Categorie
Alpi Idee di Viaggio montagna Montecarlo Parchi Nazionali vacanza natura Viaggi

Bad Gastein, la Montecarlo delle Alpi

Nel cuore del Parco Nazionale degli Alti Tauri, eden del Salisburghese, si cela una delle mete sciistiche più rappresentative dell’Austria, un’amena località in stile Belle Epoque che ha accolto illustri personaggi a partire dal Settecento (Freud, la Principessa Sissi, Beethoven, Schopenhauer, solo per citarne alcuni): ecco Bad Gastein, meraviglia termale, perfetta per vivere la magia dell’inverno ma anche piacevoli escursioni in estate, nonché relax e riposo.

Qui gli amanti della natura, di paesaggi da favola, dello sci e del benessere troveranno davvero la loro “valle incantata”.

Cosa vedere a Bad Gastein, paradiso di montagna

È un’atmosfera internazionale e d’altri tempi quella che si respira a Bad Gastein, splendida cittadina imperiale conosciuta come la “Montecarlo delle Alpi”, immersa in un ambiente di rara bellezza tra vette innevate e distese di verdi prati.

Passeggiare lungo il suo centro signorile è un’esperienza ammaliante, tra il suono della fragorosa cascata che suddivide in due il paese, suggestivi balconi fioriti in primavera, hotel alla moda e l’armonia tra natura e storia: tra i punti d’interesse da non perdere spiccano, ad esempio, la quattrocentesca Chiesa di San Nicola dai pregevoli affreschi e la Chiesa Parrocchiale di Nostra Signora di Bad Gastein, della fine del XV secolo, con un notevole altare barocco.

Oppure il Museo minerario e il Museo di Gastein con pinacoteca, incentrato sulla storia dei bagni termali: non va dimenticato, infatti, che uno dei fiori all’occhiello di Bad Gastein sono proprio le rinomate terme, le Felsentherme, le cui proprietà benefiche e curative sono ormai note in tutto il mondo. L’acqua, che sgorga in pieno centro ai piedi del Graukogel, è ricca di minerali preziosi e di radon così da favorire la circolazione sanguigna, trattare con efficacia le malattie croniche, sciogliere le tensioni muscolari e donare una sferzata di vitalità ed energia.

A vegliare su tutto, etereo sulla cima della collina, il tardogotico Castello di Weitmoser, risalente al 1554.

Una vacanza a Bad Gastein: opportunità per tutti i gusti e tutte le stagioni

Nella cornice mozzafiato delle Alpi Austriache, dove la Valle del Gastein si estende a perdita d’occhio, Bad Gastein offre, in una sola vacanza, innumerevoli possibilità per chi desidera dimenticare almeno per un po’ la frenesia e i rumori della città e ritrovare pace, serenità, equilibrio e benessere in ogni stagione.

Con le vette che superano i 3000 metri e si impongono al di sopra dei ghiacciai degli Alti Tauri, la “Montecarlo delle Alpi” si trasforma, sia durante l’inverno che in estate, nella scelta ottimale per gli appassionati di sport, della mountain bike e delle vacanze attive all’aria aperta: si tratta, infatti, dell’area sciistica più alta del Salisburghese e vanta una fitta rete di sentieri escursionistici dove praticare trekking e fare rigeneranti passeggiate nel silenzio dei boschi e dei pascoli alpini.

Ma non è tutto.

Ogni estate, oltre all’aria fresca, a Bad Gastein si respira anche il fascino dell’arte contemporanea con il “Festival delle Arti“, un entusiasmante programma cui prendono parte artisti di prim’ordine, giovani ed emergenti: la storica centrale elettrica nei pressi della cascata diventa una vera e propria galleria d’arte aperta al pubblico mentre, grazie al Sentiero dell’Arte, gli appassionati possono partire alla scoperta delle varie opere inserite nell’idilliaco paesaggio di montagna.

Categorie
Albania Europa Idee di Viaggio Viaggi

La prima città a essere stata nominata per il Premio Nobel

Quella di oggi è una destinazione affascinante che si è guadagnata un posto speciale nelle mappe degli amanti dei viaggi, diventando una delle mete predilette per le vacanze degli ultimi anni. Immersa nel cuore dell’Albania nordorientale, al confine con il Kosovo, sorge Kukës, una città che ha conquistato il cuore dei viaggiatori italiani e internazionali.

Ma non è solo una città di straordinaria bellezza paesaggistica, è un luogo che racchiude in sé una storia potente e commovente. Infatti, nel 2000, ha dimostrato al mondo intero cosa significhi avere un cuore grande, accogliendo centinaia di migliaia di rifugiati durante la guerra del Kosovo. Un gesto di solidarietà così profondo che l’ha resa l’unica città al mondo a essere stata nominata per il Premio Nobel per la pace.

Visitare Kukës significa entrare in contatto con una comunità di persone che hanno messo l’amore per il prossimo al di sopra di tutto. È un’esperienza che lascia un’impronta profonda, un viaggio che tocca l’anima e offre una prospettiva su ciò che significa veramente essere umani.

Alla scoperta di Kukës: la città dell’accoglienza

Lago Komani

Fonte: iStock

Lago Komani, Albania

Immersa nel cuore delle Alpi Albanesi, Kukës è un tesoro nascosto che merita di essere visitato almeno una volta nella vita. Situata a soli 60 km a ovest di Tirana, questa affascinante città si trova sulla riva del fiume Drin, offrendo una vista mozzafiato e un’atmosfera serena.

La sua posizione strategica la rende un centro vitale per il commercio locale e regionale. Tuttavia, non è solo la sua importanza economica a definirla, ma è anche la sua ricca storia, risalente al XVI secolo, che le conferisce un fascino particolare. Documenti storici e monumenti antichi testimoniano il passato glorioso della città, facendo di Kukës un luogo di grande interesse culturale.

Giungendo in città, sarai accolto dal minareto svettante della moschea, simbolo di spiritualità e devozione, un omaggio alla maestria artigianale albanese, un’esperienza visiva che tocca l’anima. Poco distante, si trova un piccolo museo, custode di racconti e memorie di tempi passati. Ogni oggetto esposto, ogni artefatto racconta una storia unica che compone l’identità di questa destinzione.

Imperidibili le strade del pittoresco mercato locale, con i suoi colori vivaci, i profumi invitanti delle spezie e l’accoglienza delle persone creano un’atmosfera vibrante, un’esperienza sensoriale che stimola e risveglia i sensi.

Ma l’anima di questa splendida città risiede anche nelle sue suggestive stradine laterali, dove affascinanti edifici dal sapore un po’ retrò svelano frammenti di vita quotidiana. Qui, accoglienti caffè e una vasta selezione di ristoranti offrono deliziosi piatti della cucina tradizionale albanese. Prenditi un momento e delizia il tuo palato con una prelibatezza locale: è in questi istanti che si respira l’essenza più autentica della città.

Le imperdibili attrazioni da visitare a Kukës

Tra le attrazioni da non perdere, spiccano i Monti della Valbona, giganti maestosi che si innalzano oltre i 2000 metri, dominando lo skyline di Kukës. Queste montagne, con il loro splendore selvaggio e incontaminato, offrono infinite opportunità per attività all’aperto come trekking, arrampicata e kayak, rendendo ogni momento un’avventura indimenticabile.

Nel cuore di questi monti, le Grotte di Gjelaj si nascondono come gemme preziose. Abitate da persone che hanno scelto la vita semplice e austera della montagna, offrono uno spaccato affascinante di una realtà rurale lontana dal trambusto della vita moderna. Sono luoghi di scoperta e avventura, dove ogni esplorazione offre l’opportunità di immergersi in un mondo sotterraneo di meraviglie naturali.

Ti suggeriamo, inoltre, di visitare il Lago di Kukës, un idillio acquatico ai piedi del Monte Valbona. Questo specchio d’acqua artificiale offre un’ampia varietà di attività all’aperto come la pesca e il canottaggio, permettendo ai visitatori di connettersi con la natura in modo divertente e rilassante.

In città, invece, il Monumento Nazionale ai Caduti si erge come un potente simbolo del sacrificio e del coraggio. Questo memoriale, dedicato ai soldati della Seconda Guerra Mondiale, è un luogo di riflessione e rispetto, che ricorda a tutti la preziosa libertà per cui questi eroi hanno combattuto.

E infine, la Chiesa di San Giorgio, risalente al XVIII secolo, è un omaggio all’architettura e all’arte. Questo edificio ortodosso, uno dei più antichi della regione, affascina con la sua bellezza austera e la sua atmosfera spirituale. Kukës è un luogo incantevole, dove ogni passo ti avvicina alla scoperta di qualcosa di bello, emozionante e unico.

Kukës
Kukës, Albania
Categorie
Africa Egitto Idee di Viaggio Il Cairo mete storiche piramidi Viaggi

Non solo piramidi: cosa vedere nella Capitale d’Egitto, Il Cairo

Tutti conoscono Il Cairo, la grande Capitale d’Egitto, per le sue immense e misteriose Piramidi governate da una sinuosa Sfinge. Ma la verità è che in città ci sono molte altre cose da vedere. In questo articolo ve le racconteremo tutte.

Il Cairo, informazioni utili

Al Cairo si viene accolti dai clacson, dal rumore assordante delle milioni di persone che la abitano e dal caos, quello vero, quasi insopportabile. Ci si arriva soprattutto per andare a vedere le Piramidi di Giza, ma in realtà questa megalopoli è anche un enorme concentrato di storia e cultura.

Suddivisa in parte Orientale, quella antica, e zona Occidentale con strutture moderne, a Ovest ospita il deserto e la famosissima Necropoli di Giza, unica Meraviglia del mondo Antico ancora in piedi tanto da essere stata dichiara Patrimonio Unesco nel 1979. Ma cosa c’è da visitare oltre a quanto appena detto?

Cosa vedere presso Il Cairo città

Il Cairo è una città che permette di immergersi completamente nella storia dell’Egitto. Uno dei luoghi in cui si può comprendere a fondo le sue origini è la Cittadella di Saladino, antica residenza dei Governatori. Si tratta di una vera e propria fortificazione eretta intorno al 1176-1183 e sede del potere per 700 anni.

È stata costruita sulla cima di una collina che si trasforma anche in una sorta di terrazza panoramica su tutta la città. Parliamo perciò di una spettacolare costruzione militare impreziosita da grandi mura e torri difensive, una sorta di città nella città che, in tempi molto lontani, era abitata da diecimila persone. Al suo interno, inoltre, si possono ammirare alcuni siti interessanti come il Palazzo Gawhara, il museo militare e il museo delle carrozze, oltre a diverse (e bellissime) moschee come la Moschea del Sultano Hassan, la Moschea di Al Rifa’i e la Moschea di Ibn Tulun.

Cittadella di Saladino, Il Cairo

Fonte: iStock

Veduta della Cittadella di Saladino

La più incredibile, però, è la Moschea di Muhammad Ali, conosciuta anche con il nome di moschea di Alabastro perché i suoi interni ed esterni sono ricoperti di questo materiale. Entrarvi vuol dire ritrovarsi al cospetto di stupendi mosaici e tappeti splendidamente decorati. Affascinante è anche il suo cortile in cui osservare un orologio che Luigi Filippo I donò all’Egitto, in cambio dell’obelisco che oggi svetta fiero nei cieli di Parigi.

Passeggiando per la città è pressoché impossibile non notare la Torre del Cairo, costruita fra il 1961 e il 1965. Sorge sull’isola di Gezira che galleggia nel bel mezzo del fiume Nilo. Un angolo della Capitale da non sottovalutare perché questa imponente costruzione è ritenuta il secondo monumento più importante d’Egitto, dopo le Piramidi di Giza.

I visitatori possono salirla tutta grazie all’uso di un ascensore che conduce in un ristorante che, a sua volta, si affaccia su una terrazza rotante che regala il migliore panorama della città.

C’è poi la Moschea di Al-Azhar che è una delle più antiche e prestigiose istituzioni educative islamiche del mondo. Uno straordinario esempio di architettura islamica e che dopo il tramonto, per via dell’ausilio della luce artificiale, si rivela una delle migliori attività notturne di tutta la città.

Molto bella (e imponente) è anche la Moschea del Sultano Hassan che è la più grande dell’Islam. Possiede un cortile pavimentato interamente da mosaici e presenta degli interni molto sfarzosi.

Nel quartiere di Maadi, a sud del Cairo, vale la pena fare un salto presso la Chiesa di Hanging o della Santa Maria Vergine del Cairo. La sua particolarità è che sorge sulla cima della Fortezza romana di Babilonia, e per questo viene anche chiamata la “chiesa sospesa”.

Piazza Tahrir è invece la più importante della Capitale e oggi regala uno degli scorci più belli della città. Molto interessante è anche il Palazzo Abdeen, l’ufficio principale del Presidente d’Egitto. Costruito in stile neoclassico, ospita il Museo d’Argento, delle Armi, dei Regali Presidenziali, dei Documenti storici.

Poi ancora la Sinagoga Ben Ezra dove furono rinvenuti tantissimi manoscritti ebraici risalenti all’XI e al XII secolo, che rappresentano il più importante archivio storico riguardante le transazioni della comunità ebraica. Oggi non è più un luogo di culto, ma ciò non toglie che sia una delle più importanti testimonianze della storia degli ebrei in Egitto.

Da non perdere è una passeggiata nel quartiere di Zamalek, sull’Isola del Nilo. Qui sembrerà di essere in un’altro posto perché il caos cittadino sarà solo un brutto ricordo. Ampi viali, parchi lussureggianti, edifici eleganti e ambasciate, fanno spazio a gallerie d’arte, caffè chic e ristoranti alla moda.

Chi vuole fare shopping, invece, deve dirigersi presso il bazar di Khan El Khalili, il più popolare del Paese. Da queste parti ci sono più di 900 bancarelle che vendono di tutto. Per ultimo, ma non per importanza, la Porta di Bab Zuwayla che è un capolavoro dell’architettura mamelucca.

Moschea del Sultano Hassan, Il Cairo

Fonte: iStock

La bellissima Moschea del Sultano Hassan

I musei cittadini

Un’altra cosa da non perdere al Cairo sono i suoi musei cittadini. Primo tra tutti il famosissimo Museo Egizio che è in assoluto il più completo di tutto il Paese: ci sono tantissimi reperti storici dell’antica civiltà, oltre 150.000 oggetti tra tavolette con incisioni, statuette, maschere, bassorilievi, suppellettili e molto altro ancora.

Ma l’attrazione più importante è senza ombra di dubbio la sala di Tutankhamon in cui ammirare il tesoro ritrovato all’interno della sua tomba.

Assai interessante è anche il Museo nazionale della Civiltà egiziana che mostra una collezione di 50.000 manufatti che raccontano le varie fasi dello sviluppo della civiltà egizia. In più, è qui che prende vita la Sala delle Mummie che contiene ben 22 mummie di 18 faraoni e quattro regine (dalla diciassettesima alla ventesima dinastia). Le più importanti sono la mummia del re Seqnen Ra, del re Tuthmosis III, della regina Hatshepsut, del re Ramses II e del re Ramses III.

Poi ancora il Museo del Sultano Qalawun Sultan che è stato istituito all’interno di una struttura che da sola vale il viaggio. Qui si può ammirare una grande varietà di manufatti che vanno dalla prima epoca islamica al periodo mamelucco, insieme alla moschea e il mausoleo del sultano.

Oltre alle Piramidi e alla Sfinge, la città del Cairo ha davvero molto da offrire ai suoi visitatori.

Categorie
Idee di Viaggio itinerari pellegrinaggi turismo religioso Viaggi viaggiare

Sulle orme dei Re Magi: le tappe del loro viaggio biblico

Da oltre duemila anni, i Re Magi giungono alla grotta di Betlemme, in Palestina, dove è nato Gesù per depositare oro, argento e mirra davanti alla mangiatoia. Puntualmente, ogni anno, il 6 gennaio si celebra l’Epifania, la festa che commemora la visita dei tre Magi, Gaspare, Baldassarre e Melchiorre, al bambino nella culla.

Tuttavia, dei Re Magi poco si sa: chi erano, da dove venivano e il viaggio che hanno fatto per giungere da chissà dove fino a qui. Alcuni studiosi sono risaliti alla loro storia e ne hanno ricostruito il percorso, un itinerario che è possibile ripercorrere anche ai giorni nostri.

Secondo la tradizione, alcuni (tre ma anche 12, le ipotesi sono tante) nobili uomini provenienti da lontano giunsero nella Giudea ebraica dominata dai Romani, per rendere omaggio al “figlio della luce”, guidati da una stella rivelatrice.

deserto-giudea

Fonte: @prof. Marcello Fidanzio, Facoltà Teologica di Lugano, Università della Svizzera Italiana

Cielo stellato nel deserto della Giudea, vicino a Qumran

Lo studioso della Bibbia, Brent Landau, ritiene di aver trovato almeno una risposta a queste antiche domande. Uno dei testi da lui tradotti è la cosiddetta “Rivelazione dei Magi”, un racconto apocrifo della tradizionale storia di Natale che si presume sia stata scritta dagli stessi Magi.

La storia dei Magi appare solo una volta, nel Vangelo di Matteo (2,1-12), dove sono descritti come misteriosi visitatori che giungono a Gerusalemme in cerca del bambino di cui hanno osservato la stella “al suo sorgere”. Non si dice, invece, che i Magi erano tre né che erano Re (forse erano degli astronomi) né tanto meno si fanno i loro nomi.

Il viaggio dei Re Magi: l’itinerario

Pellegrini per eccellenza, simbolo dell’incontro tra Oriente ed Occidente, i Re Magi sono stati tra i primi a percorrere una via di pellegrinaggio, religioso ma anche semplicemente turistico.

betlemme-.chiesa-nativita

Fonte: 123rf

La Chiesa della Natività a Betlemme

I Re Magi arrivavano molto probabilmente da una località non ben definita della Persia, oggi Iran, e, secondo alcuni studiosi, per giungere fino a Gerusalemme a dorso di dromedario, il viaggio sarebbe durato 13 giorni (c’è chi parla anche di nove mesi), motivo per cui si sente spesso dire che arrivavano dal “lontano Oriente”.

Oggi, in linea retta, Google Maps ci dice che ci vogliono tre settimane a piedi, mentre in auto poco più di un giorno, ma ai tempi dei Magi non c’erano strade asfaltate né gallerie che attraversavano montagne né ponti sui fiumi.

Pasargade-unesco

Fonte: 123rf

Il sito archeologico di Pasargade, Patrimonio Unesco dell’Iran

L’itinerario verso Occidente parte quindi dall’Iran, presumibilmente dalla Capitale Teheran, e attraversa l’Iraq, la Siria e la Giordania per concludersi in Israele. Circa 2.000 chilometri attraverso catene montuose, deserti, città e diversi interessantissimi siti archeologici.

Le tappe più significative sono: l’antica città persiana di Pasargade, la città di Ciro il Grande, Patrimonio Unesco; Bagdad, culla della civiltà, immortalata per il suo fascino e splendore nei racconti di “Le Mille e una Notte”; Persepoli, in Iran, le cui rovine sono oggi uno dei siti archeologici più importanti del Paese, e il vicino sito di Naksh’e Rostam dove, su una parete rocciosa, sono state scavate le tombe dei Re Dario I, Serse I, Artaserse I, Dario II e dario III, sconfitto da Alessandro Magno nella celebre battaglia avvenuta tra 40.000 fanti macedoni e 400.000 persiani tra il fiume Tigri e i monti Zagros, nell’Iraq Nord-orientale; Damasco, una delle più antiche città del mondo, fondata, secondo gli storici, nel terzo millennio prima della nascita di Cristo e il cui centro storico è Patrimonio dell’Umanità, e, infine, prima di arrivare a Gerusalemme, Amman, la Capitale giordana sorta su sette colli come Roma, una città che conta ben 5.000 anni di storia.

Naksh’e-Rostam-tombe-re-persiani

Fonte: 123rf

Le tombe dei Re persiani nel sito archeologico di Naksh’e Rostam in Iran

Arrivati a Gerusalemme, i Re Magi chiesero ai Giudei il luogo della nascita di Gesù poiché, secondo la profezia, “essi conoscevano il tempo ma non il luogo”. Dopo l’incontro con Re Erode il Grande, che finse di voler adorare il bambino appena nato, ma che, in realtà, progettava di eliminarlo, i tre seguirono ancora la stella che li condusse alla grotta di Betlemme, circa due ore a piedi da Gerusalemme, dove trovarono Gesù insieme a Giuseppe e Maria.

Lì, si inginocchiarono e lo adorarono, presentandogli i loro doni. Poi, senza fare rapporto a Erode il Grande, chiuso nel Palazzo d’inverno, in Giudea, ripartirono verso casa, prendendo, però, una strada diversa.

Israel-Musuem-Modello-II-Tempio

Fonte: @Noam Chen – IMOT

Modello della Gerusalemme erodiana conservato nel Museo d’Israele di Gerusalemme

I Magi, da Gerusalemme a Milano e Colonia

Il viaggio dei tre Re Magi non si sarebbe interrotto con il ritorno al loro Paese d’origine “per un’altra strada”, come scrive Matteo. Sarebbe, invece, proseguito anche dopo la loro morte, avvenuta, secondo una leggenda, a Gerusalemme, dove sarebbero tornati per testimoniare la fede.

Le loro spoglie sarebbero poi state ritrovate da Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, trasportate a Costantinopoli, l’attuale Istanbul, nella chiesa di S. Sofia e, in seguito, donate a Eustorgio, vescovo di Milano dal 343 al 355 circa, che le fece traslare nella sua città. In loro onore, il vescovo fece erigere una basilica (Sant’Eustorgio, appunto) dove fece deporre le loro reliquie nella Cappella dei Magi nella Basilica milanese di Sant’Eustorgio, aperta tutto l’anno, ma particolarmente significativo è visitarla il giorno dell’Epifania.

basilica-sant-eustorgio-milano

Fonte: 123rf

La Basilica di Sant’Eustorgio a Milano

Vi rimasero fino al 1164, quando Federico Barbarossa, dopo aver sconfitto i milanesi, se le portò a Colonia, in Germania, nella cui cattedrale, dietro l’altare maggiore, sono tuttora custodite, lasciando a Sant’Eustorgio solo il sarcofago con cui le spoglie dei Magi sarebbero state traslate.

Durante la Seconda guerra mondiale, però, il reliquiario fu danneggiato e venne restaurato nel 1973. Fu proprio in quell’anno che l’arcivescovo di Colonia restituì un frammento dei Magi alla chiesa di Sant’Eustorgio di Milano.

colonia-cattedrale

Fonte: 123rf

Colonia e la sua Cattedrale dove sono custodite le reliquie dei Re Magi
Categorie
Borghi Idee di Viaggio lago litorali mare Viaggi

Puoi nuotare nel lago che ha rubato i colori al mare

A guardarlo potrebbe sembrare uno specchio marino, ma la verità è che non lo è: si tratta di un lago artificiale immerso in un luogo dal grande fascino.

Un posto favoloso, in cui è possibile nuotare e immergersi nelle sue acque che sembrano aver rubato i colori al mare: vi sono piccole spiagge in cui sostare e godersi momenti di relax oltre alla bellezza del paesaggio circostante, ma vi è anche la possibilità di esplorare il territorio con giri in barca, oppure lasciandosi affascinare dai borghi e dalla natura circostante.

Siamo al Lago del Turano, un bacino che si trova in provincia di Rieti, meta perfetta per scoprire il Lazio e alcune delle sue bellezze più suggestive.

Questo lago ha rubato i colori del mare: si trova in Italia ed è balneabile

A osservare le sue acque sembra davvero che abbiano sottratto i colori del mare, con le sue tante sfumature di azzurro e di blu, e che le abbiano riprodotte qui, per creare una location che lascia senza fiato. Il posto da favola è il Lago del Turano che si trova nel Lazio, in provincia di Rieti.

Il luogo ideale da raggiungere per scoprire il territorio, per lasciarsi affascinare dalla bellezza della natura e per gustare una gastronomia di altissima qualità.

Le sponde del lago sono punteggiate di spiagge: vi sono sia quelle libere, sia quelle attrezzate con lettini e sdraio, inoltre vi è la possibilità di affittare pedalò e canoe per un’esplorazione delle sue acque molto più divertente e attiva. Ma si può anche semplicemente ammirare la bellezza del paesaggio e rilassarsi tra un bagno e l’altro.

La natura circostante e i borghi sono davvero spettacolari: osservarli con calma e senza fretta anche dalle spiagge può essere un’esperienza indimenticabile; infatti, questa location regala scorci che levano il fiato per la loro bellezza.

Il lago è di origine artificiale e dista circa un’ora e mezza di viaggio da Roma. Oltre alle spiagge, che si possono visitare in ogni periodo dell’anno, e ai tanti servizi offerti, vi sono anche borghi e natura che rendono quest’area una zona imperdibile.

Lago del Turano: i borghi e la natura tolgono il fiato

Oltre al relax ci si può dedicare a passeggiate ed escursioni alla scoperta dei tanti luoghi che impreziosiscono questa zona del Lazio. Vale la pena visitare Castel di Tora, che fa parte della Riserva Naturale Monte Navegna e Monte Cervia e dei Borghi più belli d’Italia. Da lì partono le escursioni per raggiungere e scoprire il borgo fantasma di Antuni grazie ad apposite visite guidate e all’Eremo di San Salvatore, un luogo di riflessione e preghiera, con affreschi e una vista impareggiabile. È un posto in cui si respira la storia e la si può vedere con i propri occhi.

E, poi, Colle di Tora che si allunga sulle acque del lago e con le sue caratteristiche case di colore bianco.

Vale la pena visitare la Cascata delle Vallocchie, che si trova all’interno della Riserva Naturale Monte Navegna e Monte Cervia: per ammirarla in tutta la sua bellezza si deve camminare per circa mezz’ora, con partenza da Castel di Tora. Il percorso è immerso nella natura e permette di godere del fascino di questi luoghi, fino a raggiungere la cascata le cui acque compiono un salto di circa 30 metri.

Categorie
Fiume Idee di Viaggio itinerari culturali parchi naturali Parchi Nazionali vacanza natura Viaggi

Rafting nel fiume dalle acque caraibiche: l’esperienza da sogno

La bellezza della natura, i colori che regalano un’esperienza visiva indimenticabile, la storia che si respira e si osserva tutta intorno a sé. C’è un luogo in Turchia in cui è possibile fare rafting (ma non solo) in un fiume che ricorda i colori delle acque caraibiche, mentre si è immersi in uno scenario indimenticabile.

L’esperienza da sogno si può vivere nel Parco Nazionale del Canyon di Köprülü che si trova a circa 85 chilometri da Adalia (in turco Antalya) una grandissima città della Turchia che si affaccia sull’omonimo golfo sul mare.

Ed è una destinazione imperdibile, per assaporare non solo il fascino della natura che qui regala una scenografia di impareggiabile bellezza, ma anche di scoprire la storia di questi luoghi e la loro cultura. Inoltre, l’acqua regala colori e sfumature che sembrano essere state rubate ai Caraibi, attenzione però perché la temperatura è bassa.

Il posto ideale per una gita avventurosa, ma anche ricca di scoperte e di immagini da scolpire nel cuore e, perché no, anche su pellicola.

Parco Nazionale del Canyon di Köprülü, qui si può fare rafting nel fiume

Rafting, passeggiate, escursioni, ma anche nuoto: sono solo alcune delle tante attività che si possono provare quando si visita il Parco Nazionale del Canyon di Köprülü in Turchia, un luogo da sogno in cui i contrasti di colori restituiscono allo sguardo una magia che solo la natura sa creare.  Ci sono le rocce, il verde delle piante e poi il turchese dell’acqua del fiume, che brilla di tante sfumature diverse e sembra essere stato rubato direttamente dal mare dei Caraibi.

Il canyon si estende per diversi chilometri e la scenografia che regala è pazzesca: composta da rocce che cadono a picco e che in alcuni punti sono davvero alte. Lì scorre il fiume, con le sue acque fredde e dai colori stupefacenti. E si tratta del luogo ideale per tutti coloro che amano scoprire i posti, conoscerli e vederli da un altro punto di vista, grazie alle possibilità di praticare attività sportiva mentre lo sguardo raccoglie i tanti dettagli intorno a sé. Dalle piante, alla fauna, senza dimenticare le rocce e la struttura dell’area che è molto interessante e suggestiva, sono tante le cose da vedere. Vi sono boschi di cipressi, pini e cedri ed è davvero un luogo indimenticabile per chi lo visita.

E poi la ricchezza storica e culturale della zona, qui infatti si possono trovare alcuni posti che vale la pena visitare.

Storia e cultura nel Parco Nazionale del Canyon di Köprülü

Il Canyon di Köprülü in Turchia è stato dichiarato Parco Nazionale nel 1973 e, oltre alla sua suggestiva bellezza, è anche un luogo ricco dal punto di vista storico. Come il ponte Oluk, che ha circa 2mila anni ed è stato realizzato dai romani. Nella stessa area si trovano i resti dell’antica città di Selge, che si trova a circa una decina di chilometri dal Canyon e i suoi resti sono davvero una tappa interessante per scoprire di più sulla storia antica di questi luoghi. Così come non si possono perdere le rocce di Adam, dalle forme davvero particolari

Queste sono solo alcune delle tante bellezze che caratterizzano il Parco Nazionale e le zone limitrofe, per immergersi nella storia della Turchia, ma non solo, e conoscere di più della sua natura, dei suoi contrasti di colori e della sua cultura.

Categorie
escursioni Idee di Viaggio vacanze avventura Viaggi

Lago Albano, per una perfetta gita fuori porta

C’è sempre tempo per fare una gita fuori porta, ma spesso non si sa quale direzione prendere. Noi di SiViaggia abbiamo scelto di consigliare un posto ideale a chi si trova nel Lazio, un bacino d’acqua spettacolare e anche ricco di interessanti testimonianze storiche: il Lago Albano.

Lago Albano, info utili

Il bellissimo Lago Albano è di origine vulcanica e sorge in provincia di Roma nell’area dei Castelli Romani, sui Colli Albani. Dalla curiosa forma di un ovale allungato, viene spesso erroneamente chiamato Lago di Castel Gandolfo e colpisce per le sue acque all’apparenza scure e tetre, date anche della sua impressionante profondità massima di ben 168 metri.

Originatosi dall’unione di due crateri, è alimentato esclusivamente da piogge, falde acquifere e sorgenti sotterranee e caratterizzato da ripide coste in cui soggiornano diversi uccelli acquatici e fauna ittica. Anzi, sui suoi costoni rocciosi nidifica uno dei predatori alati più spettacolari che ci siano: il Falco Pellegrino.

Le sue affascinanti coste, tra le altre cose, sono popolate sin dall’età del bronzo, e per questo sono ricche di interessanti resti archeologici, sia preistorici che romani. Ne sono un esempio il Villaggio delle Macine, l’antico emissario artificiale del lago considerato, finora, il più grande sito archeologico palafitticolo d’Italia, e il ninfeo detto del Bergantino, che sorge nel più ampio complesso della Villa di Domiziano.

Lago Albano, provincia di Roma

Fonte: iStock

Una bellissima veduta del Lago Albano

Cosa fare

Al Lago Albano non ci si annoia mai, perché qui le cose da fare sono davvero tantissime. Innanzitutto, è una delle mete preferite dei pescatori locali (e non solo) perché le sue acque sono popolate da una variegata fauna ittica. Allo stesso tempo, è il luogo perfetto per passare qualche ora in pace e relax, mentre si è circondati da una natura raggiante e dall’allegria contagiosa di chi vive in zona.

Soddisfazioni le possono ottenere anche coloro che vogliono dedicarsi a una camminata dolce, perché il lago è impreziosito da una sorta di “passeggiata” che conduce a scoprire scorci pittoreschi che entrano dritti nel cuore.

Non mancano i ristoranti con vista per gustare la tipica (e buonissima) cucina romana, come anche un piccolo e grazioso porticciolo da cui ammirare tutta la bellezza circostante e scattare qualche bella foto ricordo.

Il Lago Albano è anche perfetto per fare sport: vi si può praticare la vela, grazie anche alla presenza di circoli velici sul lungolago, e la canoa. In più, è qui che sorge il circolo federale della FICK (Federazione Italiana Canoa e Kayak), dove si allena la nazionale italiana. Ma del resto presso questo lago si tennero le gare di canottaggio delle Olimpiadi di Roma del 1960.

Sul lungolago di Castel Gandolfo e la strada sterrata con cui esso prosegue poco dopo l’emissario romano, capita molto spesso di incontrare gruppi di podisti e ciclisti. Inoltre, c’è anche la possibilità di praticare mountain bike, grazie alla presenza di sentieri e strade sterrate che portano dinnanzi a spettacoli naturali e storici.

I borghi che si affacciano sul lago

Se si decide di fare una gita fuori porta verso il Lago Albano, il consiglio è anche quello di visitare gli antichi borghi che si affacciano sulle sue placide sponde. Uno di questi è Albano Laziale, dal quale il lago prende il nome, mentre l’altro è Castel Gandolfo, che regala un panorama su questo bacino davvero unico nel suo genere.

Albano Laziale, cosa vedere

Fonte: iStock – Ph: Manuela Finetti

Un angolo di Albano Laziale

Albano Laziale possiede origini antichissime: si pensa che il suo nome derivi da Albalonga, la mitica città fondata da Ascanio, figlio di Enea, e narrata nell’Eneide di Virgilio. È un borgo sempre animato anche grazie alle tante manifestazioni di interesse turistico, legate soprattutto alla tradizione del territorio, che si svolgono durante tutto l’anno.

Con una piacevole passeggiata è possibile scoprire il suo grazioso centro storico, pregno di monumenti dai diversi stili, come quello medievale, barocco e fino ad arrivare ai resti e alle rovine antiche.

Tra i punti di interesse da non perdere, vale senza ombra di dubbio dedicare il proprio tempo alla chiesa seicentesca di Santa Maria della Stella e ella celebre Tomba degli Orazi e Curiazi, situate l’una di fronte all’altra sotto alla trafficata Via Appia Nuova.

Immerso nel verde, offre anche tanti buonissimi prodotti tipici come il broccolo capoccione, una varietà di broccolo che presenta un’infiorescenza molto grande e che è l’ingrediente dei broccoli attufati, uno dei piatti più rinomati della tradizione gastronomica locale.

Castel Gandolfo è forse il borgo più famoso tra i due, anche perché qui è presente la residenza estiva dei Pontefici, ma la verità è che è pieno di ville e altre residenze d’epoca che lasciano senza fiato. Tra queste vanno necessariamente citate la Villa di Domiziano e la Fattoria Vaticana.

Degni di nota sono anche il Palazzo Papale, la splendida chiesa di San Tommaso di Villanova e la fontana, entrambe progettate dal Bernini, e la più antica buca della posta d’Italia. Non mancano di certo gli emozionati punti panoramici per ammirare il Lago Albano e i boschi da cui è incorniciato.

Le leggende del lago

I laghi, specialmente quelli vulcanici, sono sempre avvolti da un particolare alone di mistero. Anche il Lago Albano lo è, tanto che sulla sua nascita ed evoluzione aleggiano ben due leggende diverse. La prima narra che nel lontanissimo 396 a.C., prima della caduta di Veio, gli indovini pronosticarono che nel momento in cui l’acqua del Lago Albano avesse seguito un percorso insolito, i romani sarebbero riusciti a conquistare Veio.

Si dice che fu proprio per questo motivo che gli antichi romani iniziarono lo scavo dell‘Emissario del Lago Albano, un cunicolo lungo 1800 metri che faceva seguire alle acque di questo bacino un percorso diverso dal normale. In seguito, Marco Furio Camillo riuscì ad espugnare Veio.

Un’altra leggenda narra invece che un’anziana signora, accusata di stregoneria, si sia suicidata gettandosi da un precipizio che si affaccia ancora oggi sul Lago Albano. Secondo molte persone, anche adesso si riesce ad udire la sua voce chiamare dal basso, intenta ad invitare i visitatori a buttarsi a loro volta, ma la verità è che è solo un luogo che pare incantato e dai profili misteriosi.

Insomma, il Lago Albano è pregno di meraviglie da visitare, ma anche di quel pizzico di mistero che gli dona un fascino unico nel suo genere.

Castel Gandolfo, cosa vedere

Fonte: Getty Images – Ph: DEA / U. COLNAGO

Una magica veduta di Castel Gandolfo
Categorie
Idee di Viaggio Viaggi

La bellissima città a forma di labirinto che scacciava i pirati

Il mondo è pieno di città particolari, dalla storia assai curiosa e che si può toccare con mano anche oggi. È il caso di una località che sorge su una spettacolare isola e che è stata costruita a forma di labirinto. Per quale motivo? Per disorientare i pirati, e quindi per difendere gli abitanti dagli invasori. Strade strette e tortuose ma sulle quali si affacciano edifici di eleganza e prestigio, che a loro volta si aprono su angoli di inaspettata e pura bellezza.

Camagüey, una città capolavoro

Ci troviamo a Cuba, e più precisamente nella sua provincia più orientale, più estesa e più pianeggiante della zona centrale. Proprio qui sorge la magnifica città di Camagüey, una località che vanta una pianta urbana davvero irregolare e che è il risultato di due secoli trascorsi a combattere contro i pirati.

Un vero e proprio dedalo di vicoli che, secondo la leggenda, sono nati con l’obiettivo di disorientare i malintenzionati e proteggersi dagli attacchi. Strade strette e tortuose che ricordano una medina marocchina e che prendono vita in una città che è anche nota tra i cubani come la località dei tinajones, per la gran quantità di vasi di creta dalle dimensioni enormi che vi si possono ammirare.

Allo stesso tempo, è anche la città con il più grande centro storico della nazione, che in parte è stato dichiarato persino Patrimonio Culturale dell’Umanità per la varietà di stili architettonici che si possono ammirare.

Un vero capolavoro cubano, quindi, e che offre anche una natura che lascia senza fiato e alla quale non si può proprio resistere se si decide di visitarlo.

Cosa vedere

A Camagüey si può fare un vero e proprio tuffo nella storia cubana, e a partire proprio dalle su strade sulle quali si specchiano interessanti edifici e grandiosi monumenti. Fondata nel 1514 con il nome di Santa María del Puerto Príncipe, divenne Camagüey solo nel 1903.

A rendere Camagüey unica rispetto a tutte le altre realtà di Cuba non è solo la sua curiosa storia, ma anche la sua anima cattolica che si può comprendere ammirando le sue diverse chiese barocche spesso dotate di altari dorati molto interessanti. Ne sono un esempio la Catedral de Nuestra Señora de la Candelaria e la Iglesia de Nuestra Señora de la Merced.

La Catedral de Nuestra Señora de la Candelaria regala un belvedere dal quale si può godere di un’incredibile vista panoramica sulla città, mentre la Iglesia de Nuestra Señora de la Merced è l’edificio coloniale più impressionante di Camagüey e dove aleggia una leggenda secondo cui, nel 1601, una miracolosa figura emerse dalle profondità dell’acqua.

Molto bella è anche la Chiesa di Nuestra Señora de la Soledad che è è probabilmente la più importante della città. Colpisce sin dal primo instante il viaggiatore per i suoi suggestivi colori giallo e bianco, ma anche per i suoi interni che sono visitabili gratuitamente.

Chiesa di Nuestra Señora de la Soledad, Camaguey

Fonte: iStock

La bellissima Chiesa di Nuestra Señora de la Soledad

E poi ci sono i luoghi ricchi di cultura, come il Museo de San Juan de Dios che sorge all’interno di un antico ospedale. Una visita di queste parti consente di conoscere più a fondo la storia della città. C’è poi la Casa de la Trova, il posto perfetto per ascoltare lun po’ di vibrante musica cubana, che prende vita all’interno di un’antica casa coloniale restaurata.

Passeggiando sulle sue strade sinuose, ci si ritrova al cospetto di piazze e parchi che a loro volta sono lo scrigno di numerosi luoghi storici, come Plaza del Carmen e il Parque Ignacio Agramonte.

Plaza del Carmen è uno degli angoli più caratteristici di Camaguey e la stesso spazio in cui svetta nei cieli la chiesa barocca Nuestra Señora del Carmen. Ma non solo, perché da queste parti si possono ammirare gli artigiani che producono i tinajones e anche diverse sculture a grandezza naturale che riproducono gente comune che chiacchiera, gioca a carte e così via.

Presso il Parque Ignacio Agramonte, invece, è presente una statua equestre di Ignacio Agramonte, protagonista della Guerra d’Indipendenza.

Da non perdere è anche la Necropolis dove sono ancora conservate delle tombe bianche, una attaccata all’altra. Sulle rive del fiume Jatibonico vale la pena fare un salto presso il Mercado Agropecuario Hatibonico dove ci sono i pregones, imbonitori che a voce altissima promuovono le qualità della loro merce.

La natura nei dintorni della città

Non solo storia, a Camagüey ci si viene anche per i suoi dintorni che sono un’esplosione di natura eccezionale. Vi basti sapere che il territorio è un continuo susseguirsi di enormi pianure ricche di palme, di specie differenti, e che è circondato dalla Sierra de Cubitas a nord e la Sierra de Najasa a sud.

Poi ci sono le spiagge e le e isole accarezzate da acque cristalline, così come la possibilità di conoscere alcune delle principali specie d’uccelli della regione, come gli incredibili fenicotteri rosa delle Americhe, e paesaggi pieni di barriere coralline.

Playa Santa Lucía, per esempio, regala un paesaggio naturale incontaminato fatto di spiagge di sabbia bianca, palme da cocco e acque cristalline che invitano a fare più tuffi possibili. Poi c’è Playa los Cocos a Cayo Sabinal che sorprende per la sua bellezza tropicale.

Cayo Cruz, invece, è una fantastico isolotto puntellato di spiagge bianche di sabbia fine, alcune delle quali sembrano rubate direttamente al paradiso.

Tante soddisfazioni le possono vivere anche coloro che amano le escursioni perché, nonostante la natura pianeggiante della zona, qui sono presenti numerosi fiumi che hanno scavato canyon eccezionali, grotte e piscine naturali.

Gli isolotti Jardines de la Reina, invece, sono un eden esotico e selvaggio dove sopravvivono abbondanti barriere coralline di ampia biodiversità. Poi ancora i due gruppi montuosi di bassa quota che svettano nel paesaggio pianeggiante: la Sierra de Cubitas, nota per i canyon e i passi che la tagliano in profondità e trasversalmente, e la Sierra de Najasa, pregna di boschi fossili ed altri elementi naturali notevoli.

Insomma, un viaggio a Camagüey può far vivere di tutto, dall’ebrezza del nascondersi dai pirati fino al relax più puro in luoghi paradisiaci.

Cosa fare a Camagüey

Fonte: Getty Images – Ph: Arterra

La straordinaria Plaza del Carmen con la Iglesia de Nuestra Señora del Carmen
Categorie
Idee di Viaggio lago montagna panorami Viaggi

Lago di Gramolazzo: una cartolina in qualsiasi stagione

Nel panorama suggestivo delle Alpi Apuane, c’è un luogo che sembra essere quasi magico: si tratta del lago di Gramolazzo, un incanto turchese su cui si riflettono i boschi circostanti. Siamo in Toscana, e più precisamente nei pressi di un piccolo borgo della Garfagnana. Questa è la meta ideale per un bel trekking o per una semplice camminata nella natura, alla scoperta di paesaggi da sogno.

La storia del lago di Gramolazzo

Forse non avete mai sentito parlare del lago di Gramolazzo, ma è ben più probabile che invece il suo “vicino”, il lago di Vagli, non vi sia del tutto sconosciuto. Entrambi sono infatti bacini artificiali, accomunati da una storia che affonda le radici nel secolo scorso. Fu la SELT Valdarno (Società Ligure-Toscana di Elettricità) a decidere della realizzazione di una diga sul fiume Serchio, per poter sfruttare le sue acque – e quelle dei suoi affluenti – per scopi idroelettrici. La prima ad essere eretta fu la diga sul torrente Edron, nel 1947, ed è anche la più famosa.

Lo sbarramento, infatti, portò all’inabissamento di alcuni piccoli borghi nei dintorni, il più noto dei quali è Fabbriche di Careggine, un centro abitato di fabbri artigiani bresciani: quando il lago, eccezionalmente, viene svuotato è ancora possibile vedere i suoi resti. Pochi anni dopo, venne eretta la diga sul fiume Serchio, una maestosa opera in muratura larga be 96 metri e alta 34 metri. Fu questa a dare vita al lago di Gramolazzo, una vera bellezza. Sebbene sia di origine artificiale, infatti, lo specchio d’acqua è uno dei più suggestivi della regione.

Lago di Gramolazzo e dintorni: cosa vedere

Perché il lago di Gramolazzo merita assolutamente una visita? Si tratta di un luogo straordinario, perfetto per una gita fuori porta in ogni periodo dell’anno. In primavera e in autunno, in effetti, i suoi colori lasciano incantati: il verde dei boschi che si specchiano nel lago dona alle acque lacustri un incredibile color smeraldo, mentre l’arrivo della stagione autunnale regala mille sfumature di giallo e di rosso a tutto il paesaggio. In estate, naturalmente, la natura è più rigogliosa che mai e se ne può approfittare per qualche bella passeggiata nelle foreste e per un tuffo rinfrescante – nei dintorni del lago ci sono strutture ricettive, zone per pic nic, aree giochi e piccole spiagge balneabili.

E in inverno? Qui siamo nel cuore delle Alpi Apuane, ai piedi della montagna più alta della catena (il Monte Pisanino, 1947 metri di quota). Non è raro poter ammirare il paesaggio bellissimo della neve che imbianca i boschi e che si riflette nel lago con il suo candore incredibile. La Vigilia di Natale, è proprio lungo le sue sponde che vengono accesi i Natalecci, caratteristici falò che inaugurano le feste. Ovviamente, non c’è solo la natura: nei pressi del lago di Gramolazzo si può visitare il borgo di Minucciano, un piccolo gioiello della Garfagnana.

Tra i capolavori da visitare c’è sicuramente la pieve di San Lorenzo di Vinacciara, costruita attorno al 1.100 secondo i dettami dello stile romanico, utilizzando come materiale principale la pietra. Al suo interno, sono custodite numerose opere d’arte realizzate da artisti locali. Non meno affascinante è l’eremo santuario della Beata Vergine del Soccorso, che sorge sul valico che conduce verso la Lunigiana. Meta di pellegrinaggio, venne eretto nel ‘500 sul luogo in cui si trovava un’edicola in onore della Madonna del Soccorso.

Categorie
Idee di Viaggio luoghi misteriosi Michigan Nord America Viaggi

Il misterioso segreto americano che puoi vedere, ma non toccare

Evanescente e colorata, questa illumina il buio. C’è chi dice che la Luce di Paulding sia un fenomeno sovrannaturale, nonostante studiosi abbiano dato una spiegazione scientifica. Fatto sta che in questo luogo lontano, che si trova nel Michigan settentrionale, quando arriva la sera molte persone si incontrano fuori dalla US Highway 45, per assistere con i propri occhi all’apparizione della luce che arriva come per magia.

Le leggende sul perché queste luci siano visibili nella notte, sono senza dubbio più intriganti della loro spiegazione logica, e in tanti si radunano per vedere i bagliori sfuggenti.

Il fenomeno misterioso della Luce di Paulding

Il mondo è pieno di luoghi misteriosi, le cui leggende si incontrano con la realtà dando vita ad attrazioni che richiamano non solo i cultori del paranormale, ma anche i curiosi. Basta citare, ad esempio, il Lago di Loch Ness in Scozia, oppure i tanti castelli in Italia che si narra siano infestati.

E anche negli Stati Uniti esistono luoghi in cui fenomeni particolarissimi attirano le persone e incuriosiscono le masse. Come accade nel Michigan settentrionale e, più precisamente, fuori dalla cittadina di Paulding dove un gruppo di giovani ha notato la misteriosa luce già nel lontano 1966.

Non importano le condizioni meteo o il periodo dell’anno, le luci appariranno e per vederle ci si dovrà recare su Robbins Road. Da lì si potranno vedere i bagliori, che hanno l’aspetto simile a piccole sfere e i cui colori variano. Possono essere bianche, oppure rosse, altre volte gialle e sono visibili se si guarda verso una collina che si trova a circa 8 chilometri di distanza. Non si possono toccare, infatti non ci si può avvicinare altrimenti spariscono nel nulla, almeno così racconta chi le ha viste. Ma si possono ammirare, non sempre nello stesso modo, fino all’alba.

Le misteriose luci nel Michigan a Paulding
Sono simili a questo bagliore le misteriose luci che si vedono nel Michigan a Paulding

Le leggende sulla Luce di Paulding

Il misterioso fenomeno della Luce di Paulding ha dato vita a più di una leggenda. Una di queste narra che, a creare questo fenomeno, sia il fantasma di un ferroviario deceduto a seguito di un disastro che dà vita a queste luci perché non accada ad altri. La ferrovia da qui, però, non passa. Altre leggende narrano di fuochi fatui che cercano bambini scomparsi o di extraterrestri.

Le ipotesi sono tante e regalano ai visitatori il brivido di assistere in prima persona a qualcosa di paranormale e straordinario. Del resto, è così che accade quando ci si imbatte in fenomeni che la mente umana non riesce a spiegare. Eppure, la Luce di Paulding ha una sua spiegazione e a trovarla sono stati degli studenti universitari che si sono recati sul posto per trovare una ragione logica a questi bagliori notturni.

La spiegazione scientifica

Nonostante in tanti ancora oggi vadano alla ricerca del fenomeno paranormale della Luce di Paulding, nel 2010 degli studenti, insieme a un dottorando in ingegneria elettrica della Michigan Tech University (MTU),  si sono recati sul posto per trovare una spiegazione scientifica.

Ed è emerso che si tratta dei fari delle auto che, combinanti all’ambiente e al clima, danno vita a queste luci particolarissime con un’illusione ottica capovolta, come spiegato da un articolo di BBC Travel. Nonostante sia stata trovata la motivazione, il fascino del luogo resta. Insieme alle sue leggende.