prevede una discesa piuttosto ripida che non è adatta ai meno esperti. Il paesaggio è bellissimo, impreziosito da graminacee, giaggioli siculi e fichi selvatici: colori e profumi, soprattutto in primavera e in estate, regalano la prima grande emozione di questo piccolo viaggio. Il sentiero conduce velocemente verso il basso, presso l’alveo del fiume, dove il canyon si apre in tutto il suo splendore.

Qui, maestosi pinnacoli più chiari, che madre natura ha realizzato con la roccia calcarea, puntano verso il cielo formando bizzarre sculture che mente umana non avrebbe mai potuto ideare. Una volta guadato il corso d’acqua, non resta che addentrarsi tra le imponenti pareti rocciose di un rosso meraviglioso. Questo è il canyon vero e proprio, dove il silenzio è interrotto solamente dallo scrosciare dell’acqua sulle pietre e dagli sporadici rumori degli uccelli. Tra le rocce, è possibile infatti avvistare numerosi buchi che offrono riparo ai tanti rapaci che nidificano in questa zona, tra cui il capovaccaio. Mentre le pareti si restringono sempre di più, il paesaggio si fa via via più incantevole. E alla fine ecco il sole brillare di nuovo su un’ampia distesa interrotta, anche qui, da pinnacoli scolpiti mirabilmente dal vento.

Canyon delle Timpe Rosse, come raggiungerlo

Dove si trova questa bellezza della natura? Il Canyon delle Timpe Rosse sorge a poca distanza dal borgo di Zagarise, in provincia di Catanzaro: questa è un’area ancora prevalentemente selvaggia e incontaminata, nel cuore del Parco Nazionale della Sila. Boschi lussureggianti si aprono a pochi passi dal paese, offrendo ai turisti una splendida esperienza a contatto con la natura. Addentrandosi un po’, è possibile trovare panorami incantevoli tutti da scoprire. Tra il mare e le montagne, incastonato in mezzo a campagne ricche di uliveti e verdi pascoli, si apre il paesaggio del Canyon delle Timpe Rosse.

Cosa vedere nei pressi del Canyon delle Timpe Rosse

Dopo aver ammirato il canyon e aver esplorato le sue profondità, resta sicuramente un po’ di tempo per andare alla scoperta dei dintorni. A partire proprio dal borgo di Zagarise, il cui centro storico racchiude splendide testimonianze architettoniche di un passato molto remoto. Assolutamente da vedere è la Torre Normanna, imponente fortificazione eretta probabilmente in un periodo compreso tra il XIII e il XIV secolo. Per chi vuole invece fare un viaggio indietro nel tempo, si può visitare il Museo dell’Olio d’Oliva e della Civiltà Contadina: allestito in un antico frantoio nel cuore del paese, permette di scoprire usi e tradizioni della popolazione calabrese.

Ovviamente, al di là del piccolo borgo calabrese, ciò che di più bello c’è da vedere è l’incredibile spettacolo naturale offerto da questa regione. L’acqua è un elemento fondamentale del paesaggio, ed è qui che dà vita a delle cascate deliziose. Una delle più suggestive è la Cascata del Campanaro, dove un piccolo torrente si getta sulle rocce ricoperte di felci sottostanti, creando un laghetto graziosissimo incastonato tra il verde. È una vera e propria oasi di serenità, raggiungibile mediante un bel sentiero che permette di ammirare anche un antico ponte e un pagliaro contadino.

Un altro angolo da fiaba è quello dove nasce la Cascata dell’Inferno. Il suo nome suscita inquietudine: il corso d’acqua cristallina e freddissima ha origine da una spaccatura nelle rocce e si insinua in un canyon alto ben 27 metri, attraversando due pareti ripide e vicinissime. Ai suoi piedi, una minuscola piscina naturale sembra sprofondare nelle viscere della terra, tanto che in passato si riteneva questa potesse essere una delle porte dell’inferno. In realtà, si tratta di un paesaggio sublime in grado di dare grande tranquillità, l’ideale dove trascorrere qualche ora in pieno relax dopo aver affrontato una lunga scarpinata per raggiungere la cascata.

Infine, per gli amanti del trekking ad alta quota, ci si può dedicare ad una suggestiva escursione sul Monte Gariglione. Stiamo parlando della vetta più alta della Sila, con i suoi oltre 1.750 metri: dall’alto, dopo aver camminato a lungo tra pini e faggi, si può godere di un panorama mozzafiato che si spinge sino al mare Ionio e, addirittura, al mar Tirreno. L’area attrezzata per i picnic è un piccolo angolo di paradiso, perfetto per riposarsi un po’ e godersi l’aria fresca in estate. Mentre, durante la stagione delle nevi, i più sportivi possono concedersi un po’ di sci di fondo.

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In Italia esiste una “piazza” che si allunga sul mare: è bellissima

Ci meritiamo tutti un panorama vista mare, che sia solo per il breve periodo vacanziero, o per una vita intera. Perché la verità è che quelle distese di acque turchesi, blu e verdi che si perdono all’orizzonte, e che fanno bene al cuore e all’anima, ci affascinano da sempre.

Il mare è la più grande fonte di ispirazione di poeti, artisti e scrittori, è la scenografia perfetta per i nostri ricordi di viaggio e per le esperienze più romantiche e suggestive. Non stupisce, quindi, quella continua ricerca di distese infinite di acque trasparenti e cristalline che ci affanniamo a fare ogni volta che organizziamo una gita fuori città o una vacanza più lunga.

Ed è proprio partendo da questa consapevolezza che oggi abbiamo deciso di portarvi in un luogo incantato del BelPaese. In un lido tanto celebre, quanto frequentato, dal quale si snoda un pontile che si allunga verso il mare e che termina con una piazza sospesa sull’acqua. Uno spazio pubblico in cui è possibile stare e restare per contemplare il mare. Benvenuti sul pontile di Lido di Camaiore.

Lido di Camaiore

Per i vacanzieri innamorati dell’Italia e della costa toscana il Lido di Camaiore è un vero e proprio punto di riferimento, meta prediletta di weekend fuori città e di vacanze all’insegna del relax e della bellezza.

Questa località, compresa tra Viareggio e Marina di Pietrasanta, è diventata la destinazione ideale di famiglie, coppie e gruppi di amici che cercano esperienze di viaggio vista mare, ma è anche il punto di riferimento per andare alla scoperta del centro storico di Camaiore e del suo affascinante e suggestivo entroterra.

Il Lido di Camaiore è caratterizzato da spiagge di sabbia dorata e fine, tutte debitamente attrezzate per garantire comfort e relax. A prima vista, questo lungomare potrebbe assomigliare a tanti altri che abbiamo visto e frequentato nel BelPaese. Eppure questo luogo ha qualcosa di straordinario.

Si tratta di un pontile costruito di recente che cattura subito l’attenzione di chi giunge sul lungomare. Dai lineamenti contemporanei e quasi futuristici, questo lungo stradone conduce le persone verso il mare terminando in una grande piazza circolare dalla quale è possibile contemplare il mare che si perde all’infinito.

Camminando sul pontile, sospeso sul mar Tirreno della Versilia, si possono ammirare gli scenari straordinari dove regna incontrastato il mare. Nonostante la sua recente costruzione, il pontile di Lido di Camaiore è diventato simbolo e icona della località.

Il pontile sul mare

Avvistare il pontile di Lido di Camaiore è semplicissimo, questa strada pedonale che si snoda sul mare per circa 200 metri, infatti, è situata proprio al centro della passeggiata del lungomare.

Il pontile, nella sua fase finale, si trasforma in una piazza tondeggiante sospesa sul mare. Qui si trova anche un bar all’aperto dove è possibile sorseggiare un drink vista mare. Imperdibile è l’ora del tramonto, quando l’ultimo saluto del sole infuoca tutto il panorama circostante.

Libero, gratuito e accessibile a tutti, il pontile di Lido di Camaiore è percorribile anche di notte, un momento affascinante e suggestivo durante il quale le persone possono lasciarsi guidare solo dalla luce delle stella e dalla candida Luna.

Attraversarlo è un’esperienza straordinaria che fa bene al cuore e all’anima, perché sembra davvero di poter prendere il largo camminando sospesi sul mare. Una volta giunti alla fine della strada godetevi il panorama: da qui la vista è bellissima.