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Prima era un treno, ora è un affascinante lodge vista oceano

I viaggi degli ultimi anni ci hanno insegnato che gli alloggi, ormai, non sono più solo i luoghi del riposo e del ristoro, ma sono diventati parte integrante e caratterizzante delle nostre avventure in giro per il mondo. Resort lunari, strutture ricettive a tema cartoon, case sull’albero e baite immerse nella foresta: queste sono solo alcune delle proposte che abbiamo potuto sperimentare girando il globo.

Ci sono alcune strutture, poi, che sono così iconiche da essersi trasformate in vere e proprie attrazioni turistiche che, da sole, valgono un viaggio in capo al mondo, oppure in Sudafrica, come nel nostro caso. Sì perché proprio qui, nella provincia del Capo Occidentale esiste un alloggio davvero speciale che promette di vivere e condividere un’esperienza straordinaria, un treno trasformato in un lodge con vista oceano, situato a 30 metri dalla spiaggia di Mossel Bay. Pronti a partire?

Dormire in un treno in Sud Africa

Il nostro viaggio di oggi ci conduce dall’altra parte del mondo in un luogo tanto affascinante quanto suggestivo. Ci troviamo a Mossel Bay, una città del Sudafrica situata nella provincia del Capo Occidentale. Questo delizioso centro portuale – a metà strada tra Città del Capo e Port Elizabeth – si affaccia direttamente sull’Oceano Indiano e detiene il Guiness dei Primati come luogo con il clima più mite del mondo, dopo le Hawaii.

Le cose da fare e da vedere qui sono tantissime e tutte sono volte a scoprire l’immenso patrimonio naturalistico della città. Mossel Bay, infatti, è il luogo ideale per osservare cetacei e balene che frequentano la costa da giugno a novembre. La città, inoltre, si trova nella Regione floristica del Capo, un vero e proprio regno delle meraviglie che conserva, protegge e valorizza diverse specie vegetali endemiche.

Non mancano, ovviamente, distese di sabbia dorata bagnate da acque azzurre e cristalline che diventano la meta ideale per vacanze all’insegna del relax e della bellezza.

E se tutto questo non dovesse ancora bastarvi per organizzare un viaggio dall’altra parte del mondo, allora eccovi un altro motivo. A Mossel Bay, infatti, esiste uno degli alloggi più suggestivi del mondo situato sulla spiaggia di Santos Beach. Si tratta di un treno blu, convertito in un lodge, che affaccia direttamente sull’oceano.

Santos Beach, Mossel Bay

Fonte: iStock

Santos Beach, Mossel Bay

Dentro il Santos Express Train Lodge

Il suo nome è Santos Express Train Lodge, anche conosciuto semplicemente come Train. Punto di riferimento per la città, nonché attrazione imprescindibile per i viaggiatori, questo treno è situato su rotaie abbandonate che affacciano direttamente sulla spiaggia di Santos e che distano dalle acque dell’oceano appena 30 metri.

Inaugurata nel lontano 1994, questa struttura è stata realizzata grazie alla ristrutturazione di carrozze dismesse, un tempo appartenenti alle ferrovie sudafricane. Sono sette le sistemazioni offerte: ci sono stanze private con bagno in comune, un dormitorio che ospita 16 letti e due suite dedicate alle coppie che desiderano vivere esperienze romantiche.

La struttura ospita anche un ristorante terrazzato, all’interno del quale è possibile sperimentare e assaporare i piatti tipici e caratteristici della cucina del Sud Africa. Tutto questo, ovviamente, potendo godere della vista sull’Oceano Indiano e di tutta la sua meravigliosa suggestione.

Santos Express Train Lodge

Fonte: Santos Express Train Lodge

Santos Express Train Lodge

 

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Mare di fiori e spiagge di palme: viaggio intorno al mondo restando in Italia

Quanti di voi sognano di poter esplorare il mondo in lungo e in largo? Di organizzare quel viaggio della vita per andare alla scoperta di tutte le meraviglie che appartengono al nostro pianeta? Un desiderio condiviso, questo, che è rimasto tale per molti, almeno fino a questo momento.

Esiste un luogo, infatti, dove aiuole lussureggianti convivono con distese desertiche punteggiate da filari di palme. Un posto che può farvi sentire in un paradiso tropicale e che, al contempo, può trasportarvi all’interno dei suggestivi paesaggi alpini. Un giardino delle meraviglie che vi consente di fare un viaggio ideale tra le bellezze del globo pur restando fermi nello stesso posto.

E badate bene perché per vivere questa avventura incredibile non dovrete allontanarvi poi così tanto da casa perché questo posto, che sembra un sogno a occhi aperti ma che è reale, si trova proprio in Italia. Nei Giardini di Castel Trauttmansdorff, infatti, un mare di fiori e spiagge di palme vi aspettano per un inedito e straordinario viaggio intorno al mondo.

Viaggio intorno al mondo nei Giardini di Castel Trauttmansdorff

Il nostro viaggio di oggi ci conduce al cospetto dei suggestivi Giardini di Castel Trauttmansdorff, una destinazione che non ha bisogno di presentazioni e che consente di vivere un’avventura davvero incredibile. Il parco che si estende intorno al Castello di Sissi per 12 ettari, infatti, ospita una delle più vaste collezioni botaniche del mondo intero conservate in altrettanti paesaggi. Un vero e proprio eden terrestre dove la natura regna sovrana.

Proprio qui, in quella che è diventata con gli anni una delle attrazioni imperdibili della città di Merano, è possibile vivere un’esperienza al di fuori dall’ordinario. Grazie alla varietà degli ambienti botanici, che ospitano e custodiscono migliaia di esemplari floristici, passeggiando tra questi giardini avrete come l’impressione di fare un viaggio intorno mondo.

Chilometro dopo chilometro attraverserete paesaggi esotici e alpini, paradisi selvaggi e spiagge desertiche, contesti ricostruiti alla perfezione, come gli originali, che vi restituiranno la sensazione di trovarvi in tanti luoghi contemporaneamente.

Spiaggia delle palme

Fonte: ©Giardini di Castel Trauttmansdorff

Spiaggia delle palme

Tra spiagge di palme e paesaggi alpini

Visitare i Giardini di Castel Trauttmansdorff è sempre un’ottima idea, in ogni periodo dell’anno e in ogni stagione. Ma raggiungere questo parco delle meraviglie in estate vi permetterà di fare un viaggio in più destinazioni del mondo, pur restando sempre nello stesso posto.

Passeggiando tra i sentieri del Giardino Giapponese, per esempio, sarete catapultati nei suggestivi paesaggi che appartengono al Paese del Sol levante. La Spiaggia delle Palme, situata sopra il castello, vi consentirà invece di vivere un’esperienza davvero unica. Qui è possibile prendere il sole all’ombra di una palma, immersi in un’atmosfera esotica, mentre si osservano le cime delle montagne che si snodano intorno ai giardini.

Non può mancare neanche una sosta alla Terrazza della Limonaia, un’area dal fascino indescrivibile che ricorda le ambientazioni della “Dolce Vita” e che vi permetterà di vivere un’esperienza sensoriale al profumo di agrumi.

Ultima tappa di questo viaggio intorno al mondo è il Laghetto delle Ninfee situato ai piedi dei Giardini Acquatici e Terrazzati. Si tratta di un bacino dal color verde smeraldo dalla cui superficie si scorgono delicati esemplari di fiori di loto mentre, tutto intorno, un fitto palmeto che costeggia la riva incornicia una visione sublime.

Prendetevi tutto il tempo per ammirare questi paesaggi, per attraversare i diversi ambienti e per rilassarvi, proprio come se foste in vacanza. Da quale parte dei giardini inizierete il vostro viaggio intorno al mondo?

Giardini di Castel Trauttmansdorff

Fonte: iStock/AlizadaStudios

Giardini di Castel Trauttmansdorff
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Ti spieghiamo perché dovresti visitare questo museo se vai in Thailandia

La Thailandia, terra di contrasti e armonie, è un affascinante labirinto di esperienze che ti avvolge in un abbraccio caldo e accogliente. Qui, l’antico e il moderno convivono tra le strade affollate di Bangkok, dove grattacieli scintillanti si ergono accanto a templi secolari e tranquilli villaggi di campagna in cui il tempo sembra essersi fermato.

Nel cuore pulsante di Bangkok, si trova un tesoro nascosto che attende di essere scoperto: il Museo di Erawan. Questa meraviglia architettonica, con la sua imponente statua dell’elefante sacro, è un omaggio all’arte e alla spiritualità della Thailandia.

Ogni angolo racconta una storia, ogni opera d’arte è un pezzo del mosaico di un’antica civiltà ricca di tradizioni. Il Museo di Erawan non è solo un luogo da visitare, è un’esperienza che tocca l’anima, che ti avvolge e ti trasporta in un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, lasciandoti un ricordo indimenticabile nel cuore.

Alla scoperta del Museo di Erawan

Il Museo di Erawan

Fonte: iStock

Interno del Museo di Erawan, Bangkok, Thailandia

Il Museo di Erawan, situato nella provincia di Samut Prakan, a breve distanza dal trambusto del centro di Bangkok, è un santuario di pace e armonia dove diverse religioni, tradizioni, credenze e arti convivono.

Questo luogo unico non è solo un museo, ma un ponte che unisce culture e ideologie, mantenendo al contempo la loro individualità. Qui, la spiritualità buddista si fonde con l’iconografia hindu, mentre le influenze dell’arte tradizionale thailandese si intrecciano con elementi moderni.

L’edificio, che si eleva per oltre 43 metri di altezza, è dominato da una magnifica scultura di un elefante a tre teste, alta ben 29 metri. Questa statua iconica, realizzata con 250 tonnellate di bronzo, è un simbolo importantissimo per il popolo thailandese.

Prima di iniziare il viaggio all’interno del museo, ti invitiamo a prenderti un momento per esplorare il suo incantevole giardino, un angolo di paradiso abbellito con statue mitologiche orientali, che aggiungono un tocco di mistero e fascino. Una vera e propria oasi di tranquillità, il luogo perfetto per riflettere e ammirare la bellezza dell’arte e della natura. Nella parte perimetrale del museo, troverai anche un piccolo stagno dove i visitatori sono invitati a lasciare dei fiori di loto, un gesto simbolico che non solo arricchisce la bellezza dello stagno, ma crea anche un legame personale tra i visitatori e il museo.

La struttura, inoltre, è stata progettata in modo da riflettere la visione cosmologica hindu, che divide l’universo in tre parti distinte: il Mondo Naga, il Monte Meru e il Paradiso Travatimsa.

La visita inizia con il Mondo Naga, il mondo sotterraneo. Questo è un luogo di introspezione e riflessione, dove siamo invitati a confrontarci con le nostre radici più profonde e a riconoscere l’interconnessione tra noi stessi e il mondo naturale.

Da lì, ascendiamo al Monte Meru, il mondo degli uomini. Questo è il regno della vita quotidiana, dove si confrontano le gioie e le sfide, le vittorie e le sconfitte. Esso rappresenta la nostra esperienza umana, con tutte le sue complessità e contraddizioni.

Infine, raggiungiamo il Paradiso Travatimsa, il regno celeste. È il luogo della trascendenza, dove le preoccupazioni terrene si dissolvono per lasciare spazio alla pace e all’armonia. Le pareti che ci accompagnano nella salita sono adornate con affreschi di un intenso blu, che raccontano la storia della vita di Buddha e del suo viaggio spirituale, culminato nel raggiungimento del Nirvana.

Ogni pennellata, ogni dettaglio, è carico di significato. Un’esperienza che tocca il cuore e l’anima, offrendo uno sguardo profondo sulle antiche tradizioni buddiste.

Uno sguardo sulle meraviglie di Bangkok

Bangkok, la “città degli angeli”, è un gioiello che brilla di luce propria nel cuore della Thailandia. Con le sue luci scintillanti, i suoi templi dorati e la sua energia contagiosa, Bangkok cattura l’anima di chiunque la visiti.

Uno dei luoghi più emblematici della città è senza dubbio il Grand Palace, un complesso di edifici utilizzati come residenza reale fino al XX secolo. Con la sua architettura elaborata e i suoi dettagli intricati, il palazzo è un vero capolavoro dell’arte tailandese. A poca distanza si trova il Tempio del Buddha di Smeraldo (Wat Phra Kaew), considerato il più sacro in Thailandia, che ospita una statua del Buddha realizzata interamente in giada.

Ma non sono solo i monumenti storici a rendere la capitale così unica. Bangkok è famosa anche per i suoi mercati vivaci, dove si può trovare di tutto, dalle spezie esotiche alle prelibatezze locali, dagli abiti di seta ai gioielli artigianali. Non perdere l’occasione di provare anche la cucina locale, ricca di sapori audaci e ingredienti freschi.

Visita Bangkok e lasciati avvolgere dalla sua magia. Scoprirai una città sorprendente che ti conquisterà.

Bangkok

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Skyline di Bangkok, Thailandia
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Anche Parigi ha il suo grattacielo: è l’unico della città

Parigi, la Ville Lumière, è un’affascinante sinfonia di cultura, storia e romanticismo. Ogni angolo della città è un tributo alla sua ricca eredità, con le sue strade acciottolate che raccontano storie di epoche passate e monumenti imponenti che sono la testimonianza del suo glorioso passato. Dal fascino senza tempo della Tour Eiffel al luccichio dorato della Senna al chiaro di luna, Parigi incanta i suoi visitatori con la sua bellezza eterea.

Con il suo inconfondibile aroma di croissant appena sfornati, il suono melodioso della lingua francese che riempie l’aria e l’arte che pervade ogni spazio, Parigi è più di una città; è un’esperienza che risveglia l’anima e fa battere il cuore più velocemente.

Ma c’è un’attrazione che più di tutte affascina per la sua architettura mozzafiato: è la Torre di Montparnasse, un grattacielo che si erge alto nello skyline di Parigi. Con i suoi 210 metri di altezza, domina l’orizzonte parigino, offrendo una vista panoramica imperdibile. Salendo sulla sua terrazza panoramica, è possibile respirare l’aria della capitale da una prospettiva completamente nuova. E mentre il sole tramonta e la città si illumina, è facile rendersi conto che la Torre di Montparnasse non è solo un edificio, ma un emblema della grandezza e dell’ambizione di questa città magica.

La Torre di Montparnasse: un capolavoro nel cuore di Parigi

La Torre di Montaparnasse a Parigi

Fonte: Getty Images

Scorcio della Torre di Montparnasse a Parigi, Francia

La Torre di Montparnasse regala una vista mozzafiato sulla città, offrendo panorami senza pari. Dalla sua terrazza di osservazione, è possibile ammirare i monumenti più famosi di Parigi, come la Tour Eiffel, il Louvre e Notre Dame. Ogni angolo della città è visibile in tutto il suo splendore, offrendo ai visitatori un’esperienza veramente unica e indimenticabile.

La visita alla Torre inizia con un viaggio su un ascensore che può raggiungere il 56° piano in soli 38 secondi. Una volta arrivati ​​in cima, troverete l’osservatorio che è strutturato su due livelli.

Il 56° piano è un luogo speciale, circondato da ampie vetrate che offrono una vista a 360 gradi su Parigi. Da lì, la Tour Eiffel si staglia in tutta la sua maestosità, incorniciata dal verde del Campo di Marte e dei Giardini del Trocadéro. Più lontano, il quartiere della Défense, con le sue strutture futuristiche, offre un contrasto affascinante con l’architettura storica del centro di Parigi. Questa visuale permette di apprezzare la varietà e la bellezza unica del panorama urbano cittadino.

Dopo aver goduto della vista dal 56° piano, potrete salire a piedi le scale per raggiungere la terrazza panoramica esterna al 59° e ultimo piano della Torre di Montparnasse, il luogo perfetto per scattare foto indimenticabili della città. Con la sua struttura ariosa e lo spazio parzialmente coperto, offre un’ampia gamma di angoli e prospettive.

Da lassù, si possono facilmente riconoscere alcuni dei luoghi più emblematici della città, tra cui la Place de la Concorde, l’Opéra Garnier, il quartiere di Montmartre, l’Università della Sorbona e molti altri.

Ma la Torre di Montparnasse è molto più di un semplice punto di osservazione. Oltre al ristorante dal design glamour “Ciel de Paris“, che offre una cucina raffinata con una vista mozzafiato sulla città, la torre dispone anche di spazi interattivi ed espositivi. Questi possono essere utilizzati per organizzare vari eventi, dalle feste alle cerimonie, e a volte vengono trasformati in discoteche per serate speciali.

Il grattacielo di Parigi: mezzo secolo di storia

La Torre di Montparnasse, con la sua imponente presenza nel panorama parigino, ha celebrato il suo 50° anniversario lo scorso 18 giugno. Fu costruita tra il 1969 e il 1972 e progettata da un trio di architetti francesi: Eugène Beaudouin, Urbain Cassan e Louis Hoym de Marien. Nonostante le controversie iniziali sulla sua costruzione, la Torre di Montparnasse è diventata un importante centro di attività e un’attrazione turistica popolare.

Inizialmente, la Torre non fu ben vista dai parigini poiché rovinava la bellezza della loro amata città. Tuttavia, le opinioni hanno cominciato a cambiare nel 2012, quando un nuovo sistema di illuminazione con 58 proiettori a LED è stato installato sulla torre. Questo ha trasformato l’edificio in un affascinante punto di riferimento notturno, offrendo un contrasto cromatico con la vicina Torre Eiffel. Da allora, la Torre di Montparnasse è diventata un elemento iconico e amato dai cittadini di Parigi.

La Torre di Montparnasse a Parigi

Fonte: Getty Images

Vista della Torre di Montparnasse a Parigi, Francia
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Questo bizzarro museo vale da solo un viaggio a Lisbona

Cosa ci spinge a metterci in viaggio e a esplorare il mondo in lungo e in largo? A volte lo facciamo perché ispirati dai racconti degli altri viaggiatori, altre volte per assecondare il desiderio di perderci e immergerci in paesaggi da cartolina. Ma lo facciamo anche per raggiungere i luoghi iconici, i monumenti artistici e architettonici, e per scoprire le tradizioni e le usanze di popolazioni vicine e lontane.

Ci mettiamo in viaggio anche per andare alla scoperta della cultura di una determinata destinazione, quella conservata, protetta e valorizzata all’interno di musei, alcuni dei quali si sono trasformati negli anni in vere e proprie attrazioni turistiche. Scrigni delle meraviglie che, da soli, valgono un intero viaggio.

Ed è proprio di un museo che vogliamo parlarvi, di uno dei più insoliti, bizzarri e particolari che abbiamo mai visto. Si tratta del Centro Interpretativo da História do Bacalhau che, come il nome stesso suggerisce, celebra il baccalà. Curiosi di scoprirlo? Preparate i bagagli: si vola a Lisbona.

Bentornati a Lisbona

Il nostro viaggio di oggi ci conduce in una città che non smette mai di incantare, stiamo parlando di Lisbona. Affascinante, colorata, superlativa: la capitale del Portogallo, che sorge sulla costa e si estende su un territorio collinare, è una delle mete predilette di viaggiatori e turisti provenienti da ogni parte del mondo. Le cose da fare e da vedere qui sono così tante che non basta un solo viaggio per scoprirle tutte.

I vicoli della città vecchia e le case dalle tinte pastello, il fiume Tago sovrastato dall’iconico ponte 25 de Abril, il Museo Nazionale Azulejo, dedicato all’arte delle piastrelle in ceramiche: queste sono solo alcune delle attrazioni imperdibili in città, alle quali poi si aggiungono tutte le prelibatezze gastronomiche che appartengono alla tradizione locale e che meritano di essere assaporate.

Ma al di là dei luoghi più frequentati dai viaggiatori, che si estendono fino alle spiagge atlantiche situate al di fuori del nucleo urbano, esiste un’attrazione davvero particolare, sicuramente unica. Si tratta di un museo che celebra il baccalà e che racconta la storia del simbolo della cucina portoghese.

Il museo che celebra il baccalà

Sono molti i viaggiatori che raggiungono Lisbona per assaporare la ricca tradizione gastronomica che appartiene alla città. È proprio nella capitale del Portogallo, infatti, che è possibile assaggiare i pasteis de nata, dolci caratteristici che da sempre rispondono alle esigenze dei palati più sopraffini.

I pasticcini di pasta sfoglia, però, non sono gli unici a deliziare i sensi di chi arriva fin qua giù. Per gli amanti del salato, infatti, ci sono tantissime proposte a base di pesce, e soprattutto di “bacalhau”, che è l’emblema della tradizione culinaria locale.

È proprio al baccalà che è stato dedicato il Centro Interpretativo da História do Bacalhau situato nel Lisboa Story Centre, il museo interattivo dedicato all’intera storia di Lisbona. Uno spazio davvero inedito che permette a tutti i visitatori di fare un viaggio attraverso il tempo per scoprire le origini, le tradizioni e l’evoluzione di quello che è riconosciuto come simbolo della gastronomia di un Paese intero.

Una volta entrati all’interno dell’edificio, gli ospiti sono invitati a intraprendere un viaggio ideale attraverso le testimonianze e le storie dei marinai e dei pescatori che sono arrivati fino in capo al mondo per pescare questo esemplare, e portarlo in tavola con ricette che sono diventate iconiche.

Non è tutto però, all’interno del Centro Interpretativo da História do Bacalhau, infatti, è stato creato anche uno spazio dedicato allo shopping culinario. Questo vuol dire che i visitatori – prima di andare via – possono acquistare porzioni di baccalà fresco o secco, e in diverse lavorazioni, e fare un viaggio nella cultura portoghese attraverso il sapore.

Bacalhau

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Bacalhau di Lisbona
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Cnosso, il più importante sito archeologico di Creta

L’isola di Creta, la più grande e la più popolosa della Grecia, oltre a essere un vero e proprio gioiello del Mediterraneo è anche un fazzoletto di terra dalla storia molto antica. Tantissime sono le testimonianze del suo passato che possono essere ammirate ancora oggi, ma c’è un sito che riveste un’importanza fondamentale, un luogo leggendario e in qualche modo profondamente legato ai miti antichi. Parliamo di Cnosso, il sito archeologico più famoso di Creta e anche uno dei più prestigiosi di tutto il nostro pianeta.

La sua contestata scoperta

Cnosso è un sito archeologico che risale all’età del bronzo, e quindi un importante centro della civiltà minoica (la civiltà cretese dell’età del bronzo). Della sua esistenza lo si sapeva già da tempo, ma solo nel 1878 Minos Kalokairinos, un antiquario e commerciante, fece una prima importante scoperta: riportò alla luce due magazzini del palazzo di Cnosso.

All’epoca, tuttavia, i padroni del terreno lo costrinsero a fermare le ricerche: Creta era sotto il dominio dell’Impero Ottomano che richiedeva ingenti somme di denaro per lavori come questi. Bisogna quindi arrivare al 1900, anno in cui Sir Arthur Evans, archeologo e direttore dell’Ashmolean Museum di Oxford, decise di intraprendere con l’aiuto del suo assistente, l’archeologo inglese Duncan Mackenzie, alcuni scavi sistematici lungo questo territorio.

Fu così che, più o meno verso la fine del 1903, quasi tutto il palazzo venne riportato alla luce. Evans continuò poi con i suoi scavi fino al 1931, facendo emergere dalle viscere della terra monumenti e affreschi che ancora oggi incantano i visitatori per via delle loro ottimali condizioni e dei vividi colori.

Cnosso, isola di Creta

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Un angolo di Cnosso, Creta

Tuttavia, lo scopritore di questo immenso tesoro non fu esente da critiche: scelse di ricostruire alcune parti del palazzo con l’ausilio di abbondante cemento armato, e quindi con l’uso di materiali estranei all’architettura minoica.

Seppur contestato – probabilmente a ragione – è impossibile non ammettere che si deve comunque a lui – e in grandissima parte – la scoperta del mondo minoico poiché, fino a quel momento, era ritenuta solamente pura mitologia greca. Al giorno d’oggi gli scavi di questo prezioso angolo della Grecia continuano, ma per mano della Scuola Britannica di Atene.

La storia del palazzo

La spettacolare isola di Creta presenta diversi palazzi che sono stati edificati per ospitare i suoi quattro re. E, come tutti gli edifici che svettano nel territorio, anche il palazzo di Cnosso fungeva da centro politico, religioso ed economico dell’impero marittimo minoico, oltre a possedere un carattere sacro.

Sito archeologico Cnosso

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Cnosso vista dall’alto

Secondo le ricostruzioni, occupava una superficie di 22.000 metri quadrati, aveva più piani e una pianta molto complessa e intricata. Una struttura mastodontica: pare che potesse ospitare fino a 12.000 persone nelle sue 1.300 stanze, sale per il culto e per i ricevimenti, alloggi del re, della regina e dei funzionari dell’amministrazione.

Si sostiene, inoltre, che fu raso al suolo da un drammatico terremoto che avvenne intorno al 1628 a.C., e per questo all’inizio del XVI secolo a.C fu eretto un “secondo palazzo”. Questa seconda struttura era ancor più complessa della prima, tanto da essere considerata il famigerato labirinto del mito del Minotauro e del filo di Arianna.

Cosa c’è nel Palazzo di Cnosso?

Dalle premesse fatte, è abbastanza palese che parliamo di un sito archeologico di eccezionale importanza e bellezza. Le cose da vedere nel Palazzo di Cnosso sono davvero numerose, ma di certo non si possono non menzionare i due pozzi di forma circolare in cui venivano gettati oggetti sacri e da dove partivano due corridoi: il primo conduceva al Propileo Occidentale, luogo in cui il re riceveva i visitatori, mentre l’altro è noto come Corridoio della Processione per via degli affreschi che raffigurano processioni di sacerdoti, uomini e donne.

Più che straordinaria è la Sala del Trono in cui il tempo sembra non essere passato mai: è ancora splendidamente affrescata. Poi c’è il Megaron della Regina, dove sono stati rinvenuti gli affreschi più belli di tutta la Grecia arcaica, che conduce alla Sala da Bagno della Regina che anche ai giorni nostri presenta vasca e gabinetto.

È inoltre interessante sapere che, secondo studi approfonditi, sarebbero i bagni più avanzati di tutta l’antichità poiché erano presenti canalizzazioni sotterranee, fogne, canali di scarico ed acqua calda sempre disponibile. Per l’epoca, quindi, una sorta di miracolo.

Molto interessante è anche l’Area dei Magazzini che a dirla tutta è stata anche la prima sezione del parco ad essere stata scoperta. Si tratta di una zona di enorme importanza perché aiuta a comprendere più a fondo lo stile di vita della civiltà minoica.

Infine, ma ci teniamo a specificare che in queste poche righe abbiamo menzionato solo alcune delle cose che è possibile visitare presso Cnosso, l’Area Teatrale che all’epoca poteva ospitare fino a 500 persone.

Sala del Trono, Cnosso

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La splendida Sala del Trono

I meravigliosi affreschi

Arrivare a Cnosso vuol dire immergersi in un microcosmo di straordinari affreschi: i cretesi dipingevano sulle pareti del palazzo opere pregiate seguendo la visione di profilo dell’arte egizia. Molte di queste opere sono attualmente conservate e gelosamente protette presso il museo archeologico di Candia, mentre altre sono ancora osservabili presso questo meraviglioso sito archeologico.

È il caso dei dipinti che tuttora impreziosiscono il Corridoio della Processione e che raffigurano uomini e donne che trasportano doni come vasi, anfore e coppe. Tra i più noti c’è il Principe dei Gigli, ovvero un affresco che rappresenta un giovane sacerdote che indossa un copricapo fatto di gigli e piume di pavone.

Da queste parti è possibile visitare anche l’affresco più emblematico di Cnosso: il Toro in un Paesaggio con Ulivi. Situato sul muro del balcone occidentale, rappresenta questo possente animale immerso in un tipico paesaggio locale, un affresco che inevitabilmente ha contribuito ad alimentare la Leggenda del Labirinto di Cnosso.

Straordinario è anche l’Affresco della Taurocatapsia che raffigura un toro durante l’evento più popolare tra i cretesi e in tutte le fasi della gara: la presa del toro per le corna, il salto e persino l’atterraggio.

Infine, da non perdere è l’affresco che è stato definito il più poetico di tutta l’area archeologica: quello dedicato ai delfini e posto nel Megaron della Regina.

Affresco dei Delfini, Cnosso
L’Affresco dei Delfini

Il labirinto di Cnosso e la leggenda del Minotauro

Non si più parlare del Palazzo di Cnosso senza raccontare del Labirinto e dell’affascinante Leggenda del Minotauro. Si narra che il re di Creta, il mitico Minosse, decise di far costruire un labirinto – che corrisponderebbe a questo sito archeologico –  per catturare e chiuderci dentro il mostruoso Minotauro, ovvero una creatura nata dall’unione di sua moglie, Pasifae, con un toro: aveva la testa di questo animale e il corpo di uomo.

Stando al curioso racconto, l’intricatissimo labirinto fu progettato dall’architetto ateniese Dedalo e dal figlio Icaro. Ciò che crearono fu talmente complesso che, una volta terminata la costruzione, loro stessi ne rimasero prigionieri. Fu così che Dedalo decise di produrre delle ali che attaccò con la cera alle loro spalle: in questo modo riuscirono a fuggire, ovvero volando.

Il re Minosse aveva un figlio di nome Androgeno ma che purtroppo morì per mano di alcuni ateniesi. Per questo motivo, decise di vendicarsi e proprio usando lo spaventoso Minotauro: ordinò che Atene avrebbe dovuto inviare a Creta, ogni nove anni, sette fanciulli e sette fanciulle da offrire in pasto a questa mitologica creatura.

La leggenda a questo punto narra che il massacro terminò solo quando Teseo, figlio del re ateniese Egeo, si offrì di uccidere il Minotauro. Fu Arianna, figlia di Minosse e Pasifae, ad aiutare l’eroe greco a ritrovare la via d’uscita dal labirinto utilizzando un gomitolo rosso che, una volta srotolato, gli avrebbe permesso di seguire a ritroso i propri passi.

Teseo, quindi, riuscì a trovare il Minotauro, ucciderlo e grazie al “filo di Arianna” evase da questo complesso labirinto. Se vi state chiedendo se questa struttura costruita in modo tale che risulti difficile per chi vi entra trovare l’uscita esista, la risposta è no. Si narra di essa solo nella mitologia e nelle leggende.

Tuttavia, quando Evans riportò alla luce questo straordinario sito assai complesso a livello architettonico – in particolare per l’epoca a cui apparteneva – lo ricondusse al mito del Minotauro. Ma non solo, c’è anche un riferimento morfologico lessicale che si connette al famigerato labirinto: il simbolo del palazzo era un’ascia bipenne, il cui nome in greco antico corrisponde alla parola labyrinthos, ovvero labirinto. Quel che è certo, quindi, è che si tratta di un sito altamente importante e sorprendente.

Toro in un Paesaggio con Ulivi, Cnosso

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Il Toro in un Paesaggio con Ulivi, l’affresco che contribuì alla Leggenda del Minotauro

Dove si trova e come arrivare

Sì, almeno una volta nella vita bisogna visitare Cnosso. Tale complesso è situato a circa a 6 chilometri a sud della moderna città di Heraklion e per questo risulta facilmente raggiungibile dal centro principale di Creta.

È stato edificato sulle alture del piccolo villaggio di Kefala, non troppo distante dal sacro Monte Ida, luogo dove secondo la leggenda si sarebbe nascosto Zeus per non farsi uccidere dal padre Crono.

Se non si ha a disposizione un’automobile, si può usufruire dell’autobus numero 2 che collega il porto di Heraklion al Palazzo più o meno ogni 20 minuti. Nel caso in cui si arrivi comodamente con mezzi propri, è disponibile un parcheggio a pagamento vicino all’ingresso.

Non resta che fare un viaggio a Creta e dedicare un giorno al mito e alla storia antica visitando le maestose rovine di Cnosso.

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Ecco come accedere a questo piccolo paradiso italiano

Il paradiso non è lontano, in Italia ci sono tantissimi luoghi che sembrano usciti da un sogno: da città in cui si respirano la storia e l’arte, fino a posti che sono vere e proprie meraviglie della natura.

Non stupisce infatti che il Bel Paese sia una delle mete più amate dai turisti di tutto il mondo, perché in ogni punto in cui arriva, lo sguardo viene colpito da scenari mozzafiato. Come quello di un paradiso tutto italiano, uno dei luoghi più incantevoli tra i tanti che punteggiano lo stivale e le sue isole. Ed è proprio in una di queste che si trova la spiaggia di Scopello, nota per i suoi suggestivi faraglioni, per la tonnara e per l’acqua limpida e cristallina: una tappa imperdibile se si programma un viaggio in Sicilia, per una giornata che colpa gli occhi di bellezza nel mezzo della natura.

La spiaggia dei faraglioni a Scopello

Scopello si trova a una quarantina di chilometri da Trapani ed è un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato. Si tratta di una piccola frazione del comune di Castellamare del Golfo, abitata da un centinaio di persone. Qui si trova una delle spiagge più belle della Sicilia occidentale.

Per accedere alla spiaggia si deve passare dalla tonnara, una delle più antiche di tutta l’isola. Basti pensare, infatti, che le prime edificazioni possono essere fatte risalire al tredicesimo secolo, mentre quella che conosciamo oggi è stata realizzata intorno al quindicesimo secolo.

Il costo per l’ingresso alla tonnara ammonta a 4 euro, si può visitare il museo (dura circa 30 minuti) e accedere all’area. Vi è un numero massimo di accessi giornalieri, per proteggere questo luogo in cui natura e storia si incontrano e regalano ai visitatori uno scenario paradisiaco.

I faraglioni emergono dalle acque e sulla sommità hanno una vegetazione tipicamente mediterranea mentre la spiaggia è costituita da una piattaforma: questo la rende il luogo perfetto per ogni età. Il fondale è ricco di rocce, per cui vale la pena immergersi armati di maschera per ammirare anche le sue acque cristalline.

Quando andarci? Sempre: il mare della Sicilia non ha stagione. Per raggiungere la spiaggia basta superare la baia di Guidaloca e prendere la strada per Scopello.

Scopello e dintorni: le meraviglie da non perdere

Non solo tonnara e spiaggia dei faraglioni: nell’area intorno alla frazione di Scopello ci sono tantissimi luoghi da visitare. Del resto, la Sicilia è un concentrato di location da sogno e di esperienze da vivere: tra mare, natura, arte e ghiottonerie enogastronomiche.

Ad esempio, si può visitare la Riserva dello Zingaro aperta ogni giorno dalle 7 alle 19,30 e dove si trovano spiagge, sentieri per fare delle camminate, grotte. E poi Castellammare del Golfo, centro di grande interesse per le sue architetture, per la sua storia e per le tradizioni che si rinnovano nelle feste, oltre all’ambiente circostante ricco di luoghi da visitare. Oppure Segesta, un’antica città dotata di un tempio e di un teatro che risale all’età ellenistica. Da qui è possibile godere di un panorama unico.

Tantissimi luoghi da scoprire e sapori da gustare, per un’immersione totale in una terra dal fascino inesauribile.

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Da qui si può ammirare uno dei panorami più belli del mondo

Il villaggio di Hallstatt, nell’Alta Austria, è una di quelle mete imperdibili per ogni viaggiatore. A renderlo attraente, oltre allo scenario da fiaba che gli fa da cornice, è soprattutto il vicino punto panoramico ‘5 Fingers’, che offre una delle vedute più spettacolari delle Alpi ed è, senza ombra di dubbio, uno dei luoghi più suggestivi di tutto il Paese.

Lo spettacolare panorama dalla piattaforma ‘5 Fingers’

L’incredibile punto panoramico dista meno di 20 minuti a piedi dalla stazione di Krippenstein della linea di funivia del Dachstein. Si tratta di 5 piattaforme, concepite come le cinque dita di una mano (da cui il nome, ‘5 Fingers’), ognuna con un design diverso, che permettono al visitatore di mettere alla prova la propria resistenza alle altezze vertiginose e di godere di una vista unica su Hallstatt, il lago che la rende così caratteristica e la regione interna del Salzkammergut.

Le singole dita, lunghe circa 4 metri, a un’altitudine di 2.035 metri sul livello del mare, sono costruite sopra un abisso profondo 400 metri. Ciascuna piattaforma ha caratteristiche diverse, ad esempio una è interamente in vetro, mentre un’altra permette ai visitatori di avere una visione ancora più scenografica, grazie a una grande cornice barocca.Tutte, ad ogni modo, offrono un panorama come se ne vedono pochi al mondo.

Di sera, è possibile scorgere da lontano il punto di osservazione, illuminato fino a mezzanotte, così che allo spettacolo si unisce la magia. È visibile persino dai villaggi di Hallstatt e Obertraun. Se volete sapere di più sulla zona che ospita le Five Fingers, lungo la strada che porta alle cinque dita troverete pannelli informativi che forniscono informazioni sulla fauna, la flora e la geologia del Dachstein Krippenstein.

Come raggiungere 5 Fingers da Hallstatt

Il punto panoramico 5 Fingers si trova a pochi chilometri da Hallstatt ed è facilmente raggiungibile in auto, in autobus o a piedi. Per giungere a destinazione, partendo dal villaggio, basta fare il giro del lago fino al parcheggio della Dachsteinseilbahn di Obertraun. Da lì, si può prendere la funivia in cima al monte Krippenstein. Il viaggio dura circa 15 minuti e sarete ricompensati con alcune delle più belle vedute della regione. Se, invece, preferite fare un’escursione, il percorso è piuttosto impegnativo ma possibile: circa 9-10 km, con un dislivello di 1500 metri.

Hallstatt, il paese che ha ispirato il regno di Frozen

Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1997, Hallstatt è da sempre una destinazione ambita dell’Alta Austria per il suo fiabesco paesaggio e attrazioni come la più antica miniera di sale del mondo, con 7.000 anni di attività estrattiva. Di recente, la popolarità di questo idilliaco villaggio austriaco, a un’ora di macchina da Strasburgo, è aumentata in modo considerevole dopo che si è diffusa la notizia che l’architettura alpina e l’ambiente pittoresco che la circonda avrebbero ispirato il regno di Arendelle del film “Frozen” della Disney.

Flussi turistici diventati incontrollabili (oltre un milione di visitatori all’anno, per un borgo che ospita poco più di 750 residenti) si dirigono verso il belvedere che domina la cittadina, il lago e le montagne, per renderlo protagonista di foto e selfie da postare sui social. Una situazione che però sta sfuggendo di mano, generando un vero e proprio problema di overtourism, che il sindaco di Hallstatt, Alexander Scheutz, ha cercato di recente di scoraggiare installando dei  pannelli in legno sul punto panoramico preso d’assalto dai cacciatori di souvenir fotografici. Un’iniziativa particolare a cui, però, i cittadini si sono detti contrari, costringendo l’Amministrazione a rimuoverla. La località ha anche  fissato dei limiti per le auto e gli autobus in ingresso.

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Cala Croce, un piccolo angolo da sogno di Lampedusa

Attraccare a Lampedusa equivale a realizzare un sogno: è un’isola dalla bellezza disarmante, tanto che il suo nome potrebbe tranquillamente far parte della definizione di “paradiso” in qualsiasi dizionario esistente. Famosissima in tutto il mondo per la sua Spiaggia dei Conigli, offre in realtà numerosi angoli da sogno, come la sua eccezionale Cala Croce.

Dove si trova e come raggiungere Cala Croce

Cala Croce si sviluppa nella zona meridionale di quella che è l’isola più estesa dell’arcipelago delle Pelagie. Situata a circa 3 chilometri di distanza dall’Aeroporto di Lampedusa, si può raggiungere senza troppe difficoltà dal centro abitato dell’Isola.

Occorre infatti attraversare la via Madonna e poi la Strada di Ponente. Chi invece preferisce fare belle passeggiate a piedi, può arrivare in questo angolo che pare uscito direttamente dalle mani di un abile pittore da altri punti strategici dell’Isola, come dalla non lontana Spiaggia della Guitgia.

Cosa aspettarsi

Come praticamente tutto ciò che riguarda Lampedusa, anche Cala Croce è una vera e propria garanzia di bellezza. Si tratta di una minuta insenatura poiché offre una lunghezza di circa settanta metri. A far emozionare è che la sua sabbia è talmente candida che il fondale del mare riflette tutte le sfumature possibili dell’azzurro.

Ma non è finita qui perché andando verso l’interno di Cala Croce si scopre che è divisa in due parti, proprio quasi a formare una croce, dove si fanno spazio due graziose spiaggette divise da un lembo di costa rocciosa.

La più grande è chiamata Spiaggia di Cala Croce, mentre la più piccola è affettuosamente soprannominata dagli abitanti dell’isola “Portu ‘Ntoni“. A Cala Croce, tra le altre cose, è possibile scegliere con tutta la tranquillità del caso come scorrere la propria giornata: sono presenti strutture che forniscono vari servizi marittimi come sdraio, ombrelloni, bar e ristoranti, così come la possibilità di fare snorkeling in tutta sicurezza. Non mancano tratti di spiaggia libera in cui sdraiarsi e prendere il sole.

Le spiagge più belle di Lampedusa

Se la Spiaggia dei Conigli è così bella da essere stata decretata la migliore d’Europa e Cala Croce è un minuto angolo di paradiso, non sono meno emozionanti le altre spiagge di Lampedusa.

Ne abbiamo scelte alcune a partire da Cala Galera che si distingue per possedere una sabbia spessa e per sorgere alla fine di una vallata, in una profonda insenatura.

Non meno interessante è Cala Pulcino dove sopravvivono suggestive grotte che sono il luogo ideale per gli amanti dell’immersione e dello snorkeling.

Poi ancora Cala Greca, un piccola e intima spiaggetta puntellata di morbida sabbia fine. Cala Francese, dal canto suo, si fa amare per essere caratterizzata da una combinazione di sabbia e pareti rocciose. Adatta per le famiglie con bambini, offre un’atmosfera suggestiva e un mare che pare incantato.

C’è poi la Spiaggia Mare Morto dove le rocce si specchiano sul mare, l’acqua è verde e trasparente, e che al posto della sabbia offre delle grotte entro le quali ripararsi dal sole.

Arriviamo poi a scoprire Cala Uccello che è certamente una delle più tranquille dell’isola. Circondata da imponenti scogliere, è una specie di rifugio di pace in cui immergersi in acque trasparenti e godere di una commevente vista panoramica.

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Questo villaggio ai confini del mondo è un sogno a occhi aperti

Esiste un luogo dall’altra parte del mondo ancora sconosciuto ai più, un piccolo paese che affaccia sul mare e che è popolato da appena 700 anime. Qui il tempo scorre lento, scandito solo dalla natura e dai suoni delle onde che si infrangono sulla costa. Ci troviamo a Puerto Pirámides, un piccolo paradiso terrestre fuori dai radar turistici, dove la comunità dialoga ogni giorno con la natura selvaggia e autentica. Il villaggio, infatti, è situato nel cuore del Parco Nazionale della Péninsule de Valdès, un’area riconosciuta come Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco.

Puerto Pirámides è l’unico nucleo abitato di tutta la penisola, nonché l’ultimo agglomerato urbano prima delle terre aride e sconfinate che si estendono a est. Raggiungerlo, e trascorrere del tempo qui, vuol dire concedersi un’esperienza all’insegna del relax, della natura e della grande bellezza. Ma vuol dire anche avere un’ottima base d’appoggio per scoprire tutte le meraviglie del territorio circostante.

Le cose da fare qui sono diverse e tutte sono destinate a sorprendere. È possibile passeggiare tra le case basse e colorate, fare shopping tra le botteghe di artigianato locale e perdersi nelle infinite sfumature blu del mare. Ma non è tutto perché Puerto Pirámides è un microcosmo delle meraviglie che ospita numerosi esemplari di flora e di fauna che si possono incontrare a ogni passo compiuto. Se siete curiosi di scoprire questo luogo, non vi resta che preparare i bagagli e raggiungere questo villaggio ai confini del mondo per vivere un sogno a occhi aperti.

Benvenuti a Puerto Pirámides

Il nostro viaggio di oggi ci conduce alla scoperta di un luogo ancora poco battuto dal turismo di massa: Puerto Pirámides. Ci troviamo sulla costa del Mar Argentino, nel cuore della Penisola Valdés, un’insenatura costiera collegata al continente dall’istmo Carlos Ameghino le cui origini risalgono a milioni di anni fa.

Proprio qui, in un paesaggio mozzafiato e primordiale, sorge Puerto Pirámides, un pittoresco villaggio di mare che confina con la natura circostante e che è popolato da appena 700 abitanti. Come abbiamo anticipato, si tratta dell’unico e ultimo centro urbano del territorio e il suo patrimonio è così inestimabile da essere stato riconosciuto dall’Unesco nel 1999.

Il paese è caratterizzato da un nucleo urbano fatto di case basse e colorate, abbellite da numerosi murales che rendono l’atmosfera fiabesca. Lungo la strada principale è possibile trovare numerose botteghe di artigianato, negozi per lo shopping, piccoli hotel e strutture ricettive dove alloggiare per scoprire le bellezze del territorio. A fare da sfondo a questa passeggiata c’è il mare, quello blu profondo che bagna spiagge di sabbia dorata che brillano al sole e che accolgono gli abitanti del villaggio durante le stagioni più calde.

La fauna marina di Puerto Pirámides

Fonte: Segretariato del Turismo di Puerto Pirámides/Ph. Claudio Nicolini

La fauna marina di Puerto Pirámides

Un patrimonio naturale da scoprire

Puerto Pirámides è la destinazione perfetta da raggiungere per tutte quelle persone che desiderano vivere una vacanza all’insegna della bellezza e lontano dal traffico e dal caos della città. Ma è anche un luogo da sogno per tutti coloro che desiderano ritrovare il contatto con la natura più autentica.

Lasciando la Ruta 3, dopo Desempeño, è possibile infatti accedere all’Area Protetta del territorio e vivere un avventura senza eguali. Passeggiando per le strade si possono incontrare diversi esemplari di fauna selvatica che qui vivono liberamente. Gli incontri proseguono anche lungo la strada del mare: Pinguini di Magellano, elefanti marini, orche, delfini e la Balena Franca Austral hanno fatto di questo luogo la loro casa.

Essendo il villaggio molto piccolo è possibile spostarsi da una parte all’altra del territorio a piedi, raggiungendo quindi luoghi incontaminati, scorci idilliaci e paesaggi maestosi. Tra i luoghi più imperdibili segnaliamo la spiaggia della Restinga e la Playa de la Piedra Guacha. Partendo da qui è possibile raggiungere a nuoto le numerose grotte che si snodano tutto intorno.

Ultimo, ma non meno importante, è l’aspetto gastronomico. Una volta giunti nel villaggio, infatti, potrete deliziare il vostro palato con i molteplici piatti di mare che caratterizzano la tradizione locale.

Puerto Pirámides

Fonte: Segretariato del Turismo di Puerto Pirámides/Ph. Ángel Gómez de Olivera

Puerto Pirámides