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I viaggi in treno più affascinanti del Perù

Viaggiare in treno è un’ottima soluzione per spostarsi in maniera rapida tra alcune delle principali destinazioni turistiche del Perù. Ma, soprattutto, ammirare i favolosi paesaggi di uno dei Paesi più affascinanti del Sud America dal finestrino è un’emozione che rimane impressa per sempre. Si spazia da esperienze più lussuose a opzioni più accessibili, ma tutte hanno in comune la capacità di saper regalare un viaggio scenografico, romantico, sostenibile e senza tempo.

In viaggio su una delle tratte ferroviarie più alte del mondo

Tra gli itinerari in treno più emozionanti del Perù spicca quello offerto dal Belmond Andean Explorer, tornato sui binari dopo una breve pausa. Questo treno di lusso attraversa uno degli itinerari ferroviari più alti del mondo, viaggiando tra l’antica capitale Inca di Cusco, Puno sulle rive del lago Titicaca e l’abbagliante città bianca di Arequipa. Un’esperienza magica, progettata per connettere i passeggeri con la natura delle Ande peruviane, mentre si ammirano alcuni dei paesaggi più spettacolari del Paese.

Gli interni delle 20 carrozze dell’Andean Explorer sono progettati per incorniciare i mozzafiato panorami andini: a bordo, si può optare per un banchetto di prima classe nelle due eleganti carrozze ristorante del treno e godere di una serie di esperienze culinarie uniche, sorseggiare un Pisco Sour al suono di morbide melodie di pianoforte nel vagone lounge, respirare l’aria fresca della notte dall’osservatorio ammirando la maestosa Cordillera de La Raya, e infine visitare il vagone Spa per un rituale andino rivitalizzante e un massaggio rilassante.

I viaggi in treno più affascinanti del Perù

Belmond Andean Explorer, tra gli itinerari in treno più emozionanti del Perù

Verso la città Inca di Machu Picchu

Un altro dei viaggi su rotaia più affascinanti del Perù è quello che porta nell’incantevole Machu Picchu. La compagnia storica peruviana Incarail offre diverse tratte, con partenze da Cusco, da Poroy o da Ollantaytambo. The Private consente ai passeggeri di godere del lusso di una carrozza privata, The First Class garantisce il massimo del comfort e dello spazio con un servizio di bordo personalizzato.

The 360° è il più scenografico dei treni: da qui si può godere di una vista a 360° grazie a finestre panoramiche più alte e più ampie. Infine, i treni The Voyager, The Voyager Premium e The Voyager Premium Lounge offrono un servizio di altissima qualità, mentre si ammira l’incredibile paesaggio lungo il percorso verso Machu Picchu, tra montagne imponenti, cime innevate, fiumi serpeggianti e il graduale cambiamento della vegetazione fino al punto di ingresso nella magica foresta pluviale che ospita la città Inca.

The 360 Incarail

The 360° Incarail, il più scenografico dei treni della compagnia

Alla scoperta del Perù classico

Dal 1999, PeruRail offre servizi ferroviari turistici e di lusso nel sud e nel sud-est del Paese, con 3 itinerari alla scoperta del Perù classico. Il famoso Hiram Bingham Luxury Train, chiamato così in onore dell’esploratore che nel 1911 scoprì Machu Picchu, è ispirato alle iconiche carrozze dei pullman degli anni ’20. Un ambiente sofisticato ed esclusivo da cui poter ammirare il meraviglioso panorama che circonda il treno. Il servizio Expedition è, invece, ideale per chi vuole vivere l’avventura di un viaggio da Cusco a Machu Picchu, a un prezzo accessibile, offrendo un servizio turistico che dispone di tutti i comfort e di un arredamento ispirato alla cultura Inca.

Il Vistadome, che ha una variante ancora più panoramica chiamata “Vistadome Observatory”, offre un modo unico di raggiungere Machu Picchu: le vetture dotate di finestre panoramiche, situate sulle pareti e sui soffitti delle carrozze, consentono un collegamento con l’ambiente esterno avvolgente e incantevole, facendo sentire i passeggeri parte della natura che li circonda.

Allontanandosi dalla città Inca, Il PeruRail Titicaca offre un viaggio indimenticabile tra le magiche città di Cusco e Puno: per un giorno intero, potrete attraversare le Ande peruviane per raggiungere le rive del lago navigabile più alto del mondo. Un’esperienza senza precedenti.

Perutrail

PeruRail, alla scoperta del Perù classico

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diario di viaggio Idee di Viaggio Viaggi

Le strade costiere più spettacolari del mondo sono queste tre

I viaggi on the road ci affascinano da sempre perché è proprio su ruote che possiamo percorrere strade suggestive e affascinanti che a ogni chilometro ci restituiscono visioni quasi incantate.

Dalla Svizzera alla Germania, passando per l’Italia e arrivando fino in Irlanda troviamo quelli che sono gli itinerari più celebri da percorrere in auto. Tuttavia è in Francia che si snodano quelle che sono le strade costiere più spettacolari del mondo, e sono tre.

Stiamo parlando de Les Trois Corniches, le storiche, leggendarie e panoramiche strade sinuose che permettono di ammirare i panorami più belli della Costa Azzurra, quelli che alternano distese di mare che si perdono all’orizzonte, cieli tersi, cittadine arroccate su massicci montuosi e dimore eccezionali. Allacciate le cinture, si parte!

Les Trois Corniches: viaggio on the road sulla Costa Azzurra

Sono storiche e leggendarie, sono sinuose e panoramiche e lasciano senza fiato a ogni chilometro percorso. E sono così belle che non basterebbero tutti gli aggettivi elencati fino a questo momento per descriverle. Perché Les Corniches non si possono immaginare, ma solo vivere.

Queste tre strade, che collegano la città di Nizza a quella di Mentone su tre diversi livelli, si trasformano nel palcoscenico di spettacoli unici e grandiosi, quelli che appartengono a uno dei territori più eleganti, raffinati e suggestivi della Francia e del mondo intero.

Da percorrere in auto, non senza soste panoramiche, queste tre strade permettono di scoprire le più belle località balneari della costa, di ammirare le mille sfumature d’azzurro del mare e del cielo, le cittadine arroccate sulle rupi e la fitta e lussureggiante vegetazione che ricopre le montagne.

Le strade panoramiche della Costa Azzurra, dicevamo, sono tre e gli abitanti del luogo le distinguono in bassa, media e grande. Scopriamole tutte.

La strada bassa

Il viaggio su Les Trois Corniches francesi comincia dalla strada bassa, quella che permette un rincontro ravvicinato con il mare, con le spiagge e con gli eleganti stabilimenti balneari che caratterizzano la costa.

Questa strada, che porta da Nizza a Mentone, o viceversa, si snoda su un livello molto basso che ci permette di godere dei dettagli che caratterizzano questo tratto di territorio. Non solo spiagge e mare, ma anche dimore lussuose che hanno fatto la storia della Belle Epoque.

La strada media

Ci spostiamo ora sulla strada media, posizionata tra la strada bassa e quella grande. Questo percorso a metà altezza, che si snoda tra le scogliere della Costa Azzurra, ci permette di osservare le splendide cittadine che caratterizzano la costa da un’altra prospettiva.

Da una parte troviamo il mare, sempre azzurro e meraviglioso, dall’altra una lussureggiante vegetazione sempre verde. È questo il percorso migliore da intraprendere per chi vuole scoprire le cittadine che dominano la costa dall’alto come il villaggio di Eze.

La strada grande

Ultima, ma non per importanza, è sua maestà la strada grande. Questo percorso è probabilmente il più celebre, affascinante e suggestivo de Les Trois Corniches. Ma è anche il più antico, la sua costruzione, infatti, è avvenuta per volere di Napoleone I.

La strada grande è situata a un’altezza che supera i 400 metri e regala la sensazione di un viaggio sospeso tra cielo e mare.

Selvaggio e sinuoso, questo percorso on the road garantisce visioni sublimi che lasciano senza fiato a ogni chilometro.

Villefranche-sur-Mer

Vista Panoramica su Villefranche-sur-Mer

 

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Tra fenicotteri, sale e mare cristallino ti innamorerai (di nuovo) di Ibiza

Esiste un luogo, in Europa, che ogni anno viene letteralmente preso d’assalto da turisti provenienti da ogni dove. Sono soprattutto giovani quelli che giungono sull’isla bonita per vivere quella che è la movida più celebre del mondo intero che esplode con fragore ogni estate tra Eivissa, Playa d’en Bossa e Sant Antoni de Portmany.

Eppure c’è un altro modo per scoprire Ibiza, una maniera lenta e sorprendente che si allontana dal rumore delle discoteche, dalle luci accecanti e dalle folle di persone che popolano le strade. Un modo che ci permette di entrare in contatto con l’anima più autentica di questa meravigliosa isola conservata e preservata tra distese di sale bianco, mare trasparente e cristallino e fenicotteri.

Ci troviamo al cospetto della grande bellezza del Parco Naturale di Ses Salines a Ibiza, un angolo di paradiso e di biodiversità mediterranea tutto da scoprire.

Parc Natural de Ses Salines

Parc Natural de Ses Salines

Un paradiso naturale tra Ibiza e Formentera

È uno dei parchi naturali più importanti e belli d’Europa e basta guardare le fotografie per trovare la conferma. Si tratta di una grande area di interesse ecologico che ospita le straordinarie creature che popolano il nostro mondo. Sono più di 200 gli uccelli che qui vivono e si nascondono tra oltre 150 esemplari di piante che ricoprono in totale una superficie di 2838 ettari terrestri e oltre 13000 ettari in mare.

Il parco naturale comprende la zona meridionale di Ibiza, tra cui il comune di San Josè, e la parte nord di Formentera. Lembi di terra meravigliosi separati da una distesa di mare azzurro e cristallino che nella loro totalità rappresentano uno degli habitat terrestri e marini più importanti di tutto il mondo.

Già simbolo delle Baleari, questo parco condiviso da Ibiza e Formentera è diventato nel 1995 una riserva naturale e nel 2001 un parco naturale protetto dal governo.

Saline che brillano sotto i raggi del sole, uccelli migratori e fenicotteri, spiagge sabbiose bagnate da un mare incredibile, dune e ginepri: tutto questo è Ibiza, tutto questo è il Parco Naturale di Ses Salines.

Parc Natural de Ses Salines fenicotteri

Parc Natural de Ses Salines

Parco Naturale di Ses Salines: cosa fare e cosa vedere

Le fotografie del Parco Naturale di Ses Salines, da sole, bastano per far decidere a un viaggiatore di salire sul primo volo aereo diretto a Ibiza. Ma abbiamo pensato di elencarvi qui di seguito tutte le meraviglie che appartengono a questo luogo e che vi faranno innamorare.

La fauna, dicevamo, è assoluta protagonista di questo luogo sospeso tra terra e mare. Qui risiedono moltissimi esemplari di uccelli, tra cui quelli migratori. Il Parco Naturale di Ses Salines è anche l’habitat perfetto dei fenicotteri che si mostrano in tutta la loro bellezza davanti agli occhi di chi guarda.

Ci sono poi le saline, da dove viene estratto il famoso Sal de Ibiza da secoli, che tingono tutto di bianco, che brillano al sole e regalano un paesaggio visivo senza uguali.

Al di là di queste è possibile ammirare una distesa di acqua azzurra come il cielo. Un mare limpido e cristallino che incanta e che si perde nell’orizzonte. Tutto merito delle praterie sottomarine di Posidonia Oceanica, una pianta speciale che ossigena l’acqua e che le dona l’aspetto che ci ha fatto innamorare. Questo tesoro sottomarino, che ha un’età anagrafica millenaria, è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dall’Unesco.



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E se tutto questo ancora non vi basta, allora, non vi resta che raggiungere quella che è, probabilmente, la più bella spiaggia di tutta l’Isola. All’interno del Parco Naturale di Ses Salines, infatti, si trova Playa de Ses Salines, una spiaggia di sabbia fina bagnata da un mare turchese, calmo e placido che vi farà innamorare.

Parc Natural de Ses Salines

Parc Natural de Ses Salines

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Si chiama la Ferrovia della Morte, ed è incredibile

I viaggi in treno sono una delle tendenze più attuali, e la riscoperta di ferrovie storiche è un’esperienza che attira moltissimi turisti. Accanto alle strade ferrate più famose di tutti i tempi, ce ne sono altre molto meno conosciute, ma dal fascino incredibile. È il caso della Ferrovia della Morte, un tragitto lungo circa 415 km che attraversa paesaggi incredibili. Come si evince dal suo nome, tuttavia, dietro la sua costruzione c’è una storia tragica.

La Ferrovia della Morte, una storia terribile

La Ferrovia della Birmania è nota con molti nomi diversi: alcuni la conoscono come la Burma Railway, altri come la Ferrovia Siam-Birmania. Ma il modo forse più realistico per identificarla è Ferrovia della Morte. Oggi non esiste più, o per lo meno non è assolutamente più quella di una volta. La strada ferrata venne progettata nei primi anni ’40 del secolo scorso e costruita dall’Impero giapponese, con lo scopo di favorire il rifornimento di truppe e armi durante la Seconda Guerra Mondiale. Il tragitto originario, lungo circa 420 km, collegava Ban Pong (Thailandia) e Thanbyuzayat (Birmania), e da entrambi i fronti incrociata altre preesistenti ferrovie che permettevano di raggiungere Bangkok da una parte e Rangoon dall’altra.

Nella costruzione della linea ferroviaria vennero impiegati tantissimi uomini: secondo il governo australiano, furono circa 330mila persone a trovare lavoro in questo progetto, tra cui 61mila prigionieri di guerra alleati. Non essendo sufficienti per portare a termine rapidamente l’opera, ai militari vennero affiancati oltre 250mila civili asiatici, costretti ai lavori forzati. I giapponesi a guardia del cantiere trattarono i lavoratori in maniera terribile, fornendo loro cibo e assistenza medica del tutto inadeguati e obbligandoli a turni estenuanti. Si stima che circa 90mila civili e più di 16mila prigionieri di guerra persero la vita durante i lavori, molti dei quali morirono per colera, dissenteria, malaria o semplicemente per fame.

I paesaggi maestosi della Ferrovia della Morte

Dopo la fine della guerra, gran parte della linea ferroviaria cadde in disuso. Tuttavia, un lungo tratto venne restaurato e riaperto al traffico, che oggi è prevalentemente turistico. Il tragitto termina ora a Nam Tok, ma sono diversi i tratti successivi a questa stazione che sono stati rimessi in sesto, solamente in memoria di quella che fu una strada ferrata importantissima (e per omaggiare i tanti lavoratori che vi persero la vita). Il percorso segue il fiume Kwai, e una delle sue attrazioni più suggestive è proprio il ponte che attraversa il corso d’acqua.

Conosciuto come Ponte sul fiume Kwai e reso celebre dall’omonimo film del 1957 diretto da David Lean, venne pesantemente danneggiato dai bombardamenti durante la guerra. Sebbene fosse stato ripristinato in tempi brevi, negli ultimi anni venne costruito un nuovo ponte e quello vecchio chiuse definitivamente nel 2014. C’è poi un altro tratto ferroviario particolarmente affascinante: si tratta del Passo dell’Inferno (o Hellfire Pass), che si inerpica sui Monti del Tenasserim. Molti uomini morirono durante la sua realizzazione, viste le enormi difficoltà incontrate.

L’attuale ferrovia non arriva al Passo dell’Inferno, tuttavia questo importante patrimonio storico ha ritrovato il suo valore grazie alla realizzazione dell’Hellfire Pass Memorial Museum. Oggi il tratto ferroviario è un sito commemorativo, collegato mediante un percorso pedonale ad un museo che espone oggetti, foto e filmati dell’epoca, e che ripercorrono la tragica storia della Ferrovia della Morte.

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Idee di Viaggio Liguria mare sport acquatici vacanze avventura Viaggi

Alcune delle più belle immersioni d’Italia si fanno in questo mare

Quella di cui vi stiamo per parlare è una regione bellissima del nostro Paese che si distingue, in Italia e nel mondo, per tante piccole caratteristiche che la rendono ancora più eccellente di quanto si creda che lo sia. Una tra tutte è il suo mare, nel quale si possono fare alcune delle immersioni più belle di tutto lo Stivale.

Liguria, un mare da sogno

Benvenuti in Liguria, la regione con il maggior numero di Bandiere Blu in tutto il Paese (32 in totale), ma anche con dei fondali che lasciano affascinati grazie alla varietà del paesaggio subacqueo: un universo silenzioso in cui si possono esplorare gli interni di un relitto o incontrare da vicino la ricca fauna e vegetazione sottomarina.

Il Mar Ligure regala dei tratti di mare spettacolari e inclusi in aree marine protette nazionali o regionali come l’Area Marina Protetta di Portofino, quella delle Cinque Terre, che custodisce il raro falso corallo nero, e l’Isola di Bergeggi. I Giardini Botanici Hanbury (Capo Mortola) e Portovenere, riconosciute quali Aree di Tutela Marina, mentre l’Isola Gallinara è Riserva Naturale Regionale.

Il Sistema di distretto ligure della subacquea

Non è un caso che la regione Liguria, grazie a una settantennale storia e tradizione della subacquea, abbia varato un protocollo d’intesa per la promozione del “Sistema di distretto ligure della subacquea”, con cui è stata attivata una rete fra soggetti pubblici e privati che intende sviluppare una nuova cultura di turismo e favorirne la modernizzazione valorizzando gli aspetti ambientali e paesaggistici del territorio.

Tanti i percorsi a disposizione come il Sentiero Blu di Bergeggi che è stato appositamente studiato e realizzato per lo snorkeling e le attività natatorie, facilmente fruibile per tutti. Situato di fronte al litorale del Comune di Bergeggi, è accessibile da maggio a fine settembre nei suoi 2,5 km di lunghezza: è uno dei più lunghi percorsi del genere in tutta Italia. Il Sentiero Blu interessa un’area di grande pregio paesaggistico, ambientale e storico culturale. Le acque cristalline, il posidonieto , le grotte marine che si aprono ai piedi della falesia e l’isola di Bergeggi vero cuore pulsante dell’area marina protetta.

L'isola di Bergeggi immersioni

La spettacolare Isola di Bergeggi

Un altro percorso particolarmente interessante si trova a Riomaggiore dove è presente una corsia di nuoto che si sviluppa in direzione sud verso il Promontorio di Capo Montenero. Guardando in qualsiasi direzione, si possono scorgere saraghi, castagnole nere e salpe in grandi quantità e per niente timidi.

Gli amanti dello snorkeling avranno anche l’occasione di avvistare altri pesci più vicini al fondale roccioso e ricoperto di alghe, come ad esempio sciarrani, donzelle e perchie che, essendo molto territoriali e curiosi, staranno spesso fermi lasciandosi osservare.

Infine, ma questi sono solo alcuni dei percorsi disponibili, vi segnaliamo la corsia di nuoto di Vernazza che inizia dall’imboccatura del porticciolo turistico del borgo per seguire il profilo della costa, direzione Monterosso, per circa 300 metri.

Nuotando si viene subito accolti da nuvole di castagnole nere, occhiate, boghe e salpe. Sott’acqua, invece, è facile imbattersi in piccoli banchi di saraghi fasciati o esemplari di sarago maggiore e pizzuto, oltre che a giovani orate e cernie. Possibile scovare anche macchie di Posidonia oceanica, preziosissime per la sopravvivenza di moltissime specie che lì trovano rifugio dai predatori. La corsia di nuoto di Vernazza si trova proprio nell’intersezione tra due habitat, per questo motivo è particolarmente ricca di biodiversità.

Mare, tintarella e sport acquatici in Liguria

Tante diverse possibilità anche per gli appassionati di mare e tintarella. In Liguria c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Si passa dall’arenile di sabbia dorata ad Alassio e Varigotti, all’atmosfera selvaggia della spiaggia di Punta Corvo nell’estremo levante ligure, fino alle rocce di Punta Chiappa che si tuffano nell’acqua cristallina a San Fruttuoso.

San Fruttuoso Liguria

Un angolo di San Fruttuoso

Andare per mare in Liguria significa scoprire calette e paesaggi costieri variegati e irraggiungibili veleggiando di porto in porto. Ma non solo: quando le tranquille acque del Mar Ligure vengono alzate dal vento, le onde diventano un richiamo irresistibile per gli amanti del windsurf e per chi non sa rinunciare alle emozioni di una natura entusiasmante da vivere anche fuori stagione.

A Levanto, per esempio, considerata una delle mete ideali per gli appassionati di questi sport, le onde possono arrivare fino ai 4 metri. Ideali per gli amanti di windsurf e kitesurf anche le onde di Ventimiglia e Sanremo: qui, in particolare, l’onda che si genera nella baia è più dolce e adatta ai principianti. Molto battute anche le spiagge di Alassio, Diano Marina, Pietra Ligure e Varazze.

Cos’altro fare in Liguria

Un mare che è un capolavoro, ma di certo le attrattive della regione no finiscono qui. Imprescindibile, per esempio, un salto a Genova che si distingue per essere una scoperta appassionante che inizia dalle terrazze panoramiche sulle alture di Castelletto, attraverso i suoi mille carruggi per arrivare fino al Porto Antico, oggi vivace e internazionale piazza sull’acqua.

Poi i borghi, di cui 7 insigniti del prestigioso riconoscimento della Bandiera Arancione. 25 sono invece quelli che hanno ottenuto il riconoscimento ” I Borghi più belli d’Italia”. E, accanto a queste realtà riconosciute, ci sono borghi e cittadine che per la loro bellezza e particolarità meritano una visita. Paesini arroccati sui crinali delle colline, dove la vita scorre lenta e al ritmo della natura, oppure a ridosso del mare. Basti pensare a Bussana Vecchia, un villaggio di artisti sorto sulle rovine di un borgo medioevale abbandonato dopo il terremoto e a Torri Superiore, un borgo medioevale disabitato rinato come eco villaggio.

Bussana Vecchia liguria

La splendida Bussana Vecchia

Infine, ma ricordiamo che queste sono solo alcune delle tante cose che si possono fare in Liguria, troveranno pane per i loro denti anche gli appassionati di trekking ed escursionismo. L’Alta Via dei Monti Liguri, per esempio, è un un percorso turistico di 400 km. Da Sarzana a Ventimiglia, è un viaggio tra costa ed entroterra, tra Alpi e Appennini, il cammino ideale per escursioni di più giorni o passeggiate di poche ore, anche a cavallo.

Oppure, il Sentiero Liguria che collega Luni con Ventimiglia Grimaldi: oltre 600 km tra vigneti e boschi di leccio, lidi e scogliere, percorsi della devozione e antiche strade romane, creuze e sentieri. Dodici percorsi che si intrecciano con le bellezze naturali della regione.

Insomma, la Liguria vanta eccellenze in qualsiasi settore, bisogna solo scegliere di quali godere di più.

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città Idee di Viaggio New York Nord America Viaggi

Diventare street artist a New York lasciando un segno (come Banksy)

New York è una città che non smette mai di incuriosire. Non solo Manhattan, ma tutti e cinque i distretti della città sono un microcosmo da esplorare in ogni loro angolo. Tra gli itinerari più originali che si possano fare c’è lo street art tour, alla scoperta della New York giovane e “underground”, quella creata del popolo di strada, uno specchio di un tipo società meno scontata.

E c’è un tour organizzato da Inside Out Tours che consente a chiunque di lasciare un segno indelebile a New York City, come nuovi Banksy e Warhol (il cui celebre ritratto di Marilyn è appena stato battuto all’asta da Christie’s per 195 milioni di dollari). Un’opera che poi i turisti potranno ammirare a loro volta nei loro tour.

Tutti street artist a Bushwick

Tra le decine di murales che colorano Bushwick, nel distretto di Brooklyn, considerato la capitale mondiale della street art, potrebbe esserci quindi anche il vostro. In questo quartiere hanno lasciato un segno street artist da tutto il mondo. Vista l’attrattiva che questo aspetto insolito e artistico della zona sta avendo negli ultimi anni, molti artisti, anche famosi, vengono ingaggiati dagli imprenditori locali per abbellire i loro spazi commerciali e attrarre visitatori.

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Un murales di Bushwick a New York

Non c’è muro, saracinesca, vicolo o porta che non ospiti un’opera e che non voglia lanciare un messaggio sociale. Murales tutti da ammirare, da leggere, da scrutare nei minimi dettagli. Ogni artista, che da qualche anno fa parte di una vera e propria community chiamata The Bushwick Collective, ha il suo stile, frutto della sua cultura e della sua esperienza. E che, nell’insieme, rendono il Bushwick il più colorato e il più divertente di tutta New York City.

Tour della street art di Bushwick

Inside Out Tours, come altri tour operator, organizzano visite guidate del quartiere alla scoperta dei murales più belli e più famosi. A differenza di altri, però, loro prevedono anche una sessione di workshop durante la quale i partecipanti hanno l’opportunità di rappresentare una loro opera d’arte lasciando un segno personalissimo su un muro di Brooklyn.

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Un artista di strada a Bushwick, New York

È comunque possibile visitare Bushwick in totale autonomia. Il cuore della street art si trova tra le fermate di Jefferson Street e di Montrose della linea L della metropolitana. Passeggiando per le strade in tutta sicurezza si possono ammirare i murales, fermarsi per una pausa in un bar o in una galleria e fare qualche acquisto solidale.

Il quartiere top di New York City

Ai murales all’aperto si aggiungono anche numerose gallerie d’arte moderna e laboratori dove poter esprimere il proprio talento artistico, dalla pittura alla fotografia. Negozi vintage o di stilisti indipendenti. Per chi ama lo shopping ma non vuole essere omologato ai brand statunitensi qui può trovare pezzi unici e introvabili.

Bushwick resta sempre e comunque un quartiere etnico e lo si evince dalla varietà di locali e di street food internazionali che vi si trovano, dai sudamericani con tacos e tortillas agli italiani con le pizzerie (tra cui la preferita di Beyoncé), dai francesi con baguette e pain bagnat agli orientali di ogni provenienza. E tanti sono i locali dove andare la sera se si vuole ascoltare buona musica o assistere a uno show live.

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I murales di Bushwick a Brooklyn, NYC

La storia di Bushwick

Come tutta Brooklyn, anche Bushwick è nato come quartiere operaio. Le varie comunità, olandese, italiana, tedesca ecc. si erano spartite le zone diventando così dei piccoli quartieri etnici. Inizialmente la città fu abitata da olandesi, nel XIX secolo divenne centro di una comunità di immigrati tedeschi, mentre alla fine del XX secolo divenne predominante la comunità ispanica.



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Negli Anni ’60-’70 era diventato un quartiere piuttosto malfamato e pericoloso per via della criminalità e non solo non era assolutamente pensabile visitarlo per turismo ma gli stessi abitanti della zona facevano di tutto per poter lasciare il quartiere. Solo verso al fine degli Anni ’90, Bushwick ha subìto un’opera di riqualificazione, così come tutta Brooklyn che nel frattempo stava diventando un “borough” sempre più alla moda. Nelle tipiche palazzine di mattoni rossi lungo il fiume – con vista spaziale sullo skyline di Manhattan – hanno iniziato a investire celebrity e magnati facendo schizzare i prezzi degli immobili.

A Bushwick si trasferirono in massa, quindi, gli artisti di strada che prima operavano a Williamsburg, un altro quartiere di Brooklyn divenuto troppo costoso e borghese.

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Tour di Bushwick nel distretto di Brooklyn

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Asia Idee di Viaggio India itinerari culturali Viaggi

Il luogo in cui si trova il maggior numero di templi al mondo

L’India, si sa, è meta di viaggi spirituali, di riconnessione e pace. Trovarsi in mezzo alle alture di Shatrunjaya a 603 metri, in Gujarat, circondati da ben 863 templi è assolutamente coinvolgente. Un’esperienza non per tutti questo yatra -letteralmente il pellegrinaggio-che si compie tra i luoghi della fede, scolpiti in marmo, vicino alla città di Palitana.

Questa è la zona con il maggior numero di templi in tutto il mondo, una tappa imperdibile per chi intende organizzare un viaggio in Gujarat, patria della comunità jainista. Unica avvertenza prima di prendere e partire: controllare molto bene il calendario. Durante la stagione monsonica, infatti, il sito è chiuso e i templi non sono visitabili. Altro dettaglio da considerare: scegliere un pernottamento fuori dalla città-tempio di Palitana. Qui, infatti, non è concesso a nessuno di soggiornare e neppure pernottare.

Una meta spirituale dell’India occidentale

Una collina nella parte più occidentale dell’India dove centinaia di templi si susseguono e lasciano il visitatore a bocca aperta. Pennacchi, torri merlettate, scalinate di un marmo bianco: sembrano dolci pendii di pizzo. Un luogo davvero unico al mondo che non ha eguali. Siamo vicini a Palitana, nel distretto di Bhavnagar del Gujarat, una città proprio nota per la presenza dei numerosi templi, diversi per dimensioni ed architettura, che sono dedicati ai 24 Tirthankaras, ossia i santi venerati dalla comunità Jain. Non solo, Gujarat è nota anche per la presenza del leader spirituale Mahatma Gandhi che dal 1917 al 1930 si trovava al Sabarmati Ashram, le cui stanze sono oggi aperte al pubblico.

I templi di Palitana possono essere considerati, se paragonati alla fede cattolica, ad una sorta di Vaticano indiano, essendo il più grande ed importante luogo di pellegrinaggio dei gianisti. Non è un caso se i templi sono stati scolpiti proprio su quella collina. I giainisti, infatti, credono che Adinath, il primo delle divinità Jina, abbia letteralmente santificato la montagna di Shatrunjaya, perché la scelse come il luogo di recita del suo primo sermone.

Il sito dei templi di Palitana è immenso, si estende per diversi chilometri, con panorami infiniti. Visitare tutti i santuari è praticamente impossibile, ma ci sono raggruppamenti di templi molto interessanti. Solitamente si presentano con un tempio principale, accerchiato da strutture minori. I principali sono sontuosi e monumentali, decorati e abbelliti con torri, colonne, e marmi meravigliosi. Gli altri, sono invece più modesti.

I templi più importanti da visitare

Il viaggio tra i templi di Palitana inizia da quello forse considerato il più significativo, il tempio principale. Si trova esattamente in cima alla collina, a dominare tutti gli altri. E’ il tempio di Adishwara, ossia quello dedicato ad Adinath, il primo Tirthankara. La sua ricchezza decorativa lo conferma: un tripudio di ori, pietre, colori, sculture e bassorilievi. La figura della divinità domina il sito: è in marmo, con ornamenti d’oro. La si vede a distanza di centinaia di metri. Per raggiungere il tempio è necessaria una prova di resistenza (e di fiato): sono ben 3500 gli scalini da salire per raggiungere la sommità della collina dove si trova il tempio. Vale la pena compiere l’impresa, però, perché Adishwara è considerato uno dei tempi più belli dell’intera India.

Si prosegue verso Chaumukha, anche noto come il tempio a quattro facce. Una struttura imponente, che occupa una superficie ampia. Le prime notizie di questo tempio, e quindi la sua costruzione, risalgono al  1618. Come suggerisce anche il nome, la struttura ha quattro lati, con altrettanti portali: le divinità, in questo modo, sono visibili da ogni parte. Anche qui troviamo l’immagine di Adinath, su una colonna in marmo bianco.

Gli altri templi che meritano di essere visitati in questo luogo incredibile sono: Vimal Shah, dalla riconoscibile forma quadrata con torri. Saraswati, piccolo santuario dedicato alla divinità della conoscenza e della saggezza, il tempio di Narsingh Kesharji e il tempio Samavasaran con i loro affreschi.

Un luogo sacro, fuori dal tempo, che come presumibile ha delle limitazioni nella sua fruizione. La collina di Shatrunjaya è stata scelta (si dice dal divino Adinath) in quanto la città-tempio di Palitana, sua dimora, si trovava lontana da altri insediamenti, in posizione di pace e tranquillità. Posto di contemplazione e preghiera, incontaminato. Per queste ragioni, anche oggi, i templi sono visitabili e sono meta di turisti, ma qui non è concesso a nessuno soggiornare o pernottare (neppure ai sacerdoti). Non solo,  durante la stagione monsonica, che dura circa quattro mesi l’anno, la zona resta inaccessibile, infatti i templi sono chiusi.

Un tuffo nella storia

La storia per capire da dove arrivano questi 863 templi, ci porta intorno a II secolo, quando il giainismo si diffuse grazie alla parola diffusa da diversi gruppi di monaci -ma anche da mercanti- che si insediarono in diverse aree del subcontinente indiano lungo le rotte commerciali. La zona è quella di Pataliputra nel Bihar, fino all’Odisha nell’est dell’India. Ma la filosofia e il credo gianista arrivarono anche al sud, ad Andhra Pradesh, Karnataka e Tamil Nadu. In una grotta di Hathigumpha a Udayagiri a Bhubaneswar, si trovano scritte appartenuto al re Kharavela (157 a.C.) e le abitazioni rupestri destinate ai monaci nel I secolo a.C.

I templi più antichi che si trovano a Palitana furono costruiti durante il regno del re Kumarapala, appartenente alla dinastia Solanki nell’XI secolo d.C. Di questi non rimane quasi più nulla, perché furono in gran parte distrutti dagli invasori musulmani nel XIII secolo d.C. Ciò che si può visitare oggi, infatti, risale al XVI secolo, mentre i templi più antichi furono ricostruiti grazie all’impegno in denaro di ricchi commercianti che vollero nuovamente vedere i luoghi simbolo della regione, in tutto il loro splendore.

Nel 1656 Murad Baksh (l’allora governatore della regione del Gujarat) e figlio dell’imperatore Moghul Shah Jahan, decise di cedere (di vendere, a dire il vero) i villaggi Palitana ad un influente e potente mercante indiano dell’epoca. Iniziò un periodo di grande prosperità, che dura tutt’ora, perché un antico editto consente a Shatrunjaya di resistere in ricchezza. L’area, infatti, è protetta: qui non si pagano le tasse, ad esempio, cosa che ha consentito a questa città-tempio di prosperare per secoli. Come è stato detto, tuttavia, non ci si può dormire, quindi neppure trasferirsi.

india Palitana

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Islanda, il Paese del turismo resposanbile

Mai come ora abbiamo bisogno di cambiare rotta. Il turismo di massa, l’overtourism, il consumismo sono passati di moda. È tempo, per tutti, di fare del sano turismo responsabile. Per il nostro Pianeta, per noi, per le generazioni a venire.

Live like a local

Il Paese che meglio incarna questo tipo di vacanza è sicuramente l’Islanda, e non da oggi, da sempre. Pensate che già negli Anni ’60 un gruppo di cinque contadini l’aveva vista lunga. I cinque avevano deciso di aprire le porte delle loro fattorie ai primi avventurieri che avevano deciso di ripercorrere le orme di Giulio Verne alla ricerca del centro della Terra.

Affittavano loro una stanza e li coinvolgevano nelle attività quotidiane. Oggi, sono 160 i contadini che fanno parte della famiglia “Hey Iceland”, con alloggi in tutta l’isola. Immaginate di soggiornare in una casetta di legno con il tetto ricoperto di torba, di ammirare le potenti cascate dalla finestra della vostra camera o una spiaggia lavica di sabbia nera dal patio del vostro alloggio. Una vera esperienza islandese, non c’è che dire.

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Le case coi tetti di torba in Islanda

Natura allo stato primordiale

Per rendersi conto di quale aspetto avesse il nostro Pianeta prima della Rivoluzione industriale, prime delle auto e dell’urbanizzazione bisogna venire in Islanda. Qui la natura, nella sua forma più primordiale, la fa da padrona. Geyser dai getti bollenti (come il Grande Geysir), vulcani che eruttano (come Eyjafjallajökull, il “ghiacciaio dei monti delle isole”), terre che ribollono dal sottosuolo (come le piscine di fango di Namafjall).

E poi, cascate roboanti (come le famose Gullfoss), grotte di ghiaccio perenne (come la Crystal Cave), sabbie nere come la pece (come quella di Reynisfjara) e infinite lande desolate verdi smeraldo che, a volte, si gettano in mare improvvisamente (come i fiordi di Látrabjarg).

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I geyser in Islanda

La grande novità dell’estate

Dopo la piattaforma panoramica sul fiordo di Ísafjarðardjúp e la Forest Lagoon protetta dal vento e dal freddo di cui via abbiamo parlato tempo fa, quest’estate sarà inaugurata a Hveragerði, nel Sud-Ovest dell’isola, la più lunga zip-line dell’Islanda. Il percorso si estenderà al di sopra del canyon di Svartagljúfur per un chilometro, offrendo una vista panoramica meravigliosa. Chi preferisce i ritmi moderati potrà viaggiare su un sedile appositamente progettato, mentre chi ama il brivido potrà sfrecciare fino a 120 km orari.

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La Forest Lagoon nel Sud dell’Islanda

Come arrivare in Islanda

Quest’estate saranno disponibili voli per l’Islanda da numerosi aeroporti italiani. Dal prossimo 28 maggio, easyJet collegherà Milano Malpensa con Reykjavík con tre voli alla settimana. A partire dal 7 giugno, la compagnia islandese low cost Play Airlines collegherà invece Bologna con Reykjavík due volte a settimana (martedì e sabato). Inoltre, anche la compagnia di bandiera Icelandair amplierà la propria offerta con un nuovo volo in partenza da Roma Fiumicino a Reykjavik dal 6 luglio al 4 settembre due volte alla settimana (mercoledì e domenica).

Info utili per viaggiare in Islanda

In Islanda sono state abolite tutte le restrizioni sui viaggi sia internamente sia ai confini. Indipendentemente dalla loro situazione vaccinale, i passeggeri che desiderano entrare in Islanda non sono soggetti ad alcuna misura preventiva riguardante il contagio. Inoltre, non sarà necessario presentare alcuna prova di vaccinazione né di guarigione avvenuta.

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Il sole di mezzanotte sta arrivando: la Finlandia non è mai stata così bella

Quando la primavera esplode nei suoi colori e profumi più belli e il sole diventa assoluto protagonista delle nostre giornate, la voglia di evadere e di programmare le prossime vacanze estive diventa più forte che mai. I paradisi terrestri e le destinazioni esotiche sono in cima alle nostre travel wish list, ma non sono questi gli unici luoghi destinati a farci vivere esperienze uniche.

Pensiamo per esempio alla Finlandia e a tutte le meraviglie di questa terra selvaggia, alle sue aurore boreali, al villaggio di Babbo Natale, ai parchi nazionali e alle stazioni sciistiche che ci consentono di vivere esperienze indimenticabili sotto zero. Eppure è in estate che questo Paese mette in scena la sua più straordinaria magia, quella che da sola merita un viaggio, quella che incanta e stupisce.

Stiamo parlando del sole di mezzanotte, quel fenomeno astronomico che si manifesta nelle regioni polari quando il sole non scende mai dietro l’orizzonte permettendoci di vivere giornate luminose, accecanti e uniche. Pronti a viverlo?

La terra del sole di mezzanotte

Con l’estate ormai alle porte è tempo di tornare a programmare tutti quei viaggi che avevamo lasciato in standby, tra questi anche quello che ci porta in Finlandia, nella terra del sole di mezzanotte.

Grazie a questo fenomeno naturale, che si verifica anche nella nazione del nord Europa durante la stagione estiva, è possibile ammirare scenari di incredibile bellezza che incantano ed emozionano. Spettacoli che lasciano senza fiato dati dalla presenza del tramonto che non svanisce mai e che si affievolisce solo con l’arrivo dell’alba, dando vita a nuove luci e colori.

E proprio a partire dal tardo pomeriggio che è possibile osservare quelle mille sfumature di giallo, rosso e arancione che colorano tutto intorno, che tingono tutte le città del Paese, da nord a sud. Non stupisce, quindi, che l’estate sia destinata a diventare il periodo migliore per scoprire e riscoprire alcuni dei più belli paesaggi naturali e incontaminati della Finlandia, illuminati dal sole di mezzanotte.

Finlandia: quando e dove ammirare il sole di mezzanotte

Saune, gite in barca, trekking, escursioni e passeggiate, visite alle città più iconiche e ai villaggi più remoti, esplorare la Finlandia vuol dire entrare in un microcosmo di meraviglie dove la bellezza è assoluta protagonista. Ma se tutto questo non dovesse bastare, ecco che allora la natura è pronta a mettere in scena il suo spettacolo più bello: il sole di mezzanotte.

Durante le giornate estive, infatti, il giorno e la notte annullano tutti i confini che conosciamo e le esperienze diventano ancora più suggestive, accompagnate dalle mille sfumature di rosso.

I luoghi migliori da raggiungere per vivere esperienze al di fuori dell’ordinario sono quelli della Lapponia finlandese. Basterà una passeggiata notturna a piedi per scoprire e riscoprire tutta la bellezza di questa terra selvaggia. Una bellezza valorizzata e celebrata dai feste e manifestazioni che si tengono nella regione durante l’estate, come il Midnight Sun Film Festival e il Festival del folklore Jutajaiset.

Altra tappa imperdibile, da raggiungere seguendo la scia dei raggi del sole, è la suggestiva isola di Seurasaari, un museo a cielo aperto nel distretto di Helsinki dove si tiene ogni anno la tradizionale e vivace festa di mezza estate.

E a proposito della bellissima capitale della Finlandia, anche Helsinki merita di essere scoperta e riscoperta con la luce del sole che illumina tutto intorno, che brilla sui grattacieli, sul porto e sugli edifici, che sparisce brevemente all’orizzonte per poche ore, per poi sorgere di nuovo.

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Ode a Marsiglia: la città più antica e meno francese della Francia

Esistono luoghi che sanno incantare al primo sguardo, che sanno meravigliare e conquistare, che sanno farci innamorare senza neanche bisogno di spiegare. Ce ne sono altri, invece, che necessitano essere compresi, esplorati, ascoltati mentre loro si raccontano generosamente. Che hanno bisogno che le persone si spoglino degli abiti da turisti per indossare quelli da esploratori, perché è solo così che potranno immergersi nelle tradizioni e nelle contraddizioni, nelle culture e nelle storie che appartengono a determinate destinazioni.

Ed è questo quello che chiede Marsiglia, di essere guardata, osservata e vissuta. La città del sole e del mare, quella degli 11 quartieri e dei quasi 900000 abitanti, che non sono solo francesi, ma che provengono da ogni parte del mondo. Che scelgono di vivere in questo luogo affascinante e seducente che con i secoli è diventato crocevia di storie, culture e popolazioni.

Marsiglia è la capitale della Provenza, è la città più antica della Francia. Eppure Marseille, c’est pas la France, dice chi la conosce bene, chi qui ci vive da sempre e tutti quelli che l’hanno scelta per ricominciare. Già perché Marsiglia è la città meno francese di tutto il Paese, eppure è quella che, più di tutte, sa entrare nel cuore.

Marsiglia

Marsiglia

Benvenuti a Marsiglia

I grandi palazzi periferici e gli agglomerati in cemento che si trovano prima di entrare nel cuore della città fanno subito comprendere che Marsiglia non ha nulla a che fare con l’eleganza perfetta che caratterizza le altre città di Francia. Non c’è quell’atmosfera romantica e suggestiva che ha reso celebre nel mondo la Ville Lumière, non ci sono i villaggi attraversati dai canali, né quelli che sembrano usciti da i libri di fiabe. Ma c’è molto altro.

Ci sono le persone che ti accolgono e ti presentano la loro vita, quella scandita da ritmi semplici e altrettanto movimentati, ci sono le storie che affondano le loro radici in secoli lontani e che si palesano tra le strade, le vie, il porto e le barche dei pescatori. Ci sono le strade costiere che si snodano al di là del centro storico e che si aprono su paesaggi magici e suggestivi, sulle corniches che durante i mesi di bella stagione traboccano di sole.

Marsiglia è così ricca e variegata che non può essere spiegata, ma solo vissuta. Il suo stesso patrimonio culturale è un unicum che fonde antico e moderno, passato e presente, storia e religione, architettura imperiale e romana.

No, Marsiglia non è la Francia perché è anche l’Italia, la Spagna e il Portogallo. Perché con gli anni è diventata il punto di incontro di popolazioni, culture e tradizioni. Perché la sua storia secolare di città portuale ha ospitato e incontrato molte altre storie provenienti da tutte le parti del mondo.

Ed è facile qui, mentre si chiacchiera con le persone del posto o ci si siede al tavolo di uno dei tanti ristoranti in città, dimenticarsi di essere nel Paese delle colline della Champagne, dei castelli della Loira, della Tour Eiffel e del Moulin Rouge. Perché tutti qui diventano cittadini di Marsiglia, e diventando cittadini di Marsiglia diventano cittadini del mondo.

Marsiglia

Marsiglia

Nel cuore di Marsiglia

Non aspettatevi grandi attrazioni turistiche a Marsiglia perché la città non vuole affatto diventare una trappola per viaggiatori. Lei è così, nuda e cruda, bella e complicata. È la città delle distese di cemento e del porto, dei ristoranti internazionali e di quelli caratteristici.

È la città della maestosa Cattedrale la Major che si affaccia sul mare e di Notre-Dame-de-la-Garde che veglia dall’alto su tutto il territorio, è la città del vecchio e suggestivo quartiere di Le Panier e del magico Vallon des Auffes, il piccolo paradiso di pesca del 7° arrondissement.

Il suo cuore, neanche a dirlo, è il vecchio porto, quello in cui i Fenici sbarcarono per dare inizio alla sua storia. È qui che inizia Marsiglia, è da qui che partono le strade che portano al centro storico, al grande museo delle Civiltà Europee e del Mediterraneo, al mercato del pesce, ai ristoranti caratteristici e internazionali, alla ruota panoramica e alle stradine che salgono e scendono e che permettono di ammirare il suo volto più autentico.

Vallon des Auffes, Marsiglia

Vallon des Auffes, Marsiglia