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Lo spettacolo luminoso più bello del mondo si trova in Italia

Animali, fiori, percorsi fantastici e luoghi che sembrano usciti da una favola. C’è un piccolo borgo italiano che, nel periodo delle festività natalizie, si accende di colori e meraviglia: è lì, infatti, che lo spettacolo luminoso più bello del mondo prende vita, per regalare a grandi e piccini un’atmosfera incredibile e indimenticabile.

Siamo in provincia di Varese in Lombardia dove, sulle sponde del Lago Maggiore, si trova Leggiuno il luogo che, dai primi di dicembre, diventa un posto in cui la magia sembra possibile e dove i giochi di colori e di luce restituiscono allo sguardo sensazioni indelebili.

Leggiuno, il borgo con lo spettacolo luminoso più bello

Il buio punteggiato da tantissime lucine che creano un’atmosfera onirica e fiabesca: a guardare le immagini di come si trasforma Leggiuno, il piccolo borgo sul Lago Maggiore, in occasione del Natale, sembra davvero che la magia possa esistere. Fiori, animali, natura, ma anche un tunnel luminoso e luoghi incantati. Il paese si trasforma e diviene uno scenario favoloso e unico.

A ideare il progetto è stato Lino Betti, che ha dato vita alla manifestazione e ha realizzato, insieme al suo team, tutte le installazioni luminose che hanno trasformato il percorso. Per creare questo luogo fatato sono state utilizzate oltre 700mila luci al led, ovvero circa 200 mila in più rispetto all’edizione 2022.

Inoltre, ogni creazione che si può ammirare lungo il percorso, come i fiori colorati o i tanti animali, è stata preparata a mano e utilizzando plastica riciclata e scarti: un bel modo per mostrare l’importanza del recupero e del riuso.

Il percorso, che quest’anno è stato allungato, sarà accessibile a tutti fino al 7 gennaio, dalle 17,30 alle 22,30. Sono previsti eventi che vanno ad arricchire l’esperienza di coloro che vogliono immergersi in questo mondo straordinario fatto di luci e meraviglia. Ad esempio, fino al 25 dicembre sarà presente Babbo Natale, dal giorno successivo – invece – si potrà incontrare la Befana. E poi vi sono in programma concerti o la presenza di cori che andranno a regalare ancora più bellezza e a impreziosire l’atmosfera.

Da sottolineare che quest’anno, come riporta il sito dell’evento, è stato potenziato l’impianto fotovoltaico per le lucine grazie alla partnership con EsseSolar.

La storia delle lucine di Leggiuno

Una passione che ha contagiato tutti: la storia delle lucine di Natale di Leggiuno inizia grazie a Lino Betti che nel 1999 ha comprato le prime – come si può leggere sul sito ufficiale della manifestazione – in Brasile, paese d’origine della moglie. Con 100 dollari era riuscito ad acquistarne 10mila, poi andando ad accrescere di anno in anno la propria collezione. Prima addobbava solo casa e giardino, che erano diventati una grande attrazione, poi con la collaborazione di tante persone si è arrivati all’ambientazione magica di oggi.

E ogni anno il borgo si accende, ma lo fa sempre con creatività nuova, regalando ai visitatori emozioni diverse. Un percorso per tutti, adatto ai più piccoli, ma anche ai grandi, perché la magia delle feste e l’incanto delle luci sono straordinari a ogni età. Una tappa obbligata se si programma una vacanza sul Lago Maggiore.

Leggiuno, l’eremo di Santa Caterina del Sasso

Se si visita Leggiuno, il borgo in provincia di Varese, vale la pena una sosta ad ammirare l’eremo di Santa Caterina del Sasso che si trova su una roccia a strapiombo sul Lago Maggiore.

Di realizzazione molto antica, è composto da diversi edifici ed è dotato di una torre campanaria anch’essa affacciato sul lago. Oltre alla valenza storica e artistica notevole, da questo luogo si possono ammirare panorami indimenticabili.

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El Nido: tra i posti più suggestivi del mondo

Fino a qualche anno fa era un luogo lontanissimo, difficile da raggiungere, privo di strutture ad alterare il paesaggio e frequentato da qualche backpacker in cerca di un piccolo paradiso personale a basso costo. Oggi le cose sono un po’ cambiate: in alcuni punti ci sono tantissimi alloggi costruiti a ridosso della spiaggia, bar con happy hour, negozi, ristoranti con cucine provenienti da tutto il mondo e turisti, moltissimi turisti.

Tutte situazioni che in qualche maniera hanno un po’ modificato l’aspetto originale di El Nido, ma sul quale si sta lavorando duramente al fine di preservare la sua importanza e bellezza. Vi basti pensare che Palawan, la magnifica isola in cui sorge El Nido, è spesso indicata come una delle Capitali mondiali per l’ecoturismo e per i viaggi nella natura.

Nonostante l’aumento del turismo e la costruzione un po’ scellerata di strutture per gli ospiti, questo straordinario luogo delle Filippine riesce ancora a mantenere quella che è la sua natura, ovvero essere uno dei posti più suggestivi del mondo. Un posto da visitare con rispetto, ma che senza ombra di dubbio vale la pena scoprire.

El Nido, informazioni utili

El Nido è una piccola cittadina che sorge all’estremo Nord dell’isola di Palawan e che si affaccia sulle inquantificabili meraviglie dell’arcipelago di Bacuit. Una realtà che a vederla pare quasi dipinta da un pittore, perché si sviluppa tra pittoresche montagne color verde smeraldo che si mescolano a rocce scure a picco sul mare che, a loro volta, si affacciano su un’acqua che è in grado di farci ammirare tutte le possibili sfumature del blu.

El Nido, Filippine

Fonte: iStock

Un angolo di El Nido

Da queste parti vivono circa 30.000 persone e, proprio con lo scopo di preservare la magnifica area in cui si sviluppa, vengono spesso introdotte nuove norme per regolamentare le diverse escursioni possibili. Non vi possiamo perciò dare informazioni precise su questo argomento, perché l’unico vero modo per ottenerle è scoprirlo sul posto. Sappiate, tuttavia, che per le varie gite in bara potrebbe essere previsto un numero massimo di visitatori giornalieri, il non poter visitare due posti nello stesso giorno, e che potrebbe essere necessario pagare anche delle piccole tasse ambientali.

Cosa fare

A El Nido si viene essenzialmente per tre cose: il mare, le spiagge e la natura circostante. Questa cittadina, infatti, deve più essere considerata come un punto di partenza per ammirare le meraviglie della zona, che per fortuna mantengono ancora gran parte della loro bellezza autentica.

Quello che si sviluppa nei dintorni di El Nido è un’ecosistema unico non solo per biodiversità, ma anche per conformazione geografica: sembra un territorio finto per la bellezza da cartolina.

Le spiagge da visitare in autonomia

Nei pressi di El Nido prendono vita delle spiagge meravigliose che si possono vistare in autonomia. Cò non toglie che, visti i cambiamenti di regolamentazione repentini, le cose potrebbero essere diverse nel momento in cui ci arriverete. Straordinarie, per esempio, sono 7 Commando Beach e  Ipil Beach che si possono raggiungere affittando un kayak, oppure partecipando ad un tour con barca privata.

Il tempo per attraccarvi è di circa mezza giornata (in kayak), ma una volta arrivati troverete di fronte a voi una distesa di sabbia bianca come la neve lambita da un’acqua limpidissima, sulla quale si specchia una vera e propria corona di palme.

Noleggiando uno scooter, si possono invece ammirare due bellissime spiagge gemelle: Nacpan e Caitang. La prima è senza ombra di dubbio un incanto: è insolitamente molto ampia e lunga chilometri. Da qui, inoltre, è possibile arrivare senza troppi problemi persino presso le cascate di Pasadena Nagkalit – Kalit. O meglio, ci vogliono circa 45 minuti a piedi nella giungla incontaminata, ma la fatica verrà ripagata da un freschissimo un tuffo nel laghetto creato della cascata.

Nacpan Beach, Filippine

Fonte: iStock

Veduta aerea di Nacpan Beach

I luoghi che si possono visitare con le escursioni organizzate

Le varie (e magnifiche) escursioni organizzate che partono dal El Nido conducono alla scoperta di angoli incontaminati e di pura bellezza. Uno di questi è la Small Lagoon, una piccola laguna che pare protetta da alte pareti di roccia ricoperte da una fitta vegetazione.

C’è poi la Big Lagoon che si può raggiungere attraversando uno stretto canale d’acqua cristallina che si rivela un vero e proprio preziosissimo gioiello di natura.

Un’altra tappa che si può fare con le escursioni organizzate è Entalula Island con la sua spiaggia: è ritenuta la migliore di El Nido e persino di tutto l’arcipelago Bacuit. Ma non c’è da sorprendersi, perché quello che vi ritroverete di fronte è una striscia di sabbia bianca sovrastata da una enorme roccia striata.

Assai suggestivo è anche Pinagbuyutan Island, un gigantesco pinnacolo naturale che fa da guardia a un’altra spiaggia davvero emozionante. Poi ancora Snake Island, così chiamata perché qui, con la bassa marea, emerge una lingua di sabbia a forma di serpente.

I diversi tour in partenza da El Nido portano anche alla scoperta di Hidden Beach che, come dice il nome stesso, è una caletta nascosta e alla quale si può accedere solo dopo essersi calati in acqua. Da qui si attraversa poi un tratto che regala uno degli scenari più suggestivi di El Nido: il passaggio in barca nel canale che separa le isole di Tapiutan e Matinloc, con direzione Star Beach, dove con un pò di fortuna si possono avvistare anche delle tartarughe, e Talisay Beach, sormontata da rocce grandissime e altamente sorprendenti.

Infine Cadlao Island  con le sue preziose spiagge nascoste, forse meno suggestive di altre, ma assolutamente interessanti da esplorare.

Cosa sapere prima di partire

El Nido è caratterizzata da un clima tropicale-equatoriale con temperature che oscillano tra i +25 ed i +40 gradi durante tutto il corso dell’anno con un alto tasso di umidità. La stagione secca va da dicembre ad aprile, mentre quella delle piogge da maggio a novembre.

I cittadini italiani che vogliano soggiornare nel Paese per meno di 30 giorni non necessitano dell’ottenimento di un visto presso le rappresentanza filippine, poiché può essere ottenuto in maniera gratuita una volta arrivati in aeroporto. Infine, sappiate che per entrare nelle Filippine è necessario esibire il biglietto aereo di ritorno in Italia o di uscita dal Paese.

Entalula Island, Filippine

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Veduta di Entalula Island con la sua spiaggia
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Esiste un altro Louvre nel mondo e si trova a due passi dal deserto

In un mondo in cui le notizie di conflitti e tensioni internazionali sembrano essere all’ordine del giorno, la necessità di pace e tolleranza tra popoli e culture diverse risulta oggi più urgente che mai.

Eppure, esistono esempi virtuosi, testimonianze viventi di come sia possibile costruire ponti di dialogo e comprensione tra popolazioni differenti.

Uno di questi luoghi si trova ad Abu Dhabi, sulla meravigliosa isola di Saadiyat. Qui, tra architetture mozzafiato e panorami spettacolari, si erge un simbolo potente di ciò che è possibile realizzare quando le persone si uniscono in un progetto comune.

La nostra meta è il museo del Louvre, una sorta di succursale del famoso museo di Parigi, frutto di una collaborazione trentennale tra Abu Dhabi e il governo francese. Questo luogo unico rappresenta una fusione perfetta tra l’arte occidentale e la cultura araba, offrendo ai visitatori un’esperienza imperdibile e coinvolgente, alla scoperta di opere straordinarie.

Il “Louvre del deserto”

Louvre Abu Dhabi

Fonte: iStock

Louvre di Abu Dhabi, Emirati Arabi Uniti

Il Louvre di Abu Dhabi, inaugurato nel 2017, è stato soprannominato dai francesi “Louvre del deserto” e rappresenta una straordinaria fusione tra architettura moderna e tradizione araba.

Progettato dal rinomato architetto Jean Nouvel, si distingue per la sua visione audace e la sua profonda sensibilità verso il contesto culturale e ambientale in cui si trova. L’elemento più distintivo dell’edificio è la sua gigantesca cupola, un reticolo di acciaio e alluminio che filtra la luce solare, creando un effetto simile a un’oasi di palme. Questa struttura, che sembra sospesa tra cielo e terra, crea un gioco di luci e ombre in continua evoluzione durante il giorno.

Il museo si estende tra una serie di edifici bianchi ispirati all’architettura tradizionale araba. Queste strutture sono collegate da passaggi coperti e circondate da canali d’acqua, creando un intricato labirinto di spazi espositivi che invitano alla scoperta e alla riflessione.

Al suo interno ci sono 23 gallerie permanenti dedicate all’arte moderna e contemporanea, testimoniando l’incessante progresso e l’evoluzione continua del linguaggio artistico. Tuttavia, la sua grandezza risiede nel suo vasto percorso storico che abbraccia le antiche culture dell’Egitto, della Grecia e dell’Impero Romano.

Va sottolineato che, in questa regione, le temperature possono raggiungere facilmente i 40 gradi, mettendo a rischio le opere d’arte. Per tale motivo, sono state predisposte misure speciali al fine di garantirne la corretta conservazione.

Il tesoro artistico del Louvre di Abu Dhabi

Il Louvre di Abu Dhabi custodisce splendidi capolavori che includono dipinti, sculture e altre meravigliose opere d’arte.

La collezione permanente del museo comprende più di 600 manufatti provenienti da diverse epoche storiche e civiltà. Inoltre, ospita 300 opere che illustrano come culture diverse abbiano coesistito nello stesso spazio, sottolineando le somiglianze e gli scambi reciproci.

Tra le più importanti spiccano capolavori come “La Belle Ferronnière” di Leonardo da Vinci, “Ritratto di una dama” di Rogier van der Weyden e la “Madonna con Bambino” di Giovanni Bellini. Ma il Louvre di Abu Dhabi non si limita alle opere classiche. Qui troverete anche opere di grandi maestri contemporanei come Marcel Duchamp e Andy Warhol.

Le opere sono esposte in ordine cronologico, consentendo ai visitatori di seguire l’evoluzione delle diverse civiltà, dalla Preistoria ai giorni nostri. Ogni opera rappresenta un tassello di un puzzle più ampio che narra la storia del nostro mondo.

Oltre alle collezioni permanenti, il museo ospita regolarmente mostre temporanee e dispone anche di un museo per bambini. Inoltre, offre una varietà di servizi, tra cui caffè e ristoranti, dove i visitatori possono rilassarsi e contemplare le opere appena ammirate.

Louvre Abu Dhabi

Fonte: iStock

Louvre di Abu Dhabi, Emirati Arabi Uniti

 

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Rethymno: in Grecia per fare un viaggio nella bellezza e nel tempo

È la terza città più grande della splendida isola di Creta, una felice unione tra storia, lusso, turismo e modernità, graziosa, vivace e coloratissima: ecco Rethymno, a metà strada tra Heraklion e Chania, sulla costa settentrionale, un gioiello tutto da scoprire e da vivere plasmato dalla Città vecchia di epoca veneziana, una Fortezza simbolo e spiagge tropicali.

Qui è dove il sogno di una vacanza al mare in un paradiso di bellezza e poesia diventa realtà.

Rethymno, un tuffo mozzafiato nel passato

Il modo migliore per conoscere a fondo l’anima autentica di Rethymno è una passeggiata nel cuore della Città Vecchia dove scoprire, angolo dopo angolo, tutti i suoi tesori, avvolti in un’atmosfera talvolta veneziana oppure ottomana ma, in fondo, davvero cretese.

Gli stretti e suggestivi vicoli profumati dal gelsomino racchiudono infatti caratteristici edifici, mercati tipici, caffè, taverne in cui gustare la deliziosa cucina cretese al suono della musica tradizionale nonché moschee, porte impreziosite da stemmi veneziani e antichi palazzi dalla facciata in legno.

Tra i punti di sicuro interesse spiccano, ad esempio, la Fontana Rimondi con le tre teste di leone, costruita dai veneziani nel 1626 laddove sorgeva un’antica fontana di epoca romana, la Loggia Veneziana, luogo di ritrovo per la nobiltà e i funzionari veneziani le cui pareti, aggiunte nel 1625, presentano archi magnifici, la Chiesa di Agio Frangiskos (Basilica di San Francesco) che oggi ospita il Museo Archeologico, la Moschea di Neratzes (o Gazi Hussein) dal maestoso minareto, ex chiesa veneziana di Santa Maria convertita nel XVII dagli ottomani con l’aggiunta di tre cupole, odierna sede dell’Odeon municipale, e il Museo della Storia e del Folclore, dimora veneziana risalente al XVII secolo, custode di un’importante collezione di arte popolare e artigianato locale.

Ma le sorprese, ovviamente, non finiscono qui.

Che dire del Porto Veneziano, fiore all’occhiello non soltanto della Città Vecchia ma di Rethymno nella sua interezza? Si tratta della meta perfetta per gustare piatti a base di pesce fresco e per lasciarsi incantare dalla vista della celebre Fortezza del XVII secolo, che conserva tutt’ora alcuni dei numerosi edifici che componevano la cittadella all’interno delle sue mura e dona un panorama sulla città e sul blu che assomiglia a una cartolina.

Infine, dalla Fortezza, il tour si conclude con una piacevole camminata sul lungomare Eleftheriou Venizelou, ombreggiato da palme e con pista ciclabile, che conduce al moderno porto turistico: un tavolo vista mare è il top per un aperitivo o una cena golosa, magari proprio al tramonto per un’esperienza ancora più coinvolgente. In più, qui la vita notturna è vivace e offre moltissime occasioni di divertimento.

L’incanto delle spiagge, tra le più belle della Grecia

Il fascino indiscusso delle spiagge di Creta è noto a livello internazionale e la prefettura di Rethymno non è certo da meno: si fregia, infatti, di alcune delle spiagge più belle della Grecia tra cui va menzionata Preveli Beach, una favolosa laguna adornata da oleandri e palme e una spiaggia dove sfocia il fiume Kourtaliotis.

La costa nord è quella delle spiagge immense, molto gettonate e attrezzate, mentre la costa sud, affacciata sul Mar Libico, è disegnata da un paesaggio ancora intatto e “selvaggio”, punteggiato da baie protette, calette isolate e caratteristici villaggi.

Per una vacanza balneare, Rethymno vanta la propria spiaggia cittadina, lunga 10 chilometri e dotata di tutti i servizi: inizia dal centro e si estende nella zona dei grandi alberghi, fino alla località di Scaletta.

A ovest, invece, si trova la spiaggia di Episcopi, vasta, sabbiosa e, come tutte le altre spiagge di questo angolo di paradiso terrestre, accarezzata da acque limpidissime.

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Il paradiso terrestre dove crescono i cactus giganti

Il mondo, con la sua infinita bellezza, è un tesoro di meraviglie che stimolano l’immaginazione, la creatività e la curiosità. Viaggiare è l’arte di scoprire e svelare questi tesori nascosti, l’opportunità di apprendere e stupirsi di ciò che madre natura ha sapientemente creato.

Un patrimonio che merita di essere ammirato, una testimonianza tangibile dell’incredibile bellezza del nostro pianeta, che aspetta solo di essere esplorata.

Tra le tante meraviglie che ci riserva, oggi ti portiamo alla scoperta dell’isola di Incahuasi, una tappa imprescindibile per chiunque visiti il Salar di Uyuni, in Bolivia. Questo luogo è un’oasi di pace che sorge nel bel mezzo di un mare di sale bianco come la neve, creando uno scenario eccezionale e davvero unico nel suo genere.

Incahuasi: l’isola inaspettata nel Salar di Uyuni

Isola di Incahuasi

Fonte: iStock

Isola di Incahuasi, Salar de Uyuni, Bolivia

Immagina di navigare in un mare immenso di sale bianco, abbagliante come la neve sotto il sole cocente. All’improvviso, all’orizzonte, vedi spuntare un affioramento roccioso. Man mano che ti avvicini, scopri che non è solo una collina, ma un’isola verde e rigogliosa nel mezzo di un oceano di sale. Questa è l’isola di Incahuasi, una meraviglia naturale nel cuore del Salar di Uyuni in Bolivia.

Anche conosciuta come Inkawasi, che in lingua quechua significa “la casa dell’Inca”, è un’antica isola ricoperta di cactus giganti, alcuni dei quali hanno più di mille anni. Qui, avrai l’opportunità di passeggiare tra queste antiche piante, immergendoti in un’atmosfera unica e selvaggia.

All’alba poi, l’isola si trasforma in un vero e proprio spettacolo di luci e colori, creando effetti visivi di rara bellezza. Inoltre, il suggestivo panorama è ulteriormente arricchito dalla vista dei vulcani all’orizzonte che, con le prime luci del mattino, assumono una tonalità rosa delicata.

Un sentiero ben tenuto conduce i visitatori alla cima dell’isola, da dove è possibile ammirare una vista panoramica mozzafiato sul Salar di Uyuni. Qui, lo sguardo può spaziare sull’immensità di questa distesa salina, un paesaggio che sembra estendersi all’infinito, offrendo una prospettiva unica su uno dei luoghi più singolari del pianeta.

Ma fai attenzione, dopo l’alba il salar inizierà a brillare in modo accecante. Il bianco puro del sale, infatti, riflette la luce solare, creando un effetto simile a quello della neve sotto il sole di mezzogiorno. A questo punto, sarà necessario indossare occhiali da sole per proteggere gli occhi.

Salar de Uyuni: il più grande deserto di sale del mondo

Nascosto tra le vette delle Ande boliviane, è senza dubbio una delle meraviglie più stupefacenti del globo. Con una superficie di oltre 10.000 chilometri quadrati (circa 27 volte il Lago di Garda), la più grande al mondo, è il risultato di un lungo processo geologico.

Infatti, milioni di anni fa, quest’area era coperta da un vasto lago preistorico. Con il passare del tempo, l’acqua è evaporata, lasciando dietro di sé un paesaggio lunare di sale cristallizzato, che riflette perfettamente il cielo come uno specchio.

Oggi, è una meta molto amata dai viaggiatori in cerca di esperienze irripetibili e da coloro che non temono di perdersi in un orizzonte magico e surreale.

Ma il Salar de Uyuni non è solo un paradiso per gli amanti dell’avventura. È anche un luogo di grande importanza economica. Nel suo suolo, infatti, giace una delle più grandi riserve di litio del mondo, un elemento fondamentale per la produzione di batterie per veicoli elettrici.

Questa risorsa preziosa ha trasformato il Salar in un centro di attività industriale, un luogo dove la bellezza della natura si unisce al progresso della tecnologia.

Isola di Incahuasi

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Salar de Uyuni, Bolivia
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Nell’antico regno dei Faraoni: l’esperienza che ti farà viaggiare nel tempo

Un’esperienza immersiva che porta nel passato, quello lontanissimo dell’antico regno dei Faraoni: siamo a Giza, dove il Grande Museo Egizio (Gem) ospita Tutankhamun – The Immersive Exhibition in collaborazione con Madrid Artes Digitales.

E non solo la mostra è un vero e proprio viaggio nel passato, ma la location merita tantissimo dal momento che non è ancora ufficialmente aperta se non per questi eventi speciali.

A guardare le immagini i visitatori sembrano venire accolti dentro un sogno, in un’ambientazione che li fa letteralmente immergere nella storia. Durerà tre mesi e vale la pena inserirla tra le tappe di un viaggio se si programma una vacanza in Egitto.

La mostra che ti porta nell’antico regno dei Faraoni

Il viaggio del tempo ha inizio, per intraprenderlo bisogna recarsi al Grande Museo Egizio a Giza, in Egitto. Qui, infatti, in questa struttura che non è ancora aperta del tutto se non per eventi come questo, viene ospitata la mostra Tutankhamun – The Immersive Exhibition: un evento imperdibile, come dimostra il grande successo che ha ottenuto in Europa. Basti pensare che in otto mesi è riuscita a catturare l’attenzione di oltre 300mila visitatori e che viene ospitata in alcune grandi città. A partire da Madrid, del resto è stata realizzata proprio da Madrid Artes Digitales (MAD) e si tratta della loro prima produzione interna, come riporta il sito ufficiale. Si può, poi ammirare ad esempio anche a Barcellona e Vienna, ed è attesa in altri luoghi del mondo.

A Giza ha preso il via nel mese di novembre, non a caso proprio quello durante il quale è stata scoperta più di 100 anni fa la tomba di Tutankhamun (oTutankhamon).

L’esperienza dura circa 30 minuti e, grazie a proiezioni digitali, si fa un vero e proprio salto a ritroso del tempo. La location, come viene raccontato su Condé Nast Traveller, è una stanza buia, all’interno della quale le immagini avvolgono i visitatori e vengono proiettate ovunque, pavimento compreso. A fare da narratore proprio Tutankhamon che ripercorre la sua vita e il suo regno, durato circa una decina d’anni. Dalla sua nascita e dalla creazione della città di Heliopolis, fino ai templi e alla scoperta della sua tomba.

Un viaggio nella storia, da quella del passato più antico, fino a quella più recente con la scoperta della tomba del Faraone: il ritrovamento del primo gradino della scala che accompagnava al suo interno è datata 4 novembre 1922.

Il Grande Museo Egizio, quello che c’è da sapere sulla sua apertura

A eccezione di questi eventi speciali, come la Tutankhamun – The Immersive Exhibition, il Grande Museo Egizio (Gem) dovrebbe aprire i battenti a metà del 2024: un luogo che raccoglierà tantisisme opere, compresa la collezione di Tutankhamon che ne conta circa 5400, a esclusione – a quanto pare – della mummia che resterà a Luxor, nella teca climatizzata all’interno della tomba.

Alcune aree del Gem sono già visitabili, come l’atrio, il museo interattivo per i visitatori più piccoli e la grande scalinata, mentre altre verranno svelate alla sua apertura. Apertura che, sul sito informativo creato e gestito da John Navarre, editore di EgyptTravelBlog.com e conduttore dell’Egypt Travel Podcast, viene stimata poter essere nella tarda primavera 2024.

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Si trova in Italia la chiesa col pavimento più bello del mondo

A guardarlo sembra di camminare nel Paradiso terrestre, perché le scene che sono state riprodotte sul pavimento della chiesa hanno proprio come obiettivo quello di riprodurre l’immagine di quel luogo e la cacciata di Adamo ed Eva dopo il peccato originale.

È il pavimento più bello del mondo, che colma gli occhi di stupore e meraviglia: non potrebbe essere diversamente, perché è inaspettato, un vero e proprio gioiello artistico che racchiude alcune delle tipicità della zona.

Per poterlo ammirare bisogna programmare una visita a Capri, isola amatissima del Golfo di Napoli, luogo elegante, ricco di bellezze da scoprire: naturali, ma anche frutto della mano sapiente dell’uomo.

È a Capri la chiesa col pavimento più bello

La chiesa monumentale di San Michele Arcangelo è una delle mete imperdibili se si programma una vacanza a Capri: il suo pavimento realizzato in maioliche dipinte a mano, infatti, non solo è particolarmente suggestivo alla vista, ma è anche un perfetto e importante esempio della scuola napoletana del Settecento.

Per poterlo ammirare in tutto il suo splendore bisogna prendersi un po’ di tempo: osservare le scene e le figure, apprezzarne la bellezza e il valore artistico.

Sul pavimento è stato raffigurato il Paradiso terrestre e il peccato originale quindi si possono notare molti elementi significativi come l’Albero della conoscenza del Bene e del Male su cui si può riconoscere il serpente. Poi l’Arcangelo Gabriele, Eva che viene scacciata e Adamo che fugge. Vi sono molti animali, alcuni tipici della vita contadina, altri che invece hanno un significato più profondo. Come l’unicorno che rappresenta la purezza, il cervo che si contrappone al male, oppure il coccodrillo che rappresenta le tentazioni del diavolo.

Anche il contorno del pavimento è stato realizzato con maioliche, in questo caso di colore giallo e nero. E la veduta d’insieme è spettacolare, lascia senza fiato e si apprezza molto di più se ci si concede il tempo di coglierne i dettagli e i significati più profondi.

Realizzato da Leonardo Chianese, sono state avanzate delle ipotesi su chi possa aver lavorato al cartone preparatorio e, tra le supposizioni, c’è quella che sia stato Francesco Solimena.

Dove si trova la chiesa monumentale di San Michele Arcangelo

Per ammirare questo pavimento che, senza dubbio, si può annoverare tra i più belli al mondo, bisogna andare a Capri. La stupenda isola del Golfo di Napoli, infatti, ospita la chiesa monumentale di San Michele Arcangelo ad Anacapri. Si trova in piazza San Nicola ed è stata realizzata tra il 1698 e il 1719. La pavimentazione, invece, è databile a circa 40 anni dopo.

Ovviamente non si tratta dell’unica meraviglia che impreziosisce l’isola, luogo ricco di fascino e di dettagli da scoprire. Proprio in questa zona, ad esempio, si possono scoprire la Grotta Azzurra o il Monte Solaro. Poco distante anche la celebre Piazzetta (piazza Umberto I) e le strade ricche di negozi alla moda.

Vale la pena pensare anche a un tour in barca per poter cogliere la bellezza e il fascino dell’isola nella sua interezza: meraviglie naturali e nate dalle sapienti mani dell’uomo a Capri si intrecciano per restituirci un luogo indimenticabile.

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Questo ristorante serve le patatine fritte più costose del mondo

Le patatine fritte più costose del mondo? Le ha pensate e realizzate un ristorante che si trova negli Stati Uniti e, più precisamente, a New York. Il costo è di 200 dollari motivati dagli ingredienti (decisamente preziosi) con cui vengono preparate.

Amate in tutto il mondo, le patatine sono un vero e proprio must sulle tavole e in ogni luogo si trovano in tante versioni diverse. In genere accessibili a tutti, ma non al Serendipity3 di New York, locale noto per i suoi Guinness World Record, tra cui quello del panino più costoso al mondo. Così come le patatine fritte, che si aggirano sui 200 dollari, ovvero al momento circa 183 euro.

Le patatine da Guinness? La ricetta del Serendipity3 di New York

Gli ingredienti che compongono il piatto sono straordinari e giustificano il prezzo, stiamo parlando delle patatine fritte del Serendipity3 di New York che si sono aggiudicate il Guinness World Record. Il nome del piatto è significativo: Crème de la crème des pommes frittes ed è realizzato utilizzando il meglio. Pensate dagli chef Joe Calderone e Fredrick Schoen-Kiewert, sono state realizzate per offrire un piatto unico. E così hanno trasformato lo street food per eccellenza in un manicaretto da record.

Ingrediente base sono le patate Clipperback. Queste innanzitutto devono essere prima sbollentate, ma non in acqua qualsiasi, bensì nello champagne Dom Perignon e nell’aceto di Champagne-Ardenne Le Blanc. Passaggio successivo è la frittura: che non si pensi, però, all’olio, infatti questo passaggio viene effettuato utilizzando puro grasso d’oca.

Le patatine vengono infine cosparse con olio alimentare e condite con sale e olio al tartufo. Ultimo passaggio: quando vengono impiattate (rigorosamente servite su un piatto di cristallo), vengono accompagnate con scaglie di tartufo e salsa al formaggio.

Questa ricetta ha ottenuto il Guinness dei primati nel 2021 e, all’epoca, c’era una lista d’attesa molto lunga per poterla gustare. Come riportava la CNN, infatti, era di circa dieci settimane.

Gli altri piatti da record nel locale di New York

Non solo patatine: al Serendipity3 di New York sono stati realizzati altri piatti da record, per questo – se si programma una vacanza nella Grande Mela – vale la pena inserirlo tra le tappe. Oltre ai piatti tradizionali e a costi più accessibili, si trovano anche quelli che hanno ottenuto il Guinness World Record.

Come un semplice panino al formaggio servito alla “modica cifra” di 214 dollari, circa 195 euro. La ricetta è stata riproposta per un tempo limitato ad aprile 2023 in occasione della giornata nazionale del formaggio alla griglia. Anche in questo caso la preparazione prevede l’uso di ingredienti extra lusso e di altissima qualità.

Come spiega un post Instagram del locale il The Quintessential Grilled Cheese Sandwich è composto da: “Pane francese Pullman Champagne fatto con Dom Perignon Champagne e scaglie d’oro commestibili 23k, imburrato con burro al tartufo bianco alimentato a erba”. Al suo interno, poi, una farcitura davvero speciale realizzata con il formaggio Caciocavallo Podolico: “Prodotto in Sud Italia dal latte della mucca Podolica, che pascola all’aperto, nutrendosi di erbe fortemente aromatiche come finocchietto, liquirizia, ginepro, alloro e fragole selvatiche, infondendo al latte questi dolci profumi aromatici. Ci sono solo circa 25.000 di queste vacche speciali e producono latte solo durante maggio e giugno, rendendo questo formaggio uno dei più pregiati e rari al mondo”.

Nel menu visibile sul sito ufficiale del locale risultano ordinabili (ma in anticipo) i piatti del Guinness World Record: Golden Opulence Sundae (un dolce gelato davvero speciale), l’hamburger Le Burger Extravagant, il panino Quintessential Grilled Cheese Sandwich, Foot Long Haute Dog, Luxe Milkshake e le patatine fritte più costose al mondo.

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La Graciosa, l’isola delle Canarie priva di strade asfaltate

A solo mezz’ora da Lanzarote, nello scenario insuperabile delle Canarie, tranquilla, piccola e senza strade asfaltate né inquinamento, si trova La Graciosa, un nome una garanzia, un paradiso terrestre perfetto per chi è in cerca di assoluto relax, solitudine e di un ritrovato e rigenerante legame con la natura.

Qui tutto invita al riposo, alla calma, a godersi il clima eccezionale in ogni momento dell’anno, a prendere il sole sulla morbida sabbia dopo un tuffo in acque cristalline, a degustare il meglio della cucina caraibica e a scoprire senza fretta ogni angolo a piedi oppure in bicicletta.

La Graciosa, un eden da sogno

Non si tratta di una meta da “turismo di massa” bensì di un luogo ameno e protetto che attende i viaggiatori che amano il silenzio, la pace e che vogliono poter camminare anche a piedi nudi e visitare una spiaggia differente al giorno.

Sì perché la Graciosa, la meno conosciuta dell’arcipelago, è un vero e proprio eden balneare dove è impossibile dimenticare il costume da bagno, e le spiagge solitarie e selvagge, di sabbia candida, dorata oppure di roccia vulcanica e lambite da un eccezionale mare turchese, sono la sua attrazione principale.

A seconda del periodo, alcune sono più frequentate e altre meno, venendo incontro alle singole preferenze ma tutte vantano meravigliosi fondali che fanno la felicità degli appassionati di snorkeling grazie alla variegata e ricca presenza di flora e fauna nonché di paesaggi vulcanici sottomarini plasmati da tunnel e grotte.

E poi è davvero straordinario partire alla scoperta dei 29 chilometri quadrati dell’isola sulle due ruote, il modo migliore per esplorarla grazie a un turismo lento e a un mezzo di trasporto amico dell’ambiente, perfettamente in linea con l’ambiente protetto: le poche strade e i sentieri conducono, attraverso il paesaggio esotico, al cospetto di scorci impagabili.

Ma anche gli escursionisti e gli amanti del trekking possono trascorrere ore piacevoli percorrendo i quattro itinerari principali che svelano spiagge favolose e i maggiori punti d’interesse dell’isola: una passeggiata al tramonto è qualcosa che non si può dimenticare.

Infine, vale davvero la pena di ammirare La Graciosa dal mare prenotando un’escursione in barca e navigando in acque calme vicino alla costa: su un moderno catamarano, con il pranzo incluso, la tiepida carezza del sole e quella rinfrescante della brezza, lo sguardo si perde lungo la spiaggia la Cocina, la spiaggia Montaña Amarilla e gli isolotti disabitati dell’Arcipelago Chinijo.

La sorprendente ricchezza naturale dell’arcipelago protetto

Siamo in un paradiso terrestre, lo abbiamo detto: e, a riprova di ciò, la Graciosa è parte della Riserva Marina dell’Arcipelago Chinijo, la riserva marina più grande in Europa con i suoi 70.700 ettari.

Realizzata nel 1995 per assicurare una gestione sostenibile della pesca, vanta un ambiente marino tra i più ricchi e vari delle Canarie dal punto di vista biologico dove, finora, sono state catalogate ben 304 specie di macroalghe.

Le risorse delle limpide acque attirano moltissimi uccelli marini tra cui la berta maggiore (l’esemplare più diffuso) e, tra le specie più rare e a rischio, l’uccello delle tempeste facciabianca, il falco della Regina e il falco pescatore.

Altro punto forte della riserva è la reintroduzione della foca monaca, oggi in serio pericolo di estinzione a livello mondiale.

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Da questo giardino puoi ammirare la più bella cartolina d’inverno

L’inverno, con la sua aria frizzante, ha il dono di trasformare i paesaggi in vere e proprie cartoline viventi. Questa stagione, spesso associata al freddo e alla quiete, è capace di vestire i luoghi che amiamo con un abito nuovo, tenero e affascinante.

Le strade, gli alberi, le case, tutto sembra avere un aspetto diverso, quasi incantato. La neve, con il suo splendore, avvolge tutto con delicatezza, regalando un tocco fiabesco alla realtà circostante.

Oggi, il nostro viaggio ci conduce nel cuore della Svizzera, nella suggestiva città di Berna. Questa perla, incastonata tra le montagne, merita di essere visitata in ogni periodo dell’anno, ma è d’inverno che rivela un fascino unico e indimenticabile, trasformandosi in uno scenario da favola.

Più precisamente, c’è un luogo che possiede una bellezza veramente speciale: il Rosengarten. Durante la fredda stagione, infatti, questo Giardino delle Rose diventa un paesaggio incantato. Gli alberi coperti di neve sembrano dormire sotto un soffice piumone bianco, in attesa della primavera. E mentre camminate lungo i sentieri innevati, con lo sfondo della città, vi sembrerà di entrare in un mondo di pura poesia.

Rosengarten: incanto e meraviglia nel cuore di Berna

Rosengarten Berna

Fonte: iStock

Rosengarten, Berna

Il Rosengarten, conosciuto anche come Giardino delle Rose, si erge imponente su una collina dominante nel centro storico di Berna. Questa meravigliosa attrazione attira una moltitudine di visitatori, appassionati di natura, storia e cultura.

Inizialmente utilizzato come cimitero, è stato trasformato in un incantevole giardino pubblico nel 1913 e, da allora, è diventato un luogo di grande importanza per i bernesi.

Questo parco è famoso per essere un rifugio romantico per gli innamorati e un punto di ritrovo ideale per trascorrere il tempo libero. L’atmosfera tranquilla e pacifica del giardino, unita alla sua eccezionale varietà di fiori, crea un’oasi di serenità lontano dal caos della vita urbana. Da qui è possibile ammirare una vista mozzafiato sul centro storico, dichiarato patrimonio mondiale dell’UNESCO, mettendo in risalto la maestosa cattedrale di Berna e il suggestivo fiume Aare.

Passeggiando tra i sentieri del Rosengarten, si può incappare in una sorpresa che tocca il cuore e la mente: la statua di bronzo di Albert Einstein, seduto placidamente su una panchina. Einstein, che ha chiamato Berna la sua casa dal 1902 al 1909, sembra quasi in attesa di condividere una conversazione silenziosa o uno sguardo complice con i passanti. L’immagine dello scienziato, immerso nei suoi pensieri, è un promemoria tangibile del suo legame con la città e del suo contributo inestimabile all’umanità.

Accanto a questo luogo di contemplazione, il Rosengarten ospita anche il Lesengarten, un giardino dedicato alla lettura. Quest’area verde, attentamente curata e mantenuta, fornisce un ambiente tranquillo e rilassato per chiunque desideri immergersi in un buon libro.

Il Rosengarten d’inverno: una magia tra le dolomiti

Durante i mesi invernali, il Rosengarten si trasforma in un paradiso elegante e tranquillo, lontano dalla frenesia delle folle estive.

Una volta arrivati, lasciatevi incantare dalla vista spettacolare sulla città di Berna. E se durante l’estate si presenta con il suo caratteristico colore rosa che riflette i raggi del sole al tramonto, offrendo un panorama unico e mozzafiato, diventa ancora più magico quando è avvolto dalla candida neve bianca.

Le case storiche, le strade acciottolate, il fiume che serpeggia dolcemente attraverso la città, tutto sembra disegnato per comporre un quadro perfetto. Quando il candore copre i tetti con un manto bianco e soffice, il paesaggio diventa davvero una splendida cartolina.

Infine, non potete concludere il vostro viaggio a Berna senza fare tappa al ristorante Rosengarten. Da metà ottobre a fine febbraio, infatti, la veranda della fonduta diventa il luogo perfetto per gustare specialità culinarie irresistibili.

ristorante Rosengarten

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Ristorante Rosengarten, Berna