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Cala Ghjlgolu, tra i posti più affascinanti della Gallura

Chiudete gli occhi e immaginatevi il posto più bello del mondo. Siamo abbastanza certi che in molti di voi avranno pensato a un mare cristallino, a rocce dalle forme particolari abilmente scolpite dalla natura, cielo azzurro, sole che splende e il verde smeraldo della vegetazione. La buona notizia è che un luogo simile esiste per davvero e si trova nel nostro Paese e, anzi, è un angolo assai speciale perché il suo nome, pur essendo al singolare e quindi sembrare quello di un’unica spiaggia, in realtà le indica diverse, e una più bella dell’altra: benvenuti a Cala Ghjlgolu.

Dove si trova Cala Ghjlgolu

Cala Ghjlgolu non è una spiaggia, ma un vero e proprio comprensorio di spiagge. È situata nella zona nord-orientale della Sardegna e più precisamente in quella favolosa area geografica che prende il nome di Gallura.

Chiamata anche Cala Girgolu, si distingue per essere una sorta di palcoscenico della natura che nel corso dei secoli ha scolpito in maniera magistrale il granito. La località esatta in cui sorge è denominata Vaccilleddi e prende vita alla base del promontorio di Monte Petrosu, nel territorio di Loiri Porto San Paolo in provincia di Sassari. In sostanza, ci vogliono circa 15 minuti di auto per raggiungerla partendo dal centro di Porto San Paolo, un’altra località sarda che vale la pena scoprire.

Cosa aspettarsi

Cala Ghjlgolu si presenta al viaggiatore come uno spettacolo emozionante. Chi si dirige da queste parti trova al suo cospetto un susseguirsi di sorprendenti calette che sono collegate tra loro grazie a dei sentieri immersi nel verde e nei profumi della macchia mediterranea. Altri, invece, si sviluppano tra le rocce che sembrano ricordare animali e altre curiose forme.

Cala Girgolu, Sardegna

Fonte: iStock

Una angolo di Cala Girgolu

Non sorprende perciò sapere che le spiagge di Cala Girgolu fanno parte, per molti, della lista delle spiagge più belle della Sardegna, anche perché seppur unite tra loro sono quasi completamente diverse l’una dall’altra. Si passa infatti da minuti lidi di sabbia, alcuni con arenile dorato e altri in cui sembra di camminare sulle nuvole, per poi giungere a piccole baie puntellate di sassolini levigati e incastonate in basse scogliere di roccia granitica, che assumono anche sfumature di rosa.

Un bagno di bellezza e di colori da qualsiasi angolazione le si guardi, mentre gli occhi spaziano sul maestoso panorama circostante sull’ Isola di Tavolara e sulle più che limpide acque dell’area marina protetta di Punta Coda Cavallo.

Le spiagge da non perdere

Come vi abbiamo accennato, Cala Ghjlgolu è un susseguirsi di spiagge paradisiache. Elencarle tutte non ci è possibile, ma quel che è certo è che ognuna di esse risplende di un mare dalle mille tonalità di turchese che lambisce scogliere di granito modellate in forme bizzarre e affascinanti.

Tra le varie presenti non possiamo non nominare la vera e propria Spiaggia di Cala Girgolu, la più grande. Si tratta di un arenile che mette a disposizione dei suoi ospiti tutti i servizi di cui si ha bisogno, tra cui un parcheggio, noleggio ombrelloni e lettini, chiosco e così via. Ideale per le famiglie con i bambini, è spesso molto affollata anche perché piuttosto facile da raggiungere. Alle sue spalle, ecco spuntare un altro curioso punto di interesse: uno stagno popolato da diversi uccelli acquatici.

Molto interessante è anche Spiaggia delle Vacche, da molti chiamata anche Cala Squadrone che, seppur piccina, è un’esplosione di mare turchese. Non è facile accedervi, ma una volta attraccati si scopre un minuto angolo di paradiso in cui si fa spazio il maestoso granito e un’area di macchia mediterranea praticamente incontaminata.

Cala Squadrone, Sardegna

Fonte: iStock

Cala Squadrone, detta anche Spiaggia delle Vacche

Chi ama le rocce deve invece dirigersi verso la spiaggia rocciosa dei Sassi Piatti, che si rivela lo spot ideale per chi è in cerca di tuffi e fondali per praticare snorkelling. Un po’ più difficile da raggiungere rispetto alla altre, nella maggior parte dei casi è la più tranquilla, un vero e proprio Eden per lasciarsi andare alla bellezza e al benessere.

La roccia e la Spiaggia della Tartaruga

L’abbiamo tenuta per ultima perché probabilmente è l’attrazione che più attira i visitatori a Cala Ghjlgolu: la Spiaggia della Tartaruga, con il suo omonimo scoglio. Si tratta di un minuscolo fazzoletto di sabbia bianca mista a sassolini levigati protetto da maestose rocce granitiche che, grazie ai raggi del sole, sono in grado di mostrare colori spettacolari.

Il mare, manco a dirlo, è di un azzurro chiaro limpidissimo quasi da sembrar volere accecare. Ma a rendere questo angolo di paradiso particolarmente noto è la presenza di questa roccia che ha le sembianze di una delicata tartaruga che, nel corso del tempo, ha ottenuto il titolo di scoglio più fotografato di tutta la Gallura – o probabilmente della Sardegna intera.

Frutto dell’erosione millenaria degli agenti atmosferici, è stata per ben due volte – e purtroppo – oggetto di attacchi vandalici da parte dei turisti: è una tartaruga senza testa, ma pur sempre uno spettacolo della natura che arriva dritto al cuore.

Cosa vedere nelle vicinanze

Cala Ghjlgolu è anche un ideale punto di partenza per andare a scoprire altri angoli incantati della Sardegna. A pochissima distanza, per esempio, c’è San Teodoro con La Cinta, un vero e proprio arco naturale di circa cinque chilometri puntellato di dune di sabbia bianca e sottile accarezzate da un mare azzurro e limpido. Un posto magico anche perché invaso dal profumo di ginepro, giglio marino ed elicriso.

Poi ancora Cala Brandinchi, da molti considerata la “perla più luminosa di San Teodoro”. Non è un caso che il suo secondo nome sia “la piccola Tahiti”: sfoggia una bellezza esotica, un vero e proprio paradiso terrestre.

Altrettanto splendida è s’Isuledda, un angolo di Gallura impreziosito da sabbia bianca e setosa. Le acque da cui è lambita riescono ad assumere sfumature che vanno dal turchese allo smeraldino, mentre si viene coccolati dagli inconfondibili profumi della macchia mediterranea.

Infine – ma come è possibile immaginare le meraviglie della Sardegna sono pressoché infinite -, la Spiaggia dell’Aldia Bianca che sfoggia un arenile di sabbia fine di colore chiaro e un mare che dall’azzurro passa al verde smeraldo.

Sassi Piatti, Sardegna

Fonte: Getty Images – Ph: REDA&CO

La spiaggia rocciosa dei Sassi Piatti
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La spiaggia iconica che ti farà vivere la Dolce Vita in vacanza

Sulla sua sabbia bianca hanno passeggiato alcune delle dive più amate di sempre e, se a questo ci si aggiunge che è davvero una location stupenda, allora possiamo capire come mai sia considerata la spiaggia più iconica. Incastrata tra cielo e mare, diventa il set perfetto per sentirsi un vip per qualche giorno, proprio come in un film. E perché non la Dolce Vita?

Lungo la celebre Costa Azzurra, a soli cinque chilometri da Saint-Tropez, si trova la spiaggia di Pampelonne, che si estende nel golfo nel comune di Ramatuelle.

La spiaggia di Pampelonne, iconica e che ti fa vivere la Dolce Vita

La Costa Azzurra è una delle mete predilette delle vacanze: ricca di servizi, scenografie da sogno, locali e con quell’allure francese che fa correre subito la mente a eleganza e classe.

Lungo questo tratto di riviera francese, in cui terra e mare si incontrano, ci sono tantissime località deliziose, ma tra le più amate si devono per forza citare Saint-Tropez e  la spiaggia di Pampelonne, che si trova a soli cinque chilometri di distanza.

Un luogo amato dalle star di tutto il mondo, che ha fatto da scenografia anche a film e scatti mitici. Basti pensare al poster ufficiale della 76esima edizione del Festival di Cannes dove si vede una giovanissima Catherine Deneuve sulla spiaggia di Pampelonne, durante le riprese di La Chamade di Alain Cavalier. Oppure a Brigitte Bardot che, anche qui, ha girato E Dio creò la donna, pellicola che non solo ha avuto il pregio di lanciare la carriera della diva ma anche di rendere questi luoghi iconici. Nel tempo sono stati tantissimi i vip che hanno affondato i piedi sulla sabbia di questa spiaggia bellissima, basti pensare che pare sia stata meta delle vacanze di Paris Hilton, Naomi Campbell e tanti altri.

Un luogo perfetto, dunque, dove vivere ancora oggi la Dolce Vita, in chiave francese.

La spiaggia di Pampelonne, un paradiso dal fascino intramontabile

Ci sono luoghi dal fascino intramontabile, grazie non solo alla loro stupefacente bellezza, ma anche al fatto che sono le mete privilegiate dai vip. Una di queste località è, senza dubbio, la spiaggia di Pampelonne, che si estende per circa sei chilometri, lungo i quali si trovano servizi adatti a tutte le esigenze, inseriti alla perfezione nell’ambiente.

Ovviamente non c’è nulla di più bello del paesaggio: un vero e proprio luogo da cartolina, in cui il gioco dei contrasti è vivace e suggestivo. La sabbia bianca, il mare azzurro e trasparente e, alle sue spalle, si estende rigogliosa la macchia mediterranea: una straordinaria immersione nei colori tipici e più belli della costa francese.

Vicinissima a Saint-Tropez la stupenda spiaggia di Pampelonne

Fonte: iStockPhoto

A pochi cholometri da Saint-Tropez si trova l’iconica spiaggia di Pampelonne

Ci sono tantissimi servizi, adatti a tutti per poter godere di ogni confort e vivere un’esperienza al cento per cento da sogno. Per chi ama, invece, un’esperienza più low cost, si trovano anche spiagge libere.

Ovviamente non mancano i locali cool, del resto la spiaggia di Pampelonne si trova su uno dei tratti di costa più celebri al mondo. Tra quelli che vale la pena visitare si possono citare, ad esempio, Le Club 55, nato proprio nel 1955, è un luogo esclusivo e storico, dotato anche di un negozio con oggetti e capi di abbigliamento che si possono trovare solo lì. Leggendaria anche Tahiti Beach, frequentata da clientela raffinata, la struttura dispone – tra le altre cose – di un ristorante gourmet e di un hotel con 20 camere.

La spiaggia di Pampelonne è suddivisa in cinque settori Moulins, Tamaris, Patch, Barraques e Bonne Terrasse, è dotata di parcheggi in cui è possibile lasciare l’automobile, per poi dirigersi sulla spiaggia, che è molto ampia e pulita.

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Lissa, l’isola della Croazia che è un piccolo capolavoro

La Croazia ha la fortuna di essere un Paese costellato di piccoli villaggi da fiaba, lambito da un mare cristallino e pieno di spiagge e calette che sono una più graziosa dell’altra. Tutto ciò potrebbe tradursi in difficoltà quando si tratta di scegliere una precisa destinazione locale in cui trascorrere le proprie vacanze. Per questo motivo abbiamo pensato di raccontarvi di Lissa, un’isoletta così speciale che pare un piccolo capolavoro.

Dove si trova Lissa

Lissa è una deliziosa isola croata che si fa spazio tra le limpide acque del Mar Adriatico. Situata al largo di Spalato, insieme alle “sorelle” Busi (Biševo), Pomo (Jabuka) e Sant’Andrea in Pelago (Svetac), dà vita a un minuto arcipelago che ondeggia a circa 50 chilometri dalla costa dalmata.

Con una superficie di 89,72 chilometri quadrati, è un armonico susseguirsi di coste frastagliate in cui si fanno spazio stupende insenature. Puntellata anche di una lussureggiante vegetazione mediterranea, è culla di produzione di gustosi vini, come il bianco Vugava e il rosso Plavac.

Cosa aspettarsi “dall’ultimo paradiso naturalistico del Mediterraneo orientale”

Lissa, conosciuta anche come Vis, è un luogo che di distingue da tante altre località croate per una condizione davvero particolare: molto spesso qui a dominare è il silenzio. Tutto ciò è dovuto certamente alla sua posizione remota, ma anche perché per molti anni è stata vittima di una chiusura militare.

Vis, isola della Croazia

Fonte: iStock

Lissa, veduta panoramica

Possiamo quindi affermare che Lissa è una delle isole più misteriose e affascinanti delle oltre 1000 che conta la Croazia, una meta ancora abbastanza incontaminata che si può tranquillamente trasformare nella destinazione ideale per chi è a caccia di un’esperienza semplice, ma ricca di natura e tranquillità.

Non molti turisti infatti approdano sulle sue rive, complice la lontananza dalla costa in quanto si impiegano più di due ore di traghetto per attraccarvi. Eppure, tutto ciò le consente di mantenere un fascino davvero unico nel suo genere, tanto da essere stata definita persino “l’ultimo paradiso naturalistico del Mediterraneo orientale” dal WWF.

E no, non è affatto poco, soprattutto se si pensa che è una meta di viaggio ottimale anche per coloro che sono in cerca della buona cucina e del buon vino. Non è un caso che le antiche konoba, ovvero delle ex cantine, siano oggi state mutate in taverne tipiche dove assaporare prelibati piatti di pesce fresco e vini pregiati.

Cosa vedere

Quel che è certo è che Vis è una meta che, prima che sia troppo tardi e che quindi venga invasa dal turismo più di quanto già lo sia, vale la pena conoscere.

La buona notizia è che sull’isola ci sono molti punti di interesse come la stessa città di Lissa, suo porto principale. La piccola “Capitale” è formata da due centri: il Kut, la zona più antica e pittoresca che sembra un intricato labirinto di vicoli lastricati, e Luka, ovvero il porto e la marina.

A unire le due zone cittadine c’è una lunga e suggestiva strada costiera in cui lasciarsi andare a una rigenerante passeggiata che permette di puntare i propri occhi su un panorama che pare incantato. A colpire sono anche le minute casette di pescatori costruite in pietra bianca e sormontate da tetti composti di tegole rosse.

Una località genuina e dove la vita procede a ritmi lenti, senza fretta alcuna. Palazzi seicenteschi dal fascino decadente accompagnano il viaggiatore verso il molo dove sono visibili i resti di una necropoli greca e di terme romane. Voltando lo sguardo sulle colline circostanti, invece, si può notare che spuntano diverse fortezze. Poi ancora il Museo Archeologico di Vis con un’interessante collezione di reperti antichi.

Bellissimo è anche Komiza, un piccolo villaggio di pescatori collegato alla città di Lissa grazie a due strade, una delle quali è particolarmente interessante dal punto di vista naturalistico.

Komiza, Croazia

Fonte: iStock

Veduta di Komiza

Chiamata Comisa in italiano, è la seconda località turistica dell’isola e prende vita su una baia che si trova ai piedi di un monte. Il posto migliore in cui lasciarsi avvolgere da un’atmosfera che sembra superare lo spazio e il tempo anche grazie a ripide viuzze abbracciate da tipiche case in pietra.

Le spiagge da non perdere

Non si può di certo parlare di Lissa e non pensare alle sue spiagge che ben poco hanno da invidiare a quelle dei tropici. Nella zona di Rukavac, sulla costa meridionale dell’isola, ce ne sono diverse e sono una più emozionante dell’altra. Basti pensare alla Spiaggia Stori Rukovac che è raggiungibile tramite un sentiero che parte dalla strada principale. Si tratta di una baia ricca di grossi ciottoli e in cui è possibile trovare un po’ di ombra naturale sotto una palma.

Interessante è anche la Spiaggia di Srbrena che è forse la più famosa di tutta questa spettacolare isola. Un posticino da non perdere in quanto è una graziosa spiaggia di ciottoli bagnata da un mare azzurrissimo e circondata da un’area verde protetta.

La Baia di Stiniva con i suoi ciottoli non è affatto da meno, anche perché è protetta da imponenti scogliere che si affacciano sulle meraviglie del mare. Poi ancora le Spiagge di Milna e Zaglav, questa volta di sabbia, e situate a non molta distanza l’una dall’altra.

Milna è invece un’altra spiaggia che regala anche uno splendido panorama sulle isole e sugli isolotti che impreziosiscono la zona. Compiendo una suggestiva camminata si può raggiungere la meno affollata Spiaggia di Zaglav, più lontana ma comunque speciale.

Chi predilige la sabbia non deve di certo perdersi la Spiaggia di Grandovac, adatta anche famiglie con bambini piccoli. Infine la Spiaggia di Mala Travna, una minuta insenatura a sud dell’isola che pare uscita da un libro di fiabe.

L’esperienza più emozionante

C’è un’esperienza su tutte che vale assolutamente la pena fare presso Lissa: un’escursione in barca lungo la costa per andare alla scoperta della Grotta Azzurra, situata sull’Isola di Bisevo.

Un’attività da non perdere in quanto si tratta di una delle meraviglie naturali più famose e visitate di tutta la Croazia. E c’è un motivo ben preciso: la caverna sfoggia un’apertura sottomarina attraverso cui, tra le undici e mezzogiorno, passano i raggi del sole che danno vita a degli emozionanti riflessi di luce azzurra.

Le spiagge più belle di Lissa

Fonte: iStock

Un angolo incantato di Lissa
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Susa, la città con la medina patrimonio Unesco

Con poche ora di volo dall’Italia si possono raggiungere mete geograficamente vicine ma radicalmente diverse nella cultura e nell’architettura. Un viaggio di questo tipo permette non solo di atterrare in un altro continente, ma anche di fare ingresso un mondo completamente differente dal nostro e che senza ombra di dubbio vale la pena scoprire. È il caso della Tunisia, che vanta una città con una medina che è persino patrimonio Unesco: Susa.

Dove si trova Susa

Susa, il cui nome in francese è Sousse, è il capoluogo del governatorato omonimo e anche uno dei poli turistici più importanti di tutta la Tunisia. Il motivo è piuttosto semplice: si tratta di una città affacciata sul Mediterraneo che sorge sulla costa orientale del Paese.

Non a caso viene considerata la “perla del Sahel“, il celebre litorale tunisino che si estende approssimativamente per 140 chilometri da nord a sud.

La medina di Susa

Come si arriva a Susa si viene invasi da un sentimento ricco di contrasto: da queste parti antiche costruzioni sopravvivono al volto di una città che punta a diventare moderna. Amabile in qualsiasi stagione dell’anno per via delle tante attrazioni storiche che conserva, durante le bella stagione offre la comodità dei resort e tantissime attività culturali.

Alle spalle degli hotel di lusso che fiancheggiano il suo lungomare, sorge il centro storico che protegge numerosi siti di interesse. Primo tra tutti la sua medina che per la sua importanza e bellezza nel 1988 è stata inserita tra i Patrimoni dell’umanità dall’Unesco.

Cosa vedere nella medina di Susa

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Veduta della medina di Susa

Non a caso è uno dei migliori esempi di architettura araba in Tunisia, anche grazie al fatto che è arrivata ai giorni nostri quasi completamente immutata rispetto a come era in passato. La città vecchia si presenta come un labirinto di vicoli protetto da due chilometri di mura in cui svettano Bab el Khabli, sul lato sud, e Bab el Ghabi a ovest, due delle sei porte sopravvissute al passare del tempo.

Dall’avanguardia degli alberghi, si passa quindi a girovagare nella storia e magari a fare anche tantissimi acquisti nelle varie botteghe e nei colorati mercati presenti tra le vie.

Passeggiando tra le antiche stradine, ecco che svetta in tutto il suo fascino la Grande Moschea di Susa che si mostra ai visitatori con una caratteristica davvero insolita: c’è una scala esterna che conduce dal cortile al minareto.

Poi ancora il Ribat di Sousse, una fortezza militare risalente al 800 d.C. dove è possibile salire sulla torre di guardia per godere di spettacolari viste panoramiche sulla città e sul mare. Una costruzione così imponente che funge da punto di riferimento per abitanti e visitatori.

A poca distanza, ecco farsi spazio un’altra meraviglia antica: la Kasbah, uno dei monumenti più sontuosi di tutta la città poiché sembra voler toccare il cielo tramite una delle torri più antiche ancora in piedi in Nord Africa.

Imperdibile è anche il Museo Archeologico di Sousse e lo è perché conserva la più grande collezione di antichità del Paese dopo quella contenuta presso il Museo del Bardo a Tunisi.

Susa: cosa vedere

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La Grande Moschea di Susa

Le spiagge di Susa

La medina di Susa, con i suoi colori e con le sue costruzioni antiche, è certamente da non perdere. Ciò non toglie che la città abbia anche molto da offrire al di fuori delle sue mura. Tra questi vale la pena citare il porto che si distingue per essere vivace, un ottimo punto di partenza per fare diverse e escursioni in barca e un luogo ottimale in cui scoprire la tradizione culinaria della zona.

Per quanto riguarda il mare, Susa offre diverse spiagge in cui potersi rilassare. Detto onestamente, durante l’altra stagione quella che costeggia il lungomare non si distingue per essere particolarmente accogliente e pulita. A fare la differenza sono i lidi degli hotel dove l’attenzione è maggiore in fatto di pulizia, tanto che il Mediterrano riesce a mostrarsi in tutta la sua purezza.

Caratterizzate da un fondo sabbioso accarezzato da un mare quasi sempre calmo, tra le più note c’è Las Vegas beach che si distingue per la sua sabbia particolarmente bianca. Poi ancora Bou Jaafar beach che, pur essendo particolarmente affollata, offre un mare adatto a tutti a dai colori affascinanti.

A quasi quattro chilometri di distanza dal centro di Susa, ecco comparire El Menchia beach con il suo mare turchese e la tanta sabbia bianca perfetta. Poi ancora Kaki beach, Plage Bouficha ed Happy Beach, anche se è giusto sapere che questi sono solo alcuni dei nomi dei tanti angoli in cui rilassarsi nella costa locale.

Le spiagge più belle di Susa

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Il mare di Susa

Cosa vedere nei dintorni

Susa, oltre a essere una realtà interessante da vari punti di vista, offre anche tante meraviglie da scoprire nei suoi dintorni. Takrouna, che sorge in cima a una collina rocciosa fossile, è un vecchio villaggio berbero in cui le persone vivono come facevano i loro avi, uno stile di vita che va via, via scomparendo.

Poi ancora Mahdia, una città medievale costiera dove avventurarsi tra i mille colori del suo bazar per poi rilassarsi in chilometri di costa tutta da esplorare.

Non meno interessante è Port El Kantaoui che quasi presenta un fascino esotico grazie alle sue spiagge bianchissime e l’azzurro cristallino del Golfo di Hammamet.

Infine Monastir che, oltre a un’irresistibile atmosfera marina, mette a disposizione del viaggiatore tanti siti di interesse come la sua fortezza, il Ribat e il mausoleo Bourguiba che spicca per la sua architettura dorata e per la presenza di una cupola e alcuni minareti che lo rendono un monumento assai imponente.

Informazioni utili per organizzare il viaggio

Sousse è considerata una città sicura per i turisti. Nonostante gli attacchi terroristici che purtroppo ha subito nel 2015, la situazione attuale non è preoccupante. A seguito di quel drammatico evento, infatti, le Autorità tunisine hanno adottato nuove misure antiterroristiche in tutto il Paese.

Le misure di sicurezza sono perciò state rafforzate anche tramite operazioni di polizia finalizzate allo smantellamento di cellule terroristiche e alla requisizione di armi. Ciò vuol dire che l’emergere di possibili e nuove minacce viene costantemente monitorato.

Tuttavia, come in qualsiasi altra città, ci possono essere piccoli furti. Per questo motivo è essenziale non lasciare oggetti di valore incustoditi e stare particolarmente attenti nelle zone affollate.

Per il resto, preparate il vostro passaporto – con almeno 3 mesi di validità residua – e correte a scoprire la bella città di Susa.

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In questo paradiso terrestre puoi percorrere le orme di Ernest Hemingway

Forse camminando nelle stanze di questa casa potresti sentire ancora il ticchettio della macchina da scrivere, e non una qualunque, ma quella di uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi, che ha ricevuto anche il Premio Nobel per la letteratura. Siamo in Florida a Key West, nella casa – museo di Ernest Hemingway, una location che vale la pena visitare soprattutto se si programma una visita in questa splendida cittadina nella zona più a sud degli Stati Uniti.

L’edificio è affascinante, sembra un vero e proprio paradiso terrestre, e ricorda le architetture tipiche di quest’area, inoltre è ancora abitato: la casa, infatti, ospita ben 60 gatti. Tra le altre peculiarità dispone di una piscina interrata, un lusso per l’epoca, e un lussureggiante giardino.

Key West, la casa museo di Ernest Hemingway

A Key West Ernest Hemingway ha vissuto per diversi anni, e nella sua casa, un suggestivo edificio in stile coloniale, ha scritto alcune delle sue opere più celebri. Oggi è possibile visitare la struttura, respirare i luoghi in cui il Premio Nobel ha dato vita alle sue storie e sentirsi un po’ parte di quella magia che scaturisce dalle dita e dalla mente di scrittori del suo calibro.

Ernest Hemingway è arrivato nella cittadina della Florida nel 1928, insieme alla seconda moglie Pauline, ma soltanto nel 1931 si sono trasferiti nella casa che si trova in Whitehead Street. L’edificio risale al 1851, l’architettura è un perfetto esempio di stile coloniale spagnolo. Quando è stata acquistata era in rovina, ma questo non ha impedito allo scrittore e alla moglie di intuire la meraviglia che sarebbe diventata dopo i lavori: un vero e proprio paradiso terrestre.

Tra le sue peculiarità la grande piscina interrata, la prima dell’epoca nella cittadina, che si trova nel parco che circonda la dimora. Inoltre, l’arredamento richiama i tanti viaggi che Hemingway ha compiuto nel corso della sua vita.  La copia poi si è separata nel 1940, ma lo scrittore (che successivamente si è trasferito a Cuba con la terza moglie) ha continuato a visitare la cittadina della Florida.

Gli ospiti speciali della casa di Hemingway

Nella casa di Key West vivono ancora oggi degli ospiti davvero speciali: si tratta di circa 60 gatti accomunati da una particolarità. Molti di loro, infatti, sono polidattili, ovvero hanno sei dita. La metà in maniera visibile, tutti comunque sono portatori del gene, come viene spiegato sul sito della Hemingway Home.

Pare, inoltre, che alcuni di questi felini che abitano nel parco del museo, siano discendenti di Biancaneve, il gatto che lo scrittore Premio Nobel aveva ricevuto in dono dal capitano di una nave. E, sempre in suo onore, ogni esemplare è stato chiamato con il nome di un personaggio famoso, proprio come faceva lui.

L’interno della casa

L’interno della casa di Hemingway è un viaggio in quelle che sono state le sue passioni come la pesca, a cui è dedicata una parete nel soggiorno. Ma non mancano la macchina da scrivere, foto di amici, testimonianze della sua vita per un vero e proprio viaggio alla scoperta dell’uomo dietro l’autore tanto celebre e amato in tutto il mondo. All’esterno, oltre a una particolare fontana a forma di nave, si trova anche il suo studio dove lavorava ogni giorno.

L’edificio è aperto ogni giorno dalle nove del mattino alle cinque del pomeriggio. La cittadina di Key West, poi, vale la pena una visita, affascinante, ricca di locali, fa immergere ancora di più in quell’atmosfera in cui sembra di poterci far ricalcare le orme del grande scrittore.

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Conosci la leggenda di quest’isola santuario?

Il Montenegro, un Paese dalle mille sfumature e dal fascino senza tempo, è un gioiello incastonato tra le acque cristalline dell’Adriatico e le maestose montagne che ne abbracciano il territorio.

Un luogo dove paesaggi spettacolari e natura incontaminata si fondono armoniosamente con la storia e le tradizioni di un popolo orgoglioso e ospitale. Terra di contrasti e di emozioni, il Montenegro rapisce il cuore dei visitatori, offrendo un’esperienza indimenticabile fatta di avventure, scoperte e sensazioni uniche.

Oggi, però, vogliamo soffermarci su un luogo veramente speciale e affascinante: l’isola di Gospa od Skrpjela, meglio conosciuta come Nostra Signora delle Rocce. Questa piccola isola artificiale, nata dall’amore e dalla fede di un popolo, è un angolo di paradiso che regala ai visitatori un panorama mozzafiato sulla baia di Kotor e sulle montagne circostanti.

Da qui, lo sguardo può spaziare sull’infinito, tra le acque brillanti e le cime maestose, all’insegna dell’assoluto relax.

Questo luogo di interesse storico e culturale attrae visitatori da tutto il mondo, desiderosi di ammirare la bellezza naturale del paesaggio circostante e di esplorare il ricco patrimonio artistico e religioso dell’isola.

Dominata dalla chiesa e dal suo piccolo museo, Gospa od Skrpjela offre un’esperienza unica, permettendo di immergersi nella storia, nell’arte e nelle tradizioni locali di questa affascinante regione balcanica.

La leggenda di Nostra Signora delle Rocce

Chiesa di Nostra Signora delle Rocce

Fonte: iStock

Chiesa di Nostra Signora delle Rocce, isola di Gospa od Skrpjela, Perast, Montenegro

L’affascinante leggenda di Nostra Signora delle Rocce ha origine nel XV secolo, precisamente il 22 luglio 1452, quando due marinai locali fecero un’incredibile scoperta. Mentre navigavano nelle acque tranquille della baia, trovarono un’icona della Madonna con il Bambino su una scogliera.

Portarono a casa l’immagine più volte, ma scompariva sempre per riapparire nel luogo dove era stata trovata.

Si convinsero allora che la Vergine volesse rimanere lì per sempre e così decisero di costruire una chiesa e, insieme ad essa, di creare una vera e propria isola in suo onore come protettrice dei pescatori e dei marinai.

Fu così che al centro dell’isola venne costruita la Chiesa di Nostra Signora delle Rocce, un tempio cattolico dalla struttura simile a una moschea, eretto per difendersi da eventuali attacchi ottomani.

Ancora oggi si celebra, ogni 22 luglio, la nascita dell’isola con una festa solenne, durante la quale una processione di barche costeggia il pittoresco fiordo.

La leggenda di Nostra Signora delle Rocce rappresenta la forza della fede, dell’amore e della dedizione, tuttora fonte di emozioni per i visitatori e simbolo intramontabile di questa terra affascinante.

L’isola di Gospa od Skrpjela: un tesoro di storia, arte e bellezza

L’isola di Gospa od Skrpjela, circondata dalle acque cristalline e dalle imponenti montagne, offre ai visitatori un’esperienza indimenticabile, ricca di emozioni e di fascino.

Al centro si erge la maestosa chiesa di Nostra Signora delle Rocce, un capolavoro barocco che affascina i visitatori con la sua facciata elegante e il suo interno riccamente decorato. Entrando nella chiesa, si viene immediatamente rapiti dalla bellezza degli affreschi e delle sculture che adornano le pareti e gli altari, testimoniando la profonda devozione e la maestria artistica dei secoli passati.

Tra le opere più significative, spicca l’arazzo della Vergine, creato da Jacinta Kunic, una donna originaria della città di Perast. Realizzato con fili d’argento e d’oro, Jacinta ci ha impiegato venticinque anni per completare il ricamo, intrecciandovi addirittura i capelli. Purtroppo, tale sforzo le costò la vista. Un duro lavoro dopo il quale, purtroppo, diventò cieca.

Annesso alla chiesa, il piccolo museo di Gospa od Skrpjela offre ai visitatori una preziosa opportunità per conoscere più da vicino la storia e le tradizioni di questa affascinante isola e della regione circostante. Tra gli oggetti esposti, si trovano manufatti storici, oggetti votivi e testimonianze della vita quotidiana, che permettono di immergersi nell’atmosfera di un tempo e di comprendere meglio l’identità culturale del luogo.

L’isola di Gospa od Skrpjela è una meta imperdibile per chiunque si trovi a visitare il Montenegro. Con la sua combinazione di storia, arte, cultura e paesaggi mozzafiato, quest’isola artificiale saprà conquistare il cuore di ogni visitatore, lasciando un ricordo indelebile di un luogo dove il tempo sembra essersi fermato e la bellezza regna sovrana.

Perast, Montenegro

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L’antica pittoresca città di Perast, Montenegro

 

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La Valle dei Re e il mito dell’antico Egitto

Meta da “una volta nella vita” è senza dubbio la Valle dei Re, sulla riva occidentale del Nilo di fronte a Tebe (la moderna Luxor), un’esperienza emozionante per immergersi appieno nel mito, nella storia e nella magnificenza dell’Antico Egitto.

Sito archeologico tra i più famosi al mondo, custodisce le monumentali sepolture dei faraoni delle dinastie 18,19 e 20, ovvero il Nuovo Regno d’Egitto.

Tra i reggenti più celebri, troviamo Tutankhamon, Ramses II, Tuthmosis III e Seti I.

La Valle dei Re, tutto il fascino dell’Antico Egitto

Ritrovarsi nella Valle dei Re significa compiere un vero e proprio viaggio nel tempo e andare alla scoperta, con occhi meravigliati, di splendide opere d’arte impreziosite dalle decorazioni dei più importanti scultori e pittori dell’epoca, che rappresentano scene della vita del faraone e i riti funerari, nonché testimoni del magico mondo dell’Antico Egitto.

Patrimonio UNESCO dal 1979, la Valle è suddivisa in due zone: la Valle dell’Est dove si trova la maggior parte delle tombe, e la Valle dell’Ovest dove è possibile attualmente visitare una solo tomba, la Tomba di Ay.

A oggi, le sepolture rinvenute sono 65 ma gli scavi proseguono e non si può escludere che il numero nel tempo possa aumentare.

Ciò che le accomuna è la struttura, con un corridoio inclinato in discesa che conduce a “un’anticamera” oppure a una sorta di “sale d’attesa” chiamate ipostile. A loro volta, tali ambienti portano alla sala funeraria.

Adiacente alla Valle, si trova anche la Valle delle Regine, necropoli dedicata in via esclusiva alle mogli dei faraoni, di altri reali e alle principesse del Nuovo Regno: qui, la tomba più significativa è quella di Nefertari, una delle mogli di Ramses II.

Le tappe da non perdere

Considerata la vastità del patrimonio della Valle e il fatto che il biglietto d’ingresso consente la visita a sole tre tombe (esclusa quella di Tutankhamon per cui è previsto un ticket a parte), è importante avere un’idea di base di ciò che si può ammirare, in modo da compiere le scelte più affini ai propri gusti.

Le Tombe di Ramses II e Ramses III

Partiamo dalla Tomba di Ramses II, identificata come KV7, dove fu rinvenuta la mummia del faraone nel XXI secolo.
Edificata durante la XVIII dinastia, vanta una struttura tra le più imponenti della Valle, di 900 metri quadri, con tre corridoi che conducono a un’anticamera con colonnato e, poi, alla camera funeraria e altri locali che arrivano a 58 metri di profondità.

KV11 è invece la Tomba di Ramses III, tra le più interessanti, con pregiati cartigli e notevoli pitture e bassorilievi ben conservati.
Con colonne e capitelli decorati all’ingresso, ha la struttura di una “tomba classica” con una scala che, scendendo, porta al corridoio e da lì alla camera funeraria.

La Tomba di Merenptah

KV8, appartenne a Merenptah, figlio di Ramses II, e fu scoperta nel 1737.

Dalla struttura che rappresenta un connubio perfetto tra le tombe della XIX e XX dinastia, conserva corridoi finemente decorati con litanie, iscrizioni di libri sacri e scene della vita del faraone, soffitto a volta con decorazioni astronomiche, una sezione dedicata a Ramses II e il vestibolo con il faraone al cospetto dell’Aldilà.

Le Tombe di Seti II Seti I

La Tomba di Seti II, KV15, ha struttura delle sepolture della XIX dinastia: tre corridoi si diramano per giungere all’anticamera e successivamente alla camera di sepoltura.
Da notare le pregevoli decorazioni e le parti del sarcofago e del coperchio in granito all’interno della camera funeraria.

La Tomba di Seti I, padre di Ramses II, è la KV17, dalla struttura complessa e lunghezza di 130 metri, spesso chiusa al pubblico per evitare l’ulteriore danneggiamento dei dipinti.

La Tomba di Setnakht

In origine, apparteneva alla regina Tausert, moglie di Seti I, ma venne usurpata da Setnakht, regnante nella XX dinastia, che la modificò integralmente.

Dall’asse rettilineo di 160 metri si sviluppano otto corridoi in discesa che giungono alla stanza del sarcofago, dal soffitto sorretto da pilastri, e ad altre camere non completate.

Le Tombe di Ramses IX, Ramses V e Ramses XI

La Tomba di Ramses IX, KV6, conserva all’interno 46 graffiti, realizzati da chi la visitò nel periodo classico, ed è una delle più vicine all’ingresso: da ammirare le decorazioni tratte da libri sacri come, ad esempio, il Libro delle Porte.

La Tomba di Ramses V, KV9, utilizzata poi da Ramses VI, presenta ben 995 graffiti, lasciati dai visitatori greco-romani oppure copti.
Ha struttura della XX dinastia, con forma rettilinea fino alla camera di sepoltura, e ottime decorazioni ben conservate.

La KV4 è la Tomba di Ramses XI dove, con ogni probabilità, non venne mai ospitato il corpo del faraone ma rimangono tracce di oggetti funerari a lui dedicati.
Oltre ai numerosi cartigli alle pareti, vi sono segni nella struttura che ne dimostrano l’uso come laboratorio per preparare le mummie.

La Tomba di Tutankhamon

Arriviamo, poi, all’attrazione principale della Valle dei Re, la Tomba di Tutankhamon, KV 62, la cui visita è un’esperienza da includere assolutamente nel tour, una delle scoperte più rilevanti dell’egittologia moderna.

L’ingresso a parte, non incluso nel biglietto per la Valle, è giustificato dalla sua popolarità: qui, nel 1922, Howard Carter, ritrovò il tesoro del faraone della XVIII dinastia, morto a 18 anni dopo essere salito sul trono a soli 8 anni.

All’interno della tomba, furono rinvenuti tre sarcofagi, tra cui quello che conteneva ancora la mummia del “faraone bambino”.

Per via della morte precoce di Tutankhamon, le dimensioni della struttura sono ridotte e non vi sono le sontuose decorazioni che contraddistinguono le altre strutture ma rimane un must.

La Tomba di Ay nella West Valley

Sono molte anche le tombe edificate nella Valle dell’Ovest ma, di queste, solo la Tomba di Ay, faraone della XVIII dinastia successore di Tutankhamon, è aperta al pubblico.

La si può visitare acquistando un biglietto d’ingresso separato presso il Centro Visitatori all’ingresso della Valle: dal parcheggio, la si raggiunge con una lunga passeggiata collinare.

La Casa museo di Howard Carter

Merita una sosta anche la Casa Museo di Howard Carter, scopritore della Tomba di Tutankhamon e uno dei padri dell’egittologia moderna.

Qui egli visse durante gli ultimi anni di scavi nel sito: oltre a conoscere lo stile di vita di un archeologo ammirando scritti, mappe, antichi mobili e la fedele riproduzione della tomba di Tutankhamon, non manca una piacevole sosta nella caffetteria.

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Geroglifici nella Valle dei Re
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Cala Macarella, angolo di paradiso di Minorca

Paradisi balneari nel mondo ce ne sono davvero tanti e uno di questi è, senza alcun dubbio, Cala Macarella, una delle più favolose dell’isola di Minorca.

Siamo di fronte a un autentico spettacolo, 140 metri di spiaggia sabbiosa incastonata in una caletta a forma di conchiglia, accarezzata dalle acque più trasparenti del Mediterraneo.

Cala Macarella, uno spettacolo indimenticabile

Candida sabbia finissima, un tripudio di blu, alte scogliere: Cala Macarella è un incanto, nel cuore dell’Area Naturale d’Interesse Speciale di Minorca, sulla costa sud di Ciutadella.

Vera perla, è plasmata da una raccolta spiaggia selvaggia, mare incredibile dal fondale sabbioso che digrada con dolcezza, perfetto per chi ama cimentarsi in lunghe nuotate, e la fresca pineta sulle scogliere che si fa oasi di refrigerio e tranquillità.

Ideale per le famiglie con bambini e per chiunque desideri concedersi giornate balneari che non si dimenticano, è un must anche per la pratica dello snorkeling: tra le rocce, infatti, si celano piccole insenature, grotte e calette tutte da esplorare.

E poi, certo, è il luogo ideale per divertirsi in spiaggia, fare un picnic, rilassarsi al sole, tuffarsi tra le onde.

Sebbene non sia una spiaggia attrezzata, dispone comunque di servizio di salvataggio da giugno a settembre, bagni, docce e un piccolo chiringuito che offre panini, antipasti, piatti misti, menu per bambini e fast food con servizio self service.

Inoltre, il parcheggio a pagamento è a soli 300 metri mentre quello gratuito a un chilometro con 15 minuti di camminata per raggiungere l’arenile.

Cala Macarelleta, splendida “sorella minore”

Trovandosi a Cala Macarella, un altro consiglio è quello di dedicare del tempo alla scoperta della “sorella minore”, Cala Macarelleta, più raccolta ma meno affollata.

Per raggiungerla, occorre seguire a piedi il Camí de Cavalls verso Cala Turqueta, affascinante sentiero dal panorama mozzafiato che consente di scattare fotografie uniche di Macarella dall’alto.

In cinque minuti sarete arrivati.

Le opzioni per raggiungere Cala Macarella

Vediamo ora quali sono le possibilità per arrivare a Cala Macarella, lungo la costa sud-occidentale di Minorca, a 14 chilometri da Ciutadella.

In auto si può soltanto in bassa stagione, poiché da giugno a settembre non è consentito.

Da Ciutadella, si segue la Ronda Sur, si imbocca il Camí de Sant Joan de Missa e si seguono le indicazioni stradali per le spiagge meridionali.

Da Mahon, capitale amministrativa di Minorca, occorrerà un’ora di macchina.

Chi, invece, si sposta con i mezzi pubblici, potrà servirsi della linea di autobus 69, in partenza ogni venti minuti, che effettua il percorso Ciutadella – Macarella – Ciutadella.

Da Mahon, invece, la linea 51 arriva a Cala Galdana, da cui percorrere a piedi il tragitto per il Camí de Cavalls.

Infine, c’è anche l’opzione della linea 68 da Ciutadella fino a Cala Turqueta da dove si giunge alla spiaggia in un’ora di cammino ammirando uno spettacolo che non si vede tutti i giorni.

Cala Macarella può anche essere esplorata via mare, a bordo di barche oppure kayak, sia con imbarcazioni proprie sia con visite guidate.

Il momento migliore per scoprire una delle perle di Minorca

Come accennato, Cala Macarella è una delle spiagge più affascinanti e gettonate di Minorca per cui sarebbe opportuno arrivare la mattina presto, tra le 14 e le 15 oppure al tramonto.

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Questa “spiaggia rotta” offre una delle visioni più belle del mondo

Immagina un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, dove le acque cristalline si mescolano con un’atmosfera selvaggia e rigogliosa. Un territorio incontaminato, lontano dal turismo di massa, dove la natura regna sovrana. Benvenuto a Nusa Penida, un’isola indonesiana che ti farà innamorare al primo sguardo, perfetta per coloro che cercano di riconnettersi con la natura e vivere un’esperienza autentica e profondamente emotiva in una terra dal fascino primordiale

Situata a soli 20 chilometri dalla frenetica Bali, Nusa Penida è un’oasi di pace e bellezza, un rifugio per chi cerca una pausa dalla routine quotidiana e un luogo dove passare le vacanze all’insegna del vero relax. Le sue spiagge bianche e incontaminate, le scogliere mozzafiato e i fondali marini sono solo alcune delle meraviglie che vi attendono in questo angolo di paradiso.

Alla scoperta della “spiaggia rotta” dell’Indonesia

La "spiaggia rotta", Indonesia

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La “spiaggia rotta” di Nusa Penida a Bali, Indonesia

Pasih Uug Beach, nota anche come Broken Beach o “spiaggia rotta”, deve il suo nome alla sua particolare conformazione geologica. Nel corso dei millenni, l’erosione causata dalle onde del mare e dai venti ha scavato un’enorme apertura a forma di arco nella roccia calcarea che caratterizza quest’area dell’isola di Nusa Penida.

Questo fenomeno ha portato alla creazione di un anfiteatro naturale che si affaccia sull’Oceano Indiano, dando l’illusione di una spiaggia “rotta” o separata dal resto dell’isola, fatta di sabbia bianca e acque cristalline al suo interno.

Un luogo dove lo sguardo si perde tra i colori e le forme di una natura sorprendente e incontaminata. Il suono delle onde che si infrangono dolcemente sulla sabbia bianca e il profumo dell’oceano si fondono tra loro regalando un’esperienza sensoriale indimenticabile.

Oltre alla sua particolare struttura geologica, Broken Beach è un luogo di grande importanza ecologica. La sua posizione isolata e la relativa inaccessibilità hanno favorito lo sviluppo di un ecosistema fragile e ricco di biodiversità. La barriera corallina che circonda la spiaggia è l’habitat di numerose specie marine, tra cui pesci colorati e tartarughe.

È possibile raggiungere la “spiaggia rotta” prendendo un traghetto da Bali. Una volta lì, il suggerimento è quello di noleggiare uno scooter o un’automobile per esplorare l’isola in autonomia. In alternativa, sono disponibili diversi tour organizzati che includono una visita alla “spiaggia rotta” e ad altri luoghi di interesse sull’isola.

Le spiagge più belle di Nusa Penida

Oltre a Pasih Uug Beach, Nusa Penida vanta una varietà di altre spiagge paradisiache che meritano di essere esplorate. Una delle più emozionanti è senza dubbio Kelingking Beach. Situata sulla costa sud-occidentale dell’isola, questa spiaggia è famosa per la sua imponente formazione rocciosa a forma di T-Rex che si estende verso l’Oceano Indiano. Il panorama offerto da questo capolavoro naturale è davvero unico e affascinante.

Per gli appassionati di snorkeling o diving, un must-see dell’isola è la spiaggia di Crystal Bay. Grazie alla sua posizione privilegiata e all’incredibile barriera corallina che la circonda, questa baia offre un’esperienza subacquea indimenticabile e piena di emozioni.

Circondata da palme e vegetazione rigogliosa, crea un ambiente tropicale idilliaco. Inoltre, le sue acque trasparenti e calde sono l’habitat ideale per un’infinità di specie marine, tra cui tartarughe, murene, pesci e il raro Mola, un gigante gentile che può raggiungere i 3 metri di lunghezza.

Nusa Penida è anche la patria di altre spiagge straordinarie e suggestive, come Atuh Beach e Diamond Beach, entrambe caratterizzate da panorami da sogno e un’atmosfera di pace assoluta.

E infine c’è Suwehan Beach, meno conosciuta ma ugualmente incantevole, un angolo di paradiso nascosto che offre tranquillità e relax senza pari. La spiaggia è circondata da alte scogliere e acque cristalline, ideali per nuotare e rilassarsi.

Se siete alla ricerca di un’esperienza autentica e lontana dal turismo di massa, questa piccola isola indonesiana è il posto che fa per voi. Nusa Penida è un tesoro di bellezze naturali e paesaggi da sogno che attendono solo di essere scoperti.

Kelingking Beach a Nusa Penida, Indonesia

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Kelingking Beach, isola di Nusa Penida, Indonesia
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Perù, in viaggio verso le Islas Ballestas: tra fauna marina e meraviglie della natura

Se tra i tanti desideri che custodite c’è per caso quello di ammirare animali in libertà in contesti naturalistici che tolgono il fato, abbiamo una buona notizia per voi. Esiste, infatti, una maniera per rendere reale questo prezioso sogno che custodite nel vostro cassetto: viaggiare verso le Islas Ballestas.

Dove si trovano le Islas Ballestas

Le incantevoli Islas Ballestas sono un gruppo di piccoli lembi di terra che spuntano al largo della città di Pisco, lungo la costa meridionale del Perù. Seppur minute, sono oggi un importante santuario per la fauna marina, ma anche un luogo dove gli animali hanno scelto di rifugiarsi e vivere in tranquillità.

Niente spiagge che tolgono il fiato e mai avvistata una palma per proteggersi dal sole: questo è semplicemente un posto dove osservare mammiferi – e non solo – nel loro ambiente naturale, senza sbarre e intervento umano. Chiamate scherzosamente le “Galapagos dei poveri“, offrono un’esperienza che vale la pena di essere vissuta, una di quelle che bisogna assolutamente spuntare nella lista dei desideri, sempre che vi piacciano gli animali.

Come visitarle

Non è possibile soggiornare sulle Islas Ballestas. L’unico modo per esplorarle è utilizzare le imbarcazioni offerte dalle agenzie che organizzano questo tipo di escursioni e che si trovano presso Paracas. Per raggiungere queste incredibili formazioni rocciose occorre approssimativamente mezz’ora, mentre l’intero tour ha una durata di circa un paio d’ore.

Essenziali sono un cappello e una giacca a vento. Il primo per proteggersi dal guano, mentre il secondo perché fa sempre comodo quando si parla di gite in barca, anche perché i motoscafi sono tutti piccoli e scoperti. No, non avrete la possibilità di avventurarvi a piedi sulle isole, ma avrete comunque modo di vedere da vicino tantissimi animali diversi, alcuni dei quali non è possibile trovare nel nostro Paese.

Cosa aspettarsi

Partecipando a un tour organizzato che conduce presso le Islas Ballestas, vi catapulterete in un vero e proprio incontro ravvicinato con animali di qualsiasi tipo. Creature che non possono essere trattenute in nessun modo dall’uomo. Parliamo di leoni marini, crostacei giganti e uccelli di ogni specie.

E poi ancora decine di migliaia di pellicani e, se particolarmente fortunati, persino cetacei come balene e delfini. Un vero e proprio spettacolo della natura che, attraverso i suoi esseri viventi, sembra volerci parlare e chiedere rispetto.

E poi, anche se pare brutto dirlo, strati e strati di guano (quindi cacca) che per il Perù è una risorsa eccezionale in quanto ha un potere fertilizzante 30 volte superiore allo sterco di vacca. Vi basti sapere che i guardiani delle isole hanno anche il compito di raschiare e raccoglierlo, almeno per 6 mesi consecutivi.

E durante il viaggio di andata una misteriosa meraviglia: il Candelabro, vale a dire un geoglifo peruviano gigantesco che rappresenta una figura a 3 braccia, alta più di 150 metri e larga 50. Se vi state chiedendo dove, la risposta è molto semplice: è scolpito nella sabbia sulla costa, sulle pareti di un’imponente collina.

Per molti, infatti, sembrerebbe avere un collegamento con le ben più famose Linee di Nazca, ma la verità è che al momento non si ha alcuna informazione certa.