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Laghi di Avigliana, incanto del Piemonte

Immergersi nella natura più autentica senza allontanarsi troppo dalla grande città non è un sogno se stiamo parlando di Torino: a una mezz’oretta d’auto, infatti, si apre l’incantevole scenario del Parco dei Laghi di Avigliana, nato nel 1980, dove i due specchi d’acqua dolce si estendono ai piedi della suggestiva città medievale vegliati dal Castello.

Un’oasi perfetta per una gita fuori porta, dove staccare dalla routine e compiere piacevoli passeggiate in un contesto paesaggistico superlativo.

Al cospetto del Lago Grande e del Lago Piccolo

I Laghi di Avigliana vantano un’origine davvero antica: hanno, infatti, visto la luce durante le due ultime glaciazioni avvenute nella Preistoria e oggi sono il fulcro del Parco, scrigno di biodiversità e meta ambita per il birdwatching.

Suddivisi da un istmo, sono il Lago Grande e il Lago Piccolo sulla base della loro estensione: il Lago Grande ha una superficie che supera i 90 ettari ed è uno dei sette laghi balneabili del Piemonte dove poter praticare tutti gli sport acquatici, noleggiare pedalò, kayak e piccole imbarcazioni mentre il Lago Piccolo, che è situato più in alto, ha una profondità di 12 metri ed è abbracciato da canneti, boschi, prati e zone paludose, proprio com’era in origine.

Incantano in ogni stagione ma la primavera è il periodo migliore per godersi qualche ora di sole o un picnic sulle spiagge: in particolare, al Lago Grande troviamo la spiaggia libera Baia Grande, con tavoli in legno, bagni e fontanella mentre al Lago Piccolo la raccolta spiaggia di fronte al locale La Zanzara.

Non mancano poi locali nei dintorni dove pranzare con una vista invidiabile.

Lo splendido Giro dei Due Laghi

lago grande avigliana

Fonte: iStock

Lago Grande Avigliana

Oltre a rilassarsi sulle sponde e fare il pieno di natura, non potete perdere il Giro dei Due Laghi, adatto a tutti, con panorami da favola tutto l’anno nel cuore della natura incontaminata: basti pensare che da qui si riesce ad ammirare anche la Sacra di San Michele, affascinante complesso religioso sulla cima del Monte Pirchiriano.

Si tratta di una piacevole e rigenerante camminata che si può iniziare da ogni angolo del parco e che porta alla scoperta di svariati e interessanti ambienti naturali, tra cui prati, boschi e paludi, dove dimorano numerose specie di uccelli acquatici come germani reali, aironi e svassi.

Inoltre, le acque pullulano di lucci, pesci gatti, cavedani, carpe, trote, tinche e altri esemplari lacustri.

Potete scegliere se percorrere soltanto uno dei due laghi oppure unire gli itinerari in uno solo per un totale di 8 chilometri.

Il giro del Lago Grande parte dai campi sportivi, entra nel Parco e fiancheggia la sponda ovest fino ad attraversare una strada carrozzabile per poi arrivare alla sponda est dove si trovano alcune passerelle in legno che galleggiano a filo d’acqua.

Il Lago Piccolo, invece, seppur non balneabile è quello che riserva il paesaggio naturale più autentico, ottimo da esplorare a piedi, a cavallo o in mountain bike per scorgere la fauna e la flora selvatiche.

Ma non soltanto: è la casa dei germani, delle folaghe, dei cormorani, degli aironi cinerini e dello svasso maggiore.

Come arrivare al Parco dei Laghi

Il parco si può raggiungere comodamente con il treno, scendendo alla stazione di Avigliana e camminando per un chilometro e mezzo fino ad arrivare al Lago Grande.

Chi si sposta in auto, in mezz’ora può arrivare sia via autostrada sia seguendo le strade statali: il parcheggio per il Lago Grande si trova presso il centro sportivo mentre per il Lago Piccolo all’incrocio con Strada San Bartolomeo.

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Cosa vedere ad Arenzano, dalla spiaggia al centro cittadino

Arenzano è una splendida cittadina incastonata tra il mare e l’Appennino, ad appena una ventina di chilometri da Genova e altrettanti da Savona, a un passo dalla magnifica area naturale del Parco del Beigua, porta della Riviera Ligure di Levante.

Non è la classica “destinazione balneare”, è molto di più: vanta un centro storico unico nel suo genere, con le vie e le case che si arrampicano dal lungomare alla collina, un parco polmone verde che è un’autentica oasi di relax e di refrigerio durante l’estate, un Santuario polo di fede e pellegrinaggio, eleganti ville e palazzi tipici liguri, testimoni di un fulgido passato, e un esotico e variopinto simbolo, i pavoni in libertà, “cittadini” a tutti gli effetti.

Scopriamo le mete più interessanti e le attrazioni da non perdere ad Arenzano,  dall suggestivo centro storico fino alla spiaggia.

Il Parco e la Villa Negrotto Cambiaso

Villa Negrotto Cambiaso Arenzano

Fonte: iStock

Villa Negrotto Cambiaso

Il primo incontro con Arenzano, a breve distanza dalla stazione ferroviaria, è il Parco di Villa Negrotto Cambiaso, oasi verdeggiante dove incontrare i pavoni e ammirarli in tutta la loro bellezza: abituati all’incontro con le persone, sono ormai parte integrante della cittadina e rimangono tranquilli a farsi fotografare.

Il parco apre alla scoperta di Arenzano, punto privilegiato per fare piacevoli passeggiate tra prati, agrumeto e immensi alberi che assomigliano alle sequoie americane, sostare all’ombra, praticare sport all’aria aperta e assistere a mostre ed eventi che vengono organizzati durante l’anno.

Fulcro del parco è Villa Negrotto Cambiaso, oggi sede del Municipio, risalente al 1558 a opera del marchese Tobia Pallavicino. Nel 1880, la marchesa Luisa Pallavicino rinnovò la struttura dell’elegante dimora e, oltre a conferirle l’aspetto di una fortezza, decise di dare vita a un parco all’inglese con serra di vetro in stile liberty e svariate terrazze panoramiche che ricordano le mura di difesa medievali.

Non mancano due laghetti dove nuotano pesci, tartarughe, anatre e oche: insomma, un’autentica meraviglia.

Il centro storico del borgo marinaro

Il cuore di Arenzano è il suo centro storico, l’antico borgo marinaro, che si inerpica verso il Beigua e si contraddistingue per la peculiarità di essere, appunto, “in salita”.

Si estende da Via Bocca, area pedonale aggiunta negli anni Sessanta laddove sorgeva la vecchia ferrovia, fino al pittoresco pozzo di Piazza Colombo ed è un intricato labirinto di stradine lastricate, piazzette, caruggi liguri animati su cui si affacciano focaccerie, negozi di lusso, ristoranti, gelaterie e i caratteristici palazzi dalle facciate color pastello impreziositi da meridiane, edicole, stemmi nobiliari, mascheroni di terracotta, eco di Genova e di un passato fiorente.

Angoli che rimangono impressi sono, oltre a Piazza Colombo con il suo pozzo, Piazza Chiossone (o Nastrè), la zona degli antichi lavatoi, e Piazza XXV Aprile su cui svetta il Palazzo Sant’Antonio, antico oratorio del XIII secolo, oggi sede della Biblioteca.

Il lungomare e la spiaggia

Arenzano è anche lungomare e porticciolo turistico: appena usciti dal parco (o dal centro storico) ecco la veduta del mare e della spiaggia centrale, che lasciano già intravedere il capoluogo ligure.

È una piacevole camminata ombreggiata, suddivisa in

  • Lungomare Olanda, tratto di arenili dai ciottoli grigi, sassolini e sabbia con una porzione di spiaggia libera in prossimità del Circolo Velico che volta le spalle al Parco di Villa Figoli des Geneys, in vero stile genovese, che ispirò a Carducci la lirica “In una villa”.
    La villa e il suo parco plasmato da favolosi viali con magnolie, sempreverdi e palme sono il fulcro degli eventi estivi di Arenzano.
  • Lungomare Stati Uniti, ultimo tratto di spiaggia vicino al Porto, ad accesso libero con le barche che ondeggiano attorno alla banchina.

Di sicuro impatto anche il tratto di costa più selvaggio, al di sotto della Ciclabile e Passeggiata Pedonale del Lungomare De Andrè, dove si susseguono raccolte spiagge libere e calette che permettono di godere di un’atmosfera tranquilla e di vedute che rigenerano.

Il Santuario del Bambino Gesù di Praga

Santuario Gesù Bambino di Praga Arenzano

Fonte: iStock

Santuario Gesù Bambino di Praga

Altro simbolo di Arenzano, che rende la cittadina ligure meta di fede e pellegrinaggio, è il Santuario del Bambino Gesù di Praga, testimone di un forte sentimento devozionale al Bambino di Praga, uno dei luoghi religiosi più frequentati della regione, preceduto da un’ampia scalinata e piazzale da cui si può ammirare uno scorcio invidiabile che arriva fino al mare.

Il Santuario risale al 1904 ma la storia di devozione inizia nel 1628 quando i Carmelitani Scalzi di Arenzano ricevettero in dono dalla principessa Polissena Lobkowitz di Praga una piccola statua in cera di Gesù Bambino di Praga.

Oltre alla ricchezza dell’interno, la chiesa custodisce anche un meraviglioso Presepe in Ceramica perenne, aperto tutto l’anno, frutto di tre anni di lavoro di Eliseo Salino di Albisola, con oltre 300 statue che trovano posto nell’emozionante cornice di una grotta ricostruita con stalattiti e stalagmiti in gesso e juta con la rievocazione di significative scene bibliche: una voce narrante accompagna i visitatori nel percorso e il tipico paesaggio ligure con l’Appennino dona un tocca unico al tutto.

Alle spalle del Santuario, uno sguardo anche alla Torre dei Saraceni, edificata nel XVI secolo a protezione delle incursioni saracene dopo quella avvenuta nel 1559, capeggiata da Amoret Rais.

La Chiesa dei Santi Nazario e Celso

Chiesa di spicco in città è la Parrocchiale intitolata ai Santi Nazario e Celso, eretta sui resti di un antico monastero dedicato al monaco irlandese San Colombano e ricostruita dopo un grave crollo nel Settecento, un magnifico esempio di architettura barocca in Liguria.

Da vedere, al suo interno, l’affresco della cupola, capolavoro di Ernesto Massiglio che seppe replicare al meglio l’opera andata perduta nel ’44 di Francesco Semino.

Il Parco del Beigua

Appena fuori dal centro, gli amanti della natura troveranno ad attenderli la meravigliosa cornice naturalistica del Parco del Beigua, notevole area protetta dove l’ecosistema dei boschi appenninici si sviluppa in completa autonomia e sicurezza.

Sono numerosi i percorsi per trekking ed escursioni tra gli alberi secolari e la natura incontaminata di questo angolo di Liguria e non mancano i percorsi dedicati per un’avventura in mountain bike.

Tappa da non perdere sono poi i Centri visita dedicati all’educazione ambientale e all’ornitologia che permettono di conoscere nei dettagli la flora e la fauna del territorio, con una particolare attenzione alla didattica per i più piccoli.

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Puoi immergerti nelle terme degli antichi romani in questa città inglese

Ci sono luoghi straordinari perché offrono a chi li visita esperienze di ogni tipo: dalla suggestione di scorci meravigliosi, alla storia che si mescola con la leggenda, fino al benessere. Uno di questi posti è Bath, una città unica nel suo genere che offre la possibilità di immergersi nelle acque che hanno dato vita alle terme degli antichi romani.

Dove siamo? Nel sud ovest della Gran Bretagna, nella regione del Somerset. Un luogo speciale, perché lì si trova l’unica sorgente termale naturale di tutto il Regno Unito. Il nome, non può sfuggire, non è stato scelto a caso infatti Bath, significa bagno e la cittadina non è interessante solo per questo ma anche per la splendida architettura: il centro storico attuale risale a XVIII secolo ed è in perfetto stile georgiano. Inoltre, è stata dichiarata patrimonio dell’Umanità UNESCO nelle città termali d‘Europa.

Bath, le terme degli antichi romani da non perdere

Per risalire alla realizzazione delle terme romane di Bath si deve andare indietro nel tempo, e più precisamente al 75 d.C. quando furono costruite durante l’impero di Vespasiano. Ma in realtà il luogo era già ben conosciuto. Infatti, pare che in precedenza siano stati i Celti a utilizzare quelle acque calde, che oggi sgorgano a una temperatura di 46 gradi.  Da loro è stato realizzato un santuario in onore della dea Sulis, nome mantenuto anche dai romani che chiamarono la città Aquae Sulis e dedicarono questo luogo alla loro dea Minerva.

Le terme all’epoca erano famose in tutta Europa ed erano un luogo dedicato al benessere. In seguito, quando è decaduto il dominio da parte dei romani, furono abbandonate e rimasero inutilizzate fino alla metà del Settecento quando divennero un luogo di incontro per l’aristocrazia. E a quanto pare suscitarono l’interesse della stessa Famiglia Reale.

Oggi si trovano nei pressi della cattedrale cittadina di Bath, in Gran Bretagna, e sono visitabili. È presente anche un museo in cui sono stati conservati manufatti risalenti all’epoca romana. Tra questi, vale la pena sottolineare, la presenza di circa 12mila monete e di una testa di una statua dedicata a Minerva in bronzo dorato. Interessanti dal punto di vista architettonico, questi luoghi sono il posto perfetto per vivere un’esperienza rigenerante in ogni senso. Nel tempo le terme sono state raggiunte e utilizzate da personaggi di spicco (come la celebre scrittrice Jane Austen) e sono state meta per i soldati feriti durante la Prima Guerra Mondiale. Dopo furono nuovamente abbandonate e dai primi anni 2000 sono state aperte le Thermae Bath SPA che, tra le varie proposte, hanno una suggestiva piscina sul tetto. Lì ci si può immergere nelle acque che hanno dato vita alle antiche terme romane.

Una veduta di Bath in Gran Bretagna

Fonte: iStockPhoto

Bath, uno scorcio della città che si trova in Gran Bretagna

La leggenda della nascita delle terme di Bath

Come ogni luogo dal sapore antico, storia e leggenda si mescolano per restituire a chi visita le città di Bath, e le sue terme, un’esperienza ancora più intrigante. Pare infatti che a far nascere questo centro abitato sia stato Bladud un re celta sovrano della Britannia che, dopo aver contratto la lebbra all’estero, riuscì a guarire grazie all’immersione nelle acque termali. Per questa ragione diede vita alla città di Bath.

Miti, leggende e storia si intrecciano in questo luogo dal sapore magico in Gran Bretagna, in cui visitare non solo le terme degli antichi romani e quelle attuali, ma in cui scoprire le altre affascinanti architetture e immergersi nella cultura locale, anche grazie alle diverse specialità gastronomiche che vengono proposte. La città è attraversata dal fiume Avon.

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È ora di vacanza: cosa fare a Zara in cinque giorni

Giornata 1: City break – museo all’aperto

Iniziate la visita di Zara esplorando il centro storico e le antiche strade della città. Passo dopo passo, scoprite le rovine romane e l’architettura medievale. L’avventura può cominciare dalla piazza dei Cinque Pozzi e proseguire verso il Foro Romano, da sempre luogo di ritrovo. Alla fine della giornata, prendetevi una pausa e fate uno spuntino, grazie alla ricca offerta enogastronomica dei migliori ristoranti di Zara potrete scoprire il vero Mediterraneo e, per il “giro” notturno, vi consigliamo Varoš, un luogo di ritrovo per i giovani, ma anche quelli un po’ più grandi.

Fonte: TB: photo Fabio Šimićev

Forum-Crkva-Sv.Donata

Giornata 2: La magia dell’arcipelago di Zara

Durante il giorno fate una gita nelle vicine isole dell’arcipelago di Zara. Un buon collegamento marittimo con la città consente di esplorare i piccoli angoli delle isole e nuotare nel mare limpido. Potete quindi visitare le isole e gli isolotti di Olib, Premuda, Ist, Molat, Rava e la vicina isola di Iž. Perdetevi in questo labirinto in un arcipelago unico. Con la natura incontaminata e il mare cristallino, queste isole sono un vero paradiso per gli amanti della natura. Trascorrete la giornata nuotando, facendo immersioni o semplicemente rilassandovi sulla spiaggia.

Fonte: TB: photo by Fabio Šimićev

Island Premuda

Giornata 3: La cultura di Zara

Trascorrete il terzo giorno immergendovi nella ricca storia e nella cultura della città. Zara è un museo a cielo aperto, strade colorate e vicoli stretti vi conducono attraverso una mostra permanente. Visitate il Museo del Vetro Antico e il Museo Archeologico per saperne di più sull’affascinante passato della città oppure esplorate la Chiesa di S. Donat che è uno dei più importanti esempi di architettura bizantina in Croazia. Per ravvivare questa giornata storico-culturale, fate una passeggiata nella vivace Pijaca, il mercato cittadino dove potete assaggiare alcune delle specialità locali e godere dei colori, dei sapori e dei profumi.

Fonte: TB: photo Stipe Surac

Uno scorcio del centro di Zara

Giorno 4: Lasciatevi andare e divertitevi

Fate una pausa dalle visite turistiche e godetevi momenti di relax. Le spiagge abbracciano la città, trasformandola in una grande zona balneare aperta a tutti. È possibile scegliere tra una varietà di spiagge sabbiose e di ciottoli, alcune delle quali, attrezzate, all’ombra dei pini. La spiaggia di Kolovare con le calette e la piscina di mare della città si trova a due passi dal centro della città, mentre la spiaggia di Diklo è perfetta per chi ama nuotare.

Fonte: TB: Fabio Šimićev

La Spiaggia di Kolovare ripresa dall’alto

Giorno 5: Note musicali all’aria aperta

Terminate il viaggio a Zara con una visita all’Organo marino, uno strumento musicale unico nel suo genere che crea suoni meravigliosi usando la forza del mare. Una volta visitato questo luogo incredibile, proseguite fino al Saluto al Sole e, naturalmente, registrate questi momenti unici con qualche foto. È il modo migliore per concludere una vacanza indimenticabile a Zara, perché quando il tramonto più bello illumina il lungomare della città, il gioco di luci del Saluto al Sole segue il ritmo delle onde e i suoni dell’Organo marino.

Fonte: TB: photo Fabio Šimićev

Greeting to the Sun & Sea Organ

Una vacanza a Zara vi fornirà tutto il necessario per una vacanza perfetta. Ogni giorno sarà ricco di una grande varietà di esperienze, dall’esplorazione delle strade storiche al piacere della natura incontaminata delle isole dell’arcipelago. Zara è davvero un gioiello dell’Adriatico che dovete visitare perché è qui che vengono creati momenti indimenticabili.

 

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Porto San Giorgio, la cittadina sul mare delle Marche che è un sogno

Lungo la costa adriatica, ci sono tante splendide località di mare dove trascorrere le vacanze: una assolutamente da scoprire è Porto San Giorgio, piccola cittadina marchigiana, che in estate accoglie numerosi turisti sulle sue bellissime spiagge. Ma non si tratta solamente di una meta a vocazione balneare, visto che il suo centro storico è un vero gioiellino tutto da esplorare. Vediamo insieme quali sono le sue meraviglie.

Cosa vedere a Porto San Giorgio

La storia di Porto San Giorgio affonda le sue radici in un lontano passato: nell’antichità era considerato semplicemente lo sbocco sul mare della città di Fermo, e impiegò molto tempo per ottenere la sua autonomia. Nacque come villaggio marinaro, e secondo la leggenda il suo nome sarebbe un omaggio a San Giorgio: tanti secoli fa, alcuni pescatori si imbatterono in una pericolosissima tempesta al largo delle coste dell’Adriatico, e riuscirono a salvarsi solamente grazie all’intercessione del santo, apparso loro come un miracolo.

Oggi non è certo la pesca a dare da mangiare agli abitanti di Porto San Giorgio, bensì il turismo e l’industria manifatturiera. Tuttavia, la cittadina vanta ancora un porto molto suggestivo, tra i principali della regione: è stato inaugurato attorno alla metà degli anni ’80, e può accogliere quasi 800 imbarcazioni. Se lungo la fascia costiera si alternano quartieri residenziali e strutture turistiche, alle sue spalle – dove iniziano le colline – si può ammirare il centro storico del paese. Uno dei monumenti più belli è Rocca Tiepolo, eretta nel ‘200 dal veneziano Lorenzo Tiepolo.

Di forma quadrangolare, la rocca è stata recentemente ristrutturata e viene utilizzata per ospitare numerose manifestazioni culturali. Accanto ad essa, si può visitare la Chiesa di San Giorgio: costruita nel 1830, non è mai stata interamente completata. Davanti alla sua facciata doveva infatti ergersi un portico con colonne doriche, con vista sulla splendida Fontana della Democrazia. Quest’ultima, commissionata ad Alfonso Bernardini, è formata da una vasca in travertino sormontata da una figura femminile che tiene in mano un melograno e delle spighe di grano.

Porto San Giorgio, le spiagge più belle

Con circa 6 km di litorale, Porto San Giorgio è una delle mete balneari più apprezzate delle Marche. Le sue spiagge sabbiose sono il fiore all’occhiello della città: collegate da un bel lungomare su cui si affacciano hotel, negozietti e ristoranti, sono un vero e proprio richiamo turistico. Ci sono tratti di spiaggia libera e altri occupati da stabilimenti attrezzati, così da andare incontro a tutte le esigenze. Non a caso, l’intero tratto costiero, da nord a sud, è pluripremiato con il prestigioso riconoscimento della FEE, la Bandiera Blu.

E non solo: sin dal 2010, le spiagge di Porto San Giorgio hanno ottenuto la Bandiera Verde, assegnata dai pediatri italiani alle migliori località a misura di bimbi. Oltre all’arenile sabbioso, ci sono infatti fondali che digradano dolcemente e scogli frangiflutti che mitigano le correnti dell’Adriatico, offrendo un mare perfetto per le vacanze di famiglia, dove i più piccini possono giocare in tutta tranquillità (ma sempre sotto l’occhio attento di mamma e papà). Da non perdere, in estate, la Festa del Mare che si tiene il 14 agosto sulla spiaggia: pesce fritto e accompagnamento musicale intrattengono sino a notte inoltrata, quando uno spettacolo pirotecnico illumina il cielo stellato.

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Puoi entrare in quartiere arabo restando in Italia

Esistono alcuni viaggi che sono destinati a restare nella memoria e nei ricordi. Non solo per la bellezza delle destinazioni, ma anche e soprattutto per il fascino e le suggestioni che queste scaturiscono a ogni passo compiuto. Storie, tradizioni, usanze e culture si fondono e si confondono tra le testimonianze del presente e del passato permettendoci di vivere esperienze straordinarie.

Avventure, queste, che non dobbiamo cercare per forza dall’altra parte del mondo perché per quanto bene crediamo di conoscere il nostro Paese, in realtà, questo torna sempre a stupirci e a incantarci in maniera inedita e incredibile. Ed è proprio in Italia che vogliamo restare oggi, per portarvi alla scoperta di un luogo che non conosce uguali, di una città affacciata sul mare che conserva in un dedalo di viuzze e cortili un intreccio di culture che vi trasporterà in luoghi magici e lontani.

Per scoprire questo luogo dobbiamo recarci in Sicilia e più precisamente lungo la costa trapanese. È qui che, in occasione di un viaggio all’insegna del sole, del mare e della cultura, non possiamo non inserire nel nostro itinerario di viaggio una tappa quasi obbligata, quella che conduce a Mazara del Vallo. Affacciata sul Mar Mediterraneo, questa suggestiva città apre le sue porte agli avventurieri, consentendogli di entrare in quartiere arabo. Il suo nome è Kasbah, si tratta di un luogo magico, e quasi surreale, dove le culture di popolazioni lontane si incontrano con quelle locali dando vita a un percorso delle meraviglie che vi lascerà senza fiato.

Dentro la kasbah: l’esperienza da Mille e una notte

Che la Sicilia sia una terra straordinaria è risaputo. Lo è per le sue spiagge bellissime, quelle caratterizzate da sabbia bianca e dorata e acque turchesi e cristalline. Lo è per le sue bellezze naturalistiche, per quell’immenso patrimonio artistico e culturale, per le testimonianze di un passato glorioso che non si può dimenticare. E poi, ancora, per il cibo, per le usanze e per quelle tradizioni che sono celebri in tutto il mondo, e che ogni anno invitano migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo desiderosi solo di immergersi in queste.

Insomma, organizzare un viaggio in Sicilia è sempre un’ottima idea, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni. Le cose da fare e da vedere sull’isola italiana sono così tante che non vi basterà un viaggio solo per scoprirne la metà. Tra le destinazioni più popolari della regione troviamo sicuramente le località di mare, quelle raggiunte soprattutto in occasione delle vacanze estive.

Tra le zone più celebri troviamo la costa trapanese, quella che ospita alcune delle spiagge più belle d’Italia. Tra queste, infatti, troviamo quella di San Vito Lo Capo che con la sua spiaggia bianca e le sue acque turchesi evoca paradisi terrestri lontani. Basta però spostarsi di una manciata di chilometri per vivere quella che è una delle esperienze più affascinanti offerte dalla regione, quella che permette ai viaggiatori di fare un viaggio nel passato immergendosi in culture lontane.

Un sogno orientaleggiante e affascinante che si realizza davanti allo sguardo di chi arriva a Mazara del Vallo. Basta lasciarsi la spiaggia alle spalle, e raggiungere il cuore della città, per entrare all’interno della Kasbah, il quartiere arabo che, oggi come ieri, conserva tutto il fascino di un tempo. Si tratta di una delle più antiche e rare testimonianze della presenza araba in Sicilia e, più in generale, in Italia.

Una volta attraversata la piazza cittadina, avrete come la sensazione di trovarvi in una medina. Tra stradine strette e vicoli caratteristici potrete andare alla scoperta di un luogo magico e incantato che vi catapulterà all’interno di ambientazioni suggestive dallo stampo arabo e orientale. Un’esperienza da Mille e una notte che porterete per sempre nel cuore e nei ricordi.

Dentro la Kasbah di Mazara del Vallo

Fonte: Eleni Mavrandoni / Alamy / IPA

Dentro la Kasbah di Mazara del Vallo

Un viaggio incantato tra i vicoli della città di Mazara del Vallo

Entrare all’interno della Kasbah di Mazara del Vallo vuol dire immergersi in un passato che non può essere dimenticato, non a caso questo è uno dei quartieri più antichi del territorio. Correva l’anno 827 d.C. quando gli arabi conquistarono la città contribuendo poi al suo sviluppo.

Fu grazie alla loro permanenza, fino al 1072, che la città si espanse notevolmente guadagnandosi un posto d’onore tra le grandi località marinare in Italia. Nonostante i secoli trascorsi, l’influenza della presenza araba è rimasta una caratteristica imprescindibile del territorio al punto tale che, ancora oggi, contraddistingue in maniera univoca l’antico quartiere.

A partire dagli anni ’70 dello scorso secolo, poi, l’arrivo di numerose famiglie tunisine, che qui hanno scelto di stabilirsi, ha contribuito a preservare e a valorizzare l’antico quartiere che oggi resta una delle più importanti testimonianze del multiculturalismo della regione e dell’Italia intera.

La Kasbah di Mazara del Vallo oggi appare come uno scrigno prezioso che parla di passato e presente, di tradizioni lontane e locali che convivono in maniera esemplare, e che si presenta come una visione da sogno. Qui, infatti, maioliche colorate e dettagli orientaleggianti si mescolano allo stile barocco e settecentesco che contraddistingue il resto della città.

Basti pensare che alcuni degli edifici simbolo dell’architettura siciliana, come la Chiesa Madre e quella di San Francesco, si trovano proprio a ridosso del quartiere arabo, contrapponendosi quindi ai vecchi edifici, ai vasi decorati, alle piastrelle colorate e ai cortili stretti e caratteristici.

La cultura orientale, ovviamente, è intrisa in ogni angolo del quartiere, non solo dal punto di vista visivo. Se arrivate qui, ovviamente, concedetevi di assaggiare i sapori arabi nella splendida terra siciliana per vivere un’esperienza culinaria unica.

Inoltre, esplorando i vicoletti, non dimenticatevi di fermarvi davanti all’iconica Porta Blu. Si tratta di una vera e propria celebrità sui social network, un hotspot fotografico affascinante e suggestivo immortalato nelle fotografie di tantissimi viaggiatori giunti fin qui. Passando davanti a questa porta è impossibile non restare incantati dalla sua bellezza.

La Porta Blu si trova proprio nel cuore della Kasbah. Si ratta di una casa privata le cui decorazioni sono state realizzate in maniera sapiente e minuziosa dal suo proprietario. Al di là della porta si trova una sala da tè, anche questa arredata in stile arabo, che è possibile visitare in presenza del padrone di casa.

Nel centro del quartiere, inoltre, è presente anche un alloggio straordinario. Si tratta del Mirabilia Arab House, un appartamento in stile arabo che vi permetterà di vivere una vacanza da Mille e una Notte.

Mirabilia Arab House, Kasbah di Mazara del Vallo

Fonte: Jan Traylen / Alamy / IPA

Mirabilia Arab House, Kasbah di Mazara del Vallo
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Isola di Föhr, una Germania sorprendente

Se pensiamo ad un viaggio in Germania, la mente vola subito a splendide città d’arte come Berlino o Amburgo, che custodiscono preziosi patrimoni culturali, o a itinerari immersi nel verde per scoprire il suo lato incontaminato. Eppure, c’è un luogo davvero speciale che i turisti ancora non conoscono: si tratta dell’isola di Föhr, frequentata soprattutto dai tedeschi, dove si possono ammirare delle vere bellezze. Scopriamole insieme.

L’isola di Föhr, natura incontaminata

Cosa rende così speciale l’isola di Föhr? Appartenente all’arcipelago delle Frisone Settentrionali, diviso tra Germania e Danimarca, è immersa tra le acque del Mare del Nord. Pur non facendone amministrativamente parte, l’isola è circondata dal Parco Nazionale del Wattenmeer dello Schleswig-Holstein, che include anche il Mare dei Wadden: è il tratto che va proprio dalle Frisone sino alle coste danesi e tedesche, ed è di particolare interesse naturalistico sia per la sua ricca fauna e flora che per i suoi fondali lagunosi.

La stessa isola di Föhr è un paradiso incontaminato: protetta dalle vicine isole di Amrum e Sylt, che la riparano dalle correnti del Mare del Nord, ha sviluppato una rigogliosa vegetazione ed è per questo conosciuta anche come “isola verde”. Insomma, stiamo parlando di un luogo davvero meraviglioso, dove molti turisti tedeschi trascorrono le vacanze, approfittando delle sue spiagge sabbiose e ancora selvagge per trascorrere giorni di relax al sole. Naturalmente, ci sono tante altre attrazioni a Föhr, ed è per questo la perfetta meta turistica per chi vuole scoprire un angolo autentico di Germania.

Cosa vedere sull’isola di Föhr

Seppure molto piccola e scarsamente abitata – vi si contano appena 8.800 residenti stabili -, l’isola di Föhr vanta numerose località che meritano almeno una visita. È il caso, ad esempio, di reperti preistorici che si possono ammirare lungo le coste: si tratta di antiche sepolture a tumulo risalenti probabilmente all’età del Bronzo, a riprova di quanto lontano nel tempo affondi la storia di questo posto. Particolarmente affascinanti sono poi i villaggi che punteggiano l’isola, e che vantano casette molto caratteristiche. Sono infatti realizzate in mattoni e coperte da tetti in paglia, così da assumere un aspetto molto suggestivo (tanto da essere tra le più fotografate di tutta la regione).

La città di Wyk è la più importante dell’isola e ne costituisce il capoluogo: è non soltanto il porto principale di Föhr, dove attraccano i battelli provenienti dalla terraferma, ma anche una nota destinazione termale. Il suo passato come villaggio di pescatori aleggia ancora nell’atmosfera, dalle caratteristiche sepolture dei marinai che si trovano nel piccolo cimitero accanto alla Chiesa di San Nicola al faro di Olhörn, il quale fa ombra ad una piccola ma graziosissima spiaggia. Da qui parte una splendida passeggiata che raggiunge il centro, da cui si può godere dello spettacolo delle isole di Halligen.

Sempre a Wyk si trova un affascinante museo sulla civiltà e cultura frisone, mentre nel paese di Alkersum se ne può visitare un altro, il Museo dell’Arte della Costa Occidentale, che custodisce preziosissime opere di autori come Much, Nolde e Liebermann. Nel piccolo villaggio di Borgsum, invece, sorgono le rovine di un antico forte medievale che, con tutta probabilità, ha origini vichinghe. È incredibile pensare che questi antichi resti risalgono addirittura al X secolo. Un’ultima tappa da non perdere è il paesino di Nieblum, dove si trovano tantissime casette dai tetti in paglia: appartenevano ai capitani di nave che, nei secoli passati, avevano fatto la loro fortuna con la caccia alle balene.

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Il castello incantato a Portofino è un sogno a occhi aperti

Immagina un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, dove le mura antiche raccontano storie di nobiltà, amore e avventura. Un luogo dove la natura si fonde con l’architettura in un abbraccio così armonioso da lasciare senza fiato.

Questo luogo esiste ed è il Castello Brown, un’affascinante dimora storica che domina il pittoresco borgo di Portofino, situato sulla costa ligure, una località rinomata per la sua bellezza naturale e il suo patrimonio storico.

Conosciuta come una delle mete più esclusive del Mediterraneo, con le sue case dai vivaci colori pastello e il porticciolo circondato da lussureggianti colline, Portofino è anche un punto di partenza ideale per esplorare le meraviglie della Riviera, tra cui le Cinque Terre e la vicina Santa Margherita Ligure.

Sopra il borgo di Portofino, affacciato sulla baia, sorge questa imponente struttura storica le cui origini risalgono al XII secolo. Inizialmente costruito come fortezza militare per proteggere il villaggio dalle incursioni piratesche, il castello è stato successivamente trasformato in una residenza signorile e, infine, in un museo e centro culturale.

La storia del Castello Brown, un viaggio attraverso i secoli

Per raggiungere il Castello Brown bisogna percorrere un sentiero panoramico che serpeggia tra la lussureggiante vegetazione mediterranea e offre scorci mozzafiato sul mare cristallino. Il viaggio verso questo tesoro nascosto è già di per sé un’esperienza indimenticabile, un invito a rallentare e assaporare la bellezza che ci circonda.

Una volta arrivati alla sommità della collina, il Castello Brown si erge maestoso, come un faro che veglia sulla città. Nel corso dei secoli, ha cambiato più volte proprietà e funzione, a seguito delle vicende storiche che hanno coinvolto la Liguria.

Nel XVIII secolo, con la fine delle guerre di successione europee e l’affermazione della dominazione austro-piemontese, fu trasformato in una residenza signorile. La struttura fu arricchita con elementi architettonici e decorativi tipici dell’epoca, come le eleganti logge e gli affreschi che ancora oggi adornano alcune stanze.

Successivamente il castello passò nelle mani di diversi proprietari privati, tra cui il console britannico Sir Montague Yeats-Brown, dal quale prende il nome. Fu sotto la sua proprietà che assunse l’aspetto di una dimora all’inglese, con l’aggiunta di un vasto giardino terrazzato e la sistemazione dei vari ambienti interni.

Nel corso del XX secolo, il Castello Brown divenne sempre più noto come luogo di interesse storico e culturale. Nel 1961, la famiglia Yeats-Brown decise di vendere la proprietà al Comune di Portofino, che avviò un processo di restauro e valorizzazione della struttura.

Il Castello Brown, tra cultura e panorami mozzafiato

Ogni angolo del castello racconta una storia e l’atmosfera che si respira tra le sue stanze è impregnata di fascino e mistero. Eppure, nonostante il suo passato glorioso, conserva un’aura di semplicità e autenticità che lo rende ancora più affascinante.

Ma il vero protagonista è senza dubbio il suo meraviglioso giardino, un’oasi di pace e serenità dove immergersi nella natura e ammirare panorami da sogno. Le terrazze fiorite si alternano a pergolati di rose e bouganville, creando un caleidoscopio di colori e profumi che incanta i visitatori.

Il castello è anche un luogo di cultura e arte, che ospita mostre temporanee ed eventi di vario genere. Non è raro imbattersi in matrimoni e cerimonie private, che sfruttano l’incomparabile cornice offerta da questo gioiello architettonico per celebrare l’amore tra due persone.

Il fascino di questa location, infatti, non è passato inosservato nemmeno agli occhi delle celebrità, tanto da aver fatto da sfondo in un episodio della serie “The Ferragnez”. La coppia di influencer più famosa d’Italia ha scelto, infatti, questo angolo di paradiso per celebrare il loro quarto anniversario di matrimonio.

Il Castello Brown rappresenta un tesoro storico e culturale di inestimabile valore, custode di una lunga tradizione che ha attraversato i secoli e le vicissitudini del territorio.

La sua posizione privilegiata offre ai visitatori panorami mozzafiato sulla baia sottostante e sul borgo di Portofino, regalando un’esperienza unica e indimenticabile. Visitare il Castello Brown significa immergersi in un passato affascinante e scoprire le radici di un patrimonio culturale ancora vivo e vibrante, circondati dalla bellezza mozzafiato del paesaggio ligure.

Portofino in Liguria

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Portofino, Liguria
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Isola di Iona, tra i luoghi più sacri della Scozia

La Scozia, magnifica e misteriosa, dona luoghi di rara suggestione e isole meravigliose e selvagge: una di queste è la mistica Isola di Iona, al largo delle Ebridi Esterne, quasi un piccolo scoglio che, però, ha molto da raccontare.

Fu, infatti, la culla del Cristianesimo nel Paese, il luogo dove il monaco Columba fondò, nel 563 d.C., il celebre Monastero di St. Columba, e da cui partì con i suoi 12 seguaci per convertire la Scozia allora pagana e buona parte del Nord Inghilterra.

La fama di Iona come centro di cultura e di missione si diffuse ben presto in tutta Europa e la rese luogo di pellegrinaggio nei secoli a venire nonché “l’isola sacra” in cui trovavano sepoltura i re della Scozia, della Norvegia e dell’Irlanda, una tradizione che ebbe inizio nell’860 d.C.

Oggi, la raccolta isola spazzata dal vento, trasmette a chiunque una profonda sensazione di pace e si fa apprezzare per i fiabeschi scenari da cartolina, le dolci colline e le spiagge di candida sabbia.

Cosa vedere sull’Isola di Iona

È piccola, certo, abitata da meno di 200 persone, e si scopre rigorosamente a piedi o in bicicletta ma è una di quelle mete che non si dimenticano e che racchiudono tesori e bellezza che attraggono oltre 130.000 visitatori all’anno da tutto il mondo.

E non è difficile capire il perché: Iona è natura, verdi distese intervallate da campi in fiore, dolci colline dove pascolano gli animali, spiagge sabbiose plasmate da dune e vegetazione.

Il ritmo è lento, la vita scorre senza frenesia, a contatto con la natura e con il paesaggio, un’oasi speciale dove riposarsi, rilassarsi e ricaricare le energie.

Perfetta per una gita di un giorno, già bellissima mentre la si scorge in lontananza con il traghetto dalla vicina Isola di Mull, Iona ha un piccolo centro abitato, Baile Mor, caratteristico villaggio con un’unica fila di cottage che si specchiano sul mare, la scuola, l’hotel principale, gli uffici pubblici, la chiesa, il ristorante e negozi di artigianato e souvenir.

Dopo una breve passeggiata dal porticciolo, ecco le rovine del Convento delle Monache Agostiniane, il Nunnery, del XIII secolo, fondato forse contemporaneamente all’Abbazia di St. Columba, il cuore spirituale dell’isola, vicinissima al mare e aperta su tutti i lati.

Di sicuro interesse sono la Chiesa abbaziale, in stile gotico, a unica navata, e il Chiostro, luogo di silenzio dove spiccano numerose pietre tombali di origine medievale.

Sulla destra, uno sguardo alla Cappella e al Cimitero di San Orano, la costruzione più antica, risalente al XII secolo.

L’ex casa parrocchiale ospita lo Iona Heritage Centre, con una significativa mostra sulla storia dell’isola negli ultimi 200 anni: tra i reperti di spicco, la poppa della Guy Mannering, nave postale tra New York e Liverpool che qui affondò nel 1865.

Ancora, sulla strada che porta all’Abbazia, merita una sosta la MacLean’s Cross, cinquecentesca croce celtica alta tre metri con alla base l’effigie di un guerriero armato.

Infine, da non perdere la piccola cappella a sinistra dell’entrata principale dell’Abbazia, la St. Columba Shrine, e la Cima Dum I, il punto più elevato dell’isola, a 101 metri sul livello del mare da cui il panorama è a dir poco mozzafiato.

Come arrivare a Iona

L’isola più mistica della Scozia si raggiunge comodamente prendendo il traghetto a Fionnphort sulla vicina Isola di Mull.

Le corse vengono effettuate tutti i giorni e la traversata dura una decina di minuti.

In alternativa, è possibile partire da Oban, perla marittima della Scozia, sbarcando a Craignure, il porto principale di Mull: da qui, o in auto o con l’autobus 496, si arriva all’imbarco a Fionnphort, sulla punta sud-ovest.

Da sapere che numerose compagnie organizzano tour giornalieri da Oban che, in poche ore, consentono anche di scoprire Iona.

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Lago della Montagna Spaccata, oasi d’Abruzzo

Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è un vero spettacolo della natura, custode di paesaggi che rimangono nel cuore e di piccole gemme nascoste che conquistano al primo sguardo: una di queste è il Lago della Montagna Spaccata, un’oasi di blu, verde e tranquillità a 1600 metri di altitudine, nell’omonima località alle pendici delle colline che scendono dalle catene del Greco e della Meta.

Siamo in provincia dell’Aquila, nel suggestivo territorio del comune di Alfedena, grazioso borgo medievale tra i meglio conservati, da cui lo specchio lacustre dista circa due chilometri.

Tutta la meraviglia del Lago della Montagna Spaccata

Nell’abbraccio di una natura intensa e magnifica, il lago artificiale nasce negli anni Cinquanta dallo sbarramento del Fiume Rio Torto per la produzione di energia elettrica e vanta una superficie di circa 46 ettari con una profondità di 68 metri.

Ricco di rivelli, cavedani e trote, dalle limpide acque che vanno dallo smeraldo al turchese, è una delle attrattive più apprezzate del territorio, grazie alla sua bellezza e a un paesaggio incontaminato plasmato da fitti boschi dove non è raro avvistare lupi, volpi, cinghiali, tassi, cervi, orsi, faine, camosci e il volo del falco pellegrino.

Infatti, a differenza del vicino e celebre Lago di Barrea, o del Lago di Scanno, ha conservato, negli anni, un aspetto immutato senza la presenza di lidi: si tratta, quindi, di un luogo di pace dove immergersi appieno nella natura del Parco e lasciarsi alle spalle lo stress, i pensieri negativi e la frenesia della vita di tutti i giorni in città.

Non distante dal confine con il Molise, l’area attorno al Lago della Montagna Spaccata è uno scrigno di bellezza che sa unire il paesaggio delle due regioni in un ideale abbraccio, caratterizzato da sorgenti e dal tipico habitat delle zone umide dove svettano pioppi e salici.

Sedersi sulla riva e ammirare, semplicemente, il gioco della luce solare sull’acqua, il limitare del bosco e le vette tutt’intorno è un regalo da fare a sé stessi.

Per migliorare l’accesso all’acqua in tutta sicurezza, tuttavia, è stata realizzata una pedana galleggiante, parte integrante del progetto di valorizzazione del bacino nel pieno rispetto del suo ambiente.

I suoni della natura qui sono di casa

Se il lago è un gioiello, non da meno è lo splendido e fresco bosco misto che accoglie i visitatori allontanandosi dalle rive.

È proprio il caso di dire che assomiglia a uno scenario delle fiabe, dove i suoni e i silenzi della natura sono assoluti protagonisti e non si faticherebbe a credere alla presenza di gnomi e fate.

Come accennato, questo è un ambiente ideale per la fauna selvatica che non è poi così difficile avvistare all’ombra dei noccioli, carpini, maggiociondoli, aceri e cerri.

Proseguendo nella piacevole e rigenerante passeggiata, lo sguardo si posa sugli avvallamenti in cui scorrono le acque dopo il disgelo: sono frammenti della vita del bosco che fanno stare bene.

Come arrivare al lago

Il lago si raggiunge dal borgo di Alfedena, seguendo l’apposita segnaletica.

Ci si arriva comodamente a piedi dal centro oppure è possibile parcheggiare l’auto nelle immediate vicinanze.