Categorie
Europa foreste Idee di Viaggio luoghi misteriosi Romania vacanza natura Viaggi

La foresta di Hoia Baciu, tra leggende e avvistamenti di UFO

È stata definita la foresta più inquietante del mondo e si è anche aggiudicata il soprannome di “Triangolo delle Bermuda della Transilvania”. Sulla foresta di Hoia Baciu aleggiano storie e leggende che fanno venire la pelle d’oca. C’è chi sostiene che sia la casa del diavolo, chi giura di aver visto dei fantasmi aggirarsi tra i suoi spettrali alberi sottili e ricurvi, chi addirittura ha raccontato di avvistamenti alieni. Se siete amanti del brivido e dei fenomeni paranormali, è senza alcun dubbio questa la vostra tappa perfetta in un viaggio in Romania.

Foresta di Hoia Baciu, tra storia e mito

Nell’immaginario collettivo la Transilvania viene subito associata al famigerato conte Dracula. Tuttavia, il celebre Castello di Bran non è l’unico luogo della regione che custodisce miti e leggende misteriose. Nei pressi di Cluj-Napoca, terza città della Romania nel nord-ovest del Paese, la foresta di Hoia Baciu sembra pronta a mettere alla prova anche i più scettici.

Si ritiene che esista fin dalla preistoria, scavi archeologici nell’area hanno infatti portato alla luce prove di insediamenti umani risalenti al Paleolitico. Anticamente, la foresta faceva parte del territorio dei Daci, una tribù tracia che abitò la regione dal 500 a.C. al 106 a.C. circa.

Il nome “Hoia Baciu” deriva da una leggenda locale. Si narra che un pastore di nome Baciu si fosse avventurato nella foresta con il suo gregge di 200 pecore, scomparendo senza lasciare traccia. Nessuno ha mai saputo che fine abbiano fatto l’uomo e i suoi animali, ma la foresta ha finito per portare il suo nome come un promemoria agghiacciante della sua natura enigmatica.

Paura e venerazione si sono alternati per secoli tra questi alberi. Nel corso della storia, la foresta di Hoia Baciu è stata per alcuni un luogo sacro dove venivano venerati gli spiriti della natura e gli antichi dei, per altri un posto maledetto, dimora del diavolo e scenario di fenomeni inspiegabili.

Ad aver ulteriormente alimentato la reputazione soprannaturale della foresta, che si estende per oltre 300 ettari nella periferia della città, sono i bizzarri alberi, ricurvi e sottili, che sembrano essere stati creati apposta per il set di un film horror. Ma ciò che la rende ancora più inquietante è la presenza di un’area perfettamente circolare dove non cresce nemmeno una pianta.

Le leggende della foresta “stregata” nel cuore della Transilvania

Varie e numerose le leggende che contribuiscono ad aumentare le suggestioni di cui è già naturalmente ricca la foresta di Hoia Baciu. Alcune delle storie più ricorrenti riguardano apparizioni di fantasmi, sparizioni misteriose e fenomeni paranormali. C’è chi dice che se ci si avventura nella foresta di notte ci si può imbattere negli spettri che si aggirano tra gli alberi, o addirittura vedere strane luci e oggetti non identificati sorvolare il bosco. Tra le storie più agghiaccianti c’è quella di una giovane ragazza scomparsa nella foresta, riapparsa cinque anni dopo, immutata e senza alcun ricordo degli anni trascorsi.

La foresta è balzata all’attenzione internazionale nel 1968 quando Emil Barnea, un tecnico di Cluj  ex ufficiale dell’esercito, affermò di avere avvistato un UFO mentre era in compagnia della fidanzata. L’uomo scattò una fotografia del presunto disco volante, diventata oggetto di controversie: secondo il direttore dell’osservatorio astronomico di Cluj sarebbe un pallone aerostatico ripreso da un’angolazione particolare, tuttavia alcuni esperti hanno negato questa possibilità e hanno giudicato la foto presumibilmente “autentica”.

Altrettanto nota è la storia del biologo Alexandru Sift, che dopo aver visitato da giovane Hoia Baciu, raccontò di aver avuto per due settimane febbre e strane ustioni su tutto il corpo. Il professore ha così trascorso la sua vita a indagare sui misteri della foresta, con l’intento di dare una spiegazione scientifica all’accaduto, studiando i fenomeni della luce e del magnetismo che avvengono in quest’area e fornendo un ricco archivio di fotografie dei fenomeni, andato però perduto parecchi giorni dopo la sua morte nel 1993.

Una delle attrazioni più famose della foresta di Hoia Baciu in Romania è la “Radura”, un’area circolare dove non crescono alberi, e dove si dice che si verifichino strani eventi. Gli scienziati hanno proposto diverse spiegazioni per il fenomeno, tra cui la possibilità che quel punto fosse un tempo il sito di un antico luogo di sepoltura o che la composizione del terreno sia inadatta alla crescita delle piante. Spiegazioni che però non sembrano aver convinto gli abitanti del posto, persuasi che questo cerchio sterile sia maledetto e che chi vi entra possa essere colpito da energia negativa.

Ma non è finita qui: di recente, una delle pagine social dedicate alla località infestata ha riportato che nel cuore della notte, alcune persone a caccia di misteri irrisolti hanno realizzato diversi scatti che testimonierebbero l’esistenza di esseri non identificati, dall’aspetto non umano.

Foresta di Hoia Baciu oggi: cosa fare e vedere

A questo punto non ci sarebbe nemmeno bisogno di sottolineare che la foresta “stregata” di Hoia Baciu offre un’esperienza senza precedenti. Che siate amanti del brivido, appassionati di storia, di fauna selvatica o investigatori del paranormale, in questo bosco unico nel suo genere ce n’è davvero per tutti i gusti.

Nonostante la sua reputazione di luogo infestato e misterioso, la foresta di Hoia Baciu è innanzitutto un sito di bellezza naturale e biodiversità. Tanti gli sforzi per proteggere questa attrazione custodita nel cuore della Transilvania e il suo ecosistema unico, così che anche le generazioni future possano apprezzare il suo fascino indescrivibile.

Con un’estensione di 3 chilometri quadrati, la foresta di Hoia Baciu offre un ampio e variegato spazio per escursioni indimenticabili, con sentieri che si snodano attraverso boschi fitti e radure aperte. Durante il cammino, si può avvistare l’incredibile fauna selvatica del posto, imbattendosi in una serie di alberi dalle forme bizzarre, che aggiungono un ulteriore livello di mistero al viaggio.

Chiaramente, oggi la foresta di Hoia Baciu è una destinazione popolare per i visitatori in cerca di un contatto con l’ignoto, che desiderano vivere un’avventura al di fuori del comune. Il suggerimento è di affidarsi a guide esperte, che offrono l’opportunità di esplorare in tutta sicurezza l’inquietante bellezza della foresta e di conoscerne ogni segreto, ascoltando la sua storia e le sue leggende più da vicino.

Alcune compagnie turistiche offrono anche escursioni notturne, per permettere ai più temerari amanti del brivido l’opportunità di sperimentare l’atmosfera agghiacciante della foresta al calar del sole. Una volta qui, tenete gli occhi ben aperti in direzione del cielo: potreste scorgere fenomeni inspiegabili, come strane luci o forme simili a dischi volanti.

Categorie
Idee di Viaggio mare Sicilia Siracusa Viaggi

Castello Maniace, gioiello siciliano affacciato sul mare

Siracusa è una bellissima città che si sviluppa sulla costa ionica della Sicilia. Una località nota soprattutto per le rovine che risalgono a tempi assai antichi. Certo, sono tantissime e dal valore inestimabile, ma a svettare nei cieli di questa città è anche un’architettura militare le cui importanza e bellezza sono inestimabili: il Castello Maniace.

Cosa aspettarsi

Il Castello Maniace non è una struttura da prendere sottogamba: è uno dei più importanti monumenti del periodo svevo della città e anche uno dei noti manieri federiciani.

Contando ben otto secoli di età, è una fortezza in pietra che si fa spazio nell’incantevole Isola di Ortigia ed è stata costruita con lo scopo di proteggere questa antica città siciliana. In principio era una residenza imperiale, mentre a partire dal XVI secolo è stata utilizzata anche come avamposto militare proteso nel Mediterraneo.

Ma non sono solo l’imponenza e la bellezza del Castello Maniace a colpire il visitatore che arriva a Siracusa. È anche la sua particolare storia che si intreccia con quella di due statue di ariete in bronzo.

Il bellissimo Castello Maniace

Fonte: iStock

L’imponenza del Castello Maniace

La storia delle statue di ariete in bronzo

La realizzazione di questo magnifico castello svevo risale al periodo tra il 1232 e il 1240 e, nel corso di tutti i secoli a venire, è stato teatro e sede di diversi eventi storici. Tra i più interessanti non possiamo non citare che proprio qui, nel 1300, Roberto d’Angiò e Federico d’Aragona firmarono una tregua.

Ma è ciò che è avvenuto nel 1448 che desta particolare interesse, perché collegato a due statue di arieti in bronzo di epoca greca.

Quando il Castello Maniace venne ultimato, ai lati del portale di ingresso erano stati inseriti due arieti in bronzo. Una di queste statue è andata perduta, mentre l’altra è ancora oggi conservata presso il Museo Archeologico Salinas di Palermo. Delle riproduzioni sono presenti anche attualmente alle porte del maniero, ma sono le statue originali che hanno una storia che si plasma perfettamente con quella del castello.

Il re Alfonso il Magnanimo inviò a Siracusa il comandante Giovanni da Ventimiglia perché voleva tentare di calmare le rivolte organizzate da alcuni baroni siracusani. Durante la sua missione il militare decise di organizzare un banchetto in cui invitò i nobili che riteneva i principali responsabili di questi disordini.

Tuttavia, non era di certo un appuntamento gentile: i signoroni vennero decapitati durante i pasti. Per il re questa azione di Giovanni da Ventimiglia fu da premiare perché simbolo di grande fedeltà. Fu così che il soldato ricevette in dono questi due arieti che però fece portare nel suo castello di Castelbuono, un bellissimo comune siciliano in provincia di Palermo.

Nel 1485, però, i Ventimiglia si ribellarono al Re e per questo vennero esiliati. Gli arieti vennero quindi confiscati e sistemati a Palermo, prima a Palazzo Steri e poi al Castello a mare. Ma il viaggio degli arieti in bronzo non terminò lì perché, nel 1735, furono trasferiti a Napoli, per poi ritornare a Palermo dove vennero inseriti all’interno del Palazzo Reale.

Bisogna poi arrivare al 1848, anno in cui una cannonata distrusse una delle due statue che, conseguentemente, venne fusa. L’altra, che per fortuna subì solo alcuni danni, venne restaurata e donata al Real Museo Archeologico di Palermo (oggi Museo Archeologico Salinas) da re Vittorio Emanuele II.

La visita al Castello Maniace

Tutto inizia da uno spiazzo che, in un’epoca che oggi risulta molto lontana, fungeva da cortile. Subito dopo si incontra un ponte in muratura che è stato innalzato al posto di un ponte levatoio risalente all’epoca spagnola.

Si arriva poi al portale del magnifico Castello Maniace, che ammalia il visitatore perché fatto in marmo e perché pregno di meravigliosi decori. Alto circa 12 metri, si presenta a chi decide di varcarlo come una struttura massiccia.

Come visitare il Castello Maniace

Fonte: iStock – Ph: Rimbalzino

L’interno del bellissimo Castello Maniace

Gli interni, dal canto loro, sono davvero emozionanti. Ne sono un esempio la sala ipostila e la sala delle colonne, così come le due piccole sale espositive, una che spiega l’evoluzione storica di questo maniero, e l’altra che mostra i ritrovamenti degli scavi archeologici e alcune riproduzioni dei due bellissimi arieti di bronzo.

Da non perdere, infine, è una passeggiata sulle mura della fortezza che permette di godere di una straordinaria veduta sul mare e sulla città di Siracusa.

Cos’altro vedere a Siracusa

Siracusa, con i suoi quasi 2800 anni suonati, è sede di tantissimi tesori da scoprire. Ci sono teatri greci, rovine romane, misteriose grotte, castelli normanni, chiese gotiche e bizantine e anche edifici modernissimi.

Oltre al Castello Maniace, da non perdere è il sui favoloso Duomo, ovvero la più importante architettura religiosa della città. Sorge nella parte più elevata dell’Isola di Ortigia, ed è la culla di una delle più belle facciate di tutta la Sicilia.

Estremamente interessante è anche Fonte Aretusa che è un’antica sorgente d’acqua dolce che dà vita a un piccolo laghetto semicircolare in cui crescono delle piante davvero particolari: quelle di papiro.

Poi ancora il suggestivo Palazzo Beneventano del Bosco che è persino uno dei più importanti esempi di architettura barocca in Sicilia.

Se volete vivere un po’ di romanticismo siciliano, invece, dovete concedervi una piacevole passeggiata presso il Lungomare Alfeo che accarezza la costa di Ortigia.

Gli amanti della storia antica devono assolutamente fare un salto presso il Parco Archeologico della Neapolis che si distingue per essere un sito di grandissima importanza. Proprio qui, infatti, svettano alcuni dei monumenti più importanti della città.

Uno di questo è il Teatro Greco che è abilmente scolpito nella roccia del colle Temenite e dove sono ancora leggibili alcune iscrizioni in greco con al centro il nome di Zeus.

Straordinario è anche l’Orecchio di Dionisio, una grotta artificiale alta 23 metri che offre un’acustica fenomenale: si narra che il tiranno Dionisio potesse ascoltare dall’esterno le parole dei prigionieri che ai suoi tempi erano rinchiusi nella grotta.

Infine – ma a dire il vero Siracusa ha molto altro da offrire – la Grotta dei Cordari, un’altra cava sotterranea che oggi è stata trasformata in un’attrazione turistica in cui scoprire diversi ambienti e ammirare bellissime sculture realizzate dai maestri scalpellini dell’epoca.

Siracusa cosa vedere
Piazza del Duomo a Ortigia, Siracusa
Categorie
capitali europee Europa Idee di Viaggio Praga Repubblica Ceca Viaggi

Puoi entrare in una torre “infinita” fatta di migliaia di libri

Potrebbe essere il sogno inconfessabile di ogni bibliofilo: entrare in uno spazio in cui si è circondati solamente da libri, composto da tantissimi di volumi che sembrano non finire mai e che si estendono all’infinito.

E quel sogno può trasformarsi in realtà, perché per entrare nella torre infinita composta da migliaia di libri, basta volare a Praga dove è possibile ammirare l’opera realizzata dall’artista slovacco Matej Kren. Un gioco di specchi che sembra regalare alla struttura l’incanto dell’infinito, ma il trucco non toglie nulla alle grandi dimensioni di questa torre composta davvero da un grandissimo numero di volumi disposti a cerchio uno sopra l’altro.

Si chiama Idiom ed è una struttura favolosa, che sembra nascere da un sogno per trasformarsi in realtà e regalare ai visitatori stupore e meraviglia: tutto quello che c’è da sapere.

Dove si trova e come è fatta la torre composta da migliaia di libri

Se ci si affaccia al suo interno sembra di essere stati proiettati in un universo in cui esistono solo libri: ovunque si volga lo sguardo ci sono solo quelli. A circondarci, infatti, ci sono solo volumi. Un tunnel che si estende all’infinito e che potrebbe essere il sogno di ogni persona che ama leggere.

Per lasciarsi stupire da questa opera d’arte bisogna andare a Praga e, più precisamente, all’interno della Bibliotaca Municipale della città. Qui si trova Idiom, un’installazione realizzata dall’artista slovacco Matej Kren e composta da circa 8mila volumi. A guardarla dall’esterno appare come un cilindro con file di libri sovrapposte. E se a una prima osservazione non lascia comunque indifferenti per le sue grandi dimensioni, tutto si amplifica quando si getta lo sguardo al suo interno. Infatti, vi è un’apertura che permette di affacciarsi dentro la torre e di scoprire la “magia”. Grazie a due specchi posti sulla cima e sul fondo si ha la sensazione che la torre non finisca mai, prolungandosi all’infinito.

Le sfumature di colori che si possono ammirare sono quelle delle copertine dei libri, ma non solo: anche le pagine fanno la loro parte. Il risultato è stupefacente e regala la sensazione di essere dentro a un mondo diverso, lontano dalla realtà.

Un’installazione che vale la pena visitare inserendola tra le tante tappe obbligate se si programma un viaggio a Praga.

Praga, le tappe da non perdere (compresa la biblioteca)

Per visitare Idiom ci si deve dirigere verso la biblioteca Municipale, un luogo interessante non solo per la presenza di questa singolare installazione, ma anche perché qui vengono spesso organizzati eventi. Tra le altre tappe da non perdere di questa città c’è l’Orologio Astronomico, che si trova sul municipio della Città Vecchia: il suo meccanismo è molto antico ed è una delle mete imperdibili di Praga.

Tanti i luoghi da visitare come il quartiere ebraico, con le sue numerose sinagoghe. Vale la pena visitare anche la Cattedrale di San Vito, il Ponte Carlo, il Castello di Praga e il Vicolo d’Oro. Ma queste sono solamente alcune delle tantissime attrazioni che richiamano turisti da tutto il mondo a Praga: una città viva, ricca di cultura e storia.

E in cui provare tante esperienze indimenticabili, proprio come quella di immergersi in un tunnel infinito di libri.

Categorie
Barcellona Europa Idee di Viaggio Spagna Viaggi

In questa capitale europea puoi bere il cocktail più buono del mondo

Meta amatissima per le vacanze, città dalle mille facce e sempre all’avanguardia, luogo che ti fa sentire a casa da qualsiasi parte del mondo tu provenga: siamo a Barcellona, metropoli brulicante di vita, eventi, arte, posti da scoprire e cose da fare.

Una di queste è, senza alcun dubbio, quella di sorseggiare il cocktail più buono del mondo. Per farlo basta visitare il locale che ha ottenuto la prima posizione nella classifica dei World’s 50 Best Bars la cui cerimonia di premiazione si è tenuta di recente a Singapore.

Ma come si chiama il tempio della mixology? Il locale, che è stato aperto nel 2021 nel quartiere di Eixample, è il Sips.

Il cocktail più buono del mondo lo puoi bere in questa città

L’occhio vuole la sua parte e il Sips di Barcellona è un luogo pieno di fascino e bellezza, in cui nulla è lasciato al caso e in cui vivere un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. Premiato con la prima posizione dei World’s 50 Best Bars, è stato fondato nel 2021 dall’idea dei due soci: l’italiano Simone Caporale e lo spagnolo Marc Álvarez. In breve tempo è diventato un punto di riferimento tanto da raggiungere in soli due anni la vetta della classifica. E togliendo lo scettro a un latro locale di Barcellona: il Paradiso.

I due raccontano la nascita del locale attraverso le pagine del sito ufficiale, dove si leggono le ragioni che li hanno spinti ad aprire il Sips, motivazioni che passano dalla presentazione e dalla consistenza, per arrivare ai sapori e al trattamento tecnico. Da quel momento di strada ne è stata fatta e il percorso compiuto li ha portati a brillare.

Qui bere un cocktail è una vera e propria esperienza, che permette di assaporare fino in fondo ogni ingrediente; inoltre l’ambiente è stato pensato appositamente per creare una sorta di connessione tra baristi e clienti. Presto, poi, verrà aperto anche un locale nel locale: Esencia.

Barcellona, oltre ai cocktail: cosa vedere

Barcellona è una città che ti avvolge con il suo spirito, che ti fa subito sentire a casa. Sarà per l’accoglienza, sarà per quel mix perfetto che mescola tradizione e avanguardia, sarà per i suoi colori e per le sue bellezze, che fanno emozionare al primo sguardo. Una città “da assaggiare” provando piatti e bevande, ma anche da scoprire.

Il Sips si trova nel quartiere di Eixample, che si trova nella parte più centrale della città, e qui ci sono alcune delle attrazioni più note, che richiamano i turisti da tutto il mondo. Come la Sagrada Familia, imponente e spettacolare chiesa che sembra uscita da un sogno e, invece, è stata pensata dall’architetto Antoni Gaudì. Dal locale per raggiungere questo simbolo della città si impiegano circa 30 minuti a piedi. Sempre a gaudì si devono altri luoghi imperdibili della zona come Casa Batllò e Casa Milà, entrambe lungo Passeing de Gracia, un viale su cui si affacciano alcuni edifici bellissimi (come Casa Amatller). Tra le altre location imperdibili c’è la grande Plaza de Cataluña uno dei punti nevralgici della città e da cui accedere ad altre bellissime zone.

Categorie
Borghi Europa Idee di Viaggio Portogallo Viaggi

Óbidos, la bianca cittadina medievale del Portogallo

Avete mai sognato un regalo di nozze unico, speciale, davvero emozionante e incredibile? Ecco, per qualcuno questo desiderio – in un tempo molto lontano – è diventato realtà: Dom Dinis, re del Portogallo, decise di donare un villaggio medievale bellissimo alla moglie Dona Isabel. Un dono che fu così amato e che, da quel momento in poi, si trasformò in un’abitudine per i sovrani di questa deliziosa terra immersa nell’Atlantico.

Il borgo in questione era Óbidos, una bianca cittadina medievale che oggi è una delle tappe imperdibili quando si vola in Portogallo.

Cosa aspettarsi

Óbidos oggigiorno è uno dei villaggi più belli del Portogallo. Appena si arriva ce se ne innamora, come del resto successe anche alla regina quando le fu regalato: vanta un centro storico assai romantico arroccato in cima a un collina che, a sua volta, è dominata da un castello che si affaccia su un labirinto di vie ciottolate e casette bianche.

I piccoli balconi sono tutti abbelliti da fiori che creano giochi di colori emozionanti con le porte dalle mille tonalità e le decorazioni manueline. Poi ci sono le mura, a fortificare e proteggere questo borgo prezioso che durante il tramonto assume mille sfumature di arancione e rosa.

Ma non è finita qui, perché Óbidos riesce a gratificare anche le papille gustative grazie ai suoi piatti genuini e alle sue bevande davvero eccezionali.

Cosa vedere

La bianca cittadina medievale di Óbidos mette a disposizione dei suoi visitatori diversi siti di interesse. Senza ombra di dubbio, la prima cosa che attira l’attenzione sono le sue possenti mura che risalgono all dominazione dei Mori. A rendere il tutto ancor più speciale è che si può camminare lungo di esse, godendo contemporaneamente di un panorama che spazia su questa pittoresca città e la campagna portoghese.

Case bianche decorate con mille sfumature e tetti rossi che sembrano voler toccare il cielo rendono la passeggiata ancor più fiabesca. Per poi arrivare al cospetto dell’altro incredibile tesoro di Óbidos: il suo maestoso castello medievale.

Fu costruito dalla stesso re che regalò il villaggio alla sua consorte e oggi si presenta come un albergo di lusso: sì, si può dormire dentro al castello. Ciò vuol dire che, sfortunatamente, non è aperto alle visite. Nonostante questo, però, c’è una soluzione per conoscerlo meglio: partecipare al Mercado Medieval, giornate in cui diventa il fulcro della festa.

Si tratta infatti di una celebrazione che va in scena per due settimane durante il mese di luglio e che trasmette la sensazione di fare un vero e proprio viaggio nel tempo. Il tutto, tra le altre cose, mangiando anche i pasti che venivano consumati proprio durante il Medioevo.

Altri edifici di particolare interesse

Le mura e il castello sono sicuramente le punte di diamante di Óbidos, ma la verità è che questa cittadina, nonostante sia piccola, ha anche altre meraviglie da scoprire. Una di queste è la Porta da Vila che, come dice il nome, è il principale punto d’accesso al villaggio.

E qui potrete ammirare qualcosa di tipicamente portoghese: è adornata con tanti graziosi azulejos che raffigurano la Passione di Cristo, e un soffitto pieno di dipinti che simboleggiano la corona di spine.

Ci sono poi l’Igreja de Santa Maria, patrona della città, che permette di rimanere incantati grazie a uno splendido soffitto affrescato. Situata alla fine della via principale, venne costruita sui resti di una moschea ed è forse la chiesa più bella di tutta la città.

Molto interessante è anche il Santuário do Senhor da Pedra che sorge al di fuori delle mura. Vanta una pianta esagonale ed è in pittoresco stile barocco.

Da non perdere è anche il museo municipale di Óbidos che espone una collezione di dipinti di varie epoche.

Cosa mangiare e bere

Infine, sappiate che Óbidos è anche un piacere per il proprio stomaco. I più golosi non potranno resistere al suo gustoso cioccolato, in onore del quale si tiene anche un festival da quasi 20 anni.

In più, è curioso sapere che qui il cioccolato viene utilizzato anche per realizzare le tazzine dentro cui viene servita la Ginjinha, il liquore alla ciliegia tipico della città che bisogna assolutamente assaggiare.

Categorie
Europa Idee di Viaggio Svizzera Viaggi

Klausjagen: la Caccia a Babbo Natale sta per iniziare

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio in Svizzera, per scoprire e riscoprire tutte le meraviglie che si snodano su quel territorio incastonato tra i Paesi dell’Europa Centrale. Laghi, montagne e cime maestose, paesini medievali e monumenti storici e architettonici che raccontano il presente e il passato delle città svizzere. E poi, ancora, resort sciistici, sentieri escursionistici, orologi e cioccolata.

All’ombra dei sentieri più battuti dal turismo di massa, però, esistono luoghi davvero incantevoli che non tutti conoscono. Come Küssnacht, un comune svizzero di 12.000 abitanti situato nell’omonimo distretto e incastonato tra il lago dei Quattro Cantoni e quello di Zugo. La città è legata indissolubilmente alla leggenda di Guglielmo Tell, l’eroe svizzero che guidò il popolo verso la libertà e questo motivo, da solo, basterebbe per raggiungerla e per farsi suggestionare da tutte quelle storie evocative che si tramandano da generazione in generazione.

Ma c’è un altro motivo per raggiungere Küssnacht adesso. Sì perché qui, a dicembre, si tiene uno degli eventi più affascinanti e suggestivi di tutta Europa. Il suo nome è Klausjagen e, tradotto letteralmente, vuol dire Caccia a Babbo Natale.

Benvenuti a Küssnacht, dove il Natale è un’avventura magica

Il nostro viaggio di oggi ci conduce a Küssnacht, ad appena 13 chilometri di distanza da Lucerna. È qui che tra l’imponente Fortezza cittadina e la Hohle Gasse, due dei monumenti legati alla leggenda di Guglielmo Tell, è possibile vivere un’esperienza incantata durante il periodo dell’Avvento. Un evento che si replica ogni anno e che è, con tutta probabilità, uno dei più affascinanti e suggestivi dell’intero continente.

Stiamo parlando del festival Klausjagen che si tiene alla vigilia del giorno di San Nicola proprio nella città di Küssnacht e che ogni anno accoglie oltre 20.000 persone, tra viaggiatori e cittadini, per assistere a uno show incredibile: una sfilata grandiosa che coinvolge oltre 1.000 partecipanti e che dura fino a tarda notte.

I preparativi, di quella che è un’antica tradizione, iniziano mesi prima e si concludono il 5 dicembre con una caccia inedita al portatore di doni. Le origini di questa usanza affondano nel medioevo e alle tradizioni pagane. La comunità si riuniva tra le strade del Paese per cacciare via gli spiriti malvagi con rumori assordanti e insopportabili. Proprio la natura chiassosa di questa manifestazione fece sì che venne messa al bando dalla Chiesa e dalle autorità, per poi essere ripristinata solo nel IX secolo.

Con il tempo quella sfilata rozza e chiassosa si è trasformata in un corteo organizzato che, sotto la guida della Società di San Nicola di Küssnacht, è arrivato fino ai giorni nostri diventando uno degli eventi più affascinanti d’Europa per celebrare San Nicola e il Natale.

Klausjagen: la Caccia a Babbo Natale

La storia di San Nicola e il mito di Babbo Natale sono legati indissolubilmente da un filo leggendario e misterioso. Non stupisce, quindi, che il Klausjagen venga festeggiato proprio alla vigilia del Santo. Ma che succede, esattamente, in questo giorno a Küssnacht?

Alle ore 20.15 del 5 novembre, un rumore assordante apre le danze. Tutti lasciano le case e le cose che stanno facendo per correre in strada. Le luci che si spengono, facendo sprofondare la città nel buio, confermano che l’evento ha inizio. La processione, che mantiene in parte le premesse iniziali, è composta da 180 suonatori di corno, 700 percussionisti con campanacci e 200 uomini abbigliati con mitre vescovili luminose e gigantesche che misurano fino a due metri.

Tutti seguono con attenzione il grande corteo con un solo scopo: quello di trovare Babbo Natale. E alla fine lui arriva, con quattro elfi che distribuiscono dolci e pasticcini a chi è stato buono. Il corteo coinvolge ogni anno oltre 1.500 persone e dura fino a tarda notte. Quando la musica finisce i partecipanti sono soliti recarsi nelle taverne locali per continuare a brindare e a celebrare l’Avvento.

Categorie
Idee di Viaggio vacanza natura Viaggi viaggiare

Questa cartolina invernale è la tua prossima destinazione di viaggio

Una conca racchiusa da una corona di montagne che si stagliano all’orizzonte, la natura incontaminata, le tante strutture ricettive e i numerosi servizi: benvenuti a Jackson Hole, una bellissima valle che si trova in Wyoming, negli Stati Uniti.

Un luogo da sogno, dove vivere una vacanza all’insegna di tanti divertimenti, mille possibilità, di ogni confort, ma anche potendo apprezzare la bellezza di luoghi in cui la natura la fa da padrone. E con il freddo questa valle diventa una perfetta cartolina invernale, la destinazione di viaggio ideale per chi ama la montagna, le piste innevate e i panorami indimenticabili.

Jackson Hole, il paradiso invernale da raggiungere

Per chi ama le piste da sci, ma anche le località in cui la natura la fa da padrona, Jackson Hole è la meta ideale da raggiungere. La bellezza di questa valle non può lasciare indifferenti e, d’inverno, regala panorami che sembrano rubati da una cartolina. Le cime innevate delle montagne, che circondano questa ampia valle, sono meta perfetta per chi è alla ricerca di stazioni sciistiche rinomate. Mentre nella cittadina principale, ma anche nelle altre, si possono trovare tutti i servizi che si possono desiderare: da negozi, a sistemazioni di lusso, fino a locali che fanno provare la sensazione di vivere nel vecchio West.

Ci sono ben tre stazioni sciistiche: Jackson Hole Mountain Resort, Grand Targhee Resort e Snow King Resort. Gli sport che si possono praticare sulle montagne, ma anche a valle, sono numerosi così come le possibilità di fare escursioni. E c’è la possibilità per tutti, anche per i principianti di divertirsi. Oltre allo sci alpino, in questa splendida valle ci si può mettere alla prova con quello nordico grazie a lunghi percorsi appositi.

A sottolineare che questo luogo è davvero una meta da non perdere, anche il fatto che sia stato scelto in più di un’occasione come location per gare di Coppa del Mondo di sci alpino. Inoltre la valle è stata a più riprese scelta per fare da sfondo a pellicole famose.

Non solo neve, cosa fare in città o fuori

Non tutti amano gli sport invernali, pur apprezzando la montagna d’inverno e la neve. E la valle di Jackson Hole offre tantissime opzioni anche per loro. Intanto è bene sapere che la cittadina più grande (che conta circa 10mila abitanti) è Jackson, ma vi sono anche altri centri abitati: Teton Village, Kelly, Wilson, Moran, Moose e Hoback Junction. Inoltre, qui vicino si trova il Grand Teton National Park, mentre un po’ più distante (ma comunque facilmente raggiungibile) è lo Yellowstone National Park.

Escursioni in motoslitta alla scoperta della natura selvaggia o una giornata di relax trascorsa in una sorgente termale, oppure provare ad andare in bici sulla neve: sono solo alcune delle cose che si possono fare durante una vacanza in questa perla del Wyoming. Ma non solo, anche la cittadina di Jackson regala tantissime opportunità. Dalle numerose gallerie d’arte, ai musei che possono piacere ai grandi ma anche ai piccini (in questo caso meta “obbligata” è il parco giochi interattivo Jackson Hole Children’s Museum).

Da non perdere anche i tanti locali dove gustare cibo delizioso, e vale anche la pena informarsi su eventuali concerti dal vivo.

Categorie
Europa Idee di Viaggio isole Isole Canarie mare Viaggi

Mogán, una meta da non perdere a Gran Canaria

Tra le mete preferite dagli europei (e non solo) in qualsiasi stagione dell’anno c’è senza ombra di dubbio Gran Canaria. Si tratta di un’isola di origine vulcanica davvero eccezionale: è nota come il “continente in miniatura” per via dei suoi paesaggi variegati e dei suoi forti contrasti. E proprio qui, in questo lembo di terra dal mare cristallino, sorge una cittadina turistica da visitare assolutamente: Mogán.

Mogán: la “piccola Venezia delle Isole Canarie”

Mogán è una graziosa cittadina che sorge nella parte Sud-Occidentale di Gran Canaria. È un vero e proprio gioiello accarezzato dal mare e protetto da alte montagne. Un posto speciale, quindi, e che include anche due città di pescatori: Arguineguín e Puerto de Mogán. Quest’ultimo, poi, è davvero particolare perché le fa vantare il soprannome di “piccola Venezia delle Isole Canarie” per via della presenza di alcuni curiosi canali e minuscoli ponti.

Certo, il paragone è piuttosto esagerato, ma ciò non toglie che sia una realtà molto pittoresca, uno dei gioielli più belli delle Isole Canarie.

Mogán, "la piccola Venezia"

Fonte: iStock

Uno scorcio di Puerto Mogán

Ci sono poi le spiagge, tantissime, che nel corso del tempo si sono sviluppate in sei centri residenziali: Arguineguín, Patalavaca, Anfi del Mar, Puerto Rico, Amadores, Tauro, Playa del Cura, Taurito e Puerto de Mogán. Insomma, Mogán ha davvero molto da offrire, una di quelle tappe da fare assolutamente se si vola a Gran Canaria.

Cosa vedere a Mogán

Senza ombra di dubbio, una delle maggiori attrazioni turistiche di questa città spagnola è Puerto de Mogán. Ma non c’è da sorprendersi: vanta una spiaggia dalla sabbia nera tipica dei vulcani, lambita da un mare cristallino e spesso anche riparato dai venti. In più, mette a disposizione un pittoresco porto che è in grado di ospitare piccole imbarcazioni e yacht di di lusso.

Passeggiando tra canali e ponti, è possibile scovare casette di calce bianca con porte e finestre colorate – nessuna con più di due piani perché il governo di Gran Canaria limita le nuove costruzioni che superino quell’altezza – che sembrano volersi arrampicare alla montagna scura che gli fa da cornice e che si getta nel mare.

Poi ci sono gli edifici religiosi come la Chiesa di Sant’Antonio da Padova, che vanta una copertura in legno lavorato. Molto interessante è anche il cosiddetto Molino Quemado, che tradotto vuol dire “mulino bruciato”. Un’attrazione davvero importante perché, nel 2002, è stata classificata come sito del patrimonio nella categoria etnologica.

Molino Quemado, di Mogan

Fonte: iStock

Il bellissimo Molino Quemado

In più, in questo grazioso comune sono presenti tre siti classificati come proprietà di interesse culturale nella categoria “zona archeologica”: Cañada de los Gatos o Lomo los Gatos (“valle dei gatti”), Cañada de la Mar (“valle del mare”), e la Cogolla de Veneguera.

Poi ancora Arguineguín, un tipico villaggio di pescatori, dove ogni martedì va in scena il mercato più grande dell’isola. Un luogo che, nonostante il grande sviluppo turistico, conserva ancora la sua essenza originale.

Spiagge e mare

Mogán si presta perfettamente per fare vacanze all’insegna del mare per via delle sue tante meravigliose spiagge. Una di queste si chiama proprio Playa de Mogán e si distingue per essere accogliente, riparata dai venti eccessivi ed ideale per tutta la famiglia: è ricca di servizi.

Molto interessante è anche Playa de Amadores che, nei fatti, è molto più tranquilla della precedente. Pur essendo un’insenatura artificiale protetta da due barriere, è bagnata da un mare che più volte si è meritato la Bandiera Blu. Inoltre, è perfetta per fare un bagno perché qui l’acqua è sempre calma e priva di onde.

C’è poi Playa de Taurito che rispecchia il vero e proprio significato della parola “tranquillità” perché è generalmente poco affollata e non invasa dalla vita notturna. In più, è composta di sabbia morbida e sottile e anche nel suo mare sventola la Bandiera Blu.

Pur essendo inserita in un contesto residenziale di lusso, la Playa de Anfi del Mar è aperta a tutti. Sfoggia una lunghezza di circa 80 metri in cui giace una sabbia bianchissima accarezzata da acque limpide e particolarmente calme. Sembra quasi di stare in piscina e non a caso è particolarmente frequentata dalle famiglie con i bambini.

Playa del Tauro si distingue per essere isolata e riservata e per presentarsi come una distesa di sabbia dorata che quasi trasmette la sensazione di prendere il sole sdraiati su una spiaggia caraibica.

Infine, la Playa de Puerto Rico che vanta sabbia dorata e che si estende per circa 300 metri. Ma non solo, perché questo è lo spot ideale per chi vuole divertirsi con gli sport acquatici: moto e sci acquatici, escursioni in barca, vela, pesca in alto mare, paracadutismo nautico e molto altro ancora.

Playa de Mogán, Gran Canaria

Fonte: iStock

La bellissima Playa de Mogán

La natura di Mogán

Mogán è molto interessante anche dal punto di vista naturale. Ad attirare l’attenzione sono, senza ombra di dubbio, il Macizo del Suroeste, con una grande ricchezza biologica e il Barranco de Veneguera che regala paesaggi desolati. Ai piedi di queste meraviglie della natura sorge una altro grande tesoro prezioso: la peculiare formazione rocciosa di Los Azulejos che fa innamorare per i suoi colori che riescono a sfumare dal rosso all’azzurro, passando per varie tonalità di giallo.

Mogán è anche la zona ideale per chi vuole solcare sentieri in mezzo alla natura, come i tragitti da fare tra le pinete del Parque Natural de Ojeda, Inagua e Pajonales, in cui risiede la Presa de Soria, un grande lago verde circondato da incredibili palmeti.

Feste e tradizioni

Infine, sappiate anche che Mogán è il posto perfetto anche per fare un viaggio all’insegna dell’autenticità perché è ricca di feste e particolari tradizioni. Da queste parti, infatti, si festeggia San Antonio de Padua el Chico il 13 giugno e San Antonio el Grande la prima domenica di agosto. Ma la cosa interessante è che si fa una festa che unisce tutti i municipi e nella quale viene intonato un particolare canto tradizionale, chiamato “de los Pajaritos”.

Arguineguín e Puerto de Mogán celebrano con molta vivacità la Vergine del Carmen dove è tradizione trasportare su barche le immagini della Vergine da un punto all’altro della costa del municipio.

Insomma, se si visita la sorprendente Gran Canaria non può di certo mancare una sosta presso la vibrante cittadina di Mogán.

Le spiagge di Mogán

Fonte: iStock

La magica Playa de Anfi del Mar
Categorie
Idee di Viaggio Viaggi

In questa città, per 6 mesi all’anno non arriva il sole

Provate ad immaginare cosa significhi vivere costantemente all’ombra, senza che i raggi del sole riescano a filtrare l’imponente cortina di montagne che vi circondano: gli abitanti di Rjukan, grazioso villaggio norvegese, hanno combattuto con questo problema per oltre 100 anni, tornando a vedere la luce solamente da marzo a settembre, per poi sprofondare di nuovo nel buio. Almeno, fin quando un progetto rivoluzionario non ha riportato il sole in città.

Rjukan e i suoi specchi

Che alcune regioni della Norvegia possano rivelarsi abbastanza inospitali – soprattutto per noi italiani che siamo abituati ad un clima mediterraneo – non è certo una novità. Ma avete mai sentito parlare di Rjukan? Questa piccola città, che ad oggi conta poco più di 3mila abitanti, si trova in una posizione alquanto bizzarra: incastonata in una valle strettissima, per ben 6 mesi all’anno non viene raggiunta dai raggi del sole. Quest’ultimo, che in inverno rimane sempre molto basso in cielo, non riesce a superare la cortina del monte Gaustatoppen, ai cui piedi si trova il villaggio. Il risultato? Un’intera cittadina che, da settembre a marzo, non vede (letteralmente) la luce.

Vivere così è davvero complicato, perché sappiamo bene che il sole è fondamentale per i nostri bioritmi – e per la vitamina D. Per questo gli abitanti di Rjukan, una città situata circa 80 km a nord dalla capitale Oslo, hanno inventato una soluzione geniale. Nel 2013, hanno installato tre giganteschi specchi sul fianco settentrionale della montagna, per “catturare” i raggi del sole e dirigerli verso la piazza principale del paese. In questo modo, si sono garantiti diverse ore di illuminazione ogni giorno, anche nei 6 mesi bui dell’anno. Gli specchi, posizionati 500 metri più in alto rispetto alla città, sono in continuo movimento grazie ad un sistema gestito dal computer e si spostano ogni 10 secondi, reindirizzandosi per seguire il cammino del sole.

Quest’idea geniale, che in realtà era già stata valutata in passato e poi accantonata a causa della mancanza di tecnologie simili, è stata adottata a seguito dell’iniziativa dell’artista Martin Andersen, trasferitosi a Rjukan alcuni anni prima e decisamente sofferente per l’assenza della luce del sole. Ci sono voluti circa 500mila euro per la realizzazione dell’impianto, una cifra in fondo neanche esagerata, che ha portato un gran benessere all’intera popolazione. Non vi ricorda un po’ la storia di Viganella, il piccolo borgo piemontese che ogni anno rimane al buio per quasi tre mesi? Anche in quel caso, la soluzione è stata adottare uno specchio per convogliare la luce solare.

Cosa vedere a Rjukan

Ma torniamo a Rjukan, una cittadina costruita praticamente da zero nei primi anni del ‘900, a seguito dell’improvviso e vertiginoso sviluppo industriale vissuto in quella regione. Da quando sono stati costruiti gli specchi, la sua popolarità è aumentata notevolmente e molti turisti ne sono stati attratti. Ma cosa possiamo vedere nei dintorni? Il centro di Rjukan è piccolo e molto grazioso: la sua perla è la chiesetta in pietra naturale con il campanile che svetta accanto, caratterizzata da finestre a volta con vetri colorati e splendidi affreschi.

Per chi invece ama la natura, a poca distanza dal paese si può ammirare le meravigliose cascate Rjukan, generate dal fiume Måna: vennero scoperte nel 1811, e inizialmente si credeva fossero le più alte al mondo. In realtà, hanno un salto totale di 238 metri, ma ciò non ne toglie un briciolo di fascino. Molto tempo fa, erano un’attrazione turistica perché rappresentavano le prime cascate ad essere illuminate dall’elettricità prodotta dalla loro stessa acqua. E ancora oggi regalano un panorama da brivido, assolutamente da vivere.

Categorie
Idee di Viaggio Viaggi viaggiare

Raggiungere lo spazio in mongolfiera: ecco quando e quanto costerà

Ci sono viaggi che sembrano dover per forza restare tra i sogni più belli, magari perché impossibili da fare. Quelli nello spazio sono sempre apparsi proprio così: come qualcosa di irrangiungibile. E invece le cose stanno per cambiare, ora infatti stanno diventando sempre più tangibili e possibili.

Quel sogno di volare verso i confini del cielo, presto diventerà realtà grazie all’idea di un’azienda che permetterà di raggiungere lo spazio in mongolfiera. Esatto, non con una navicella spaziale, ma con un mezzo alternativo, molto affascinante ed estramente all’avangiardia.

Da quando sarà possibile e quanto costerà questa esperienza unica nel suo genere.

Lo spazio in mongolfiera: cosa c’è da sapere

Guardare il cielo e immaginarsi di esplorarlo è un richiamo da sempre vivo nel cuore delle persone. E per trasformare in realtà quello che, magari, è sempre stato solo un desiderio, ora è arrivata l’idea molto innovativa di un’azienda francese che – a partire dal 2024 – offrirà la possibilità di partire in mongolfiera per raggiungere i confini dello spazio.

Un viaggio che, sul sito ufficiale di Zephalto, l’azienda francese che ha portato avanti il progetto, viene descritto come un’avventura rivoluzionaria e in armonia con la natura a bordo di Céleste, una capsula pressurizzata sollevata da un pallone stratosferico, i cui interni suddivisi in tre grandi cabine sono stati progettati dall’architetto Joseph Dirand.

Qualche numero in merito a questo viaggio davvero speciale ed esclusivo. Basti pensare che sono solo sei i posti a sedere previsti, mentre la finestra dalla quale ammirare lo spettacolo è ampia 7 metri quadrati. Il mezzo su cui si verrà portati fino ai confini con lo spazio ha una dimensione di 20 metri quadrati e ammontano, invece, a 26.6 i chilogrammi di Co2 emessi: i più bassi per un volo spaziale.

Il volo avrà una durata di sei ore e, come viene spiegato sul sito – è il viaggio la destinazione. Infatti, in questo caso non vi è un luogo specifico da raggiungere, ma un’esperienza da vivere pienamente e facendo tesoro di tutta la meraviglia che saprà offrire.

Sempre sul sito viene spiegato che la salita dura circa un’ora e mezza con una velocità di quattro metri al secondo, raggiunta la stratosfera (a una distanza di 25 chilometri dalla Terra) lì si resterà per circa tre ore. Il ritorno avrà la stessa durata dell’andata, tempo durante il quale si potrà continuare a godere di un panorama unico e indimenticabile.

Quando partire e quanto costa

A quanto pare, i viaggi prenderanno il via sul finire del 2024 e, secondo quanto riportato da un articolo pubblicato su Condé Nast Traveler, dovrebbero avere un costo di circa 120mila euro a persona. Interessante il fatto che l’azienda abbia lavorato per trasformare un sogno di molti in realtà, impegnandosi però a mantenere basso l’impatto ambientale.

Basti pensare che le emissioni di Co2 menzionate precedentemente sono le medesime della produzione di un paio di jeans. Attenzione all’ambiente, ma anche all’esperienza. Sempre su Condé Nast Traveler, infatti, viene spiegato che i viaggi saranno personalizzabili e di lusso, con la possibilità di scegliere menu e bevande specifiche.

E intanto l’obiettivo del fondatore di Zephalto si appresta a trasformarsi in realtà: “Viaggiare verso le stelle, senza inquinare, in armonia con gli elementi”.