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I migliori itinerari della birra in Italia

È un tipo di turismo in continuo “fermento”, nel vero senso della parola, quello della birra. Gli appassionati di questa bevanda non sono solamente coloro che vivono nei Paesi del Nord Europa, famosi per i pub e i birrifici, ma sono sempre più anche gli italiani ad amarla e a essere degli stimati intenditori.

Se la Germania – e in particolare la Baviera – detiene il primato di consumo di birra pro capite, sono gli Stati Uniti a vantare il maggior numero di birrifici al mondo. Anche l’Italia, però, non è da meno. Da noi, infatti, la produzione della birra ha origini antichissime. Ancora oggi, da Nord a Sud dell’Italia, vengono prodotte birre artigianali legate anche alla stagionalità e al territorio.

Lo spiega molto bene Luca Grandi, co-autore di una serie di guide intitolate “Turismo birraio – Guida per viaggiatori in fermento” (Edizioni LSWR) incentrate proprio sui territori del Nord-Est, Nord-Ovest, Centro, Sud e isole d’Italia.

Il turismo birraio, spiega Grandi, porta fuori dai soliti itinerari turistici e farà conoscere un modo di viaggiare all’insegna della lentezza e della necessità di riappropriarsi di ritmi e prodotti stagionali che avevamo dimenticato, ma soprattutto ci farà guardare il territorio con occhi diversi. Non è insolito trovare nelle birre di oggi, oltre agli ingredienti base della birra come malto e luppolo, anche frutta, verdura, spezie, creali e persino fiori.

Le quattro guide uscite da poco non sono solo rubriche con indirizzi di birrifici da visitare e dove fare degustazioni. Certo, ci sono anche quelli, ma vogliono soprattutto far conoscere itinerari turistici originali, descrivendone le particolarità territoriali, naturalistiche, artistiche e monumentali, all’interno dei quali sono collocati dei microbirrifici.

Ve ne segnaliamo quattro, uno per territorio, che ci hanno particolarmente intrigato e che pensiamo meritino un viaggio.

Itinerario lungo la via Aurelia da Boccadasse a Camogli

Il mare è protagonista di questo itinerario, da fare in treno o bicicletta, lungo la costa ligure nella provincia di Genova, che si snoda lungo una strada millenaria di epoca romana: la via Aurelia. Qui, scogli e rocce a picco sul mare lasciano spazio a qualche rara e bellissima insenatura di sabbia, mentre antichi borghi dalle forti tradizioni e dalle case colorate rendono il paesaggio ancor più iconico.

L’itinerario parte di fatto da Genova in quanto Boccadasse è il borgo dei pescatori del Capoluogo ligure e va verso Nervi, famosa per le sue splendide ville d’epoca come Villa Saluzzo Serra e Villa Grimaldi Fassio. Seguendo la Passeggiata Anita Garibaldi si giunge a Sant’Ilario, la cui stazione ormai dismessa è stata protagonista di una delle canzoni più famose, “Bocca di Rosa” di Fabrizio de André.

La tappa successiva è Recco, celebre per la sua focaccia, ma non solo, Già in epoca romana era una sosta importante per il commercio, fino ad arrivare a destinazione: Camogli, uno dei borghi più pittoreschi della Riviera di Levante. Le sue case colorate che si gettano nel mare sono una cartolina. Si dice che quest’esplosione di colori aiutasse i pescatori di rientro dal mare a individuare meglio la propria casa. Il birrificio di questa zona si trova a Genova e si chiama Maltus Faber, situato nell’ex Fabbrica di birra Cervisia.

Itinerario tra i castelli dalla Val d’Adige alla Val di Non

L’itinerario si sviluppa in provincia di Trento e porta alla scoperta di un territorio puntellato di manieri e di castelli che meritano una visita. Il primo è il Castello di Monreale, detto anche di Königsberg, una solitaria roccaforte a sorveglianza della zona di Faedo che un tempo era di dominio tirolese. Oggi decorato da una cinta merlata appare come un castello fiabesco immerso tra i boschi.

Poi c’è Castel San Gottardo i cui ruderi sono incastonati in un’alta parete di roccia. A due passi c’è Castel Firmian e, infine, il Castello della Torre, un edificio fortificato costruito con diversi stili architettonici. Qui, a Borgo d’Anaunia, una frazione di Fondo in provincia di Trento, si trova il birrificio Fon, che usa acqua del territorio montano e materie prime locali per produrre la propria birra.

Itinerario dei borghi tra Perugia e Assisi

Soprannominata “polmone verde l’Italia”, l’Umbria regala meravigliosi itinerari nella natura. Il tour che vi suggeriamo parte da Perugia e si dirige verso San Martino e poi verso Torgiano, annoverato tra i Borghi più belli d’Italia. L’itinerario prosegue verso Bettona, detto anche “il balcone d’Italia” per via dei suoi scorci mozzafiato su tutta la valle e, lungo il tragitto, si incontra il famoso Castello di Rosciano.

L’itinerario prosegue in direzione di Foligno con una tappa a Bevagna, una piccola perla della Valle Umbra nonché uno dei Comuni Gioiello d’Italia, ma anche Città del vino, Città dell’olio, Città dei sapori, Città del bio e Città del miele. Il tour termina a Foligno, il cui centro storico merita una visita, così come il Museo della stampa dove l’11 aprile del 1472 venne stampata la prima copia della “Divina Commedia” di Dante.

Da Foligno si passa necessariamente per il borgo di Spello, una piccola meraviglia di pietra rosa molto amata dai turisti, e infine si giunge ad Assisi, che non dobbiamo neppure descrivervi perché la sua fama è già ben nota. Ed è a pochi chilometri da Assisi che si trova il birrificio Birra dell’eremo che ha ricevuto diversi premi.

Itinerario nella Penisola sorrentina e nella Terra delle Sirene

Questo tour tocca alcuni dei luoghi meno affollati della Campania come Vico Equense, arroccato su un blocco di tufo che si getta nel mare, una cittadina dalle origini antichissime, le Terme dello Scrajo, conosciute e frequentate sin dall’Ottocento e famose per le loro acque salso-bromo-iodiche e sulfuree considerate miracolose.

Gli appassionati di trekking possono proseguire sul sentiero del CAI verso Monte Faito, dalla cui cima si gode di una splendida vista su tutta la penisola e il Golfo di Napoli, in alternativa si raggiunge Castellamare di Stabia si prende la funivia. La tappa successiva dell’itinerario è Sorrento, dove perdersi tra i vicoli stretti e i palazzi antichi prima di godersi la vista pazzesca dell’omonimo golfo dal punto più bello: la Villa Comunale. Ed è qui che si trova il Birrificio Sorrento, dove la birra viene prodotta coi famosi limoni IGP e le arance bionde di Sorrento, tutti prodotti locali.

Si prosegue poi verso Massa Lubrense anche conosciuta come Terra delle Sirene in quanto proprio qui secondo la leggenda, le sirene cercarono di ammaliare Ulisse con i loro canti. Qui s’incontrano altri pittoreschi villaggi di pescatori, come Marina della Lobra, Punta Campanella e la baia di Ieranto, Sant’Agata sui due Golfi.

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Lago Flathead, tra i più puliti del mondo

Nel cuore selvaggio e incontaminato del Montana, negli Stati Uniti, si cela un tesoro di rara bellezza: il Flathead Lake. Con un’estensione di oltre 200 miglia quadrate, è il più grande lago d’acqua dolce naturale ad ovest del Mississippi, una distesa di pura meraviglia che incanta chiunque abbia la fortuna di ammirarla.

Le sue acque cristalline, tra le più pulite al mondo, riflettono il cielo e le montagne circostanti, creando un suggestivo spettacolo di colori e luci.

Questo lago è un’oasi di pace e serenità, un rifugio dalla frenesia della vita quotidiana. È una meta imperdibile per gli amanti della natura, una vera delizia per gli appassionati di pesca e uno scenario ideale per avventure indimenticabili.

Se stai pianificando la tua prossima vacanza negli States, il Flathead Lake è un luogo da non perdere, che incanta, ammalia e che lascerà un’impronta indelebile nei tuoi ricordi.

L’eterna purezza del Flathead Lake

Lago Flathead

Fonte: iStock

Flathead Lake, Montana, Stati Uniti

Il Montana è una terra affascinante, dove la maestosità della natura si svela in tutta la sua grandezza. Migliaia di anni fa, i ghiacciai che hanno dato forma ai magnifici paesaggi del Glacier National Park, si sono estesi fino alla moderna Flathead Valley e hanno modellato il Flathead Lake.

Questo immenso lago d’acqua dolce, il più grande ad ovest del Mississippi, si estende per 185 miglia di costa e raggiunge una profondità massima di 370 piedi.

Incorniciato tra le imponenti catene montuose di Swan e Mission, questo è un luogo di straordinaria bellezza, un ampio specchio d’acqua blu che riflette il cielo limpido e azzurro, incantando con la sua incontaminata purezza.

Il Flathead Lake non solo offre panorami mozzafiato, ma anche una vasta gamma di attività coinvolgenti per i visitatori e gli abitanti locali. Le sue acque limpide sono irresistibili e invitano a immergersi in un’infinità di avventure acquatiche. Grazie ai venti favorevoli, infatti, questo lago è l’ideale per praticare sport come la vela, il kiteboarding o il kayak.

Inoltre, ci sono innumerevoli aree di campeggio dove è possibile trascorrere la notte sotto il cielo stellato. E se preferisci rilassarti ascoltando il dolce fruscio delle onde, le rive sono i luoghi ideali per picnic indimenticabili, dove potrai goderti un pasto con vista sulle montagne all’orizzonte.

Alla scoperta del Glacier National Park, il paradiso dei ghiacciai

Il Glacier National Park è una destinazione imperdibile per chiunque visiti il Flathead Lake. Famoso per le sue vette maestose, i suoi ghiacciai imponenti e la sua fauna selvatica, il parco offre un’avventura senza pari per gli amanti della natura e dell’outdoor. Lontano dal trambusto dei grandi centri urbani, è senza dubbio uno degli ecosistemi meglio conservati dell’America Settentrionale.

Nel 1995, l’UNESCO ne ha riconosciuto l’importanza ecologica e culturale, dichiarandolo Patrimonio dell’Umanità.

Il territorio, che comprende due catene montuose, con una superficie di oltre 4.000 km², oltre 200 laghi e 1000 miglia di fiumi, è un rifugio per centinaia di specie animali, come gli orsi Grizzly, nonché un ambiente di straordinaria ricchezza e biodiversità.

Nella regione settentrionale delle montagne del nord, la natura si manifesta in tutta la sua grandiosità. Le cascate si tuffano da altezze vertiginose nelle profondità verdi e misteriose delle valli, creando sfumature di luci e colori che ti lasceranno senza fiato. Puoi passare le giornate esplorando i sentieri escursionistici, ammirando i paesaggi incontaminati o ascoltando il suono del vento che sussurra tra gli alberi.

Nel Glacier National Park, gli amanti dell’avventura possono praticare sport adrenalinici come il rafting, o fare gite fluviali panoramiche, viaggi e tour di pesca.

Infine, a discapito della sua strabiliante bellezza, vale la pena considerare che questo parco una volta vantava la presenza di 150 ghiacciai. Tuttavia, a causa dei cambiamenti climatici, oggi ne rimangono solo 26. Gli scienziati prevedono che, secondo i modelli e i trend attuali, questi ghiacciai potrebbero completamente scomparire entro il 2030, modificando drasticamente il paesaggio naturale del National Park.

Pertanto, se sei alla ricerca di un posto unico e selvaggio, non perdere altro tempo. Il tuo viaggio di avventura ti sta aspettando.

Glacier National Park

Fonte: iStock

Swiftcurrent Lake al tramonto, Glacier National Park, Montana
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Il safari tra le dune rosse è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita

Il fascino del deserto è qualcosa di impareggiabile, che lascia senza fiato. Per questo è tanto ammirato dai turisti di tutto il mondo. Proviamo a chiudere gli occhi e a immaginarci una distesa di dune, la sabbia rossastra, i raggi del sole che la fanno scintillare. Siamo vicino a Dubai e i safari tra le dune rosse fanno parte di quelle esperienze da provare almeno una volta nella vita.

Perché permettono di vivere a stretto contatto con questo luogo affascinante partecipando a diverse attività e ammirando un paesaggio mozzafiato e unico nel suo genere. Alla fine gli occhi resteranno colmi di quella meraviglia che toglie il fiato,  che è uno (dei tanti) motivi per cui vale la pena viaggiare.

L’esperienza da non perdere: il safari tra le dune rosse

Giri in cammello, attività sportive, cene e spettacoli: i safari tra le dune rosse del deserto sono tanti e offrono esperienze di ogni genere, un modo per vivere alcune ore magiche in uno territorio che, con il suo aspetto e le sue tradizioni, è tra i più affascinanti al mondo.

Il deserto, il suo silenzio, la vastità degli spazi in cui ci si trova immersi, sono qualcosa di davvero magico, che vale la pena provare almeno una volta nella vita.

Ci sono davvero tanti tour, in genere si viene prelevati dal proprio hotel a Dubai e portati nel deserto su fuoristrada. Lì si potrà fare un giro con i quad, salire in groppa a un cammello, sperimentare cene tradizionali e godersi il tramonto tra le spettacolari dune di sabbia. Un istante di impareggiabile bellezza. E per i più sportivi c’è anche la possibilità di mettersi alla prova con il sandboarding, un’attività molto simile allo snowboarding ma che viene fatta sulla sabbia invece che sulla neve. E per finire, nei campi, vengono allestiti dei veri e propri spettacoli per intrattenere i partecipanti ai tour.

Le opzioni sono davvero tantissime, prevedono ad esempio anche tour più brevi, e permettono di vivere momenti che resteranno nella mente e negli occhi per lungo tempo. Un’esperienza a stretto contatto con la natura e con le peculiarità di un territorio affascinante e davvero unico.

Cosa portare in un safari tra le dune rosse del deserto

I tour sono molto organizzati e offrono ogni comfort a chi partecipa, però è bene partire preparati, almeno nell’abbigliamento. Obiettivo essere comodi e riuscire a far fronte alle temperature del deserto che sono molto calde di giorno e più fresche nel corso della notte.

L’ideale è usare tessuti tecnici o leggeri per il giorno, fondamentale è coprire tutto il corpo (testa compresa) per proteggersi dal sole: quindi per un safari tra le dune rosse è bene indossare pantaloni lunghi e maglie a maniche lunghe. Per quanto riguarda le calzature è meglio optare per scarpe comode e chiuse. Se si dorme nel deserto, si devono portare con sé capi più pesanti per far fronte all’abbassamento delle temperature. E poi occhiali da sole e crema protettiva.

Ovviamente macchina fotografica o, in alternativa, un telefono cellulare per poter immortalare l’esperienza e riviverla anche tempo dopo.

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Il modo migliore per scoprire le Fiandre è un tram vista mare

Ammettiamolo: se pensiamo a un tram, la sua collocazione ideale è il contesto urbano. Non ci riesce certo difficile immaginare questo mezzo mentre percorre strade affollate, trafficate. Ma se vi dicessimo che ne esiste uno che, invece, corre lungo una costa e permette di osservare dei panorami mozzafiato? Potreste anche essere scettici, ma vi stiamo dicendo proprio la verità: si chiama Kusttram ed è il veicolo perfetto per scoprire le Fiandre Occidentali.

La sua linea ferroviaria si sviluppa per ben 67 kilometri e conta altrettante stazioni. In sole due ore (se non ci ferma e si vuole solo rimanere a bordo) si possono ammirare delle panoramiche incantevoli sul Mare del Nord e si possono scoprire dei giochi di colore, specie al tramonto, che sembrano richiamare dei suggestivi dipinti.

La storia del Kustram

Partendo da Bruxelles, ci vogliono solo un paio d’ore per raggiungere De Panne, comune belga situato nella provincia fiamminga delle Fiandre Occidentali. È da qui che parte il Kusttram che già prima di salire possiede due particolarità: in primis è l’unico tram interurbano rimasto in Europa e poi pare anche che la sua linea singola sia la più lunga al mondo.

Prima di salire a bordo è possibile conoscere un po’ della storia di questo mezzo: la linea fu inaugurata nel 1885 e ancora oggi, in una struttura chiamata Deposito, è possibile guardare i primi vecchi vagoni del Kusttram, realizzati con pannelli di legno e morbidi sedili e illuminati con lampade art nouveau a forma di fiori.

Kusttram

Fonte: iStock

Kusttram

Oggi il tram è un mezzo moderno, canonico, che a un primo sguardo potrebbe non avere niente di diverso rispetto a quelli su cui si può salire in qualsiasi città. Una volta preso posto e dopo pochi minuti dalla partenza, la differenza – letteralmente – si vede: il Kusttram inizia a percorrere subito la costa, mostrando come primo spettacolo l’ampio arenile di De Panne.

La vista mozzafiato e le tappe

Il cammino del tram continua, procede con puntualità. Come abbiamo già accennato, sono ben 67 le fermate in programma, tutte su città costiere. La cosa più interessante da sapere è che non si tratta di un mezzo turistico o storico: è un tram che viene usato quotidianamente. In qualche modo, questo rende l’esperienza a bordo ancora più particolare, perché mentre gli abitanti del Belgio non sembrano toccati dai panorami che si distendono e si perdono a vista d’occhio, per i turisti è un’esperienza del tutto unica.

Spiaggia nelle Fiandre

Riguardo alle tappe, ogni città e cittadina attraversata dal Kusttram è degna di nota, ma un posto di rilievo va sicuramente dato a Ostenda, città di vocazione sempre più turistica e con delle spiagge e dei panorami davvero incantevoli, da visitare almeno una volta nella vita.

Come prendere il Kusttram

Come abbiamo già accennato, il Kusttram è un mezzo quotidiano, che non ha alcuna ambizione d’essere un treno storico (nonostante l’antichità della linea ferroviaria e il suggestivo percorso possano permetterglielo), dunque non occorre alcun particolare sforzo per salire a bordo. Recendosi da De Panne basterà fare il biglietto (va dai 13 ai 20 euro) e aspettare pazientemente la partenza.

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Sella del Diavolo, un angolo d’Italia avvolto nel mito

La Sardegna è un’isola che è in grado di offrire degli scorci che sono di una bellezza spesso disarmante. Un angolo del nostro Paese dove mare e montagna si fondono, e in cui piccoli borghi fanno spazio a imponenti cascate dai suoni fragorosi. Un territorio eccezionale e che nasconde anche tesori antichi così come magnifiche località che sono avvolte nel mito, tra cui la splendida Sella del Diavolo.

Come arrivare alla Sella del Diavolo

Nonostante il nome che potrebbe sembrare spaventoso, la Sella del Diavolo è un bellissimo e peculiare promontorio che sorge nella zona Sud di Cagliari e che separa la Spiaggia del Poetto da quella di Calamosca. Simbolo della città, si affaccia sul Golfo degli Angeli che, oltre a essere un vero angolo di paradiso, per i cagliaritani è anche sacro.

Si tratta quindi di una meraviglia della natura, una sorta di sua carezza sul mare situata a soli 5 chilometri di distanza dal centro città. Arrivarci è molto semplice: dal centro di Cagliari è possibile salire a bordo di un autobus pubblico che in soli 10 minuti conduce al capolinea di Calamosca, da qui si prosegue a piedi sino ad incontrare l’inizio del sentiero che sale verso il belvedere.

Perché si chiama così?

Non si può non rimanere incantanti dalla Sella del Diavolo: si trova al centro esatto del Golfo degli Angeli ed è la propaggine che si spinge sino al mare del colle di Sant’Elia. Da lassù lo scenario che si può ammirare è così emozionante che il suo nome deriverebbe da una leggenda biblica.

Sella del Diavolo, Cagliati

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Il profilo della Sella del Diavolo

A onor del vero, esistono due versioni di questo racconto antico, ma secondo la leggenda più diffusa furono proprio i diavoli a rimanere folgorati dalla pura bellezza di questo posto, tanto che cercarono di impossessarsene.

Per l’altra variante furono invece gli angeli a chiedere in dono a Dio questo angolo straordinario di Sardegna perché qui vi era una totale assenza di malvagità. Una richiesta che però scatenò la gelosia di Lucifero.

Avvenne così uno scontro proprio nelle infinità dei cieli che illuminano la costa cagliaritana, una battaglia che vide vittorioso l’esercito degli angeli guidato dall’arcangelo Michele. Il Diavolo però non ne uscì indenne, ma anzi, durante lo scontro perse la sella, che cadde solidificandosi e dando origine al mitico promontorio.

Fu così, dunque, che nacque il curioso nome di questa affascinante sporgenza montuosa e del Golfo degli Angeli, in quanto gli abitanti dell’ampia insenatura lo vollero dedicare ai loro salvatori.

Come salire e cosa fare sul promontorio

Come vi abbiamo detto in precedenza, la Sella del Diavolo è un luogo iconico di Cagliari e che da sempre attira l’interesse degli escursionisti (e non solo). Non vi sorprenderà sapere, quindi, che è meta prediletta di chi ama avventurarsi nella natura pur restando praticamente in città. Inoltre, è destinazione ideale anche per il trekking notturno.

Dal piazzale accanto alla Spiaggetta di Calamosca o dal porticciolo di Marina Piccola si sviluppano alcuni sentieri che permettono di esplorare il promontorio. Il tutto mentre si è circondati da scorci paesaggistici eccezionali e che, nelle giornate particolarmente limpide, consentono di allungare lo sguardo fino a Capo Carbonara e i dodici chilometri del Poetto e del suo lungomare. Alle loro spalle svetta anche il profilo del parco di Molentargius-Saline.

Escursioni presso la Sella del Diavolo

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Il panorama dalla Sella del Diavolo

Intraprendere questi tragitti equivale a poter osservare le palme di san Pietro, ginepri, olivastri, cespugli di lentischi ed euforbie. Tra le altre cose, la Sella del Diavolo è anche la temporanea dimora di uccelli rari e pregiati, come il falco pellegrino, gheppio e la pernice sarda, così come di curiose volpi e conigli selvatici.

Cosa vedere lungo il cammino

In questo affascinante angolo di Sardegna è presente un sentiero naturalistico e archeologico che costeggia tutto il promontorio. La salita è possibile unicamente dal versante di Calamosca, dopodiché si ha l’opportunità di seguire uno dei tanti percorsi tracciati dagli escursionisti e senza paura di perdersi.

Dopo circa una mezzora di salita, si costeggia una rete della zona militare per poi arrivare a uno strapiombo direttamente sopra il rimessaggio barche del porticciolo di Marina Piccola, punto da cui si può cogliere un panorama che spazia da Viale Poetto sino a Capo Carbonara e al mare aperto

Sul punto più elevato, tra le altre cose, sopravvivono ancora le rovine di un tempio punico dedicato ad Astarte, o almeno così si sostiene perché proprio qui è stata ritrovata una lastra che oggi è conservata al museo archeologico di Cagliari.

Ci sono anche due cisterne, una di origine punica, e un’altra di epoca romana. Ma non è finita qui perché, oltre al panorama magico e alla quiete della natura, sopravvivono anche alcuni resti del monastero dei Vittorini, monaci dell’XI secolo che per lungo tempo si occuparono della gestione delle saline della zona.

Poi ancora una torre di guarda di matrice spagnola che era parte del sistema costiero di difesa dalle incursioni saracene e alcune strutture militari, compreso un fortino, che risalgono alla Seconda Guerra Mondiale.

Le spiagge protette dal promontorio

La Sella del Diavolo è un luogo magico e in cui poter effettuare sorprendenti escursioni. Al contempo, mentre si è vigilati dal suo incredibile profilo, è anche un promontorio che ai suoi piedi protegge due spiagge bellissime: quella del Poetto e di Calamosca.

La Spiaggia del Poetto è immensa e bellissima, tanto da estendersi per 8 chilometri di litorale tra Cagliari e Quartu Sant’Elena. Caratterizzata da sabbia soffice e mare azzurro, è una delle spiagge cittadine maggiori d’Europa, nonché tra le più belle e frequentate di tutta l’Isola.

La Spiaggia di Calamosca, dal canto suo, sorge in una splendida baia sormontata da due imponenti promontori: a est Capo sant’Elia, mentre a ovest c’è l’affascinante Sella del Diavolo.

Il mare anche qui è limpido e presenta persino delle tonalità che vanno dal verde smeraldo all’azzurro, acque che lambiscono un arenile composto di sabbia con ciottoli levigati. Ad apprezzarla sono anche le famiglie con i bambini grazie al suo fondale che degrada dolcemente, abissi che sono assai amati anche da chi pratica pesca subacquea e immersioni.

Insomma, almeno una volta nella vita bisogna visitare la Sella del Diavolo, un luogo tanto leggendario quanto bellissimo.

Spiaggia di Calamosca, Cagliari

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Veduta della Spiaggia di Calamosca
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Spiaggia di Nisporto, tesoro dell’Isola d’Elba

L’Isola d’Elba, situata nel Mar Tirreno, è davvero una gemma scintillante con il suo mare azzurro profondo e le sue bellezze naturali. Le colline ondulate sono ricoperte da una vegetazione mediterranea lussureggiante, che include alberi come i pini marittimi, i lecci e i cipressi.

Queste piante si fondono con i profumi inebrianti delle erbe selvatiche, creando un’atmosfera magica e suggestiva. Nell’entroterra sono percorribili numerosi sentieri panoramici tutti da esplorare, che permettono di immergersi completamente nella natura incantevole del territorio. Gli scenari mozzafiato e la serenità del luogo la rendono una meta ideale per gli amanti della natura e delle vacanze rilassanti.

Nascosta tra le bellezze naturali dell’Isola d’Elba, si trova un vero e proprio paradiso selvaggio. È la Spiaggia di Nisporto, una baia dorata che invita a rilassarsi e godersi la serenità che solo la natura può offrire, lontano dalle mete affollate. Un luogo in cui l’atmosfera intima e accogliente rende questa località il rifugio ideale per coloro che cercano una pausa dalla frenesia della vita moderna.

La spiaggia di Nisporto, un’oasi di tranquillità

Nisporto, Isola d'Elba

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Nisporto, Isola d’Elba

La Spiaggia di Nisporto si estende per circa 200 metri, offrendo uno scenario incantevole di ghiaia, sabbia e splendidi ciottoli multicolori. Un autentico mosaico naturale che si fonde in armonia con le sfumature del mare cristallino.

La parte occidentale è caratterizzata da un paesaggio aspro e selvaggio. Al contempo, la zona centrale, con la sua sabbia fine, è il posto ideale per i giochi dei più piccoli e per coloro che amano trascorrere il tempo sulla spiaggia.

Questa perla dell’Isola d’Elba non solo incanta con la sua bellezza incontaminata, ma è anche il luogo perfetto per ripararsi dal caldo torrido. La sua conformazione geografica, infatti, garantisce una protezione naturale dagli intensi raggi solari. Questo, insieme alla piacevole brezza marina, rende le giornate estive estremamente piacevoli.

Inoltre, la Spiaggia di Nisporto offre una varietà di servizi per assicurare un’esperienza confortevole ai visitatori. Per coloro che amano l’avventura, è possibile noleggiare pedalò e piccole imbarcazioni, il modo ideale per scoprire le numerose spiagge circostanti, come ad esempio Nisportino e Bagnaia, che meritano senza dubbio di essere visitate.

Sulle tracce del passato nell’affascinante borgo di Rio nell’Elba

Situato nelle vicinanze della spiaggia di Nisporto, il borgo di Rio nell’Elba è una località da non perdere assolutamente. Uno dei villaggi più antichi, le cui origini risalgono all’età del bronzo e che conserva importanti tracce del suo passato, che testimoniano la sua storia ricca e affascinante.

Nei dintorni, tra i punti principali da visitare, vi consigliamo il Castello del Volterraio, un’imponente fortezza costruita nel X secolo, che sovrasta il paese regalando una vista panoramica mozzafiato sulla costa circostante.

Con le sue possenti mura, torri e bastioni, il castello è un autentico simbolo del suggestivo passato dell’isola. Inoltre, è possibile esplorare le sale, ammirare gli affreschi e le architetture che ancora oggi raccontano le storie di tempi lontani.

Lungo la strada che collega Nisporto a Rio, vi suggeriamo di visitare un’altra affascinante testimonianza storica della zona. Si tratta dell’Eremo di Santa Caterina, costruito nel XVII secolo e caratterizzato da un bellissimo campanile.

Passeggiando nel centro del paese, invece, si può ancora respirare la tipica atmosfera medievale. Attraversando le strette stradine si possono ammirare, infatti, le splendide fontane, i maestosi archi e gli antichi edifici in pietra che evocano racconti di epoche passate.

L’atmosfera del borgo è autentica e suggestiva. Che siate appassionati di storia, amanti della natura o alla ricerca di un luogo per rigenerarvi, resta senza dubbio una tappa imperdibile nel vostro viaggio all’Isola d’Elba.

Rio nell'Elba

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Rio nell’Elba, Arcipelago Toscano
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La chiesa da cartolina che devi visitare almeno una volta nella vita

Immersa nella natura, con una vista spettacolare e una storia antica: c’è una chiesa da cartolina che vale la pena visitare almeno una volta nella vita. Cosa occorre per farlo? Aver voglia di camminare innanzitutto, perché l’edificio religioso si trova sulla cima di una montagna. E poi ci si deve trovare in Georgia, perché la chiesa della Trinità di Gergeti si trova nella municipalità di Khevi, nella parte nord-occidentale del paese.

Realizzata in tempi antichi, la si può raggiungere a piedi, facendo un percorso in salita che porta fino all’edificio religioso. Oppure, a quanto pare, è possibile raggiungerla con mezzi 4X4, un’opzione adatta a chi ha difficoltà nell’affrontare il percorso.

Vista spettacolare e storia: la chiesa da cartolina da vistare

La chiesa della Trinità di Gergeti è ortodossa e si trova a un’altitudine di circa 2170 metri. Da lì si può godere di una vista spettacolare: un panorama che si estende sulle montagne circostanti, compreso il monte Kazbek che supera i cinquemila metri di altitudine, fa parte della Catena del Caucaso e si trova al confine tra Georgia e Russia. Un’ambientazione da cartolina, difficile da dimenticare e che vale la pena visitare almeno una volta nella vita.

Inoltre, si tratta di una struttura importante dal punto di vista storico, basti infatti pensare che la sua realizzazione può essere ricondotta al XIV secolo. È dotata di un campanile risalente al medesimo periodo storico e ha una struttura a croce inscritta.

Un luogo di culto ancora attivo e posto in una posizione spettacolare, con la vista che spazia sul mondo circostante e che regala ai visitatori la sensazione – unica – di essere dentro a un sogno bellissimo. Ma anche uno spazio che nel corso del tempo ha custodito importanti reliquie: a quanto pare per un periodo anche la croce di Santa Nino, uno dei simboli più importanti della chiesa ortodossa georgiana.

Arrivati in cima, lo sforzo verrà ripagato dallo spettacolare paesaggio e dalla bellezza di questo edificio del passato, in cui è possibile respirare la storia.

Cosa vedere nei pressi della chiesa della Trinità di Gergeti

Per raggiungere la chiesa della Trinità di Gergeti si può partire da Kazbegi, cittadina di montagna nota anche con il nome di Stepantsminda, che si trova nella regione del Mtskheta-Mtianeti. Un luogo davvero affascinante in cui vale la pena trascorrere qualche giorno, non solo per raggiungere la chiesa da cartolina, ma anche perché nella zona ci sono interessanti passeggiate da scoprire se si è amanti del trekking.

Ad esempio si può raggiungere il ghiacciaio del Gergeti, oppure si possono scegliere camminate più semplici e adatte a tutti. Nella zona si trovano cascate, scorci spettacolari e tour per ogni tipologia di viaggiatore. La natura di questi luoghi è favolosa e basta guardarsi attorno per rimanere affascinanti dalle montagne e dalle sue valli.

Se si pianifica un viaggio in Georgia senza dubbio questa zona è da inserire nelle mete da visitare, così come lo è la capitale Tbilisi, che non è così distante da Kazbegi e dalla chiesa della Trinità di Gergeti, oppure altri luoghi da sogno che si trovano in questo paese a cavallo tra Europa e Asia.

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In questo cimitero monumentale puoi incontrare animali fantastici

Un luogo di pace, di silenzio, immerso nella natura: siamo a Vienna nel cimitero centrale un luogo in cui riposano personaggi di spicco, uno spazio di grandi dimensioni e in cui si possono fare incontri davvero speciali. Infatti, una delle particolarità di questo luogo è che al suo interno non è difficile incontrare animali fantastici: tante specie diverse che girano tra le tombe e che qui hanno trovato anche loro uno spazio libero e in cui girare indisturbati.

Un cimitero monumentale, che è stato realizzato nella zona sud est della capitale austriaca e, più precisamente, nel quartiere Simmering: un’area che, all’epoca della sua realizzazione, era ancora poco abitata ed era ritenuta perfetta per ospitare le salme.

Il cimitero centrale di Vienna, un luogo di pace e di bellezza

Si estende per circa due chilometri quadrati, ed è uno spazio immerso nella natura: stiamo parlando del cimitero centrale di Vienna che ha aperto i battenti nel 1874. Un luogo affascinante per tante ragioni. Senza dubbio una delle prime sono i tanti personaggi di spicco che lì riposano oppure che – sempre lì – vengono ricordati con vere e proprie opere d’arte. I nomi? Da Ludwig van Beethoven a Wolfgang Amadeus Mozart, a cui è dedicato un monumento sepolcrale, da Franz Schubert a Johann Baptist Strauss, senza dimenticare Karl Kraus e Falco, solo per fare alcuni nomi.

Vienna: gli animali fantastici del cimitero

Fonte: IPA: Elias Neil Benleulmi/SIPA

Gli animali fantastici del cimitero monumentale di Vienna

Il cimitero centrale è molto amato dai viennesi e non è difficile vedere persone che qui si dedicano a passeggiate, ma anche alla corsa e a giri in bicicletta. Inoltre, camminando per i suoi viali si possono ammirare tombe arricchite da monumenti, ma anche la suggestiva chiesa di San Carlo Borromeo, un’interessante costruzione che rappresenta alla perfezione lo stile liberty di questo territorio: è datata 1910 e l’architetto che ne ha seguito i lavori è stato Max Hegele.

Quello viennese è il secondo cimitero più grande d’Europa ed è diviso in sezioni. Al suo interno ospita anche il Museo delle Pompe Funebri che si estende per 300 metri quadrati. Una meta da segnare tra quelle imperdibili se si programma un viaggio nella capitale austriaca.

Animali fantastici del cimitero monumentale di Vienna

Una delle peculiarità di questo luogo è quella di essere abitato da animali fantastici. E, chiaramente non quelli della celebre serie di film ispirati all’universo magico di Harry Potter. Perché nel cimitero monumentale di Vienna è possibile incontrare caprioli, volpi, criceti ma non solo. Tantissimi animali che hanno scelto di vivere in questi spazi immersi nella natura. Per vederli ci si deve armare di un po’ di pazienza e aspettare, se si è fortunati si può essere ripagati da una vista che rimarrà impressa per lungo tempo.

Vienna, nel cimitero monumentale gli animali fantastici

Fonte: IPA: Elias Neil Benleulmi/SIPA

Vienna, nel cimitero centrale si incontrano animali fantastici

L’ingresso principale per accedere al cimitero è posto sul gate 2 e gli orari variano in base al periodo dell’anno, sono specificati su sito ufficiale. Ad esempio, da aprile a settembre l’apertura va dalle sette del mattino alle 19. Vengono organizzati tour guidati, a quanto pare anche notturni, ed è possibile affittare delle e-bike per facilitare i giri lungo gli oltre due chilometri quadrati di estensione del cimitero centrale di Vienna.

In tantissime città del mondo si trovano campisanti speciali, da visitare per la peculiarità di chi vi è sepolto o per i monumenti funerari che sono vere e proprie opere d’arte. Da Parigi a Genova, passando per Londra e Milano, ci sono tantissimi luoghi dedicati al riposo eterno che sono spazi che lasciano i visitatori senza fiato.

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Questa roccia suggestiva custodisce un piccolo segreto

Luogo dalle mille leggende, la Foresta di Huelgoat ha un’atmosfera magica e davvero suggestiva: siamo in Bretagna, dove il mito di Re Artù si mescola a numerose altre storie del folklore locale, dando vita a racconti che incantano grandi e piccini. All’interno di questa foresta di rocce così meravigliosa, ce n’è una che nasconde un piccolo segreto. Scopriamo il mistero della Roche Tremblante.

La Roche Tremblante, un piccolo mistero

In Bretagna c’è un posto davvero magico, situato all’interno del Parco Naturale Regionale d’Armorique: stiamo parlando della Foresta di Huelgoat, caratterizzata da numerose rocce dalle forme bizzarre, alcune davvero antichissime, spesso legate a leggende locali che non smettono mai di affascinare. Una, in particolare, attira tantissimi turisti che vogliono cimentarsi in una vera e propria impresa… di fisica. Ma vediamo meglio di che cosa si tratta.

La Roche Tremblante è un gigantesco masso di granito lungo oltre 7 metri, largo e alto quasi 3 metri e dal peso di ben 137 tonnellate: sembrerebbe un monolite impossibile da spostare, se non fosse che basta una semplice pressione per farla oscillare. Da qui il nome di “roccia tremante”, che in francese si traduce per l’appunto Roche Tremblante. Se state pensando che solo i più forzuti possano riuscire a far muovere la pietra, vi sbagliate di grosso. Potrebbe farlo persino un bambino, purché sia in grado di trovare il punto giusto su cui fare forza.

Oggi non è più una missione così complicata, dal momento che migliaia di turisti si sono messi d’impegno e hanno lasciato una traccia ben visibile sulla roccia, un segno ben levigato e impresso da tantissime mani che vi si sono posate, premendo con delicatezza. Cosa succede se spingete leggermente in questo punto? Potrete sentire la roccia tremare sotto la vostra pressione, quasi come fosse sul punto di crollare. Tuttavia, il motivo per cui ciò accade rimane ancora un mistero: questo fenomeno è così affascinante proprio perché ciascuno può immaginare ciò che preferisce, dall’intervento degli spiriti della foresta allo zampino del diavolo in persona.

La Foresta di Huelgoat, tra natura e leggenda

La Roche Tremblante è senza dubbio la principale attrattiva della Foresta di Huelgoat, ma non certo l’unica. Qui è davvero pieno di sorprese, dove la natura si mescola alla leggenda. Ad esempio, una delle prime cose che saltano all’occhio è la presenza di tantissime rocce, disposte in maniera caotica qua e là per il bosco. Come ci sono finite? Si narra che Gargantua, di passaggio da queste parti, chiese ospitalità agli abitanti della foresta e ne ricevette solo un piatto di zuppa. Arrabbiato, riprese il suo cammino. Ma non prima di aver scagliato ogni roccia trovata nei paraggi nel cuore della foresta, per vendicarsi dell’accoglienza avuta.

Naturalmente, questa non è l’unica leggenda di Huelgoat. Si dice che tra questi alberi abbia passeggiato persino Mago Merlino, e che il Camp d’Artus – un antico insediamento gallico – sia strettamente legato alle vicende di Re Artù. Un luogo assolutamente da visitare è la Grotta del Diavolo, un antro oscuro al quale si accede dopo una lunga camminata tra sassi scivolosi. Al suo interno, il fiume d’Argent scorre limpido tra le rocce, sino a dare origine ad una splendida cascata. Ci sono numerose passerelle per esplorare in sicurezza questo anfratto, ed è un’emozione unica.

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Alla scoperta del Mare di Wadden, dove si fa trekking nel fango

Patrimonio UNESCO, paradiso per gli amanti della natura selvaggia, degli spazi aperti e del trekking, il Mare di Wadden è un luogo unico dell’Europa del Nord dove il paesaggio, conteso tra terra e acqua, muta in continuazione e non appare mai due volte nello stesso modo.

Spettacolo assoluto, rappresenta la più estesa area salata europea, con una lunghezza totale di ben 450 chilometri tra Danimarca, Germania e Paesi Bassi.

Il Mare di Wadden, dove la natura è protagonista assoluta

È un paesaggio unico nel suo genere, di una bellezza struggente e delicata, dove l’equilibrio naturale agisce indisturbato e, in un contesto dinamico per eccellenza, trovano il loro habitat ideale moltissime specie ittiche, tra cui sogliole, cefalo, sperlano, branzino, aringhe, piccoli invertebrati quali gamberetti, vongole, cozze, molluschi, la foca comune e gli uccelli migratori.

Infatti, il Mare di Wadden è una delle zone più importanti del mondo per le rotte migratorie e da qui transitano, ogni anno, in media 10/12 milioni di esemplari.

Ma non soltanto.

Tra le dune sabbiose e le isole, nidificano i gabbiani e le sterne, e fioriscono innumerevoli specie di piante da fiore, all’incirca 400-600 esemplari.

La natura selvaggia è, quindi, protagonista assoluta, e quello che sorprende ancora di più è proprio quanto questo angolo di paradiso terrestre non sia mai uguale a sé stesso ma si modifichi ora dopo ora, giorno dopo giorno, e offra così l’occasione di ritrovarsi in uno scenario dinamico e irripetibile.

Siamo di fronte a un ecosistema davvero straordinario, un fittissimo intreccio di fondi melmosi, strisce di sabbia, canali di marea e acquitrini salati: quelle che oggi ci appaiono come isole, in passato erano dune che spiccavano lungo la costa.
Ma poi, la forza degli elementi naturali, tra il X e il XIV secolo ha fatto avanzare la linea del mare e le acque hanno ricoperto immense superfici di terreno torboso, creando quel mare interno che oggi si estende per più di 10.000 metri quadri.

La pratica del mudflat hiking

Modellato dal mare, dal vento e dalle maree, il Mare di Wadden include la più ampia e ininterrotta serie di distese fangose al mondo e, per questo, si presta alla pratica del cosiddetto “mudflat hiking“, ovvero la “camminata nel fango”.

Sport, tuttavia, che non va improvvisato ma deve sottostare a una preparazione adeguata e alla guida di esperti: infatti, è consentito soltanto a orari precisi poiché, se non si conosce il flusso della marea, sussiste il rischio di restare bloccati a chilometri dalla riva  o, peggio, di essere travolti dalle onde.

Inoltre, per tutelare la straordinaria varietà dell’ambiente marino (ricco di sedimenti, delicati habitat e plancton), l’ente turistico locale promuove un turismo sostenibile consentendo il “trekking nel fango” soltanto in alcune zone che sono:

  • specifici itinerari in Danimarca tra Mandø, Fanø e Langli;
  • Norderney, Baltrum, Langeoog, Spiekeroog e Minsener-Oldoog raggiungibili “con i piedi nel fango” in Germania. In più, in alcuni momenti, non manca la possibilità di camminare tra le isole Föhr e Amrum;
  • dalla terraferma alle isole di Rottumeroog, Schiermonnikoog, Engelsmanplaat, Ameland, Simonszand e Terschelling nei Paesi Bassi.