Categorie
Albania Europa Idee di Viaggio luoghi misteriosi Viaggi

In Albania esiste una città-museo che è un vero incanto

Esiste un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, dove tutto è immerso in un’atmosfera suggestiva ed evocativa che sembra trasportare in un paesaggio degno delle più belle favole della buonanotte. Complice anche quel castello che domina il territorio e che è il più grande di tutto il Paese.

Questo luogo si trova in Albania, una delle destinazioni più apprezzate degli ultimi anni dai viaggiatori italiani e internazionali. Il territorio, infatti, è diventato meta prediletta delle vacanze estive per quel paesaggio marino fatto di acque cristalline, spiagge sabbiose, cale segrete e scogliere.

Eppure è all’ombra dei luoghi più frequentati dal turismo che si nasconde il segreto meglio protetto del Paese. Stiamo parlando di Argirocastro, una città-museo dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco che vi farà innamorare. Pronti a partire?

Argirocastro, come in una fiaba

Situata nel sud dell’Albania, e abbarbicata al lato orientale della Montagna Larga, Argirocastro è un vero gioiello. Un museo a cielo aperto dove il passato vive e sopravvive in tutte quelle testimonianze visibili che rendono la città un unicum in tutto il Paese.

Immenso è il suo patrimonio, riconosciuto anche dall’Unesco, e suggestive sono le sue strade acciottolate, quelle che conducono direttamente al castello che domina sull’intera città. È proprio intorno all’iconica fortezza, diventata il simbolo del territorio, che si snoda la sua storia.

Dopo la nascita del castello di Argirocastro è stata costruita, intorno alla metà del 1300, la cittadella fortificata che ha preso il suo nome. Secoli dopo, con la conquista della città da parte delle truppe ottomane, vennero costruite le caratteristiche case che oggi contraddistinguono il paesaggio della città.

Le dimore con i tetti in pietra, che hanno fatto guadagnare ad Argirocastro gli appellativi di Città di Pietra e Città d’Argento (per il caratteristico riflesso che assume la pietra bagnata quando brilla al sole), assomigliano a piccole fortezze che si affacciano sulle strade acciottolate che si intrecciano e conducono al Bazar, il cuore pulsante della città vecchia dove la cultura turca si incontra con quella albanese e il passato convive perfettamente col presente. Una tappa doverosa la merita anche la Moschea del quartiere la cui costruzione risale al 1557.

Il castello di Argirocastro

Fonte: iStock

Il castello di Argirocastro

La città-museo che incanta

Le cose da fare e da vedere in questo gioiello incastonato tra le montagne sono tante e diverse. Eppure basta una semplice passeggiata tra le case e le strade caratteristiche, pregne di storia e di suggestione,  per vivere un’esperienza incredibile che sembra trasportare in un’altra dimensione.

Una delle tappe imprescindibili per chi visita Argirocastro è ovviamente il suo castello, dove la storia della città ha avuto origine. La fortezza, che è la più grande di tutta l’Albania, è aperta al pubblico e ospita il Museo delle Armi dal 1970. L’edificio, inoltre, è stato scelto più volte negli anni come palcoscenico della kermesse nazionale della Musica Folcloristica.

Se il fascino delle dimore in pietra non vi ha lasciato immuni, allora il consiglio è quello di visitare Casa Zekate, una delle più antiche costruzioni della città nonché il più grande esempio dell’architettura in stile ottomano ad Argirocastro. La posizione privilegiata della casa, situata nel quartiere Palorto, vi permetterà di godere di una vista unica. Con un solo sguardo potrete abbracciare il suggestivo panorama della città.

Imperdibile meta, per gli amanti della letteratura internazionale, è la casa del famoso scrittore Ismail Kadare a Sokaku i të Marrëve. Ovviamente, imperdibile, è il bazar della città: il cuore pulsante di Argirocastro che vi permetterà di entrare in contatto con le tradizioni e con la cultura più autentica del territorio.

Centro storico di Argirocastro

Fonte: iStock

Centro storico di Argirocastro
Categorie
capitali europee Europa Idee di Viaggio luoghi misteriosi Roma Tirreno Viaggi

La gemma segreta del Mar Tirreno a pochi chilometri da Roma

Esiste un luogo, non lontano da Roma, dove il tempo sembra essersi fermato. Una gemma segreta e incastonata nel Mar Tirreno dove la natura, da anni, regna sovrana. Si tratta di Zannone, un lembo di terra che misura una superficie di 102 ettari, e che vanta 6 chilometri di coste, che dista dal porto di Ponza poco più di 5 miglia.

L’isola, bellissima e proibita, può essere raggiunta e circumnavigata solo con i mezzi propri o prendendo parte alle escursioni in barca che vengono organizzate durante l’estate. Completamente disabitata, e con un passato promiscuo e tragico, oggi Zannone rappresenta davvero un unicum della macchia mediterranea.

L’assenza totale della presenza dell’uomo, infatti, ha favorito lo sviluppo di esemplari floristici e caratteristici del clima mediterraneo. Un habitat prolifero che ha trasformato l’isola nella casa di numerose specie di fauna, nonché in un piccolo microcosmo delle meraviglie solitario e sconosciuto ai più.

Una gemma segreta con un passato da dimenticare

Il fascino indiscusso di Zannone, con quel patrimonio naturalistico dalla bellezza immensa, ha suscitato con gli anni l’interesse degli avventurieri. Ma non è quello l’unico motivo a incuriosire ancora oggi i viaggiatori. Negli anni ’70, infatti, l’isola apparteneva al Marchese Camillo II Casati Stampa di Soncino e a sua moglie Anna Fallarino. I due avevano trasformato Zannone nella loro dimora, costruendo una villa i cui resti sono ancora ben visibili in cima alla collina che domina l’isola.

Si narra che i due fossero soliti organizzare feste promiscue con la complicità della privacy che garantiva questo lembo di terra che assunse, velocemente, l’appellativo di isola a luci rosse. Ma la loro storia è ricordata per un epilogo tutt’altro che felice. Scoperto il tradimento di sua moglie, il marchese ha sparato ad Anna Fallarino e al suo amante, prima di togliersi la vita. Da quel momento in poi, Zannone, è rimasta disabitata e dal 1979 è diventata parte del Parco Nazionale del Circeo trasformandosi così da terra del peccato in un paradiso terrestre.

Come visitare Zannone

L’isola è raggiungibile solo ed esclusivamente via mare, con un mezzo proprio o con un tour organizzato da Ponza con sbarco all’Approdo del Varo. Oltre ai resti della villa del Marchese Camillo II Casati Stampa di Soncino, è possibile ammirare anche quello che resta di un antico monastero circense e si una peschiera romana ricavata nella roccia situata nei pressi dell’approdo.

Dall’attracco si snoda un sentiero che attraversa la natura rigogliosa e lussureggiante di Zannone e che permette di percorrere un fiabesco bosco di lecci che conduce verso alcuni punti di osservazione. Da qui è possibile contemplare il meraviglioso panorama che si snoda tutto intorno, tra cui anche le sagome delle isole di Ponza e Palmarola. Il consiglio è quello di aguzzare bene la vista durante la passeggiata: è possibile anche incontrare i mufloni che hanno dell’isola la propria casa.

Zannone non ospita spiagge di sabbia, ma solo pareti di roccia che si tuffano nel mare. Circumnavigando l’isola in barca, però, è possibile andare alla scoperta di alcuni punti di interesse naturalistici come lo Scoglio del Monaco e Cala delle Grottelle. Una sosta qui è d’obbligo, non solo per contemplare il paesaggio incontaminato, ma anche per nuotare tra le acque cristalline.

Categorie
Idee di Viaggio isole itinerari culturali lago Lago Di Garda vacanza natura Viaggi

Isola di Trimelone, una vera bellezza nel Garda

La piccola e selvaggia isola di Trimelone appare come un’oasi di tranquillità adagiata sulle acque del Lago di Garda, di fronte ad Assenza di Brenzone. Eppure, andando indietro nel tempo scopriamo un passato notevolmente burrascoso, a dispetto delle modeste dimensioni di questo fazzoletto di terra lungo 260 metri e largo 60, tanto da essere diventata uno dei simboli della travagliata storia italiana del Novecento.

La travagliata storia dell’isola di Trimelone

Andando molto indietro nei secoli, scopriamo che venne fortificata più volte dagli abitanti del posto per difendersi dalle incursioni dei Barbari, fino all’assedio di Federico Barbarossa, che nel 1158 provocò la distruzione del castello presente sull’isola.

Negli anni precedenti la Prima Guerra Mondiale, l’isola del Lago di Garda fu utilizzata come avamposto bellico per la sua posizione tattica sul confine con l’Impero austro-ungarico. Fu armata di due cannoni, diventando un distaccamento militare per alpini, fanti e bersaglieri finché, nel 1930, un’azienda bresciana la trasformò in cantiere per la lavorazione dei residuati bellici.

Durante la Seconda Guerra Mondiale venne costruito qui un bunker, da cui Mussolini, a pochi giorni dalla sua fine, rilasciò l’ultima intervista. Al termine del conflitto, le forze armate tedesche utilizzarono la zona come ‘discarica di gurra’ prima della ritirata, riempiendo l’isola e le aree limitrofe con tonnellate di materiale bellico di ogni genere. Ciò portò alla terribile esplosione – probabilmente accidentale – avvenuta il 5 ottobre del 1954, che provoò la distruzione di circa metà dell’isola e un incendio che durò tre giorni. Rocce e strutture del peso di oltre 15 tonnellate vennero scagliate nelle acque del lago, depositando sul fondale nei pressi dell’isola una quantità incredibile di ordigni, casse di esplosivo e materiale bellico di ogni sorta.

A seguito delle recenti bonifiche, sono state portate alla luce decine di migliaia di residuati bellici dai fondali. Una parte dell’esplosivo recuperato, potrebbe inoltre essere collegato a quello utilizzato per le stragi nere che hanno insanguinato l’Italia tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’80.

Nel 1960, il Comune di Brenzone acquistò l’isola del Trimelone dallo Stato per 800 mila lire, a patto di farla diventare oasi naturalistica. Ma poi il ritrovamento di decine di migliaia di ordigni bellici e materiale esplosivo ne costrinse l’interdizione.

L’isola di Trimelone oggi, una pacifica oasi ambientale

Oggi l’isola di Trimelone cerca di lasciarsi alle spalle il suo passato travagliato, presentandosi come una pacifica oasi ambientale, in cui nidificano indisturbati numerosi gabbiani e cormorani, in un contesto naturalistico dominato da pioppi, oleandri, seneci e sambuchi. La sua storia è ancora ben visibile su alcuni edifici militari ancora presenti, ossia la caserma, il fortino ed un piccolo porto ormai smantellato.

Attualmente vige ancora il divieto di sbarco, di attracco, di pesca e di avvicinamento. Tuttavia, stando alle dichiarazioni del sindaco Davide Benedetti, la bonifica è terminata e certificata e si sta aspettando il via libera ufficiale delle istituzioni per poter dare l’accesso al pubblico a questa perla storica e ambientale. In attesa che ciò accada, si può ammirare l’unicità e la bellezza selvaggia dell’isola veneta, teatro di tanta storia, a bordo di una barca, da cui si gode di uno spettacolo ricco di fascino.

Categorie
capitali europee Europa Idee di Viaggio isole Roma Viaggi

Tiberina: l’isola al centro della Capitale

Non è di certo una novità: Roma è una città eccezionale, un turbinio di emozioni e un insieme di ricchezze storiche e culturali uniche al mondo. Tutti conoscono l’imponenza del Colosseo, la leggiadria di Piazza di Spagna e la maestosità della Fontana di Trevi, ma in molti non sanno, forse, che al centro della Capitale sorge un’isola, che prende il nome di Tiberina.

Isola Tiberina: dove si trova

L’Isola Tiberina si trova presso il centro storico di Roma, nelle vicinanze del rione Trastevere, ed l’unica isola urbana del Tevere: è collegata alle due rive del fiume dal Ponte Cestio e dal Ponte Fabricio. Il primo risale al 46 a. C. e conduce il viaggiatore verso il Ghetto, un altro angolo cittadino altamente sorprendente, mentre il secondo è stato edificato nel 62 a. C. ed è anche chiamano Ponte Quattro Capi.

Lunga circa 300 metri e larga più o meno 90, è l’isola abitata più piccola del mondo. Si tratta perciò di un luogo davvero speciale, anche perché conserva testimonianze di tutte le epoche della storia capitolina: dai ponti di età romana alle chiese rinascimentali (ma questo non è tutto).

L’origine dell’isola

La storia dell’origine dell’Isola Tiberina è assai interessante in quanto legata a diverse leggende. Una di queste narra che, nel 509 a.C., quando venne spodestato l’ultimo re di Roma, Lucio Tarquinio Superbo, il popolo decise di gettare nel Tevere il suo enorme deposito di grano, in segno di disprezzo verso lo stesso. Pare che il grano lanciato fu tantissimo, una quantità così abbondante che diede vita a questa isoletta.

Tiberina, l'isola di roma

Fonte: iStock

Veduta dell’Isola Tiberina

Secondo altre leggende, invece, l’origine dell’isola sarebbe ancor più particolare: nel 291 a.C. Roma venne colpita da una terribile pestilenza che portò alla morte di un numero indefinito di persone. I sacerdoti dell’epoca decisero quindi di consultare i libri sibillini ed inviare una delegazione ad Epidauro, luogo di culto del dio della medicina Esculapio, in Grecia.

Una volta fatto, gli ambasciatori tornarono nella Capitale portando sulla nave un serpente, animale assai caro al dio. Fu così che, nel pressi dell’isola Tiberina, il serpente fece un grande salto per poi rifugiarsi in un punto preciso dell’isola, dove fu in seguito innalzato un tempio dedicato ad Esculapio.

Si racconta poi che la peste svanì miracolosamente, proprio a seguito della costruzione del tempio. A ricordo di questo evento miracoloso, l’isola stessa fu sistemata architettonicamente come una nave con poppa e prua, e nel mezzo un obelisco che fungeva da albero maestro. Due frammenti di tale obelisco sono oggi conservati nel Museo Nazionale di Napoli, mentre un terzo è protetto a Monaco.

Fu per questo che l’isola Tiberina divenne un punto di riferimento per tutti i malati di Roma, che venivano da queste parti per essere guariti miracolosamente dal dio Esculapio. Vi basti pensare che i nobili romani iniziarono a lasciare proprio su questa minuta terra gli schiavi malati: lo scopo era non dover pagare loro cibo e cure mediche. Fu l’imperatore Claudio che mise fine a questa usanza, stabilendo che qualsiasi schiavo che fosse guarito qui sarebbe diventato automaticamente un uomo libero.

Quel che oggi è certo è che l’Isola Tiberina ha come elemento geologico di base un banco di tufo, non troppo diverso da quello del vicino colle Capitolino. Su di esso, nel corso del tempo, si sono poi sedimentate le sabbie portate dalla corrente del Tevere.

Cosa visitare

Come accennavamo in precedenza, in un tempo molto lontano su quest’isola sorgeva il Tempio di Esculapio. Al suo posto, oggi, c’è la Chiesa di San Bartolomeo che conserva un campanile romanico del XII secolo e una colonna scavata e utilizzata come vera da pozzo.

Chiesa di San Bartolomeo, Isola Tiberina

Fonte: iStock – Ph: Photo Beto

La Chiesa di San Bartolomeo

Al suo interno è possibile ammirare diversi monumenti e scoprire alcune curiosità. Primo fra tutte il pozzo dove è riportata un’antica dicitura in latino che vuol dire: “Lasciate venire alla fonte chi ha sete e trarvi un sorso di salute”. Secondo la leggenda, il pozzo è stato costruito nel punto esatto in cui sgorgava la fonte sacra del dio Esculapio.

Molto interessante è anche la palla di cannone murata in una parete del palazzo. La sua storia risale all’epoca dell’assedio francese di Roma, ovvero il 1849. Si racconta che, quando la chiesa venne colpita da questa palla di cannone, al suo interno c’erano tantissimi fedeli che stavano pregando. Tuttavia, la struttura non subì chissà quali danni, ma soprattutto nessuno rimase ferito o ucciso da questo brutale attacco.

Alla sinistra delle chiesa sorge invece il monastero francescano che è stato poi trasformato in ospizio per gli ebrei anziani e poveri del vicino Ghetto.

Vele la pena dare uno sguardo anche al Ponte Fabricio, il più antico di Roma ancora in funzione che sostituì, probabilmente, uno preesistente in legno. Di 62 metri di lunghezza e 5 di larghezza, è composto da due grandi arcate che poggiano su un pilone centrale nel quale si apre un piccolo arco, il cui scopo è diminuire la pressione delle acque durante le piene. Molto interessante è anche la torre che fa da testata e che è tutto ciò che rimane di un antico complesso di edifici.

L’Isola Tiberina è anche la sede dell’ospedale Fatebenefratelli che sorge di fronte alla basilica di San Bartolomeo. Sulla sua destra si trova la chiesa di San Giovanni Calibita, edificata sui resti del tempio di Iuppiter Iurarius. Tra le altre cose, qui è presente anche una delle tre sedi romane dell’Ospedale Israelitico che sorge al fianco della basilica di San Bartolomeo.

Infine, nella parte Nord dell’Isola, dal 21 aprile 2022, sono state installate delle stele dedicate a Le Georgiche di Virgilio. Si tratta di tredici vecchi totem (in cemento, ferro e plexiglas) abbandonati da tempo sull’isola e che oggi sono stati ripristinati. Ogni stele, dipinta da Corrado Veneziano, riprende motivi figurativi tipici delle Georgiche legandoli ai versi del poema: tutti tesi al rispetto e alla tutela del territorio e delle sue incredibili diversità.

Ponte Fabricio, Isola Tiberina

Fonte: iStock

L’antico Ponte Fabricio con la sua torre

L’isola del cinema

Un’isola nel bel mezzo della città, una sorta di borgo urbano, un luogo miracoloso, un fazzoletto di terra sacro, un piccolo territorio dalla forma di una nave, un’area da sempre dedita alla salute: tutto questo è l’Isola Tiberina, ma la verità è che non è finita qui.

Questo angolo di Roma, infatti, dal 1995 è anche l’Isola del Cinema, una manifestazione che porta al centro della Capitale il grande cinema italiano e internazionale. Un vero e proprio Salotto Internazionale di Cinema e Cultura che prende vita sul fiume Tevere, l’occasione ideale per seguire anteprime e film inediti e per poi incontrare registi e attori italiani e internazionali.

Categorie
Idee di Viaggio Viaggi

Viale dei Cipressi: una delle strade più poetiche d’Italia

È inutile girarci intorno: il nostro Paese nasconde angoli dai profili poetici, territori che per la loro armonia sembrano addirittura pennellati dalle mani di un abile artista, così come il frutto del racconto dei versi di alcuni scrittori. Ne è un esempio il Viale dei Cipressi che per la sua incredibile eleganza è stato persino decantato dal grande poeta Giosuè Carducci.

Dove si trova il Viale dei Cipressi

Il Viale dei Cipressi, classificato come strada provinciale 16d SP 39-Bolgheri, prende vita in tutta la sua identitaria sinuosità nel comune di Castagneto Carducci, estendendosi da Est verso Ovest.

Sorge quindi in un angolo di territorio italiano soprannominato Maremma Livornese che si sviluppa tra le meraviglie della Costa degli Etruschi e i borghi da sogno dell’entroterra.

Quanto è lungo

Questa magica strada è lunga quasi cinque chilometri e collega l’oratorio di San Guido, che sorge lungo la via Aurelia, al centro storico di Bolgheri.

Viale dei Cipressi, dove si trova

Fonte: iStock

Il Viale dei Cipressi dall’alto

Si tratta di un suggestivo rettilineo, impreziosito da morbidi saliscendi, che racchiude una profonda identità, quella Toscana, i cui cipressi sono un simbolo ormai noto a tutti.

Un inno alla poesia

Come vi abbiamo accennato poco sopra, questo rettilineo ha ispirato la stesura della celebre ode scritta da Giosuè Carducci, “Davanti San Guido” e non c’è da sorprendersi: 2540 alberi secolari hanno fatto da sfondo al passaggio e alle idee del poeta e di tante altre personalità illustri del passato.

Una fila lunghissimi di svettanti alberi che sono estremamente vicini tra loro, tanto da non lasciar quasi mai scorgere la meravigliosa campagna circostante. Non a caso Carducci ne parlò proprio in questi termini:

I cipressi che a Bólgheri alti e schietti
Van da San Guido in duplice filar,
Quasi in corsa giganti giovinetti
Mi balzarono incontro e mi guardar”.

Con lo scopo di commemorare il premio Nobel italiano che a lungo visse in queste zone, nel 1908 Giuseppe Della Gherardesca fece innalzare un piccolo obelisco in suo onore proprio all’inizio del Viale, più precisamente nei pressi dell’oratorio di San Guido.

La storia del Viale

Le origini di questo incredibile Viale risalgono al XIX secolo, ovvero quando fu ricostruita la via Imperii (attuale via Aurelia), con la realizzazione di una serie di vie ad essa perpendicolari.

Fu proprio in questa occasione che la strada che conduceva a Bolgheri fu piano, piano abbellita dal duplice filare di cipressi, anche se è giusto dire che nelle fasi iniziali vennero utilizzati dei pioppi.

Il meraviglioso aspetto di oggi è quello emerso tra l’Ottocento e i primi anni venti del Novecento, mentre bisogna attendere il 1954 per vedere questa strada asfaltata.

L’oratorio di San Guido

Il Viale dei Cipressi collega l’oratorio di San Guido al borgo di Bolgehri. Va da sé, quindi, che è un’attrazione da non perdere se si decide di percorrere questa rinomata strada, da molti considerata una delle più belle del mondo.

Oratorio di San Guido, Toscana

Fonte: iStock

Il suggestivo oratorio di San Guido

Si tratta di un piccolo edificio sacro che, in un modo o in un altro, è stato reso celebre proprio dalla poesia di Giosuè Carducci. Realizzato nel 1703 su commissione della famiglia Della Gherardesca con lo scopo di ricordare l’antenato Guido, presenta una porta con frontone curvilineo che a sua volta è sormontata da una lapide commemorativa costruita in marmo bianco.

Al suo interno è invece presente un altare in pietra, marmo bianco e stucchi che è stato attribuito a Romolo Della Bella (XVIII secolo). Nelle sue vicinanze sorge l’obelisco innalzato per commemorare Giosuè Carducci ad un anno dalla sua morte. Un luogo non troppo fortunato: la mattina del 12 ottobre del 2019 un’auto ci si schiantò contro facendolo crollare a terra. Oggi, per fortuna, è stato ricostruito.

Visitare Bolgheri

Se avete intenzione di percorrere il Viale dei Cipressi, non potete di certo perdervi una visita a Bolgheri. Abitato da poco più di un centinaio di abitanti, è una vera e propria culla di uno dei prodotti italiani più pregiati in assoluto: il vino. Vi basti sapere che una tale concentrazione di etichette di rilevanza mondiale in un territorio così poco esteso è più unica che rara.

Ma c’è un’altra ottima notizia: Bolgheri incanta i suoi ospiti anche per le minute stradine del centro, per il suo prezioso castello e per le tante attrazioni che sono incastonate in un paesaggio naturale straordinario.

Percorrendo il Viale dei Cipressi, la prima meraviglia che il visitatore si trova di fronte al termine della strada è il maestoso Castello di Bolgheri, edificio medievale di proprietà della famiglia Della Gherardesca.

È impossibile non notare la sua torre merlata sotto la quale sorge la porta d’ingresso, sia del maniero che del paese. Chiuso tra le mura, si erge su tre piani in uno dei quali si fa spazio anche una chiesa di epoca medievale. Il varco di accesso è invece impreziosito da un arco acuto sopra il quale spicca una rotonda decorata con motivi floreali e armi. Essendo un’abitazione privata, non è visitabile quando lo si desidera ma rimane accessibile solo una volta l’anno: il 16 luglio, giorno in cui ricorre la festa patronale.

Molto interessante è anche la Chiesa dei santi Giacomo e Cristoforo che si affaccia su piazza Teresa, ovvero subito dopo la porta d’accesso principale. Piccolina e molto antica, è stata restaurata agli inizi del Novecento e oggi presenta una facciata a capanna. Non sono meno speciali gli interni che sono stati ricostruiti mantenendo comunque lo stile medievale.

Infine, a Bolgheri vale la pena visitare l’oasi faunistica istituita alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso. Un posto da non sottovalutare in quanto è stata la prima oasi naturale privata italiana, anche se dal 1968 fa parte delle Oasi WWF. In tutta la sua estensione è possibile scorgere un’ampia palude con canneti, foreste di ginepri, lecci, pini e frassini. In fatto di fauna, invece, si ha il piacere di incontrare caprioli, conigli e scoiattoli, poi ancora falchi pellegrini, gufi e germani reali.

Cosa vedere a Bolgheri

Fonte: iStock

Bolgheri visto dall’alto

Visitare Castagneto Carducci

Se il Viale dei Cipressi si sviluppa nel territorio comunale di Castagneto Carducci, appare piuttosto evidente che vale la pena visitare anche il borgo stesso. Noi di SiViaggia siamo certi che non ve ne pentirete in quanto si tratta di una località dal centro grazioso e che, vista la sua posizione, regala anche un paesaggio mozzafiato.

Il borgo sorge su una collina che si trova a meno di 10 chilometri dal limpido mare toscano, e in più si sviluppa intorno a un imponente castello medievale che è stato edificato nel punto più alto del paese.

Mentre lo sguardo si perde all’orizzonte attraverso vigneti, uliveti e campi profumati che arrivano fino alla costa, è possibile ritrovarsi al cospetto di numerosi e preziosi siti di interesse come il Palazzo Comunale che si erge in posizione dominante, all’inizio di Via Marconi, ovvero una strada che si sviluppa in discesa in direzione della costa regalando un punto di vista assai suggestivo.

Poi ancora la Chiesa di San Lorenzo che, insieme al Castello oggi adibito solo a eventi e cerimonie, è l’edificio più antico del borgo. Molto graziosa è anche la Chiesa del S.S. Crocifisso dove è conservato un Crocifisso ligneo del quattrocento.

Infine, l’abitazione che un tempo era di Giosuè Carducci e che oggi è sede del Centro di Valorizzazione Casa Carducci, aperto per visite grazie a cui scoprire le stanze dove visse insieme a un archivio di poesie e documenti.

Castagneto Carducci, Toscana

Fonte: iStock

Il centro storico di Castagneto Carducci
Categorie
Florida Idee di Viaggio Nord America vacanze avventura Viaggi viaggiare

È la città del Sole e ti offre tutto ciò che desideri per la tua vacanza

L’accogliente abbraccio della Florida, ti invita a scoprire un mondo di avventure, relax e divertimento. Terra di Sole splendente e spiagge da sogno, è un luogo che ogni viaggiatore dovrebbe visitare almeno una volta nella vita.

Situata nel sud-est degli Stati Uniti, offre un’esperienza diversa da qualsiasi altra. Qui, ogni giorno è un’opportunità per esplorare nuovi orizzonti, vivere emozioni indimenticabili e creare ricordi che dureranno per sempre.

In questo scenario, St. Petersburg si distingue come una delle città più affascinanti del territorio. Conosciuta come “The Sunshine City“, non smette mai di stupire. Famosa per il clima caldo, le acque trasparenti e la sua scena artistica vibrante e creativa, è un luogo che ti invita a scoprire e a sognare.

St. Petersburg: incanto della Florida

St. Pete Museo Salvador Dalì

Fonte: iStock

Museo Salvador Dalì, St. Pete, Florida

Situata sulla costa occidentale della Florida, nella contea di Pinellas, St. Petersburg è una città che brilla di una luce unica. Tra parchi splendidi, spiagge immacolate e una varietà di ristoranti e negozi, questa città offre sempre numerose attrazioni da scoprire e sperimentare.

Uno dei luoghi più amati è il Sunken Gardens, un giardino botanico storico di 100 anni, famoso per la lussureggiante vegetazione, i sentieri ombreggiati e le tranquille cascate. Con oltre 50.000 piante tropicali e fiori colorati, è il luogo perfetto per una passeggiata rilassante o per un po’ di meditazione silenziosa.

Un’altra attrazione da non perdere è la Chihuly Collection, una straordinaria raccolta delle opere dell’artista Dale Chihuly, situata presso il Morean Arts Center. Le sculture di vetro soffiato, i dipinti e i disegni sono esposti in un edificio appositamente progettato per valorizzarli al meglio. Le forme sinuose e i colori vivaci creano un’esperienza visiva veramente unica e coinvolgente.

Il centro di St. Petersburg è un altro punto d’interesse da non perdere. Ricco di negozi unici e boutique alla moda, qui potrai trovare di tutto, dai vestiti vintage ai gioielli fatti a mano, dai mobili d’epoca ai libri rari. E dopo una giornata di shopping, potrai rilassarti in uno dei tanti caffè all’aperto o gustare le prelibatezze locali in uno degli eccellenti ristoranti della zona.

Ma la vera icona della città è il St. Pete’s Pier. Riaperto nel 2020 dopo una ristrutturazione completa, è ora molto più che un molo. Si estende per oltre 3000 piedi nel suggestivo scenario di Tampa Bay, regalando panorami mozzafiato sulla città e sul mare circostante. È un vivace distretto marittimo che accoglie con numerosi ristoranti, negozi, aree gioco e persino un coinvolgente centro educativo marino.

Per gli appassionati d’arte, il Museo Salvador Dalí, con la più grande collezione al di fuori dell’Europa delle opere del celebre artista surrealista spagnolo, è un vero e proprio must-see. L’edificio stesso è un capolavoro architettonico, con i muri di vetro ondulato e una spirale elicoidale di cemento, che ricorda lo stile dell’artista. Il museo offre anche una vista panoramica sulla baia attraverso “Enigma“, una cupola di vetro composta da più di 1.000 pannelli triangolari, un omaggio all’amore di Dalí per le forme geometriche e le strutture naturali.

Le spiagge incantevoli del Fort De Soto Park

Nella città di St. Petersburg si trova un rifugio naturale dalla bellezza sorprendente, il Fort De Soto Park, il più grande parco situato all’interno della contea di Pinellas. Composto da cinque isole interconnesse, offre l’accesso a spiagge meravigliose e un’esperienza immersiva nella natura senza eguali.

In particolare, la North Beach si distingue per la bellezza incontaminata. Con la sua sabbia bianca finissima e l’acqua trasparente dell’oceano, è uno dei luoghi più amati dell’intero parco, perfetta per chi cerca un rifugio tranquillo, lontano dal trambusto della città.

Oltre alle spiagge, si trovano numerosi sentieri naturalistici, ideali per praticare escursioni, birdwatching o mountain bike. Ci sono anche due moli appositamente predisposti per la pesca, dove è possibile pescare una vasta gamma di specie marine.

Infine, la biodiversità presente all’interno del parco è veramente straordinaria. Infatti, sono state avvistate oltre 328 specie di uccelli, un vero paradiso per gli appassionati di birdwatching.

Fort DeSoto Park, Florida

Fonte: iStock

North Beach, Fort DeSoto Park, St. Pete, Florida
Categorie
attrazioni turistiche italiane e internazionali Europa fiordi Idee di Viaggio Norvegia panorami Viaggi

Il panorama da brivido sui fiordi norvegesi

Una vista che toglie il fiato e un luogo perfetto per scattare foto memorabili durante le vostre vacanze in Norvegia. Stegastein è uno dei punti panoramici più fotografati della contea di Sogn og Fjordane, famosa per ospitare due siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO e il fiordo più lungo e profondo del Paese, per non parlare dei ghiacciai, le cascate e i parchi nazionali che lasciano i visitatori a bocca aperta. Per ammirarne tutta la magnificenza, non c’è posto migliore di questa attrazione da brivido.

La spettacolare piattaforma panoramica di Stegastein

Non preoccupatevi, è impossibile non vedere questa meraviglia dell’ingegneria moderna, tra le più visitate della Norvegia. Lungo 30 metri e largo 4, l’incredibile belvedere di Stegastein sporge dalla montagna a 650 metri d’altezza sul fiordo di Aurland.

Può sembrare fatto di legno, in realtà è molto più robusto: è infatti realizzato in acciaio, rivestito di pino massiccio. La costruzione, progettata da Todd Saunders e Tommie Wilhelmsen, è stata inaugurata ufficialmente nel giugno 2006, e ha ottenuto molti riconoscimenti per la sua architettura geniale ispirata dalla natura circostante. Il progetto fa parte di un programma nazionale sugli itinerari turistici commissionato dal Norwegian Highway Department.

Per rendere l’esperienza ancora più emozionante, la costruzione termina con un drammatico salto coperto da una lastra di vetro quasi invisibile, che dà la sensazione di precipitare nel fiordo. Gli architetti hanno dichiarato che l’opera è stata pensata per sembrare spaventosa ed eccitante al tempo stesso, in modo che i visitatori abbiano la percezione che non ci sia nulla tra loro e gli elementi naturali. L’intento dichiarato dagli autori dell’opera era quello di non alterare il paesaggio e la vegetazione che la ospitano, bensì proteggerli in modo che ci si possa sentire pienamente parte di essi e viverli da un nuovo punto di vista.

Forte è l’interazione tra la struttura e la natura. Si può camminare “nell’aria”, attraverso le cime degli alberi, percependo in maniera amplificata questa esperienza a stretto contatto con l’ambiente sconfinato in cui la piattaforma si confonde. In apparente equilibrio precario sulla leggera struttura d’acciaio, avrete solo una balaustra di vetro a separarvi dal vuoto e a regalarvi l’elettrizzante impressione di precipitare nel blu. Perciò, se non avete paura dell’altezza, sporgetevi pure per godere di questo spettacolo unico al mondo. È davvero difficile immaginare una veduta più straordinaria di questo paesaggio già di per sé mozzafiato.

Come raggiungere una delle attrazioni più belle della Norvegia

Lo straordinario e spettacolare punto panoramico di Stegastein si può raggiungere in autobus da Flåm via Aurland, punto di partenza per le escursioni in montagna a tre ore di macchina da Bergen, la seconda città della Norvegia. Da lì potrete risalire lungo la Aurlandsfjellet, nel Sogn og Fjordane, una delle 18 strade panoramiche della Norvegia. Seguire la strada verso Lærdal (conosciuta come “la strada della neve”) fino a raggiungere la magnifica piattaforma panoramico di Stegastein.

La tranquilla città di Aurland è anche l’ultima tappa dello spettacolare trekking dell’Aurlandsdalen, oltre a essere rinomata per il fatto di trovarsi a una delle estremità del Lærdalstunnel, la galleria stradale più lunga del mondo. Sia ad Aurland che a Flåm potete inoltre trovare numerosi percorsi ciclabili che garantiscono viste panoramiche da sogno.

Categorie
Idee di Viaggio Viaggi

Il villaggio del dolce far niente dove il tempo si è fermato

La Sassonia, in Germania orientale, è una vera e propria gemma di bellezze naturali e culturali che attende solo di essere scoperta. Con le sue città storiche, i panorami fluviali e le maestose montagne, offre una varietà di esperienze uniche ai turisti di tutto il mondo.

Nascosto tra le verdi distese boschive e le dolci colline, nel cuore dell’entroterra sassone, c’è un piccolo paradiso che rapisce il cuore al primo sguardo: il villaggio di Schmilka, un quartiere di Bad Schandau, nel distretto della Svizzera sassone. Posizionato ai confini del Parco Nazionale, è una vera e propria oasi di pace e bellezza naturale, un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, in cui si respira un’atmosfera unica e fiabesca.

Schmilka è un autentico tuffo nel passato, in cui è possibile assaporare la cultura e lo stile di vita della Sassonia più autentica. Un luogo incredibile, un angolo nascosto che aspetta solo di essere esplorato.

Schmilka: un paese antico nel cuore della Sassonia

Schmilka Bad Schandau

Fonte: Getty Images

Schmilka Bad Schandau, Sassonia

Schmilka è un luogo dall’incanto senza tempo, situato in un contesto geografico unico. Da un lato, le placide acque del fiume Elba lambiscono il suo territorio, mentre dall’altro, formazioni rocciose imponenti proteggono e abbracciano il borgo.

La sua storia risale al 1582, quando fu fondato da alcuni boscaioli cechi che lo chiamarono Schmilka, letteralmente “luogo di raccolta del legname“. Questo nome riflette perfettamente la vocazione originaria del luogo, legata all’arte della lavorazione del legno, e ancora oggi risuona come un omaggio alla sua ricca eredità storica e culturale.

Un’altra attrazione imperdibile è la “Kleine Bastei“. Questa meraviglia naturale, il cui nome significa “piccola fortezza“, è un luogo privilegiato per ammirare la straordinaria bellezza del villaggio e delle aree verdi circostanti.

La sua vera peculiarità non risiede solo nello splendido ambiente naturale, ma anche nelle pittoresche strutture architettoniche. Le case a graticcio, impreziosite da colori vivaci, sono un’icona di questa località e sono state meticolosamente conservate nel loro stato originario. Mentre uno dei tratti più distintivi è la ruota del mulino, inevitabilmente mossa dall’incessante forza delle acque fluviali.

Nel 2017, Schmilka è stato inserito nella lista dei “Borghi più belli della Sassonia“. Inoltre, grazie alla sua posizione privilegiata, rappresenta il punto di partenza ideale per esplorare i numerosi sentieri che attraversano il parco. Tra questi, spicca il famoso “Malarweg“, l’itinerario che un tempo era percorso dai pittori romantici in cerca di ispirazione, tra la bellezza della natura circostante. Un viaggio in questa località offre così l’opportunità di immergersi in un paesaggio rurale di straordinaria bellezza, seguendo le orme di artisti e poeti del passato.

Il villaggio di Schmilka: un modello di ecosostenibilità

Schmilka, è un villaggio esemplare che si è fatto notare anche per la sua forte attenzione alla sostenibilità ecologica.

Quest’angolo idilliaco è stato progettato e costruito con l’intento di rispettare l’ambiente in ogni suo aspetto, utilizzando esclusivamente materiali naturali. La sua filosofia abbraccia la sostenibilità a 360 gradi, offrendo ai visitatori una vacanza unica ed eco-friendly.

Anche la cucina dei ristoranti locali segue lo stesso principio. I menu sono basati su prodotti biologici a chilometro zero, promuovendo così uno stile di vita sano e rispettoso dell’ambiente.

Questo approccio olistico alla sostenibilità rende Schmilka un esempio straordinario di come sia possibile vivere in armonia con la natura, senza compromettere il comfort o la qualità della vita.

Schmilka Bad Schandau

Fonte: Getty Images

Schmilka Bad Schandau, Sassonia, Germania orientale
Categorie
Africa Europa Idee di Viaggio Marocco Spagna Viaggi

Melilla, un angolo di Spagna in Marocco

Il Regno del Marocco, affacciato sull’Oceano Atlantico e sul Mar Mediterraneo, è un Paese incantevole che si trova nel Nord Africa. Grazie alla sua posizione geografica privilegiata, che si estende oltre lo Stretto di Gibilterra, è un affascinante mix di influenze e culture diverse.

Ricco di contrasti geografici, con le sue imponenti catene montuose dell’Atlante e del Rif che si estendono attraverso il territorio, regala una serie di paesaggi unici che vanno dalle coste pianeggianti ai deserti rocciosi. Le città, poi, racchiudono una varietà di architetture stravaganti, con stradine labirintiche che invitano all’esplorazione.

Una delle particolarità del Marocco è la presenza di due enclave spagnole sul suo territorio: Ceuta e Melilla. Quest’ultima è senza dubbio una destinazione unica. Camminando per le sue strade, ci si ritrova immersi in un connubio di tradizioni e stili architettonici.

Senza dubbio, una città vibrante e cosmopolita che vale la pena esplorare. Nonostante non goda della stessa fama di altre mete spagnole, questa destinazione possiede un innegabile fascino tutto da scoprire.

Melilla, una città spagnola nel territorio africano

Melilla Marocco

Fonte: Getty Images

Porto di Melilla, Marocco

Melilla è posizionata nel nord-est del Marocco. Situata lungo la costa mediterranea, un po’ a nord di Nador e sul lato orientale delle montagne del Rif, è un luogo suggestivo in cui le culture si intrecciano e si fondono in una mescolanza di tradizioni, lingue e costumi.

Con una popolazione divisa equamente tra cristiani di origine spagnola e musulmani berberi, è un punto d’incontro unico tra Europa e Africa, e custodisce numerose attrazioni storiche, tra cui edifici dall’architettura modernista, antiche fortificazioni e musei, che racchiudono opere d’arte e reperti storici di grande valore.

Per immergersi nella storia di Melilla, niente è più suggestivo di una visita al vero simbolo della città, la Ciudadela, conosciuta anche come “Melilla La Vieja” o “El Pueblo“. Quest’area fortificata racconta le storie di diversi popoli che nel corso dei secoli hanno lasciato il loro segno, contribuendo a formare l’identità unica di quest’affascinante città.

Il suo passato si svela attraverso i pittoreschi quartieri, le torri di vedetta e gli edifici imponenti come il Baluarte de la Concepción e l’Hospital del Rey.

Nella parte nuova di Melilla, invece, uno dei luoghi più suggestivi da visitare è sicuramente la Plaza de España. Questo spazio urbano, con la sua caratteristica forma circolare, si trova strategicamente alle spalle del porto, posizionandosi come cuore pulsante della città. Un vero e proprio fulcro vitale, un punto di incontro per residenti e turisti, dove le principali arterie cittadine convergono, irradiandosi in tutte le direzioni.

La piazza ospita importanti edifici come il Casino Militar, un’imponente struttura progettata da Enrique Nieto, allievo del famoso architetto Antoni Gaudí, che rappresenta brillantemente lo stile modernista catalano, con dettagli architettonici ricchi e intricati.

Poco distante si trova il Palacio de la Asamblea, un edificio storico realizzato sempre da Nieto, che ospita la sede del Municipio di Melilla. Questo capolavoro architettonico, costruito nella prima metà del Novecento, emana un’aura di maestosa regalità. La sua struttura, sviluppata su tre piani, ricorda una corona ducale, che conferisce al palazzo un aspetto davvero unico. All’interno, su richiesta, è possibile visitare alcuni degli spazi più rappresentativi, come il Salon Dorado, che riflette l’eleganza e la raffinatezza dell’epoca, e la Sala de Plenos, dove si riunisce il consiglio comunale.

Melilla: la città che separa l’Africa dall’Europa

Nonostante si trovi geograficamente in Africa, Melilla è una città spagnola e fa parte dell’Unione Europea. Insieme a Ceuta, rappresenta l’unica frontiera terrestre tra Africa ed Europa. Nel corso del XX secolo, questa particolare posizione ha conferito a queste due città un ruolo fondamentale nelle rotte migratorie verso il vecchio Continente.

Per gestire l’ingente flusso di migranti, sono state separate dal territorio marocchino da una doppia rete metallica. Questa barriera, costruita tra il 1997 e il 1998, era inizialmente alta tre metri ma, a causa dell’aumento delle pressioni migratorie, è stata successivamente raddoppiata raggiungendo i sei metri di altezza.

Un simbolo distintivo e controverso della città è la statua di Francisco Franco. Nonostante la legge del 2009, promulgata dall’ex primo ministro Zapatero, che bandisce i monumenti pubblici in onore del dittatore spagnolo, la statua continua a dominare una piazza cittadina, rimanendo l’unica in uno spazio pubblico spagnolo. La sua rimozione era stata programmata da tempo, ma la statua rimane ancora al suo posto, un dettaglio che sottolinea quanto, nonostante la città sia formalmente sotto il controllo del governo di Madrid, sia in realtà completamente autonoma. Questo equilibrio delicato rappresenta un chiaro segno del suo complesso passato storico e politico.

Melilla

Fonte: Getty Images

Memoriale ai pescatori dispersi in mare nel centro di Melilla
Categorie
Asia Idee di Viaggio luoghi misteriosi Thailandia Viaggi

Questo paradiso terrestre nasconde un inquietante segreto

La Thailandia è senza dubbio una delle mete turistiche più popolari al mondo e il suo fascino è dovuto principalmente alle sue incredibili isole. L’arcipelago thailandese offre una miriade di destinazioni, dalle famose Phi Phi Island alle tranquille Koh Lanta, fino alle suggestive Phuket e Koh Samui.

Tra le province di Chumphon e Surat Thani si trova Koh Tao, conosciuta anche come “isola tartaruga“. Questo territorio di soli 21 chilometri quadrati è una meta ideale per gli amanti dello snorkeling e delle immersioni, grazie alle sue spiagge di sabbia bianca, acque cristalline e colorati fondali marini.

Tuttavia, dietro questa atmosfera paradisiaca si nasconde un lato oscuro che pochi si aspettano. Dal 2012, i tabloid britannici l’hanno soprannominata sinistramente “isola della morte” a causa dei numerosi e misteriosi decessi di turisti stranieri che si sono verificati. Questo rende l’isola inquietante, ma affascinante allo stesso tempo. Sono emersi molti dubbi riguardo alle indagini condotte dalle autorità thailandesi. Alcuni sostengono che siano state insufficienti e, addirittura, che si sia tentato di proteggere i veri responsabili.

Nonostante ciò, l’isola di Koh Tao regala paesaggi mozzafiato, una fitta vegetazione tropicale e un’atmosfera tranquilla e rilassante. Famosa per i suoi tramonti spettacolari che dipingono il cielo con sfumature incantevoli, è davvero un luogo imperdibile per coloro che vogliono scoprire la bellezza autentica della Thailandia.

Esplorando la bellezza incontaminata dell’isola di Koh Tao

Kho Tao, Thailandia

Fonte: iStock

Isola di Kho Tao, Thailandia

Kho Tao è un’isola incantevole dell’arcipelago di Chumphon, situata sulla costa occidentale del Golfo della Thailandia. Questo gioiello tropicale, che si estende su una superficie di circa 21 km quadrati, porta il nome di “isola tartaruga“, per via delle numerose tartarughe marine che depongono le uova sulle sue coste.

Un vero paradiso per gli amanti della natura e del mare, con le sue spiagge incontaminate è il luogo perfetto per staccare la spina e godersi il caldo sole tropicale.

L’isola offre anche innumerevoli attività emozionanti, come l’escursionismo e l’arrampicata su roccia. Il bouldering, in particolare, è un passatempo molto amato, con massi di diverse altezze sparsi in tutto il territorio, per ogni tipo di sfida e livello di abilità.

Una delle località più gettonate è senza dubbio Sairee, sulla costa occidentale, che si estende per ben 1,7 km. La spiaggia è punteggiata da una miriade di resort e ristoranti, un vero paradiso per rilassarsi dopo una giornata ricca di avventure.
Anche la vita notturna è piena di fascino, con tanti locali che offrono musica dal vivo e spettacoli pirotecnici. Nonostante la sua grande popolarità, mantiene comunque un’atmosfera intima, rendendola una meta ideale per i viaggiatori di ogni età.

Le spiagge di Kho Tao: paradisi tropicali da esplorare

Koh Tao è rinomata in tutto il mondo per le sue spiagge mozzafiato. Quest’angolo di paradiso tropicale si distingue per le coste di sabbia finissima, le acque turchesi e una rigogliosa vegetazione di palme ondeggianti. L’isola offre una vasta scelta di spiagge, da quelle appartate e tranquille a quelle più vivaci e frequentate, così da accontentare le preferenze di ogni visitatore.

Una delle più spettacolari è Freedom Beach, considerato uno dei luoghi più belli dell’isola. Qui si possono ammirare le affascinanti formazioni rocciose chiamate Hin Taa Toh, o “rocce degli spiriti“. Questi massi giganteschi sono noti per le loro forme particolari e per le dimensioni imponenti. In Thailandia, queste sono circondate da un’atmosfera di mistero e rispetto, in quanto gli abitanti locali ritengono che ospitino gli spiriti degli antichi antenati.

Un altro vero gioiello è Sai Nuan Beach, una meravigliosa spiaggia considerata il rifugio più riservato dell’isola. Questo rifugio, accessibile solo a piedi o in barca, regala un’atmosfera tranquilla e autentica, lontana dal trambusto del turismo di massa. Le maestose palme che la circondano e l’acqua cristallina la rendono il luogo ideale per trascorrere una giornata di puro relax.

Aow Leuk Bay, invece, con le sue acque limpide, il fondale marino poco profondo e la ricchezza dei suoi coralli, è una delle migliori spiagge per praticare lo snorkeling. Durante le immersioni, è possibile ammirare numerose specie marine, inclusi splendidi pesci tropicali, tartarughe e, occasionalmente, squali pinna nera.

Infine, non si può parlare delle spiagge di Koh Tao senza menzionare Nang Yuan Island, un gruppo di tre piccole isole collegate da una striscia di pura e finissima sabbia bianca.

Kho Tao, isola delle tartarughe

Fonte: iStock

Kho Tao, “isola tartaruga”