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Benvenuti nell’isola abitata più remota del mondo

Qual è l’insediamento abitato più remoto al mondo? Non può che trattarsi di un’isola, ovviamente sperduta nel bel mezzo dell’oceano. In particolare, si tratta di Tristan da Cunha: un nome che, probabilmente, alla maggior parte delle persone dice ben poco. Il posto più vicino dove trovare stabilmente altri esseri umani è ad oltre 2.000 km di distanza, e i contatti sono ridotti all’osso anche a causa delle carenti infrastrutture. Scopriamo qualcosa in più su questo vero e proprio eremo.

Tristan da Cunha, un luogo sperduto

Geograficamente parlando, Tristan da Cunha è un piccolo arcipelago situato nel cuore dell’oceano Atlantico, tuttavia è anche il nome con cui viene conosciuta l’isola più grande – nonché l’unica abitata. Le altre (l’isola Inaccessibile, le isole Nightingale e l’isola Gough) sono dei fazzoletti di terra del tutto inospitali, ed è qui che la natura ha preso il sopravvento. Ma torniamo a Tristan da Cunha: è un’isola vulcanica attiva, dal profilo piuttosto montagnoso, la cui vetta più alta è il Picco della Regina Maria che raggiunge i 2.000 metri di quota.

L’unica zona pianeggiante è anche quella che ospita la città di Edinburgh of the Seven Seas, capitale dell’arcipelago, ed è qui che si concentrano i poco più di 250 abitanti che vivono permanentemente sull’isola. La sua caratteristica principale è la lontananza dal resto del mondo: il primo insediamento abitato più vicino è l’isola di Sant’Elena, che si trova a quasi 2.400 km di distanza. Se parliamo invece della città continentale più vicina, dobbiamo arrivare nientemeno che a Città del Capo, in Sudafrica: sono ben 2.800 km di navigazione.

Oltre alla lontananza, la difficoltà principale nei collegamenti consiste nel fatto che Tristan da Cunha non possiede né un aeroporto né un porto. La si può raggiungere solo via mare, in 5-7 giorni di navigazione con partenza dal Sudafrica, e in ogni caso occorre sbarcare al largo e poi arrivare alla costa con piccole imbarcazioni da pesca. Senza contare che, se le condizioni climatiche sono avverse, l’isola può rimanere del tutto inaccessibile anche per mesi. Insomma, siamo davvero di fronte al luogo abitato più remoto del mondo.

La storia e le condizioni di vita a Tristan da Cunha

L’isola venne scoperta nei primi anni del ‘500 dal navigatore portoghese Tristão da Cunha, che le diede il suo nome – senza tuttavia esservi mai sbarcato. Le prime spedizioni avvennero solamente più di un secolo e mezzo dopo, ma non ci fu alcun vero tentativo di colonizzare l’isola fino all’800, quando gli inglesi vi spedirono una settantina di persone: solamente quattro di esse decisero di rimanere, tra cui William Glass, che viene considerato il vero fondatore dell’insediamento. Pian piano, altri coraggiosi si aggiunsero al piccolo centro abitato, sino ad arrivare ai poco più di 250 residenti attuali.

Vivere a Tristan da Cunha non è certo facile: l’isolamento è quasi totale, e la popolazione vive principalmente di pesca, agricoltura e allevamento. C’è però tutto quello di cui si può aver bisogno, tra cui un ospedale, due chiese, una scuola e un paio di locali di ritrovo. Curiosità: sull’isola è vietata l’immigrazione, sebbene i turisti siano ben accetti – almeno i pochi coraggiosi che sono pronti ad affrontare la traversata – e ci sia la possibilità di trasferirsi momentaneamente per lavoro. Naturalmente, i problemi non mancano. A partire dalla scarsità di risorse per arrivare alla salute: studiosi hanno notato una particolare diffusione di malattie genetiche dovute alla riproduzione in un ambiente estremamente ristretto di persone.

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Africa Egitto Idee di Viaggio vacanze Viaggi

Egitto, la migliore meta per una vacanza invernale all inclusive

Negli anni, la concorrenza è stata molto forte, ma l’Egitto è riuscito a mantenere il primato di destinazione più conveniente dove trascorrere una vacanza invernale al caldo all inclusive. Almeno per noi europei ovviamente.

Resort di lusso “abbordabile”

I resort sul Mar Rosso, da Sharm el-Sheikh a Hughada fin giù al confine con il Sudan, sono tra i migliori come rapporto prezzo-qualità.

Gli esperti parlando di “affordable luxury“, lusso abbordabile, quello che piace a noi italiani, insomma. La media delle strutture è 4-5 stelle, le formule sono quasi sempre all inclusive e chi parte per una vacanza in Egitto il più delle volte si rivolge a un’agenzia. sia essa online o fisica, che propone pacchetti volo incluso.

Il bello di una vacanza in Egitto sta proprio nel fatto di sapere quanto costa – spezzo molto poco – prima ancora di partire. Naturalmente possono esserci degli extra, in base alle proprie esigenze, dagli alcolici ai souvenir, dai trattamenti nella spa alle escursioni, ma chi desidera semplicemente godere di ciò che offre il resort dove si soggiorna può anche non sborsare un centesimo in più.

In Egitto, una coppia può trascorrere sette notti in un hotel a 5 stelle – incluso di biglietto aereo di andata e ritorno da una delle principali città italiane – con una spesa molto più contenuta rispetto ad altre mete.

Egitto sulla cresta dell’onda

Dopo qualche anno di down, dovuto alla pandemia in primis ma anche a un calo di popolarità per questioni di sicurezza e di concorrenza (il competitor numero uno, almeno per gli italiani, è sicuramente Dubai, non tanto per i prezzi quanto per il clima), l’Egitto sta tornando alla grande.

Se si desidera trascorrere una vacanza d’inverno al caldo, senza spendere troppo e senza andare troppo lontano da casa, le spiagge del Mar Rosso egiziano restano ancora le più popolari.

Amr El-Kady, CEO di Egyptian Tourism Authority, ha spiegato di recente che “Negli ultimi due anni, quando abbiamo avuto limitazioni ai viaggi a causa della pandemia, l’Egitto ha migliorato le sue infrastrutture e ha lavorato per incrementare le esperienze disponibili per i visitatori. Quindi, anche se siete già stati in Egitto, troverete molte attività da fare e potrete scegliere tra nuove strutture dove soggiornare”.

Egitto, non solo Mar Rosso

Per gli amanti del mare, la costa egiziana è decisamente l’ideale dove andare e d’inverno e la si apprezza ancor più per via della differenza di temperatura rispetto all’Italia. Le acque calde e cristalline, le spiagge bianche e le città costiere come Sharm,e Hurghada, Marsa Alam che si affacciano sul Mar Rosso, circondate da catene montuose imponenti, sono le più gettonate. Merito anche Il Mar Rosso di una delle più belle barriere coralline del mondo.

Tuttavia, non bisogna scordare la costa mediterranea dell’Egitto, che si estende da Alessandria a Marsa Matruh e che offre acque turchesi e spiagge di sabbia bianca perfette per nuotare e praticare tante altre attività. Lo chiamano l’Egitto caraibico per via dei colori che ricordano proprio la latitudini dei Tropici.

Certo, d’inverno sulla costa mediterranea le temperature sono più basse rispetto alla costa del Mar Rosso, tuttavia è il posto ideale per tutti coloro che amano non soltanto il mare ma allo stesso tempo la cultura. D’altronde, proprio a Marsa Matruh, secondo la tradizione, avrebbe fatto una sosta Alessandro Magno prima di arrivare all’oracolo di Amon che, per gli egiziani, è il dio del sole, e si trova all’interno dell’oasi di Siwa. Anche se oggi del tempio restano solo poche costruzioni, da lì si può ammirare un meraviglioso paesaggio ed è una delle escursioni imperdibili per chi sceglie di trascorrere una vacanza sulla costa mediterranea egiziana.

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Idee di Viaggio Sicilia vacanze Viaggi

Il tuo angolo di Paradiso, totalmente privato, ti aspetta in Sicilia

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Chamonix-Mont-Blanc, una Francia da sogno

Sembra un vero e proprio paradiso per gli sciatori, ma in realtà è una splendida località di villeggiatura perfetta per tutte le esigenze: Chamonix-Mont-Blanc è un piccolo borgo francese situato in montagna, a due passi dall’Italia. Considerata una delle più suggestive destinazioni turistiche invernali dell’arco alpino, ha molte sorprese in serbo per i suoi visitatori. Andiamo alla scoperta delle sue bellezze.

Chamonix-Mont-Blanc, tra piste da sci e natura

Splendido villaggio d’alta montagna, Chamonix-Mont-Blanc si trova a circa 1.000 metri di altitudine, ai piedi del maestoso Monte Bianco. Siamo nel dipartimento francese dell’Alta Savoia, dove si snoda la Valle dell’Arve, attraversata dall’omonimo fiume: qui la natura è ancora incontaminata, e offre un panorama di rara bellezza. Il borgo si trova davvero vicinissimo al confine con l’Italia, ed è collegato a Courmayeur dal Traforo del Monte Bianco. Non è dunque un caso che moltissimi turisti italiani lo scelgano come meta delle proprie vacanze, sia in estate che in inverno.

Se durante la bella stagione ci sono moltissime attività all’aria aperta tra cui scegliere, quando le montagne iniziano ad imbiancarsi con le prime nevicate sono le piste da sci ad assumere il ruolo da protagoniste. Il villaggio è servito da ben quattro impianti, ciascuna in grado di soddisfare tutte le esigenze. Il comprensorio di Brevant/Flegere ha ben 32 piste, perfette soprattutto per sciatori che hanno già un po’ di esperienza e per professionisti. Quello di The Grands Montets, invece, è il più alto e ha 28 km di discese. C’è poi la stazione sciistica di Les Houches, con ben 55 km di piste, e infine c’è l’impianto di Le Domaine de Balme, con discese più dolci che si addicono anche a chi è alle prime armi.

Cosa vedere a Chamonix-Mont-Blanc

Chamonix-Mont-Blanc è dunque una delle principali località sciistiche dell’arco alpino, alla pari di altre destinazioni molto rinomate come Zermatt (in Svizzera) o la nostra Sestriere. Tuttavia, non sono solo le piste da sci ad attrarre i turisti in questo piccolo angolo di paradiso. Ad esempio, ci sono diversi stabilimenti termali dove rilassarsi un po’ dopo una lunga discesa, oppure dove concedersi una vacanza all’insegna del wellness. Immergersi nelle calde acque sulfuree è una sensazione speciale, ancor di più se, nel contempo, si può ammirare il paesaggio incredibile del Monte Bianco.

E a proposito di Monte Bianco: qui si può vivere un’esperienza davvero unica. Da Chamonix, infatti, è possibile salire a bordo della teleferica Aiguille du Midi, che conduce sull’omonima vetta. Una volta giunti sulla cima, c’è la telecabina Panoramic Mont Blanc che arriva a Punta Helbronner, l’alta montagna francese che sorge proprio al confine con l’Italia. E da qui, non resta che prendere la funivia Skyway Monte Bianco, che scende sino a Courmayeur offrendo un panorama pazzesco che non ha eguali nel resto del mondo.

Naturalmente, poi, si può visitare il pittoresco centro storico di Chamonix-Mont-Blanc: è un luogo ricco di fascino, diviso tra vetrine illuminate e locali dove assaporare tante specialità del posto, ma anche antichi edifici e piccole chiesette. Come, ad esempio, la candida Chiesa di San Michele, che svetta con il suo campanile contro il profilo delle montagne. Per i più curiosi, inoltre, c’è il Museo Alpino di Chamonix che offre uno spaccato sulla storia di questa regione, con tanti cimeli da scoprire. E se siete amanti della vita notturna, sappiate che il villaggio viene chiamato anche la “piccola Ibiza delle Alpi”: non mancano discoteche, club e persino un casinò dove divertirsi fino a notte fonda.

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Austria Dolomiti Europa Idee di Viaggio montagna Viaggi

Lienz: una delle cittadine più suggestive d’Austria

A non troppa distanza dal confine italiano sorge una cittadina che per la sua indiscutibile bellezza è chiamata la “Perla delle Dolomiti”. Il posto in questione è Lienz, una località dai profili fiabeschi e che è in grado di regalare tutto quello che si cerca: storia, natura, attrazioni, cultura, neve e piste da sci che allietano gli ospiti di qualsiasi età.

Cosa aspettarsi

Lienz è una pittoresca cittadina austriaca che sorge nell’omonimo distretto che è parte del Tirolo Orientale, del quale è capoluogo e centro maggiore. La città vecchia si sviluppa alla confluenza di più valli dominate dalle Dolomiti di Lienz, e sono le valli Drautal, Val Pusteria ed Iseltal.

Una località che sa far emozionare per i suoi paesaggi immacolati e per il suo clima prevalentemente (e sorprendentemente) mite. Vi basti pensare che un altro suo soprannome è “Sonnenstadt”, che tradotto vuol dire “Città del sole”.

A far perdere definitivamente la testa ai visitatori è la vasta gamma di offerte che riguardano la cultura e lo shopping e tutte le bellissime attrazioni che ci sono da conoscere nel centro storico, che nei mesi estivi è esclusivamente destinato ai pedoni.

Cosa vedere a Lienz

La cittadina di Lienz si presenta al visitatore come un posto che sembra uscito direttamente da un libro di fiabe. Il consiglio è quello di iniziare la visita dalla sua piazza principale, Hauptplatz, dove svettano antiche case piene di portici. Al centro di essa è impossibile non notare  la fontana di S. Florian, ma assai suggestivo è anche il Liebburg, un edificio con due torri dalle cupole a bulbo che oggi è sede del municipio e simbolo della città.

Lienz. centro storico

Fonte: iStock – Ph: FooTToo

Il centro storico di Lienz

Poi ancora la vie Rosengasse e Messinggasse in cui trovare tantissimi negozi. Un tempo era il quartiere industriale di Lienz, mentre oggi ogni settimana è la sede del mercato cittadino dove si possono acquistare le migliori specialità del territorio. Volete dei gustosi esempi? Lo Speck del Tirolo Orientale, i “Schlipfkrapfen”, il “Pregler” (grappa) e molto altro ancora.

Johannesplatz è probabilmente la piazza più affascinante di Lienz perché particolarmente estesa e contornata di edifici color pastello. Un’altra piazza molto graziosa è Eropaplatz, al centro della quale si staglia la statua dedicata a Josef II.

Molto interessanti sono anche la Chiesa e il Convento dei Francescani che al loro interno conservano una pregiata navata gotica ornata da bellissimi affreschi. In posizione un po’ defilata rispetto al centro storico, il complesso offre anche una biblioteca e un centro di aggregazione.

Da non perdere è anche il monumento della lotta per la libertà del Tirolo situato in Schweizer Gasse. Da qui è facilissimo raggiungere con una breve passeggiata la Chiesa di St. Andrea, ovvero la più antica di Lienz.

Obbligatorio entrare all’interno, dove sarà impossibile non notare l’altare maggiore in stile barocco. Proprio qui, inoltre, sono sepolti gli ultimi conti di Gorizia.

E poi il monumento più emozionante in assoluto della città: il castello di Bruck, edificato su un’affascinante altura. Oggi è la sede del Museum der Stadt Lienz dove scoprire notevoli collezioni di opere d’arte e una cappella decorata con affreschi gotici. Ma la verità è che ha alle spalle una storia assai movimentata, iniziata nel 1252 e arrivata fino ai giorni nostri, periodo in cui si è trasformato nel museo più imponente della città circondato da un parco idilliaco.

Nei pressi di Lienz da non perdere è l’unica città romana del Tirolo, Aguntum, in cui prende vita un museo dove si possono ammirare numerosi reperti del sito archeologico, poi ancora le antiche mura, le case di un tempo e le terme.

Castello di Bruck, Lienz

Fonte: iStock

Un bellissima veduta del Castello di Bruck

Viaggio Lienz in inverno

Lienz è la “Perla delle Dolomiti” non solo per la sua innegabile bellezza, ma anche perché è una meta ideale per chi ama gli sport invernali. Da queste parti, infatti, esistono due stazioni sciistiche principali, Hochstein e Zettersfeld, che spesso ospitano competizioni internazionali come la Coppa del Mondo di sci alpino e i Campionati mondiali di snowboard.

Il comprensorio sciistico di Zettersfeld, che per la sua posizione e bellezza è soprannominato “la terrazza soleggiata dell’Osttirol”, è amato proprio per il grandioso panorama che offre sulle Dolomiti circostanti, ma anche perché il più delle volte possiede le condizioni ottimali per gli sciatori, snowboarder, famiglie e principianti.

Non è di certo meno emozionante il comprensorio sciistico di Hochstein: ci sono ben 7 chilometri di discese che finiscono direttamente in città. Soddisfazione la avranno anche coloro che amano lo sci di fondo che qui ha una lunga tradizione. Un esempio di tutto ciò è la leggendaria gara Dolomitenlauf che prende vita ogni annoi a gennaio.

E poi il Natale, che si mostra in tutta la sua magia nella piazza principale di Lienz che si riempie di visitatori interessati a comprare prodotti nel tradizionale mercatino di Natale, come una tazza di caldo vin brulé, un pezzetto di zelten tirolese o krapfen freschi e dolci natalizi.

Lienz durante la bella stagione

La “Perla delle Dolomiti” è una meta assai interessante durante l’inverno, ma nei mesi più caldi le emozioni, probabilmente, raddoppiano.

I suoi dintorni – ma ad essere del tutto onesti il Tirolo in generale – sono un paradiso per chi desidera dedicarsi alle escursioni in montagna, in particolare nel Zettersfeld. Proprio da qui, infatti, inizia il Parco Nazionale degli Alti Tauri che, oltre a offrire la zona più soleggiata di tutta l’Austria, permette di intraprendere un numero pressoché infinito di sentieri in mezzo alla vegetazione più pura.

Ci sono poi interessanti piste ciclabili come la Drauradweg lungo la Drava, la Iseltalradweg o la Glocknerradweg. Chi preferisce la mountain bike, invece, avrà l’imbarazzo della scelta perché esistono ben 600 chilometri di appositi tracciati.

Partendo da Lienz, si possono raggiungere anche altre bellezze dalla zona come l’Hochstein che offre tantissime possibilità di escursioni, rifugi e malghe.

Assai affascinante è anche la Gola Galizia da raggiungere attraverso un sentiero panoramico che permette di ammirare il paesaggio circostante in tutto il suo splendore.

La bellezza di Lienz, quindi, non si esaurisce nel suo centro storico, perché anche la natura da cui è abbracciata è un susseguirsi di meraviglie ed emozioni.

Cosa fare a Lienz

Fonte: iStock

Veduta dall’alto di Lienz
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Alla scoperta di Murano, una preziosa perla veneta

Avete mai visto qualcuno trasformare la sabbia, l’aria e il fuoco in un’opera d’arte? Se non lo avete fatto sappiate che c’è un posto in Italia in cui tutto questo è possibile, se invece avete già ammirato questo spettacolo è bene essere a conoscenza che c’è sempre un ottimo motivo per tornare in questa magica destinazione del nostro Paese. Parliamo di Murano, una perla del Veneto tutta da scoprire.

Murano: informazioni utili

Murano è un pittoresco centro abitato che sorge nella magnifica Laguna Veneta, a Nord-Est di Venezia. Si tratta di un borgo davvero speciale, perché si sviluppa su sette graziose isole poste lungo il canale dei Marani. Farci un viaggio vuol dire ritrovarsi al cospetto di un tripudio di canali, rii e ponti che rendono l’atmosfera altamente emozionante.

Una passeggiata da queste parti, infatti, permette di ammirare case basse dalle facciate variopinte che si mescolano armoniosamente con eleganti palazzi. Per non parlare degli scorci che sono davvero suggestivi e in particolare al tramonto, quando la laguna diventa più romantica che mai.

Murano, Veneto

Fonte: iStock

Veduta di Murano

Gli abitanti di Murano si distinguono da quelli di molte altre località del mondo perché sono maestri dell’artigianato, e soprattutto del vetro che, pur essendo un materiale umile, è stato reso dalle loro mani un qualcosa di particolarmente prezioso.

Cosa vedere

Murano è bellissima, in lungo e in largo e in qualsiasi angolo che possiede c’è qualcosa che riesce a colpire i visitatori. Molti la conoscono per la fama di maestria della lavorazione del vetro, ma in realtà questo borgo veneto è un susseguirsi di attrazioni da visitare, e a partire dalla sua splendida Basilica di Santa Maria e San Donato.

Questo edificio da solo vale il viaggio e i motivi sono principalmente due: è una delle chiese più antiche della laguna, ed è anche uno splendido esempio di romanico lagunare.

Dalle origini incerte, offre una facciata apparentemente semplice ma che nasconde una piacevole sorpresa: girando attorno al perimetro della chiesa, vi troverete di fronte un magnifico abside con archi bizantini e colonne di marmo bianco. Non è di certo da meno l’interno, poiché vi sono conservati dei meravigliosi mosaici su fondo d’oro, in stile bizantino, e un mosaico pavimentale in tessere colorate che raffigura personaggi biblici tramite allegorie paleocristiane.

Poi ancora la Chiesa di Santa Maria degli Angeli che, nel corso degli anni, è stata un lazzaretto, un ospedale e una casa per le famiglie povere. Si affaccia sull’omonimo canale, in uno degli estremi lembi dell’isola.

Mentre nella zona più meridionale sorge la ex Chiesa di Santa Chiara le cui origini risalgono al 1231. Un edificio che nel corso del tempo ha vissuto diverse vicissitudini, fino a subire un crollo parziale e ritrovarsi in uno stato di abbandonato. Tuttavia, nel 2012 è stato intrapreso un progetto di ristrutturazione e riconversione con l’intenzione di creare uno spazio per la presentazione della lavorazione del vetro.

Molto bello è anche il signorile Palazzo da Mula che spesso ospita mostre ed esposizioni, come molto interessante è la Chiesa di San Pietro Martire che tra le sue mura cela delle tele di Bellini, Tintoretto e Veronese. Infine, il famosissimo faro di Murano. Come ogni degno paesaggio sull’acqua dai profili romantici, anche questo faro resiste allo scorrere del tempo e alle intemperie, tanto da essere ancora in funzione.

È considerato il guardiano della laguna di Venezia, e la sua forma e imponenza ricordano i fari solitari nel mezzo dell’Oceano. Dall’eleganza puramente veneziana, è circondato da piccole casette colorate che creano una particolare armonia con il blu del cielo e del mare e con il bianco del materiale con cui è stato costruito, ovvero la pietra d’Istria.

Murano e il suo faro

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Veduta di Murano e del suo imponente faro

L’arte del vetro di Murano

Si narra che, nell’ormai lontanissimo 1291, il Doge decise di spostare tutte le vetrerie di Venezia a Murano. Da quel momento in poi, questo semplice materiale divenne il più grande vanto e bene prezioso di quest’isola veneta.

Gli artigiani, da queste parti, sono da sempre estremamente rispettati in quanto creatori di un’arte centenaria gelosamente protetta. Insieme a loro ci sono due aiutanti, chiamati servente e serventino, che risultano fondamentali nel processo della soffiatura.

Il lento ma affascinante processo di lavorazione dà vita a delle vere e proprie opere d’arte, rifinite e curate nei minimi dettagli, e tutte rigorosamente Made in Italy.

Dove ammirare la lavorazione del vetro

È proprio l’ex Chiesa di Santa Chiara uno dei luoghi dove ammirare l’arte del vetro di Murano. Oggi, infatti, è un magnifico spazio per eventi aziendali e feste private con all’interno una fornace attiva per la lavorazione del vetro. Restaurata e riaperta al pubblico nel 2016, il nome ufficiale è ormai The Glass Cathedral – Santa Chiara, e vi è possibile vivere un’esperienza immersiva nell’arte contemporanea del vetro di Murano.

Imperdibile è anche il Museo del Vetro che delizia i visitatori dal 1861. Inizialmente era stato concepito come un archivio di documenti che potessero testimoniare la storia e la vita sull’isola ma, grazie a generose donazioni delle vetrerie locali, oggi è uno splendido museo che possiamo tutti visitare.

Un luogo da non perdere perché permette di fare un viaggio nei settecento anni di storia del vetro di Murano, a partire del Trecento fino ai giorni nostri.

Gli occhi e l’anima saranno molto felici di scoprirlo, perché vi sono contenuti capolavori di arte vetraria di tutti i periodi storici. Non manca la possibilità di approfondire la conoscenza della lavorazione di questo materiale e delle diverse tecniche possibili. Il tutto all’interno di un elegante palazzo in stile gotico veneziano che fu persino la residenza dei vescovi di Torcello.

Infine, un viaggio a Murano non può prescindere da una visita a uno dei tanti laboratori del vetro che si sviluppano dentro il borgo. Qui, infatti, si avrà l’occasione di osservare da vicino come vengono realizzati tutti i manufatti che sono in mostra al museo.

In genere si può assistere a una spiegazione del processo di produzione e della tecnica di soffiatura, poi il percorso prosegue verso la fornace in cui  un maestro artigiano mostra e racconta il modo in cui si creano i preziosi oggetti in vetro soffiato.

La visita termina con una piccola tappa nell’outlet aziendale per chiunque volesse acquistare gioielli, sculture, lampadari e murrine con uno sconto. Infine, per chi lo desidera, c’è anche la possibilità di partecipare a corsi e laboratori di modellazione del vetro e creazione gioielli.

Murano e il vetro

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L’arte della lavorazione del vetro a Murano
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Alla scoperta di Ushguli, villaggio incantato tra le montagne

Ricca di paesaggi straordinari, la Georgia è una delle porte verso l’Oriente: è qui, tra le sue più imponenti montagne nella regione della Svanezia, che si trova un villaggio davvero speciale. Si tratta di Ushguli, una piccola comunità abitata da poco più di una manciata di famiglie, dove le condizioni di vita sono spesso molto difficili. A causa della sua posizione geografica e del clima poco favorevole, per mesi interi è letteralmente tagliato fuori dal resto del mondo. Andiamo alla scoperta di questo luogo incantevole.

Ushguli, un angolo meraviglioso della Georgia

La Svanezia è una regione storica della Georgia, situata nel nord-ovest del Paese: è principalmente caratterizzata da un panorama montuoso, con alcune delle vette più alte della catena del Caucaso, ma anche da profonde valli e da una rigogliosa vegetazione, prevalentemente di tipo alpino. In questa cornice meravigliosa, si staglia un paesaggio semplicemente incantevole, pur nella sua ostilità. Stiamo parlando di Ushguli, un luogo dove vivere è davvero difficile, per via degli inverni lunghi e gelidi che colpiscono l’intera regione.

Ushguli è in realtà una comunità composta da 5 minuscoli villaggi (Zhibiani, Chvibiani, Chazhashi, Murqmeli e Lamjurishi): in totale, conta all’incirca 200 abitanti suddivisi in una settantina di famiglie, la maggior parte delle quali risiede qui da secoli. I paesi sono situati ad altitudini comprese tra i 2.060 e i 2.200 metri di quota, ed è per questo che Ushguli viene citato come uno degli insediamenti umani permanenti più alti d’Europa – lo batte solamente Kurush, piccolo villaggio russo che si trova a quasi 2.500 metri di altezza.

Il paesaggio naturale che circonda la comunità è davvero spettacolare: i villaggi si trovano infatti lungo le pendici del monte Shkhara, la vetta più alta della Georgia. Le montagne intorno ad essi sono praticamente invalicabili, anche se negli ultimi anni si sono fatti molti passi avanti per rendere Ushguli più accessibile. Sebbene il paese si trovi ad appena 45 km da Mestia, piccola cittadina della Georgia servita persino da un aeroporto, l’unica strada di collegamento è inservibile per circa 6 mesi l’anno, ovvero durante l’inverno – quando possono arrivare a cadere fino a 6 metri di neve.

Cosa vedere e cosa fare a Ushguli

Proprio la sua inaccessibilità ha reso Ushguli un luogo unico al mondo, dove il tempo sembra essersi fermato. Non sono passati molti anni da quando qui sono arrivate le prime auto (si parla degli anni ’60 del secolo scorso), e altrettanto si può dire della corrente elettrica: insomma, fino a poco fa le condizioni di vita in questa comunità erano piuttosto ardue. È proprio a questo, però, che dobbiamo il fascino incredibile di questo remoto angolo di mondo. Tra i villaggi che lo compongono, ancora oggi si possono ammirare centinaia di case-torri, antiche strutture difensive tipiche della Georgia.

Le case-torri (solo nel villaggio di Chazhashi ce ne sono più di 200) sono alte generalmente da 3 a 5 piani, e risalgono al periodo compreso tra il IX e il XII secolo. Nella maggior parte delle città e dei paesi, queste costruzioni sono cadute in rovina o demolite, ma l’isolamento di Ushguli le ha preservate quasi intatte, e hanno donato alla regione la possibilità di entrare a far parte dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO. Oltre alle case-torri, c’è ben poco altro da visitare in questo luogo: spicca, tra tutti, il Santuario di Lamaria, incastonato a circa 2.400 metri di altitudine e custode di affreschi meravigliosi.

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Courchevel, viaggio in una delle località sciistiche più famose al mondo

Nel cuore del massiccio della Vannoise, oltre i 2000 metri di altitudine, svetta una delle stazioni sciistiche più rinomate al mondo, con sei paesi nel Comprensorio sciistico delle 3 valli (Les 3 Vallées): si tratta di Courchevel, amatissima meta per gli sport invernali, salita alla ribalta nel 1992 per i Giochi Olimpici di Albertville.

Racchiude in sé tre favolosi comprensori sciistici e vanta ben 600 chilometri di piste, più di 140 rosso-nere e 180 verde-blu: è, così, accessibile agli sciatori di ogni livello che potranno trascorrere giornate di svago e divertimento “sci ai piedi” nell’abbraccio di ghiacciai e massicci innevati.

Alla scoperta dei sei villaggi di Courchevel

Diamo subito uno sguardo ai sei lussuosi e incantevoli villaggi che suddividono la località sciistica, tutti accomunati dall’eccellenza e dall’attenzione al dettaglio.

Il villaggio più apprezzato è Courchevel 1850, realizzato seguendo i canoni del lusso e dell’eleganza, molto chic e dall’atmosfera esclusiva: qui è dove trovare negozi di alta moda, hotel superlusso, bistrot gourmet e ristoranti stellati.

Fiabesco grazie ai suoi chalet in legno e ai vicoli stretti che si inseriscono alla perfezione nel contesto alpino, è poi Courchevel Le Praz, ideale per chi desidera un ambiente tranquillo dove rilassarsi sulle terrazze, nei bar e nei ristoranti dopo una giornata sugli sci o sui trampolini olimpici del salto con gli sci.

In un angolo incontaminato della valle, ecco invece La Tania, la stazione sciistica più recente e moderna, frequentata in particolare da famiglie con bambini che qui trovano attività dedicate e piste da slittino.
Insuperabile è la pista Folyères che si snoda lungo una suggestiva foresta di abeti rossi.

Vanta anche un centro acquatico e benessere, l’Aquamotion, Courchevel Village, altro paradiso per famiglie, dall’atmosfera intima ma dotato di tutti i comfort e servizi: piste da slittino, negozi, hotel family friendly e navetta gratuita per arrivare a Courchevel 1850 in cinque minuti.

Vivace vita serale “dopo sci”, locali e bar per tutti i gusti (dalla discoteca, al pub inglese fino al ristorante di classe) contraddistinguono il villaggio di Courchevel Moriond, adatto a un pubblico più giovane, mentre il villaggio originario, con chiesa barocca e tipici vicoli di montagna, è Saint-Bon, dove fu costruito il primo hotel, Le Lac Blue, nel 1908.

Il sogno delle piste da sci

Come accennato, Courchevel sa andare incontro a tutti gli sciatori grazie alla sua vasta offerta di piste da sci per ogni livello.

Per i principianti, ad esempio, sono 7 le aree Easy Rider, dove sciare in tranquillità su ampie piste con scarsa pendenza e chiuse al flusso degli sciatori: servite da impianti dedicati, sono ottime per chi desidera fare pratica e/o non si sente ancora sicuro sulle piste verdi e blu.

Eccole nel dettaglio:

  • Topolino, su fondo pista con risalita gratuita, e Western Ski Park a Courchevel Moriond
  • Altiporto, con Giardino Alpino e due ascensori dedicati a Courchevel 1850
  • Ler Roys, con tappeto dedicato gratuito a Courchevel Village
  • Grizzly e Brown Bear a Courchevel La Tania

Non manca il Family Park, sulla pista Verdons, per famiglie con bambini e amanti del freestyle. Dispone di molte strutture di base, sia per i principianti che per i rider esperti: kicker, rail, big air, box, air bags e percorso boardercross, fruibili anche la sera.

Ancora, i piccoli possono divertirsi al Western Park, vero e proprio “paese del Far West” con indiani e cowboy, e tutti al Wood Park, con percorso per lo slalom, ed Esay, Medium e Pro Line.

Infine, i sciatori esperti che amano l’adrenalina e il brivido, troveranno ad attenderli la Combe Saulire, la zona Chanrossa e la Grand Couloir di Courchevel, la pista nera più ripida d’Europa.
Ma non solo: il Freeride LAB consente di sperimentare i fuoripista più gettonati e il Roche Grise, con una pista nera e una rossa, promette emozioni pure.

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Eigg, l’isola “smeraldo” tutta da scoprire

A circa 24 chilometri dalla terraferma, l’isola di Eigg fa parte di un gruppo di isole delle Ebridi Esterne chiamate “Piccole Isole“: infatti, tutte insieme, Eigg, Canna, Sanday, Rùm e Muck hanno una popolazione di appena 150-200 persone.

Ed è proprio Eigg a essere la più abitata, con una comunità di 110 residenti che ha saputo farsi carico del suo futuro all’insegna della sostenibilità e dell’attenzione all’ambiente: qui, i rifornimenti arrivano via traghetto alcune volte alla settimana, un aspetto che concorre a rendere le persone consapevoli di ciò che stanno utilizzando e azzera gli sprechi.

Il vivace senso di comunità e la vita all’aria aperta di Eigg

Appena si scende dal traghetto, è An Laimhrig, il centro del molo ampliato e ristrutturato di recente, ad accogliere i visitatori, il vero fulcro della vita comunitaria: ospita l’unico negozio di alimentari dell’isola, che funge anche da ufficio postale, il bar, un negozio di artigianato, un noleggio di biciclette, un lavatoio che fornisce servizi igienici e docce per chi soggiorna in camper, e il monumento che ricorda l’acquisizione dell’isola da parte della comunità nel 1997.

Anche se i turisti sbarcano per svariati motivi, la piccola isola è ideale per chi è in cerca di vacanze attive all’aria aperta: i suoi principali punti di interesse sono, infatti, la spiaggia di Singing Sands, a nord, che “scricchiola” a ogni passo sulla sabbia di quarzo, e il gigantesco blocco di roccia nera di An Sgurr a est, una delle colline più spettacolari della Scozia da cui si gode di un panorama eccezionale verso Rùm, Skye e la terraferma, formatosi circa 58 milioni di anni fa a seguito di un’eruzione vulcanica.

Tutt’intorno, il paesaggio è plasmato da aspre pianure, brughiere, boschi, chilometri di costa e spiagge di sabbia bianca dall’atmosfera caraibica, e persino da una piccola porzione di foresta pluviale temperata.

Eigg è rimasta in gran parte incontaminata e al riparo dalle industrie che hanno modificato, invece, le campagne della Gran Bretagna: non esiste agricoltura intensiva né pesca commerciale e la costa, le spiagge e il mare vantano acque limpide e pulite.

Parola d’ordine: sostenibilità

A proposito di sostenibilità ambientale, la comunità dell’isola di Eigg è stata la prima al mondo a lanciare, nel 2008, un sistema elettrico off-grid alimentato da energia eolica, idrica e solare: i tre sistemi si completano a vicenda in modo che quasi tutte le condizioni atmosferiche siano favorevoli alla produzione di elettricità.

Certo, esistono ancora generatori di riserva per garantire l’approvvigionamento ma il 90% dell’energia proviene ormai da fonti rinnovabili e i benefici, per i residenti e per l’ambiente, sono numerosi: dal miglioramento della vita quotidiana senza i “grattacapi logistici” di quando l’isola dipendeva dai generatori diesel fino all’autosufficienza e, con la crisi energetica globale che fa salire i prezzi in tutto il mondo, anche un modo per proteggere Eigg dall’aumento del costo della vita.

Ma l’impegno per l’ambiente non si ferma: l’isola smeraldo è coinvolta in un ulteriore studio di fattibilità per verificare come potrebbe diventare “carbon neutral” ed è in cantiere la prova delle pompe di calore ad aria (che funzionano al di fuori dalla rete elettrica) per verificare quanto sono efficienti.

E, siccome per il riscaldamento la maggior parte degli isolani per ora utilizza la stufa a legna, Eigg sta portando avanti un progetto di silvicoltura sostenibile ripiantando ed espandendo i boschi per favorire la riforestazione.

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Fakarava: un’isola che è un autentico paradiso terrestre

Nell’immaginario comune gli atolli sono delle fette di sabbia, dalla forma più o meno circolare, immersi in un oceano limpido e impreziosito da spiagge bianche in cui rilassarsi a dovere. Ma la verità è che il nostro magnifico mondo non smette mai di sorprendere, tanto che ci ha donato un atollo curiosamente rettangolare e che sembra un vero e proprio paradiso in terra: Fakarava.

Dove si trova Fakarava

Fakarava è proprio tutto ciò che avete sempre sognato: spiagge idilliache di sabbia bianca e rosa e un mare che per le sue tantissime sfumature di blu pare finto. Fa parte del gruppo delle isole Tuamotu, ed è il secondo atollo più esteso della Polinesia Francese.

Situato a 450 km a nord-est di Tahiti, è un posto così bello che si fa fatica a credere che sia vero, anche grazie alla sua laguna dalla forma rettangolare che misura ben 60 chilometri per 21 chilometri.

Ma non solo, perché Fakarava è anche parte di una riserva di biosfera classificata dall’Unesco, e non a caso il suo nome significa “bella”, un aggettivo che gli calza a pennello ma che in realtà descrive solo in parte le sue qualità e caratteristiche.

Fakarava, Polinesia

Fonte: iStock

Una delle magnifiche spiagge di Fakarava

Cosa aspettarsi

Questo angolo di terra meraviglioso riesce a entrare dritto nel cuore dei suoi visitatori per la purezza della sua laguna, l’eleganza della fauna marina, la tranquilla vita nei piccoli villaggi, le luminose chiese di corallo, le tante minute pittoresche abitazioni, panetterie, caffetterie e ristoranti. Per non parlare delle sue acque cristalline che inviterebbero a fare un tuffo anche i più paurosi.

Non ci credete? Allora sappiate che il famoso pittore francese, Henri Matisse, avrebbe detto che i colori di questa terra sono stati creati per rendere libero l’uomo. L’artista, infatti, negli anni ’30 del secolo scorso trascorse tre mesi a Tahiti  e visitò anche l’atollo di Fakarava, dove fu colpito dalle infinite sfumature di blu della laguna.

Un’emozione fortissima la sua, tanto che decise di sperimentare una nuova fase del suo percorso artistico, ovvero quella del “Bleu Matisse”.

Cosa fare

La prima cosa da sapere su Fakarava è che qui sorgono due villaggi principali: Rotoava, il più grande e dove si trova l’aeroporto, e Tetamanu, con qualche bungalow qua e là. Nonostante le sue minute dimensioni, in questo secondo villaggio sorge la prima chiesa cattolica dell’isola, costruita in corallo nel 1874.

Rotoava, invece, è piena di casette particolarmente curate che si affacciano su spiagge in grado di togliere il fiato. Non è infatti un caso che a Fakarava si possano fare le immersioni più belle della Polinesia: ci vuole un attimo ad avvistare centinaia di squali, pesci di barriera, pesci spada, delfini, mante, aquile di mare e persino un giardino di coralli davvero unico nel suo genere.

Le attrazioni da non perdere

Sicuramente Fakarava è una meta da visitare se nel propio piano vacanziero c’è il mare. Ciò non toglie che ci sono anche altre deliziose attrazioni da scoprire che rendono il soggiorno ancor più speciale. Il villaggio di Rotoava, per esempio, è un piacere per gli occhi grazie alle sue case molto curate da conoscere in sella a una bici. Altrettanto carina è la chiesetta del villaggio, così come lo sono le botteghe che vendono frutta fresca e succhi. Non passano inosservati anche i curiosi alberi che si trovano ai lati della strada.

C’è poi la passe Garuae, un tratto in cui le lingue di sabbia scompaiono per lasciare un passaggio diretto tra oceano e laguna. È la più grande di tutta la Polinesia e sembra catapultare in un altra dimensione. Attenzione però: le correnti sono molto forti, e per questo non è assolutamente consigliato fare il bagno.

Poi ancora il vecchio faro di Taputavaka che fa la guardia all’oceano da più di 80 anni. Vanta un forma a piramide ed è il custode di una graziosa spiaggia con una piccola laguna di acqua bassa così trasparente da lasciare senza parole.

Faro di Topaka Fakarava

Fonte: iStock

L’antico faro di Topaka dalla curiosa forma di una piramide

L’intero atollo di Fakavara è famoso per la coltivazione delle perle nere, e per questo un’altra attrazione da non perdere è una visita all fattoria delle perle che si trova a Rotoava. Si tratta di una casetta bassa e rosa con tante boe intorno in cui ammirare la produzione e poter acquistare tanti bellissimi prodotti.

Il mare e la natura

Vi è mai capitato di non riuscire a trovare le parole per descrivere qualcosa? Ecco, questo è quello che succede quando si arriva alla spiaggia del PK9, vale a dire al Point Kilométrique 9 della strada che attraversa Rotoava a Fakarava nord.

Si tratta di una spiaggia che è una vera e propria meraviglia della natura e che, se si è particolarmente fortunati, è anche quasi deserta. Inoltre, nelle giornate di mare calmo permette di avvistare tantissimi e coloratissimi pesci.

Bellissima è anche la Lagon Bleu, raggiungibile tramite un’escursione organizzata, dove poter fare un po’ di snorkeling, per poi andare verso il motu Teahatea dove si sviluppa una laguna interna alla laguna piena di banchi di sabbia bianca e palme da cocco.

Dal villaggio di Tetamanu si può invece arrivare, sempre tramite escursione organizzata, presso la passe Tumakohua che è puntellata di deserti di sabbia rosa con in cima un po’ di verdissima vegetazione: quelle classiche immagini da cartolina che quando le vediamo nelle foto crediamo che siano frutto di qualche modifica di troppo.

Ci sono delle escursioni, infine, che possono condurre fino all’atollo vergine di Toau, a circa 20 km a nord-ovest di Fakarava. Qui prendono vita due passe che sono considerate fra le più belle della Polinesia. In più, da queste parti è possibile avvistare gli squali tigre, martello e persino tantissimi delfini. Durante i mesi che vanno da luglio e settembre, non è da escludere la possibilità di osservare anche delle grandi balene.

Come è possibile intuire, queste sono solo alcune delle spiagge e delle meraviglie naturali di Fakarava, perché questo atollo è probabilmente uno di quei luoghi che più si avvicina alla definizione di paradiso terrestre.

motu Teahatea, Fakarava

Fonte: iStock

Immagine dal drone del motu Teahatea, la laguna nella laguna