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Cosa vedere nel Tigullio, zona da sogno

Il Golfo del Tigullio è una delle zone più rinomate della Riviera Ligure, un incantevole susseguirsi di insenature meravigliose, meta di turismo internazionale fin dal secolo scorso. Tra spiagge attrezzate e caratteristici porticcioli dove si alternano le barche dei pescatori e gli yacht, splendidi borghi e città affacciate su acque cristalline, e una natura che esplode di colori e profumi da esplorare attraverso sentieri ricchi di suggestioni, ecco alcuni luoghi e attrazioni che proprio non potete perdervi.

Baie e spiagge che sono veri angoli di paradiso

Con il suo profilo costiero frastagliato e costellato di insenature e fondali ricchi di attrattive, il Golfo del Tigullio offre una varietà di litorali e paesaggi impressionante. Dagli arenili di sabbia fine che si distendono attorno a Moneglia, rinomata località di villeggiatura, alla piccola e incantevole spiaggia di San Fruttuoso, incastonata in un’insenatura nel promontorio di Portofino, con acque cristalline e incontaminate e la splendida abbazia che la domina dall’alto.

A Cavi di Lavagna ci si imbatte, poi, in una delle spiagge più estese della costa ligure, con circa 4 km di sabbia e ciottoli occupati da stabilimenti balneari ben attrezzati, che la rendono la meta preferita dalle famiglie con bambini. A Sestri Levante il tempo sembra sospendersi quando ci si imbatte nella Baia del Silenzio, tra le spiagge più belle della Liguria. Un anfiteatro di casette dalle facciate colorate, poggiate direttamente sulla sabbia, una falce di luna lambita dall’acqua trasparente, paradiso per lo snorkelling.

Baia Silenzio Sestri Levante

La splendida Baia del Silenzio a Sestri Levante

Sentieri ricchi di fascino, da Portofino a Zoagli

Il Tigullio offre una rete sentieristica di impareggiabile bellezza, che permette di fare escursioni nella natura a due passi dal mare, con la possibilità di raggiungere in breve oltre 700 metri di altitudine. L’area più conosciuta è il Parco Naturale di Portofino, incastonato tra Golfo del Tigullio e Golfo Paradiso, vera e propria oasi naturalistica per gli amanti dell’outdoor con 80 chilometri di sentieri, che attraversano ambienti selvaggi, insediamenti rurali e borghi marinari ricchi d’arte e storia, permettendo di ammirare paesaggi che sono ormai entrati nella leggenda visiva del Mediterraneo. Tanti i siti di particolare interesse storico e culturale, tra cui spiccano il Semaforo Vecchio, il mulino del Gassetta, la Locanda di San Fruttuoso e l’eremo di Niasca.

Altrettanto imperdibile è il Cammino del Tigullio, inaugurato nel luglio 2020, che consiste in un percorso ad anello lungo all’incirca 75 chilometri.Tra le tappe, c’è lo splendido borgo marinaro di Zoagli, da cui parte il Sentiero dei 5 Campanili, un percorso ad anello con vedute spettacolari sul Golfo del Tigullio, tra boschi e mulattiere, piccole frazioni con case dai caratteristici colori liguri, chiese e cappelle.

Zoagli

Lo splendido borgo di Zoagli

Il borgo di Rapallo con il Santuario di Montallegro

Ottimo punto di partenza per esplorare la Riviera di Levante, Rapallo è una gemma incastonata nel cuore del Golfo del Tigullio. Meta di turismo fin dall’Ottocento, amata da personaggi illustri del calibro di Yeats, Nietzche e Hemingway, conquista con i palazzi e le ville in stile liberty, i pittoreschi caruggi e le minuscole spiagge di ciottoli e ghiaia.

Chi desidera vedere un panorama davvero unico del Golfo non può perdersi una passeggiata fino al Santuario di Nostra Signora di Montallegro, uno dei più importanti luoghi mariani della Liguria. Sorge in una splendida posizione panoramica, a circa 600 metri sul livello del mare, al centro di una fitta lecceta, e lo si può raggiungere anche con la funivia che parte dal centro di Rapallo: la vista che si gode durante la salita è qualcosa di unico ed eccezionale che ristora mente e cuore.

Santuario Montallegro

Il Santuario della Madonna di Montallegro

Villa Durazzo e il suo parco secolare, tra i più belli d’Italia

E non si può lasciare il Golfo del Tigullio senza far visita alla splendida Villa Durazzo, fiore all’occhiello di Santa Margherita Ligure. Gli Appartamenti del Piano Nobile sono visitabili tutto l’anno: vi si possono ammirare opere della Scuola Pittorica Genovese, affreschi e trompe-l’oeil, arredi di diverse epoche, lampadari di Murano, stucchi, pavimenti in maiolica e in graniglia genovese e il piccolo museo dedicato a Vittorio G. Rossi, apprezzato giornalista e noto scrittore di viaggi e di mare nato in questo borgo.

Il complesso di Villa Durazzo deve la sua bellezza anche al suo parco secolare, che si estende per circa tre ettari, affacciato sul Golfo, incluso nel circuito dei Grandi Giardini Italiani, che riconosce e promuove i più bei giardini d’Italia.

Villa Durazzo

Villa Durazzo, immersa in un parco secolare

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Calafell: perché dovresti visitare questo luogo da sogno

Sole, mare e splendidi monumenti: Calafell è un villaggio spagnolo dal sapore moderno, dove tuttavia non mancano bellissime testimonianze di un longevo e florido passato. Siamo a poca distanza da Barcellona, in una zona turistica spesso affollata – soprattutto durante l’estate. Ecco perché dovremmo proprio andare alla scoperta delle bellezze di questa cittadina costiera.

Calafell, perla della Costa Dorada

La Costa Dorada è una rinomata meta balneare spagnola, che si snoda per chilometri a sud di Barcellona. Qui si trovano molte località turistiche come l’antica città di Tarragona (un vero gioiello dal punto di vista architettonico) e il piccolo borgo marinaro di Altafulla, dove poter ammirare ancora i pescherecci ancorati al porto. Ed è proprio qui che sorge anche una cittadina forse meno conosciuta, ma non per questo meno affascinante. Si tratta di Calafell, che vanta spiagge strepitose e tantissimi locali per trascorrere le proprie serate di vacanza.

In effetti, il villaggio potrebbe diventare un’importante destinazione turistica, ricca di meraviglie da scoprire. È durante il periodo estivo che Calafell si trasforma, lasciando le sembianze di sonnacchioso borgo di provincia per assumere quelle di festaiola città pronta ad accogliere migliaia di visitatori. Vi sono diverse spiagge di sabbia dorata, lambite da acque cristalline che lasciano senza fiato: alcune sono attrezzate, perfette soprattutto per le famiglie, mentre altre sono ad accesso libero. I servizi, d’altronde, non mancano di certo. Ristoranti, bar e hotel sono pressoché ovunque, così da rendere qualsiasi viaggio pieno di confort.

Perché andare a Calafell, perla della Catalogna? Oltre al turismo balneare, l’enogastronomia è un dettaglio irrinunciabile: la cittadina offre moltissime specialità della zona, tra cui buon pesce e vini deliziosi. Se siete amanti dello sport, poi, le attività da praticare sono numerose, dalla vela al paddle – tutto rigorosamente sotto il bollente sole estivo. E una passeggiata nell’antico quartiere dei pescatori vi permetterà di assaporare l’atmosfera più autentica di una regione della Spagna che conserva ancora un fascino magnetico. Ma le sorprese non sono certo finite qui.

Cosa vedere a Calafell

Calafell non è solamente spiagge e locali, bensì anche monumenti e bellissime testimonianze storiche. Proprio nel quartiere dei pescatori, ad esempio, si trova il museo Cofradia de los Pescadores, una suggestiva mostra che racconta la quotidianità di coloro che della pesca hanno fatto il loro mestiere, sin dal XVII secolo per arrivare ai nostri giorni. Sempre a due passi dalla costa, potrete scoprire la meraviglia della Cittadella Iberica di Calafell, un importante sito archeologico emerso negli anni ’80. Si tratta di un antichissimo insediamento risalente al VI secolo, probabilmente sede di una lontana tribù iberica. La sua bellezza consiste nel fatto che, grazie all’opera di archeologia sperimentale, è possibile entrare nelle case e ammirare da vicino i reperti in esse rinvenuti.

Addentrandosi verso la parte alta della città, infine, potrete godere non solo di un panorama mozzafiato, ma anche di un vero monumento medievale: è il Castello di Calafell, un avamposto musulmano conquistato (e quindi trasformato) dai romani. Tra una piccola chiesetta suggestiva e antiche necropoli scavate nella roccia, la fortezza regala anche un gioiello d’architettura che nasconde una vecchia leggenda. Stiamo parlando del Communidor, una specie di campanile a base quadrangolare con quattro finestre ai lati, che avrebbe dovuto allontanare i demoni e purificare l’aria infestata dai miasmi delle streghe.

Calafell

Calafell

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Il rifugio perfetto nel Mediterraneo è una piccola isola colorata

Le destinazioni di viaggio che scegliamo passano inevitabilmente per le esperienze che vogliamo vivere, sempre più autentiche e rilassanti che ci permettono di sfuggire al caos e al disordine dei giorni. Sappiamo quindi che, per soddisfare le nostre esigenze, è necessario andare alla ricerca di tutte quelle realtà poco battute dal turismo di massa.

In questo senso, le isole poco affollate ma straordinarie diventano le perfette mete di una vacanza volta a nutrire i sensi e a recuperare le energie. Ma non c’è bisogno di volare dall’altra parte del mondo per vivere esperienze incredibili perché, nel cuore del Mediterraneo, esiste un’isola incontaminata e bellissima tutta da scoprire. Benvenuti a Linosa.

La vacanza perfetta nel cuore del Mediterraneo

Sorge proprio al centro del Mediterraneo la splendida isola di origine vulcanica che si trasforma, in ogni momento dell’anno, nel rifugio perfetto per chi vuole fuggire dal caos cittadino. Linosa, parte dell’arcipelago delle Pelagie, è situata a nord rispetto a Lampedusa ed è considerata, come le altre isole minori della Sicilia, una vera e propria oasi di pace.

Linosa

Linosa

Le sue origini sono antichissime dato che, la prima menzione di Linosa, risale alla Naturalis Historia di Plinio il Vecchio. Qui non esistono locali notturni e discoteche, non ci sono strade e vie affollate, né traffico con il quale fare i conti. Esistono però case colorate addossate l’una all’altra, botteghe e locali autentici dove poter assaporare la tradizione. Tutto scorre lento qui, assecondando esclusivamente i ritmi scanditi dalle onde.

Sono poco più di 400 gli abitanti dell’isola, molti dei quali si occupano proprio di preservare la meravigliosa e antica storia che il territorio conserva. Questo lembo di terra, sospeso tra cielo e mare, e che misura poco più di 5 km, è stato il rifugio dei Romani durante le Guerre Puniche, poi passato nelle mani degli arabi e dei normanni, fino a quelle degli aragonesi.

Negli anni ’60, grazie anche alla tecnologia, la piccola Linosa è tornata a splendere, complice quell’antica bellezza mai sfiorita. È tornata a essere un rifugio, questa volta di viaggiatori bisognosi di pace, relax e meraviglia.

Linosa

Linosa

Cosa fare a Linosa, tra case colorate e spiagge vulcaniche

Le case colorate di Linosa che si affacciano sulle strade dell’isola, creano un’atmosfera magica e suggestiva, quasi incantata. Sembra davvero di essere in un luogo non assoggettato dalle leggi del tempo e dello spazio.

Per scoprire l’isola non potete sbagliarvi: l’unica e grande strada isolana, che conduce direttamente al mare, fa immergere i visitatori in un’atmosfera fiabesca.

I colori brillanti della zona centrale lasciano il posto a tinte più scure, ma estremamente affascinanti, sono quelli delle spiagge nere, caratterizzate da sabbia vulcanica, che si alternano a rocce suggestive che si affacciano sul mare. Per godere ancora di più di questo lembo incontaminato il consiglio è quello di raggiungere la Cala Pozzolana di Ponente per avvistare le splendide tartarughe Caretta Caretta.

Dalla cima del Monte Vulcano, raggiungibile con un sentiero escursionistico, è possibile invece ammirare la piccola isola dall’alto, le sue meravigliose distese lussureggianti, tipiche della macchia mediterranea, e le affascinanti case colorate.

Monte Vulcano

Monte Vulcano

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Viaggi sostenibili, come farli spendendo poco

Viaggiare in modo sostenibile, nel rispetto dell’ambiente e delle popolazioni delle destinazioni verso cui si è diretti, è diventata un’esigenza sempre più condivisa. Ma è possibile farlo con un budget limitato? La risposta è sì, e questo e non deve necessariamente comportare pernottamenti in tenda, autostop o il rischio di essere mangiati vivi dalle zanzare. Ecco alcuni consigli su come diventare turisti ‘eco-friendly’ senza dover spendere una fortuna.

Scegliere di spostarsi in modo sostenibile

In termini di impatto ambientale, il treno è di sicuro l’opzione più sostenibile rispetto a un viaggio in aereo o in macchina, ed è inoltre più economico rispetto al noleggio di un’auto, anche per famiglie o gruppi di amici, grazie alle offerte proposte da alcune compagnie ferroviarie. Non è, infatti, un segreto che più voliamo più immettiamo anidride carbonica nell’atmosfera.

Tuttavia, alcune compagnie aeree – tra cui la low cost easyJet – si stanno impegnando per compensare le loro emissioni nocive con azioni a favore del clima, supportando progetti che contrastano la deforestazione, promuovendo la piantumazione di alberi o la produzione di energia rinnovabile. Ryanair, ad esempio, ha invitato i propri clienti a raddoppiare il loro contributo volontario di compensazione delle emissioni di CO2 da 1 a 2 euro.

Partire leggeri e restare più a lungo

Sapevate che più pesante è il bagaglio, più carburante è necessario per far volare l’aereo? Anche qualcosa come un computer portatile, moltiplicato per il numero di passeggeri, influisce sul peso totale del velivolo. Pertanto, una delle cose migliori che si possono fare per ridurre le emissioni di anidride carbonica è quella di mettere in valigia il minimo indispensabile. Senza contare che, con un bagaglio più leggero, si può viaggiare con più facilità a bordo dei mezzi pubblici, di sicuro più ecologici e meno dispendiosi di una corsa in taxi, specialmente se si è da soli e non si possono dividere le spese.

Un altro modo di viaggiare in maniera sostenibile spendendo poco è quello di rimanere il più a lungo possibile nella destinazione prescelta. Una vacanza prolungata, rispetto a una visita mordi e fuggi, contribuisce a ridurre l’impatto ambientale e fa anche risparmiare, considerando che molti hotel o servizi di noleggio offrono spesso sconti e tariffe convenienti a chi si ferma più a lungo. Inoltre, si avrebbe l’occasione di scoprire gemme nascoste che possono sfuggire a una sosta fugace, e venire a contatto con la gente del posto e le sue tradizioni.

Optare per i viaggi di prossimità

Una delle opzioni migliori per viaggiare in modo sostenibile senza gravare troppo sulle nostre tasche è quello di scegliere una destinazione del nostro Belpaese, ricco di mete affascinanti, città d’arte e borghi inesplorati che vale la pena scoprire. In Italia, sono tante le destinazioni che stanno aprendo nuovi itinerari e sperimentando forme di turismo sostenibile. Ad esempio, la Sardegna, che ha finanziato progetti volti a far conoscere l’anima più autentica del territorio a passo lento, tra percorsi che svelano interessanti siti archeologici e parchi, monumenti, chiese e un patrimonio che va raccontato e protetto.

C’è poi l’alternativa più green ed economica di tutte, ossia quella di viaggiare in bicicletta o a piedi. E anche in questo caso, nel nostro Paese si è accontentati da Nord a Sud, tra Cammini di incredibile bellezza e percorsi cicloturistici memorabili. Il turismo di prossimità resta, ad ogni modo, in pole position, e sono tantissimi i viaggiatori che nel 2022 continueranno ad andare alla scoperta delle bellezze tutte italiane. Una scelta che fa bene sia alla salute dell’ambiente che a quella delle nostre finanze.

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Manchester, dove la propria casa non è mai troppo lontana

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Con più di 200 lingue diverse, Manchester è una vera perla multiculturale della Gran Bretagna.

Non a caso, questa metropoli continuamente in fermento è annoverata fra le migliori città studentesche internazionali del mondo, accogliendo ogni anno oltre 40.000 studenti provenienti da ben 160 Paesi diversi.

Questo angolo d’Inghilterra, situato nella regione sud-orientale del Lancashire, è il luogo in cui la propria casa non è mai troppo lontana!

Nel corso dei secoli in moltissimi hanno scelto Manchester come “casa”. Questo ha permesso la nascita di vere e proprie comunità.
Ne sono esempi quella ebraica di Greater Manchester e quella cinese, le più grandi al di fuori di Londra.

La Chinatown di Manchester è gettonatissima per gli innumerevoli ristoranti e supermercati asiatici e per i tanti eventi che propone, fra sapori vivaci ed esplosioni di colori.
Punto iconico di questo quartiere è senza dubbio il paifang, l’arco situato su Faulkner Street e sotto il quale passa il traffico cittadino; pensate, è stato appositamente costruito in Cina e spedito in 3 container!

Degna di nota è anche Rusholme, area interna di Manchester famosa per il “Curry Mile”, una via illuminata dalle luci a neon e piena zeppa di ristoranti indiani.

La cucina infatti è una delle espressioni dell’anima multietnica di Manchester.
In città si trovano piatti vegetariani, specialità halal, kosher… pietanze di ogni dove, per il piacere del palato e, perché no, anche del portafoglio! Ce n’è per tutti i gusti e per tutte le tasche.

Se amate le steakhouse, non potete non fare tappa da Hawksmoor.
Situato in un vecchio tribunale d’epoca vittoriana, serve le migliori bistecche di Manchester. Un paradiso per il palato e per gli occhi: l’interno del locale è fedele all’edificio di allora; oltre al parquet originale, è impreziosito da mattoni smaltati di vero gusto.
Qui non solo T-bone e costolette: non mancate di assaggiare le capesante con burro e aglio, le acciughe olandesi e la rana pescatrice grigliata sul carbone.

Da buoni italiani non potete fare a meno della pizza? Affrettatevi allora a prenotare un tavolo da Rudy’s Pizza. E’ considerata fra le migliori pizzerie del mondo, non a caso le code all’ingresso sono all’ordine del giorno; a quanto pare, tutto merito dell’impasto fatto da Rudy con ben 24 ore di lievitazione.
Questo angolo d’Italia è tappa imperdibile per i cultori della pizza napoletana, morbida, col cornicione e piena di condimenti gustosi!
A proposito di Italia… evento da non perdere nel mese di giugno è la Processione in onore della Madonna del Rosario che vede sfilare dal quartiere di Ancoats al municipio cittadino la comunità dei nostri connazionali che vivono a Manchester.

A Manchester, da Napoli e Bangkok il passo è davvero breve: il District, ristorante dal design iper-stilizzato ricavato in una vecchia edicola, propone un menù nouveau-asiatico, con piatti preparati dal famoso chef Ben Humphreys.

‎‎Davvero suggestivo, all’interno, è il cocktail bar, dove sorseggiare drink dai nomi curiosi accompagnati da cubetti di ghiaccio con impresso sopra il logo del Distretto.

Concludiamo l’excursus nella proposta gastronomica di Manchester con El Gato, esclusivo ristorante fusion d’ispirazione spagnola situato a due minuti dal centro città.

Questo locale occupa un intero edificio di tre piani, dove lo chef Simon Shaw, originario dello Yorkshire, serve il meglio della cucina e del vino spagnoli. Sappiate che è quasi impossibile avere un tavolo all’ultimo, se siete interessati a cenare qui affrettatevi a prenotare!

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Hunan, la Provincia delle voci segrete delle donne

Hunan è un’affascinante Provincia montuosa nella Cina Meridionale, famosa principalmente per essere il luogo di nascita del leader comunista Mao Zedong. Ma la verità è che da queste parti, tra pendii rocciosi e incantevoli villaggi fluviali rurali, è venuto al mondo il Nü shu (o Nüshu), l’unico sistema di scrittura creato e utilizzato esclusivamente dalle donne.

Nü shu, la storia

Il Nü shu è un linguaggio che sboccia nella Cina del secolo XVII, periodo in cui la figura della donna era ancora più sottomessa e denigrata rispetto alla situazione attuale. La corretta traduzione è “scrittura delle donne“, basti pensare che è stato ideato in modo tale da essere compreso e diffuso esclusivamente tra le persone di sesso femminile.

Il motivo per cui queste persone coraggiose decisero di inventare una nuova lingua non è affatto da sottovalutare: dopo la conquista da parte della Cina della Provincia dello Hunan, le donne della popolazione Yao videro un totale cambiamento di assetto della loro società che da “Matriarcale” diventò “Patriarcale”, e quindi regolata dalle norme maschili del diritto paterno.

Una condizione che le costrinse a cambiare abitudini sociali compreso il loro linguaggio, facendo una rivisitazione completa del dialetto che si utilizzava in quella zona. Di questo mutarono i caratteri fondamentali per la comprensione, a tal punto che gli uomini dell’epoca non erano assolutamente a conoscenza di tale ingegnoso sistema, ideato proprio dal genere che essi ritenevano “inferiore”.

Obbligate, quindi, a rinunciare a tutto compresa la loro personalità, queste donne vedevano nella loro lingua segreta uno dei loro pochi sfoghi. Donne che per lo più erano analfabete, e tra le altre cose spesso sottoposte alla violenta fasciatura dei piedi.

Nel corso del tempo, questa lingua venne utilizzata in testi di svariato genere, oltre che nei ricami. Infatti, erano solite cucire e ricamare senza destare alcun tipo di sospetto o attenzione da parte degli uomini. Tutto ciò permetteva loro di poter lasciare una testimonianza della vita che vivevano ad altre donne come loro, oppure semplicemente a chi avrebbe voluto interessarsene e capirne di più.

Quando il Nü shu fu scoperto per la prima volta, in molti pensarono che si trattasse di un linguaggio usato per dissacrare una società di tipo patriarcale. Nei fatti si scoprì che non era così: molti scritti riguardavano il matrimonio, il dolore per la separazione dalla famiglia di origine o lodi della futura sposa da leggere durante le complicate cerimonie nuziali che si tenevano all’epoca.

Fino agli anni che vanno dal 1966 e il ’76, ovvero durante la rivoluzione culturale cinese, questa pratica fu trasmessa di generazione in generazione. Da quel momento in poi, il Nü shu venne considerato un pericoloso linguaggio criptato, analizzato da molti esperti accademici ma senza successo.

Al giorno d’oggi, le persone che conoscevano questa scrittura segreta sono venute tutte a mancare e la sua sopravvivenza è principalmente nelle mani di quei pochi studiosi che l’hanno appresa dalle anziane abitanti della zona. Tuttavia, questa lingua sembra voler vivere una sorta di rinascita e in particolare a Puwei, un villaggio circondato dal fiume Xiao e accessibile solo tramite un piccolo ponte sospeso.

La rinascita del Nü shu

Stando a quanto dichiarato alla BBC da alcuni abitanti di Puwei, un tempo il Nü shu era ampiamente parlato nella zona di Hunan. Dopo che gli esperti trovarono tre scrittori di Nüshu nel villaggio negli anni ’80, Puwei è diventato il punto focale per la ricerca su questo sistema di scrittura.

Nel 2006 è stato inserito nell’elenco del patrimonio culturale immateriale nazionale dal Consiglio di Stato cinese e un anno dopo è stato costruito un museo sull’isola di Puwei che ospita un’aula scolastica e sale espositive. Video, dipinti e mostre culturali adornano le pareti, mentre i corsi di ricamo e calligrafia offrono opportunità pratiche di connessione culturale. È stato, inoltre, recentemente ampliato e ospita un festival annuale con poesie e canzoni eseguite in Nü shu.

Cosa vedere nella provincia di Hunan

Hunan significa letteralmente “a sud del lago”, non a caso la Provincia si sviluppa a sud del Lago Dongting, il secondo lago d’acqua dolce più grande della Cina. Da queste parti, piccoli paesi dall’architettura tradizionale si trovano incastonati in catene montuose color smeraldo, e tutti abbracciati da una leggera nebbia.

Da non perdere è certamente la zona paesaggistica di Wulingyuan-Zhangjiajie. Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal 1992, è nota per essere il luogo che ha ispirato il regista James Cameron per la creazione dei personaggi di “Avatar”. Un parco a dir poco straordinario e diviso in 3 aree: le montagne fluttuanti Hallelujah di “Avatar” nella zona di Yuanjiajie, il monte Tianzi, la riserva naturale della valle Suoxi e Yangjiajie. All’interno del parco, inoltre, si trova l’ascensore esterno in vetro più alto del mondo che permette di raggiungere la parte più elevata di Yuanjiajie.

Svetta, tra l’altro, anche il monte Tianmen, conosciuto come la “Porta del Paradiso”. Per salirvi basta prendere la funivia più lunga del globo che parte dalla stazione ferroviaria e sorvola la fitta vegetazione della foresta ai piedi della montagna per oltre 7 km. Se invece volete recarvici a piedi, vi basta percorrere la tortuosa e incantevole strada delle “99 curve” e salire i 999 gradini fino alla cima.

strada "99 curve" cina

La strade delle “99 curve”

Per una scarica di adrenalina ancora maggiore, potreste attraversare uno dei ponti di vetro più lunghi e alti del mondo e camminare sospesi nel vuoto sopra al Grand Canyon di Zhangjiajie. Uno spettacolo della natura che si trova a circa 60 km dal centro di Zhangjiajie, a nord-est del Parco Forestale Nazionale.

Bellissima anche Fenghuang, una piccola città ad ovest della Provincia dello Hunan risalente a più di 1.300 anni fa. Visitarla è come fare un tuffo nell’epoca imperiale cinese. Attraversata del fiume Tuo, è possibile ammirare ancora lavandaie e pescatori, ma anche una fitta serie di case che impreziosiscono uno scenario costituito da ponti, giardini, pagode e torri.

Infine, ma non per importanza perché questa zona della Cina nasconde meraviglie in ogni angolo, non potete di certo perdervi il Lago Dongting che copre generalmente una superficie di 2820 km². In estate, quando i suoi immissari riversano le loro acque di piena nel lago, la sua superficie può ingrandirsi fino a raggiungere i 20000 km². Del resto, questo è uno degli scenari più visitati e decantati dalla poesia e dalle arti tradizionali cinesi. Una zona, quindi, da non perdere assolutamente, sia per il suo fascino naturale che per la sua particolare storia legata a Mao Zedong ma anche alle donne.

provincia di hunan donne

Le meraviglie della Provincia di Hunan

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Esplorare l’anima selvaggia della Sardegna a bordo di un treno

Sono le esperienze, quelle più autentiche e straordinarie, che ci muovono verso quelle destinazioni che già conosciamo o che da tempo sono in cima alle nostre travel wish list. Lasciare da parte i sentieri più battuti del turismo, quelli che passano tra i monumenti iconici e le attrazioni turistiche più conosciute, è ormai una consuetudine per i viaggiatori che sono alla ricerca di avventure che inebriano i sensi, che incantano la vista e che riscaldano il cuore.

Le esperienze, come abbiamo già anticipato, sono al centro di tutto. È da queste che si costruisce il viaggio straordinario verso le meraviglie del mondo. E tra queste non può mancare quello che ci conduce direttamente nelle viscere della Sardegna più autentica e selvaggia, a bordo di un treno.

Non un treno qualunque, intendiamoci, ma quello che prende in prestito i colori dalla natura che attraversa. Il Trenino Verde, infatti, si immerge negli incontaminati paesaggi sardi, percorrendo in lungo e in largo strade che squarciano il territorio, dall’entroterra alla costa, per scoprire e riscoprire la grande bellezza.

A bordo del Trenino Verde

Il Trenino Verde, probabilmente, non ha bisogno di presentazioni perché la sua presenza in terra sarda è trattata alla stregua di un monumento di immenso valore. E in effetti lo è davvero, con la sua storia centenaria, con i suoi record ferroviari, con i suoi itinerari che lasciano ogni volta senza fiato.

Un’esperienza che ogni viaggiatore dovrebbe fare almeno una volta nella vita, ma anche due, o cinque per seguire tutte le rotte che si snodano all’interno dell’anima più autentica della regione di Sardegna, tra la costa e il mare.

La ferrovia del Trenino Verde è la testimonianza di un lavoro antico e fruttuoso condotto per mettere in mostra l’infinita bellezza del territorio. Si tratta della più lunga rete ferroviaria turistica di tutta Europa con i suoi 438 chilometri che creano ben 5 itinerari diversi.

Attivo da oltre un secolo, il Trenino Verde offre agli ospiti a bordo un viaggio nel viaggio che passa tra le rigogliose foreste, tra gli immensi uliveti che si perdono a vista d’occhio. Che attraversa ponti e costruzioni architettoniche, che passa leggiadro su distese pianeggianti fino ad inerpicarsi sulle alture quasi a fatica, come se volesse raggiungere il sole che fa brillare il territorio circostante.

Un viaggio lento nel cuore della Sardegna

È un viaggio lento quello a bordo dei vagoni del Trenino Verde, ma emozionante, suggestivo e magico. Ogni chilometro percorso racconta una storia, ogni paesaggio lascia senza fiato. È come stare nel salotto di casa, mentre fuori il mondo si mette in movimento per far vedere le sue meraviglie.

E sono tante, le bellezze che appaiono agli occhi di chi guarda dal finestrino del Trenino Verde. Ci sono le rive del lago San Sebastiano e le lussureggianti colline di Isli seguite dalle campagne di Nurallao. E poi ci sono i borghi, quello di Mandas e quello di Laconi, e ancora quelli di Orroli, Nurri, Villanova Tulo che caratterizzano la linea che va da Mandas a Sadali. I paesaggi sono modellati dai venti, dal sole e delle stagioni e sono sempre straordinari.

Al viaggiatore è data la possibilità di scegliere l’intensità dell’avventura. Ci sono i viaggi brevi ed estremamente spensierati ( Bosa-Nigolosu Express) adatti a grandi e bambini, e quelli un po’ più lunghi che attraversano i territori più aspri della regione (Mandas-Laconi; Laconi-Mandas; Bosa-Macomer). E poi ci sono quelli impegnativi, durante i quali ci si ritrova seduti per ore sui sedili di un secolo fa, in vagoni che non hanno l’aria condizionata, ma che attraversano un paesaggio estremamente primordiale che ci fa innamorare (Mandas-Seui; Arbatax-Gairo; Palau-Tempio). Pronti a partire?

treno verde sardegna

Treno verde, Sardegna

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Edimburgo, la città dei Festival

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Edimburgo, meravigliosa capitale della Scozia, è una città affascinante e imperdibile, dove la storia che si respira fra i vicoli acciottolati della Old Town e le costruzioni georgiane della parte nuova incontra la modernità di un centro europeo vivace e multietnico.

Sto per accompagnarvi alla scoperta della ricca proposta culturale della città, scandita non solo dal ritmo delle tradizionali cornamuse.

Pensate, ad attendervi ogni anno ci sono 11 grandi festival, di cui ben 5 in agosto.

Allora… mettetevi comodi e partite con me alla volta di: Edimburgo, la città dei Festival.

Non possiamo non cominciare questo viaggio assieme dall’Edinburgh Festival, che si svolge da giugno ad agosto.

Se siete interessati ai vari eventi della rassegna, il consiglio è quello di prenotare alberghi o ristoranti in anticipo: la città è letteralmente presa d’assalto durante il festival, che si compone di 7 imperdibili appuntamenti, fra cui il Military Tattoo, il Fringe Festival e l’International Film Festival.

Il Military Tattoo è il più grande spettacolo al mondo di bande musicali e parate militari; un evento atteso ogni estate sul piazzale davanti al Castello di Edimburgo e da vedere almeno una volta nella vita.

Più di 1000 artisti – fra musicisti, suonatori di cornamusa, percussionisti di tamburi, ballerini e cantanti -, tutti riuniti in uno show straordinario.

Non mancate di ammirare le esibizioni dei Massed Pipes and Drums e della Massed Military Bands: uscendo dal portone del castello, intonano con le cornamuse tipiche melodie di battaglia dei reggimenti scozzesi; uno spettacolo emozionante, chiuso ogni sera dai fuochi d’artificio e dal pubblico che canta all’unisono la canzone della tradizione scozzese “Auld Lang Syne”.

L’Edinburgh Fringe Festival è il più grande raduno mondiale di artisti: ogni anno propone 15.000 esibizioni, con 700 compagnie e 12.000 partecipanti… 1500 spettacoli al giorno, 24 ore su 24, in 200 spazi differenti della città…

Caratteristica del Fringe Festival è che la maggior parte degli spettacoli avviene per strada, un’occasione unica per scoprire e vivere da vicino le bellezze della capitale della Scozia.

Altra caratteristica è la totale assenza di direzione artistica: il Festival offre a chiunque la possibilità di esibirsi e di proporre il proprio estro artistico, dalla satira ai testi classici, al musical.

Altro appuntamento imperdibile dell’Edinburgh Festival è l’International Film Festival, famoso per un primato: quello di trasmettere più pellicole al mondo senza alcuna interruzione.
Storicamente, si tratta del terzo festival cinematografico nato in Europa, dopo quello di Cannes e quello di Venezia.

La prima edizione risale al 1947; all’inizio proiettava esclusivamente documentari, oggi invece propone film internazionali, lungometraggi di animazione, video musicali e cortometraggi.

Ma non solo Edinburgh Festival: da non perdere a Edimburgo è l’Hogmanay, il Capodanno della capitale: 3 giorni di festa, dal 30 dicembre al 1° gennaio, che animano le vie della città, con appuntamenti musicali adatti a tutta la famiglia.
Si inizia il 30 dicembre quando la Processione delle Torce infiamma il centro storico con un suggestivo fiume di fuoco.

La giornata clou del festival è ovviamente quella del 31: scatenatevi sotto al grande palco, davanti al castello di Edimburgo, al ritmo delle esibizioni live di cantanti e DJ di fama internazionale.

Ma non è tutto: nell’attesa della mezzanotte, perdetevi nelle tante piazze della città fra spettacoli performativi e concerti di vario genere. Ce n’è davvero per tutti i gusti!

Se poi non ne avete abbastanza… il 1° gennaio l’appuntamento è con il Loony Dook, tuffo di rito nelle acque gelide del fiume Forth, a South Queensferry, appena fuori Edimburgo; non prima, però, di aver fatto una capatina sulla High Street alla Dookers Parade, parata che chiude i festeggiamenti.

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Tra altalene panoramiche e fioriture di montagna: la meravigliosa primavera del Ticino

La primavera è il momento perfetto per organizzare nuovi viaggi alla scoperta del mondo che abitiamo. Mentre la natura si prepara alla sua straordinaria rinascita, infatti, possiamo posare lo sguardo sulla grande bellezza e da questa prendere le più grandi ispirazioni così come hanno fatto artisti, pittori e poeti prima di noi.

E di luoghi da visitare si riempie la nostra lista, alla quale sembra doveroso aggiungere anche il cantone del sud della Svizzera. Si perché in Ticino la primavera si prepara a inebriare con profumi e colori incantati cittadini e viaggiatori. Il sole splende in alto in cielo prima di quanto si può immaginare e rinvigorisce la natura che, già forte di nuove energie, è pronta a al risveglio dei sensi.

È questo il momento per volare direttamente tra le altalene panoramiche e le fioriture di montagna, per perdersi e immergersi nella meravigliosa primavera del Ticino. Pronti a partire?

Parco San Grato

Parco San Grato

Tra giardini fioriti e profumi inebrianti

Quando il sole diventa assoluto protagonista delle giornate di primavera, il Lago Maggiore orlato di palme brilla di una luce nuova, straordinariamente accecante. La neve, che avvolgeva con il suo candido manto le cime delle montagne è ormai solo un ricordo, ha lasciato spazio ai colori dei fiori che sbocciano ed emozionano.

Il parco botanico del Gambarogno, al quale fa da sfondo il meraviglioso panorama del Lago Maggiore, è un tripudio di colori dato dalle tanto attese fioriture. Sui 20000 metri quadrati del giardino botanico si snodato quasi mille varietà di camelie e 800 diversi tipi di magnolie, azalee, peonie e rododendri che da metà marzo a metà danno vita a uno spettacolo unico.

Anche a Locarno è tempo di fioriture, sono le camelie, qui a diventare magiche visioni durante lunghe passeggiate illuminate dalla luce del sole. Su una superficie che si snoda per oltre 10000 metri quadrati troviamo migliaio di varietà di camelie che incantano e stupiscono durante il periodo della loro massima fioritura.

Parco delle Camelie

Parco delle Camelie

La primavera mette in scena un altro spettacolo suggestivo sul Parco San Grato, affacciato sul suggestivo Lago di Lugano. È qui che è preservata una collezione di immensa bellezza di fiori di ogni genere tra i quali le azalee, i rododendri e le conifere. Visitare il giardino permette anche di vivere un’esperienza straordinaria, quella di osservare il panorama circostante seduti sull’altalena gigante del progetto Swing the World. Un’avventura, questa, che lascia tutti col fiato sospeso.

Shinrin-yoku: le immersioni nel bosco

La primavera, si sa, ci spinge a ritrovare quel contatto con la natura in rinascita. È questo il periodo ideale per il trekking, le escursioni, per perdersi e immergersi nella natura più autentica per connettersi ad essa in maniera primordiale. È da questa consapevolezza che, negli ultimi anni, si è andato diffondendosi il Shinrin-yoku, meglio conosciuto come bagno nella foresta.

E il Ticino, in questo senso, è ricco di luoghi da da esplorare. Tra i più suggestivi troviamo i boschi della Valle Onsernone, considerata dai cittadini e i viaggiatori la valle più selvaggia dell’intera regione. Si sale e si scende dalle vette altissime, ci si ferma tra i fiumi e i flussi delle acque cristalline e limpide che si snodano tra i fitti boschi animati da flora e fauna, attraversando costruzioni rustiche e incontrando sorci suggestivi. Poi via lungo i villaggi e i paesi suggestivi che si incastonano perfettamente nel paesaggio suggestivo e naturale offerto dalla primavera in Ticino.

Valle Onsernone

Valle Onsernone

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Nella neve fresca della Val Venosta, tre luoghi fuori dal tempo

C’è una valle tranquilla, che confina da un lato con l’Austria e da un altro con la Svizzera. È la Val Venosta, un piccolo paradiso delle vacanze, lontano dalle folle di turisti, che, strano a dirsi, regala ancora scorci incontaminati.

Qui, dove nasce il fiume Adige, al Passo di Resia, e dove svettano picchi che sfiorano le nuvole, come l’Ortles, la montagna più alta, 3.906 metri, si dipanano piccole vallate laterali incantevoli, ideali per chi è alla ricerca di una vacanza attiva, ma anche slow. Ce n’è per tutti i gusti.

Ed è in tre delle sue valli che vogliamo portarvi, per farvi scoprire il lato incontaminato e incredibilmente affascinante dei paesaggi che regalano. Valli da scoprire a passo lento, un po’ fuori dal tempo, ciaspolando tra la neve fresca, dove si scorgono ancora intatte le impronte degli animali che sono passati poco prima, attraversando boschi di pini e larici e incontrando piccole malghe dai tetti innevati dove d’estate viene riposto il fieno che servirà per tutto l’inverno.

Valli da attraversare anche velocemente, inforcando gli sci, risalendo fino in cima con le funivie o seggiovie (dove ci sono) oppure a piedi, scivolando sulla neve non battuta. O ancora, da percorrere con lo slittino o la moto da neve.

La selvaggia Vallelunga

Cappella, un villaggio nella parte posteriore della Vallelunga, una valle laterale e ancora poco conosciuta della Val Venosta, è il punto di partenza di una bellissima escursione nella neve da fare a piedi, con le scarpe da trekking o, meglio ancora, i ramponcini da ghiaccio, che rendono il passo più stabile nella neve, specie se c’è anche ghiaccio. La passeggiata, piuttosto facile, è lunga poco più di 4 chilometri con un dislivello di 420 metri. In un’ora e mezza si raggiunge la destinazione. Che regala una bellissima sorpresa.

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In cima alla malga Maseben e al suo osservatorio

Dal parcheggio si cammina fino alla vecchia stazione a valle di Maseben, si attraversa il fiume Carlino, si sale sulla vecchia pista da sci fino al sentiero nel bosco e si segue il sentiero n° 15 sulla sinistra per circa 600 metri. Poi, si prosegue a destra sul sentiero n° 19. Si sale attraverso il bosco, si passa dalla vecchia stazione intermedia e dalla malga di Maseben finché non si raggiunge il rifugio Maseben. Una volta arrivati al rifugio, a 2.267 metri di altitudine, si gode di una splendida vista sull’ambiente alpino circostante. Ma la sorpresa non è questa. Il proprietario del rifugio, Alessandro Secci, lo ha aperto quasi dieci anni fa. Qui ci si può fermare a mangiare un tagliere di formaggi e salumi altoatesini con pane di segale o piatti caldi dal menu, provare una delle sue ottime grappe prodotte dalla distilleria in Alta Val Venosta (suo nonno sardo gli ha insegnato come fare a distillare) e dormire nelle comode camere, tutte con bagno privato, passando la notte in cima alla montagna dove l’aria è frizzantina e tutt’intorno non c’è anima viva, se non qualche lepre notturna.

È per l’assenza quasi totale di inquinamento luminoso che il rifugio è stato scelto per installarvi due telescopi (uno per osservare il Sole) fissati direttamente alla malga, creando un vero e proprio osservatorio astronomico, aperto tutto l’anno. Ed è questa la vera grande sorpresa di questa passeggiata. Gli esperti, Wolfgang Thöni e Siegfried Patscheider, ogni giovedì, salgono al rifugio di sera per mostrare, agli ospiti o a chi ha voglia di partecipare alla lezione di astronomia, le costellazioni, che sono sempre diverse, in base alla stagione o semplicemente alle condizioni meteo. Un’esperienza entusiasmante organizzata insieme all’Associazione turistica Passo Resia, non soltanto per gli astrofili, ma per tutti. I bambini e i ragazzi la adoreranno. Per tornare indietro si può noleggiare uno slittino o farsi accompagnare con la motoslitta.

Prato allo Stelvio, ai piedi del parco nazionale

Questa escursione porta proprio nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, che
conduce dalla riserva dei cervi di Fragges, appena sopra il borgo di Stelvio – un paese che conta poche centinaia di abitanti ma che ha dato il nome a un Passo che è il più alto valico automobilistico d’Italia e persino a un parco nazionale – fino al rifugio Forcola, passando per la malga di Prato. Qui, ci si addentra nei boschi e il dislivello, se ci si vuole avventurare nella neve fresca con le ciaspole, è superiore ai 400 metri. Per arrivare al rifugio il percorso è lungo circa 3 chilometri e il tempo di percorrenza è di un’ora e mezza/due, a seconda dell’allenamento (la guida Hubert Wegmann che porta gli escursionisti di ogni livello tra queste vette ci mette poco più di mezz’ora!). Anche in questo caso, la vera sorpresa è alla fine del cammino.

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La vista mozzafiato dal rifugio Forcola a Prato allo Stelvio

Di tanto in tanto, lungo il sentiero battuto s’incontra qualche altro escursionista, ma a tratti pare di essere lì, soli con la montagna. Qui la natura è incontaminata e non è raro incrociare il cammino di qualche animale, specie se si decide di abbandonare il sentiero segnato per immergersi tra le conifere. Una volta giunti al rifugio, ecco la grande sorpresa: una vista panoramica che lascia a bocca aperta. Una cornice di montagne innevate, tra cui spicca la più alta di tutte, l’Ortles, circonda la terrazza del rifugio da cui non si vorrebbe mai venire via. Per tornare indietro si può percorrere il sentiero a ritroso o scendere con la seggiovia da Trafoi.

L’idilliaca Val Roia

Questa piccola valle prende il nome da un microscopico borgo, Roia, che conta poche decine di abitanti e che è uno degli insediamenti più alti dell’Alto Adige (1968 metri sul livello del mare). Si estende verso Nord fino a raggiungere il meraviglioso e famoso Lago di Resia, quello con il campanile che spunta dalle acque, che dista pochi chilometri e che, forse, è l’attrazione più famosa della Val Venosta.

Tra malghe, fienili e ruscelli, in questa valle si snoda un bellissimo – e piuttosto facile – itinerario ad anello che inizia dal parcheggio di Roia e prosegue sui pascoli di montagna in direzione della fine della valle. Il percorso passa da splendidi prati di montagna, che d’inverno sono ricoperti di neve non battuta, ma segnata solo dal passaggio di altri escursionisti, e costeggia, in parte, il Rio Val Roia fino ad arrivare a una pianura. Dopo aver superato il torrente su un ponticello di legno, il sentiero sul lato destro della valle attraversa una pineta in direzione della baita Rojen. La posizione idilliaca e il paesaggio incontaminato rendono la Val Roia un angolo davvero magico dove ciaspolare d’inverno in un silenzio quasi surreale.

Questa è anche una zona sciistica. Per chi volesse inforcare gli sci, infatti, ci sono le piste che partono dal comprensorio di Belpiano, tra le stazioni più popolari di tutta la Val Venosta, con sette impianti di risalita e neve che dura fino a primavera inoltrata. Con lo skipass due-Paesi, poi, si può anche sciare su 52 impianti di risalita e 211 splendidi chilometri di piste attraverso le sei aree sciistiche di Nauders, Belpiano, Malga San Valentino, Solda, Trafoi e Ortler che fanno parte della skiarena della Val Venosta. Ma questo è un altro viaggio.

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La Val Roia, tra malghe e paesaggi incontaminati