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Un parco artistico magico colora l’entroterra calabro

Nel cuore della Calabria, a Mammola, nella parte più a sud della provincia di Reggio Calabria e nascosto ai piedi dell’Aspromonte c’è MuSaBa, un parco museo a cielo aperto immerso nella vallata del Torbido e a circa una decina di chilometri dalle acqua cristalline del Mar Ionio. Un progetto nato nel 1969 per opera di due artisti visionari, Nick Spatari e Hiske Maas che, dopo diverse collaborazioni di pregio con personaggi di spicco del panorama artistico contemporaneo, tra cui Picasso, Sartre, Le Corbusier, Jean Cocteau, Max Ernst, ecc., decisero di donare una nuova vita a un posto abbandonato della Locride, sul versante Ionico della Calabria. Nel cuore di un’area dalle bellezze mozzafiato.

Un parco museo e laboratorio di arte contemporanea, nato intorno ai resti di un antico monastero del X secolo. E un luogo che unisce tra loro il moderno all’antico, in un turbinio di emozioni da vivere e in cui immergersi totalmente sperimentando in prima persona l’arte e l’universo di colori, materie, forme, tecniche e genialità creativa che lo caratterizzano.

La storia

MuSaBa, Parco Museo Laboratorio Santa Barbara, nasce sul finire degli anni ’60 inizialmente come associazione Museo Santa Barbara per poi diventare, nel corso del 2014, MuSaBa Fondazione Spatari/Maas. Un sogno che è stato reso reale dalla volontà di due giovani artisti, Nick Spatari, di origine calabrese e nato proprio a Mammola (scomparso a 91 anni nel 2020) e la moglie e artista olandese Hiske Maas, conosciuta nel periodo in cui i due vissero a Parigi.

Dopo qualche anno trascorso a Milano, dove aprirono la Galleria Studio Hiske, accessibile ad artisti e non, i due decisero di tornare al paese natale di lui, appunto Mammola e ritrovandosi immersi in un luogo in cui la natura aveva preso il sopravvento, piena di bellezza, energia e mistero. E fu esattamente qui che, ammaliati dal posto, decisero di stabilirvisi e di iniziare la realizzazione di un progetto visionario, audace ma carico dei sogni di entrambi, il Museo Santa Barbara, pensato per essere un mix tra parco-museo-scuola e laboratorio d’arte.

Un progetto che di fatto, riporta l’artista alle sue origini, nel luogo in cui si sviluppò la sua vena artistica che proprio qui si mostra in tutta la sua forza e creatività.

Il progetto

Inizialmente, quando i due giovani arrivano nel 1969, quello che trovarono non era altro che un insieme di resti abbandonati, testimonianza di un’epoca passata e, fino a quel punto, dimenticata. Un rudere, certo, ma carico di storia, di fascino e di magia.

Circondato dalla natura selvaggia ma anche di un’atmosfera magnetica e di straordinaria potenza di cui i due artisti si innamorano all’istante, decidendo di donare nuova vita alla zona e iniziando la promozione un progetto di recupero durato circa cinquant’anni. L’obiettivo era quello di realizzare delle iniziative culturali per la promozione del patrimonio architettonico e ambientale calabrese e che oggi si snoda all’interno di bellissimo parco di 7 ettari in cui poter ammirare le opere realizzate nel corso del tempo da Nik e Hiske e da altri artisti contemporanei internazionali.

Il tutto in un museo d’arte a cielo aperto dal fascino suggestivo e dall’alto valore artistico immerso in un contesto naturale di pura bellezza e tra i ruderi del monastero sul quale è nato.

Cosa vedere a MuSaBa

Un piano ampio, che si sviluppa in un concentrato d’arte a 360° e che, tra le altre, ha visto la creazione di opere e progetti volti all’arricchimento di tutti.

Come la foresteria, una delle opere più imponenti del MuSaBa, nata per assolvere alle diverse esigenze funzionali del parco museo. Un luogo realizzato ispirandosi alla vita monastica, in cui sono presenti delle stanze o “celle”, con ben 22 posti letto, decorate secondo il genio creativo dell’artista. Qui, nel chiostro della foresteria stessa, è possibile ammirare il Mosaico Monumentale ad opera dello stesso Spatari. Un produzione artistica carica di colori (segno distintivo dell’artista), architettura e geometrie, e che raffigura una serie di scene tratte dalla tradizione cristiana e alla civiltà sumera.

Un’opera magistrale e in cui le migliaia di piastrelle colorate utilizzate per la composizione del mosaico danno vita a uno spettacolo senza fine che vi rimarrà nel cuore per sempre.

Musaba mosaico

Fonte: Wikipedia

Il Mosaico Monumentale

All’interno del chiostro, poi, è possibile vedere anche L’Ombra della sera, una scultura alta ben 15 metri realizzata interamente in ferro che raffigura la sagoma di un uomo sottile, come una sorta di guardia posta a difesa del museo e dell’arte tutta.

Altra opera da non perdere e che rende MuSaBa un luogo carico di vitalità, energia, magia e avanguardia artistica, poi, è il laboratorio di sperimentazione artistica realizzato dal recupero dell’ex stazione ferroviaria Santa Barbara. Patrimonio per artisti e per chiunque voglia cimentarsi nell’arte e dar sfogo alla propria creatività. Ma non solo. Perché le opere da ammirare a MuSaBa sono davvero tante e una più affascinante dell’altra.

Come, per esempio, La farfalla, un’opera iconica posta all’esterno della foresteria, il Concetto universale che nelle forme richiama una piramide, così come la chiesa di Santa Barbara, dove fermarsi ad ammirare rapiti Il sogno di Giacobbe, opera di Spatari che ricopre quelle che un tempo furono l’abside e la volta della chiesa e la Rosa dei Venti, l’ultimo grande lavoro di Nik e Hiske che venne ultimata nel corso del 2013.

Oltre alle innumerevoli opere dei due creatori del luogo e di altri numerosi artisti del panorama internazionale. Che nel corso degli anni hanno visitato, abitato e donato il loro contributo, lasciando al parco museo opere e interventi artistici di puro splendore e che potete trovare disseminate in tutto il parco.

Un viaggio nella bellezza, che racconta la storia d’amore vissuta dai due artisti e l’amore e totale devozione verso l’arte, in ogni sua forma, colore o dimensione. E di cui, grazie al MuSaBa e alla determinazione di chi ne ha consentito la nascita, è possibile godere in un’esperienza emozionale e visiva a 360°. Lasciandosi trasportare dalle sensazioni che solo il connubio armonioso tra arte e natura sanno suscitare. Il tutto unito dallo spirito libero di entrambe e dalla magia della terra che le ospita.

Non resta che correre a vistare questo luogo dai tratti surreali.

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Il Canyon delle Timpe Rosse, opera della natura modellata dal tempo e dall’acqua

Mare, sole e tante spiagge stupende: la Calabria è una meta perfetta per l’estate, e il turismo balneare in effetti è una delle sue prerogative più celebri. Tuttavia, basta addentrarsi un pochino per scoprire che le bellezze di questa regione non si limitano assolutamente solo all’incantevole litorale. La natura offre il meglio di sé tra suggestivi parchi ricchi di vegetazione e impetuosi corsi d’acqua che si snodano in un paesaggio da favola. Ed è proprio la forza dell’acqua ad averci regalato un piccolo capolavoro assolutamente da esplorare: il Canyon delle Timpe Rosse.

Canyon delle Timpe Rosse, bellezza della natura

Immaginate un piccolo torrente dalle acque cristalline, che scorre vivace in mezzo ad una rigogliosa vegetazione, attraversando per pochi chilometri l’entroterra calabrese per poi gettarsi nel mar Ionio lungo quel bellissimo tratto di litorale chiamato Costa degli Aranci. Ecco, questo è il torrente Uria: uno dei tantissimi brevi corsi d’acqua che affollano questa regione, ma che si distingue per una particolarità. Nei millenni, il suo incessante lavorio sulla roccia ha dato vita al Canyon delle Timpe Rosse, una perla quasi sconosciuta e dal fascino rarissimo.

Qui i colori sono incantevoli, una visione che toglie il fiato. L’area è caratterizzata dalla presenza di imponenti rocce di arenaria rossa, la cui sfumatura così particolare è dovuta alla ricchezza di ferro nel terreno. Il contrasto con il verde della natura lussureggiante che circonda il canyon è davvero suggestivo: una meraviglia che si amplifica al tramonto, quando gli ultimi raggi tiepidi del sole riflettono ancor di più il rosso delle rocce facendole sembrare quasi in fiamme. E ad aver dato origine a questo spettacolo unico al mondo è stato proprio il torrente Uria, che ha modellato le pareti in geometrie bizzarre e ricche di fascino.

Canyon delle Timpe Rosse

Fonte: Wikimedia | Ph. Timpano Gianfranco

Il Canyon delle Timpe Rosse

Escursione al Canyon delle Timpe Rosse

Il Canyon delle Timpe Rosse offre un’escursione assolutamente imperdibile, ma decisamente ardua. Si tratta di un percorso breve, che si può effettuare in circa un paio d’ore, ma prevede una discesa piuttosto ripida che non è adatta ai meno esperti. Il paesaggio è bellissimo, impreziosito da graminacee, giaggioli siculi e fichi selvatici: colori e profumi, soprattutto in primavera e in estate, regalano la prima grande emozione di questo piccolo viaggio. Il sentiero conduce velocemente verso il basso, presso l’alveo del fiume, dove il canyon si apre in tutto il suo splendore.

Qui, maestosi pinnacoli più chiari, che madre natura ha realizzato con la roccia calcarea, puntano verso il cielo formando bizzarre sculture che mente umana non avrebbe mai potuto ideare. Una volta guadato il corso d’acqua, non resta che addentrarsi tra le imponenti pareti rocciose di un rosso meraviglioso. Questo è il canyon vero e proprio, dove il silenzio è interrotto solamente dallo scrosciare dell’acqua sulle pietre e dagli sporadici rumori degli uccelli. Tra le rocce, è possibile infatti avvistare numerosi buchi che offrono riparo ai tanti rapaci che nidificano in questa zona, tra cui il capovaccaio. Mentre le pareti si restringono sempre di più, il paesaggio si fa via via più incantevole. E alla fine ecco il sole brillare di nuovo su un’ampia distesa interrotta, anche qui, da pinnacoli scolpiti mirabilmente dal vento.

Canyon delle Timpe Rosse, come raggiungerlo

Dove si trova questa bellezza della natura? Il Canyon delle Timpe Rosse sorge a poca distanza dal borgo di Zagarise, in provincia di Catanzaro: questa è un’area ancora prevalentemente selvaggia e incontaminata, nel cuore del Parco Nazionale della Sila. Boschi lussureggianti si aprono a pochi passi dal paese, offrendo ai turisti una splendida esperienza a contatto con la natura. Addentrandosi un po’, è possibile trovare panorami incantevoli tutti da scoprire. Tra il mare e le montagne, incastonato in mezzo a campagne ricche di uliveti e verdi pascoli, si apre il paesaggio del Canyon delle Timpe Rosse.

Cosa vedere nei pressi del Canyon delle Timpe Rosse

Dopo aver ammirato il canyon e aver esplorato le sue profondità, resta sicuramente un po’ di tempo per andare alla scoperta dei dintorni. A partire proprio dal borgo di Zagarise, il cui centro storico racchiude splendide testimonianze architettoniche di un passato molto remoto. Assolutamente da vedere è la Torre Normanna, imponente fortificazione eretta probabilmente in un periodo compreso tra il XIII e il XIV secolo. Per chi vuole invece fare un viaggio indietro nel tempo, si può visitare il Museo dell’Olio d’Oliva e della Civiltà Contadina: allestito in un antico frantoio nel cuore del paese, permette di scoprire usi e tradizioni della popolazione calabrese.

Ovviamente, al di là del piccolo borgo calabrese, ciò che di più bello c’è da vedere è l’incredibile spettacolo naturale offerto da questa regione. L’acqua è un elemento fondamentale del paesaggio, ed è qui che dà vita a delle cascate deliziose. Una delle più suggestive è la Cascata del Campanaro, dove un piccolo torrente si getta sulle rocce ricoperte di felci sottostanti, creando un laghetto graziosissimo incastonato tra il verde. È una vera e propria oasi di serenità, raggiungibile mediante un bel sentiero che permette di ammirare anche un antico ponte e un pagliaro contadino.

Un altro angolo da fiaba è quello dove nasce la Cascata dell’Inferno. Il suo nome suscita inquietudine: il corso d’acqua cristallina e freddissima ha origine da una spaccatura nelle rocce e si insinua in un canyon alto ben 27 metri, attraversando due pareti ripide e vicinissime. Ai suoi piedi, una minuscola piscina naturale sembra sprofondare nelle viscere della terra, tanto che in passato si riteneva questa potesse essere una delle porte dell’inferno. In realtà, si tratta di un paesaggio sublime in grado di dare grande tranquillità, l’ideale dove trascorrere qualche ora in pieno relax dopo aver affrontato una lunga scarpinata per raggiungere la cascata.

Infine, per gli amanti del trekking ad alta quota, ci si può dedicare ad una suggestiva escursione sul Monte Gariglione. Stiamo parlando della vetta più alta della Sila, con i suoi oltre 1.750 metri: dall’alto, dopo aver camminato a lungo tra pini e faggi, si può godere di un panorama mozzafiato che si spinge sino al mare Ionio e, addirittura, al mar Tirreno. L’area attrezzata per i picnic è un piccolo angolo di paradiso, perfetto per riposarsi un po’ e godersi l’aria fresca in estate. Mentre, durante la stagione delle nevi, i più sportivi possono concedersi un po’ di sci di fondo.

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In Italia esiste una “piazza” che si allunga sul mare: è bellissima

Ci meritiamo tutti un panorama vista mare, che sia solo per il breve periodo vacanziero, o per una vita intera. Perché la verità è che quelle distese di acque turchesi, blu e verdi che si perdono all’orizzonte, e che fanno bene al cuore e all’anima, ci affascinano da sempre.

Il mare è la più grande fonte di ispirazione di poeti, artisti e scrittori, è la scenografia perfetta per i nostri ricordi di viaggio e per le esperienze più romantiche e suggestive. Non stupisce, quindi, quella continua ricerca di distese infinite di acque trasparenti e cristalline che ci affanniamo a fare ogni volta che organizziamo una gita fuori città o una vacanza più lunga.

Ed è proprio partendo da questa consapevolezza che oggi abbiamo deciso di portarvi in un luogo incantato del BelPaese. In un lido tanto celebre, quanto frequentato, dal quale si snoda un pontile che si allunga verso il mare e che termina con una piazza sospesa sull’acqua. Uno spazio pubblico in cui è possibile stare e restare per contemplare il mare. Benvenuti sul pontile di Lido di Camaiore.

Lido di Camaiore

Per i vacanzieri innamorati dell’Italia e della costa toscana il Lido di Camaiore è un vero e proprio punto di riferimento, meta prediletta di weekend fuori città e di vacanze all’insegna del relax e della bellezza.

Questa località, compresa tra Viareggio e Marina di Pietrasanta, è diventata la destinazione ideale di famiglie, coppie e gruppi di amici che cercano esperienze di viaggio vista mare, ma è anche il punto di riferimento per andare alla scoperta del centro storico di Camaiore e del suo affascinante e suggestivo entroterra.

Il Lido di Camaiore è caratterizzato da spiagge di sabbia dorata e fine, tutte debitamente attrezzate per garantire comfort e relax. A prima vista, questo lungomare potrebbe assomigliare a tanti altri che abbiamo visto e frequentato nel BelPaese. Eppure questo luogo ha qualcosa di straordinario.

Si tratta di un pontile costruito di recente che cattura subito l’attenzione di chi giunge sul lungomare. Dai lineamenti contemporanei e quasi futuristici, questo lungo stradone conduce le persone verso il mare terminando in una grande piazza circolare dalla quale è possibile contemplare il mare che si perde all’infinito.

Camminando sul pontile, sospeso sul mar Tirreno della Versilia, si possono ammirare gli scenari straordinari dove regna incontrastato il mare. Nonostante la sua recente costruzione, il pontile di Lido di Camaiore è diventato simbolo e icona della località.

Il pontile sul mare

Avvistare il pontile di Lido di Camaiore è semplicissimo, questa strada pedonale che si snoda sul mare per circa 200 metri, infatti, è situata proprio al centro della passeggiata del lungomare.

Il pontile, nella sua fase finale, si trasforma in una piazza tondeggiante sospesa sul mare. Qui si trova anche un bar all’aperto dove è possibile sorseggiare un drink vista mare. Imperdibile è l’ora del tramonto, quando l’ultimo saluto del sole infuoca tutto il panorama circostante.

Libero, gratuito e accessibile a tutti, il pontile di Lido di Camaiore è percorribile anche di notte, un momento affascinante e suggestivo durante il quale le persone possono lasciarsi guidare solo dalla luce delle stella e dalla candida Luna.

Attraversarlo è un’esperienza straordinaria che fa bene al cuore e all’anima, perché sembra davvero di poter prendere il largo camminando sospesi sul mare. Una volta giunti alla fine della strada godetevi il panorama: da qui la vista è bellissima.

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Il tesoro di quest’isola leggendaria è sotto il suo mare

Sguardo attento e vigile su tutto quello che ci circonda e smartphone alla mano: è questo l’atteggiamento di un vero viaggiatore durante un’esplorazione. Del resto il rischio di lasciarsi sfuggire le meraviglie che appartengono al mondo che abitiamo è troppo alto e non può essere corso.

Così, quando finalmente raggiungiamo tutte quelle destinazioni che popolano le nostre travel wish list, i nostri occhi sono sempre puntati su tutto quello che quel determinato luogo ha da offrire. Monumenti iconici, distese di acque turchesi e incontaminate, meraviglie della natura che si aprono davanti ai nostri sguardi e capolavori creati dall’uomo che diventano simboli di città e Paesi interi.

Eppure non sempre la grande bellezza di un luogo è visibile al primo sguardo e, anzi, a volte è protetta dalla natura dagli occhi indiscreti come fosse un gioiello prezioso. È questo è quello che succede a Paxos, l’isola leggendaria che nasconde il suo tesoro più bello proprio sotto il suo mare.

Benvenuti o bentornati a Paxos

Ne siamo certi: Paxos non ha bisogno di presentazioni. L’isola della Grecia, una delle minori delle Ionie ma non per questo meno straordinaria, è un concentrato di meraviglie terrestri e marine. Situata ad appena 11 chilometri da Corfù, quest’isola è tanto bella quanto suggestiva, merito di quei capolavori creati da Madre Natura e di quella storia quasi magica che fa riferimento alle sue origini.

Secondo la mitologia greca, infatti, Paxos fu creata da Poseidone, il dio del mare, che con un fulmine staccò un pezzo di terra dall’isola di Corfù per creare un rifugio d’amore. Non è un caso che questo lembo di terra oggi sia diventato meta prediletta di coppie che lo scelgono proprio per una fuga romantica. Ma sono tanti altri i viaggiatori che si recano sull’isola per scoprire tutte quelle meraviglie che appartengono alla terra e al mare.

Paxos, infatti, è la destinazione ideale per chi ama le immersioni e lo snorkeling, per chi vuole perdersi tra distese infinite di acque trasparenti e azzurre, ma anche per chi vuole esplorare paesaggi più selvaggi. La costa occidentale, per esempio, ospita incredibili scogliere a picco sul mare e baie incontaminate difficili da raggiungere, ma comunque straordinarie. La costa orientale, invece, è caratterizzata da lingue di sabbia dorata che splendono al sole.

Ed è proprio sulla costa di Paxos che vogliamo portarvi, lì dove c’è il mare che bagna e circonda l’intera isola. Perché è sotto quelle acque dalle mille sfumature di blu che si nasconde un tesoro incantato che vi lascerà senza fiato.

Paxos, Agrilas Reef

Fonte: Getty Images

Paxos, Agrilas Reef

Il meraviglioso mondo sottomarino di Paxos

È il mondo sottomarino di Paxos che incanta e che stupisce, che svela tutte le meraviglie che l’isola conserva e protegge sotto l’acqua. A guardare le fotografie, sembra davvero che questo scenario non abbia nulla da invidiare alle più belle barriere coralline di tutto il mondo.

Un’immersione, qui è doverosa. Per esplorare la grande bellezza del mare dobbiamo recarci nei pressi di Ortholithos, un’imponente roccia verticale incastonata tra le acque cristalline dell’isola. Questo scoglio vale da solo una visita, perché lo scenario che si apre davanti agli occhi di chi guarda verso di esso è davvero spettacolare.

Eppure c’è qualcosa di ancora più grandioso che non è visibile dalla terra ferma. Sotto a Ortholithos, la cui profondità raggiunge i 30 metri, c’è una piccola grotta che ospita un universo straordinario, un ambiente ricco di fauna e flora. È possibile incontrare il luccio, i coloratissimi pesci pappagallo e poi anche orate e ricciole.

La scogliera di Agrilas, questo il suo nome, è il perfetto punto di partenza per scoprire anche altre grotte che si trovano al di sotto delle acque cristalline di Paxos. Per raggiungerli potete lasciarvi guidare dagli esperti dei centri di immersione dei villaggi di Gaois e Lakka. Non vi resta che trattenere il respiro e tuffarvi in un mare di meraviglie.

Paxos, Agrilas Reef

Fonte: Getty Images

Paxos, Agrilas Reef
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Vacanze stile Barbie e Ken: i luoghi più iconici

Che bella vita fa la Barbie! Tra divertimenti e vacanza, sempre insieme al suo Ken, diciamocelo, l’abbiamo invidiata un po’ tutti. Innanzitutto, nel suo guardaroba smisurato – che neppure Chiara Ferragni avrà mai nella vita – ci sono capi per ogni occasione e ogni tipo di attività, dalla spiaggia al windsurf, dalla serata di gala al campeggio.

E poi, quante cosa fa la Barbie! Va a cavallo, guida l’auto – rosa – , va in campeggio, nuota in piscina, fa trekking, canta, balla e chi più ne ha più ne metta.

La buona notizia è che molte delle cose che fanno Barbie e Ken le possiamo fare anche noi, e nei luoghi più iconici degli Stati Uniti. Naturalmente, “Barbie style”.

Giocare a bowling a Milwaukee

Muniti di scarpette, shorts e ginocchiere, possiamo andare a giocare a bowling come Barbie nella più antica pista degli Stati Uniti. La Holler House si trova a Milwaukee, nello Stato del Wisconsin, la città di “Happy Days”, affacciata sul lago Michigan, come Chicago. Dal 1908 ad oggi, da qui sono passate ben cinque generazioni di giocatori. Le due piste da bowling della Holler House offrono la stessa esperienza di un secolo fa. Bisognerà tenere il punteggio a mano perché l’elettronica, qui, non è mai arrivata.

Pattinare a rotelle a Venice Beach

Sfrecciare con i pattini a rotelle, il casco e, anche qui, le ginocchiere come fa Barbie spensierata e con i lunghi capelli biondi al vento si può fare solo nel luogo più iconico d’America: Venice Beach, in California. Il suo coloratissimo Boardwalk lungo il mare, costeggiato da palme e da palestre open air dove energumeni muscolosi come Ken s’allenano sotto il sole è uno degli scorci più famosi di Los Angeles. La Venice Beach Boardwalk si estende per oltre tre chilometri e ospita centinaia di venditori ambulanti e ancor più colorati artisti da osservare mentre si sfreccia. Dopo il pattinaggio, ci si può godere un tuffo rinfrescante nell’Oceano Pacifico.

Fare windsurf alle Hawaii

C’è un solo posto al mondo dove fare windsurf e sono le Hawaii. Benché questo sport sia nato in California negli Anni ’30, è tra queste isole, considerate il paradiso dei surfisti, che si possono surfare le onde più alte. Ken non le temerebbe, noi forse un po’. Ma per i più impavidi ci sono alcuni spot assolutamente imperdibili, come Oahu, l’isola di “Lost”, il cui posto più iconico si trova ad Honolulu ed è Waikiki Beach. I più spericolati ed esperti, però, scelgono uno sport sulla costa Nord, Haleiwa, famosissima per le gigantesche onde che persino i grandi campioni vengono ad affrontare.

Fonte: 123rf

La spiaggia di Ohau alle Hawaii

Ballare hip hop nel Bronx

Abbiamo detto che La Barbie canta e balla. E, negli anni, ha pure imparato a praticare hip hop. Anche noi possiamo cimentarci – o anche solo guardare chi lo balla – nel suo luogo di nascita, il Bronx. Questo distretto di New York City è infatti la patria dell’hip hop nonché il cuore della cultura di strada newyorchese. Non c’è niente di meglio di un tour tra le vie del Bronx per assistere a uno spettacolo di break dance. Dai DJ agli MC, dai B-Boys agli artisti dei graffiti, la break dance da queste parti ha una storia lunga 40 anni che può invogliare a muoversi anche i meno coordinati. Imperdibile, poi, l’esperienza allo Yankee Stadium per assistere a una partita di baseball. Barbie e Ken ci andrebbero di corsa.

Fare sci nautico nel New Hampshire

Immaginate la Barbie con il suo bellissimo costume intero sgambato e scollato e le mani ben salde sulla corda venire trascinata da un lussuosissimo motoscafo mentre pratica lo sci d’acqua. Chiunque può farlo come lei e negli Stati Uniti c’è una zona meravigliosa dove è assolutamente consigliato praticarlo. Si tratta della regione dei laghi del New Hampshire, sulla East Coast. Dopo aver provato questa esperienza, vi aspetta una piacevole crociera sul Lago Winnipesaukee, il più grande dello Stato americano, oppure un tuffo rilassante a Weirs Beach tra gelati, giochi e divertimento.

Weirs-Beach

Fonte: 123rf

Weirs Beach sul Lago Winnipesaukee nel New Hampshire

Giocare a biliardo

Barbie e Ken hanno molti amici (Jamie, Casey, Stacey, Ginger – la compagna di scuola della sorella Skipper -, Kelley, Cara, Marie Osmond – un personaggio ispirato alla vera cantante – , PJ, Nikky, Nia, Miko/Kira, Whitney, Laura, Tara Lynn, Marina, Shani, Maoni, Lea, Kaylae ecc. ecc. ecc.) e con loro, amano divertirsi in ogni modo, anche giocando a biliardo. Chi vuole provare una vera esperienza Made in Usa deve andare a giocare a snooker in una classica città universitaria. A Columbia, nel centralissimo Stato del Missouri, ci sono un’infinità di caffetterie e bar e una delle sale da biliardo più iconiche degli Stati Uniti: la Booches Billiard Hall. Si tratta di un ritrovo che risale al 1884, quando la bandiera americana aveva solo 38 stelle (ora ne ha 50). La sala da biliardo serve i famosi hamburger su carta e ha tavoli da biliardo e snooker – una sua variante – in un’atmosfera da cinema. Altri luoghi li trovate su VisitTheUsa.

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In Lapponia per ammirare il Sole di mezzanotte

Quando arriva l’estate, le giornate si allungano. In Lapponia, invece, non finiscono mai. Sì, perché qui il Sole non tramonta, resta lì a mezz’aria a vegliare, finché gli occhi non si chiudono e si decide che è ora di andare a dormire, per svegliarsi la mattina con la luce più abbagliante che mai.

Uno spettacolo assolutamente naturale che si può ammirare in Lapponia, al quale noi non siamo abituati, ma che bisogna provare. Le giornate qui sono infinite, perfette per fare tutte le attività che si desiderano.

Due confini, una sola terra

C’è una zona di questa splendida regione del Nord che si trova al confine tra Svezia e Finlandia, una zona meno frequentata dalle orde di turisti perché ci troviamo proprio là dove comincia la Lapponia e che, proprio per questo, regala esperienze uniche.

Stiamo parlando di Haparanda-Tornio, due città gemelle, la prima svedese e la seconda finlandese. Queste due città sono divise da un fiume, il Torne, che ne segna il confine naturale, ma un tempo erano un unico territorio. Ci sono dei villaggi, come Kukkola, per esempio, che è rimasto diviso in due quando fu tirata una riga per separare i due Paesi, ma che ancora oggi ospita membri della stessa famiglia, alcuni svedesi altri finlandesi, che parlano una lingua comune chiamato Meänkieli. Un luogo davvero speciale, da visitare d’estate per le tantissime attività all’aperto che si possono fare. A partire dal Sole di mezzanotte.

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Fonte: @Haparanda – Tornio

L’arcipelago di Haparanda-Tornio, tra Svezia e Finlandia

Come vi abbiamo raccontato dopo averle visitate d’inverno, Haparanda-Tornio offrono un’atmosfera da villaggio nordico, difficile da trovare altrove. Entrambe piccole e tranquille, offrono tutti i servizi necessari per trascorrere una vacanza come un “local”, senza l’affollamento turistico tipico delle altre grandi mete nordiche.

Ammirare il Sole di mezzanotte

Questo fenomeno astronomico si manifesta solo nelle regioni polari, quando il Sole non scende mai dietro l’orizzonte, permettendoci di vivere giornate luminose, accecanti e uniche. Grazie a questo fenomeno naturale, che si verifica durante la stagione estiva, è possibile ammirare scenari di incredibile bellezza. Spettacoli che lasciano senza fiato, con il tramonto che non svanisce mai e che si affievolisce solo con l’arrivo dell’alba, dando vita a nuove luci e colori.

E, proprio a partire dal tardo pomeriggio, è possibile osservare quelle mille sfumature di giallo, rosso e arancione che colorano tutt’intorno il paesaggio e che tingono persino le città. Non stupisce, quindi, che l’estate sia destinata a diventare il periodo migliore per scoprire alcuni dei più bei paesaggi naturali e incontaminati tra Svezia e Finlandia, illuminati dal Sole di mezzanotte.

I luoghi più belli dove ammirare il Sole di mezzanotte sono sicuramente quelli vicini all’acqua, dove il riflesso del Sole, del cielo e delle nuvole si specchia dando vita a uno spettacolo infinito.

Attività estive sull’acqua

Il fiume Torne sicuramente regala tantissime opportunità. Lo si può navigare con i kayak o facendo rafting sulle rapide con il gommone oppure risalire lentamente il corso del fiume a bordo di un piccolissimo traghetto all’aperto, godendosi i paesaggi puntellati di tipiche casette rosse che sembrano uscite da un libro di fiabe.

Anche pescare qui non è come altrove. La pesca nel fiume Torne (o Tornio) si fa sporgendosi su lunghi ponti di legno con il sistema tradizionale (e sostenibile) che adopera dei retini speciali con un lungo manico. Avete mai pescato un vero salmone che risale la corrente? Qui lo si può fare.

Si può anche remare tranquillamente sul Mar Baltico, dove sfocia il fiume Torne, oppure decidere di approdare su un’isola dell’arcipelago del Golfo di Botnia e rilassarsi sulle rive prendendo il Sole (ci si abbronza anche a queste latitudini). Le isole sono tutte differenti. Alcune offrono spiagge di sabbia con acque poco profonde, altre sono rocciose, con foreste di bacche e funghi. Le gite in barca si fanno da fine giugno a metà agosto.

Per chi non ha voglia di remare, invece, si può prenotare un comodo taxi boat e fare il cosiddetto “island hopping“, il tour delle isole.

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Fonte: @Kukkolaforsen

L’estate sulle rive del fiume Tornio

Gli animali della Lapponia

D’estate i Sami portano le renne più a Nord dove i pascoli sono verdi, ma è comunque possibile incontrarle. Al Ranua Wildlife Park, sul lato finlandese, si può scoprire la fauna che vive al Nord e nella zona artica. Gli animali vivono in spaziose recinzioni in mezzo a vaste foreste. Nella fattoria Arkadia vivono circa 70 specie diverse di animali tipici delle fattorie finlandesi oltre ad alcuni altri più esotici. Qui è possibile soggiornare.

Un percorso naturalistico e culturale molto bello che si può fare in barca passa nel Parco nazionale dell’arcipelago di Haparanda, lungo la bellissima isola di Sandskär, famosa per le sue lunghe spiagge sabbiose: qui si possono osservare gli alci liberi nella foresta. Inoltre, nel golfo, da metà agosto fino a ottobre si possono addirittura osservare le foche.

Passeggiate nei boschi

Esplorare i boschi di Haparanda-Tornio a piedi o a cavallo di una comoda e-fatbike è il modo migliore per godersi la natura lappone. Qui i boschi sono fitti di conifere, i sentieri segnati alla perfezione come ci si aspetterebbe da un Paese nordico e non mancano neppure i servizi.

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Fonte: @Haparanda – Tornio

In bicicletta lungo i sentieri dell’isola di Seskarö

Si può partecipare a un’escursione di un giorno in alcune delle riserve naturali oppure seguire i sentieri dell’isola di Seskarö (dove è anche possibile soggiornare) o fino in cima al monte Nivavaara, da dove si ha una fantastica vista sulla valle del fiume Tornio.

Cosa vedere nella zona

Haparanda-Tornio è la porta della Lapponia e qui non c’è solo natura, anche se decisamente la fa da padrona. Vi si trovano anche alcune chicche che vi consigliamo di visitare per comprendere la storia di questa terra di confine. Sul lato svedese, a Luleå, per esempio, c’è Gammelstad, il villaggio parrocchiale più grande e meglio conservato della Svezia, inserito nella lista dei Patrimoni dell’umanità dall’Unesco.

Comprende 424 abitazioni di legno rosso costruite intorno alla chiesa in pietra di Nederluleå, risalente agli inizi del XV secolo. Un tempo i villaggi parrocchiali erano molto comuni nel Nord della Scandinavia e servivano a ospitare i fedeli che venivano dal territorio circostante fin qui per la messa e che non sarebbero riusciti a rientrare nelle proprie case prima del tramonto.

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Fonte: 123rf

il villaggio di Gammelstad in Svezia

A cavallo tra Svezia e Finlandia c’è il villaggio di Kukkola a cui abbiamo già accennato. È un antico borgo con edifici storici di legno, come la torre dell’orologio, il vecchio affumicatoio di legno, il piccolo museo della pesca e gli antichi mulini.

Sul versante finlandese, a Tornio, invece, ci sono alcune delle chiese lignee più antiche e meglio conservate della Scandinavia e c’è anche una chiesa ortodossa costruita all’inizio del 1800 per le truppe russe (la Finlandia ottenne l’indipendenza dalla Russia solo nel 1917).

Kukkola

Fonte: @Haparanda – Tornio

Il villaggio di Kukkola, tra Svezia e Finlandia

Infine, proprio nel centro di Tornio è stato aperto di recente il Tornio Valley Museum, il museo della valle del Torne, che racconta le tradizionali fonti di sostentamento, cibo, cultura, identità locale e storia delle due città, Tornio e Haparanda.

L’immancabile sauna

Nella cultura nordica, la sauna ha sempre avuto un ruolo fondamentale, come luogo di aggregazione, come ospedale – non c’era posto più sterile di questo – , riparo e quant’altro. Un’attività così tanto radicata nella cultura da essere inserita dall’Unesco nel 2020 nella lista dei beni culturali immateriali. Ancora oggi, spesso, la sauna viene costruita addirittura prima della casa. E un’esperienza in una sauna quando si viene al Nord non può mancare. Ad Haparanda-Tornio si ha una vasta scelta di saune, da quella più grande del mondo a Cape East a quelle nelle tinozze riscaldate da un fuoco a legna. Ogni hotel, campeggio o lodge ne ha almeno una.

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C’era una volta una miniera: ora è una riserva della biosfera Unesco

Il mondo che abitiamo non smette mai di stupirci perché è pieno di meraviglie da scoprire e da esplorare, le stesse che ci lasciano senza fiato e ci conducono dall’altra parte del globo.

Alcune di queste portano l’orgogliosa firma di Madre natura, lei complice e fautrice di una grande bellezza che incanta e stordisce i sensi. Altre sono opere pensate e realizzate dall’uomo che raccontano e rappresentano città e Paesi interi. Altre ancora sono la rappresentazione perfetta della convivenza tra le prime e le seconde, e sono meravigliose.

Opere, attrazioni e luoghi iconici che raccontano storie che non si possono dimenticare perché fanno parte dell’umanità, del passato, del presente e del futuro. Come Minett, una miniera a cielo aperto da scoprire subito che è diventata una Riserva della biosfera riconosciuta dall’Unesco.

Benvenuti a Minett

Per scoprire questo luogo ricco di contraddizioni e meraviglie dobbiamo spostarci a Lussemburgo, nel sud del Paese. È qui che esiste una regione che conserva un passato industriale che vive nella memoria storica dei cittadini e in tutte quelle testimonianze che fanno capolino tra le strade e i villaggi dell’intero territorio.

È sempre qui, però, che la natura è stata lasciata libera di prosperare in maniera grandiosa, trasformandosi nella cornice perfetta di una scenografia che racconta il passato e il presente di un’intera regione.

A Minett, infatti, è stata riconosciuta ufficialmente la prima Riserva della Biosfera dall’Unesco del Paese, una qualifica che ha come obiettivo quella di conservare e proteggere l’ambiente in questione. Oggi si presenta come un parco che si snoda per oltre 200 chilometri al centro del quale si apre un sentiero di 80 chilometri che è diventato meta prediletta di escursionisti e ciclisti. Il percorso, che confina con la Francia, prende il nome di red Rock Trail, in riferimento al colore rosso che caratterizza tutta la zona.

La regione di Minett, infatti, è conosciuta anche come Terra Rossa per il minerale di ferro che veniva estratto da tutte le miniere che si snodavano un tempo sul territorio. Ed erano così tante al punto tale da caratterizzare interamente la regione diventata un punto di riferimento dell’industria mineraria.

Quel passato, però, si è trasformato in qualcosa di ancora più straordinario, una Riserva della Biosfera Unesco che oggi è diventata la testimonianza della convivenza tra l’uomo e la natura, tra il passato e il futuro.

Stazione di Fond de Gras

Fonte: Wikimedia/enutzer:Pecalux

Stazione di Fond de Gras

Cosa fare e cosa vedere a Minett

Un viaggio a Minett può trasformarsi in un’esperienza incredibile per gli amanti della natura e della storia. Da una parte, infatti, è possibile percorrere altopiani soleggiati, vallate e boschi rigogliosi per entrare in contatto con la natura più autentica, dall’altra, invece, è possibile ammirare le miniere storiche e l’antica urbanizzazione che oggi sono inserite in un contesto inedito e straordinario.

I pozzi minerari e i tunnel che hanno modellato il passaggio oggi sono diventati le testimonianze di un passato industriale fatto di migrazioni e lavoro che hanno lasciato spazio alla biodiversità che appartiene al territorio. Come abbiamo anticipato, nella riserva di Minett la natura è assoluta protagonista, ma si affianca alla storia dell’intero territorio.

Quando le miniere sono state chiuse, infatti, l’intera area è stata trasformata in una riserva naturale che nel 2020 è stata riconosciuta dall’Unesco.

Una delle tappe imperdibili di questo itinerario è il Minett Park Fond-de-Gras, un vero e proprio museo a cielo aperto dove è possibile fare un viaggio nel tempo per conoscere e immaginare il passato. Qui è possibile esplorare l’antica miniera di Giele Botter e il villaggio di Lesauvage dove vivevano i minatori con le loro famiglie. Questi luoghi si possono raggiungere a piedi, attraversando i sentieri naturalistici, oppure con un treno a vapore per rendere l’esperienza ancora più straordinaria.

Minett Park Fond-de-Gras

Fonte: Wikimedia/Noben k

Minett Park Fond-de-Gras
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Un viaggio poetico sulle orme di Shakespeare

Se amate la letteratura, i drammi e la poesia, non potete che intraprendere un viaggio sulle orme del grande William Shakespeare. Ripercorrere i luoghi che hanno ispirato le sue famose opere, i posti che egli stesso ha visto con i suoi occhi e vissuto in prima persona. Dalla città natale del Bardo al famoso balcone di Giulietta, non c’è di meglio per capire il genio drammaturgo.

La maggior parte delle tappe di questo tour si trovano nel Regno Unito, patria di Shakespeare, ma anche in Italia è possibile rivivere il pathos delle sue opere.

Prima tappa: Stratford-upon-Avon, Inghilterra

Tutto ebbe inizio in Henley Street, Stratford-upon-Avon, nel 1564. William Shakespeare nacque in una casa a graticcio, in perfetto stile inglese, con quell’aria un po’ grigia ma molto romantica. L’abitazione è stata ricostruita ed appartiene allo Stato dal 1847. Ora è adibita a museo, il luogo perfetto per celebrare il drammaturgo.

Il castello di Kronberg a Helsingør, in Danimarca

Il famoso castello danese di Kronberg a Helsingør risale al 1420. A quanto pare questo è il luogo in cui Shakespeare collocò Amleto, il principe travagliato. Proprio tra le mura di Kronberg vengono eseguite frequenti produzioni del famoso dramma. Non solo, negli anni Laurence Olivier, Derek Jacobi e Jude Law sono passati di lì, nei panni del personaggio shakespiriano. La località è raggiungibile da Copenaghen.

Il balcone della casa di Giulietta a Verona

Verona è la città della coppia di innamorati più famosa al mondo: Romeo e Giulietta. Montecchi e Capuleti vivevano proprio nella località veneta, teatro della tragedia romantica per eccellenza. Il balcone della Casa di Giulietta a Verona è diventata uno dei luoghi più turistici della città. Qui potete lasciare una lettera alla dolce Giulietta, scrivere le vostre iniziali sulla parete e ammirare il famoso balcone in cui i due innamorati decantavano il loro amore. Un angolo intriso di romanticismo. Ma sappiate che… è un falso storico! Comunque bellissimo.

La casa di Giulietta a Verona

Fonte: iStock

Il balcone di Giulietta a Verona

Andiamo in Scozia

Volando in Scozia è possibile percorre in auto il Macbeth Trail, un itinerario che collega i luoghi dell’opera di Shakespeare all’uomo reale. Da Glamis Castle, al Lumphanan, il villaggio dell’Aberdeenshire dove Macbeth fu ucciso in battaglia nel 1057, fino a Cairn O’Mount, dove Macbeth portò i suoi sostenitori in viaggio. A fare da cornice uno scenario scozzese di vallate e verde, un po’ cupo e romantico.

Globe Theatre di Londra, Inghilterra

Il Globe, uno dei primi teatri di Londra, fu costruito sulla Southbank nel 1599 e Shakespeare ne era un azionista. Bruciò nel 1613, durante un’esibizione di Enrico VIII. Nel 1997 però un nuovo Globe è stato aperto, a 230 metri dal sito dell’originale, cercando di riprodurne fedelmente la struttura.

William Shakespeare si respira un po’ ovunque a Londra. In generale le atmosfere senza tempo, cupe e piene di tensione, si rivedono spesso nell’architettura tipica dell’epoca. Il tour nei luoghi che hanno caratterizzato il percorso del drammaturgo è perfetto in autunno, quando i colori della natura aiutano ancora di più a respirare l’aria nostalgica e il dramma delle vicende narrate delle sue opere. Un viaggio da assaporare accompagnati dai suoi libri e magari da qualche spettacolo a teatro.

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Tutta la magia del luogo italiano che ha ispirato poeti e scrittori

C’è un luogo in Italia che sembra uscito direttamente da un libro di fiabe e dove scorre un’acqua che nell’antichità veniva considerata sacra. Un posto così suggestivo che è stato spesso fonte d’ispirazione per poeti e scrittori che ne hanno apprezzato non solo la sua bellezza, ma anche la sua incantevole natura.

Fonti del Clitunno, un luogo magico

Siamo nel cuore dell’Italia, in Umbria, e più precisamente a Campello Sul Clitunno in provincia di Perugia. E proprio qui, in una delle regioni più verdi del nostro Paese, prende vita il mistico Parco Naturalistico delle Fonti del Clitunno, uno spettacolo della natura che si rivela un’oasi di pace per il visitatore.

In circa 10.000 metri quadrati, vengono custodite le sorgenti del fiume Clitunno che, fuoriuscendo da fenditure rocciose, danno vita a un bellissimo e poetico laghetto abitato da cigni e anatre e impreziosito da numerose e rare specie vegetali.

Nonostante i suoi circa 400 metri di diametro, il laghetto si distingue per essere contornato da particolari specie vegetali come il nasturzio acquatico o Nasturtium officinale, la coda di cavallo acquatica o Hippuris vulgaris, la gamberaja maggiore o Callitriche stagnalis e la mestolaccia o Alisma plantago-aquatica. Tantissimi anche i salici piangenti, come i rigogliosi pioppi cipressini.

Visitarlo vuol dire tuffarsi in un’atmosfera incantata, quasi fuori dal tempo, anche grazie alle varie cascatelle, ponti e sentieri che sembrano avere un potere rasserenante sull’animo del visitatore.

Fonti del Clitunno umbria

Fonte: iStock

Coppia di Cigni alle Fonti del Clitunno

Fonti del Clitunno: la storia e perché sono sorgenti sacre

Le acque che lambiscono questo parco dall’aspetto magico, in origine erano così tanto abbondanti da confluire in un grande fiume che veniva navigato dagli antichi Romani per raggiungere la Capitale dell’impero.

Non sorprende, quindi, che all’epoca venissero considerate sorgenti sacre dedicati al Dio Giove Clitunno, personificazione dell’omonimo fiume, in nome del quale furono costruiti diversi tempietti. I Romani erano convinti che gli abissi del fiume nascondessero la dimora di Clitunno, a tal punto da svolgere ogni anno a primavera le “Clitunnali”, feste in onore del Dio Clitunno.

Sfortunatamente, nel V secolo d.C un grave terremoto distrusse parte delle Fonti, ridimensionando l’apporto d’acqua originale. Nella seconda metà dell’Ottocento, il parco assunse il suo aspetto attuale grazie al lavoro del conte Paolo Campello della Spina, il quale riorganizzò gli spazi, introdusse gli animali e creò, appunto, il suggestivo laghetto.

Quali sono gli artisti che hanno omaggiato le Fonti del Clitunno

Essendo un luogo particolarmente poetico, anche grazie alle dolci sfumature che assume l’acqua con il cambiare delle ore, le Fonti del Clitunno hanno ispirato le penne di tantissimi scrittori e poeti.

Nell’antichità il primo a lodare queste sorgenti fu Plinio il Giovane che, rimastone completamente affascinato, decise di scrivere una lettera a un amico invitandolo a visitarle. Tra le tante parole, quelle che più colpiscono sono: “L’ho viste da poco e mi rammarico di averlo fatto troppo tardi“.

Elogi anche da parte di Virgilio che cita le Fonti del Clitunno nelle sue “Georgiche”, definendole acque da cui le bestie, una volta che si erano immerse, uscivano bianche e purificate.

fonti del clitunno cosa sapere

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Un angolo delle Fonti del Clitunno

Poi George Byron che, durante il suo pellegrinaggio in Italia, passò dall’Umbria e anche presso le Fonti del Clitunno descrivendole come: “Il più grazioso fiumicello di tutta la poesia”.

E poi ancora Giosué Carducci che dedicò a questo luogo una delle sue “Odi Barbare” intitolata proprio “Alle Fonti del Clitunno“.A ricordo della visita di questo straordinario poeta italiano, nel 1910 è stata posta una stele marmorea scolpita da Leonardo Bistolfi, accompagnata da un’epigrafe di Ugo Ojetti.

Il Tempio del Clitunno o “Tempietto del Clitunno”: Patrimonio dell’UNESCO

A seguito della visita delle suggestive Fonti del Clitunno è d’obbligo fare un salto all’omonimo Tempio (o Tempietto), una vera e propria meraviglia realizzata nel V secolo. Edificato dai romani per celebrare, appunto, il Dio Clitunno, è stato trasformato in una chiesa paleocristiana dedicata a San Salvatore.

Di piccole dimensioni, si caratterizza per avere una forma armoniosa e pregevole apprezzata nel corso secoli, anche da architetti di un certo livello come il Palladio, il Piranesi e il Vanvitelli. Costruito in una posizione che domina le fonti, vanta quattro colonne (due centrali e due addossate ai pilastri d’angolo) nella parte frontale, mentre in alto svetta il Timpano.

Particolarmente interessanti sono gli affreschi al suo interno, o meglio, quel che rimane con SS. Pietro e Paolo, Angeli, la croce gemmata ed il Redentore risalenti al VIII secolo. Un luogo davvero suggestivo e imperdibile a tal punto che oggi parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO.

tempietto clitunno

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Il suggestivo Tempietto del Clitunno

Cosa vedere nei dintorni delle Fonti del Clitunno

Diciamo la verità: siamo in una zona dell’Umbria altamente spettacolare e le cose da vedere sono veramente tante. Noi abbiamo fatto una selezione a partire dal luogo che ospita queste acque sacre: Campello sul Clitunno, un suggestivo borgo medievale suddiviso in due parti: la zona fortificata di Campello Alto, nata accanto all’originario e incantevole castello (X-XI sec.) e Campello Basso, che regala al visitatore la bella chiesa della Madonna della Bianca.

Non lontano dalle abitazioni, vale la pena fare un salto alla piccola chiesa di San Sebastiano, edificata come fioretto per il termine della peste, che al suo interno conserva affreschi rivolti a San Sebastiano, santo protettore dalla peste.

Bellissimo anche Pissignano con il suo castello che si trova sui pendii delle colline. Le case del borgo, invece, sono disposte a terrazzi degradanti e ancora mantengono l’impronta medievale. Da non perdere nemmeno Foligno, città importantissima adagiata ai piedi dell’Appennino umbro-marchigiano. Spesso trascurata per la vicinanza alla più celebre Assisi, regala al visitatore incantevoli edifici religiosi e palazzi signorili di assoluto pregio, tutti concentrati nel cuore antico della città. Un luogo in cui il medioevo ha lasciato davvero tracce indelebili.

Infine, vi consigliamo di fare un salto a Spoleto, cittadina dalla storia millenaria ma anche scenografica grazie alla Rocca Albornoz e il suo Ponte delle Torri che insieme creano uno scenario che si staglia nelle dolci colline umbre, il tutto con una perfetta armonia tra le costruzioni create dell’uomo e le meraviglie messe al mondo dalla natura. Il centro storico è un piccolo gioiellino, ma a meritare una particolare menzione è Piazza del Duomo con la sua famosa scalinata, uno degli scorci più fotografati d’Italia.

Insomma, le Fonti del Clitunno sono un luogo da sogno da visitare il prima possibile, anche per scoprire i dintorni di cui è impossibile non innamorarsi.

Campello sul Clitunno umbria

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Un angolo di Campello sul Clitunno
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L’oro giallo della Toscana sembra un sogno a occhi aperti

I luoghi che conosciamo, attraversiamo ed esploriamo durante i nostri viaggi sono destinati a stupirci ogni volta che li raggiungiamo perché si plasmano seguendo il ritmo incessante delle stagioni. Con queste si trasformano e mutano regalandoci gli spettacoli più straordinari di sempre.

Come i deserti che fioriscono in primavera, le montagne che vengono avvolte dalla neve candida in inverno e gli scenari suggestivi e magici che creano le foglie quando cadono in autunno. Anche l’estate ci regala spettacoli di immensa bellezza, quelli delle acque cristalline trasparenti che brillano al sole e che seguono i ritmi slow della stagione, quelli delle fioriture inedite e selvagge, in montagna e tra i campi.

È l’estate che tinge di oro giallo l’intero territorio della Toscana permettendoci di vivere esperienze fuori dall’ordinario che incantano la vista e rapiscono il cuore.

L’oro giallo della Toscana

Da Firenze a Pisa, passando per le crete senesi e per le lussuose colline: la Toscana è una terra che non smette mai di incantare e non lo fa neanche d’estate quando si mostra agli occhi di chi guarda nella sua versione più scintillante.

Se pensiamo a questa incredibile regione non possiamo non pensare di riflesso anche ai girasoli. Quel fiore divenuto simbolo dell’estate, dell’allegria e della bellezza affascina da sempre. Su di lui sono state scritte canzoni e poesie, è diventato il protagonista assoluto di capolavori artistici che hanno scritto la storia. E ora si è trasformato anche nel motivo che ci spinge, di nuovo, a raggiungere la Toscana, meglio ancora se on the road.

Dove vedere i campi di girasole in Toscana

Già verso la fine di Giugno, un viaggio nella campagna toscana, anticipa le meraviglie che andranno a palesarsi presto davanti ai nostri sguardi. Nei campi verdeggianti che si perdono a vista d’occhio cominciano ad apparire delle macchie gialle: sono i girasoli che stanno sbocciando.

È solo a estate inoltrata, però, che l’oro giallo della Toscana esplode in tutta la sua bellezza. Il territorio, nel mese di luglio e nelle prime settimane di agosto, si trasforma nel palcoscenico di uno spettacolo meraviglioso.

I campi di girasole sono belli e sono tanti, ma fare una mappatura ben precisa è quasi impossibile, questo perché spesso le colture cambiano posizione. Tuttavia, incontrarli sul proprio cammino, non sarà poi così difficile.

Il primo luogo che vi suggeriamo di raggiungere in estate è la Val d’Orcia. Il cuore della campagna toscana, conosciuto per quel panorama evocativo fatto di dolci e sinuose colline, è meraviglioso in ogni stagione e a ogni ora del giorno. Attraversandolo in auto, o in moto, incontrerete sterminati campi di girasole che tingono il territorio di oro.

Restiamo sempre nella provincia di Siena, ma ci spostiamo questa volta nei dintorni di San Gimignano. Anche qui sono tantissimi i girasoli che invadono i campi e che creano paesaggi che lasciano senza fiato. Il consiglio è quello di proseguire verso Montalcino, percorrendo la via Cassia: troverete l’oro giallo della Toscana che si alterna straordinariamente ai vigneti del territorio.

Ci spostiamo ora nella zona di Massa Marittima in Maremma per andare a caccia delle coltivazioni di girasole più antiche d’Italia. Le coordinate da inserire nel vostro GPS sono quelle che coincidono con la strada Strada Provinciale 541. È qui che campi di girasole messi in fila vi sorprenderanno.

Ultima, ma non per importanza s’intende, è l’area del Mugello che conserva una riserva di oro giallo che lascia senza fiato. Uno dei luoghi migliori per avvistare i campi di girasole è il territorio di Borgo San Lorenzo. Fermate la macchina e aguzzate la vista per godere di questo panorama effimero e transitorio. La magia è iniziata.