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Egitto poco noto: tante meraviglie da scoprire

C’è un Egitto che non tutti conoscono, lontano dalle principali rotte turistiche ormai famose in tutto il mondo. È un susseguirsi di paesaggi da favola, che sembrano quasi provenire da un altro mondo. Deserti incontaminati, piccole oasi e tanta storia: andiamo alla scoperta dell’altro volto di questo Paese incredibile, ricco di sorprese che non ci aspettavamo.

Alla scoperta dell’Egitto meno conosciuto

L’Egitto è una delle mete più gettonate per chi vuole fare una vacanza relax su spiagge stupende, senza doversi allontanare troppo da casa. Da Marsa Alam a Sharm el-Sheikh, ci sono tantissime località dove divertirsi tra sole, mare e snorkeling in acque cristalline. C’è poi un incredibile patrimonio archeologico tutto da scoprire: le Piramidi di Giza, Luxor e la Valle dei Re, ma anche Il Cairo e i suoi preziosi manufatti custoditi presso il Museo Egizio più grande del mondo.

Potremmo pensare di aver visto ormai tutto di questo Paese incredibile, ma c’è una rotta che invece continua a restare lontana dal turismo, quella forse più autentica e suggestiva. L’itinerario ci porta nella zona occidentale dell’Egitto, dipanandosi dalla capitale sino a scendere verso i confini meridionali: nel suo percorso, attraversa deserti meravigliosi e panorami indimenticabili, regalandoci un tuffo indietro nel tempo di svariati milioni di anni. Ecco le sue tappe più affascinanti.

Tra deserti e oasi meravigliose

Non dista moltissimo da Il Cairo, forse appena 200 km, ma sembra di essere in un altro mondo: Wadi al-Hitan, conosciuta anche con il nome di Valle delle Balene, è un’area desertica caratterizzata da dune sabbiose, punteggiate qua e là da scheletri di antiche creature marine. Qui, infatti, 30-40 milioni di anni fa si estendeva il popoloso mare di Tetide, di cui oggi non restano che imponenti formazioni di calcare e fossili di cetacei, quasi fossimo in un museo a cielo aperto.

Scendendo ancora più a sud, dopo un lungo peregrinare letteralmente in mezzo al nulla, all’improvviso davanti ai nostri occhi si stagliano delle bizzarre colline coniche dal colore molto scuro. Si tratta del Deserto Nero, dove tutto parla di un passato ricco di attività vulcanica: pietre nere e lava indurita hanno dato origine ad un paesaggio lunare che lascia tutti a bocca aperta. Uno dei luoghi assolutamente da scoprire è l’oasi di Bahariya, una vasta depressione circondata nel deserto, dove la natura è lussureggiante.

Qui si apre un panorama da sogno, quello della Crystal Mountain: tra la sabbia dorata, infatti, spicca una serie di formazioni geologiche composte di cristalli di quarzo, che sotto i roventi raggi del sole brillano in maniera straordinaria. Ma proseguiamo nel nostro viaggio verso i confini meridionali dell’Egitto, incontrando un altro spettacolo della natura. Stiamo parlando del Deserto Bianco, caratterizzato da imponenti rocce di gesso candido che sono state scolpite da vento e sabbia, dando vita a forme spesso molto bizzarre.

Infine, non resta che dirigersi verso l’oasi di Kharga, la più meridionale del Paese: un tempo era tra le tappe fondamentali lungo l’itinerario che collegava il Nordafrica con la regione subsahariana, mentre oggi ospita un bel centro abitato e alcuni splendidi monumenti archeologici. È il caso del Tempio di Ibis, dedicato al dio Amon, o della necropoli cristiana di Bagawat, dove si possono ammirare anche pregevoli opere pittoriche.

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Il castello in cui si nasconde la porta dell’inferno

È davvero impossibile non rimanere affascinati e anche un po’ intimoriti davanti alla maestosità di un castello: le sue mura imponenti, le torri che lo cingono e quell’atmosfera tenebrosa ne fanno un luogo dai mille misteri. Per il castello di Houska, questo è ancora più vero. Si dice, infatti, che nelle sue segrete si nasconda nientemeno che la porta dell’inferno. Leggenda o verità? Quel che è certo è che mai nessuno ha provato davvero a raggiungere le profondità del maniero, con il timore di non poter più fare ritorno.

Il castello di Houska, ricco di fascino

Siamo in Cechia, nel bel mezzo di una regione ricca di boschi e un po’ isolata: nonostante la relativa vicinanza alla capitale (Praga dista una cinquantina di km), sembra davvero di stare in un altro mondo. Qui spicca il castello di Houska, sulle cui origini aleggia un velo di mistero. Pare sia stato costruito nel XIII secolo per volere del sovrano boemo Ottocaro II, come centro amministrativo per gestire le sue proprietà reali. Secondo la leggenda, tuttavia, già qualche secolo prima lo stesso identico sperone di roccia su cui oggi si erge il maniero sarebbe stato occupato da una molto più modesta costruzione in legno, realizzata dal principe Slavibor per suo figlio.

Ad ogni modo, il castello è poi passato di mano in mano, accogliendo alcune tra le più nobili famiglie del Paese, sino a quando non è finito in stato d’abbandono. Nell’800, dopo un attento restauro, è stato acquistato dalla principessa Hohenlohe e, nei primi decenni del ‘900, da Josef Šimonek, proprietario di una delle più famose case automobilistiche del mondo. Nazionalizzato durante il periodo socialista del Paese, solo pochi anni fa è tornato ad essere di proprietà dei discendenti del suo ultimo acquirente. La sua storia sembra accomunarlo a centinaia di altri castelli in tutto il mondo, eppure qui c’è qualcosa di davvero strano.

Innanzitutto, è un vero mistero come mai sia stata scelta una posizione così scomoda. Troppo lontano da Praga per poter essere stato costruito in sua difesa, il castello di Houska sorge nel bel mezzo di un bosco, su una roccia a strapiombo, senza fonti d’acqua o strade che possano fornire qualsivoglia comodità. Inoltre non ci sono mura o altre fortificazioni esterne, le sue torri sono disposte in maniera quantomeno bizzarra e molte finestre sono murate: sembra quasi che, invece di dover proteggere i suoi abitanti da un nemico esterno, serva piuttosto a tenere ben chiuso qualcosa al suo interno. E in effetti, secondo la leggenda, nelle sue segrete si celerebbe la porta dell’inferno.

La porta dell’inferno e i suoi misteri

Questa misteriosa porta dell’inferno sarebbe un pozzo che conduce ad alcuni cunicoli sotterranei, uno dei quali sarebbe in collegamento con i demoni dell’oltretomba. Il castello sarebbe servito proprio ad impedire che questi ultimi uscissero, e a sostegno di questa ipotesi ci sono diverse storie inquietanti. Ad esempio, si narra che nei boschi circostanti, prima della costruzione del maniero, qualcuno abbia sentito dei rumori misteriosi e poi abbia visto materializzarsi delle forze del male, tramutatesi in animali. Nessuno ha mai tentato di raggiungere la porta dell’inferno, ad eccezione di un povero malcapitato.

Lo sfortunato in questione era un prigioniero condannato a morte. Stando ai racconti tramandati di secolo in secolo, quest’uomo avrebbe accettato di calarsi nelle profondità delle segrete in cambio della libertà. Ma dopo aver fatto pochi metri, avrebbe iniziato ad urlare in maniera terrificante. E, una volta riportato in superficie, avrebbe mostrato un volto completamente distorto dall’orrore e dalla follia, capelli prematuramente ingrigiti e un aspetto di 30 anni più vecchio. La morte sarebbe sopraggiunta solo un paio di giorni dopo, e nessuno sembra sia riuscito a farsi dire cosa avesse visto di così terribile. I proprietari avrebbero dunque tentato di chiudere il pozzo infernale gettandoci dei sassi, senza però sentire il rumore che questi avrebbero dovuto fare colpendo il fondo.

Pare che ci siano voluti oltre tre anni di lavoro per riuscire finalmente a murare quell’ingresso così terrificante. Ad ogni buon conto, sul luogo è stata costruita anche una cappella per proteggere gli abitanti dai demoni dell’inferno. Tutto ciò risalirebbe all’epoca in cui il maniero non era ancora stato progettato, e sulla roccia si ergeva solamente la costruzione in legno di cui abbiamo fatto cenno prima. Sarebbe stato proprio questo evento a dare il via alla realizzazione del castello, il quale rimase persino disabitato per decenni, prima che qualcuno trovasse il coraggio di insediarsi tra al suo interno.

Leggenda o verità? I fenomeni inspiegabili

Ancora oggi, il mistero legato al castello di Houska non ha trovato spiegazione. Secondo i locali, l’edificio sarebbe infestato da svariate creature – non tutte animate da buone intenzioni. Dal pozzo, talvolta, si sentirebbero grida terribili e selvagge, ma anche gemiti strazianti. Molti esperti avrebbero cercato risposte soddisfacenti a questi fenomeni, ipotizzando la presenza di alcuni elementi radioattivi che potessero giustificare malesseri o altre bizzarrie. Ma nulla di tutto ciò potrebbe mai fornire una spiegazione sufficiente ai tanti eventi terrificanti che, stando alle leggende, si sarebbero verificati – e ancora continuerebbero a verificarsi.

Sembra infatti che numerosi fenomeni inspiegabili continuino ad accadere: molti uccelli muoiono misteriosamente avvicinandosi alle mura del castello, mentre gran parte degli animali si rifiuta di avvicinarsi. Addirittura, alcuni cani si rifiuterebbero di seguire i loro padroni all’interno del parco, forse in allarme per qualche entità malvagia. Senza contare di quante persone, entrando nella cappella, si siano sentite male o siano persino svenute.

A quanto pare, per il momento sarebbe impossibile escludere l’esistenza di fenomeni paranormali all’interno delle mura del castello. Che sia davvero stato costruito per proteggere non i suoi abitanti, bensì per costringere creature demoniache al suo interno? Un indizio, oltre a quelli già citati in precedenza, potrebbe essere nascosto negli affreschi che decorano la cappella. Vi è infatti ritratto l’arcangelo Michele, che nella tradizione cristiana è colui che guida l’esercito di Dio contro le forze del male. Altre scene immortalano le battaglie degli angeli contro i demoni, ma anche immagini che non hanno nulla a che vedere con questo tema, come la crocifissione o una rappresentazione di San Cristoforo.

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Questa piccola città conserva il centro storico più grande del Paese

Organizzare un viaggio in Tirolo, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea. Lo è perché infinite sono le bellezze naturalistiche che si snodano sul territorio insieme alle storie, alle tradizioni e agli antichi sapori.

Destinazione apprezzata e raggiunta da migliaia di visitatori ogni anno, il Tirolo è diventato la meta prediletta degli amanti della natura e di tutti coloro che desiderano vivere esperienze all’insegna del relax e del benessere. Terme, piscine, centri benessere e poi, ancora, paesaggi montani e attività all’aria aperta: questi sono solo alcuni dei motivi che invitano a scoprire e riscoprire la regione.

Imperdibili, poi, sono le città che popolano il territorio, quelle circondate dalle montagne e caratterizzate da atmosfere sospese e senza tempo. Tra queste troviamo anche Hall in Tirol, una deliziosa cittadina di 13.000 abitanti che conserva il centro storico più grande e pittoresco dell’Austria.

Hall in Tirol, una pittoresca cittadina da scoprire

Il nostro viaggio di oggi ci conduce in Tirolo, nel territorio dei paesaggi alpini, del benessere e dei sapori antichi. Ci troviamo nel distretto di Innsbruck-Land, non lontani dalla capitale, per scoprire un luogo ancora poco battuto dal turismo di massa, ma estremamente suggestivo.

Stiamo parlando di Hall in Tirol, una pittoresca città che si estende ai piedi del maestoso massiccio di Bettelwurf. Le sue origini sono antichissime: l’esistenza dell’insediamento, infatti, è testimoniato da alcune fonti datate nel 1200 che parlano di una salina nella Valle dell’Inn.

E in effetti, Hall in Tirol, ha avuto un ruolo molto importante nel commercio del sale come testimonia lo stemma della città che presenta, per l’appunto, due leoni e un barile di sale. La storia delle sue origini, oggi, è raccontata e preservata nel Museo Minerario situato nel cuore della città. Qui è possibile attraversare una perfetta riproduzione di un cunicolo della miniera di sale e tornare indietro nel tempo. Un’esperienza davvero imperdibile per grandi e bambini.

Natale a Hall in Tirol
Natale a Hall in Tirol

Il centro storico più grande dell’Austria

C’è un altro motivo per raggiungere e visitare Hall in Tirol ed è dato dal suo centro storico, il più grande e affascinante di tutto il Paese. Basta una semplice passeggiata tra le strade cittadine per sentirsi catapultati in un passato medievale dall’immensa bellezza.

Diversi i punti di interesse, come la Zecca con la torre Münzerturm, all’interno della quale è possibile scoprire la storia della moneta europea, e la piazza superiore che ospita la meravigliosa chiesa gotica di San Nicolò e il municipio. Il centro storico, più grande persino di quello di Innsbruck, diventa poi palcoscenico di uno spettacolo incantato tra novembre e dicembre,  quello che porta in scena la magia del Natale. Le facciate delle case di Hall in Tirol, infatti, si trasformano nelle caselline di un gigantesco calendario dell’Avvento mentre le strade si animano con i tradizionali mercatini.

Dopo una passeggiata tra i vicoli romantici e pittoreschi, una sosta alla Torre della Zecca è quasi obbligatoria. Percorrendo i 185 gradini, infatti, potrete raggiungere la cima e godere di un paesaggio mozzafiato sulla città incorniciata dalla Vallata dell’Inn e dalle montagne circostanti.

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Palácio Nacional da Pena, un vero tesoro portoghese

È un luogo ricco di fascino, dove storia e arte si intrecciano, dando vita a quella che è considerata una delle sette meraviglie del Portogallo: stiamo parlando del Palácio Nacional da Pena, un suggestivo castello ricco di colori da cui si gode di un panorama mozzafiato sulla città di Sintra. Per i turisti, è una delle attrazioni più belle di tutta la regione, che merita assolutamente una visita. Scopriamo le sue bellezze.

Palácio Nacional da Pena, la storia

Tra le architetture più affascinanti del Portogallo, non può che esserci proprio il Palácio, come lo chiamano gli abitanti del posto: questo maestoso castello dalle tinte vivaci si erge su uno sperone di roccia, al di sopra della città di Sintra, di cui si ha una visione meravigliosa. In realtà, da quassù lo sguardo si spinge sino a Lisbona e all’oceano Atlantico, regalando una vera emozione a tutti i turisti. Questo è un luogo magico, e lo si evince già dalla sua storia: in epoca medievale, la cima del promontorio roccioso era occupata da una cappella costruita a seguito di un’apparizione della Madonna.

Vi venne in seguito eretto un monastero, che dopo pochi secoli venne pesantemente danneggiato da una tempesta di fulmini e completamente distrutto da un terribile terremoto. La proprietà, ormai caratterizzata solo da qualche rovina, venne acquistata nell’800 da Re Federico II, e sua moglie decise di fargli un regalo progettando qui la realizzazione di un castello. Ciò che ne è risultato è un vero capolavoro d’architettura revivalista, che nel corso dei secoli ha accolto reali e personalità importanti. Oggi il Palácio è diventato Patrimonio dell’Umanità UNESCO, e per i turisti è una tappa imperdibile.

Cosa vedere al Palácio Nacional da Pena

Visitare il Palácio Nacional da Pena è un’esperienza incredibile e assolutamente da non perdere: è come fare un tuffo indietro nel tempo, tra sale maestose e arredi originali che richiamano le atmosfere ottocentesche. Alcuni angoli sono ben più antichi, essendo rimasti intatti sin dalla costruzione del precedente monastero. È il caso dell’affascinante chiostro, del refettorio e della sacrestia, così come della suggestiva cappella, all’interno della quale si può ammirare una splendida pala d’altare realizzata in marmo e alabastro.

Al suo interno, il Palácio ospita numerose stanze che raccolgono veri e propri cimeli, come la cucina dotata di stufe originali e decine di utensili in rame, custoditi in una vetrina che porta le iniziali di Re Ferdinando II. Un’ala del castello è oggi adibita a ristorante, ed è l’occasione perfetta per assaporare qualche specialità tipica godendo nel contempo del panorama suggestivo sulla città di Sintra. E a questo proposito, il cammino di ronda che circonda l’edificio è il punto d’osservazione perfetto per chi cerca una vista mozzafiato: nei giorni in cui l’aria è più limpida, si possono vedere persino le isole Berlengas.

Infine, non ci si può proprio esimere dal fare una visita al Parco da Pena: realizzato in stile inglese su progetto di Re Ferdinando II, si stende per circa 200 ettari ed è un brulicare di foreste, piante esotiche e sentieri labirintici, lungo i quali spiccano anche alcune opere scultoree. Immerso nel giardino, c’è anche uno chalet costruito per la Contessa Elise, la seconda moglie del Re. Purtroppo venne quasi interamente distrutto da un incendio doloso, ma qualche anno fa è stato oggetto di un importante lavoro di recupero che lo ha riportato al suo antico splendore.

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La passeggiata vista mare che attraversa rocce di granito rosa

La Bretagna è un territorio dal fascino magnetico che da sempre attrae e stupisce viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. Qui, nella regione all’estremo nord ovest della Francia, i paesaggi sconfinati si incontrano si estendono fino all’Oceano Atlantico, la costa frastagliata dà vita a scorci di incredibile bellezza e le cittadine balneari conservano e preservano tradizioni, cultura e storie antiche.

Organizzare un viaggio qui è sempre un’ottima idea. Le cose da fare e da vedere sono tantissime e tutte sono destinate a incantare. Tra queste c’è un tratto di costa la cui bellezza non si può descrivere, perché sembra surreale, ma si può attraversare. Il paesaggio che si apre davanti agli avventurieri che arrivano fin qui sembra uscito da un libro delle fiabe.

Se volete vivere un’esperienza unica all’insegna della grande bellezza, non vi resta che munirvi di un abbigliamento comodo e di scarpe da trekking: la passeggiata vista mare che attraversa le rocce di granito rosa comincia qui.

Benvenuti sulla Costa di Granito Rosa

Il nostro viaggio di oggi ci conduce su uno dei litorali più famosi e acclamati dell’intera Francia, stiamo parlando della Costa di Granito Rosa. Qui, lungo la Manica, e tra Paimpol e Trébeurden, tutta una serie di formazioni rocciose in granito, dalle forme evocative e dai colori fiabeschi, fanno da scenografia a quella che è una delle passeggiate più emozionanti di una vita intera.

La costa si estende per circa venti chilometri e attraversa i comuni di Trébeurden, Pleumer-Bodou, Trégastel e Perros-Guirec. Numerosi sono i sentieri escursionisti da percorrere, quelli che conducono a punti di osservazione incredibili.

La passeggiata è costellata dalle rocce di granito che caratterizzano in maniera univoca il paesaggio della zona con le loro tinte pastello, che si illuminano e si infiammano con la presenza del sole, e le forme evocative e suggestive create dal tempo e dall’erosione: la visione è magica.

Casa costiera di Ploumanac'h

Fonte: iStock/Adrien Le Toux

Casa costiera di Ploumanac’h

La passeggiata più bella del mondo tra le rocce rosa

Il modo migliore per scoprire tutte le meraviglie della Costa di Granito Rosa è quello di attraversarla a piedi o in bici dall’alba al tramonto. Un’avventura davvero straordinaria che permette di perdersi e immergersi in un capolavoro creato da Madre Natura.

La località più famosa dell’intero tratto di costa è sicuramente Perros-Guirec. Da qui è possibile andare alla scoperta del faro che domina la località di Ploumanac’h e che negli anni è diventato il protagonista assoluto delle più belle istantanee di viaggio.

Per i camminatori esperti e allenati, invece, c’è il GR© 34, il sentiero escursionistico che segue le orme dei doganieri e che permette di esplorare interamente la Costa di Granito Rosa. In alternativa è possibile raggiungere le località balneari che si snodano lungo il tratto costiero e da qui iniziare la passeggiata Il tratto più popolare è sicuramente quello che parte da Perros-Guirec e termina a Trestraou, o viceversa.

Lo scenario che si apre davanti agli occhi di chi arriva fin qui lascia senza fiato. Le formazioni rocciose di granito rosa che caratterizzano in maniera univoca l’intero tratto, sono circondate dal mare da una parte e dalla natura dall’altra. Lungo il percorso, inoltre, è possibile incontrare case addossate ai massicci rocciosi che sembrano uscite da un libro di fiaba.

Aguzzate lo sguardo e camminate a ritmo lento per scorgere ogni dettaglio: la vista da qui è spettacolare.

Tratto di Costa di Granito Rosa

Fonte: iStock

Tratto di Costa di Granito Rosa
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In questo parco puoi entrare nel mondo del Piccolo Principe e volare con lui

Esiste un luogo, di incantevole suggestione, dove tutti i giorni l’immaginazione diventa realtà. Un posto dove la fantasia prende vita a ogni passo compiuto, proprio lì dove è possibile perdersi e immergersi in una delle più belle favole di sempre. Non si tratta di un semplice parco divertimenti, ma di un microcosmo delle meraviglie che permette di entrare nel fantastico mondo di Antoine de Saint-Exupéry.

Ci troviamo tra Mulhouse e Colmar, e più precisamente nel cuore dell’Alsazia dove la magia prende vita ogni giorno. Sì perché qui esiste un parco che permette a grandi e bambini di entrare nel mondo del Piccolo Principe e di volare con lui, e farlo per davvero.

Benvenuti nel Parc du Petit Prince

“È solo con il cuore che si può vedere veramente, l’essenziale è invisibile agli occhi”, diceva il Piccolo Principe pronunciando quella che è diventata una delle più celebri frasi del capolavoro di Antoine de Saint-Exupéry. I nostri viaggi, quelli che ci hanno portato alla scoperta delle meraviglie segrete del mondo, ci hanno confermato che è proprio vero che la bellezza più autentica si palesa solo allo sguardo di chi sa andare oltre.

Ma è in Alsazia che quella frase si manifesta in tutta la sua potenza ,perché è qui che esiste un parco divertimenti completamente dedicato al Piccolo Principe. Ci troviamo a Ungersheim, nel comune francese situato nel dipartimento dell’Alto Reno e confinante con la Germania e la Svizzera. È proprio qui che i sogni dei bambini si realizzano e la fantasia degli adulti torna a materializzarsi.

Il Parc du Petit Prince, questo è il suo nome, è un’area tematica interamente dedicata al celebre romanzo di Saint-Exupéry. Un sogno a occhi aperti che trasporta i viaggiatori di ogni età in un poetico universo dove attrazioni, elementi naturali e velivoli permettono di vivere e condividere una delle esperienze più magiche e suggestive di sempre.

Parc du Petit Prince

Fonte: Getty Images

Parc du Petit Prince, il parco divertimenti ispirato al magico universo di Antoine de Saint-Exupéry

Diventare un Piccolo Principe per un giorno

Sono 31, in totale, le attrazioni che si snodano all’interno del Parc du Petit Prince e tutte sono destinate a far rivivere l’incanto di uno dei racconti più magici mai letti. Grazie alle proiezioni con tecnologie 3D e 4D è possibile immergersi completamente all’interno del fantastico mondo di Saint-Exupéry e visitare il Pianeta Gigante, oppure scendere negli abissi del mare per esplorare il Pianeta Sottomarino.

La visita al parco permette agli ospiti di entrare in contatto con la natura e con i suoi animali. Non solo con la fantasia, grazie all’attrazione Addomesticami dove tutti possono dialogare con una volpe virtuale, ma anche con la realtà. Il Parc du Petit Prince, infatti, ospita una fattoria di farfalle che è diventata la casa di migliaia di esemplari autoctoni.

Dopo aver trascorso il tempo tra spettacoli e proiezioni, si arriva all’attrazione principale del parco divertimenti, quella che permette di volare a bordo di due mongolfiere e di raggiungere idealmente il Pianeta del Re e il Pianeta del Lampionaio. Le ballon du Roi e Le ballon de l’allumeur du réverbère svettano verso il cielo raggiungendo i 150 metri di altezza e permettendo a tutti un accesso privilegiato su uno dei più incredibili panorami del territorio, quello che si estende fino al Parco naturale regionale dei Ballons des Vosges e alla Foresta Nera.

Gli ospiti, infine, potranno trascorrere momenti di totale spensieratezza nel cielo a bordo dell’Aérobar del pianeta dell’Ubriacone. Un’attrazione che permette di brindare all’esperienza appena vissuta a un’altezza di 35 metri.

Il parco dedicato al Piccolo Principe

Il parco dedicato al Piccolo Principe 

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Tetouan, la città bianca del Marocco

A una sessantina di chilometri da Tangeri, nel nord del Marocco, abbaglia la candida città di Tetouan, nella fertile Valle del Martil, vivace porto noto per la sua Medina, Patrimonio UNESCO dal 1997, tra le meglio conservate del Paese.

Una località a dir poco splendida, una “colomba bianca” che sa incantare e trasportare in un’atmosfera tutta da vivere e da scoprire, lungo le sue stradine imbiancate a calce tra bancarelle, mercati e colorati portali ad arco.

Seppur ancora meno gettonata di Casablanca o Marrakech, Tetouan offre accattivanti punti di interesse ed è agevolmente visitabile anche con una giornata a disposizione.

Cosa vedere a Tetouan, la bianca città del Marocco

La prima tappa quasi obbligata è, senza dubbio, l’affascinante Medina Patrimonio UNESCO, un candido dedalo di stretti vicoletti dove perdersi senza fretta e ammirare, a ogni passo, un nuovo scorcio.

Si tratta di uno dei migliori esempi di città storiche dell’VIII secolo, delimitata da mura sui tre lati, dotata di sette porte e custode di ben trentasei edifici sacri tra santuari e moschee.

Qui, inoltre, sono vivaci e numerosi i caratteristici mercati (souk) con bancarelle che espongono qualsiasi tipologia di prodotto: dalle pescherie, al pollame, al cibo di strada fino alla pelletteria e alle decorazioni.

Di contro, altrettanto affascinante è il quartiere spagnolo l’Ensanche, così differente dai labirinti della Medina, con le strade disposte a griglia: dopo una passeggiata lungo la via principale Mohamed V, da non perdere sono il Museo Archeologico (che illustra la storia preistorica e pre-islamica del Marocco), il Museo di Arte Contemporanea e la vivace Piazza Mulay Mehdi con bar, rotonda ombreggiata da palme e la caratteristica chiesa gialla di Nuestra Señora de las Victorias.

Nelle vicinanze, ecco poi un’oasi di ombra e relax nel cuore della città, ovvero i Giardini dell’Eixample, con panchine, sentieri curati, alberi, statue, fiori e una ricca vegetazione.

Ma non è tutto.

Tra la Medina e l’Ensanche, da non perdere è Piazza Hassan II, dove spiccano particolari fari Art Noveau, verdi e bianchi, e soprattutto il Palazzo Reale, edificato nel XVII, la storica residenza del sultano, tra gli esempi più pregevoli di architettura moresca del mondo con splendidi giardini, fontane, cortili, e una meravigliosa porta d’ingresso.

Il fascino dei dintorni

Se Tetouan è un gioello del nord Marocco, i suoi dintorni non sono da meno: avrete, così, l’opportunità di conoscere una vasta gamma di città e paesi che completeranno al meglio la vostra esperienza di viaggio.

Da citare, ad esempio, è il piccolo paese costiero di M’diq, a una ventina di minuti d’auto, meta estiva per eccellenza con la lunga spiaggia che fiancheggia il lungomare ricco di bar e ristoranti.

A un’ora e mezza, invece, merita una sosta il suggestivo villaggio blu di Chefchaouen con le stradine dipinte su cui si affacciano deliziosi negozietti. Imperdibile la spettacolare Kasbah, fortezza davvero ben conservata.

Ancora, da ammirare sono Tangeri, sullo stretto di Gibilterra, dal centro storico che si snoda tra stradine bianche e blu, souk, monumenti e le bellissime spiagge, e Ceuta, città autonoma spagnola a una quarantina di chilometri, con notevoli attrazioni quali, ad esempio, Plaza de África, Plaza de Armas delle Mura Reali o Monte Hacho e la Casa de los Dragones sul Paseo de Camoens.

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Questa antica medina è un museo a cielo aperto

Il Marocco, perla del Nordafrica, è una destinazione ricca di mistero e di fascino con una miscela vibrante di culture, paesaggi mozzafiato e città storiche. Questa terra custodisce luoghi preziosi cristallizzati nel tempo, che regalano uno scorcio sulla sua storia antica.

Con i palazzi intricatamente decorati, i villaggi berberi arroccati sulle montagne e i mercati colorati e rumorosi, il Paese conserva un forte legame con le sue radici e le sue tradizioni, un ponte tra l’antico e il nuovo, tra l’Oriente e l’Occidente.

Alcune delle sue meraviglie più notevoli, sono le medine labirintiche, cuore pulsante dell’autentica vita cittadina. Tra queste, Fès el-Bali, riconosciuto come Patrimonio dell’UNESCO, è un luogo dove il tempo sembra essersi fermato. L’eco del passato risuona in ogni angolo, permettendo di immergersi totalmente nella cultura marocchina.

Fès-el-Bali, viaggio nel cuore autentico del Marocco

Fes Morocco

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Moschea Al-Qarawiyyin, Fes in Morocco

Fès el-Bali è la parte più antica di Fès, una delle città imperiali del Marocco. Fondata come capitale della dinastia Idriside tra il 789 e l’808 d.C., è uno dei quartieri storici meglio conservati dell’epoca medievale araba.

Circondato da imponenti mura difensive e bastioni, è un vero e proprio labirinto urbano. Composta da circa 9.000 vicoli tortuosi, la città è divisa in ben 300 quartieri distinti, ciascuno con la propria personalità unica.

Il suo fascino risiede nella sua ricca storia che si respira passeggiando per i suoi vivaci souk, nei quali i commercianti locali offrono una vasta scelta di prodotti tradizionali, dal pregiato artigianato in tappeti e ceramiche fino ai gioielli preziosi.

Immerso nel cuore pulsante di Fès el-Bali, ti troverai circondato da una sinfonia di colori e profumi. Ceramiche vivaci colorano ogni angolo, mentre una vasta selezione di spezie, dalle più comuni alle più esotiche, rilasciano nell’aria un bouquet di aromi irresistibili che ti avvolge e ti rapisce.

Uno dei punti d’interesse più rinomati è la Medersa Bou Inania. Costruita tra il 1351 e il 1358, questa antica scuola islamica rappresenta un sorprendente esempio di architettura Marinid. Le sue meravigliose piastrelle e l’atmosfera rilassante che pervadono l’edificio creano una vera e propria oasi di tranquillità.

Anche le costruzioni storiche sono rimaste sorprendentemente simili a com’erano secoli fa. Le madrasas, gli hammam e le moschee si ergono ancora maestosamente nel panorama cittadino. Molti di questi sono stati restaurati con cura e trasformati in incantevoli alberghi o ristoranti, per regalare ai visitatori un’esperienza autentica dell’ospitalità marocchina.

Bab Bou Jeloud, la Porta Azzurra di Fès

Per poter vivere appieno l’esperienza di Fès el-Bali, ti consigliamo di affidarti a una guida esperta o, se preferisci, di partecipare a un’emozionante escursione organizzata. La Medina, infatti, è un vero e proprio labirinto di stradine strette in cui ci si può facilmente perdere.

E quale modo migliore per iniziare il viaggio se non attraverso la sua porta più iconica, Bab Bou Jeloud? Inaugurata nel 1913, la Porta Blu è molto di più di un semplice ingresso alla città. Questo straordinario capolavoro architettonico è un vero simbolo della città, che incanta i visitatori con la sua bellezza senza tempo.

Al primo sguardo, affascina con il suo azzurro intenso che brilla verso la Medina, mentre un verde smeraldo splende sul lato opposto, rispettivamente i colori tradizionali di Fès e dell’Islam. Le intricate piastrelle di ceramica, conosciute come zellige, adornano la porta, creando complesse trame geometriche e arabeschi, un autentico spettacolo per gli occhi. Questa tecnica decorativa rappresenta una peculiarità dell’architettura tipica marocchina e andalusa.

Ma Bab Bou Jeloud non è soltanto bella da vedere. È anche un punto d’osservazione privilegiato. Salendo le scale che conducono alla sommità della porta, potrai ammirare una vista panoramica sulla Medina e sulle colline circostanti. È un luogo perfetto per scattare foto indimenticabili o semplicemente per osservare il paesaggio.

L’atmosfera qui è semplicemente incantevole. Potrai scoprire i numerosi caffè, ristoranti e negozi che offrono una vasta selezione di prodotti locali. Un luogo ideale per prendersi una pausa, assaporare un delizioso tè alla menta o gustare un piatto di couscous, immergendoti completamente nell’atmosfera unica di Fès.

Blue Gate, Fès

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Bab Bou Jeloud, Fès, Marocco
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Il pittoresco villaggio in Alsazia dove il tempo si è fermato

L’Alsazia, una delle regioni più piccole della Francia, sembra uscita direttamente da un libro di favole.

Situata nel nord-est della Francia, al confine con la Germania e la Svizzera, è un crocevia di culture che testimoniano l’influenza franco-tedesca che ha plasmato il suo carattere distintivo. Esplorare l’Alsazia è un vero piacere per gli occhi e per il cuore, con i suoi paesaggi pittoreschi, i borghi medievali ben conservati e i prelibati vini locali.

Nel cuore di questo territorio si trova Turckheim, un piccolo villaggio incantevole, noto per i suoi vigneti rigogliosi che producono alcuni dei vini bianchi più rinomati al mondo. Con il suo patrimonio storico e i paesaggi pittoreschi, questo piccolo villaggio offre un’esperienza autentica e indimenticabile del fascino alsaziano.

La magia di Turckheim: un viaggio nel cuore dell’Alsazia

Turckheim, Alsazia

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Turckheim, Alsazia

Turckheim è un paese che conserva tutto il fascino dei borghi alsaziani tradizionali, ma che si distingue per alcune peculiarità uniche che ne fanno una tappa obbligatoria nel tuo itinerario.

Questa è l’unica località in cui le viti crescono in montagna, in collina e in pianura, una condizione ideale per la produzione di numerosi vini d’eccellenza.

Arrivando al borgo, sarai accolto dalla maestosità della Porte de France, un’imponente torre che faceva parte delle antiche mura medievali della città. Questa imponente struttura, con i suoi dettagli architettonici ben conservati e la pietra grigia che la caratterizza, narra in modo vivido la ricca storia di Turckheim. Una volta attraversata, ti ritroverai immerso in un’atmosfera magica e suggestiva. Percorrendo le stradine acciottolate, sarete accompagnati dalle tipiche case a graticcio, botteghe artigianali, fontane d’epoca e piazzette vivaci.

Un’attrazione imperdibile è senza dubbio la Ronda del Guardiano di Notte. Questa tradizione secolare, che si interruppe solo nel 1920 con l’introduzione della luce elettrica, è stata mantenuta per mantenere vivo un importante rituale del passato.

Nel Medioevo, infatti, era una figura essenziale per la sicurezza della città. Il suo compito era di pattugliare le strade dopo il tramonto, assicurandosi che tutto fosse tranquillo e sicuro. Questa consuetudine viene rievocata nel periodo da maggio a ottobre, ogni venerdì e sabato sera.

Vestito con un costume d’epoca, il guardiano percorre con la sua lanterna le stradine della città. Durante le ronde, annuncia l’ora in alsaziano e condivide interessanti aneddoti sulla storia del villaggio, creando un’atmosfera fiabesca e coinvolgente.

Un viaggio sensoriale alla Cave de Turckheim

Per concludere questo straordinario viaggio, una tappa obbligata è senza dubbio la Cave de Turckheim. Questa cantina di fama mondiale è un vero gioiello nel cuore dell’Alsazia, una straordinaria opportunità di immergersi nei sapori e nelle tradizioni vinicole della regione.

Qui è possibile degustare una varietà di vini pregiati, molti dei quali sono prodotti con uve coltivate localmente, tra cui il Gewurztraminer, Pinot Blanc, Pinot Gris e Moscato, noti per i loro aromi distintivi e la loro eccellente qualità. Inoltre, la cantina produce una serie di vini Grand Cru, che rappresentano il meglio della produzione enologica alsaziana.

I visitatori possono anche partecipare a tour guidati della cantina, durante i quali avranno modo di conoscere di più sul processo di vinificazione e sulla storia del vino, un’occasione unica per scoprire i segreti della produzione e per assaporare alcuni dei migliori vini locali.

Turckheim

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Tradizionali case a graticcio di Turckheim, Alsazia
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Spiaggia del Principe, un sogno della Costa Smeralda

Lo sappiamo bene, la Sardegna è una delle mete balneari più amate dai turisti che arrivano da ogni angolo del mondo, e sono tantissime le sue spiagge da sogno, lambite da acque cristalline. Stavolta vogliamo portarvi alla scoperta di una piccola oasi che incanta tutti coloro che hanno la fortuna di ammirare il suo panorama: ecco la Spiaggia del Principe, perla della Costa Smeralda.

La Spiaggia del Principe, tra storia e natura

Un arco di sabbia bianca e finissima, dove si infrange un mare così trasparente da lasciar intravedere il fondale per decine di metri: è la Spiaggia del Principe, un angolo di paradiso incastonato tra il verde della Costa Smeralda. Molto affollata d’estate, fuori stagione si rivela essere un’oasi di pace e tranquillità, l’ideale per chi cerca un po’ di relax lontano dalla gente – anche se è troppo tardi per un tuffo in acqua. Perché questa spiaggia è così speciale? Indubbiamente, è davvero bella: in molti la considerano tra le migliori di tutta la Sardegna, sembra quasi uscita da una cartolina. D’altra parte, la sua storia lo conferma.

Il suo vero nome è Spiaggia di Poltu di li Cogghj, ovvero “porto delle pelli”: in passato era infatti il punto d’imbarco privilegiato per il carico di moltissime merci artigianali prodotte nella regione, tra cui principalmente pellami. Negli anni ’60, Karim Aga Khan IV giunse in Costa Smeralda e se ne innamorò perdutamente. Il principe ismaelita, che ha dato il più grande contributo allo sviluppo turistico di questa zona all’epoca incontaminata e selvaggiamente affascinante, si lasciò conquistare dalle bellissime spiagge. E, tra le tante, scelse proprio quella che, oggi, viene chiamata Spiaggia del Principe in suo onore. È qui che avrebbe voluto costruire la sua villa, un progetto poi naufragato. Resta una piccola caletta che i turisti tornano ad affollare anno dopo anno.

Come arrivare alla Spiaggia del Principe

Raggiungere la Spiaggia del Principe è davvero facilissimo: si trova nel cuore della Costa Smeralda, a due passi da altre splendide località come la Spiaggia di Capriccioli e quella del Romazzino. In loco c’è un comodo parcheggio a pagamento, chiuso da una sbarra da cui si dipana un piccolo sentiero in discesa, che in alcuni punti è abbastanza accidentato. Il percorso, che si addentra nella profumata macchia mediterranea, non è altro che una piacevole passeggiata di una decina di minuti, al termine della quale il paesaggio si apre su una vera e propria cartolina.

La spiaggia candida è una mezzaluna circondata da rocce rossastre e bassa vegetazione, ed è divisa in due da un piccolo promontorio affacciato sul mare. Tutto il litorale è ad accesso libero – al contrario di quanto accade per molte altre spiagge sarde, ormai divenute a numero chiuso. Non ci sono stabilimenti attrezzati, ma chi vuole sfruttare qualche comodità in più può affittare ombrellone e sdraio direttamente sul litorale. Intorno, la natura è davvero incontaminata: ad eccezione di un piccolo chiosco dove trovare qualcosa da mangiare, ci sono solo sabbia, rocce e acqua cristallina. E la vista non è da meno, con un panorama fantastico che include l’isola di Mortorio.

La Spiaggia del Principe è l’ideale per chi ama rilassarsi al sole e fare un bel tuffo rinfrescante. È adatta anche per i più piccini, perché il fondale sabbioso digrada molto dolcemente – attenzione però al sentiero per arrivare al litorale, che è un po’ scosceso. E anche se in alcuni giorni la baia è spazzata dai venti, rimane sempre un’oasi meravigliosa tutta da scoprire. In estate, come abbiamo visto, è sempre molto frequentata ed è consigliabile arrivare presto per trovare posto. Ma all’inizio e alla fine della stagione si può ammirare il suo paesaggio in tutta tranquillità.