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Come ammirare la cupola di vetro Tiffany più grande del mondo

Lo sguardo puntato verso il cielo per potersi lasciare avvolgere da quella meraviglia che toglie tutte le parole: ci sono luoghi del mondo che sono particolarmente speciali, perché è lì che l’uomo ha dato sfogo al suo estro, creando forme d’arte che sono capaci di lasciare senza fiato.

Uno di questi posti è a Chicago dove si trova la cupola di vetro Tiffany più grande del mondo: immensa, con i suoi tanti vetri di tutti colori, regala giochi di luce indimenticabili. Ed è la testimonianza del grandissimo lavoro, minuzioso e certosino, che ha dato vita a un capolavoro.

Come (e dove) ammirare la Tiffany Dome di Chicago in tutto il suo splendore?

Dove vedere la cupola di vetro Tiffany più grande al mondo

Le sue dimensioni sono davvero notevoli, basti pensare che ha un diametro di 11 metri e che è composta da circa 30mila pezzi di vetro: stiamo parlando della cupola di vetro Tiffany più grande del mondo, una vera e propria attrazione che ogni giorno fa stare a testa in su, con gli occhi puntati verso il cielo, tantissime persone.

Per vederla in tutta la sua magnificenza bisogna dirigersi a Chicago, negli Stati Uniti, perché questa vera e propria opera d’arte realizzata in vetri colorati, si trova all’interno del Chicago Cultural Center e più precisamente nel lato sud dell’edificio. A guardarla si resta senza fiato: complici i circa 30mila pezzi di vetro che la compongono e che regalano agli occhi suggestioni, colori e forme sempre nuovi.

Realizzata da Tiffany Favrile durante la costruzione dell’edificio (i cui lavori sono terminati nel 1897), a osservarla bene presenta alcune interessanti peculiarità. Innanzitutto, i vetri compongono nella parte superiore i segni dello zodiaco, mentre alla base si trova una frase di Joseph Addison.

A lavorare per la realizzazione di questa vera e propria opera d’arte e di ingegno, spiegano sul sito ufficiale, sono stati la Tiffany Glass and Decorating Company di New York e la Chicago Ornamental Iron Company.

Nel 2008, poi, è stato completato un importante restauro della cupola, fondamentale perché permette ai visitatori di ammirarla com’era agli albori della sua storia nel 1897. Infatti, nel corso degli anni Trenta era stata posizionata a protezione una cupola esterna in cemento, che oggi non c’è più sostituita da una traslucida, che permette alla luce naturale di fare la magia con i vetri colorati che compongono la struttura.

Chicago Cultural Center: qui si trova la cupola di vetro Tiffany

Fonte: iStock Photo – foto di jByard

Il Chicago Cultural Center, dove ammirare la cupola di vetro Tiffany

Cosa è il Chicago Cultural Center e cos’altro ammirare

Nato come sede della biblioteca centrale, il Chicago Cultural Center è un luogo in cui respirare cultura e bellezza nella metropoli americana. Eventi, ma anche mostre e conferenze trovano in questo luogo il loro spazio ideale. Aperto dalle 10 del mattino alle 17, non è previsto un ticket di ingresso ma l’accesso è libero.

Al suo interno vi sono sempre eventi di ogni genere e mostre, ma anche solo ammirare l’edificio in tutta la sua eleganza è una cosa che vale la pena fare se si programma un viaggio a Chicago. E se questo tutto questo non dovesse bastare è bene sapere che al suo interno c’è anche un’altra cupola di dimensioni più piccole, ma comunque bellissima da vedere.

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Lago Saimaa: una meraviglia con 13.000 isole

Nella parte sud-orientale della Finlandia sorge un lago magnifico e in cui galleggiano circa 13.000 isole. Ha il nome di Saimaa ed è il più grande di tutto il Paese e il quarto per estensione in Europa. Un incredibile specchio d’acqua che bagna le rive della regione del Finnish Lakeland, e in particolare della Carelia meridionale.

Cosa aspettarsi

Ritrovarsi al cospetto del Saimaa è eccezionale: questo lago che pare infinito infonde una vera e propria calma interiore e, in più, è il posto perfetto per fermarsi ad ascoltare i suoni del silenzio della natura finlandese. Ma del resto parliamo di una territorio particolarmente unico nel suo genere perché contiene paesaggi geologici di importanza internazionale, siti archeologici, ecologici, storici e culturali.

Un posto dove la natura regna sovrana e in cui il visitatore può dedicarsi a tantissime attività, da quelle più adrenaliniche come le escursioni nei boschi circostanti, a quelle più rilassanti, come una magnifica sauna finlandese.

Il modo migliore per esplorare il lago

Questo vero e proprio capolavoro della natura vanta ben oltre quattromila chilometri quadrati di estensione. Per questo motivo, non c’è modo migliore per esplorarlo che a bordo una crociera. A disposizione dei viaggiatori ci sono traversate di poche ore, oppure di qualche giorno. Si può pernottare sulle imbarcazioni, ma anche affittare un’isola privata e dormire in un tipico cottage finlandese.

Lago Saimaa , Finlandia

Fonte: iStock

Un angolo del Lago Saimaa

Durante la navigazione vi sentirete costantemente inondati dal blu, quello vero, puro, profondo, che solo in posti incontaminati come questo si può davvero percepire. E poi il verde dei pini, che in autunno diventano multicolori e in inverno un tappeto di bianco, che ricoprono le numerose isole.

Le attrazioni da non perdere

È chiaro che in un lago così esteso ci sono tantissime attrazioni – naturali e non – da scoprire. Ma se proprio dovete sceglierne solo alcune, vi consigliamo di non perdere il Kummakivi perché è davvero sorprendente.

Si tratta di una roccia che si trova a Ruokolahti, e detta così sembrerebbe la cosa meno interessante del mondo. Ma in realtà è un posto quasi surreale perché è un gigantesco masso di 500 kg che sembra essere impeccabilmente in equilibrio sopra un altro sasso. Un tempo si pensava che un’opera assurda come questa fosse stata eretta dai giganti, ma la verità è che stato il lavoro secolare dei ghiacciai. Kummakivi  in finlandese significa “roccia strana” e, considerando che sulla cima della pietra cresce un pino dagli anni ’80, non possiamo che comprendere il perché.

Kummakivi, Finlandia

Fonte: iStock

Lo straordinario Kummakivi

Ilkonsaari è invece una delle tante isole de Lago Saimaa che sorge sul lato di Lappeenranta. È la meta perfetta per fare escursioni in mezzo alla natura più pura e proprio qui, lungo un sentiero che attraversa tutto il suo territorio, sono stati costruiti diversi tsasounas, ovvero delle case di preghiera ortodosse che vale la pena scoprire.

Per fare una vera immersione di storia dovete invece dirigervi verso Astuvansalmi, nel comune di Ristiina, una realtà che vanta il titolo di più grande complesso di pitture rupestri preistoriche dei Paesi nordici: ci sono più di 80 dipinti creati su delle impressionanti rocce che, se osservate da una certa angolazione, sembrano visi umani.

Paesaggi altamente emozionanti sono quelli che si possono scorgere presso il comune di Punkaharju, in cui ci sono anche tantissime attività da fare. Da non perdere è pure Kerimäki che è la culla di uno dei siti naturali più interessanti della regione: il cristallino Lago Puruvesi, un sottobacino del Lago Saimaa.

Castelli e fortezze

Ad affacciarsi sulle placide acque del Lago Saimaa ci sono numerosi castelli e fortezze. Uno di questi si trova a Savonlinna e si chiama Castello Olavinlinna. Edificato su uno sperone roccioso durante il Medioevo, è una magnifica struttura in pietra che è aperta per visite guidate e concerti. Nel mese di luglio, inoltre, è la sede del Festival dell’Opera di Savonlinna.

Castello Olavinlinna, Finlandia

Fonte: iStock

Il magnifico Castello Olavinlinna

Altrettanto affascinante è la a fortezza di Kärnäkoski, parte del comune di Savitaipale, che dalle sue mura regala una spettacolare vista sul Lago Saimaa.

A Lappeenranta, una coloratissima città finlandese, d’estate succede qualcosa di veramente speciale: vengono create delle suggestive sculture di sabbia, costruite attorno a un diverso tema ogni anno, da un team di artisti finlandesi e internazionali. D’inverno, invece, viene edificato un castello di neve per tutta la famiglia, comprensivo di scivoli per i più piccoli.

Le città da non perdere

Come è possibile intuire, lungo i tantissimi km del lago si trovano diverse città e località particolarmente interessanti. Tuttavia, cinque di esse sono davvero speciali, ovvero Imatra, Lappeenranta, Mikkeli, Savonlinna e Varkaus.

Imatra sorge sulle rive del fiume Vuoksi, un emissario che scorre dal Lago Saimaa a Lago Ladoga, e da secoli fa innamorare tutti i suoi visitatori per via di Imatrankoski, quattro straordinarie rapide che compiono un salto di 18 metri. Oggi alimentano persino una colossale centrale elettrica che fornisce energia a Helsinki e a tutta la Finlandia sudorientale.

Accanto ad esse prende vita la prima riserva naturale della Finlandia, Kruunupuisto, dove si possono vedere i segni dell’era glaciale, come ad esempio le marmitte dei giganti. Affascinante in città è anche il castello in stile liberty che da molti è ritenuto l’edificio più bello della Finlandia.

Lappeenranta è una spettacolare città di mezzo: si è sviluppata al confine tra la cultura occidentale e quella orientale. Tra grandi centri commerciali, piccole boutique, caffè e ristoranti di qualità, si fanno spazio parchi enormi e una natura mozzafiato, il tutto a pochi passi dal centro.

La sua fortezza, invece, è la parte più antica della città e per arrivarci bisogna solcare una strada acciottolata su cui si affacciano pregevoli edifici che ospitano musei, gallerie e botteghe degli artigiani locali.

Lappeenranta, Finlandia

Fonte: iStock

Veduta di Lappeenranta

Voliamo ora a Mikkeli che si rivela la meta più interessante per chi, oltre all’aspetto storico e naturale, cerca anche di saperne di più su quello enogastromomico. Da queste parti, infatti, foreste, campi, laghi e natura incontaminata sono la culla di ottimi e freschi ingredienti trasformati dai ristoranti della città in imperdibili prelibatezze. La regione di Mikkeli, tra le altre cose, ospita numerosi manieri maestosi, tutti impreziositi da eleganti giardini.

Savonlinna è ricca di storia, cultura e incredibili siti naturali e, in più, è davvero suggestiva: il centro della città è in parte costruito sulle delle isole, e per questo colpisce il visitatore anche per i suoi curiosi ponti. Del bellissimo Castello di Olavinlinna ve ne abbiamo già parlato, ma sappiate che proprio accanto ad esso prende vita Wanha Savonlinna, la zona storica dove svettano nei cieli antichi edifici che sono la casa di botteghe artigiane, gallerie d’arte, boutique e caffetterie.

Infine, la città di Varkaus che offre una vasta gamma di eventi e attività adatte a tutte le età.

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Koh Phangan, un luogo molto simile al paradiso

Quando l’autunno è inoltrato e i mesi freddi sono sempre più vicini, in molti cominciano a ripensare all’estate, al caldo, ai bagni al mare e alle giornate passate interamente in infradito. Dal momento che durante questa fase dell’anno nella maggior parte dei Paesi europei tutto ciò è pressoché impossibile, la mente inizia a viaggiare verso mete con climi di tipo tropicale e dove la bella stagione è assicurata.

Luoghi eccezionali e che ci rimettono al mondo, ma soprattutto che per i loro colori e le atmosfere sono simili al paradiso. Uno di questi è Koh Phangan, un’isola della Thailandia dalla bellezza immensa e tutta da scoprire.

Cosa aspettarsi

Probabilmente il nome Koh Phangan risulterà familiare a molti di voi: diverse immagini dell’isola vengono utilizzate per scopi promozionali da tour operator e agenzie di viaggi. In più, qui una volta al mese decine di migliaia di occidentali arrivano da tutto il mondo per bere e ballare sulla spiaggia fino al mattino, perché Koh Phangan è la patria dei famosissimi Full Moon Party, feste che avvengono durante il plenilunio e che richiamano partecipanti e famosi DJ internazionali.

Ma la verità è che Koh Phangan possiede anche un volto decisamente più intimo e autentico. Probabilmente il mare – seppur eccezionale – non è all’altezza di quello di Phi Phi o di Krabi, ma ciò non toglie che qui ci siano più spiagge che in qualsiasi altra destinazione balneare in Thailandia, e che la natura sia assolutamente sorprendente.

Koh Phangan: informazioni utili

Fonte: iStock

Un angolo di Koh Phangan

Informazioni utili

Koh Phangan è situata a più o meno a 50 chilometri di distanza dalla terraferma. Per la precisione, si trova a 15 da Koh Samui e 35 a sud da Koh Tao. Non c’è un aeroporto e quindi occorre necessariamente arrivarci in traghetto. L’estate è perenne, ma il miglior periodo in cui andare è quello che va da febbraio a settembre, soprattutto per le condizioni del mare. Tra gennaio e marzo, invece, è il momento più adatto per chi vuole evitare a tutti i costi la pioggia.

Quest’isola speciale non è solo un paradiso per via del suo mare e della natura raggiante, ma anche perché ci sono poche strade che spesso rendono il traffico completamente inesistente.

La natura dell’isola

L’isola di Koh Phangan è sicuramente mare e spiagge incredibili, e anche un lembo di terra pregno di foreste incontaminate e montagne. I viaggiatori possono effettuare escursioni, visitare cascate e fare trekking.

Le cascate dell’isola in totale sono sei e sono una più emozionante dell’altra. Tra le più affascinanti ci sono, senza ombra di dubbio, le cascate di Phaeng che sono completamente immerse nella giungla e che regalano un punto panoramico altamente suggestivo.

Molto interessanti sono anche le cascate di Than Sadet che sgorgano tra grossi blocchi di granito che ne delineano il percorso. Magnifici flussi d’acqua che danno anche il nome a un Parco Nazionale, istituito alla fine del 1983, che protegge un’area complessiva di 66 chilometri quadrati.

Le cascate di Koh Phangan

Fonte: iStock

Una delle cascate di Koh Phangan

Il lato spirituale dell’isola

È strano pensare che nell’isola dove si celebrano i Full Moon Party ci possa essere persino qualcosa di spirituale. E invece è così: Koh Phangan è piena di luoghi dediti alla meditazione e allo yoga, e in cui esistono anche diverse scuole per frequentate corsi tenuti da insegnanti altamente qualificati.

Inoltre, immersi in un paesaggio che mette in totale connessione con la natura, ci sono anche dei bellissimi templi buddhisti da scoprire.

Uno di questi è il Wat Pho, nella zona sud-ovest di Koh Phangan, dove potersi rilassare facendo una tradizionale sauna alle erbe, servizio offerto dai monaci che custodiscono il tempio. Un’attività da non sottovalutare perché, secondo le persone del posto, offre vantaggi eccezionali per la nostra pelle e per ridurre il livello di colesterolo nel sangue.

In sostanza, quindi, a Koh Phangan si può persino andare alle terme e sottoporsi a un tipico massaggio thailandese, utile a rilassare il corpo e la mente.

L’altro tempio che vi consigliamo di visitare è il Wat Phu Khao Noi, il più antico dell’isola. Pregno di statue del Buddha e peculiari decorazioni, è aperto alle visite esclusivamente nel pomeriggio perché di mattina è occupato dai monaci buddisti che svolgono attività religiose.

Le spiagge da non perdere

Non diciamo bugie: se si organizza un viaggio in Thailandia è soprattutto per scoprire le sue spiagge meravigliose, quelle che per la loro bellezza finirebbero direttamente sulle facciate delle cartoline.

Eccezionale, per esempio, è Haad Salad Beach che si fa amare per la sua sabbia bianca e le sue acque cristalline. Lunga circa 600 metri, oltre alla sabbia candida presenta anche del corallo morto che dimostra che è parte di un sistema ecologico che supporta una vicina barriera corallina.

Decisamente grandiosa è Bottle Beach, una delle più belle dell’isola ma anche una delle più scenografiche di tutta la Thailandia. Ci si può arrivare sia via terra che via mare ed accoglie con un’aria tropicale rilassata, fatta di sabbia bianca e fine e soprattutto con poche persone ad affollarla.

L’immagine da cartolina è impreziosita dalla presenza di palme sullo sfondo, dalle scogliere che chiudono la baia sui lati e dalla totale assenza di costruzione in vista.

Voliamo ora a Thong Nai Pan Bay, la più grande delle baie di Koh Phangan, che essendo ben protetta dalle onde offre molto spesso un mare meraviglioso e particolarmente calmo. In questa baia il visitatore potrà rilassarsi in due spiagge: Thong Nai Pan Noi e Thong Nai Pan Yai, entrambe con sabbia bianca e fine.

Chi è in cerca del lato “trasgressivo” dell’isola deve dirigersi verso Haad Rin Nok, il luogo in cui durante le notti di luna piena vengono organizzati i Full Moon Party, una vera e propria discoteca a cielo aperto. Di giorno, tuttavia, anche Haad Rin Nok è uno spot paradisiaco in cui fare un indimenticabile bagno.

Infine, vi consigliamo di fare un salto alla piccola – è lunga circa 70 metri – Thaan Sadet Beach che, nonostante le sue minute dimensioni, fa diventare i sogni realtà. Questa spiaggia, infatti, è splendida, particolarmente selvaggia e piuttosto isolata: la giungla è proprio alle spalle del mare, e la baia è incastonata tra grandi e incredibili rocce.

Le spiagge di Koh Phangan

Fonte: iStock

Una delle spiagge di Koh Phangan
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Questa caverna è un palazzo sotterraneo di 7 piani

Gli Stati Uniti d’America, terra di meraviglie e sogni, incantano con la loro straordinaria bellezza, dove ogni angolo del territorio nasconde un tesoro unico ed emozionante. Nel cuore di questa immensa terra si trova l’iconica Route 66, simbolo di avventura, libertà e dello spirito pionieristico del popolo americano.

Ma ciò che rende questa strada davvero speciale è l’emozione che si prova nel percorrerla. Durante il tragitto, è possibile visitare alcune delle più affascinanti e celebri attrazioni del Missouri. In particolare, oggi andiamo alla scoperta delle incredibili Meramec Caverns, un vero e proprio tesoro sotterraneo che incanta i visitatori di ogni età.

Queste grotte offrono un viaggio nel sottosuolo, attraverso un universo di formazioni rocciose dal fascino senza eguali. Se cerchi un’esperienza adrenalinica, questa è senza dubbio una meta imperdibile per vivere avventure memorabili, che ti avvolgerà in una bellezza senza tempo.

Meramec Caverns: un viaggio nel cuore della Terra

Le Meramec Caverns sono un sistema intricato di grotte che si estendono per oltre 4,6 miglia nelle bellissime Ozarks, vicino a Stanton, nel Missouri. Queste hanno preso forma grazie all’erosione lenta di imponenti depositi di calcare nel corso di milioni di anni, creando uno spettacolo sotterraneo davvero incredibile.

Le formazioni rocciose di questa struttura si estendono verticalmente, raggiungendo un’altezza impressionante, pari a un imponente edificio di 7 piani.

La particolarità risiede nella scoperta di manufatti precolombiani dei nativi americani presenti all’interno delle caverne, reperti che testimoniano la presenza degli antichi popoli che hanno abitato queste terre molto tempo prima dell’arrivo degli europei.

Le Meramec Caverns sono indubbiamente una delle attrazioni turistiche più popolari del Missouri, che attirano i visitatori di tutto il mondo. Con oltre 150.000 turisti all’anno, sono ampiamente riconosciute come le grotte più visitate dello Stato.

Vantano un’antichissima storia che risale a ben 400 milioni di anni fa, quando venivano utilizzate come rifugio e luogo sicuro. Nel lontano 1722, un minatore francese ebbe l’onore di visitarle per la prima volta e da quel momento iniziò una lunga storia di scoperte affascinanti.

Durante il XVIII secolo, le Meramec Caverns erano utilizzate per estrarre il salnitro, un componente chiave nella produzione della polvere da sparo tanto che, durante la Guerra Civile, l’esercito sfruttò queste grotte per coltivarlo.

Tuttavia, la pianta fu presto scoperta e distrutta dai guerriglieri confederati, tra cui si pensa potesse esserci anche il famoso fuorilegge Jesse James. La leggenda narra che Jesse e suo fratello Frank si sarebbero rifugiati nelle grotte. Anche se le prove storiche sono scarse, questa storia ha alimentato l’attrattiva e il mistero che avvolgono la località.

I tesori sotterranei delle Meramec Caverns

Le visite guidate alle Meramec Caverns, condotte dai ranger esperti, offrono un’esperienza straordinaria per chi desidera esplorare questo tesoro del Missouri.

Le passerelle ben illuminate permettono di ammirare le meraviglie di queste grotte, attraverso gli intricati meandri, scoprendo tutte le informazioni sulla loro storia e geologia.

Imperdibile è la suggestiva “Stanza del Vino“, una delle formazioni rocciose più rare al mondo. Si è formata principalmente in un ambiente acquatico e prende il nome dalle affascinanti decorazioni a botrioidi, che ricordano un grappolo d’uva. Per accedere alla stanza, è necessario salire una scalinata di 58 gradini ma, nonostante la piccola fatica, vale assolutamente la pena visitare questa meravigliosa formazione sotterranea.

Uno dei must-see è l’imponente schermo naturale, chiamato “sipario“, che viene utilizzato per creare uno spettacolo mozzafiato durante il quale i visitatori possono ammirare le grotte illuminate da luci colorate, mentre una colonna sonora avvolge l’ambiente, creando un’atmosfera magica e suggestiva.

Inoltre, il complesso roccioso racchiude una delle stanze più affascinanti, conosciuta come “Hollywood”, spesso utilizzata come location per produzioni cinematografiche di successo, tra cui il film Tom Sawyer e un episodio della celebre serie televisiva Lassie.

Meramec Caverns

Fonte: iStock

Meramec Caverns, Missouri, Stati Uniti
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San Gottardo, il re dei passi alpini

È probabilmente la montagna che custodisce la storia più rilevante riguardo alle vie di comunicazione in Svizzera. Nessun valico alpino è altrettanto legato all’identità del Paese elvetico. Vero e proprio spartiacque meteorologico, idrico e culturale tra nord e sud che affascina da secoli, il Passo del San Gottardo attrae i visitatori per lo splendido paesaggio e le numerose gallerie, caverne e roccaforti sorte nel corso del tempo Attraversarlo è sempre un’avventura, in qualunque modo decidiate di farlo.

La storia del Passo del San Gottardo, “la via delle genti”

Il Passo del San Gottardo (in tedesco Gotthardpass) è uno dei più importanti valichi alpini, situato a 2.106 metri sul livello del mare. Prende il nome da San Gottardo di Hildesheim, un vescovo bavarese vissuto attorno all’anno Mille, e delimita il confine tra il Cantone Ticino  e il Canton Uri. Per lo scrittore Peter von Matt, può essere considerato una sorta di “monte Sinai elvetico”, che ha contribuito “all’autoglorificazione della Svizzera”. Per molto tempo si è erroneamente pensato fosse la montagna più alta delle Alpi, una credenza confutata soltanto nel XVIII secolo.

Quel che oggi è assodato, è che nessun’altra montagna elvetica – incluso il Cervino –  riveste l’importanza simbolica di questo straordinario massiccio, divenuto nell’immaginario collettivo un elemento dell’indipendenza della nazione, della coesione e dell’identità della Svizzera, ma anche luogo di lotta fra l’uomo e la natura impervia e crocevia delle culture del Paese.

Anticamente, pur essendo il passaggio più breve, il San Gottardo presentava sia sul versante sud, con tre importanti gole in Leventina, che sul versante nord, con la gola della Schöllenen, degli ostacoli importanti, difficilmente superabili in presenza di cattivo tempo.

Nel XII secolo, con la realizzazione del ponte del diavolo e della passerella sospesa (Twärrenbrücke), il passo acquisì per la prima volta importanza europea e fu determinante per i destini delle popolazioni che abitavano i due versanti, tanto da essere citato nel Annales Stradenses, guida per pellegrini che dal Nord Europa vogliono raggiungere Roma o la Terrasanta, redatta a metà del XIII secolo.

Nel 1230 venne consacrata la cappella dedicata a San Gottardo, posta sul valico, e insieme ad essa venne edificato anche un Ospizio che andava a completare una importante rete di assistenza ai pellegrini e viandanti. Fino quasi all’inizio dell’Ottocento, la via restava, però, essenzialmente una mulattiera che permetteva il trasporto delle merci solo a dorso di mulo. Proprio per la sua natura, era chiamata anche “la via delle genti”.

Solo nel 1708 si ebbe un sostanziale miglioramento della strada con l’apertura di una galleria (Urnerloch) lunga circa 60 metri nella gola della Schöllenen, che facilitava di molto l’accesso al ponte. Per il grande salto di qualità bisogna però aspettare gli anni Trenta nel XIX secolo, con la costruzione di una vera e propria strada carrozzabile, larga su tutto il suo percorso più di cinque metri, e con un nuovo ponte nella gola del diavolo.

Il tunnel più lungo del mondo

Nei secoli, il San Gottardo ha collezionato diversi record. La prima galleria ferroviaria, aperta nel 1882, è stata con i suoi 15 km la più lunga del mondo, un primato durato fino all’apertura del tunnel del Sempione nel 1906. Lo stesso è stato per il traforo autostradale (16,9 km) inaugurato nel 1980, che ha poi ceduto il primo posto al tunnel di Lærdal in Norvegia (24,5 km).

Il 1° giugno 2016, con l’inaugurazione della galleria di base del San Gottardo, è stato stabilito un nuovo primato, per i 57,104 km scavati nella roccia, anzi anche più di uno. Oltre a essere ancora oggi la più lunga del mondo, s’insinua fino 2300 metri di profondità e, prima ancora di essere aperta al grande traffico, è stata visitata da migliaia di turisti.

Con l’entrata in funzione della galleria e il completamento dell’intera linea, in particolare del tunnel del Monte Ceneri, Zurigo e Milano si sono avvicinate. Il viaggio in treno dura, infatti, meno di tre ore, contro le quattro attuali. Oggi, la linea del San Gottardo rappresenta uno dei principali collegamenti attraverso le Alpi ed è tra i corridoi ferroviari più importanti d’Europa per il traffico passeggeri e merci.

Come raggiungere il San Gottardo

Ci sono due modi per raggiungere la cima del passo, se siete in auto o in bicicletta (nel secondo caso, si raccomanda l’uso di mountain bike). Si può seguire la “Tremola”, la strada romana in acciottolato con i suoi suggestivi tornanti – il monumento storico più lungo della Svizzera – oppure attraverso la più recente strada del passo. In alternativa, è facilmente raggiungibile anche con i trasporti pubblici, prendendo l’autopostale da Airolo e Andermatt. Per coloro che vogliono provare l’ebrezza di un’esperienza dal sapore antico, c’è anche la possibilità di viaggiare sulle diligenze del Gottardo, carrozze trainate da cinque splendidi cavalli.

Il passo del San Gottardo è una delle alternative al tunnel in caso di code, tuttavia lo troverete chiuso durante l’inverno, da novembre a maggio.

Cosa vedere in cima, tra storia, cultura e panorami mozzafiato

Se desiderate immergervi nella storia viva di questa via di trasporto internazionale e scoprirne l’importanza economica, strategica, politica e culturale – dal 1200 fino a oggi – una tappa obbligata è il Museo Nazionale del San Gottardo (aperto da giugno a fine settembre). Il percorso si snoda attraverso sette sale tematiche che spaziano dal Buco di Uri al tunnel di base AlpTransit, dalle gallerie delle centrali elettriche alle fortificazioni militari montane. La nuova mostra permanente è accompagnata da uno straordinario spettacolo multimediale di suoni e immagini allestito all’ultimo piano in cui filmati originali e animati, disegni, quadri e fotografie sono montati insieme per creare un avvincente collage.

La visita al museo è seguita da una breve passeggiata lungo il Lago della Piazza, all’altra estremità del quale si trova l’ingresso del Sasso San Gottardo, fortezza un tempo segreta, nascosta nelle profondità della montagna, che si può scoprire (fino a metà ottobre) con un tour attraverso gli oltre tre chilometri di gallerie e caverne, tra depositi di munizioni nascosti, alloggi per le truppe, postazioni per cannoni, una spettacolare piattaforma panoramica e una camera delle meraviglie con tesori fatti di cristalli di roccia.

Regalatevi poi una puntatina alla postazione fotografica del Grand Tour of Switzerland, da cui si apre una vista meravigliosa sulla Tremola con i suoi 24 impressionanti tornanti. La giornata si conclude con un piatto ticinese sulla terrazza dell’Ospizio San Gottardo, dove si può pernottare in alloggi situati a 2.108 metri d’altitudine.

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La chiesa solitaria che sorge tra le dune di sabbia

La Danimarca è una destinazione imperdibile per tutti gli amanti della cultura e delle atmosfere scandinave. Il Paese, che comprende la splendida penisola dello Jutland e tante altre isole da scoprire, è un concentrato di meraviglie che incantano e sorprendono a ogni passo compiuto.

Le cose da fare e da vedere sono tantissime, e tutte si adattano alle differenze esigenze dei viaggiatori. Odense, città natale dello scrittore Hans Christian Andersen, è ad esempio la destinazione perfetta per chi vuole immergersi in scenari fiabeschi, mentre Copenaghen, la capitale, offre tutta una serie di esperienze davvero uniche che passano per i palazzi reali, per le case colorate del porto e per il parco divertimenti Tivoli.

All’ombra delle destinazioni più conosciute e frequentate del Paese scandinavo, però, si nascondono dei luoghi estremamente affascinanti che vale la pena di raggiungere. Tra questi segnaliamo Den Tilsandede Kirke, una chiesa solitaria e suggestiva che sorge tra le dune di sabbia. È qui che potete scattare la cartolina più bella del vostro viaggio in Danimarca.

Skagen, una cartolina di viaggio

Il nostro viaggio di oggi ci porta a Skagen, un piccolo centro abitato situato nella regione dello Jutland settentrionale nel punto più a nord dell’isola di Vendsyssel-Thy. Ancora estranea al turismo di massa, questa cittadina conserva un fascino senza eguali consentendo ai viaggiatori che giungono fin qui di perdersi e immergersi in un’atmosfera sospesa e senza tempo.

Conosciuta soprattutto per Grenen, una lingua di sabbia che consente di ammirare l’incontro dei due mari Skagerrak e Kattegat, la cittadina ospita numerosi musei e gallerie d’arte tutti da scoprire. Tappa imprescindibile per chi arriva qui è anche il vecchio faro Vippefyr, il primo del suo genere. Quel che resta oggi, in realtà, è una ricostruzione dopo che nel XV secolo la struttura fu distrutta.

E poi c’è lei, la chiesa insabbiata. Un luogo di estremo fascino che in pochi conoscono, ma che vale davvero la pena di raggiungere. Un tempo dedicata a San Lorenzo, la chiesa nei secoli è stata seppellita dalla sabbia che ha lasciato visibile solo l’imponente campanile. Oggi l’edificio si è trasformato in un’attrazione turistica imperdibile, almeno per chi ne ha sentito parlare. Sono tantissime, infatti, le persone che giungono fin qui per ammirare questo paesaggio solitario e affascinante e scattare fotografie di immensa bellezza.

Come raggiungere la chiesa insabbiata

Conosciuta in origine come Chiesa di San Lorenzo, in onore del patrono dei marinai, l’edificio sacro costruito nel XIV secolo ha visto cambiare il suo destino quando a causa dei forti venti la sabbia ha cominciato a sotterrarlo. Nel 1975, a causa della sua inagibilità, la chiesa fu completamente abbandonata.

L’edificio fu poi demolito, almeno in parte, ma sotto le dune di sabbia si trovano ancora alcuni ambienti dell’antica chiesa di Skagen. Ben visibile invece è il campanile, divenuto monumento storico nel 1937, che si erge solitario e maestoso campeggiando in mezzo a un deserto di sabbia: la visione è mozzafiato.

La struttura ha catturato l’attenzione di tantissime persone negli anni, compresi artisti e scrittori. Anche Christian Andersen restò stregato dalla chiesa insabbiata, al punto tale da utilizzarla come ambientazione del suo racconto Una storia dalle dune.

Per visitare Den Tilsandede Kirke, e contemplare quel paesaggio drammatico unico e straordinario, dovete recarvi a sud di Skagen, ad appena 5 chilometri dal centro abitato. Una volta parcheggiata l’auto passeggiate tra le dune fino a raggiungere la chiesa.

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La strada del mondo che conduce verso l’Artico

La natura selvaggia, un luogo i cui confini sembrano confondersi con l’infinito, scenografie che levano il fiato e panorami indimenticabili. Benvenuti in una delle strade più belle del mondo. Siamo sulla Kystriksveien in Norvegia, 650 chilometri che si snodano in mezzo alla natura. L’uomo qui non c’è molto: è presente nei villaggi, nei punti da sogno che ha immaginato e realizzato e perché è la sua mano ad aver costruito questo percorso in mezzo alla bellezza.  A fare da contorno montagne, acqua e cielo.

Vale la pena organizzare, una volta nella vita, un viaggio lungo la strada del mondo che conduce verso l’Artico. Elementi essenziali? Un mezzo su cui percorrerla, la voglia di avventura e il desiderio di esplorare la natura più selvaggia.

Kystriksveien, la strada che ci porta verso l’Artico

Ci vuole tempo per percorrere la Kystriksveien, un tempo che vale la pena trascorrere in viaggio lungo questa strada che porta verso l’Artico. Sono circa 650 i chilometri da percorrere, da Steinkjer a Bodø, lungo una strada costiera che attraversa anche numerosi fiordi: per questo sono previsti diversi passaggi in traghetto.

Non si deve aver fretta, ma bisogna partire armati dalla voglia di fare una vera vacanza on the road, nel nord dell’Europa e – più precisamente – in Norvegia. Il fascino della scoperta e un pizzico di avventura possono essere gli stimoli più grandi per intraprendere questo viaggio, ma non va sottovalutata anche la possibilità di ammirare la natura e paesaggi che sarà difficile dimenticare.

Un’occasione, quindi, per fare il pieno di bellezza. Per completare tutto il percorso ci vogliono circa due giorni, ma è molto più bello mettercene di più per esplorare i luoghi. Come le 6.500 isole dell’arcipelago Vega (che sono patrimonio Unesco) oppure fermandosi in alcuni dei luoghi che si incontrano lungo la strada. Un esempio? La stupefacente area di sosta Ureddplassen considerata tra le più belle al mondo con un particolarissimo bagno, ma anche con un’area da dove ammirare lo spettacolare panorama nordico. Tra l’altro questo luogo è anche commemorativo, in memoria delle vittime all’interno di un sottomarino durante la Seconda Guerra Mondiale.

Attraverso il Circolo Polare Artico

Ci sono tantissime attrazioni lungo il percorso, luoghi da non perdere e che vale la pena visitare pianificando delle piccole escursioni. Abbiamo già citato le isole dell’arcipelago Vega, ma come dimenticare Torghatten una delle montagne più caratteristiche di questa zona, con il suo buco che la attraversa da una parte all’altra. Oppure le montagne delle sette Sorelle ad Alstahaug.

Uno dei momenti più indimenticabili, però, resta quello durante il quale si potrà attraversare il Circolo Polare Artico, in cui le giornate in estate sembrano non avere mai una fine. Siamo a 66,33 gradi a nord. E prima di arrivare alla meta finale si può vedere anche il vortice di Saltstraumen, il più potente al mondo.

Al termine di questa vacanza si potrà dire di aver vissuto un’esperienza da sogno, che permette di entrare in diretto contatto con la natura, in un luogo che ha mantenuto la sua autenticità: tra escursioni, giri in bicicletta, luoghi che sembrano al confine tra vero e immaginato, scenari mozzafiato e di rara bellezza.

Una vacanza che può durare pochi giorni, oppure può essere estesa per godersi i tanti luoghi, le numerose attrazioni. Un viaggio che ha bisogno di tempo per lasciarsi rapire dalla bellezza di ciò che ci circonda: tra le altre cose questa strada è stata dichiarata dal National Geographic come una tra le 101 più panoramiche del mondo.

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Il giardino della musica di Barcellona è uno degli edifici più belli del mondo

Cosmopolita ma accogliente, ricca di storia e di bellezza, di fascino e cultura. Barcellona è uno di quei luoghi che conservano un pizzico di magia, sarà perché lì gli architetti e gli artisti hanno creato palazzi e luoghi incredibili, oppure perché camminando per le sue strade stupisce a ogni angolo, ma è difficile rimanere indifferenti a tanta bellezza, a quella sensazione di accoglienza che ti abbraccia sin dal primo istante.

Barcellona è una città tutta da scoprire e, forse, non basta una vita per poter dire di conoscerne tutte le anime, tutti i segreti, di averla capita davvero. Tra i luoghi da non perdere c’è il giardino della musica o, per meglio dire, il Palazzo della Musica Catalana: uno degli edifici più belli al mondo. Un luogo profondamente suggestivo, grazie ai suoi interni riccamente decorati, ai colori, all’arte che si respira solo a osservarne la facciata. Tutto quello che c’è da sapere su questo luogo di rara bellezza.

Il Palazzo della Musica Catalana, storia di un luogo straordinario

È stato immaginato come un giardino della musica, un nome romantico che richiama alla mente immagini suggestive che sanno coniugare arte e bellezza, natura e suoni. Esempio perfetto di modernismo catalano, il Palazzo della Musica di Barcellona è sede della società corale della Catalogna e della scuola di musica.

La sua storia prende il via agli inizi del Novecento, con la progettazione a cura dell’architetto Lluís Domènech i Montaner. I lavori per la sua realizzazione sono durati dal 1905 al 1908. Da allora, poi, è stato altre volte oggetto di nuovi lavori: restauri e ampliamenti, come gli ultimi che hanno preso il via agli albori del nuovo millennio e hanno visto l’aggiunta di un edificio molto ampio che ospita camerini, biblioteca e molto altro. Inoltre, nel 1997 è stato dichiarato Patrimonio mondiale dell’umanità Unesco.

Una decorazione della facciata esterna del Palazzo della Musica Catalana

Fonte: iStock Photo – Foto di AlexandreFagundes

Un dettaglio della facciata esterna del Palazzo della Musica Catalana

Un’immersione totale nella bellezza

Le decorazioni, i vetri colorati, gli spazi che ti accolgono e ti fanno sentire come in un sogno: il Palazzo della Musica Catalana si trova nel quartiere di Sant Pere e si raggiunge facilmente da una delle piazze più celebri di Barcellona, ovvero Plaza Cataluna. Solo cinque minuti a piedi, come viene spiegato sul sito. Euando si arriva si viene subito accolti dalla facciata straordinaria di questa edificazione. E se il primo impatto lascia senza fiato, esplorarne gli interni catapulta in un luogo che appare quasi fiabesco. Del resto Barcellona è ricca di questi posti che sembrano rubati da un sogno e trasformati in realtà.

Il suo auditorium è un luogo spettacolare: a illuminarlo un suggestivo lucernaio a goccia in cui si può intravedere un sole realizzato con vetri colorati, l’ampia sala ha le pareti riccamente decorate da busti e elementi che richiamano la natura come frutti e fiori. Per questo lo si immagina come un giardino della musica, perché sembra di essere davvero immersi in una natura in cui esplodono i colori e la bellezza.

Intima e accogliente, invece, è la sala prove dell’Orfeó Català, anche il luogo ideale per spettacoli più piccoli o per eventi.

Tutto l’edificio è visitabile, sul sito ufficiale vengono proposte opzioni diverse per conoscerlo: addentarsi nelle sue sale, scoprirne i dettagli e i segreti, è senza dubbio una (delle tante) cose da fare a Barcellona: una città dalle mille facce, piena di luoghi di rara bellezza, di contrasti, di modernità che convive con il passato. Un mix incredibile e indimenticabile.

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Kobarid, un incanto a due passi dal confine italiano

Probabilmente il nome Kobarid non vi dice niente perché noi italiani la chiamiamo in un altro modo: Caporetto. Situata a poca distanza dal confine, è una destinazione della Slovenia particolarmente sottovalutata in quanto tutti, volente o nolente, la legano alla Grande Guerra. Sì, le atmosfere che rimandano a quel drammatico periodo storico si possono davvero toccare con mano, ma Kobarid è anche una piacevole scoperta, soprattutto per coloro che amano il contatto con la natura.

Cosa aspettarsi

Kobarid ha la fortuna di essere un villaggio attraversato dal fiume Isonzo che regala dei colori che entrano dritti nel cuore: le sue acque contano mille tonalità smeraldine. Per noi italiani Caporetto è un po’ un simbolo di disfatta, la più grande mai subita dal nostro esercito, ma nella realtà dei fatti è una località accogliente e dove la storia lascia spazio ad una raggiante natura.

Bisogna buttarsi dietro le spalle qualsiasi tipo di pregiudizio quando si visita Kobarid, perché questo piccolo borgo è tutto tranne che un luogo cupo, pieno di segni e di riferimenti alla Prima Guerra Mondiale, o almeno non così tanto come in molti si aspettano.

Cosa vedere a Caporetto

La graziosa cittadina di Kobarid è la meta ideale se alla storia e alla cultura si vuole unire la natura più autentica.

Kobarid, Slovenia

Fonte: iStock

Veduta di Kobarid

Tra gli edifici da non perdere c’è la Chiesa dell’Assunzione che domina la piazza principale della città. Una struttura dotata di un campanile che il grandissimo Ernest Hemingway, nel suo romanzo intitolato Addio alle Armi, citò descrivendo Caporetto come “un villaggio bianco con un campanile giù nella valle”.

Molto interessante è anche il Sacrario Militare di Caporetto che è stato edificato a un’altitudine di 309 metri. Si tratta di un luogo particolarmente importante per noi italiani perché proprio qui sono custodite le spoglie di 7014 connazionali caduti durante la Prima Guerra Mondiale, di cui 1748 sono salme ignote.

L’architettura è davvero sorprendete perché è una costruzione a tre gradoni concentrici che si restringono. Sulla cima svetta invece la Chiesa di S. Antonio che è stata costruita nel XVII secolo, quindi prima dell’ossario. C’è poi un piccolissimo museo in cui sono esposte le armi e i reperti bellici, carteggi e reminiscenze di quell’epoca sanguinosa.

Come è possibile immaginare, quella all’ossario è una visita estremamente toccante, in cui regna il silenzio e caratterizzata da un panorama commovente: è uno di quei posti da visitare almeno una volta nella vita per comprendere più a fondo la grande tragedia della guerra.

Da visitare assolutamente è anche il Museo cittadino che è quasi interamente dedicato alla Prima Guerra Mondiale e al Fronte Isontino: ci sono oggetti personali, fotografie, video, ricostruzioni, documenti e molto altro ancora.

Itinerario Storico di Caporetto

Come via abbiamo accennato, Kobarid è molto interessante anche dal punto di vista naturalistico e anzi, qui uomo e natura convivono in un equilibrio quasi perfetto.

Il modo migliore per comprendere la doppia anima di questa località è seguire l’Itinerario Storico di Caporetto, un vero e proprio percorso di riflessione che, passo dopo passo, conduce a di fronte ai più importanti monumenti storici e culturali della cittadina.

Il tutto solcando un sentiero di circa 7 km immerso in una natura struggente e in un tragitto che richiede circa 4 ore di cammino.

Tra le meraviglie che si incontrano vale certamente la pena menzionare le cascate generate dal torrente Kozjak. In totale sono sei, ma quella che prende il nome dell’affluente dell’Isonzo è la più spettacolare, tanto da essere considerata una delle più belle della Slovenia.

Kozjak, cascata

Fonte: iStock

La bellissima Cascata di Kozjak

Alta approssimativamente 15 metri, si getta con tutta la forza che possiede in un laghetto color verde smeraldo incastonato tra alte e buie pareti ricoperte da strati calcarei.

Per raggiungerla, tra le altre cose, bisogna attraversare un ponte costruito sulle sponde di quello che è ritenuto uno dei fiumi più eccezionali d’Europa per via dei suoi colori brillanti.

Si tratta della ricostruzione di una passerella, lunga ancora oggi circa 52 metri, che sorgeva in quell’esatto punto durante la Prima Guerra Mondiale.

Un angolo dell’itinerario dai profili assolutamente fiabeschi perché l’Isonzo raggiunge Caporetto percorrendo una gola di bianca roccia calcarea che, a sua volta, è lambita da queste acque pure e limpide dal colore smeraldo.

Questo tratto è anche ricco di profonde cavità che arrivano persino ai 200 metri di lunghezza: un vero spettacolo per l’anima e per il cuore.

L’itinerario continua e si arriva dinnanzi alla linea di difesa costruita durante la Prima Guerra Mondiale dove è ancora visibile l’oramai antico sistema di trincee.

Assolutamente affascinate è il Ponte di Napoleone che fu eretto nel 1750. Un collegamento tra una sponda e l’altra del fiume dalla storia complessa: durante la Prima Guerra Mondiale saltò in aria per mano degli austriaci, per poi essere ricostruito da noi italiani inizialmente in legno e in seguito in ferro. Un posto da non sottovalutare perché offre un incredibile punto di vista sulle acque coloratissime dell’Isonzo, che in lingua locale è chiamato Soča.

Ponte di Napoleone, Caporetto

Fonte: iStock

In lontananza il Ponte di Napoleone

Nei dintorni di Kobarid

L’Itinerario Storico di Caporetto non finisce qui, o meglio, il sentiero continua e porta a conoscere dei siti bellissimi e importantissimi che si trovano nelle vicinanze di Kobarid.

Uno di questi è Drežnica, ovvero un grazioso villaggio che sorge alle falde del monte Krn. Un luogo che si fa amare perché circondato da sinuose colline, prati, ruscelli e cascate.

In più, qui svetta una chiesa bianca come la neve dedicata al Sacro Cuore di Gesù accompagnata da un campanile alto ben 52 metri. Con soli 10 minuti di cammino, inoltre, ci si ritrova alla scoperta di due interessanti cascate, Sopota e Krampez.

Molto bella è anche la Chiesa di S. Giusto che si erge nella frazione di Koseč: è considerata la più antica della Valle dell’Isonzo. Si tratta di una struttura di stile tardoromanico e costruita in tufo, le cui pareti interne sono decorate con affreschi risalenti al 1470.

Infine, vale la pena raggiungere anche Tonovcov Grad, un sito archeologico di epoca romana che dista circa un’ora di camminata tranquilla da Kobarid. Ciò di cui può godere il visitatore sono i resti di un villaggio fortificato, con tanto di abitazioni ad uso civile e religioso, e uno di quei panorami sulla Valle dell’Isonzo e sui monti circostanti che difficilmente si dimentica.

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Si Thep, l’antica città della Thailandia che in pochi conoscono

La Thailandia è famosa per le sue spiagge affollate, i suoi vivaci mercati e gli antichi templi dorati. Tuttavia, ciò che spesso sfugge agli occhi dei turisti è la ricchezza di tesori nascosti che questo meraviglioso Paese ha da offrire.

Dai villaggi di montagna alle tranquille isole remote, dai parchi nazionali ai luoghi sacri, questa terra custodisce territori incantevoli pronti a essere scoperti ed esplorati, posti meno conosciuti ma altrettanto affascinanti.

Oggi vi portiamo nella provincia di Phetchabun, più precisamente a circa 340 km a nord di Bangkok, per scoprire le meraviglie del parco archeologico di Si Thep. Il luogo, che comprende l’omonima città, ospita rovine di oltre cento siti antichi, testimoni silenziosi di un’epoca lontana, ed è stato recentemente aggiunto alla prestigiosa lista del Patrimonio mondiale dell’UNESCO. Camminando tra queste remote reliquie, si può quasi sentire il respiro della storia e l’eco delle antiche civiltà che un tempo abitavano questo luogo.

Le rovine misteriose si estendono dai templi ai palazzi, offrendo un’affascinante prospettiva sulla vita quotidiana locale risalente ai secoli passati. Preparati a scoprire un lato della Thailandia che pochi hanno avuto la fortuna di ammirare, un viaggio indietro nel tempo che ti permette di toccare con mano l’antica cultura e le tradizioni di questa terra incantevole.

Si Thep: un tesoro nascosto nel cuore della Thailandia

Si Thep Thailandia

Fonte: Getty Images

Parco archeologico di Si Thep, Thailandia

Anticamente conosciuto come Mueang Aphai Sali, il parco è un luogo straordinario, ricco di storia e cultura.

Fu costruito durante gli anni di maggior splendore dell’antico impero Khmer, un periodo caratterizzato dall’architettura innovativa e l’arte sofisticata, che rendono Si Thep un autentico tesoro archeologico da non perdere durante un viaggio in Thailandia.

Circondato da un fossato e da un tumulo, il paesaggio è caratterizzato da stagni e paludi che punteggiano l’area, conferendole un aspetto suggestivo e misterioso. Tra le attrazioni principali, si trovano due Centri Informativi che fungono da custodi della storia del parco. Questi espongono una ricca collezione di resti antichi, offrendo ai visitatori la possibilità di immergersi nella storia e nell’archeologia del luogo.

Il Parco di Si Thep si estende su un’ampia area, meticolosamente mantenuta e organizzata per valorizzare al meglio le sue ricchezze storiche. È suddiviso in due zone principali: la città interna, caratterizzata da una forma circolare, che ospita i siti di maggiore interesse, e la città esterna. Questa, invece, offre una panoramica più ampia, con una cinquantina di monumenti minori sparsi nel territorio. Una divisione che permette ai visitatori di esplorare il parco a vari livelli, secondo i propri interessi e il tempo a disposizione.

Cosa vedere nel Parco Archeologico di Si Thep

Il Parco Archeologico di Si Thep è un vero e proprio tesoro di reperti storici e culturali. Uno dei monumenti di rilievo è senza dubbio il Prang Song Phi Nong. Questo edificio, caratterizzato da una torre a guglia, si distingue per la sua architettura in stile Khmer, tipica del periodo di Angkor Wat. Il monumento poggia su una solida base di laterite, che ne enfatizza la grandiosità.

Durante gli scavi archeologici, sono stati trovati diversi reperti di grande interesse, tra cui una scultura raffigurante il dio del sole e un affresco che illustra l’immagine di Parvati Mahesuan. A causa della somiglianza con Angkor Wat, si ritiene che il Prang Song Phi Nong sia stato originariamente costruito come luogo di culto indù, per poi essere convertito in un sito buddista in un secondo momento.

Il Khao Klang Nai Ancient Monument è un altro dei principali monumenti del parco storico, che continua ad attrarre l’attenzione degli archeologi. Situato nella città interna, si distingue per il suo basamento finemente decorato. Le sculture raffigurano figure umane e animali, realizzate in stile Dvaravati, un’arte tipica dell’antica cultura mon che fiorì nella regione dal VI al XI secolo e che riflette la maestria artistica e l’importanza culturale di quel periodo.

Infine, vi suggeriamo di non perdere il Si Thep Prang, un’attrazione di notevole importanza storica e religiosa. La parte superiore di questa torre a guglia è completamente costruita in mattoni. Sul retro, si trova una scultura in pietra della Ruota del Dharma, un simbolo fondamentale nel buddismo che rappresenta il cammino verso l’illuminazione. Un prezioso esempio di architettura antica, che testimonia la profonda influenza religiosa in questa regione della Thailandia.

Si Thep Thailandia

Fonte: Getty Images

Passerella nel Parco archeologico di Si Thep, Thailandia