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In Qatar uno dei siti archeologici più incredibili al mondo

Il Qatar non è fatto solo di avveniristici grattacieli a Doha e di natura primordiale che comprende il deserto di dune che cantano e la costa ricoperta di mangrovie. La storia di questo Paese è molto lunga e anche molto ricca di testimonianze che sono in pochi ancora a conoscere.

Le misteriose incisioni rupestri del Qatar

Nel Nord del Paese, a una novantina di chilometri dalla Capitale, c’è un luogo chiamato Al Jassasiya, nel bel mezzo del deserto roccioso. È uno dei più suggestivi per via delle antichissime incisioni rupestri che sono state scoperte.

Il sito comprende ben 874 incisioni, note come “petroglifi”, le più antiche delle quali si ritiene risalgano al Neolitico. Tuttavia, alcuni studiosi non sarebbero d’accordo con questa datazione, ma sarebbero convinti che le incisioni sono molto più recenti.

I petroglifi sono stati attentamente studiati e catalogati dagli archeologi che hanno identificato le incisioni su roccia di Al Jassasiya come uno dei siti più antichi del Qatar. Alcuni degli esperti suggeriscono che le incisioni potrebbero risalire al III secolo a.C., mentre altri le collocano tra il X e il XVIII secolo d.C., quindi molto più recenti.

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Fonte: 123rf

Una delle incisioni nella roccia ad Al-Jassasiya, nel Nord del Qatar

La scoperta e le ipotesi

Quando scoprirono il sito di Al Jassasiya nel 1957 pensavano fosse una grotta o una cava di arenaria. Nessuno avrebbe mai immaginato cosa nascondesse veramente.

Si tratta di un luogo che ancora oggi è carico di mistero. Le incisioni sulla roccia occupano una superficie di circa 700 metri e rappresentano diverse forme, come pesci, ostriche, rosette e coppelle.

Gli intagli a forma di “dau”, conservati fino a oggi, permettono di risalire a un passato lontano mentre le coppelle potrebbero rappresentare dei recipienti utilizzati per contenere le perle – sulla costa una volta la raccolta delle perle era l’attività principale delle popolazione – o per giocare ad antichi giochi da tavolo come quello che ancora oggi in Africa e Asia conoscono come “mancala” o “gioco di semina” e che un tempo qui era chiamato Al Haloosa o Al Huwaila.

La parola “Al Jassasiya” in arabo significa “collina” o anche “coloro che cercano” e, poiché il sito si trova su una zona rialzata a picco sul mare, probabilmente veniva usata come punto di vedetta per controllare le navi in entrata nel Qatar.

Un’altra importante scoperta che è stata fatta nei pressi del sito è quella dei resti di insediamenti residenziali. In questi alloggi è stato ritrovato del vasellame risalente al XV secolo.

Questo luogo, ricco di fascino e decisamente inaspettato che merita assolutamente una visita se si decide di visitare il Qatar, resta ancora oggi un enigma, a tanti anni di distanza dalla scoperta.

Vale la pena andarci anche per un alto motivo: nei pressi del sito lungo la costa si trova una delle spiagge più famose del Qatar per la sua bellezza unica. La spiaggia di Al Jassasiya è un’oasi nascosta, con le mangrovie a fare da sfondo verde al bianco della sabbia e alle acque cristalline e poco profonde. Un vero paradiso conosciuto da pochi.

 

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Wukang Road: come percorrere la strada iconica della Cina

Una miscela di tradizione e modernità: Shanghai è una città che stupisce per la capacità di far convivere in un solo luogo due anime così diverse, ma complementari. Conosciuta anche come la “Parigi d’oriente” o la “Perla d’oriente” ha avuto uno sviluppo repentino che è palpabile percorrendo le vie del centro ricche di grattacieli e edifici moderni. Addentrandosi tra le vie della metropoli, però, si possono scoprire angoli e strade incantevoli che permettono di fare un tuffo nel passato.

Una di queste è la Wukang Road, una stradina di poco più di un chilometro (1,183 per la precisione) situata nel nel distretto Xuhui in cui la tranquillità regna sovrana e offre una visione di una Shanghai antica e ricca di mistero.

Una strada che racchiude lo stile europeo

Partendo da Huaihai Road fino a Anfu Road, potrai concederti una passeggiata di circa 30 minuti che ti farà entrare in contatto con strutture ed edifici pronti a catapultarti nella vecchia Shanghai. Il nome della strada infatti, non è stato sempre Wukang Road, ma Route Ferguson, in onore del suo costruttore. John Calvin Ferguson, era un educatore americano a capo della Nanyang Public School. L’uomo nel 1897 decise di impiegare il suo stipendio per realizzare la strada e facilitare l’accesso degli studenti e dei colleghi alla scuola. Solo nel 1943 è stata ribattezzata Wukang Road, mentre nel 2011 è stata riconosciuta come una delle strade storiche e culturali nazionali della Cina.

Una dimora della Wukang Road

Fonte: IPA

Uno degli edifici che si possono ammirare lungo la Wukang Road

L’atmosfera magica regna sovrana lungo tutto il percorso, complici anche gli alberi di Wutong che unendosi creano una sorta di arco e incorniciano la strada. Passeggiando lungo la via, poi, si riesce a percepire ancora viva la presenza straniera attraverso i numerosi edifici che richiamano gli stili architettonici europei come quello mediterraneo, inglese e francese che hanno caratteristiche uniche e senza tempo.

Conoscere Shangai attraverso gli edifici storici

Respirare il passato lungo la Wukang Road è possibile non solo percorrendo la stradina, ma anche ammirando alcuni edifici che con la loro imponenza e bellezza permettono di entrare in contatto con una Shanghai a molti sconosciuta.

Il Wukang Building è l’esempio perfetto di un’architettura che di sicuro non passa inosservata. Lo storico condominio progettato da Laszlo Hudec situato nella parte a sud di Wukang Road, all’angolo con Middle Huaihai Road, incarna in pieno lo stile rinascimentale francese. Quello che colpisce al primo sguardo è la sua forma che ricorda la parte frontale di una nave. Il palazzo, infatti è stato eretto in onore della Normandie, una nave da guerra risalente al primo conflitto mondiale.

Alberi e piante della Wukang Road

Fonte: IPA

Gli alberi che incorniciano la Wukang Road

L’opera di Hudec non è l’unica, altri edifici si caratterizzano per bellezza come l’ex residenza dello scrittore Bajin al 113 di Wukang Road. Costruita negli anni ’20 del ‘900 con uno stile che ricalca in pieno quello spagnolo nel 2011 è stata trasformata nella casa museo dello scrittore. Dello stesso periodo è la casa di Song Qingling, la moglie del presidente Sun Yat-sen che ricalca in pieno lo stesso stile di quella di Bajin. Aperta al publico è anche l’ex residenza del rivoluzionario democratico Huang Xing. L’edificio costruito nel 1913 è il mix perfetto dello stile neoclassico, con richiami all’Art Déco.

Una strada corta ma che di sicuro racchiude in sé lo spirito e l’essenza di una città storica come Shanghai.

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Bevenuti sul “chilometro più bello d’Italia”

Può una semplice passeggiata trasformarsi in qualcosa di meraviglioso? Sì, se ci troviamo lungo il “chilometro più bello d’Italia”: molto più di un lungomare qualsiasi, è un posto incredibile dove il lavoro dell’uomo è riuscito ad esaltare la bellezza della natura. Oggi è meta di tantissimi turisti curiosi di ammirare un piccolo capolavoro e di concedersi una breve camminata esplorando un angolo di paradiso. Dove si trova? Andiamo insieme a scoprirlo.

Il “chilometro più bello d’Italia”

Siamo a Reggio Calabria, splendida cittadina affacciata sullo Stretto di Messina, là dove le acque del mar Tirreno incontrano quelle del mar Ionio regalando uno spettacolo magico e affascinante. Il luogo migliore per poterlo ammirare è una breve passeggiata che da oltre un secolo attira turisti da ogni angolo del mondo, lasciandoli poi senza fiato. Si tratta del Lungomare Falcomatà, conosciuto anche come Lungomare Matteotti: per un meraviglioso gioco di opere architettoniche e natura suggestiva, questo posto si è aggiudicato il titolo di “chilometro più bello d’Italia”.

In realtà la camminata è un po’ più lunga di quanto ci si potrebbe aspettare. Il lungomare si snoda per circa 1.700 metri, percorrendo quasi nella sua interezza la fascia costiera di Reggio Calabria. Nato sul finire del ‘700, è stato poi ricostruito nell’aspetto odierno solamente dopo il terremoto del 1908, che ha distrutto parte del centro storico della città calabrese. Ma è negli anni ’90 che, grazie allo sforzo dell’allora sindaco Italo Falcomatà (da cui poi ha preso il nome), il lungomare è tornato al suo splendore originario, in un mix tra antico e moderno che conquista chiunque si trovi ad ammirarlo.

Passeggiando lungo il “chilometro più bello d’Italia”, lo sguardo va immediatamente al mare: tra palme e spiagge da sogno, si staglia un’immensa distesa di acqua cristallina che, soprattutto sotto i raggi del sole, sembra brillare di luce propria. In lontananza, poi, si può scorgere la costa siciliana al di là dello Stretto di Messina, abbracciando così un panorama semplicemente meraviglioso. Alle spalle del lungomare, invece, si snoda il centro storico di Reggio Calabria: palazzi antichi e splendide ville nobiliari fanno da cornice perfetta ad una camminata che vi entrerà nel cuore e non lo lascerà più.

Cosa vedere a Reggio Calabria

Il Lungomare Falcomatà è tappa imperdibile per chi si appresta a visitare Reggio Calabria, ma la città ha sicuramente molto altro da offrire ai suoi turisti. Uno dei luoghi più belli è l’Arena dello Stretto, un teatro all’aperto che imita l’antico stile greco, affacciandosi sul mare proprio a metà della passeggiata. A poca distanza sorge il Museo Archeologico Nazionale della Magna Grecia, un edificio maestoso che custodisce opere d’arte di grandissimo valore. Tra queste, i simboli del capoluogo calabro: i due Bronzi di Riace, statue eccezionalmente ben conservate e ritrovate in mare nel 1972.

Addentrandosi nel centro storico della città, lo sguardo è attirato dai palazzi in stile Liberty che ricordano l’immensa forza di Reggio Calabria, rinata dalle sue stesse macerie dopo il terribile terremoto che la devastò più di un secolo fa. Uno dei monumenti più suggestivi da visitare è infine il Castello Aragonese, incastonato perfettamente nell’ambiente urbano: della struttura difensiva originaria restano solamente due torri e qualche rovina appartenente alle mura di cinta. Grazie alle recenti opere di rivalorizzazione, oggi è sede di spettacoli e appuntamenti imperdibili.

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Ceuta, la poco nota città europea lungo la costa d’Africa

Conosciuta sin dall’età classica per essere una delle Colonne d’Ercole, Ceuta è una destinazione affascinante, ricca di sfumature. Enclave spagnola situata nella costa nord del Marocco, con lo sguardo sempre rivolto a Gibilterra, concentra un affascinante mix di culture, tradizioni e popolazioni, con tanti luoghi interessanti da visitare e panorami sorprendenti. Scopriamola.

Viaggio nel cuore storico di Ceuta

Punto di vedetta sullo Stretto di Gibilterra fin dall’antichità, la città fortificata di Ceuta se ne sta affacciata su una baia con la sua particolare storia di cui si fanno testimoni gli splendidi monumenti che custodisce. La cinta muraria presidia il centro storico di questa cosmopolita perla mediterranea, dove si mescolano cultura spagnola e marocchina, il cui cuore nevralgico è rappresentato dalla Piazza di Nostra Signora d’Africa, dove svetta il Monumento ai Caduti della Guerra d’Africa del 1859-60, un monolito in stile neogotico alto 13 metri che comprende una cripta dove sono sepolti alcuni soldati spagnoli morti in guerra.

Affascinanti palazzi e chiese fiancheggiano palme ben curate, tra questi il Santuario di Nostra Signora d’Africa, contraddistinto da pareti color giallo vivo, il Palacio de Asamblea, sede del Comune, e la Cattedrale di Santa Maria dell’Assunzione, costruita sulle rovine della moschea maggiore, con una pregevole facciata neoclassica in marmo nero.

La struttura più rappresentativa di Ceuta è però il complesso delle Mura Reali, il cui nucleo originario risale al V secolo. Il complesso è costituito da diverse linee difensive costituite da bastioni, mura merlate, una piazza d’armi, ed è l’unico esempio di architettura militare rinascimentale con fossato navigabile esistente in Spagna. All’interno delle mura, dichiarate Bene di Interesse Culturale nel 1985, si aprono alcune sale che ospitano il Museo di Belle Arti e mostre temporanee. Una visita originale la offre il Museo della Legione, dedicato al corpo militare spagnolo istituito nel 1920. La collezione, distribuita in quattro sale, svela ai visitatori un interessante percorso nella storia, fra simboli, ricordi e imprese della Legione spagnola.

Le altre attrazioni imperdibili di Ceuta

Tra le attrazioni da non perdere a Ceuta, ci sono gli affascinanti Bagni Arabi, risalenti al XI o al XIII secolo. Oltre ad essere un luogo adibito all’igiene personale, in passato rappresentavano un luogo adatto alla purificazione religiosa, alle relazione sociali e allo svago, proprio come le antiche Terme Romane. Purtroppo l’originario rivestimento in marmo è andato perduto, ma si può ancora ammirare l’affascinante volta a botte. I bagni presentano un Patio, zona di accesso alle varie strutture, la Sala Fredda, la Sala Tiepida, la Sala Calda – la più complessa di tutte – e la Zona di Servizio, composta da forno, caldaia e legnaia.

Il Parco Marittimo del Mediterraneo è, invece, il fiore all’occhiello della città moderna. Incastonato nel cuore di Ceuta, è l’ultima opera del celebre artista e architetto César Manrique, realizzata negli anni Novanta. Rappresenta un’oasi rinfrescante molto amata da residenti e turisti, che comprende tre laghi artificiali, isolette, cascate e un giardino botanico con piante provenienti da tutto il mondo. Qui si può prendere il sole, nuotare e fare passeggiate nel verde.

Se dopo la giornata di visite a musei e monumenti desiderate un tuffo rinfrescante a mare, troverete Playa de la Ribera e Playa del Chorrillo, le due spiagge cittadine. Pur non essendo particolarmente affascinanti, si presentano ben curate e, inoltre, sono facili da raggiungere.

Infine, se desiderate vedere un’emozionante panorama della città e del mare che la bagna, dovete salire fino al belvedere del Monte Hacho, una collinetta che occupa l’estremità della penisola su cui sorge il centro di Ceuta. Si può raggiungere con una passeggiata impegnativa in salita di circa 3,5 km, oppure comodamente in taxi fino al Mirador di San Antonio, che si trova a circa due terzi del percorso, e da lì proseguire a piedi. La collina è dominata dalla Fortezza del Monte Hacho, di origine bizantina, che ancora oggi ospita una base militare, disseminata di baluardi e punti panoramici. L’ideale è spingersi fino al Castillo del Desnarigado, per poi riposarsi nella natura del Parque de San Amaro, sulla via del ritorno.

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Il rito del tè pomeridiano si fa a bordo di un autobus vintage

Ci mettiamo in viaggio per tantissimi motivi, e non solo per raggiungere luoghi iconici, monumenti famosi e attrazioni turistiche. Ma lo facciamo anche e soprattutto per vivere esperienze uniche e straordinarie, quelle che ci permettono di creare i ricordi più belli delle nostre avventure.

Se poi queste esperienze hanno direttamente a che fare con la cultura, le tradizioni e le usanze di una determinata destinazione, questo è chiaro, tutto diventa ancora più incredibile. Come incredibile è quell’esperienza che permette di ai viaggiatori di prendere parte al celebre rito del tè pomeridiano a bordo di un autobus vintage degli anni ’60.

Si chiama Vintage Tea Trips, e come il nome stesso suggerisce si tratta di un viaggio sensoriale ed emozionale che permette agli avventurieri di vivere un’esperienza di altri tempi. Si parte da Dublino e si vive l’esperienza del rito del tè pomeridiano, alla maniera irlandese, mentre si viaggia a bordo di un autobus d’epoca tra i monumenti iconici della città.

Un tè pomeridiano a Dublino

Organizzare un viaggio a Dublino è sempre un’ottima idea, in ogni periodo dell’anno e in ogni stagione. Situata sulla cosa orientale dell’Irlanda, la capitale dell’Isola verde è un concentrato di bellezze uniche che passano per l’architettura, l’arte, la storia e la cultura. Le cose da fare e da vedere qui sono tantissime, a partire da una visita agli edifici storici cittadini come il castello di Dublino o l’imponente Cattedrale di San Patrizio.

Tantissime anche le esperienze, quelle che permettono di toccare con mano le tradizioni e la cultura di una città, e più in generale di un Paese che non smette mai di stupire.

Se avete deciso di organizzare un viaggio a Dublino, non potete assolutamente perdervi il rito dell’afternoon tea. Anche la capitale dell’Irlanda, come Londra, è affezionatissima al rituale del tè pomeridiano. Sono tanti, infatti, i bar e le caffetterie che invitano i viaggiatori a scoprire e riscoprire questa usanza alla maniera irlandese.

Ma se è un’esperienza unica che volete vivere, il consiglio è quello di prendere parte al Vintage Tea Trips. Grazie a questo tour, infatti, i viaggiatori avranno la possibilità di vivere il rituale del tè pomeridiano a bordo di un autobus vintage in movimento che attraversa la città e i suoi luoghi iconici.

L’afternoon tea a bordo di un bus vintage

È un viaggio nel viaggio, quello che si vive durante il Vintage Tea Trips. Da una parte, infatti, c’è la sensazione di tornare indietro nel tempo, grazie alle atmosfere vintage e ricercate, e alla musica jazz che si trasforma nella colonna sonora dell’esperienza. Dall’altra, invece, si va alla scoperta dei monumenti iconici della città, mentre si gustano pregiati tè e deliziosi pasticcini tradizionali.

L’appuntamento, per tutti coloro che vogliono vivere l’esperienza dell’afternoon tea in maniera inedita è originale, è prevista al Temple Bar, il pub più famoso di Dublino situato proprio nel cuore della città. È qui che si sale a bordo di un autobus vintage a due piani, un Routemaster degli anni ’60, per iniziare l’avventura.

A disposizione degli ospiti tazze calde di tè di Barry, il celebre tè irlandese, accompagnato da deliziose torte fatte in casa, pasticcini e panini, per gli amanti del salato, il tutto servito come la tradizione vuole, mentre l’autobus attraversa il centro di Dublino, passando per la Cattedrale di San Patrizio, la Christ Church, il Trinity College, il Phoenix Park e gli altri grandi e celebri edifici della città.

L’esperienza ha un costo di circa 50 euro e, ne siamo certi, vale davvero il prezzo pagato.

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Veszprém, la città dell’Ungheria Capitale della Cultura 2023

A Nord del Lago Balaton, Veszprém è una tra le più belle (e sottovalutate) città dell’Ungheria. E, ora, insieme alla regione di Bakony-Balaton, è stata nominata Capitale europea della Cultura per il 2023. “Veszprém ha tutto il potenziale per aggiungere un importante significato alla cultura europea”, si legge sul sito dedicato a Veszprém Capitale Europea della Cultura 2023.

La sua è una storia antichissima, che corre indietro nel tempo, fino al primo re del Paese, Stefano I d’Ungheria: fu qui, infatti, che questo re cristiano sconfisse il pagano Koppány.

Una città ricca di storia

A Veszprém la storia ha lasciato traccia in ogni angolo: Si possono ammirare le prime pietre del castello costruito in città, le stradine strette coi loro edifici medievali, la prima cattedrale d’Ungheria, l’antica torre del fuoco e – ogni estate – si può prendere parte a uno splendido festival musicale che è un imperdibile appuntamento culturale del Paese. Vicina al Lago Balaton, la città ha un’atmosfera vivace, è ricca di musei e di teatri disseminati per le ville in collina.

Lago Balaton

Fonte: iStock

Il Lago Balaton, il “mare magiaro” dell’Ungheria

Cosa visitare a Veszprém

Innanzitutto, la Masterpiece Gallery, dedicata all’arte contemporanea ungherese e con un forte accento ai movimenti costruttivisti e astratti. C’è poi la Tejfalussy House, con la collezione della Beata Gisella di Baviera, o il Dezső Laczkó Museum, con la sua eclettica collezione di reperti archeologici ed etnografici, e la testimonianza di eventi sportivi del passato.

Gli eventi del 2023

Al via oltre 200 eventi che caratterizzano la città e i dintorni, raggruppati per campi culturali: musica, teatro, arte, danza, vino e gastronomia. Perché, al di là della bellezza del centro in sé, questa zona dell’Ungheria merita d’essere scoperta. Soprattutto la zona intorno al lago, uno specchio d’acqua dolce che è una rinomata località turistica, con spiagge, colline vulcaniche, località di villagiatura e hotel grattacieloi lungo i suoi 197 chilometri di costa.

Nove i cluster del 2023, che coprono tematiche diverse ma nello stesso tempo affini; troviamo così Music/City, che sintetizza l’intenzione degli organizzatori di fare di Veszprém (già Città della Musica per l’Unesco nel 2019) la città con il maggior numero di musicisti e cantanti di tutta l’Ungheria, oppure Region, alive che punta i riflettori sulle aree meno conosciute della regione al fine di porre le basi di una autentica e riconosciuta comunione di interessi che porterà l’intera zona oltre il 2023, riconoscendole una valenza culturale unica, vibrante e di altissimo livello.

Veszprem-ungheria

Fonte: @VEB2023 ECoC

A Veszprém la storia ha lasciato traccia in ogni angolo

Un altro tema importante è quello di Fragile Balaton, per diffondere e salvaguardare la storia e l’importanza del lago più grande d’Europa con il suo ecosistema e quello della zona circostante, e ancora, sempre legato al paesaggio e all’ambiente, Reflection, per immergersi nell’identità, nell’essenza e nelle origini del Paese.

La tematica sociale è anch’essa molto presente: l’interconnessione tra persone e la cultura della convivenza è evidenziata anche con il cluster Bridges, che mira a costruire ponti tra la città e la regione, tra la novità e la tradizione.

Veszprém Ungheria notte

Fonte: @Kovács Bálint

Le luci di Veszprém Capitale della cultura europea

Veszprém – Balaton 2023 non dimentica però il divertimento e la scoperta. I tre cluster The busy world of Veszprém, Out-of-the-Ordinary e Celebration investono sulla creatività dei giovani, sul rinnovamento degli spazi come sedi per l’arte e la connessione tra uomo e natura e sulla creazione di eventi per attirare e creare connessioni locali e internazionali.

Infine, Beyond, per strutturare un programma culturale che va oltre questo particolare riconoscimento, in modo da creare una base sicura per l’intensa e innovativa comunità di Veszprém e della regione per continuare a crescere e svilupparsi.

Veszprém Ungheria

Fonte: @Máhl Kornél

La bellezza di Veszprém in Ungheria
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Pila, piccola perla della Valle d’Aosta con vista sul Bianco e il Cervino

Cuore della Valle d’Aosta, dai suoi 1800 metri Pila domina la città di Aosta e gode di un invidiabile posizione panoramica con emozionante vista sui leggendari “4000” della regione: il Monte Bianco a ovest, il Cervino, il Grand Combin e, a est, il Monte Rosa.

Comprensorio sciistico d’eccellenza, è un’ambita località turistica in tutte le stagioni, capace di offrire divertimento e momenti indimenticabili a pieno contatto con una natura spettacolare.

Pila, estate tra sport e natura

In uno scenario idilliaco disegnato da ampi spazi, silenzio e aria cristallina, Pila è la meta ideale per lasciarsi alle spalle i rumori e la frenetica vita di città e per dedicarsi agli sport all’aria aperta: escursionismo, downhill, freeride, trekking e mountain bike.

Pila_estate

In estate, la splendida località spicca per la fitta rete di sentieri di varia difficoltà, in grado di soddisfare le esigenze sia delle famiglie con bambini sia degli escursionisti e alpinisti più esperti.

Imperdibile è, ad esempio, il Lago di Chamolé, limpido specchio d’acqua abbracciato da una verde conca da cui si apre un panorama favoloso sul Gran Combin, il Monte Bianco e la Valle del Gran San Bernardo: lo si raggiunge da Pila con la seggiovia di Chamolé che porta a quota 2003 metri e, da lì, imboccando il sentiero 19c, perfettamente segnalato.

Dal lago, i più esperti potranno proseguire alla volta del Col de Tza Sèche, della Becca di Nona a 3142 metri o impegnarsi nell’ascesa al Monte Emilius dove, sulla cresta ovest, è presente una via ferrata storica, destinata ai soli alpinisti con esperienza e buona resistenza fisica.

Pila valle d'aosta

Fonte: Ufficio Stampa

Passeggiate in quota a Pila

Novità del 2020, è poi il sentiero n. 22 che da Pila consente di arrivare a Chamolé e ammirare così tutta la bellezza del comprensorio al proprio ritmo.

Per gli appassionati delle due ruote, Pila è un assoluto punto di riferimento grazie al Bike Stadium di downhill ed enduro con 16 piste dai vari gradi di difficoltà: unica nel suo genere e molto ambita è la Pila-Aosta free ride, con un dislivello di 1170 metri e una lunghezza di 8 chilometri che possono arrivare fino a 11 sfruttando i tracciati più a monte.

La nuova flow trail è invece una pista divertente, adatta a tutti i bikers, anche ai più piccoli, da percorrere rigorosamente in discesa.

Sono poi attivi  i noleggi di bici ed e-bikes e due scuole di mtb con interessanti proposte per clienti individuali, gruppi e anche accompagnamento e-bike.

Centro di riferimento per lo sci in inverno

Durante la stagione invernale, il comprensorio sciistico di Pila attrae ogni anno migliaia di appassionati di sci e sport sulla neve con i suoi 70 chilometri di piste per tutti i livelli (4 piste nere, 21 rosse, 4 blu, più i tracciati percorribili con gli sci), che vanno da un’altitudine di oltre 1500 fino a quasi 2800 metri.

Pila-neve

Fonte: Snapseed

Le piste innevate di Pila in Valle d’Aosta

Ma non è tutto: Pila è una stazione “sci ai piedi” con accesso diretto agli impianti dai residence e dagli alberghi e offre uno snow park a circa 2200 metri di altitudine (un’area freestyle realizzata per soddisfare le esigenze degli acrobati della neve), piste per freeride, itinerari per racchette da neve, una pista Fun Slope, per il divertimento a ogni età, 15 impianti, fra seggiovie, ovovia e funivia per una comoda risalita, e due piste di scialpinismo.

Sono due le scuole di sci che, complessivamente, vantano oltre 170 maestri, accolgono allievi di tutte le età, livello e volontà per il grande debutto sulla neve o per perfezionare il proprio stile e soddisfare le proprie ambizioni.

Di rilievo anche l’architettura della stazione sciistica, realizzata negli Anni Settanta, con unità abitative e strutture alberghiere, ispirata alle stazioni montane francesi e modellata per forme e colori sull’orografia e sul paesaggio.

Riparata dalle avversità meteorologiche, Pila permette di sciare per tutto l’inverno fino a 2700 metri, ed è apprezzata per la qualità della battitura delle piste, per le svariate attività che si possono praticare sulla neve oltre lo sci e per l’indimenticabile qualità della gastronomia che utilizza le materie prime del territorio.

Inoltre, per coloro che non sciano (ma anche per gli sciatori), propone la conoscenza e l’esplorazione della natura in montagna organizzando escursioni con le ciaspole, con la preziosa conduzione delle guide ambientali naturalistiche.

D’inverno, da non perdere è l’evento più importante dell’anno: la Fiera di Sant’Orso che si tiene già ad Aosta, raggiungibile velocemente da Pila con la funivia. Ogni anno a fine gennaio (nel 2023 le date sono 30 e 31 gennaio e l’edizione è la numero 1.023) oltre mille gli artigiani espongono le loro opere lungo le vie del centro, ma ci sono anche musica, folklore e tradizioni per scoprire le eccellenze della Valle d’Aosta.

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Fonte: @Regione autonoma Valle d’Aosta

Sculture di legno in mostra durante la Fiera di Sant’Orso ad Aosta

Le spettacolari piste per tutti i gusti, fino al fuoripista

Le piste di Pila sono ideate per consentire a tutti di dare soddisfazione alla propria voglia di sci. Si va dalle piste meno impegnative, come le Baby Pila, la Baby Gorraz e la Grimod, a quelle per i riders più esperti:

  • Platta de Grevon (Pista 27 sullo Skirama): pista per freerider con 510 metri di dislivello per quasi 1,8 chilometri di sviluppo e pura adrenalina.
    Doppio tracciato finale, uno più veloce e dinamico, l’altro, tradizionale, più dolce e graduale.
  • Du Bois (Pista 2 sullo Skirama): una pista dove liberare la propria voglia di libertà.
    La pendenza è sostenuta sull’intero tracciato e, pur essendo un tracciato per sciatori di buon livello, i passaggi non sono mai eccessivamente impegnativi.
  • Gorraz (Pista 3 sullo Skirama): questa pista presenta una sequenza di fantastici muri verticali di discreta lunghezza, alternati a tratti più riposanti e stimolanti cambi di pendenza.
  • Bellevue (Pista 10 sullo Skirama): una nera omologata anche per competizioni di alto livello, molto apprezzata dagli sciatori più esperti anche per la prima “S”, lunga e impegnativa.

Il fascino delle racchette da neve

Con le ciaspole è possibile seguire diversi itinerari, sia in autonomia che con la guida ambientale naturalistica, di giorno oppure in notturna.

Un itinerario da provare conduce verso l’Alpeggio Grivel e sale poi all’alpeggio Grimondet: entrambe le mete vantano una straordinaria vista a tutto tondo sul fondovalle e sui 4000
valdostani, tra cui il Monte Bianco, il Monte Rosa, il Cervino e il Gran Combin.

Il percorso si snoda tra fiabesche abetaie, avvolte dal silenzio e dalla neve, lontane dalle piste affollate e a stretto contatto con la natura.

Pila per i più piccoli

Pila ha molto da offrire ai bambini, un mondo di vero divertimento.

Il Fun Park, nella zona di Chacard, offre un tapis roulant di 114 metri che accompagna a due percorsi: uno dedicato a bob e slittini, l’altro allo snow tubing con gommoni morbidi e colorati.
Non mancano tappeti elastici e gonfiabili colorati.

La Scuola di sci di Pila propone invece, nella tipica atmosfera delle costruzioni di montagna, il servizio di MiniClub Pila, per i bambini dai 2 anni in su, con personale educativo, qualificato e di esperienza.

Il progetto della nuova telecabina “Pila – Couis”

Si tratta del nuovo impianto di risalita del comprensorio di Pila che cambierà radicalmente la fruibilità del resort montano e renderà accessibile uno dei punti panoramici più iconici della Val d’Aosta e che dovrebbe essere ultimato nel 2024

Il progetto prevede una cabinovia a 10 posti che, collegherà la zona di arrivo della esistente telecabina Aosta-Pila con la zona della Platta de Grevon (ovvero Cima Couis 1), sullo spartiacque tra la Conca di Pila e la valle di Cogne. La stazione di partenza a Pila  a 1.800 metri di altitudine, è posizionata posteriormente alla stazione di arrivo della telecabina Aosta-Pila e presenterà un innovativo centro servizi. Mentre la stazione di arrivo a monte sulla Cima Couis – motrice – è caratterizzata da un particolare disegno a stella con le punte orientate verso i diversi 4.000 della Valle d’Aosta e conterrà al suo interno anche un bar-ristorante panoramico e servizi per il pubblico.

Con una portata di 2.400 persone all’ora alla velocità di 6 metri al secondo sarà possibile percorrere la lunghezza totale di 3,8 chilometri e un dislivello di 923 metri in 13 minuti. Attualmente per raggiungere Cima Couis da Pila, sci ai piedi, sono necessari 3 impianti ed un tempo complessivo di circa 60 minuti.

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È considerato uno dei borghi più belli della Svizzera

Al confine con l’Italia prende vita un Paese in cui sembra costantemente di vivere una favola. Il posto in questione è la Svizzera, luogo in sorgono dei villaggi che sono uno più bello degli altri e spesso circondati da una natura incontaminata. Tra questi, però, ce n’è uno che è appena stato designato “Best Swiss Villages” dall’Associazione dei Borghi più belli della Svizzera.

Viaggio a Hospental, un borgo da favola

Il borgo in questione si chiama Hospental ed è la prima località del Canton Uri e la terza della Svizzera centrale (dopo Luthern nel Canton Lucerna e Gersau nel Canton Svitto) a ricevere il marchio e a entrare a far parte della rete dei Borghi più belli della Svizzera.

Si distingue per essere un incantevole villaggio di montagna in cui storia, cultura, bellezza e sostenibilità sono all’ordine del giorno e, soprattutto, abbracciano tutte le stagioni. Situato a 1495 metri sul livello del mare nel mezzo della Valle dell’Ursern, Hospental è un ottimo punto di partenza per i passi di montagna in estate e per lo sci di fondo in inverno.

Il comune di cui fa parte è composto dall’omonimo villaggio e dall’ex insediamento walser di Zumdorf. Il suo nome, invece, deriva dal latino “hospitale”, locanda. Thomas Christen, Direttore di Andermatt – Urserntal Turismo, a seguito di questo riconoscimento ha dichiato: ” Il comune di Hospental con il Sindaco Rolf Tresch ed i suoi abitanti, sono fieri di essere stati inseriti nella cerchia dei Borghi più belli della Svizzera. La cura e il mantenimento dell’immagine del villaggio alpino è importante per tutti e viene praticata attivamente dalla comunità. Per la destinazione Andermatt e per la gente della valle Urana, il nuovo Label è gratificante!”

hospental svizzera

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Veduta di Hospental

Kevin Quattropani, Presidente dell’associazione dei Borghi più belli della Svizzera, ha fatto sapere che: “Siamo molto lieti di accogliere il primo Comune del Canton Uri nella famiglia dei borghi più belli. Situata al centro dell’asse turistico nord-sud-ovest-est delle Alpi, Hospental può essere perfettamente combinata con gli altri borghi membri della rete di Breil nella Surselva grigionese, Ernen nel Goms vallesano, Gersau sul lago dei quattro cantoni e Giornico in Leventina”.

Cosa comporta a Hospental questo riconoscimento

L’associazione “I Borghi più belli della Svizzera” è stata fondata a Lugano nel 2015 e si propone di valorizzare i piccoli tesori della Svizzera e del Liechtenstein a livello nazionale e internazionale. L’associazione fa parte della federazione internazionale “I Borghi più belli del Mondo”, che riunisce e rappresenta Francia, Italia, Belgio, Spagna, Germania, Libano, Giappone e Svizzera.

Al giorno d’oggi fanno parte dell’associazione del Paese a due passi dall’Italia 47 borghi in 17 cantoni e 1 villaggio nel Principato del Liechtenstein, tra cui località famose come Ascona, Bergün, Bremgarten, Gruyères e Saint-Ursanne. Per far parte di questo “club” nei villaggi devono vivere meno di  10.000 persone e, oltre a essere particolarmente belli, devono anche trovarsi in un paesaggio d’eccezione.

Giocano un ruolo fondamentale anche l’autenticità e l’aspetto storico, così come la volontà della comunità di fare rete. Dal 2022 l’associazione è partner del programma “Un amore di luogo” che riunisce 50 località d’importanza nazionale (ISOS) e dal 2023 del programma “Swisstainable” per il turismo sostenibile di Svizzera Turismo.

villaggio più bello svizzera

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Panoramica di Hospental

Hospental: cosa vedere

Senza ombra di dubio a meritare una vista è il centro del villaggio puntellato di case che risalgono ancora ai tempi della prosperità e che riescono a creare un’immagine molto armoniosa del borgo stesso. Caratteristica del paesaggio è a la torre fortificata, risalente al XIII secolo e situata nella frazione di Zumdorf, che appartiene al comune di Hospental. Chiamata Torre dei Signori, è ancora ben conservata.

Molto interessanti sono anche la Chiesa parrocchiale barocca eretta nel XIV secolo e ricostruita nel 1706-171; la Cappella e Casa parrocchiale di San Carlo, la Cappella di San Nicola in località Zumdorf attestata dal 1591 e ricostruita nel 1719-1721 e l’Ospizio del San Gottardo, fondato nel IX-X secolo. In poche parole, pur essendo Hospental il villaggio più piccolo di tutta la Svizzera – con solo 190 anime a popolarlo – è un luogo che vale comunque il viaggio.

hospental in inverno

Fonte: Andermatt Urserntal Tourismus

Vista di Hospental in inverno

Cosa fare nei dintorni

Come vi dicevamo in precedenza, Hospental è un perfetto punto di partenza per scoprire numerose e splendide attrazioni della Svizzera. Per esempio, potreste andare presso il San Gottardo che è il re dei passi alpini. Non a caso, questa è la montagna che probabilmente vanti più miti di tutte ma anche con la maggiore storia riguardante le vie di comunicazione del Paese.

Il panorama è mozzafiato e vi si può intraprendere il percorso della Tremola, considerato la strada più antica della Svizzera, oppure la nuova strada lungo la quale si incontra una splendida terrazza dalla quale ammirare la valle Leventina.

In qualsiasi modo sceglierete di attraversare il passo del San Gottardo, vi tufferete comunque  in un’avventura: bus, bicicletta durante i mesi estivi, oppure sulle leggendarie diligenze del Gottardo, carrozze trainate da cinque splendidi cavalli. Potrete visitare, inoltre, l’Ospizio San Gottardo anche per riposarvi in un clima raffinato e in perfetta armonia con la natura.

Altri luoghi da poter raggiungere nei dintorni di Hospental, soprattutto in inverno, sono quelli in cui è possibile dedicarsi agli sport della stagione fredda. Da queste parti, sono presenti i comprensori sciistici Andermatt/Oberalp/Sedrun e Gemsstock – Andermatt. Distano tra i 2,7 chilometri e i 4 chilometri dal centro.

Le 48 località che fanno parte della rete dei borghi più belli in Svizzera

Oltre al fiabesco Hospental, fanno parte dell’Associazione dei Borghi più belli della Svizzera altre 48 affascinanti località. In ordine alfabetico e nel dettaglio: Aarburg (AG), Albinen (VS), Ascona (TI), Avenches (VD), Bergün (GR), Bosco Gurin (TI), Breil (GR), Bremgarten (AG), Büren an der Aare (BE), Bursins (VD), Dardagny (GE), Diessenhofen (TG), Erlach (BE), Ernen (VS), Evolène (VS), Gersau (SZ), Giornico (TI) Grandson (VD), Grandvillard (FR), Grimentz (VS), Grüningen (ZH), Gruyères (FR), Hospental (UR), La Neuveville (BE), Le Landeron (NE), Lichtensteig (SG), Luthern (LU), Madulain (GR), Morcote (TI), Moudon (VD), Muggio (TI), Niedergesteln (VS), Porrentruy (JU), Poschiavo (GR), Romainmôtier (VD), Rougemont (VD), Saillon (VS), Saint Saphorin (VD), Saint Ursanne (JU), Schwellbrunn (AR), Simplon Dorf (VS), Splügen (GR) Soglio (GR), Triesenberg (FL), Trogen (AR), Tschlin (GR), Valangin (NE), Yvorne (VD).

Non resta che prepararsi per raggiungere la vicina e magica Svizzera per correre alla scoperta di Hospental e dei suoi imperdibili dintorni.

dove sciare vicino hospental

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Piste da sci di fondo nella Valle di Ursen, tra Andermatt e Hospental
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Valle del Douro, come fare un viaggio in un dipinto

Una terra dal fascino unico, in cui scoprire bellezze paesaggistiche che lasciano senza fiato ed eccellenze del territorio che inebriano i sensi. La Valle del Douro, in Portogallo, è davvero una località da ammirare in ogni sua più piccola sfaccettatura, soprattutto se si è amanti del vino e delle sue infinite sfumature di gusto e di profumo.

Un viaggio nella bellezza più autentica nella parte più settentrionale del Portogallo e che vi farà scoprire uno dei luoghi più belli e affascinanti di questo Paese, tra vigneti terrazzati che cadono a strapiombo sulle rive del fiume omonimo, colline e vedute suggestive che sanno sedurre come fossero state dipinte dalle abili mani di un pittore.

Valle del Douro, cosa vedere

Dichiarata Patrimonio dell’Umanità UNESCO, la Valle del Douro è davvero un concentrato di meraviglie da cui lasciarsi conquistare e che si caratterizza, oltre per i suoi colori unici, per il suo caratteristico paesaggio che muta costantemente via via che ci si avvicina al confine con la Spagna, regalando scenari magici a chi vi si reca e la possibilità di visitare mille posti diversi in uno.

Ma la Valle del Douro non è solo fascino e paesaggi da sogno, è anche una meta in cui scoprire la bellezza delle città portoghesi e la loro incredibile energia. Come quella che si può vivere visitando Porto, una località dalla bellezza indescrivibile, in cui si intrecciano architetture e atmosfere caratteristiche, quasi come fossero uscite da una libro di fiabe. E meta in cui godere di una delle eccellenze del luogo, il famoso vino liquoroso omonimo alla città e i vini del Douro, specialità di questa zona del Portogallo ed eccellenze amate nel mondo.

Qui, nel centro della città, potrete anche passeggiare tra le incantevoli viuzze che la attraversano e la animano o godere del paesaggio del lungofiume, fino a far visita all’antica Vila Nova de Gaia, in cui nelle numerose e particolari cantine è possibile degustare le tante e tutte buonissime varietà del vino di punta della città. Ma non solo.

In viaggio nelle Valle del Douro

Percorrendo la suggestiva Route 222, considerata una delle più belle strade al mondo proprio per i meravigliosi panorami che è in grado di regalare a chi la attraversa, è possibile partire da Porto e raggiungere altre due splendide località della Valle del Douro, Peso da Régua e Pinhão, con le sue incredibili cantine, costeggiando tutto il fiume Douro e lasciandosi trasportare dalle emozioni uniche che sa suscitare.

Una terra e zone d’eccellenza del Portogallo, tra natura, tradizioni, arte e importanti resti del passato, come quelli visitabili a Vila Nova de Foz Côa, un suggestivo paesino in cui sorge una scoperta archeologica unica, una grotta con tracce di arte rupestre risalente all’età preistorica. Resti e peculiarità che rendono la Valle del Douro una perla del Portogallo e una meta che vale la pena di visitare, organizzando un tour in macchina, per esplorarne ogni singolo sorcio in totale autonomia, o prendendo parte a una mini crociera sul fiume Douro, prendendosi il tempo necessario per osservare tutti i magnifici colori che si susseguono in questa località portoghese dal fascino suggestivo.

Un’occasione e una meta unica per vivere un viaggio che non potrete mai più dimenticare e fare il pieno di immagini da sogno ed esperienze eccezionali.

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Bohol, l’isola delle Colline di cioccolato

Sapevate che nel mondo esistono le Colline di cioccolato? Meraviglie della natura che creano paesaggi che sembrano usciti da un quadro e che si estendono per circa 50 chilometri quadrati. Si trovano sull’Isola di Bohol, nelle Filippine, un affascinante angolo del nostro mondo dove oltre 1.200 montagnole, completamente ricoperte di vegetazione, raggiungono un’altezza di 30/40 metri. Ma non solo. Queste collinette, infatti, cambiano colore con le stagioni, fino a diventare color cioccolato in piena estate.

Tutto quello che c’è da sapere sulle Colline di cioccolato

No, purtroppo non sono fatte di vero cioccolato. Prendono questo nome per via della vegetazione che le ricopre che diventa “cioccolatosa” in estate. Da molti sono spesso state definite “l’Ottava meraviglia del mondo”, e chi le vede per la prima volta lo conferma ampiamente.

Le loro origini sono antichissime: risalgono a circa due milioni di anni fa e sembrerebbero essere il risultato dei depositi di corallo e dell’azione erosiva esercitata dall’acqua piovana, tanto che al loro interno sono presenti grotte e sorgenti. Inoltre, dal 1988 sono state battezzate come terzo Monumento Geologico delle Filippine, nonché Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.

Esse sono comprese nel territorio delle città di Carmen, Batuan e Sagbayan e sono altamente suggestive e ricche di leggende. Anche se, è bene specificare, non sono un fenomeno isolato. Di simili ce ne sono anche in Australia e in Indonesia, ma la verità è che sono meno scenografiche.

Colline di Cioccolato filippine

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Le maestose Colline di cioccolato di Bohol

Le leggende che ruotano intorno alle Colline di Cioccolato

Come vi abbiamo detto in precedenza, sembrerebbe che le Colline di cioccolato siano nate a causa del deposito di corallo levigato dall’azione corrosiva dell’acqua piovana. Ciò non toglie che esistano leggende misteriose che nel corso dei secoli hanno cercato di spiegare la nascita di queste affascinanti formazioni geologiche.

Una di queste narra che tali cime, chiamate anche “Chocolate Hills”, sono il prodotto di una snervata lotta avvenuta tra due Giganti e durata diversi giorni. A quanto pare, questi due mitici esseri si sono vicendevolmente lanciati contro sabbia, massi e blocchi di pietra per poi decidere, di comune accordo, di lasciare l’isola. Nonostante questo, tutto ciò che per giorni si erano tirati diede origine alle colline.

C’è poi un’altra leggenda, decisamente più romantica, che racconta di Arogo, un giovane avvenente e molto forte che si era follemente innamorato di una fanciulla mortale, Aloya. Tuttavia, come ogni storia d’amore più mitica vuole, Arogo perse la sua donna, al punto di trovarsi a piangere tantissimo. Fu così che le sue inarrestabili lacrime si tramutarono in colline.

La terza leggenda di cui vi vogliamo parlare narra di un Gigante avido ed ingordo, Carabao, che era solito rubare i raccolti di un villaggio. Fino a quando arrivò il giorno in cui gli abitanti, ormai stanchi ed esausti dei continui saccheggi, decisero di lasciare a Carabao cibo avariato. Dopo essersi nutrito più volte con cibo andato a male, il suo stomaco cedette e defecò per giorni. Ciò vuol dire che, secondo questo racconto, le feci essiccate del Gigante diedero vita alle Colline di cioccolato.

Come visitare le Colline di cioccolato

Lacrime di divinità, lotte tra giganti e ben meno poetici mal di pancia, ma nonostante questo le Colline di cioccolato sono uno spettacolo senza eguali. Tuttavia, non possono essere scalate individualmente ma per fortuna le si può ammirare da due punti di osservazione davvero eccezionali: Chocolate Hills Complex e Sagbayan Peak.

punto panoramico bohol colline cioccolato

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Uno degli splendidi punti panoramici

Il primo si trova a Barangay Buenos Aires, nella città di Carmen, e a detta di molti è il punto di osservazione migliore per ammirare queste peculiare formazioni in tutto il loro splendore. Qui potrete trovare persino un ristorante, sala congressi, piscina, area attività con fontana e i ben 214 gradini da salire per godere di questo panorama.

Il secondo, dal canto suo, è un sito turistico che si affaccia su una valle panoramica con una piattaforma di osservazione e un parco giochi per bambini.

Cos’altro vedere sull’Isola di Bohol

Le Colline di cioccolato sono, senza ombra di dubbio, qualcosa da vedere assolutamente nelle vita. Ma l’isola in cui si trovano, Bohol, possiede molto altro da offrire ai suoi visitatori.

Alona Beach, per esempio, è la spiaggia di sabbia bianca più popolare e sviluppata di Bohol, ma che al contempo riesce a conservare anche un po’ del suo fascino naturale. Le acque sono turchesi, ed è possibile trovare anche sistemazioni adatte a tutte le tasche.

Vale la pena fare un salto anche al Tarsier Sanctuary di Bohol, che si trova a pochi minuti dal villaggio di Corella. Da queste parti prende vita un piccolo centro visitatori dove, accompagnati da una guida, si possono vedere alcuni esemplari di dolci tarsi che vivono liberi sugli alberi della foresta vicino al centro.

tarsi filippine

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Un esemplare di tarsio nelle Filippine

Decisamente interessanti sono anche le cascate di Dam-Agan a Dimiao, dove potersi tuffare in acque turchesi che lasciano davvero senza fiato.

Da non perdere, inoltre, è il Loboc che è un ampio fiume che serpeggia nella parte sud di Bohol. Loboc è anche il nome di un villaggio che sorge sulle sue rive. A bordo di una canoa potete attraversare le sue acque torbide scoprendo una giungla fitta e incontaminata dove si possono fare escursioni. È presente, inoltre, una zipline da brivido che attraversa la valle e il fiume regalando una vista dall’alto spettacolare.

Nel villaggio, invece, si possono anche fare delle mini-crociere sul fiume a bordo di grosse chiatte, che includono il pranzo a buffet con sottofondo di musica.

Molto particolare è la Chiesa di Baclayon, un edificio che conta più di 400 anni e che è un punto di riferimento riconoscibile nella provincia.

Straordinaria anche la Grotta di Hinagdanan che offre una piscina naturale in cui poter fare il bagno in acque fredde che allevieranno il caldo estivo. Non mancano interessanti stalattiti e formazioni rocciose.

Infine, un viaggio nelle Filippine non può prescindere dal mare e l’Isola di Bohol, oltre ad Alona Beach, ha decisamente molto da offrire. Ne è un esempio Momo Beach, generalmente isolata e paradisiaca.

Insomma, l’Isola di Bohol con le Colline di cioccolato e le sue meraviglie è un vero tesoro tutto da scoprire.

filippine bohol mare

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Il mare dell’Isola di Bohol