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Alla scoperta delle Isole del Canale, paradisi sorprendenti

Le Isole del Canale, conosciute anche come Isole Normanne, sono un affascinante arcipelago situato nel Canale della Manica, proprio al largo delle coste di Francia e Inghilterra.

Pur essendo prossime al Regno Unito dal punto di vista geografico, queste isole offrono un’esperienza unica, come se si varcassero le porte di un mondo completamente diverso.

La singolarità del patrimonio culturale, la bellezza mozzafiato dei paesaggi naturali e la ricchezza storica, conferiscono alle isole un fascino esclusivo, che ammalia i visitatori da secoli.

Isole del Canale, un arcipelago tutto da scoprire

Porto Saint Peter, Guernsey

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Saint Peter Port, Guernsey, Isole del Canale

Le Isole del Canale britannico compongono un incredibile arcipelago che offre una straordinaria miscela di bellezze naturali, storia e cultura. Jersey, Guernsey, Alderney, Sark e Herm sono le cinque principali gemme di questo incantevole territorio, circondate da numerosi isolotti e scogli.

Queste isole non fanno parte del Regno Unito, ma sono dipendenze della Corona britannica, il che significa che mantengono i propri sistemi di governo con le proprie leggi. Immersa nelle acque cristalline del golfo di Saint-Malo, ogni isola ha le sue peculiarità che la rendono affascinante e unica. Le due principali sono Jersey e Guernsey.

Jersey è un popolare hub per lo shopping in stile inglese. La sua capitale, St. Helier, è una vivace metropoli che vanta una straordinaria varietà di negozi di prêt-à-porter, oggetti di design, antiquariato e marchi di lusso. Non solo, è anche un’isola di impareggiabile bellezza. Con le sue spiagge sabbiose, le scogliere e i paesaggi selvaggi, offre un rifugio tranquillo lontano dal caos della città. In particolare, la baia di Saint-Ouen, con la sua esposizione alle potenti onde atlantiche, è la meta ideale per gli appassionati di surf.

A solo un’ora di traversata da Jersey, si trova l’incantevole isola di Guernsey, un gioiello verde nel Canale della Manica. Con le sue riserve naturali, i pittoreschi porti, le spiagge sabbiose e le insenature rocciose, offre oltre 160 chilometri di splendida costa da esplorare. Una destinazione che ti stupirà con i suoi meravigliosi paesaggi costieri, i siti storici come il Castello Cornet e una cultura unica che affonda le sue radici nella tradizione normanna.

Durante la maggior parte dell’anno, è avvolta dal profumo di lavanda, gigli esotici e orchidee selvatiche, contribuendo a creare un’atmosfera quasi magica. La capitale, Saint-Peter Port, è famosa per la Casa di Hauteville, l’ex residenza del celebre scrittore Victor Hugo, che vi trascorse quindici anni in esilio. Entrambe sono celebri per la loro bellezza naturale e per la perfetta fusione di influenze britanniche e francesi.

Alderney, l’isola che non ti aspetti

Quasi a metà dello Stretto della Manica, esiste un’isola nascosta che aspetta solo di essere esplorata: Alderney, un piccolo isolotto poco conosciuto, che sembra quasi troppo bello per essere vero.

Con soli 2.400 abitanti, è un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, che consente ai suoi abitanti di vivere a un ritmo più lento e in sintonia con la natura circostante.

La sua bellezza selvaggia risiede nel paesaggio incontaminato: spiagge sabbiose, prati verdeggianti, sentieri costieri e una fauna ricca e variegata. Nonostante la sua vicinanza al trambusto delle città europee, Alderney ha mantenuto un’atmosfera rurale e tranquilla, dovuta in parte alla mancanza di costruzioni moderne.

Il suo cuore pulsante è il piccolo villaggio di Saint Anne, che custodisce l’unica chiesa dell’isola, dedicata proprio a Santa Anne, e una serie di piccoli negozi che rispecchiano l’autenticità di questo luogo. Le attività principali da svolgere sono passeggiate lungo le spiagge sabbiose o tra le valli rigogliose dell’isola. Potrete anche godervi emozionanti gite in bicicletta, rilassanti uscite in barca a vela o appassionanti sessioni di pesca, un passatempo amato dagli abitanti del posto.

Ad Alderney, ogni giorno è un’opportunità per staccare la spina, rilassarsi e riconnettersi profondamente con la meraviglia della natura.

Chiesa di Sant'Anna, Alderney

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Chiesa di Sant’Anna, Alderney, Isole del Canale
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Ibiza Idee di Viaggio isole litorali mare Viaggi

Cala Salada e Cala Saladeta, vere e proprie meraviglie di Ibiza

Ciò che più sorprende arrivando a Cala Salada e a Cala Saladeta – separate da un’affascinante scogliera – dopo una breve avventura lungo le strette strade che si percorrono per raggiungerla, è la trasparenza delle loro acque. Tanto che dai promontori che le incorniciano si possono distinguere perfettamente gli spettacolari fondali di entrambe. Anche per questo motivo, sono due delle spiagge più amate di Ibiza, ciascuna con le sue particolarità: più famosa e affollata la prima, più piccola e tranquilla la seconda. Entrambe imperdibili. Scopriamole.

Cala Salada, una delle spiagge più affascinanti di Ibiza

Cala Salada è lunga appena 200 metri e larga circa 25 metri, sempre tenendo conto delle maree. È esposta a sud-ovest, quindi in estate è il luogo ideale per trascorrere un pomeriggio caldo e soleggiato. Questa spiaggia di sabbia dorata offre anche alcuni dei più bei tramonti di Ibiza.

Questo gioiello è circondato da una fitta pineta che si arrampica tra le scogliere e le sue acque sono considerate le più azzurre e limpide delle Isole Baleari. Per questo motivo, è consigliabile venire qui con maschera e un boccaglio, così da ammirare la ricchezza subacquea di questa spiaggia.

Qui potrete usufruire di numerosi servizi, tra cui noleggio di lettini e ombrelloni, docce e servizi igienici, parcheggio, bagnino e accessibilità per le persone disabili. Considerate, però, che essendo così ambita da residenti e turisti, c’è il rischio che la troviate particolarmente affollata durante i fine settimana estivi, specialmente in agosto, quando è consigliabile arrivare molto presto per trovare un buon posto dove sistemarsi e godere appieno di questo meraviglioso angolo naturale.

Cala Saladeta, la sorella minore di Cala Salada

Solo un piccolo costone roccioso e alcune baite di pescatori separano Cala Salada da Cala Saladeta. In realtà, finché la marea non è troppo alta, si può camminare da una all’altra. I più temerari scelgono un percorso abbastanza complicato, scalando le rocce. Tuttavia, nella parte superiore c’è un sentiero più comodo e sicuramente meno rischioso. Inoltre i percorsi ben battuti che conducono alle colline sono famosi per le emozionanti passeggiate in questa zona incontaminata.

Molto più piccola della sua rinomata ‘sorella’, è lunga appena 100 metri e, sebbene la sua superficie sia ricoperta di sabbia bianca e fine, anche la distanza tra la costa e le rocce è minore. Ciò significa che lo spazio in cui lasciare il proprio asciugamano è notevolmente ridotto. Pertanto, se si intende trascorrere lunghe ore su questa spiaggia, è consigliabile alzarsi abbastanza presto in estate per trovare un posto comodo e godersi una fantastica esperienza.

Un dettaglio da tenere presente è che, a causa della sua posizione geografica e durante la stagione estiva, nel tardo pomeriggio è ombreggiato dal promontorio vicino. Questo può essere un deterrente per gli amanti del sole fino a tardi. Se si ha la fortuna di raggiungere Cala Saladeta in barca, si può ammirare anche la bellezza della vicina cala di Punta Galera. Entrambe hanno acque di un azzurro impressionante, che contrastano con il verde dei pini che compongono la foresta costiera che ricopre gran parte di questa zona.

Come raggiungere Cala Salada e Cala Saladeta

Entrambe le baie si trovano nel comune di Sant Antoni, situata nella costa ovest dell’isola, e si possono raggiungere in auto facilmente, seguendo i cartelli stradali in direzione Santa Agnes. In alternativa, potete approdare a questi due paradisi imperdibili durante una vacanza a Ibiza anche via mare, attraverso un suggestivo tour in barca.

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Dolomiti Idee di Viaggio lago montagna Viaggi

Lago di Fedaia, gioiello tra le Dolomiti

Non hanno certo bisogno di presentazioni le Dolomiti, le fiabesche vette Patrimonio UNESCO, i leggendari “Monti Pallidi” dove vivere appieno l’essenza della montagna e assaporarne l’incredibile atmosfera: sono lo scenario invidiabile di tanti paesini montani, valli verdeggianti e specchi alpini limpidissimi.

Qui non soltanto la natura, ma anche l’uomo ha contribuito a rendere il paesaggio un vero incanto. La dimostrazione? L’emozionante Lago di Fedaia, gioiello tra le Dolomiti di Fassa, al cospetto della Marmolada, un sogno a occhi aperti nato a seguito della costruzione della diga negli anni Cinquanta.

Alla scoperta del Lago di Fedaia, pura emozione

Lo straordinario lago alpino si dona a 2054 metri di quota, all’altezza dell’omonimo valico che unisce la provincia di Trento a quella di Belluno, ovvero la Val di Fassa con l’Agordino.

Ombreggiato dalla Marmolada, occupa quasi del tutto la spianata del Passo Fedaia, nel territorio di Canazei, altrettanto meraviglioso borgo montano in provincia di Trento.

In realtà, possiamo parlare di due laghi: il primo (che è anche il più grande) si è formato con la costruzione della Controdiga di Maria al Lago, alta 60 metri, mentre il secondo, più piccolo, è un bacino naturale nato dopo uno sbarramento morenico.

La diga si può percorrere anche in auto ma per arrivare alla sponda del lago, alle falde della Marmolada, si procede esclusivamente a piedi, lungo un ponte con lo sguardo rivolto sul blu delle limpide acque e il ghiacciaio della montagna.

Inoltre, in zona non mancano vari rifugi per fare piacevoli soste e rilassarsi all’aperto, in un contesto che pare emerso da un dipinto, magari gustando anche una golosa fetta di strudel oppure cremoso yogurt, senza mai perdere di vista i giochi di luce sul Lago di Fedaia.

Da non perdere, inoltre, il “Museo della Grande Guerra 1914-1918“, il Kriegsmuseum, testimonianza del crudo conflitto che si combatté tra le vette che abbracciano la Val di Fassa e, in particolare, sulla Marmolada: al suo interno, si possono vedere cimeli e reperti (ritrovati grazie al progressivo ritiro del ghiacciaio) tra cui uniformi, armi, kit di cucito e di pronto soccorso, una macchina da scrivere “Erika” e piastrine di riconoscimento dei caduti.

Cosa vedere e cosa fare

In un simile paradiso terrestre si potrebbe rimanere per ore a osservare, estasiati, la meraviglia del lago e delle cime cui fa da specchio.

Tuttavia, dal lago partono bellissime escursioni: il sentiero 606, ad esempio, porta dopo circa due ore di cammino al rifugio Pian dei Facconi a 2.626 metri mentre il percorso 601 conduce, in un’ora e mezza, al rifugio Viel del Pan a 2432 metri: da qui, dopo altri venti minuti, si raggiunge il rifugio Fredarola a 2390 metri e poi si scende al Passo Pordoi (2239 metri).

Altro itinerario che inizia dal Passo Fedaia consente di arrivare, invece, al rifugio Gorza (2478 metri) in cima a Porta Vescovo, seguendo il sentiero 698 e camminando per circa un’ora e mezza: volendo, si può proseguire per un’altra ora e mezza fino a giungere al rifugio Padon (2407 metri) e l’omonimo lago nelle vicinanze della “Ferrata delle Trincee” dove visitare le fortificazioni costruite dagli italiani e dalle truppe austro-ungariche durante la Prima Guerra Mondiale.

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Corfù Europa Grecia Idee di Viaggio isole litorali mare Viaggi

Barbati Beach, spiaggia eccezionale della Grecia

Per una vacanza all’insegna del mare spettacolare e di panorami che non si possono dimenticare a pochi passi dall’Italia, le isole greche sono una destinazione eccezionale.

Tra queste, spicca senza dubbio Corfù, raggiungibile in meno di due ore con l’aereo, un’isola straordinaria ponte tra due popoli e due culture che hanno in comune l’amore per il sole, le acque cristalline, e la buona tavola.

Si tratta di una delle perle delle isole Ionie, la cui costa è impreziosita, su ogni lato, da spiagge fantastiche, accessibili e balneabili, per tutti i gusti e le esigenze: rocciose, sabbiose, di ciottoli e ghiaia, solitarie, affollate, per giovani, coppie, famiglie…

Oggi andiamo a conoscere meglio Barbati Beach, a una ventina di chilometri a nord della città di Corfù.

Il paradiso della Spiaggia di Barbati

Non lontana dal capoluogo dell’isola, lungo la costa orientale, Barbati Beach si fa notare in primis per gli ulivi argentati che si spingono fino al mare, turchese e trasparente come il mare greco sa essere, insignito del riconoscimento Bandiera Blu a dimostrazione della qualità delle sue acque.

Conosciuta anche come la “riviera”, è un’idilliaca striscia di sabbia e sassolini bianchissimi contornata da una rigenerante area verde dove rilassarsi al sole senza più pensieri, finalmente lontani dalla frenetica routine di tutti i giorni, base di partenza privilegiata per andare alla scoperta delle altrettante bellezze di Corfù e meta ambita per gli appassionati di snorkeling grazie ai limpidi fondali dove c’è vita, con graziosi pesciolini neri e viola e, sul fondo, le spigole.

La temperatura dell’acqua è sempre piacevole, fresca ma non gelata, ottima per donare refrigerio nelle giornate più calde e sono molte le attività acquatiche che si possono praticare.

Oppure, semplicemente, qui è davvero il top godersi una vacanza balneare di totale relax, noleggiando ombrellone e lettino e usufruendo delle docce e dei servizi in loco.

Ma non basta perché vengono organizzate, giornalmente, piacevoli escursioni in barca che consentono di scorgere anche le calette più nascoste del litorale, sullo sfondo delle colline ricoperte dai verdi boschi.

Il paese è poi immerso in un’atmosfera tranquilla e riservata ma non mancano negozi che vendono souvenir, supermarket, alimentari, taverne vicine al mare o lungo la strada costiera dove gustare il meglio della cucina tipica e una scelta di hotel, appartamenti e ville sparsi lungo i declivi collinari per una vista a dir poco meravigliosa.

Come arrivare a Barbati Beach

Il paese di Barbati è servito dagli autobus che percorrono la strada costiera: nel dettaglio, fanno servizio la linea A4 (Corfù-Kassiopi), la linea A5 (Corfù-Barbati-Nissaki) e, durante il periodo estivo, anche la linea S6 (Nisaki-Paleokastritsa) che consente di raggiungere anche una delle spiagge più famose dell’isola, Paleokastritsa appunto, e le altre spiagge della costa est.

Arrivando invece in auto, si può arrivare alla spiaggia deviando per Akti Barbati oppure, poco più avanti, a Riviera: scendendo ad Akti Barbati, dal parcheggio  guardando verso il mare, sulla destra è a disposizione la spiaggia libera, mentre andando a sinistra ecco la spiaggia attrezzata con due bar (uno a Barbati-Riviera e uno ad Akti Barbati) per una golosa pausa ristoro.

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La foresta di pietra che sembra uscita da un film

Madre Natura ci regala ogni giorno degli spettacoli meravigliosi e sorprendenti, ma poche terre possono evocare un senso così profondo di mistero e fascino come la Cina. Quest’antica terra ci cattura con il suo richiamo irresistibile, svelando in ogni angolo una storia da raccontare.

Le città custodiscono segreti e tracce del passato, mentre i templi e le pagode evocano un profondo rispetto per la saggezza dei loro antenati.

Oggi vogliamo portarti in un’avventura emozionante nella provincia del Sichuan, nel cuore della Cina. Conosciuta per la sua magnifica bellezza naturale e la sua cucina piccante e sfiziosa, questa regione incantevole offre una varietà di esperienze indimenticabili. Una combinazione unica di panorami affascinanti e cultura, in cui potrai esplorare gli incantevoli paesaggi tra imponenti montagne e morbide valli.

Questo territorio custodisce numerosi parchi naturali, tra cui il Moshi Park, una delle principali attrazioni della regione. Aperto al pubblico nel 2017, oggi è diventato un popolare centro di scienze geologiche e la riserva più visitata della contea.

Moshi Park, un’oasi surreale

Moshi Park Cina

Fonte: Getty Images

Moshi Park, Sichuan, China

Il Moshi Park si estende su una vasta area di 4,8 chilometri quadrati, situato tra i 3000 e i 3500 metri di altitudine.

La sua caratteristica distintiva è la suggestiva foresta di miloniti, che crea un paesaggio unico, evocando l’atmosfera del “Regno di Mordor” della famosa trilogia “Il Signore degli Anelli“.

Queste incredibili rocce emergono dalle dolci colline della prateria di Tagong, creando uno spettacolo maestoso e fiabesco che lascia senza fiato.

Le morfologie presenti nel parco sono caratterizzate da una straordinaria pietra d’inchiostro, una roccia carbonatica nera con forme e trame uniche sviluppate durante milioni di anni di trasformazioni geologiche.

Queste formazioni rocciose assumono diverse gradazioni di colore a seconda delle stagioni, sfoggiando un incredibile paesaggio lunare caratterizzato da infinite tonalità di grigio. Un autentico spettacolo per gli occhi.

All’interno del parco, le maestose montagne sono interamente plasmate da questa pietra speciale, creando uno scenario unico che gli ha fatto guadagnare il titolo di “ottava meraviglia” lungo il percorso panoramico più incantevole di tutta la Cina.

Il fascino selvaggio del Sichuan

Il Moshi Park non è, però, l’unico motivo per cui vale la pena visitare questa regione. Il Sichuan, infatti, è una provincia che offre una straordinaria varietà di paesaggi e attrazioni.

Dai maestosi monti dell’Himalaya alle incantevoli gole, passando per le pittoresche risaie e i fiumi serpeggianti, questo territorio è un vero paradiso per gli amanti della natura e gli avventurieri.

Una delle attrazioni principali è la sua rinomata cucina piccante. I piatti tradizionali, come il famoso “hot pot” e la “mapo tofu“, sono amati sia dai locali sia dai turisti che desiderano assaporare sapori intensi e speziati.

Il cuore di questa rinomata cucina è Chengdu, il capoluogo, che negli ultimi anni è diventato un vivace centro culturale che sta attirando sempre più l’attenzione dei viaggiatori internazionali. Gli hotel di design, i club alla moda, le birrerie creative e i diversi musei offrono esperienze immersive uniche.

Ma il cibo piccante non è l’unica cosa che rende speciale questa regione. La provincia è anche famosa per essere la patria dei teneri panda, che abitano le numerose riserve naturali e i centri di ricerca in cui è possibile vedere da vicino questi adorabili animali.
In particolare, a soli 10 km dal centro di Chengdu, è presente la Base di Ricerca e Allevamento dei Panda Giganti, un’organizzazione senza scopo di lucro che si impegna nella conservazione di questa specie, ricreando il loro habitat naturale.

Spingendosi più a ovest, invece, si possono scoprire gli incredibili parchi nazionali che conservano alcune delle aree più scenografiche della regione. Qui potrai conoscere la cultura tibetana e ammirare gli affascinanti templi antichi.

Inoltre, avrai anche l’opportunità di fare trekking immerso completamente nella bellezza incontaminata della natura, lontano dal caos della modernità.

Cucciolo di Panda gigante in Cina

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Cucciolo di Panda gigante, Sichuan, Cina
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Spiaggia della Padulella, incastonata tra bianche pareti

Una vacanza estiva e balneare senza eguali è quella che offre l’Isola d’Elba, con il mare cristallino, un paesaggio ricco di natura e percorsi oudoor, un fitto calendario di eventi, luoghi di cultura e storia, e la bellezza delle sue spiagge.

Oltre 147 chilometri di costa, infatti, consentono di vivere il mare secondo tutti i gusti e le esigenze: sono moltissime le cale, le calette e le spiagge, ognuna differente dall’altra, selvagge, glamour, ideali per famiglie, romantiche oppure paradisi dello sport.

E, tra loro, spicca senza dubbio la Spiaggia della Padulella, un’assoluta meraviglia naturale dell’isola, amata e apprezzata a livello nazionale e internazionale, un autentico gioiello del Tirreno che oggi andiamo a scoprire.

Spiaggia della Padulella, incanto di Portoferraio

Candida spiaggia a cui gli ebani e i turisti sono irrimediabilmente affezionati, la Spiaggia della Padulella si dona lungo la costa nord non lontano dalla pittoresca cittadina di Portoferraio, a est rispetto alla Punta di Capo Bianco che la ripara dai venti e separata, sulla destra, dalla Spiaggia di Cala dei Frati e dalla Spiaggia delle Ghiaie da una piccola scogliera.

Lunga circa 170 metri, è una sorpresa da ammirare e godere almeno una volta nella vita: le limpide e azzurre acque creano un felice contrasto con il bianco delle maestose falesie che la incorniciano e con i piccoli e levigati ciottoli di ghiaia e, a periodi (in seguito a forti mareggiate) con tratti di posidonia spiaggiata.

Un dipinto, un gioco di colori, e la carezza dei caldi venti meridionali che mettono in risalto la trasparenza del mare che, grazie al candore dei fondali, assume incantevoli gradazioni cangianti che vanno dal turchese, al verde acqua fino all’azzurro: siamo di fronte a una località unica e inimitabile, impreziosita ancora di più dalle selvagge e brulle colline tutt’intorno, nel profumo della vegetazione mediterranea.

Come se non bastasse, la Spiaggia della Padulella fa parte della Riserva Marina di Tutela Biologica dello Scoglietto, favolosa oasi realizzata nel 1971 che include anche la Spiaggia delle Ghiaie e la Cala dei Frati: l’area protetta va dalle abbaglianti scogliere di Capo Bianco, che si tuffano nel Mar Tirreno, fino a Punta Falcone e, al largo, allo Scoglietto.

Grazie in particolare alle secche situate alla destra, il tratto di mare della Riserva ammalia con straordinarie sfumature dal blu intenso al verde smeraldo, ed è un vero eden per lo snorkeling: sono innumerevoli le specie di flora e di fauna che dimorano in questo angolo davvero speciale.

Non mancano, poi, anche i servizi: stabilimento attrezzato con possibilità di noleggio pedalò, lettini e ombrelloni, bar, ristorante, scuole di surf e vela e, nelle vicinanze, strutture ricettive.

Come arrivare in quest’angolo di paradiso

Sono due i punti di accesso alla Spiaggia della Padulella, entrambi raggiungibili seguendo la strada che da Portoferraio porta alle Ghiaie e poi le indicazioni per “Pedulella ed Enfola”.

Oltrepassata la Spiaggia delle Ghiaie, dopo 300 metri sulla destra, si apre una stradina pedonale con sbarra che vieta il transito alle auto: da qui, un breve tratto a piedi porta alla Padulella donando un eccezionale panorama della costa e delle imponenti antiche mura di Portoferraio.

Il secondo accesso, invece, lo si incontra procedendo lungo la strada principale a senso unico per ancora 200 metri, seguendo l’indicazione “Capo Bianco” fino ad arrivare a un parcheggio a pagamento: lasciata l’auto, sulla destra dello spiazzo una stradina prosegue per qualche decina di metri e arriva nel paradiso dell’Elba.

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Le scogliere dipinte da Friedrich esistono davvero: sono mozzafiato

Quante volte abbiamo immaginato di poter entrare in quadro e di ammirare dal vivo la bellezza di quei luoghi con i nostri occhi? Scenari resi immortali dalle pennellate sapienti degli artisti, luoghi talmente straordinari da meritare di essere impressi per sempre su tela, in capolavori divenuti immortali.

Come le scogliere dipinte da Caspar David Friedrich nel 1818. Quelle rocce bianche a picco sul mare esistono davvero e sono mozzafiato. Per ammirarle dal vivo si deve andare sull’isola baltica di Rügen in Germania, un luogo che è stato capace di affascinare il pittore, mentre si triovava lì in viaggio di nozze con la moglie.

Le bianche scogliere di Rügen: qui il dipinto diventa realtà

Vedere dal vivo ciò che gli artisti hanno reso immortale su tela è un’esperienza unica. Tanti luoghi del mondo sono stati riprodotti diventando quadri celebri. Come dimenticare – ad esempio – La notte stellata sul Rodano dipinta da Vincent van Gogh durante il suo soggiorno ad Arles, oppure La montagna Sainte -Victoire di Paul Cézanne, in cui ha ritratto l’omonimo monte che si trova in Provenza. E ancora Le bianche scogliere di Rügen un dipinto di Caspar David Friedrich. Il dipinto si trasforma in un’ambientazione reale a Rügen, isola tedesca che si trova nel Mar Baltico. Lì si trovano un gruppo di scogliere in gesso che hanno il nome di  Stubbenkammer e si trovano all’interno del Parco Nazionale di Jasmund. Le scogliere arrivano a un’altezza di oltre 150 metri e – nella parte alta – sono incorniciate da foreste di faggio.

La loro particolarità è il colore bianco, che crea un suggestivo contrasto con l’ambiente circostante in cui abbondano l’azzurro e il verde. L’isola di Rügen è la più grande del Mar Baltico e , oltre alle scogliere, sono molto celebri le sue località balneari che si trovano nella zona sud orientale. Il collegamento con Stralsund è possibile grazie a un ponte che si sviluppa per circa 25 chilometri.

L’isola è molto affascinante, amata dai turisti e ricca di cose da fare. Basterà passeggiate nei centri abitati oppure in mezzo alla natura, ammirare le ambientazioni scenografiche e le bellissime località da visitare, come il capoluogo Bergen, oppure le cittadine di Binz e Putbus.

Per vedere le bianche scogliere, infine, si deve raggiungere il Parco Nazionale di Jasmund, lì ci sono punti panoramici da cui osservare le rocce che si gettano nel Mar Baltico.

Il quadro di Caspar David Friedrich diventa realtà e ci lascia senza fiato

E così, sull’isola tedesca, Le bianche scogliere di Rügen diventano realtà per gli occhi dei visitatori. Il quadro è stato realizzato dal pittore nel 1816 mentre si trovava lì in villeggiatura con la neo-sposa Caroline Bommer.

Nel quadro sono ritratti proprio loro due insieme al fratello della moglie, ma le loro figure non sono centrali: l’artista ha voluto lasciare il posto d’onore al paesaggio. E allora gli occhi si soffermano sulle rocce affilate e bianche, sugli alberi che fanno da contorno e sull’azzurro del mare sullo sfondo: un gioco di contrasti e di colori che lascia senza fiato sia osservando il quadro sia ammirandolo dal vivo.

Per immergersi nella sua atmosfera dobbiamo raggiungere l’sola di Rügen, oppure andare a vedere il quadro che si trova presso la Collezione Oskar Reinhart Am Römerholz, a Winterthur in Svizzera.

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Koukounaries Beach, tra le più belle di Skiathos

Non solo è considerata una delle migliori spiagge della Grecia, ma è stata anche eletta la più incontaminata del Mediterraneo. Koukounaries è un gioiello di sabbia finissima e soffice circondata da una fresca e profumata pineta. È la più famosa di Skiathos per diversi motivi: ve li sveliamo.

La spiaggia di Koukounaries, perfetta per tutta la famiglia

La spiaggia è molto vicina al villaggio, nella parte sud-ovest dell’isola di Skiathos, a 16 km da Skiathos Town. Nessun viaggio qui può dirsi completo senza averla visitata. Il nome Koukounaries deriva dagli alberi di pino cembro che dominano l’area, andando a formare una barriera naturale alle spalle del lago Strofylia, che offre un riparo dalla calura estiva.

Questo angolo di paradiso è stato soprannominato Chryssi Ammos (Sabbia Dorata), per l’incantevole contrasto della sabbia con le acque di un blu intenso del Mar Egeo. Nella pineta che la costeggia si trova un biotopo dove vivono protette diverse specie di piante e uccelli.

Sebbene qui si facciano molti sforzi per salvaguardare il delicato ecosistema della zona, troverete tutto ciò che vi occorre per trascorrere una perfetta giornata al mare anche con la famiglia al seguito. La spiaggia è infatti molto bene organizzata, con stabilimenti balneari attrezzati con lettini e ombrelloni, bar e chioschi per soddisfare ogni necessità, ma anche ristoranti, taverne e qualche albergo nei dintorni. Non mancano scuole di sport acquatici, che permettono di esplorare le bellezze dei fondali cristallini, così come la possibilità di affittare pedalò, canoe e moto d’acqua per non farvi mancare proprio nulla.

Essendo molto rinomata a Skiathos, la spiaggia di Koukounaries è anche molto affollata. L’ideale per godervi un bagno rilassante e gustarvi una colazione in tutta tranquillità, è di arrivare prima delle 11 del mattino. Tuttavia, uno dei momenti più sublimi è senza dubbio l’ora del tramonto, una magia imperdibile, da accompagnare magari a un’aperitivo contemplando il mare e lo straordinario paesaggio che vi circonda.

Non solo spiagge: cos’altro vedere a Skiathos

La minuta isola di Skiathos è la più visitata delle Sporadi settentrionali, molto probabilmente proprio perché qui si trovano alcune tra le più belle spiagge dell’Egeo. Oltre alla splendida Koukounaries che abbiamo appena descritto, ce ne sono una sessantina tra cui scegliere durante il vostro soggiorno in questo piccolo scrigno di meraviglie.

Tuttavia, sarebbe un vero peccato non dedicare un po’ di tempo alle attrazioni culturali e storiche dell’isola greca, concedendosi anche un po’ di shopping nel vivace capoluogo. Oltre ai paradisi di acqua azzurra e sabbia dorata, tra i migliori della Grecia, vi imbatterete in musei, monasteri, fortezze e tanti tesori naturali.

Iniziate con un giro nella città di Skiathos, l’unico vero centro abitato se si escludono le località balneari nate con lo sviluppo del turismo, regalandovi una passeggiata lungo il viale pedonale Papadiamantis, costellato di negozi di vestiti, souvenir e oggetti in cuoio. La casa di Alexandros Papadiamantis, lo scrittore che meglio ha saputo descrivere l’anima della città nei suoi romanzi, è oggi un museo imperdibile per gli amanti della letteratura ma anche per tutti coloro che sono curiosi di vedere un’autentica casa tradizionale greca della seconda metà dell’Ottocento.

Anche a Skiathos troverete le tradizionali chiesette bianche tipiche delle isole greche. L’edificio religioso più famoso dell’isola è il Monastero di Evangelistria, a circa 30 minuti dal capoluogo, arroccato sulle pendici della montagna e circondato da una lussureggiante vegetazione, famoso per aver dato rifugio a un gruppo di patrioti greci che lottarono durante la guerra di indipendenza nell’Ottocento: proprio qui venne realizzata la bandiera dai colori bianco e azzurro che sarebbe poi diventata ufficiale. Al suo interno sono oggi ospitati il Museo del Folklore e il Museo di Arte Sacra. Da non perdere anche il Monastero di Panagia Iconistria, a circa 2 km dalla spiaggia di Aselinos, dove, nel 1650, fu trovata un’icona delle Vergine Maria che viene considerata “miracolosa”.

Sulla punta settentrionale dell’isola di Skiathos ci si imbatte in un’altra attrazione da vedere: il borgo fortificato di Kastro, a picco sul mare, risalente al XIV secolo. Si può raggiungere soltanto a piedi, percorrendo un ripido sentiero che richiede ben due ore di cammino. In alternativa, potete optare per un jeep safari o ammirarlo dal basso durante un’escursione in barca.

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La cupola barocca più bella del mondo è in Italia, e celebra l’infinito

Simboli, giochi di luce, meraviglia: lascia senza fiato la cupola barocca più bella del mondo. Per ammirarla non si deve andare troppo lontano: infatti si trova in Italia e celebra l’infinito.

Siamo a Torino, nella centralissima piazza Castello. Lì si affaccia la chiesa di San Lorenzo, nota anche come Real chiesa di San Lorenzo. E basta varcare le sue porte per lasciarsi stupire da una struttura che è una vera e propria opera d’arte. A realizzarla è stato l’architetto Guarino Guarini, i lavori sono iniziati nel 1668 per concludersi a maggio del 1680.

Al suo interno si possono ammirare marmi policromi, opere d’arte e poi la cupola in tutta la sua maestosità e i suoi enigmi.

La cupola barocca di Guarini a Torino

Tra marmi colorati, cappelle e opere d’arte, la Real chiesa di San Lorenzo a Torino è una delle mete da non perdere se si programma una visita alla città. Ricca di bellezza, tra i suoi elementi più preziosi ha la cupola barocca che la sovrasta.

La struttura presenta diverse particolarità, tra queste quella di avere un’altezza indefinibile perché l’occhio non riesce a coglierne la lontananza. Inoltre, è posta sopra quattro grandi finestre e altrettanti archi. Sono invece otto quelli che compongono la cupola barocca, con altrettante finestre ovali dalle quali penetra la luce. Un gioco di ombre e di luce che è davvero suggestivo e che valorizza il grande lavoro svolto dall’architetto Guarino Guarini per realizzare questo edificio religioso.

E poi i simboli: il numero otto significa infinito e, oltre alla cupola Barocca, lo si ritrova, ad esempio, nella stella a otto punte che campeggia sul pavimento. E poi ancora la luce, che si fa via via più potente salendo con lo sguardo, penetrando all’interno dell’edificio grazie alle finestre.

La cupola è alta circa 55 metri, misurati da terra e fino al suo colmo, ed è senza dubbio una delle più belle al mondo in stile barocco.

La Real chiesa di San Lorenzo, perché è stata realizzata e cosa vedere al suo interno

La storia che ha portato alla realizzazione della Real chiesa di San Lorenzo a Torino è strettamente collegata con quella del mondo dell’epoca. Bisogna, però, fare un ulteriore salto indietro nel tempo rispetto a quando è stata realizzata. A circa cento anni prima e alla vittoria della battaglia di San Quintino da parte di Emanuele Filiberto I del Ducato di Savoia e Filippo II di Spagna, suo cugino. Era il 10 agosto del 1557 e i due decisero di far costruire una chiesa dedicata a San Lorenzo.

Così, a circa 50 chilometri da Madrid, il re spagnolo fece innalzare un monastero, mentre il Duca decise di far restaurare una cappella a nome del santo, che ancora oggi è presente all’ingresso. Nel 1634, poi, iniziarono i lavori di ampliamento, ma la chiesa attuale è stata in gran parte progettata da Guarino Guarini. I lavori sono stati molto lunghi, durati dal 1668 al 1680, e si sono conclusi con la consacrazione e l’inaugurazione.

All’interno della chiesa ci sono tantissime opere da ammirare: da altari, a dipinti, fino alle statue. Senza dimenticare la suggestione dei marmi policromi. E affreschi nascosti che si possono ammirare solo a mezzogiorno e in concomitanza con gli equinozi, uno di questi è quello di Dio Padre benedicente nella cappella dell’Immacolata.

La chiesa si trova nella centralissima piazza Castello di Torino e, a guardarla da fuori, non sembra nemmeno un edificio religioso. La meraviglia colpisce quando si varcano le sue porte. Infatti un’altra delle sue particolarità è quella di essere priva di una facciata decorata, anche se Guarini l’ha progettata.

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Lago Nambino, come stare in paradiso

Una perla alpina tra i boschi, con le Dolomiti di Brenta sullo sfondo. Il lago Nambino è incastonato in uno scenario fiabesco che ha alimentato una leggenda legata alle sue acque in alta quota. Un posto così affascinante che non poteva non diventare una delle mete più frequentate da chi ama rilassarsi nella natura, fare escursioni ricche di suggestioni, andare a pesca e godere di panorami spettacolari tra le montagne del Trentino-Alto Adige.

Il lago Nambino e la leggenda della draghessa

Si incontra il lago Nambino a pochi chilometri da Madonna di Campiglio, a 1718 metri s.l.m., dove non arrivano le auto né le piste da sci. Salire quassù è come entrare in una dimensione onirica. A rendere più romantico il contesto paesaggistico che si svela allo sguardo, il delizioso Rifugio che si affaccia sul placido specchio lacustre di origine glaciale, da cui si possono ammirare le frastagliate guglie delle Dolomiti di Brenta. Dicevamo anche di una leggenda: ebbene, secondo i racconti popolari, nel lago Nambino riposerebbe un drago, anzi una draghessa.

Si narra che la mitica creatura se ne stava per mesi e a riposare sul fondo del lago, nutrendosi dei pesci e delle alghe che riusciva a trovare nelle sue profondità. Solo di tanto in tanto emergeva dall’acqua e, dopo essersi accertata che nessuno fosse nei paraggi, usciva a brucare l’erba dei prati intorno. Un giorno, però, accadde l’inaspettato: in un colpo solo, divorò un paio di pecore, un vitello e il pastore.

La notizia si diffuse rapidamente in tutta la val Rendena, fino a che due cacciatori della Val di Sole, dietro la promessa di una lauta ricompensa, accettarono di affrontare il pericoloso drago. I due raggiunsero le rive del lago dove trovarono l’animale leggendario acciambellato su un grande sasso, col muso nascosto tra le due zampe anteriori. A quel punto uno dei due imbracciò il fucile, colpendolo. Tra le sue poderose zampe posteriori, venne ritrovato un grosso uovo di drago. Fu così chiaro a tutti che la creatura leggendaria era in realtà una draghessa che aveva probabilmente assalito il pastore e gli animali solo per difendere il suo uovo.

Dopo qualche settimana venne celebrata una grande festa nella chiesa di Madonna di Campiglio, i cacciatori vennero ricompensati per la liberazione dalla draghessa e da allora si diffuse la leggenda di “Sartanpaz”, la draghessa del lago Nambino.

Le escursioni per raggiungere il lago

Incastonato tra le montagne del Gruppo della Presanella, tra rocce e foreste rigogliose di abeti rossi, il lago Nambino può essere il punto di partenza per escursioni più impegnative in quota, tra cui il famoso Giro dei cinque laghi di Madonna di Campiglio.

Due le strade per raggiungere questa meraviglia . Dal parcheggio di Patascoss, poco sopra Madonna di Campiglio, seguendo un sentiero pianeggiante di 45 minuti circa, che si perde nel bosco e che sbuca proprio sullo specchio d’acqua, svelando ai visitatori uno scenario di una bellezza incantata, con le Dolomiti a fare da cornice.

L’altra strada parte, invece, da Piana Nambio, da dove si sviluppa un percorso adatto alle famiglie con bambini anche piccoli, che conduce all’incantevole lago sulle cui sponde sorge l’omonimo rifugio. Si giunge a destinazione dopo una salita di 170 metri di dislivello che viene superata agevolmente con non più di mezz’ora di cammino su sentiero ben battuto e percorribile senza grosso sforzo anche con zaino porta-bimbo. Il caratteristico rifugio è sempre aperto (anche in inverno) ed offre l’opportunità di pernottare in un ambiente davvero magico.